Orientamento e Topografia rev-0

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Manuale di Orientamento e Topografia
Orientamento Orientamento Topografia Topografia Topografia Topografia Topografia Topografia Orientamento Topografia Orientamento 1.
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– cosa serve l’orientamento – punti cardinali – longitudine , latitudine – cartografia – le curve di livello – declinazione magnetica o nord magnetico – l’orientamento della mappa – l’azimut – la bussola – misura di distanze e altezze orientarsi con il sole ( bastone, scout americano) con orologio ( fiammifero e non) con luna con le stelle con coltellino con i segni della natura L’orientamento L’orientamento e la topografia cosa servono a noi scout ? Ci servono a sapere dove siamo in ogni momento e che direzione prendere per raggiungere la nostra meta. I punti cardinali La posizione è sempre relativa ad un punto di riferimento. Come molti sanno il punto in cui sorge il sole è l’EST indicato con E, mentre quello in cui tramonta si chiama OVEST indicato con W. Se uniamo questi due punti con una linea e si traccia una perpendicolare a questa avremo la linea che congiunge il NORD, indicato con N, e il SUD indicato con S. Questi quattro punti sono chiamati punti cardinali perché fanno da cardine all’orientamento. Rev. 0 Apr.2014 Scout Evangelici di San Bonifacio (VR) autore: GB La linea che congiunge il nord al sud viene chiamato asse terrestre Longitudine e Latitudine I semicerchi che uniscono i due poli si chiamano Meridiani e viene definito come fondamentale quello di Greenwich. L’Equatore divide, invece, la terra in due emisferi, quello Boreale e quello Australe . I cerchi paralleli all’equatore si chiamano appunto Paralleli. La maglia che si crea fra meridiani e paralleli viene chiamata Reticolo Geografico. Queste sono molto importanti perché ci permettono di definire la posizione assoluta di dove ci troviamo. Ogni intersezione si può individuare con un angolo che lo separa dall’equatore e dal meridiano di Greenwich. I due angoli che si formano si chiamano: Latitudine e Longitudine. LA CARTA TOPOGRAFICA Una carta topografica è una rappresentazione grafica ridotta e simbolica di una parte della superficie terrestre su un piano N.B. In questa scala 1cm = 250 m ovvero 1 km = 4 cm Apprestandosi a leggere una carta topografica oltre alla scala, si deve tenere in considerazione che, salvo diversa indicazione, vengono tutte stampate con il Nord Geografico verso l’alto. Le cartine hanno una loro colorazione che ci aiuta a capire dove ci troviamo, azzurro = acque, marrone per le caratteristiche altimetriche, verde per la vegetazione, rosso per le strade, nero per le scritte e simboli. I sentieri facili sono rappresentati da trattini ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ Quelli difficili da una serie di puntini …………… Le mulattiere da tratti e punti _._._._._._ Le curve di livello o Isoipse La declinazione Magnetica Orientare la carta con la bussola LaBussola
Calcolo dell’azimut
ORIENTARE UNA CARTA Orientare una carta significa disporla in modo che il nord della stessa coincida con il nord individuato dalla bussola. In particolare dovremmo disporla secondo il nord geografico, il che significa, individuato il nord magnetico, correggere l'orientamento in base alla declinazione magnetica del luogo. In alcuni tipi di bussole è possibile impostare la declinazione (mediante una vite di regolazione che in pratica sposta l'indice della scala e lo blocca sul valore impostato) per tenerne conto automaticamente (attenzione: se utilizziamo un goniometro al posto della bussola per misurare gli angoli dovremo ogni volta considerare anche la declinazione magnetica). Alle nostre latitudini e per spostamenti relativamente brevi la declinazione magnetica può essere trascurata. Un orientamento rapido è comunque possibile anche senza bussola a parte conoscere il territorio, basta individuare un punto noto (ad esempio una vetta ben visibile ed identificabile) e ruotare la carta in modo che lo stesso sopra rappresentato sia nella direzionedel punto osservato. L'operazione di orientamento, che ci consente di guardare la carta con immediato riscontro di quel che rappresenta nell'ambiente circostante, è una operazione molto semplice. Con la BUSSOLA DA CARTEGGIO occorre ruotare la corona in modo che lo 0 della scala e l'indice sul fondo della cassa siano allineati con l'asse della bussola (questa operazione non è necessaria con la bussola a traguardo poichè l'ago magnetizzato è sempre allineato con lo 0 della scala in quanto solidale con essa). Poi dobbiamo posare la bussola sulla carta con lo 0 della scala dalla parte del nord della carta, come nella foto successiva, ed allineare la stessa al bordo della carta. In genere nella carte il nord è in alto (intendendo per l'alto quello con la carta disposta nel modo che possiamo leggere le scritte) per cui la direzione al nord è parallela al bordo destro o sinistro ed al reticolo dei meridiani geografici (non al reticolo UTM), se presente. A questo punto occorre ruotare carta e bussola senza muovere l'una rispetto all'altra e senza muovere la corona in modo che l'ago della bussola vada a puntare lo zero della scala, ossia si sovrapponga con l'indice sul fondo della cassa. In questo modo avremo che il bordo della carta (direzione del nord della carta, ovvero parallela al reticolo geografico) è parallelo al nord della bussola (che coincide con l'asse della stessa) e contemporaneamente il nord della carta da lato del nord indicato dall'ago della bussola. Orientamento della carta con la bussola da carteggio MISURARE ANGOLI (AZIMUT) SU UNA CARTA, INDIVIDUARE LA ROTTA SULLA CARTA E LA DIREZIONE DI MARCIA SUL TERRENO Per individuare la direzione di marcia da tenere per raggiungere un punto noto, presente sulla carta, a partire dalla posizione in cui ci troviamo (supponendo per il momento di conoscerla) dobbiamo misurare l'azimut di questo punto, ossia l'angolo che la direzione al nord geografico forma con la direzione al punto da raggiungere, a partire dalla nostra posizione (che sarà la direzione di marcia da tenere), misurato crescente in senso orario a partire dalla direzione al nord che costituisce lo 0 della scala. Questo è il senso di misura dei goniometri e degli strumenti topografici. L'angolo così rilevato sulla carta sarà quello che sul terreno, dovremo tenere durante la marcia rispetto alla direzione al nord geografico che andremo ad individuare con la bussola (a meno dell'errore dovuto alla declinazione magnetica che, come detto, potremo trascurare nella maggiorr parte dei casi). Una volta misurato il valore dell'azimut, occorre annotarlo. Esistono bussole che dispongono di un meccanismo che blocca la ghiera in modo che l'indice di lettura della scala dei gradi resti sul valore trovato, anche richiudendo la bussola e mettendola in tasca. Per misurare l'azimut di un punto rispetto ad un altro sulla carta, ossia la direzione che dobbiamo tenere per raggiungere un punto noto a partire dalla nostra posizione, il metodo più semplice è utilizzare un goniometro. Misura dell'azimut sulla carta con il goniometro Tracciamo una retta parallela al bordo della carta a partire dalla nostra posizione P1, individuando il nord geografico. Posto il goniometro con centro sul punto P1 con l'origine della scala sulla direzione al nord, la congiungente con la posizione da raggiungere P2 individua sulla scala il valore dell'azimut cercato, in questo esempio pari a 101° (se il goniometro, come quello in foto, riporta sia scala sessagesimale che centesimale dovremmo leggere in genere leggere l'angolo in gradi sessagesimali o centesimali in base al tipo di scala che abbiamo sulla bussola, in genere sessagesimale ma vi sono bussole che riportano entrambi i tipi di scala). In mancanza del goniometro è possibile utilizzare una bussola, da carteggio o da rilevamento con due tipi di procedimento leggermente diversi. Con la BUSSOLA DA CARTEGGIO (che in questo caso si rivela la più comoda da usare) dobbiamo posizionare la base trasparente sulla carta allineando il lato lungo (con la parte più larga della bussola, ove si trova l'indice di puntamento verso la nostra destinazione) e successivamente ruotare la corona in modo che lo 0 della scala e l'indice sul fondo della capsula siano allineati con il nord della carta (ossia paralleli al bordo o reticolo geografico). Misura dell'azimut su carta con la bussola da carteggio A questo punto la lettura dell'angolo in corrispondenza dell'indice di puntamento della bussola (parallelo al bordo della base trasparente e quindi alla direzione verso il punto da raggiungere P2) ci darà l'azimut cercato. Notare che non è assolutamente necessario preoccuparsi di orientare la carta e non ha nessun interesse, in questa operazione, che direzione assuma l'ago magnetizzato. Mi pare superfluo annotare che queste operazioni debbono essere fatte usufruendo di un piano di appoggio e che lo stesso, perché la bussola lavori correttamente, deve essere orizzontale (questo problema ovviamente non si ha col goniometro). Una volta che abbiamo letto l'azimut basterà sollevare la bussola dalla carta senza più muovere la corona. Con la bussola da carteggio, l'indice di lettura rimarrà sopra lo 0 della scala e l'indice di puntamento (asse della base e della bussola stessa) rimarrà sul valore dell'azimut. Se abbiamo misurato l'azimut sulla carta con il goniometro o in un momento precedente quando cominceremo a muoverci sul campo occorrerà egualmente annotarlo per poi ruotare la ghiera sino a che l'indice di puntamento segnerà il valore dell'azimut stesso (in pratica lo reimpostiamo). A questo punto, tenendo la bussola in mano orizzontale, ruoteremo noi stessi e la bussola sino a che l'ago magnetico non si sovrapporà all'indice di lettura sul fondo della capsula. Avremo così lo 0 della scala corrispondente al nord (magnetico) mentre l'indice di puntamento forma un angolo pari al nostro azimut con la direzione al nord. Facendo in modo che l'ago non si sposta da questa posizione potremo traguardare lungo l'indice di puntamento e visualizzare la direzione sul terreno. E' buona cosa prendere a riferimento, per la marcia, degli elementi del territorio facilmente individuabili (rocce, alberi, fabbricati, ecc.), per non dover sempre ricontrollare la direzione. Traguardare con la bussola da carteggio non è una cosa molto agevole, occorre tenere la bussola in orizzontale davanti agli occhi e guardare la che direzione assume l'indice di puntamento mantenendo contemporaneamente l'ago della bussola allineato con l'indice in fondo alla capsula. La cosa più semplice è appoggiare la bussola su una superficie piana. Come traguardare con la bussola da carteggio (vedi anche foto del paragrafo successivo) Queste operazioni sono agevolate nelle bussole ibride a specchio che consentono di traguardare attraverso indice di puntamento e contemporaneamente vedere il quadrante della bussola riflesso nello specchio (posto sopra o sotto la base, inclinato a 45° verso chi osserva) per poter verificare l'allineamento dell'ago con l'indice mobile della bussola senza spostare la bussola e riducendo il pericolo di disallineare l'ago. Misurare l'azimut sulla carta e "riportarlo" sul terreno è utile non solo per individuare la direzione di marcia ma anche per individuare la direzione in cui osserviamo unn qualsiasi punto di interesse, ad esempio una vetta: basta misurare sulla carta l'azimut del punto che ci interessa e poi traguardare sul terreno finchè non troviamo la direzione individuata dall'azimut stesso. In quella direzione dovremo vedere il punto cercato. L'operazione inversa (riconoscere ad esempio una vetta rilevandone l'azimut sul terreno) è descritta nel paragrafo successivo. MISURARE ANGOLI DI DIREZIONE (AZIMUT) SUL TERRENO E RIPORTARLI SULLA CARTA Queste operazioni non sono che quelle inverse alle precedenti in cui, partendo da un azimut misurato sulla carta, lo riportavamo sul terreno per individuare la direzione di marcia, di una montagna, ecc.. Anche in questo caso rilevare gli azimut è più semplice ed agevole con la bussola da puntamento che con quella da carteggio, a meno di non disporre di una ibrida a specchio. Con la BUSSOLA DA CARTEGGIO dobbiamo tenerla orizzontale dinanzi a noi e traguardare il punto "bersaglio" (una vetta da identificare, la nostra destinazione, ecc.) con l'indice di puntamento. Successivamente, senza muovere la bussola dobbiamo ruotare la corona in modo che l'indice sul fondo della capsula (origine della scala degli angoli) non si sovrappone all'ago magnetizzato, dalla parte del nord. A questo punto leggeremo il valore dell'azimut in corrispondenza dell'indice di puntamento, sulla scala degli angoli. Traguardando con la bussola da carteggio verso una lontanissima Becca Mortens Come già detto in questa operazione le difficoltà sono allineare bene l'indice di puntamento con il punto "bersaglio" che può essere molto più alto o più basso di noi (occorre "visualizzare" la verticale come in foto) e spostarsi per ruotare la corona ed allineare l'indice (freccia di direzione) con l'ago magnetizzato senza spostare la bussola (in questo modo lo 0 della scala coincide con la direzione al nord, come deve essere per misurare l'azimut). Non è molto agevole farlo con la bussola in mano, se possibile è meglio appoggiarla su una superficie orizzontale. Una soluzione potrebbe farsi aiutare da un compagno, che guarda quando l'ago si soprappone all'indice sul fondo della capsula, mentre noi guardiamo di taglio il punto da collimare e ruotiamo la corona. Lo specchio, se presente, risolve i problemi in quanto entrambe le operazioni vengono effettuate senza dover spostare l'occhio. Una volta letto l'azimut, il valore resta fisso sull'indice a meno che non ruotiamo di nuovo la corona. Per riportarlo su una carta dovremo solo posare la bussola su di essa SENZA RUOTARE LA CORONA, posizionarla con l'indice sul fondo della capsula parallelo al nord della carta (orientato verso il nord), spostare la bussola in modo che il lato lungo passi per il punto che rappresenta la nostra posizione e tracciare la linea passante per il lato lungo che formerà con il nord della carta un angolo pari all'azimut rilevato (questa operazione non è altro che l'inverso di quella già vista per misurare gli angoli sulla carta). La determinazione dell'azimut, nota la propria posizione sulla carta (ad esempio se ci troviamo su una vetta o presso un punto comunque noto, come un rifugio) si rivela utile per individuare ad esempio i nomi delle vette e altri luoghi segnati in carta che osserviamo: basta misurare l'azimut della vetta incognita e riportarlo sulla carta a partire dalla nostra posizione. Individueremo cosi sulla carta la vetta, alpeggio o altro che incontriamo sulla retta data dall'azimut misurato. Valutazione delle distanze e principali misure personali Calcolo distanze e altezze Qualcuno ha detto: "Per misurare il mondo inizia a misurare te stesso!" Misurazione delle altezze Per misurare un'altezza o una distanza puoi utilizzare le proprietà dei triangoli simili e le proporzioni. Metodo dei triangoli Pianta un bastone a qualche distanza dal piede dell’albero del quale vuoi misurare l’altezza. Mettendoti faccia a terra, spostati opportunamente per trovare sul terreno il punto dal quale vedi allineate l a sommità del bastone e quella dell’albero. Se è necessario, sposta il bastone per facilitare la ricerca. L'altezza sarà: Qualcuno ha detto: "Per misurare il mondo inizia a misurare te stesso!"
È utile imparare a memoria le seguenti misure personali: ‐ Statura. ‐ Altezza da terra agli occhi. ‐ Larghezza braccia spalancate. ‐ Distanza da terra al ginocchio. ‐ Distanza dal gomito al polso. ‐ Lunghezza dell'indice disteso. ‐ Distanza tra mignolo e pollice divaricati (spanna). ‐ Larghezza del polso. ‐ Numero di passi per percorrere 100 metri al passo. ‐ Numero di passi per percorrere 100 metri di corsa. Metodo delle 10 volte Misura 1 8 metri dal piede dell’albero e pianta il bastone in terra. Spostati di altri 2 metri e, faccia a terra, traguarda la sommità dell’albero, segnando dove la linea di mira taglia il bastone. Misura ora sul bastone la distanza " h" tra il segno e il terreno e moltiplicala per 10. Essendo la base del triangolo maggiore, 10 volte più grande di quella del triangolo minore, (20 m e 2 m) è evidente che l’altezza da misurare sarà dieci volte maggiore di quella segnata sul bastone. Metodo dell’ombra Se c’è il sole pianta in terra il bastone, poi misura l’ombra del bastone e quella dell’albero. Con delle semplici proporzioni otterrai: Metodo della matita Metti ai piedi dell'albero una persona della quale conosci l’altezza. Stando a una distanza presumibilmente almeno doppia di quella ricercata, conta, con l’aiuto di una matita o di un bastoncino tenuto in mano con il braccio teso, quante volte l’altezza dell’oggetto conosciuto sta nell’altezza dell’albero. Moltiplica questo numero per la lunghezza dell’oggetto e otterrai l’altezza desiderata. Metodo della rotazione Mettiti a una certa distanza dall’oggetto che vuoi misurare. Tenendo un ba stoncino con il braccio teso, traguarda in maniera da vedere l’oggetto compreso fra la sommità del bastoncino e il tuo pollice. Ruota ora il bastoncino di 90° in posizione orizzontale. Mantieni il pollice alla base dell’oggetto e guarda dove la sommità del bastoncino tocca ora il suolo. La distanza X da questo punto alla base del palo è uguale all’altezza X del palo. Metodo indiano Volgi le spalle all’albero che vuoi misurare, poi piegati e guardalo attra verso le gambe, tenendo le cavi glie con le mani. Avanza, o indietreggia, finché non vedi tutto l’albero. Misura la distanza fra te e la base dell’albero. L'altezza dell’albero è la metà di questa distanza. Per ottenere dei buoni risultati, però, devi fare prima diverse prove, misurando un oggetto del quale conosci l’altezza, in maniera da determinare esattamente la posizione che devi assumere: mani sulle caviglie, o un po’ più in alto o più in basso, gambe tese o ginocchia leggermente fesse, ecc. Valutazione delle distanze Con un po’ di esperienza e con molto esercizio, potrai imparare a valutare le distanze a colpo d’occhio. Ricorda, però, che ci sono condizioni che fanno sembrare gli oggetti più vicini, mentre ve ne sono altre che li fanno sembrare più lontani: Gli oggetti ti sembrano più vicini quando: l’atmosfera è molto limpida (ad esempio dopo un temporale); la luce è viva e vi batte sopra; fra te ed essi c'è una superficie di acqua, di neve, o di sabbia; il terreno è piatto; da mezza costa di una collina guardi verso l’alto o verso il basso. Gli oggetti ti sembrano più lontani quando: il terreno è accidentato; sono in ombra; fa molto caldo e c’è umidità nell’aria; c’è poca luce (sei al crepuscolo o c’è foschia); guardi attraverso una valle; lo sfondo è del loro medesimo colore; sono in fondo a un viale o a una lunga strada dritta; sei disteso o in ginocchio. Esercizio per l'occhio alle varie distanze: 50 m ‐ Si vedono gli occhi e la bocca di una persona. 100 m ‐ Gli occhi sembrano puntini. 200 m ‐ Si distinguono bene tutte le parti del corpo umano ed alcuni particolari dell'abito. 300 m ‐ Si vede ancora un po' la faccia. 400 m ‐ Si distingue il movimento delle gambe. 500 m ‐ Si distingue, con luce adatta, il colore del vestito, la testa e il cappello dal resto del corpo. 600 m ‐ La testa diviene un punto. 700 m ‐ E' molto difficile distinguere la testa dal tronco. 800 m ‐ La testa non si distingue più dal tronco. 1.000 m ‐ Si possono ancora distinguere i movimenti delle braccia e delle gambe. 1.200 m ‐ Si distingue bene un uomo a cavallo da un uomo a piedi. 1.500 m ‐ Si distingue ancora un palo telefonico. 3.000 m ‐ Si distinguono i tronchi di grossi alberi isolati 10.000 m ‐ Possono distinguersi soltanto i campanili delle chiese. A più di 500 m: conviene accorciare la distanza scegliendo un punto a 250 m, valutare questa distanza e raddoppiarla. In mare: l'orizzonte serve a stabilire la distanza. Con l'occhio ad 1,5 metri dal livello dell'acqua una nave all'orizzonte è lontana 4,5 km. Valutare le distanze con il suono Il suono ti può permettere di calcolare una distanza perché, come sai, esso si propaga alla velocità di circa 340 metri al secondo. Se riesci a calcolare il tempo che il suono impiega per arrivare fino a te, puoi conoscere la distanza che esiste fra te e il punto di origine del suono stesso. Se vuoi valutare una distanza, ad esempio, fra te e un taglialegna, dovrai moltiplicare per 340 il numero di secondi che passano fra quando lo vedi vibrare il colpo di scure e quando senti il rumore relativo. Con lo stesso sistema puoi anche misurare la distanza di una parete di roccia che rimandi l’eco. Ricordati poi di dividere per due, perché il suono compie il tragitto di andata e ritorno. Se non hai un orologio con l’indicazione dei secondi, puoi valutare i secondi contando lentamente milleuno, milledue, milletre, ecc. Esercitati con un orologio. Il metodo del pollice Il tuo pollice può esserti molto utile per valutare con buona approssimazione le distanze. Puoi adoperarlo in due modi, uno è valido per distanze inferiori a 3 km, l’altro per distanze maggiori. FINO A 3 KM Stendi il braccio con il pollice alzato davanti agli occhi e copri con esso un oggetto che si trovi alla distanza cercata e che sia facilmente valutabile, ad esempio la larghezza di una finestra, la facciata di una casa, ecc. La distanza tra te e quell’oggetto si ottiene moltiplicando per 25 la larghezza dello spazio coperto dal pol lice. OLTRE 3 KM Stendi il braccio con il pollice (oppure con una matita) alzato davanti agli occhi.Traguarda prima con l’occhio destro, poi con il sinistro sempre tenendo immobile la mano. Valuta la distanza tra i due punti traguardati e moltiplicala per 9. otterrai la distanza che c’è fra te e i punti traguardati. Esercitati in varie circostanze e su terreni differenti perché se la teoria è semplice non sempre lo è anche la pratica. N.B. Nelle figure non sono rispettate le proporzioni. Metodo delle perpendicolari Individua un oggetto (A) ben visibile sull’altro lato del fiume. In corrispondenza ad esso, pianta un bastone (B) sulla tua riva. Cammina lungo l a riva, perpendicolarmente all a direzione AB, per una certa distanza, ad es. 50 metri. Pianta qui un altro bastone (C). Continua a camminare per una distan za uguale alla precedente (altri 50 metri). Pianta qui un terzo bastone (D). Ora cammina perpendicolarmente alla direzione BD. Quando vedrai allineati il bastone C con il punto A fermati, La distanza DE è uguale alla larghezza del fiume. Se sulla riva del fiume vi è poco spazio (vedi disegno), puoi percorrere una distanza CD pari alla metà di BC. In tal caso la distanza DE sarà pari ala metà della larghezza del fiume. Metodo del cappellone Stando sulla riva del fiume individua un oggetto ben visibile sull’altra sponda. Inclina il cappellone in modo da traguardare il punto prescelto con la tesa dello stesso cappellone. Senza alzare ne abbassare la testa, girati su te stesso fino a trovare sulla tua riva un punto che sia allineato con la "tesa" del cappellone. La distanza fra te e questo punto è uguale alla larghezza del fiume. Metodo del sasso Per valutare la larghezza di un corso d’acqua, mettiti sulla sua riva nel punto O, e lascia cadere un sasso verticalmente nell’acqua. Se l’acqua è calma, dal punto O dov’è caduto il sasso, partono dei cerchi concentrici che si allontaneranno sempre più. Segui con gli occhi uno di questi cerchi e, nel momento preciso in cui esso tocca la riva opposta nel punto K, cerca il punto M in corrispondenza della ava lungo la quale sei tu. Misura la distanza OH, essa sarà uguale alla distanza OK. Metodo della bussola Stando su un lato del fiume (punto B) individua un punto evidente dall’altro lato (roccia A). Rileva l’azimut della direzione BA (ad es. 120°). Aggiungi 45° all’azimut della direzione BA (120° + 45° = 165°). Cammina lungo il fiume perpendicolarmente alla direzione BA tenendo la bussola orientata verso l’azimut di 165°. Quando con questo azimut riuscirai a vedere nel mirino la roccia A, fermati. La distanza CB è uguale alla larghezza del fiume. Valutazione della profondità Per misurare la profondità di un pozzo, lascia cadere un sasso e misura quanti secondi occorrono per sentirne il rumore della caduta sul fondo. La tabella seguente ti dà la profondità del pozzo. TEMPO PROFONDITA' 0,5” 1,20 m 1” 5 m 1,5” 11 m 2” 19 m 2,5” 30 m 3” 44 m 3,5” 60 m COME ORIENTARSI SENZA LA BUSSOLA Non voglio credere che vi ritroviate a non avere una bussola perché l'avete dimenticata (dato che sono sicuro non vi succederà mai), ma comunque mettiamo il caso che vi sia scivolata e sia caduta in un burrone. Come ci si può orientare senza questo prezioso strumento? Qui esaminiamo diversi sistemi, la cui scelta sta nelle condizioni ambientali e nel materiale che si ha a disposizione. ORIENTARSI DI GIORNO CON UNA BUONA VISIBILITA' Metodo dell'orologio a lancette (figura 3.1) Innanzitutto se è in vigore l'ora legale mettete indietro l'orologio di un'ora. Puntate adesso in direzione del sole la lancetta delle ore ed osservate l'angolo che quest'ultima forma con il numero 12. La linea immaginaria che divide a metà questo angolo indica il sud. Figura 3.1: il metodo dell'orologio a lancette Metodo dell'orologio e del fiammifero (figura 3.2) E' meno immediato del precedente, ma ugualmente efficace. Sistemate l'orologio ben orizzontale e appoggiatevi sopra un fiammifero, al centro, ben verticale. Ruotate ora l'orologio finché l'ombra del fiammifero si trova esattamente a metà tra l'angolo formato dalla lancetta delle ore ed il numero 12: in questa posizione il 12 indica il nord. Figura 3.2: il metodo dell'orologio e del fiammifero Metodo del bastone (figura 3.3) Richiede più tempo, ma si può usare se non si ha un orologio a lancette. Scegliete un tratto di terreno pianeggiante (anche di pochi metri quadrati) e piantateci ben verticale un bastone che sporga di almeno un metro. Segnate con una pietra o qualcos'altro l'estremità dell'ombra sul terreno e prendete nota dell'ora esatta. Dopo un quarto d'ora segnate la nuova estremità dell'ombra, che nel frattempo si sarà spostata, e riunite con una linea i due punti così ottenuti: quella è la direzione est‐ovest ed il secondo punto indica l'est. Figura 3.3: il metodo del bastone Metodo del bastoncino (figura 3.4) E' una variante del sistema precedente, che si può usare se non si riesce a trovare un bastone abbastanza lungo. Piantate nel terreno un bastoncino, puntandolo inclinato verso il sole, in modo che non faccia ombra. Aspettate quindi che l'ombra compaia e che sia lunga almeno 15 centimetri: la sua estremità indica l'est. Figura 3.4: il metodo del bastoncino Osservazione della posizione del sole (figura 3.5) Sapendo che il sole alle ore 12 si trova a sud e che in 24 ore la Terra deve compiere un giro completo intorno ad esso, si ha che: alle 6 è ad est, alle 9 a sud‐
est, alle 12 a sud, alle 15 a sud‐ovest, alle 18 ad ovest. Questa osservazione però è piuttosto approssimativa, perché in realtà il sole sorge esattamente ad est e tramonta esattamente ad ovest solo negli equinozi, mentre negli altri periodi dell'anno si sposta gradualmente: verso nord fino al solstizio d'estate e verso sud fino al solstizio d'inverno. Figura 3.5: la posizione del sole nelle ore della giornata Metodo della carta topografica Se avete a disposizione la cartina della zona in cui vi trovate, basta orientarla "a vista" per trovare i punti cardinali. ORIENTARSI DI GIORNO CON UNA SCARSA VISIBILITA' Metodo del coltello (figura 3.6) Se il cielo è coperto ed è difficile stabilire la posizione esatta del sole, si può appoggiare un foglio di carta bianca per terra e metterci sopra verticalmente un coltello. Ruotandolo, quando la lama produce l'ombra, nella direzione opposta c'è il sole. Figura 3.6: il metodo del coltello ORIENTARSI DI NOTTE Individuazione della Stella Polare (figura 3.7) La Stella Polare è l'unica del cielo ad essere sempre fissa ed indica con una buona approssimazione il nord. E' anche facile da trovare, essendo l'ultima della costellazione dell'Orsa Minore (o Piccolo Carro). L'Orsa Maggiore (o Grande Carro) è comunque più visibile e per arrivare alla Polare bisogna osservare le prime due stelle del carro (Merak e Dubhe) e prolungare la loro distanza per cinque volte. Dalla parte opposta si trova invece Cassiopea, che ha una forma a W e la cui stella centrale è rivolta verso la Polare. Anche Orione, evidentissima, ma solo nei mesi invernali, ci può aiutare nell'orientamento: le tre stelle della spada, che sono allineate, portano verso il nord. Se queste non sono visibili, bisogna unire la stella centrale della cintura con quella che simboleggia la testa e prolungare la linea fino ad incrociare la Polare. Per ragioni di spazio, nella figura 3.7 Orione è disegnata molto più vicina di quanto sia nella realtà alle altre tre costellazioni. Figura 3.7: come individuare la Stella Polare Orientamento con la Luna LaLuna,ruotando intorno alla Terra(un giro completo ogni29 giorni),é: Luna nuova (che non vediamo) primo quarto (la gobba é a destra) Luna piena (tutta illuminata dal Sole) Ultimo quarto (la gobba é a sinistra) U so dell'orologio con la Luna piena:orientare la lancetta delle ore verso la Luna;la bisettrice dell'angolo formato dalla lancetta delle ore con le ore 12 indica il S ud,dalla parte opposta si troverà il Nord. U so dell'orologio con la Luna al primo quarto:dirigere la lancetta delle ore verso la Luna;la bisettrice formata fra la direzione della Luna e le ore 12 indica l'Ovest, ruotando di 90°in senso orario (cioè 3 ore dopo quella che segna l'Ovest)si ottiene la direzione del Nord. U so dell'orologio con la Luna all'ultimo quarto:posizionando l'orologio come prima la bisettrice indicherà la direzione Est,ruotandodi90°(cioèdi3 ore) in senso antiorario si ottiene la direzione Nord. Un altro metodo (più approssimativo) per trovare il Nord con la Luna consiste nell'orientamento con le fasi della Luna secondo la tabella La tabella si legge nel modo seguente: alle 24 la luna indica il Sud quando è piena, l'Ovest quando è al primo quarto,l'Est all'ultimo quarto,ecc. Dice un proverbio: “Gobba a levante (est) luna calante” Gobba a ponente (ovest) luna crescente. Orientamento con l'osservazione diretta del terreno Facendo attenzione ai significativi punti di riferimento si commettono meno errori. i traccia una mappa per avere un'idea abbastanza esatta del terreno circa le costruzioni varie,i bivi,i sentieri,i fiumi,le rocce,le baite,i tronchi abbattuti,le croci,ecc. Anche senza carta topografica e bussola si riesce a trovare la strada del ritorno,pur trovandosi in zona sconosciuta a patto di prestare molta attenzione ai possibili oggetti di riferimento. Può essere di grande aiuto servirsi di un semplice schizzo fatto all'andata. L'orientamento diventa più difficile nel deserto,su terreno coperto da neve,durante una bufera di neve,nelle notti senza stelle,con la nebbia o in zone boscose. Sono di aiuto questi particolari: ‐La corteccia degli alberi ad alto fusto che hanno la parte rivolta a Nord generalmente è coperta di muschio per la maggiore umidità. ‐Sui ceppi di un albero abbattuto gli anelli di crescita sono più ampi nel lato Sud. ‐Il fogliame è più folto sul lato Sud dell'albero. ‐Il Sole scioglie la neve più velocemente verso la parte esposta a Sud. ‐Presenza di muschio sul lato delle rocce orientate a Nord. ‐Maggiore umidità nel sottobosco esposto a Nord. ‐A Sud si trovano pietrame più pulito e rocce più asciutte. Materiale di squadriglia per la topografia Osservazione di fenomeni naturali Questi sistemi è meglio utilizzarli se siete proprio disperati perché non sono sempre affidabili. Il muschio alla base degli alberi cresce preferibilmente sul lato più esposto all'umidità, che è il nord, ma anche il nord‐ovest. Se vi trovate in un bosco fitto, però, noterete che gli alberi sono ricoperti quasi interamente di muschio e quindi non potete usare questo metodo. La corteccia degli alberi, nell'emisfero boreale, è più spessa sul lato a nord. Le foglie ed i fiori generalmente si rivolgono verso il sud, per ricevere la massima insolazione. In inverno la neve si mantiene più a lungo sui versanti nord e nord‐ovest delle montagne e le rocce esposte a nord sono spesso coperte di ghiaccio. Conoscendo il vento dominante della zona, cioè quello che soffia più spesso, basta osservare la direzione in cui sono incurvati i rami e le cime degli alberi e ribaltarla: ad esempio, se c'è spesso il maestrale, gli alberi sono piegati verso sud‐est. Ciò che serve per una attività di esplorazione o topografia....Ogni squadriglia che si rispetti deve avere fra il proprio materiale anche quello per la topografia, da contenere in una sacca apposita. ‐ bussola ‐ righello ‐ coordinatometro ‐ squadra ‐ goniometro ‐ compasso ‐ matita ‐ gomma ‐ biro ‐ pastelli e pennarelli di almeno tre colori diversi ben distinguibili fra loro ‐ carta millimetrata ‐ carta da lucido.