Movimento Cinque Stelle beppegrillo.it
Gruppo Assembleare Regione Emilia-Romagna
Al Presidente
dell’Assemblea Legislativa
PALMA COSTI
RISOLUZIONE
Premesso che
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Nei comuni di Ostellato (FE), Mordano (BO) e Portomaggiore (FE), dal 14 agosto le
Autorità sanitarie locali hanno rilevato la presenza del virus sottotipo H7N7 noto
come influenza aviaria. Si tratta di tre allevamenti: Ostellato con 128.000 galline
ovaiole, Mordano con 586.000 galline ovaiole e Portomaggiore con 18.000 tacchini,
i cui animali sono stati uccisi su disposizione delle autorità;
Il Ministero della Salute ha riconosciuto, con il Dispositivo Dirigenziale 16208 del 21
agosto 2013, che “la situazione epidemiologica venutasi a verificare sul terriotrio
della Regione Emilia-Romagna a seguito di conferma della positività a un virus
dell’influenza aviaria ad alta patogenicità sottotipo H7, in allevamenti di ovaiole da
uova”;
La Giunta della Regione Emilia-Romagna Ordinanza n° 173 del 23/08/2013 ha
istituito una zona di sorveglianza con un raggio minimo di dieci chilometri intorno
alle aziende colpite e comprendente i Comuni di Imola (BO), Solarolo (RA),
Castelguelfo (BO), Conselice (RA), Massalombarda (RA), Sant’Agata sul Santerno
(RA), Lugo (RA), Cotignola (RA), Faenza (RA), Castelbolognese (RA);
nelle zone di cui sopra si vieta “l’introduzione e l’immissione di selvaggina delle
specie sensibili”;
l’Unione Europea, con Decisione 2006/574/CE del 18 agosto 2006 di modifica della
precedente Decisione 2005/734/CEE, ha stabilito, tra le varie misure integrative di
riduzione del rischio epidemiologico, il divieto dell’uso di volatili degli ordini
Anseriformes e Charadriformes come richiami vivi nella caccia agli uccelli acquatici
e che la concessione di eventuali deroghe dovrebbe avvenire solo sulla base
dell’esito favorevole di una attenta valutazione del rischio e secondo precise ed
adeguate misure di biosicurezza indicate dalla Commissione europea;
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Considerato che
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La stessa nota del Ministero precisa che “i virus influenzali aviari a alta
patogenicità possono determinare epidemie di ingente gravità con
rilevanti conseguenze per la produzione avicola e possibili rischi per la
salute umana”;
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Ancora precisa, a proposito di misure di controllo che è indispensabile
attivare in tempi brevi: “la limitazione delle movimentazioni di animali
vivi si è dimostrata uno dei provvedimenti più efficaci per il controllo della
diffusione del virus”;
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Ancora prescrive che: “su tutto il territorio nazionale devono essere
adottate stringenti misure di biosicurezza adeguate al rischio
d’introduzione della malattia negli allevamenti industriali”;
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Nella stessa è allegata la mappa delle aree umide, che come noto sono
numerose nelle aree interessate dall’epidemia, dove è necessario
applicare misure ancora più stringenti per evitare la diffusione del virus
tra animali d’allevamento e selvatici;
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L’Ordinanza regionale prescrive che venga “adottata ogni misura
ragionevole per ridurre al minimo i contatti con i volatili selvatici”;
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Ancora dispone che “Su tutto il territorio della Regione Emilia Romagna
sono sospesi mercati, fiere e concentramenti di animali delle specie
sensibili.”;
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L’Assessorato politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna ha
prodotto nell’aprile 2013 il Manuale operativo (Sistema di sorveglianza
sanitaria della fauna selvatica ai fini della prevenzione delle infezioni delle
persone, degli animali domestici e delle loro produzioni) in cui si legge
che l’influenza aviaria “Ha nel selvatico il serbatoio epidemiologico e può
essere trasmessa agli animali domestici”, che “E’ trasmissibile all’uomo
con gravi conseguenze” (H5N1 lineaggio asiatico), che “Anatre infette
che eliminano virus potrebbero non presentare segni clinici o lesioni.” e
che “Virus LPAI vengono introdotti sistematicamente, ogni anno, con la
migrazione autunnale degli uccelli acquatici.”;
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Gli uccelli selvatici, e in particolare gli anatidi, per quanto riguarda il
rischio di introduzione e diffusione dell'influenza aviaria, rivestono un
ruolo fondamentale, in quanto in grado di mantenere la maggior parte
dei virus influenzali aviari nell'ambiente.
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I virus dall'ambiente naturale possono diffondersi agli allevamenti
intensivi di pollame in cui, in particolari condizioni, possono causare
enormi danni sia sanitari sia economici.
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Per quanto riguarda il ruolo degli uccelli migratori, in relazione al pericolo
di introduzione del virus, il principale rischio è collegato alla diffusione
dell'agente patogeno nelle popolazioni di anatidi svernanti.
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Relativamente alla gestione delle specie selvatiche alcuni comportamenti
dei cacciatori possono, in situazioni particolari, rappresentare un possibile
ulteriore rischio per la diffusione di tali virus.
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In particolare dal punto di vista epidemiologico rappresenta un pericolo di
introduzione dei virus influenzali dalle popolazioni selvatiche a quelle
domestiche, l'utilizzo di volatili appartenenti agli ordini degli anseriformi
(anatidi) e caradriformi (pavoncelle) nella pratica venatoria.
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Infatti le specie appartenenti a tali ordini risultano ampiamente recettive
ai virus influenzali e, nel caso dei richiami, i soggetti utilizzati potrebbero
rivestire il ruolo di interfaccia ecologica per i virus influenzali, creando un
ponte epidemiologico tra ambiente naturale e antropizzato con maggiori
rischi di trasmissione dell'infezione al pollame.
Valutato che
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Lo stesso portale Saluter della Regione informa che “Galline, polli, faraone,
tacchini (gallinacei) non possono essere allevati insieme con anatre e oche
(anseriformi)”, che, negli allevamenti domestici, “Le uniche precauzioni da
utilizzare sono quelle che servono per evitare il contatto con animali selvatici”;
I piani di abbattimento stanno interessando centinaia di migliaia di uccelli avicoli,
con evidente danno economico, senza contare le ripercussioni, riscontrabili solo
nei mesi a venire, dovute all’inevitabile calo nei consumi di uova e pollame, e le
preoccupazioni occupazionali per gli addetti del settore;
Il danno causato da questi abbattimenti verrà indennizzato dallo Stato e
pertanto risulterà a carico della collettività;
Allo scorso 8 marzo, secondo la Regione, in Emilia-Romagna gli allevamenti
avicoli ammontavano a 1.101unità: il numero più consistente riguarda quelli di
polli da carne (253), seguiti da quelli legati allo svezzamento (122), dali
allevamenti rurali (113) e da quelli di galline ovaiole (105). La capacità
produttiva, ossia il numero di capi allevabili nei capannoni, risultava pari a
80.143.010 unità. Tra i numeri più consistenti spiccano quelli degli incubatoi
(43.440.552), dei polli da carne (15.466.404), delle galline ovaiole (6.924.139),
delle pollastre ovaiole (4.997.376) e dei tacchini da carne (2.660.464);
E’ imminente il periodo di migrazione degli uccelli selvatici;
La movimentazione, nell’area colpita dal virus, di migliaia di uccelli vivi utilizzati
come richiami nella caccia e di uccelli selvatici morti abbattuti non è compatibile
con le misure di prevenzione e salvaguardia previste dalle normative
comunitarie;
L’Assemblea Legislativa invita la Giunta a:
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A istituire un divieto temporaneo di congrua durata, fino almeno
all’effettiva cessazione del rischio, per la caccia a anseriformi (anatidi) e
caradriformi (pavoncelle);
A istituire un divieto temporaneo di congrua durata, fino almeno
all’effettiva cessazione del rischio, per l’utilizzo dei richiami vivi
appartenenti agli ordini degli anseriformi (anatidi) e caradriformi
(pavoncelle), nella pratica venatoria.
Bologna, 29 agosto 2013
I Consiglieri
(Andrea Defranceschi)