Scuola Primaria P - Direzione Didattica di Zola Predosa

SC
SCUOLA
UOLA PR
PRIMARIA
IMARIA P.CALAMANDREI
P.CALAMANDREI
SC
SCUOLA
UOLA PR
PRIMARIA
IMARIA P.
P.BERTOLINI
BE
BERTOLINI
A
Anno
nno S
Scolastico
colastico 2013
2013\2014
Ai nostri bambini, Agli insegnanti, A tutte le persone
che amano la scuola…
Un sentito ringraziamento per il lavoro preparato con
grande pazienza, cura e impegno, dai bambini e dai loro
insegnanti.
La scuola ogni giorno ci pone sfide nuove: crescere un
po’ di più del giorno precedente e un po’ meglio.
Una ricerca sull’ambiente è stato lo spunto di un lavoro,
per ricordare Walter, un amico, che amava e rispettava
l’ambiente.
In anni passati, quando ancora insegnavo nella scuola
primaria, Walter si era offerto di spiegare nelle mie classi
la storia dei materiali che si estraevano dalle cave, dal
greto dei fiumi e l’utilizzo che veniva fatto dall’uomo.
I bambini ascoltavano volentieri la lezione, in modo
curioso e attento per poi passare a vedere e a toccare i
materiali portati in aula.
L’ambiente ci ha offerto un’occasione di ricerca da cui
partire.
Ai Genitori viene rivolto l’invito di sfogliare queste pagine
insieme ai bambini, per condividerne emozioni.
Per concludere un sentito ringraziamento alle Persone
che per ricordare Walter hanno pensato alla nostra
Scuola e hanno permesso la realizzazione di questo
lavoro.
Grazie di cuore.
La dirigente scolastica
Fulvia Franchi
3
La scuola, come ente educativo e formativo, ha
l’importante compito di indirizzare gli alunni verso scelte
e comportamenti a favore dell’ambiente, creando così le
basi di una cittadinanza attiva e responsabile.
Attraverso esperienze significative si vuole sensibilizzare
ed avvicinare i bambini alla scoperta dell’ambiente, al
fine di imparare a conoscere e a rispettare le cose che ci
circondano. Infatti è fondamentale far comprendere
precocemente gli effetti che i nostri stili di vita producono
sull’ambiente in modo da intervenire positivamente sulla
formazione di comportamenti adeguati.
I progetti svolti in questo anno scolastico si propongono
quindi di porre le basi per la promozione, da maturare nel
corso degli anni, di un comportamento critico e
propositivo verso il proprio contesto ambientale.
Lo sviluppo della capacità di osservazione dell’ambiente
e degli elementi naturali consente anche di avviare alla
formazione di un metodo scientifico, poiché i bambini
vengono abituati a riflettere e a formulare semplici ipotesi
relative alle esperienze vissute.
5
Indice
1.
Piantiamo i fagioli classe I A P.Calamandrei pag. 9
2.
Visita alla fattoria la Faggiola classe I B P.Calamandrei pag. 11
3.
Il pane classe I C P.Calamandrei. pag. 13
4.
Storia del merlo acquaiolo classe I D P.Calamandrei pag.15
5.
Gita ai prati di San Teodoro classe I A P.Bertolini pag.17
6.
Una giornata al parco di San Teodoro classe I B P.Bertolini pag. 19
7.
L’angolo delle piante aromatiche classe II A P.Calamandrei pag. 21
8.
Alla scoperta delle piante del nostro giardino classe II B P.Calamandrei pag.24
9.
Realizzare la carta a scuola classe II C P.Calamandrei pag.26
10. La vendemmia classe II D P.Calamandrei pag.28
11. L’orto Botanico in autunno II A P.Bertolini pag.30
12. La metamorfosi di una farfalla II B P.Bertolinipag.32
13. La Farfalla classe III B P.Calamandrei pag.34
14. Il meraviglioso mondo dell’impollinazione classe III C P.Calamandrei pag.36
15. Un giorno al parco III A P.Bertolini pag.38
16. Il vaso energetico III B P.Bertolini pag.40
17. Visita all’impianto di potabilizzazione Hera di Val di Setta a Sasso Marconi
classe IV A e IV C P.Calamandrei pag.43
18. L’orto agronomo IV B P.Calamandrei pag.46
19. Consigli per risparmiare l’acqua classe IV C P.Calamandrei pag. 48
20. Alcune piante del parco di Rio Cavanella IV A P.Bertolini pag.50
21. I colori del benessere IV B P.Bertolini P.Bertolini pag.52
22. Un giardino che viene dal passato…classe V A P.Calamandrei pag.54
23. Ambiente ed adattamento classe V B “P.Calamandrei”pag.56
24. L’inquinamento e i polmoni classe V C P.Calamandrei”pag.58
25. Parliamo un po’ d’inquinamento V A P.Bertolini pag.60
26. Visita al Felsineo V B P.Bertolini pag.62
PIANTIAMO I FAGIOLI
Qualche giorno fa, insieme alle maestre e ai compagni,
abbiamo deciso di piantare dei fagioli nel cotone umido.
In seguito, li abbiamo coperti con altro cotone e abbiamo
versato sopra ancora acqua.
Attenderemo qualche giorno per osservare i nostri fagioli.
Ecco cosa vediamo dopo qualche giorno:
I fagioli germogliati hanno dato origine a delle piantine.
L’involucro dei fagioli si è staccato ed è uscito il
germoglio con le foglioline.
Dall’altra parte sono uscite le radici che bevono l’acqua
dal cotone.
9
Le radici sono in basso perché cercano l’acqua da bere.
Le foglie e il fusto sono in alto perché cercano la luce e
l’aria.
Le piantine hanno compiuto un movimento: sono
ESSERI VIVENTI.
Per crescere le piantine hanno bisogno di: acqua, luce,
aria e temperatura mite.
Classe I A P.Calamandrei
10
Ieri, giovedì 8 maggio, siamo andati alla fattoria La
Faggiola.
Quando siamo arrivati ci siamo seduti per ascoltare alcune
regole. Il fattore Claudio ci ha raccontato la storia della
fattoria: è stata costruita vicino ad una quercia vecchia di
600 anni, ma il suo nome viene dai faggi piantati per dar
da mangiare ai maiali, che venivano allevati lì.
Claudio ci ha poi raccontato la storia del pane. Gli uomini
primitivi, mentre cercavano cibo,
hanno trovato spighe che contenevano
dei piccoli chicchi duri. Hanno pensato
che, macinandoli, sarebbero diventati
più morbidi; hanno mischiato la farina
con l’acqua e hanno lasciato l’impasto
vicino al fuoco. Quando sono andati a riprenderlo si sono
accorti che si era gonfiato e si era cotto.
Con Paola, la fattrice,
abbiamo
poi imparato come si fa
il
pane:
abbiamo
impastato
farina,
acqua, lievito, zucchero,
sale
e
aceto
e
abbiamo
lasciato
l’impasto a riposare
qualche
ora. Mangiandosi lo zucchero e l’amido della farina i
saccaromiceti del lievito hanno prodotto
delle bollicine, che hanno fatto gonfiare
l’impasto.
Dopo pranzo abbiamo creato i nostri panini
e li abbiamo portati nel forno a legna per
cuocere.
11
Nel frattempo noi siamo andati a conoscere alcuni animali.
Abbiamo raccolto tanta
erba e l’abbiamo data
alle cavalle Stella e
Furia, all’asino
Pinocchio e al mulo
Tobia, figlio di Furia e Pinocchio.
Nel pollaio c’era una
chioccia con i suoi
pulcini e il gallo, che
cantava arrabbiato,
perché gli abbiamo
rubato un uovo. Claudio ci ha
raccontato come nascono i pulcini.
Vicino al pollaio c’era la gabbia dei
conigli Noce e
Nocciola: Claudio ci ha
detto che il punto più
delicato del coniglio è il
suo naso, che è sempre in
movimento per sentire gli odori e fiutare il pericolo. Il loro
pelo era morbido e liscio.
Un po’ più distante c’era il porcile di Gina, la maialina. Era
piccola e di colore scuro, perché era
un incrocio con il cinghiale. Le sue
setole erano dure e ruvide.
Sfornato il pane, ci siamo incamminati
per tornare a scuola.
Classe 1B – P.Calamandrei
12
Lunedì 12 Maggio 2014, la classe 1^C è andata in gita
alla fattoria didattica “La Faggiola” a Oliveto. I bambini
sono stati accolti da Paola e Claudio che gli hanno
insegnato a fare il pane.
Ecco la ricetta che ci hanno presentato e che abbiamo
seguito:
• Acqua tiepida (circa mezzo litro)
• 1kg di farina tipo 0
• 50 gr di lievito di birra
• Un pugno di crusca
• 1 cucchiaio di aceto
• Una patata bollita
• 6 cucchiaini di sale
• 1 cucchiaino di zucchero
Dopo aver formato la fontana di farina, abbiamo aggiunto
la crusca e versato al centro il lievito stemperato in acqua
tiepida e zucchero. Abbiamo mescolato vigorosamente,
abbiamo fatto riposare l’impasto per circa cinque minuti.
Abbiamo aggiunto la patata, l’aceto e il sale e impastato il
tutto con altra acqua tiepida fino a raggiungere un
impasto sodo. La pasta è rimasta a lievitare per circa
un’ora, coperta con una tovaglietta. Infine ciascuno di noi
13
ha impastato di nuovo per dare forma alle pagnotte, che
sono state infornate per trenta minuti a 180°.
Ecco i nostri bellissimi disegni:
classe I B P.Calamandrei
14
Il merlo vive in posti umidi.
Il merlo inizia il suo viaggio.
Il merlo trova del pattume nel fiume.
15
Il merlo acquaiolo vede il petrolio nel mare.
Il merlo acquaiolo vola su una piscina.
Il merlo torna a casa ed è felice in montagna perché lì
trova dell’acqua limpida e pura.
Classe I D – P. Calamandrei
16
Gita ai prati di San Teodoro
Ieri 19 maggio 2014 siamo andati ai prati di San Teodoro
di Monteveglio. Abbiamo appoggiato gli zaini, ci siamo
seduti sul prato e abbiamo conosciuto Cristina. Lei ha
preso un foglio con disegnata una grande mano, in ogni
dito abbiamo messo cose che fanno solletico, che
pungono, che sono lisce, che sono ruvide e che sono
umide, raccolte intorno a noi. Poi abbiamo visto animali
che si mimetizzano, abbiamo preso una farfalla gialla che
era attaccata a Samuele. Cristina ci ha fatto vedere qual
è l’avena selvatica e l’abbiamo disegnata vicino alla
farfalla.
Abbiamo fatto una passeggiata nel bosco, abbiamo visto
una quercia vecchissima, poi ci siamo seduti ad un tavolo
e abbiamo disegnato la mappa sonora dei suoni che
sentivamo, soprattutto canti degli uccellini, con gli occhi
chiusi.
Abbiamo giocato a mosca cieca con gli alberi e dopo
siamo andati a mangiare.
Dopo mangiato abbiamo fatto il frottage sugli alberi, poi
siamo andati in laboratorio a vedere le chiocciole e altri
insetti al microscopio. Abbiamo visto dei coleotteri e un
imenottero e li abbiamo disegnati.
17
classe 1° A P. Bertolini
18
Una giornata al Parco San Teodoro di Monteveglio (Bo)
Il 19 Maggio 2014 la prima B si è recata in visita al
Parco San Teodoro di Monteveglio.
Appena arrivati al Parco con lo scuolabus giallo, insieme
alla classe prima A, abbiamo conosciuto la giuda
esperta di nome Francesca.
Anche noi ci siamo presentati in cerchio dicendo i nostri
nomi poi abbiamo iniziato ad esplorare il prato
circostante e a raccogliere dei materiali naturali (tipo fiori,
foglie, semini…). Con l’aiuto delle maestre abbiamo
incollato i materiali sulle apposite tavolozze. Per
osservare il prato abbiamo utilizzato i 5 sensi: tatto, vista,
udito, olfatto e gusto.
Più tardi abbiamo registrato una mappa sonora con i
rumori degli animali e della natura. E’ stato molto
divertente!
Tutti insieme, dopo aver fatto merenda,
ci siamo
incamminati in un sentiero che ci ha portato verso il
bosco.
Lì abbiamo osservato degli insetti come il coleottero, il
ragno, il grillo e le formiche. Abbiamo anche letto alcuni
racconti del bosco. Le immagini disegnate erano molto
colorate e belle.
Una volta scesi abbiamo pranzato al sacco in mezzo al
prato con i panini. Dopo un po’ di relax abbiamo iniziato
l’attività del pomeriggio. Dentro l’aula didattica si
potevano osservare gli insetti al microscopio. E’ stato
curioso disegnarli così ingranditi sul foglio.
Alle 15 e 30 dopo aver scattato la foto ricordo abbiamo
ripreso l’autobus per tornare a scuola.
Che giornata meravigliosa!
19
Classe 1B P. Bertolini
20
Martedì 20 maggio 2014 abbiamo realizzato all’interno
del giardino scolastico un piccolo orto di piante
aromatiche, insieme ai bambini delle altre classi
seconde.
In classe abbiamo annusato e toccato le piante
aromatiche così abbiamo scoperto che emanano un
profumo intenso, “un aroma”, poiché contengono oli
essenziali.
Sono utilizzate in cucina, per insaporire i cibi, in
erboristeria, per la preparazione di tisane e medicinali e
in profumeria, per produrre creme e profumi.
Abbiamo piantato il rosmarino, il timo, la salvia, la
lavanda, l’origano e la menta.
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Infine abbiamo ricercato alcune caratteristiche e proprietà
delle piante aromatiche.
Il rosmarino
Caratteristiche:
arbusto
perenne,
sempreverde e cespuglioso, con foglie
aghiformi. I suoi fiori sono di un bel colore
azzurro – violetto che sbocciano tra aprile
e maggio.
Proprietà e usi: è utilizzato in cucina per
insaporire grigliate e arrosti. Migliora la digestione e
allevia i dolori muscolari.
La salvia
Caratteristiche: piccolo arbusto perenne;
possiede foglie ovali allungate di colore
verde-grigio e fiori viola che sbocciano a
maggio.
Proprietà e usi: usata in cucina per insaporire
i cibi mentre in farmacia è utilizzata per la
preparazione di dentifrici. Fin dai tempi dei romani è
considerata la pianta che “guarisce ogni male”.
Il timo
Caratteristiche:
arbusto
perenne
sempreverde, con numerose foglie
piccole di colore grigio-verde. I suoi fiori
possono essere di colore bianco o rosa
o lilla.
Proprietà e usi: è usato per la preparazione di cibi e
liquori. Ha proprietà digestive e depurative.
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La lavanda
Caratteristiche: arbusto perenne dotato di
foglie lanceolate e di fiori fortemente
profumati di colore azzurro-viola.
Proprietà e uso: il settore in cui è
maggiormente utilizzata è la profumeria e la
cosmesi,ma dai suoi fiori le api producono
un miele molto pregiato.
La menta
Caratteristiche: pianta erbacea perenne di cui esistono
molte varietà. Possiede foglie di colore
verde acceso e fiori rosa-bianchi.
Proprietà e uso: oltre all’uso in cucina,
la menta viene utilizzata nella
preparazione di
liquori,sciroppi e
caramelle. Inoltre la possiamo trovare
in profumi e cosmetici.
L’origano
Caratteristiche: pianta erbacea con foglie
ovali e verdi.
Proprietà e uso: molto utilizzata in cucina;
possiede ottime proprietà stimolanti e
tonificanti. E’ un ottimo repellente per le
formiche.
Classe II A P.Calamandrei
23
SPESSO, GUARDANDO IL CORTILE DELLA NOSTRA SCUOLA, CI
SIAMO CHIESTI: “ MA COME SI CHIAMANO GLI ALBERI DEL
NOSTRO GIARDINO? E PERCHÉ ALCUNI HANNO LE FOGLIE
SEMPRE E ALTRI NO?”, “QUAL È LA DIFFERENZA TRA UN
ALBERO ED UN ARBUSTO?”.
DOPO AVER STUDIATO IN SCIENZE LE PIANTE ABBIAMO DECISO DI
CHIAMARE UN ESPERTO NELLA NOSTRA SCUOLA, IL TECNICO
DELL’UFFICIO AMBIENTE DI ZOLA PREDOSA: GABRIELE BENASSI.
GABRIELE CI HA FORNITO UNA PIANTINA DEL CORTILE DELLA
NOSTRA SCUOLA DALLA QUALE ABBIAMO VISTO QUALI SONO GLI
ALBERI E GLI ARBUSTI PRESENTI NEL NOSTRO GIARDINO.
LEGENDA:
! ALBERI
X ARBUSTI
24
DOPO AVER STUDIATO LA PIANTINA, GABRIELE È VENUTO A
TROVARCI E CI HA MOSTRATO DA VICINO LE
CARATTERISTICHE DI ALCUNE PIANTE.
COSI’ ABBIAMO IMPARATO FINALMENTE A DARGLI UN NOME.
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Realizzare la carta a scuola
La classe IIC, il giorno 7 Aprile 2014, ha svolto un
laboratorio sulla carta. Ogni bambino ha portato a scuola
dei fogli di giornale che sono stati spezzettati.
26
I fogli, poi, sono stati messi a macerare
nell’acqua per qualche minuto.
La carta è stata strizzata (per togliere l’acqua in
eccesso) e frullata fino a ottenere un impasto
omogeneo che è stato messo in una bacinella
d’acqua. In quest’ultima è stato immerso un telaio per
estrarre delicatamente l’impasto…
Alla fine abbiamo ottenuto dei fogli di carta che sono
stati messi ad essiccare per circa una settimana.
27
Classe 2°D P. Calamandrei
28
29
L’ORTO BOTANICO IN AUTUNNO
Il primo grande albero che abbiamo incontrato appena è
iniziata la nostra visita è stato il ginkgo biloba, albero già
esistente durante la preistoria.
I dinosauri si cibavano delle sue foglie dalla forma bi-
lobata.
Poi siamo entrati in un bosco di conifere, dove abbiamo
osservato il pino nero, l’abete rosso e la sequoia.
Sempreverdi dalle foglie aghiformi. La
loro forma e i loro frutti ricordano un cono.
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Un altro albero che ci ha incantato per la sua bellezza è
stato l’acero giapponese con le sue foglie e il tronco
sottile è proprio molto elegante.
Proseguendo la visita abbiamo trovato uno stagno con
pannocchie d’acqua e la ninfea alba.
Ci sono ancora tante belle piante e luoghi di cui ti
potremmo raccontare come il boschetto di collina,
l’albero con foglie a muso di gatto, il tasso con le sue
bacche velenose, ma poi ti rovineremmo la sorpresa.
Per cui ora eccoti un assaggio, il resto scoprilo tu.
BUON DIVERTIMENTO DA TUTTI NOI !
Classe 2° A Bertolini
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LA METAMORFOSI DI UNA FARFALLA
Una nostra compagna una mattina di autunno ha portato
a scuola una scatolina con dentro delle foglie. Ci siamo
accorti che tra le foglie si nascondeva il bozzolo di una
farfalla, da qui è nata la curiosità di scoprire come
avviene la sua trasformazione.
La femmina depone l’uovo su una foglia. Dopo circa dieci
giorni
l’uovo
si
schiude
e
nasce
un
bruco.
Il bruco è molto vorace, mangia erba, foglie ed ortaggi.
Questo bruco non è altro che la larva della farfalla,
quando ha fatto una buona scorta di cibo cerca un posto
tranquillo dove fermarsi.
32
Dalla bocca produce un filo di seta che ricopre il suo
corpo.
Nella crisalide la pupa continua a trasformarsi. Quando la
farfalla è formata rompe con la testa il bozzolo ed inizia
ad uscire. Appena fuori le ali sono umide e raggrinzite,
per volare deve aspettare un po’.
Adesso ha 6 zampe, 2 antenne e 4 ali ed è BELLISSIMA!
Classe II B Bertolini
33
La farfalla è un insetto ed il suo corpo è diviso in 3 parti:
capo, torace, addome.
Ha 6 zampe, 4 ali e 2 antenne.
La sua bocca assomiglia a una piccola proboscide e serve per
prendere l’acqua e il nettare dai fiori.
Le sue ali sono ricoperte da minuscole scaglie che creano bellissimi
colori.
Metamorfosi della farfalla
•
•
•
•
•
•
La farfalla depone l’uovo su una foglia da cui verrà assorbito il
nutrimento.
Dall’uovo nasce un bruco piccolissimo che, nel tempo,
crescerà di qualche centimetro.
Questo bruco è la larva della farfalla. Si nutre di foglie e
cresce rapidamente. Respira con dei piccolissimi fori che si
trovano ai lati del torace.
Sotto la bocca c’è un foro: da lì inizia ad uscire un filo di seta
che il bruco comincia a tessere intorno al suo corpo.
Adesso il bruco è diventato crisalide e al suo interno sta
avvenendo una trasformazione.
Quando la trasformazione è completa la farfalla esce dal
bozzolo e dopo qualche ora può cominciare a volare.
La vita di una farfalla può durare un giorno o qualche settimana.
34
La farfalla
Qualcuno nel cielo vola
È una farfalla tutta sola
Il suo battito di ali splendenti
Riflette le onde dei mari lucenti
Ma all’improvviso ecco…
Un arcobaleno di vari colori
Vaga nel cielo alla ricerca di fiori
È la farfalla dei desideri!
Classe III B P.CALAMANDREI
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Tutti gli esseri viventi nascono, si nutrono, crescono, si
riproducono e muoiono.
Le piante per riprodursi hanno bisogno di un seme
maschile che si unisca ad un ovulo femminile.
Questo processo si chiama fecondazione. Nelle piante
gli organi che producono il seme maschile (polline) e il
seme femminile (ovuli) sono localizzati all’interno dei fiori
e si chiamano stame e pistillo.
I fiori e le piante non possono muoversi, quindi, per fare
in modo che avvenga la fecondazione il polline deve
essere trasportato sul pistillo di un altro fiore.
Il vento è uno degli elementi che permettono questo
passaggio ma non è il solo, sono soprattutto gli insetti a
trasportare il polline da un fiore all’altro.
Gli insetti, volando di fiore in fiore, trasportano il polline
che rimane attaccato alla peluria del loro corpo e
permettono lo scambio di polline tra una pianta e l’altra.
Le piante e gli insetti si aiutano reciprocamente: la pianta
dona il nettare agli insetti e questi ne trasportano il
polline.
36
I più importanti insetti trasportatori di polline sono le api
perché hanno delle caratteristiche molto favorevoli e
particolari:
o
o
una folta peluria su tutto il corpo;
la capacità di comunicare con la danza il luogo in cui
o
l’operosità: un’ape visita un grande numero di fiori
o
la “fedeltà” ad una “fioritura”: quando un’ape trova
si trova una fonte di nettare;
ogni giorno;
una sorgente di nettare continua a visitarla fino a
quando il nettare è disponibile.
L’impollinazione delle api è fondamentale perché le
api sono capaci di trasportare il polline per lunghe
distanze e quindi di mescolare ed incrociare tra loro i
semi di fiori e piante anche molto lontani.
Attraverso questa attività di “scambio” si ottengono frutti
e verdure più buoni ed è garantita la diversità delle
piante.
Le api e tutti gli insetti svolgono un ruolo molto
importante e quasi insostituibile in natura senza di loro
cesserebbe l’impollinazione dei fiori e delle piante.
Classe III C P.Calamandrei
37
UN GIORNO AL PARCO
Dal Vocabolario:
PARCO: Zona protetta da leggi
speciali per la conservazione del
paesaggio e delle specie selvatiche.
Il Parco Regionale dell’Abbazia di
Monteveglio
è
un’area
protetta
dell’Emilia-Romagna istituita nel 1995.
INIZIA IL PERCORSO …
Si raggiunge la rotatoria, all’ingresso
del paese di Monteveglio.
Si passa vicino ad alcune case, tra cui
una che, tra il 1920-1930, serviva come terme e albergo
per chi andava a bere l’acqua del Rio Ramato, che si
pensava avesse proprietà benefiche per la salute.
All’inizio ci sono un orto e un pollaio privati.
Quando comincia il percorso del sentiero ci si inoltra nel
bosco e subito è più fresco ed umido. Si cammina lungo
il corso del Rio Ramato, di cui si vedono i meandri (cioè
le “curve” tipiche del percorso di un fiume), i detriti
sabbiosi, l’argilla, alcune piccole cascate, i sassi. In una
zona si vedeva il color ruggine lasciato da residui di ferro
trasportati dall’acqua, che si credeva curativa.
Abbiamo anche notato alcuni problemi provocati dalla
piena del rio, in particolare rami e tronchi divelti e
ponticelli danneggiati.
Per quanto riguarda la FAUNA del parco, abbiamo
osservato moltissime specie di insetti, in particolare i
maggiolini, le cavallette, le formiche, le farfalle, i ragni, le
api, le vespe, i calabroni, i porcellini di terra, i millepiedi e
i centozampe.
38
Per ciò che concerne la FLORA, abbiamo compilato
schede di approfondimento per individuare le
caratteristiche delle piante e soprattutto delle foglie. Tra
le piante abbiamo scoperto l’equiseto che ha origini
preistoriche.
Un tratto del sentiero è RISERVA INTEGRALE: si tratta
di un ambiente che deve essere preservato, per cui non
è possibile fare alcun intervento artificiale.
CLASSE III A - P.BERTOLINI
39
IL VASO ENERGETICO
Viaggio all’interno della pianta per scoprire l’importanza
della fotosintesi clorofilliana.
IL SOLE EMETTE PICCOLE
PARTICELLE CARICHE DI ENERGIA
CHE ARRIVANO SULLA
SUPERFICIE TERRESTRE
RENDENDO POSSIBILE LA VITA
SULLA TERRA.
+
LE PIANTE TERRESTRI ASSORBONO
L’ACQUA PRINCIPALMENTE DAL
TERRENO TRAMITE LE RADICI.
LE PIANTE ACQUATICHE ASSORBONO
L’ACQUA TRAMITE TUTTA LA LORO
SUPERFICIE.
+
L’ANIDRIDE CARBONICA E’ UN
PRODOTTO DELLA RESPIRAZIONE
DEGLI ESSERI VIVENTI E DELLA
COMBUSTIONE DI SOSTANZE
ORGANICHE.
+
LA PIANTA ASSORBE L’ANIDRIDE
CARBONICA DAGLI STOMI
PRESENTI SULLE FOGLIE E
USANDO L’ENERGIA DEL SOLE E
L’ ACQUA, EFFETTUA LA
FOTOSINTESI CLOROFILLIANA.
=
40
MEDIANTE LA FISSAZIONE DI 6
MOLECOLE DI CO2 E 6
MOLECOLE DI H2O, VIENE
PRODOTTA UNA MOLECOLA DI
ZUCCHERO, IL GLUCOSIO,
FONTE DI ENERGIA SIA PER LE
PIANTE CHE PER GLI ANIMALI.
+
OLTRE AL GLUCOSIO, COME
SOTTOPRODOTTO DELLA
FOTOSINTESI, LA PIANTA LIBERA
OSSIGENO NELL’ATMSOFERA
ATTRAVERSO GLI STOMI.
IN
NATURA AVVENGONO TANTI PROCESSI E FENOMENI
STUPEFACENTI: UNO DI QUESTI È SENZA DUBBIO LA
FOTOSINTESI CLOROFILLIANA CHE RENDE POSSIBILE LA VITA
DELLE PIANTE E AIUTA TANTISSIMO ANCHE LA VITA DELL’UOMO
E DEGLI ALTRI ESSERI VIVENTI.
LA “FOTOSINTESI
CLOROFILLIANA” È LA PRODUZIONE DI
SOSTANZE NUTRIENTI PER LA PIANTA IN PRESENZA DI LUCE E
CLOROFILLA (INFATTI LA PAROLA “FOTOSINTESI” È COMPOSTA
DA FOTO = LUCE + SINTESI = FORMAZIONE DI COMPOSTI
COMPLESSI A PARTIRE DA ELEMENTI PIÙ SEMPLICI E
“CLOROFILLIANA” È UN AGGETTIVO CHE SI RIFERISCE ALLA
CLOROFILLA, CIOÈ A QUELLA SOSTANZA CHE, TRA LE ALTRE
COSE, RENDE VERDI LE FOGLIE). QUANDO LA LUCE COLPISCE
LE FOGLIE, LA CLOROFILLA CONTENUTA NEI CLOROPLASTI SI
41
ATTIVA E TRASFORMA L’ANIDRIDE CARBONICA, L’ACQUA E I SALI
MINERALI ASSORBITI DALLE RADICI IN SOSTANZE NUTRITIVE
PER LA PIANTA (ZUCCHERI E AMIDI) E OSSIGENO;
QUEST’ULTIMO VIENE IMMESSO NELL’AMBIENTE E NELL’ARIA
ATTRAVERSO GLI STOMI, DEI PICCOLI FORELLINI PRESENTI
SULLE FOGLIE, MENTRE GLI ZUCCHERI E GLI AMIDI VENGONO
UTILIZZATI DALLA PIANTA PER VIVERE, CRESCERE, FIORIRE
PRODURRE SEMI E FRUTTI.
VISTO
CHE LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA È INNESCATA
DALLA LUCE, ESSA AVVIENE SOLAMENTE DI GIORNO. DURANTE
LA NOTTE, INFATTI, LA PIANTA RESPIRA E IMMETTE ANIDRIDE
CARBONICA NELL’AMBIENTE, PROPRIO COME NOI.
CLASSE III B – P.BERTOLINI
42
Visita all’impianto di potabilizzazione Hera di Val di
Setta a Sasso Marconi
Giovedì 13 marzo siamo andati a visitare l’impianto di
potabilizzazione Hera di Val di Setta a Sasso Marconi. E’
un luogo di grande interesse storico e naturalistico, alla
confluenza tra il fiume Reno e il fiume Setta. Già 2000
anni fa proprio da qui partivano le acque che
raggiungevano all’antica BONONIA attraverso il cunicolo
romano, un canale sotterraneo ancora oggi funzionante,
che rappresentava un capolavoro di ingegneria idraulica.
Questa è un’immagine del fiume Setta che raccoglie le
acque di un altro canale, forma una piccola cascata poi
raggiunge la griglia. La griglia, che attraversa tutto il
fiume e nella foto si vede bene, ferma i detriti più grossi e
fa passare una parte di acqua che poi entrerà nel canale
d’ingresso all’impianto e permette all’altra di proseguire il
suo percorso.
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L’apertura e chiusura di questo ingresso veniva
effettuata a mano, ruotando un enorme volante fino a
poco tempo fa, ora è tutto controllato automaticamente.
L’acqua entra nel canale, si misura anche l’altezza che
raggiunge, per stabilire quanti litri ne entrano in un certo
tempo. Dal canale l’acqua passa in una prima vasca,
dove una sostanza chimica aiuta il fango ad attaccarsi in
grandi “fiocchi” che vengono così più facilmente raccolti
ed eliminati. In seguito, dopo un percorso veloce e
rumoroso, l’acqua raggiunge altre due vasche: una, che
ha una specie di tamburo gigantesco all’interno, e una
che assomiglia ad una piscina, qui avviene un’ ulteriore
grigliatura che aiuta l’eliminazione dei fanghi rimasti.
Altre vasche servono ancora da filtro, fino alla
chiariflocculazione, dove della sabbia di silicio favorisce
l’appesantimento dei residui che si posano sul fondo;
l’acqua diventa così sempre più chiara. La sabbia
l’abbiamo presa in mano: era leggerissima, finissima,
bianca, sembrava polvere di farina.
A questo punto viene messo nell’acqua l’ozono, che è un
gas che serve da disinfettante e distrugge i
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microrganismi patogeni (che possono generare malattie)
rimasti e riduce praticamente a
zero il rischio di infezioni. Dopo ulteriori passaggi in altre
vasche d’accumulo, si passa al trattamento con il
biossido di cloro e infine l’acqua è pronta per la
distribuzione. Vi sono grandi vasche all’esterno
dell’impianto e alcune, nella fase finale, all’interno. Noi
abbiamo visto tutte quelle all’esterno. Ci siamo stupiti per
la grandezza delle vasche, per il rumore dell’acqua, che
in alcuni punti scorreva velocissima, per i numerosi
passaggi a cui viene sottoposta prima di arrivare
all’acquedotto e, anche se noi non li abbiamo visti, per la
presenza di pesci in una delle ultime vasche all’aperto.
Ci ha colpito anche la sala controllo, molto grande e
piena di circuiti che riproducevano e controllavano tutti i
passaggi dell’impianto. Dell’antico acquedotto romano
rimangono due pozzi restaurati, a testimoniare la grande
capacità di progettazione degli antichi Romani,
nonostante i mezzi che avevano a disposizione.
Classi IV C e IV A Piero Calamandrei
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Giovedì 29 maggio, la classe 4°B, è andata all’orto
agronomo presso la facoltà di Agraria dell’Università di
Bologna.
L’orto è un piccolo ma completo ecosistema e gli alunni
hanno potuto osservare direttamente le interazioni tra gli
esseri viventi che popolano l’ambiente.
I bambini hanno riconosciuto e classificato piante ed
alberi studiati precedentemente in classe; hanno
osservato le parti dell’albero (radici, tronco e chioma),
l’albero nell’ecosistema, le diverse forme delle foglie.
Divisi in gruppi i ragazzi hanno manipolato, seminato,
tagliato, raccolto, estirpato.
L’Orto Agrario si estende su una superficie di circa 3.000
mq di fertile terreno e contiene più di 400 parcelle (area 4
– 10 mq), ognuna con una specie diversa, coltivata
rispettandone le caratteristiche esigenze biologiche. Le
piante a ciclo annuale sono seminate, ogni anno, in
parcelle diverse.
Le specie sono raggruppate in funzione del loro utilizzo.
Vi sono: colture da granella, industriali, foraggere, ortive,
officinali (aromatiche, medicinali, coloranti, ecc.),
fruttifere, ornamentali, da consolidamento, ecc.
Ogni specie è segnalata da una targhetta riportante gli
elementi di identificazione (famiglia botanica, genere e
specie, nome volgare italiano e inglese).
Nell’Italia settentrionale, la maggior parte delle piante
orticole sono piantate o in primavera o in autunno. Per un
orto didattico, considerando il calendario scolastico, il
periodo migliore va da marzo a maggio.
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Al termine del percorso la classe ha partecipato a due
giochi organizzati dagli studenti di Agraria: associare la
foglia all’albero e riconoscere la pianta dall’aroma.
Disegna cosa vorresti piantare nel tuo orto.
Classe IV B P.Calamandrei
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CONSIGLI PER RISPARMIARE ACQUA
-
Quando ti lavi i denti apri
il rubinetto solo quando è
necessario per
sciacquarti.
-
Quando fai la doccia
bagnati , chiudi il
rubinetto mentre ti
insaponi e riaprilo solo
per sciacquarti.
-
-
Quando lavi le
verdure, l’acqua
sporca può essere
utilizzata per
annaffiare le piante in
giardino o in balcone.
-
Puoi raccogliere
anche l’acqua
piovana dalle
grondaie per lo
stesso utilizzo.
48
Quando vai in bagno
usa il pulsante adatto
per la quantità di
acqua che ti serve.
-
Lava l’auto con un secchio e spugna, non usare il
tubo.
-
-
Controlla sempre
che i tuoi rubinetti
non abbiano
perdite. Nel caso
aggiustali subito.
Fai la lavatrice solo quando il carico è pieno.
Classe IV C – P. Calamandrei
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Alcune piante del “Parco di Rio Cavanella”
Ginestra dei carbonai
Appartiene alla famiglia delle leguminose. E’ un arbusto
alto da uno a tre metri. L’apparato radicale è molto
robusto e la chioma è densa, i rami sono molto flessibili. I
fiori possono essere singoli o a coppie, con calice a
forma di campanule.
La piante invade
spontaneamente prati
e pascoli. Arricchisce
il suolo di azoto e per
questo è molto utile
nei rimboschimenti.
Si può trovare in
Europa,
Asia
e
nell’America
Settentrionale.
Acero campestre
E’ una specie molto
diffusa,
predilige
terreni ricchi di sali
minerali.
Può
raggiungere i quindici
metri di altezza; il suo
legno
prima
si
presenta bianco poi si fa sempre più brunastro. Fiorisce
in maggio. Viene utilizzato come albero tutore delle viti e
per fissare il suolo in luoghi con pendenza. Il seme,
quando cade, gira con le sue ali lontano dalla pianta,
favorendo così la disseminazione. Si racconta che
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l’inventore dell’elicottero si sia ispirato ai semi dell’acero
campestre. Dalla sua linfa si ricava uno sciroppo
zuccherino.
Roverella
Si chiama anche quercia
lanuginosa, Si trova in tutta
l’Europa meridionale e in Asia
Minore; a nord arriva fino alla
Polonia. Ama i luoghi asciutti e
soleggiati ma sopporta bene
anche gli inverni freddi. Arriva anche a dieci/quindici
metri di altezza, la chioma è ampia, irregolare e poco
fitta; le foglie lobate sono caduche. Produce da due a
sette ghiande su uno stesso peduncolo.
CLASSE IV A P. BERTOLINI
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I colori del benessere
Per il nostro benessere è necessario consumare
quotidianamente frutti e ortaggi di diversi i colori.
ROSSO: i cibi rossi contengono licopene e antocianine.
Proteggono le cellule dai radicali liberi, stimolano il
metabolismo,sono depurativi. Abbiamo bisogno di questi
alimenti quando ci sentiamo abbattuti o abbiamo carenze
di ferro.
GIALLO/ARANCIONE: sono ricchi di flavonoidi e
carotenoidi. rafforzano le difese immunitarie e
favoriscono la digestione.
BLU / VIOLA / INDACO: i cibi che vanno dal viola
all’indaco sono ricchi di magnesio e di altri elementi
fondamentali per le funzioni cerebrali e per il sistema
nervoso. Gli alimenti blu hanno un’azione calmante
rinfrescante.
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VERDE: contiene clorofilla, magnesio, carotenoidi,
luteina, polifenoli. Rinforzano i vasi sanguigni, le ossa, i
denti e fanno bene alla vista.
BIANCO: contiene polifenoli, composti solforati, allicina
(cipolla, aglio). Rinforzano i livelli di colesterolo,
proteggono il cuore e i vasi sanguigni, riducono
l’insorgenza di alcuni tumori.
CLASSE IV B P. BERTOLINI
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Un giardino che viene dal passato …
Il 16 maggio 2014 la nostra classe è andata in visita al
“giardino campagna” di Zola Predosa. Il nostro percorso
è iniziato vicino al municipio in corrispondenza del
sottopasso. Il progetto di ripristino del parco è del 1999 al
quale hanno contribuito vari enti. Il “giardino campagna”
si chiama così perché tanto tempo fa l’agricoltura era
molto importante: occupava infatti il 90% delle persone
che lavoravano. Ma si voleva anche renderlo bello.
L’intento era quello di recuperare e reintrodurre la
“piantata emiliana”. Infatti nel parco si possono trovare:
vite, gelso, olmo … e tante altre varietà di piante.
La nostra guida ci ha spiegato che Palazzo Albergati è al
centro di un grande sistema di viali. Dal giardino
campagna si possono vedere: Palazzo Albergati, i monti
di Zola Predosa (monte Capra e monte Rocca), il
campanile dell’Abbazia e la vecchia ciminiera, simbolo
delle prime industrie. Durante il nostro percorso abbiamo
notato che Palazzo Albergati si vede da qualunque
posizione: questo era proprio lo scopo di Girolamo
Albergati, che voleva che il suo palazzo fosse visto da
tutti e da molto lontano. Proseguendo la nostra visita
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abbiamo
camminato
per
i
viali
del
giardino
e,
costeggiando il torrente Lavino, siamo arrivati fino al
Palazzo. E’ stato molto bello per noi vedere uno spazio
verde in una zona, come la nostra, molto industrializzata.
classe V A P.Calamandrei
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AMBIENTE ED ADATTAMENTO
Durante questo anno scolastico ci siamo occupati della
Teoria dell’ Evoluzione e di quel meccanismo che Darwin
chiamò “SELEZIONE NATURALE”, ossia di come le
specie animali per sopravvivere debbano adattarsi
all’ ambiente nel quale si trovano.
Tra i vari esempi di cui abbiamo trovato notizie, uno dei
più sorprendenti è quello di una farfalla scientificamente
chiamata BISTON BETULARIA.
Questa farfalla era ben nota ai naturalisti inglesi del
diciannovesimo secolo, i quali avevano notato che si
posava di solito sui tronchi delle betulle.
La Biston betularia era di colore chiaro ed anche i
tronchi delle betulle avevano un colore chiaro perciò
le farfalle si mimetizzavano riuscendo a sfuggire
facilmente ai predatori.
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Fino al 1845 tutti gli esemplari osservati di Biston
betularia erano di colore chiaro, ma in quell’anno, nel
nuovo centro industriale di Manchester, ne vennero
catturati alcuni esemplari di colore scuro.
COSA ERA SUCCESSO? Era successo che, in quegli
anni, nei dintorni di Manchester erano state costruite
molte fabbriche e le particelle di fuliggine nera che
uscivano dalle ciminiere cominciarono a coprire i tronchi
delle betulle che si trovavano sottovento rispetto alle
fabbriche. Nelle regioni fortemente inquinate, i tronchi un
po’ alla volta diventarono tutti neri e, di conseguenza,
diventarono sempre più rare le falene chiare.
La sostituzione delle falene chiare con quelle nere
procedette a grande velocità: a partire dal 1850 si
trovavano solo poche falene chiare lontane dai centri
industriali.
La Biston betularia, nel giro di poche generazioni aveva
cambiato colore. Il nuovo colore scuro permetteva loro di
nascondersi
ai
predatori
e
quindi
di
riuscire
a
sopravvivere in un ambiente che era a sua volta
cambiato.
Classe V B P.Calamandrei
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L’inquinamento atmosferico e i polmoni
Il nostro corpo è dotato di due grandi strutture spugnose:
i polmoni. Quando respiriamo aria pulita che non
contiene sostanze nocive, i polmoni sono di un bel
colore rosato.
Al contrario i polmoni di un fumatore o di una persona
che respira aria inquinata sono grigi e sporchi.
L'inquinamento atmosferico è aria sporca che contiene
sostanze chimiche nocive.
A volte l'inquinamento è visibile: è il fumo che esce dai
tubi di scappamento delle auto e dalle ciminiere delle
fabbriche.
I nostri polmoni contengono migliaia di tubicini chiamati
vie respiratorie, simili ai rami di un albero. L'aria inquinata
può causare danni ai polmoni perché ogni giorno
inspiriamo ed espiriamo molta aria.
Le particelle possono entrare nei polmoni e danneggiarli,
possono provocare gonfiore e arrossamento delle vie
respiratorie, prurito al naso e alla gola........
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L'inquinamento è dannoso per tutti ma soprattutto per i
polmoni dei bambini e degli anziani.
Classe V C P.Calamandrei
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PARLIAMO UN PO’ DI … INQUINAMENTO
In classe abbiamo deciso di
affrontare
il
problema
INQUINAMENTO, di cui
sentiamo parlare da tutti,
per capire meglio le cose.
Abbiamo
scoperto
che
l’inquinamento è di vari tipi:
! da rumore
! dell’aria
! dell’acqua
! del terreno
L’inquinamento
da rumore è
considerato meno
importante degli
altri ma non è
così, perché può
provocare disturbi
che possono
arrivare fino alla
sordità o alla
morte.
L’inquinamento
dell’aria provoca
malattie sia a
livello respiratorio che alla pelle,
perché, riducendosi lo strato
dell’ozono, i raggi ultravioletti del
sole non vengono più fermati.
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L’inquinamento dell’acqua attualmente è molto
grave. Mentre fino al 1700 il mare era in grado di
trasformare i rifiuti che vengono buttati in mare in
acqua, ora i rifiuti sono troppi e non è possibile
trasformarli. L’acqua copre ¾ del pianeta ma c’è solo
quella non ne abbiamo altra. Se la inquiniamo non
possiamo più usarla.
Anche l’inquinamento del terreno è un po’
sottovalutato però non deve essere
dimenticato in quanto i veleni che
vengono usati in agricoltura spesso vanno
ad inquinare le falde acquifere, per cui
non si può più usare l’acqua. L’aumento
dell’acqua dei fossati che arrivano dai
terreni
crea
il
problema
dell’eutrofizzazione
che
ha
per
conseguenza la morte dei pesci e la
mucillagine che ci impedisce di fare il
bagno al mare.
Per inquinare di meno dobbiamo
prestare più attenzione alla
raccolta differenziata dei rifiuti.
L’inquinamento è una cosa seria e
noi abbiamo solo questo mondo:
rispettiamolo!
Classe V A P.Bertolini, Riale
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VISITA AL FELSINEO
Il 18 marzo 2014 siamo
andati
a
visitare
il
Felsineo,
l’azienda
bolognese che produce
mortadella da oltre 50 anni.
Durante la visita abbiamo potuto
vedere le varie fasi di produzione; in
tutto, il ciclo di produzione dura 3 giorni. Per
la preparazione della mortadella si utilizzano
unicamente tagli selezionati provenienti dal suino
(spalle, triti magri, trippini, grasso). Il magro viene
sgrossato e macinato, e lo si impasta con i cubetti di
grasso (preparati prima) e tutti gli altri ingredienti (sale,
pepe, ascorbato di sodio, nitrito di sodio,
eventualmente pistacchi). L’impasto crudo è poi
insaccato in involucri di cellulosa o naturali e cotto in
forni ad aria calda secca: la temperatura finale a cuore
del prodotto è tra i 70°C e i 74°C. Occorrono circa 20
ore di cottura per una mortadella da 30kg. Infine, la
mortadella viene raffreddata con diversi getti d’acqua
e confezionata.
VISITA ALLA MELAMANGIO
Il 14 aprile 2014 abbiamo visitato la Melamangio,
l’azienda che si occupa del servizio di ristorazione
della nostra scuola e delle altre scuole di Zola
Predosa e Casalecchio. Abbiamo potuto visitare la
cucina (rendendoci conto di cosa significa preparare il
pasto per oltre 3000 persone!) e parlare con una
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nutrizionista che ci ha spiegato i criteri con cui si
prepara il menù. Quello principale tiene conto della
piramide alimentare. Noi abbiamo fatto loro domande
a proposito di cibi che non vengono mangiati spesso:
piadine, gli spaghetti (che non mettono), loro ci hanno
risposto con frasi sincere e vere: ad esempio le
porzioni con gli spaghetti verrebbero disuguali.
Classe V B – P.Bertolini
EAT
BALANCED
EAT SWEETS IN
MODERATION
EAT FISH
ONCE A WEEK
DRINK A
LOT OF
WATER
EVERY
DAY!!!
EAT SOME
VEGATABLES
EVERY DAY!
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Finito di stampare nel mese di luglio 2014
presso Tipolitografia Labor
Via Risorgimento, 51 - Zola Predosa (Bo)