Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 Gli articoli 26-02-2008 12:06 Pagina 242 1 GLI ARTICOLI SONO PAROLE CHE NON POSSONO STARE DA SOLE, PERCHÉ NON HANNO UN SIGNIFICATO PROPRIO; DEVONO SEMPRE STARE DAVANTI AL NOME E HANNO ALCUNE FUNZIONI IMPORTANTI. L’articolo determinativo indica una persona, un animale o una cosa determinata e conosciuta da chi parla e da chi ascolta. In cortile c’è il cane. Il cane vuol dire il cane che conosciamo; può essere il mio cane, il tuo, il suo… il cane di cui abbiamo già parlato. In ogni caso non è un cane sconosciuto. L’articolo indeterminativo indica una persona, un animale o una cosa non determinata o generica, non conosciuta da chi parla e da chi ascolta. In cortile c’è un cane. Un cane vuol dire un cane sconosciuto, un cane che non ho mai visto o di cui non ho ancora parlato. Un cane qualunque. LA FORMA Articoli Determinativi Sing. Plur. Maschile 242 L’italiano per studiare Femminile Indeterminativi Davanti a quali nomi? Solo singolare Dipende dalla lettera iniziale del nome il i un Davanti ai nomi che iniziano con consonante (eccetto z, s + cons., x, y, ps, gn, pn) lo gli uno Davanti ai nomi che iniziano con z, s + cons., x, y, ps, gn, pn l’ gli un Davanti ai nomi che iniziano con vocale la le una Davanti ai nomi che iniziano con consonante l' le un’ Davanti ai nomi che iniziano con vocale L’USO L’articolo determinativo si usa per indicare: • una persona/cosa unica • L’articolo indeterminativo si usa per indicare: • una persona/animale/cosa qualunque La luna è gialla. Prendi una matita e scrivi. Il papa vive a Roma. Andiamo in un bar. un’intera specie o categoria Il leone vive in Africa. I soldati portano la divisa. • una persona/animale/cosa di cui si è già parlato prima Sono andato a una festa di compleanno; la festa è stata molto divertente perché c’erano tutti i miei amici. A volte l’articolo determinativo sostituisce: • un aggettivo dimostrativo Entro la primavera prenderò la patente. (= entro questa primavera) • un aggettivo indefinito Il sabato sera vado in discoteca. (= ogni sabato sera) • una persona/animale/cosa che non si vuole precisare meglio Mi ha telefonato un amico. Ho comprato un libro di fantascienza. • una persona/animale/cosa nominata per la prima volta Sono andato a una festa di compleanno; la festa è stata molto divertente perché c’erano tutti i miei amici. In corso Marconi c’è una scuola; è la scuola dove Piero ha fatto le elementari. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:06 Pagina 243 Grammatica 01 • Inserisci l’articolo determinativo corretto davanti a ogni nome. . . . . . . . . pesce . . . . . . . . albero . . . . . . . . occhiali . . . . . . . . vita . . . . . . . . articolo . . . . . . . . capelli . . . . . . . . pioggia . . . . . . . . spinaci . . . . . . . . spazzolino . . . . . . . . olio . . . . . . . . incidente . . . . . . . . ladri . . . . . . . . fiore . . . . . . . . strada . . . . . . . . cugino . . . . . . . . scienziato . . . . . . . . matite . . . . . . . . vetro . . . . . . . . zucchino . . . . . . . . dentista . . . . . . . . religione . . . . . . . . incrocio 1 5. lo / l’ / il esercito 6. li / gli / i articoli 7. il / la / le generale 8. un / un’ / una associazione 9. le / la / un ferrovie 10. un’ / l’ / lo ufficio 11. una / un’ / la assenza 12. i / le / gli lavaggi 04 • Completa le frasi con l’articolo corretto. 1. Tutti . . . . . . . . . . . errori che fai sono dovuti alla tua distrazione. 2. Prendi . . . . . . . . . . . pentola più grande che riesci a trovare. 3. . . . . . . . . . . . scarpe da ginnastica che un quaderno ➜ .i. quaderni .......................... 1. una finestra ➜ ............................ 2. un uomo ➜ ............................ 3. un’unghia ➜ ............................ 4. un’operaia ➜ ............................ 5. uno straniero ➜ ............................ 6. un orso ➜ ............................ 7. un gioco ➜ ............................ 8. un vecchio ➜ ............................ 9. uno stupido ➜ ............................ 10. un impiegato ➜ ............................ Stefano ha comprato sono bellissime. 243 4. Vorrei . . . . . . . . . . . francobollo per . . . . . . . . . . . L’italiano per studiare 02 • Sostituisci l’articolo indeterminativo con l’articolo determinativo al plurale e trasforma i nomi al plurale. lettera da spedire in Perù. 5. . . . . . . . . . . . orologio è fermo. Sono già . . . . . . . . . . . sette? 6. . . . . . . . . . . . telegiornale ha trasmesso 03 • Scegli l’articolo corretto e cerchialo. 1. il / lo / un zio 2. le / gli / li zii 3. un / un’ / uno albero 4. la / le / un cattedrale . . . . . . . . . . . ultime notizie. 7. Mia zia è . . . . . . . . . . . donna molto simpatica, ma . . . . . . . . . . . sue sorelle no. 8. . . . . . . . . . . . tuoi vicini di casa hanno . . . . . . . modo di fare insopportabile. 05 • Inventa delle frasi con queste coppie di espressioni e scrivile sul tuo quaderno. 1. La casa nuova / Una casa nuova 2. Un inverno / L’inverno 3. Un lago / Il lago 4. La cartolina / Una cartolina 5. Lo sport / Uno sport Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 Gli articoli partitivi 26-02-2008 12:07 Pagina 244 2 L’ARTICOLO PARTITIVO (FORMATO DALLA PREPOSIZIONE DI + L’ARTICOLO DETERMINATIVO) INDICA UNA PARTE NON BEN DETERMINATA DI UN TUTTO PIÙ GRANDE. Al singolare indica una certa quantità di qualcosa: un po’ di… Al plurale indica una parte rispetto a tutto, un certo numero di: alcuni, qualche… Vorrei dell’aranciata = Vorrei un po’ di aranciata. Vorrei dei quaderni = Vorrei alcuni quaderni (o qualche quaderno). Metti ancora dello zucchero nel latte = Metti ancora un po’ di zucchero nel latte. Laura ha dei cavalli bellissimi = Laura ha alcuni cavalli bellissimi. Per l’uso di qualche, vedi Scheda 19, I pronomi indefiniti. LA FORMA Articoli partitivi 244 L’italiano per studiare Maschile Femminile Davanti a quali nomi? Singolare Plurale Dipende dalla lettera iniziale del nome del (di + il) dei (di + i) Davanti ai nomi che iniziano con consonante (eccetto z, s + cons., x, y, ps, gn, pn) del gelato, del vino, dei soldati dello (di + lo) degli (di + gli) Davanti ai nomi che iniziano con z, s + cons., x, y, ps, gn, pn dello zucchero, dello spago, degli gnomi dell’ (di + l’) degli (di + gli) Davanti ai nomi che iniziano con vocale dell’inchiostro, degli attori, degli occhi della (di + la) delle (di + le) Davanti ai nomi che iniziano con consonante della marmellata, della pasta, delle patate dell’ (di + l’) delle (di + le) Davanti ai nomi che iniziano con vocale dell’acqua, dell’uva, delle arie L’USO L’articolo partitivo al plurale si anche usa per: • formare il plurale dell’articolo indeterminativo un ragazzo dei ragazzi una studentessa delle studentesse Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 245 Grammatica 01 • Scegli l’articolo partitivo corretto e cerchialo. 1. del / della / dell’ acqua 2. delle / degli / dell’ alberi 3. del / dello / dell’ cioccolato 4. delle / dei / dell’ insegnanti 5. della / delle / dell’ olio 6. dello / del / delle sciocchezze 7. del / della / delle risposte 8. della / delle / dell’ associazioni 9. dello / del / dell’ zucchero 10. del / dell’ / dello latte 11. dei / degli / delli studenti 12. della / dell’ / del benzina 2 03 • Completa le frasi con l’articolo partitivo corretto. 1. Fai . . . . . . . . . . . . . . . . . errori dovuti alla tua distrazione. 2. Prendi . . . . . . . . . . . acqua per far bollire . . . . . . . . . . . patate per stasera. 3. Stefano ha comprato . . . . . . . . . . . bellissime scarpe da ginnastica. 4. Vorrei . . . . . . . . . . . francobolli per il Perù. 5. Metti nella valigia . . . . . . . . . . . calze, . . . . . . . . . . . magliette, . . . . . . . . . . . mutande e un paio di pantaloni. 02 • Completa la tabella. 1. un banco dei banchi 2. una compagna ............................. 6. Il telegiornale ha trasmesso . . . . . . . . . . . notizie terribili sulla guerra in Cecenia. 7. Mia zia ha . . . . . . . . . . . sorelle non molto 3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dei giorni 8. I vicini di casa di Giulia hanno . . . . . . . . . . . Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dei problemi 5. una lezione ............................. 6. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . delle pagine modi di fare insopportabili. 04 • Cerchia gli articoli partitivi e poi sostituiscili con un po’ di + il nome cui si riferiscono. 7. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . delle finestre 1. Per favore, dammi dei soldi per pagare 8. un gioco ............................. 9. una merendina ............................. il macellaio. . . . . . . . . . . . 10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . delle cose 11. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . degli scalini 2. Vuoi ancora della coca-cola? . . . . . . . . . . . 3. Metti ancora del sale nell’acqua per la pasta. . . . . . . . . . . . 4. C’era del fango sul pavimento e così sono 12. un berretto ............................. scivolato. . . . . . . . . . . . 13. uno zaino ............................. 5. Qui ci vuole del nastro adesivo 14. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . delle scarpe per aggiustare il libro. . . . . . . . . . . . 6. Hai della carta da imprestarmi? 15. un orologio ............................. 7. Ci ha preparato del tiramisù. .......... .......... 245 L’italiano per studiare simpatiche. Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 246 Gli articoli determinativi. Usi particolari 3 Si usa l’articolo determinativo davanti ai nomi propri? In generale Usi particolari Davanti a un nome di persona • No • Sì, nella lingua parlata in certe Davanti a un cognome • No, se è un uomo • Sì, nel linguaggio burocratico Ho visto Silvano. Ho incontrato Miniotti. zone dell’Italia settentrionale Come sta il Bruno? Il Salvemini è stato interrogato dalla polizia. • Sì, se il cognome è preceduto da un titolo Il dottor Balocco ha operato mia figlia. Il professor Bracco ha spiegato la lezione. • Sì, nella lingua scolastica del passato per indicare un personaggio famoso Il Foscolo scrisse Le Grazie. • Sì, se è una donna 246 L’italiano per studiare La Grasso è una brava professoressa di matematica. • No, se c’è anche il nome Giovanna Grasso è una brava professoressa di matematica. • Sì, se è una famiglia (o marito e moglie) I Filippi sono veramente gentili. Davanti a un nome geografico • Sì, quando è un nome di: Stato, regione, continente, isola grande, monte, lago, fiume, mare o oceano L’Italia ha un clima temperato. Il Danubio sfocia nel Mar Nero. • No, quando c’è la preposizione in davanti a un nome di Stato, regione, continente In Italia c’è un clima temperato. • No, quando è un nome di città • Sì, se il nome della città è accomAbito a Torino. Durante le vacanze ho visitato Firenze e Pisa. pagnato da una determinazione particolare La Torino di una volta era una città abbastanza piccola. • Sì, se la città indica il nome di una squadra di calcio Il Torino è tornato in serie A. La Roma ha vinto lo scudetto. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 247 Grammatica 01 • Scegli la forma corretta e cerchiala. 1. Alberto / L’Alberto frequenta l’ultimo 03 • Aggiungi l’articolo determinativo corretto solo quando è necessario. 1. Ho incontrato . . . . . . . . . . . professor Rossi davanti alla scuola. 2. . . . . . . . . . . . maestra Grandi oggi ci ha portati al museo. 3. . . . . . . . . . . . Lombardia è una regione ricca e verde. 4. Ho chiesto a Paola com’era . . . . . . . . . . . Australia: ci è stata in vacanza per tre mesi! 5. È . . . . . . . . . . . Po il fiume che nasce dal Monviso? 6. A . . . . . . . . . . . Milano ci sono spesso avvenimenti internazionali molto importanti. 7. In . . . . . . . . . . . Francia si fa festa il 14 luglio. 8. . . . . . . . . . . . Roma oggi ha vinto la partita. 9. . . . . . . . . . . . Canestri non sono in casa. 02 • Unisci con una freccia ciascun nome della prima colonna con la frase corretta della seconda colonna. 1. Tozzi 2. Il Tozzi 3. La Tozzi 4. I Tozzi a. ha vinto la medaglia d’argento nel salto in alto b. sono partiti per le vacanze c. è stata trasferita in un altro ufficio d. è uno scrittore del Novecento Riprova più tardi. 10. . . . . . . . . . . . Anna Picchio non lavora più qui da due anni. 11. . . . . . . . . . . . Picchio adesso si è trasferita a Firenze. 12. . . . . . . . . . . . Roma dell’antichità era una città importantissima. 13. . . . . . . . . . . . Roma è una città che gode di un magnifico clima. 1. La Silvestri 2. Silvestri 3. Il Silvestri 4. I Silvestri a. abitano al quarto piano b. è un’ottima pediatra c. vorrebbe cambiare lavoro d. è stato arrestato e condotto in carcere 14. Quando . . . . . . . . . . . Manzoni ha pubblicato I Promessi sposi aveva quarantadue anni. 15. In . . . . . . . . . . . Gran Bretagna si guida a sinistra. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 247 L’italiano per studiare anno di università al politecnico. 2. Mi hanno telefonato Guglielmi / i Guglielmi per disdire l’appuntamento che avevamo con loro. 3. Kilimangiaro / Il Kilimangiaro è un monte di Africa / dell’Africa. 4. Hai visitato Napoli / la Napoli archeologica? 5. Deledda / La Deledda è l’unica scrittrice italiana che ha vinto il premio Nobel per la letteratura. 6. I Vigili del Fuoco hanno estratto Calleri / il Calleri ormai morto dalle lamiere dell’auto. 7. Tunisia / La Tunisia è bagnata da Mediterraneo / dal Mediterraneo. 8. Roma è attraversata da Tevere / dal Tevere. 9. Marocco / Il Marocco è un paese bellissimo. 10. Sergio Benni / Il Sergio Benni fa l’elettrauto. 3 Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 Il nome 26-02-2008 12:07 Pagina 248 4 I NOMI SONO LE PAROLE CHE SERVONO PER INDICARE QUELLO CHE NOI PENSIAMO E DI CUI PARLIAMO: PERSONE, ANIMALI, OGGETTI, PENSIERI, LUOGHI, IDEE, SENSAZIONI, SENTIMENTI... Ecco alcuni esempi di nomi: compagno, cane, erba, pallone, cioccolato, libro, macchina, sole, giorno, malattia, Italia, libertà, fame, amicizia, matematica È possibile classificare i nomi in vari modi. I nomi indicano: • una persona, un animale o una cosa in generale. In questo caso si chiamano nomi comuni e si scrivono con la lettera iniziale minuscola città, ragazzo, fiume, gatto, canarino • una persona, un animale o una cosa in mo248 L’italiano per studiare do particolare e che lo distingue; in questo caso si chiamano nomi propri e si scrivono con la lettera iniziale maiuscola Torino, Francesco, Po, Ulisse I nomi indicano anche: • una persona, un animale o una cosa reali, che si possono vedere, o sentire, o toccare; in questo caso si chiamano nomi concreti • idee, concetti, pensieri, sentimenti che si pos- sono solo pensare ma non si possono vedere, o sentire, o toccare; in questo caso si chiamano nomi astratti allegria, amicizia, velocità, paura, vecchiaia I nomi indicano anche: • una sola persona o una sola cosa; in questo caso si chiamano nomi individuali studente, ladro, pecora, soldato, stella, isola • un insieme, un gruppo di persone o di cose; in questo caso si chiamano nomi collettivi classe, banda, gregge (= gruppo di pecore), esercito, costellazione (= gruppo di stelle), arcipelago (= gruppo di isole) casa, tavolo, mamma, amico, sole, patata, ossigeno Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 249 Grammatica 4 01 • Sottolinea nel brano i nomi comuni e metti la lettera maiuscola ai nomi propri. Il sindaco si mette alla guida dell’auto municipale per trasportare i concittadini non serviti dal trasporto pubblico. Sta succedendo a drezzo (como), comune di mille abitanti al confine con la svizzera. Per più di due mesi l’autobus non potrà transitare, perché un cantiere interrompe la strada. E dal momento che la spt, la società che gestisce la linea, non ha istituito un servizio navetta, è intervenuto il primo cittadino, lorenzo canepa, che ha messo disposizione la fiat uno del comune per trasportare gli utenti alla fermata più vicina, a due chilometri dal paese, mettendosi personalmente alla guida, quando è necessario. (da «L’Avvenire», 13 giugno 2001) 02 • Inserisci i nomi nella colonna giusta della tabella. Metti la lettera maiuscola ai nomi propri. alessandro manzoni • bottiglia • ferro • luce • unghia • statua • gamba • arancia • milano • londra • roberto • giocattolo • vittorio emanuele • berlusconi • africa • rio delle amazzoni • appennini • bologna • vasco rossi • informazione • ralph schumacher • papà • dizionario Nomi comuni Nomi propri ............................. Alessandro Manzoni ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. 03 • Scrivi vicino a ogni nome proprio il nome comune che lo spiega e vicino a ogni nome comune un nome proprio adatto. 1. Alessandro Del Piero .calciatore ..................... 04 • Scrivi vicino a ogni nome collettivo da quali persone, animali o cose è formato, scegliendo dall’elenco. api • clienti • giocatori • navi • alberi • mucche • foglie • musicisti • giudici • fogli 1. Lo sciame è un gruppo di . . . . . . . . . . . . . . . . 2. Giacomo Leopardi ...................... 2. La flotta è formata da . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Venezia ...................... 3. La squadra è formata da . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. Ferrari ...................... 4. La mandria è formata da . . . . . . . . . . . . . . . . 5. Juventus ...................... 5. La risma è un insieme di . . . . . . . . . . . . . . . . . 6. Danubio ...................... 6. La clientela è formata da . . . . . . . . . . . . . . . . 7. Sicilia ...................... 7. La giuria è un gruppo di . . . . . . . . . . . . . . . . . 8. montagna .Everest ..................... 8. Il fogliame è formato da . . . . . . . . . . . . . . . . . 9. lago ...................... 9. Il bosco è formato da . . . . . . . . . . . . . . . . . 10. cantante ...................... 10. L’orchestra è un gruppo di . . . . . . . . . . . . . . . Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 249 L’italiano per studiare bottiglia Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 Il genere del nome 26-02-2008 12:07 Pagina 250 5 TUTTI I NOMI IN ITALIANO HANNO UN GENERE GRAMMATICALE, CIOÈ SONO MASCHILI OPPURE FEMMINILI. QUANDO IL NOME INDICA UNA PERSONA O UN ANIMALE, È FACILE SAPERE QUAL È IL GENERE GRAMMATICALE, PERCHÉ QUASI SEMPRE COINCIDE CON IL SESSO REALE. Sono di genere maschile i nomi di persone e di animali di sesso maschile: uomo, padre, fratello, amico, professore, operaio, dottore cane, leone, gallo, cavallo, gatto, lupo Sono di genere femminile i nomi di persone e di animali di sesso femminile: donna, madre, sorella, amica, professoressa, operaia, dottoressa Invece, quando il nome indica una cosa, un oggetto, un’azione, un’idea, una qualità ecc. può essere maschile o femminile; in questo caso il genere è solo una categoria grammaticale. È però importantissimo sapere il genere del nome, perché in italiano esiste la concordanza, cioè l’obbligo di mettere insieme parole tutte maschili oppure tutte femminili: una donna (articolo femminile + nome femminile) cagna, leonessa, gallina, cavalla, gatta, lupa, mucca 250 il gatto (articolo maschile + nome maschile) L’italiano per studiare Come facciamo a riconoscere il genere? Possiamo guardare come finisce il nome, cioè la sua desinenza. Quando la desinenza non dà una risposta sicura, bisogna guardare sul dizionario. I nomi con desinenza… sono di genere… Esempi Eccezioni -o quasi sempre maschile il libro, il letto, il compagno, lo studio, lo zio, il tavolo, il cielo, il gioco, l’albero, l’occhio la mano, la radio, l’eco la moto, la foto, l’auto -a generalmente femminile la mamma, la scuola, la maglia, l’acqua, la ragazza, la penna, la pasta, la merenda il problema, il diploma, il clima, il papa, il profeta, il poeta, il pilota, l’elettricista, l’autista, il pigiama -à generalmente femminile la città, l’onestà, la sincerità, la metà il papà -e, -è maschile il sole, il pane, il dente, il giornale, il caffè o femminile la luce, la carne, la pelle, la soluzione maschile lo sci, il lunedì, il brindisi o femminile l’analisi, l’oasi generalmente femminile la gioventù, la servitù, la virtù -i, -ì -ù il caucciù Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 251 Grammatica 5 01 • Inserisci l’articolo o la desinenza necessari. 1. la lezion . . . 2. . . . . . problema 3. il poet . . . 11. . . . . . videogioco 12. . . . . . giovedì 13. la soluzion . . . . . . . . operaio 14. . . . . . pilota 5. il giornalist . . . 15. . . . . . parrucchiera 6. il cugin . . . 16. . . . . . salame 4. 7. . . . . . formaggio 17. il pomodor . . . 8. . . . . . mano 18. 9. lo zuccher . . . . . . . . clima 19. lo student . . . 10. la carn . . . 20. . . . . . bontà 02 • Nel brano che segue le parole in corsivo sono nomi. Sottolinea in blu i nomi maschili e in rosso i nomi femminili. (adattato dalla «Domenica del Corriere», 11 luglio 1965) 03 • Inserisci nella tabella i seguenti nomi in base al genere grammaticale, riconoscendo se dipende dal sesso (della persona o dell’animale) oppure se è solo una categoria grammaticale. corpo • cervello • televisione • cugino • foglio • sete • elefante • asino • pioggia • impiegato • medico • gallina • calore • zia • leonessa • segretaria Genere maschile femminile Dipende dal sesso della persona Dipende dal sesso dell’animale È solo una categoria grammaticale ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 251 L’italiano per studiare Un incredibile incidente è avvenuto all’aeroporto del Cairo. Per non investire un cammello che trotterellava da solo sulla pista, il pilota di un aereo che stava decollando ha sbandato ed è finito sulla sabbia, atterrando malamente sulla pancia, perché il carrello con le ruote era ormai stato ritirato. Non ci sono state vittime, ma il velivolo ha subito gravi danni. Non si sa da quale carovana sia fuggito l’animale, che – apparendo all’improvviso – ha spaventato il pilota, costringendolo ad una manovra d’emergenza, per evitare un investimento che sarebbe stato molto pericoloso. L’aeroporto è rimasto chiuso due ore per sgomberare la pista e riattivare il traffico. Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 252 Il genere del nome: dal maschile al femminile 6 I NOMI DI PERSONA E I NOMI DI ANIMALE HANNO DUE GENERI, UNO MASCHILE E UNO FEMMINILE. POSSIAMO PASSARE DAL NOME MASCHILE (QUELLO INDICATO COME FORMA PRINCIPALE SUL DIZIONARIO) AL NOME FEMMINILE IN VARI MODI. Come facciamo a trasformare il genere, cioè a passare dal maschile al femminile? LA FORMA • Nomi che cambiano la desinenza (nomi mobili) 252 Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile -o bambino impiegato gatto -a bambina impiegata gatta -tore attore pittore scrittore -trice attrice pittrice scrittrice -a poeta duca -essa poetessa duchessa -e signore infermiere -a signora infermiera -e leone principe -essa leonessa principessa -o avvocato -essa avvocatessa L’italiano per studiare • Nomi con due forme completamente diverse (nomi indipendenti) padre madre fratello sorella toro mucca uomo donna genero nuora montone pecora marito moglie frate suora celibe nubile • Nomi con la stessa forma, nei quali si distingue il genere con l’articolo (nomi di genere comune) il cantante la cantante il pediatra la pediatra l’insegnante l’insegnante il nipote la nipote il dirigente la dirigente l’artista l’artista • Nomi con la stessa forma, che vale per entrambi i sessi (nomi di genere promiscuo) (Con questi nomi, se è proprio necessario distinguere il sesso, si dice il leopardo maschio e il leopardo femmina). il leopardo la marmotta la balena il topo l’usignuolo lo squalo la volpe l’oca Attenzione: Le cose non hanno sesso e quindi hanno un unico genere, o maschile o femminile. Però ci sono parole simili e di genere diverso (il colpo / la colpa): in questo caso si ha un falso cambiamento di genere, perché il significato cambia completamente. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 253 Grammatica 6 01 • Questi nomi hanno un significato completamente diverso se si cambia il genere. Con l’aiuto del dizionario, prova a scrivere una frase per ognuno dei due significati. 1. Il pasto ...................................... La pasta ..................................... 2. Il mostro .................................... La mostra 3. Il pizzo La pizza 4. Il palo ....................................... 9. Il colpo ...................................... ..................................... ...................................... 10. La banca .................................... ..................................... ...................................... 5. Il busto ...................................... ..................................... ....................................... La casa ...................................... 7. Il punto ..................................... La punta La vela La colpa La pala 6. Il caso ........................................ ................................... ....................................... La busta 8. Il velo ..................................... Il banco ..................................... 11. Il capitale ................................... La capitale 12. Il torto .................................. ....................................... La torta ...................................... 13. Il soffitto .................................... La soffitta 14. Il suolo La suola ................................... ...................................... ..................................... Maschile Femminile Maschile Femminile 1. il ragazzo la ragazza 15. il gallo la gallina 2. il cavallo ................... 16. il re ................... 3. l’elefante ................... 17. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la cugina 4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la lettrice 18. il cane ................... 5. il bidello ................... 19. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la maestra 6. lo zio ................... 20. il giornalista ................... 7. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la telefonista 21. il lattaio ................... 8. il fidanzato ................... 22. il sarto ................... 9. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la contadina 23. il suonatore ................... 10. lo sciatore ................... 24. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la pianista 11. il regista ................... 25. il panettiere ................... 12. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la professoressa 26. il preside ................... 13. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la biologa 27. lo studente ................... 14. il segretario ................... 28. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la nonna Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore L’italiano per studiare 02 • Completa la tabella inserendo le forme mancanti. Se non le conosci, guarda sul dizionario o chiedi aiuto a un compagno. 253 Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 Il numero del nome 26-02-2008 12:07 Pagina 254 7 TUTTI I NOMI IN ITALIANO HANNO UN NUMERO GRAMMATICALE, CIOÈ QUALCOSA CHE INDICA SE SONO SINGOLARI O PLURALI. L’ELEMENTO CHE INDICA IL NUMERO È LA DESINENZA DELLA PAROLA. Il numero di un nome è: • singolare quando il nome indica una sola persona o una sola cosa Ci sono però parecchi nomi che non cambiano, cioè hanno il singolare e il plurale uguali: si chiamano nomi invariabili: il fratello, il cane, la bambina, la matita il re / i re • plurale quando il nome indica più di una per- la città / le città sona o più di una cosa il caffè / i caffè i fratelli, i cani, le bambine, le matite Come si passa dal singolare al plurale di un nome? Dobbiamo guardare come finisce il nome, cioè dobbiamo considerare la sua desinenza. I nomi con la desinenza al singolare: 254 L’italiano per studiare al plurale hanno la desinenza: Esempi -a -i se sono maschili -e se sono femminili problema/problemi donna/donne -o -i libro/libri -e -i cane/cani -i -i crisi/crisi analisi/analisi -ca/-ga -chi/-ghi se sono maschili -che/-ghe se sono femminili collega/colleghi duca/duchi banca/banche cronaca/cronache -co/-go -chi/ghi se hanno l’accento sulla penultima sillaba gioco/giochi elenco/elenchi -ci/-gi se hanno l’accento sulla terzultima sillaba sindaco/sindaci medico/medici Casi particolari: Eccezioni: amico/amici incarico/incarichi obbligo/obblighi profugo/profughi -loghi se sono cose dialogo/dialoghi -logi se sono persone psicologo/psicologi -ce/-ge se prima c’è una consonante mancia/mance pioggia/piogge -cie/-gie se prima c’è una vocale valigia/valigie camicia/camicie -cìa/-gìa - cìe/-gìe farmacia/farmacie bugia/bugie -io -i figlio/figli bacio/baci -ìo -ii zio/zii pendio/pendii -logo -cia/-gia Nomi irregolari uomo/uomini bue/buoi paio/paia dio/dei uovo/uova braccio/braccia Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 255 Grammatica 7 01 • Volgi al plurale i seguenti nomi singolari. 1. l’omicida 2. l’uomo .................................... ...................................... 3. la borsetta 4. il pino .................................. ....................................... 13. lo zaino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14. il semaforo .................................. 15. la goccia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16. il guadagno ................................. 5. la ciliegia .................................... 17. la lavatrice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6. la scodella ................................... 18. il giornale 7. la pioggia ................................... 19. la freccia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ................................... 8. il giornalista ................................ 20. il dizionario 9. l’automobile ................................ 21. la pallina 10. il lampadario ............................... 22. il frigorifero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11. la principessa ............................... 23. la ringhiera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................................. 24. la scarpa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12. il rubinetto 02 • Volgi al plurale i nomi singolari e al singolare i nomi plurali. .................................... 03 • Indica (✓) il plurale corretto. 1. doccia ........................ 2. l’infermiera ........................ b. doccie 2. geologo 3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . i dottori 4. l’infermiere ........................ 5. la medicina ........................ 6. la farmacia ........................ 7. il farmacista ........................ 8. ..................... i farmaci 9. l’iniezione ........................ 10. lo sciroppo ........................ 11. ..................... le pastiglie 12. la radiografia ........................ 13. l’analisi ........................ 14. la goccia ........................ 15. l’ambulatorio ........................ 16. ....................... 17. il pediatra 18. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . i cardiologi a. geologi b. geologhi 3. buccia a. bucce b. buccie 4. portafoglio a. portafogli b. portafoglii 5. dizionario a. dizionarii b. dizionari 6. brontolio a. brontoli b. brontolii 7. traffico a. traffici b. traffichi 8. focaccia a. focacce b. focaccie 9. rasoio gli ospedali ........................ a. docce a. rasoi b. rasoii 10. vocabolario a. vocabolarii b. vocabolari Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 255 L’italiano per studiare 1. il medico ................................. Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 La struttura del nome 12:07 Pagina 256 8 I nomi sono composti da parti che possiamo dividere e spiegare: • la radice, che è la parte della parola che esprime il suo significato; • la desinenza, che è la parte della parola che indica le sue caratteristiche grammaticali (genere e numero) Ad esempio, nei nomi: casa ragazzo mare libri CAS RAGAZZ MAR LIBR sono le radici, che ci fanno capire di che cosa parliamo, mentre A è la desinenza che ci indica che il nome CASA è singolare femminile O è la desinenza che ci indica che il nome RAGAZZO è singolare maschile E è la desinenza che ci indica che il nome MARE è singolare maschile I è la desinenza che ci indica che il nome LIBRI è plurale maschile I nomi come questi (composti solo dalla radice e dalla desinenza) si chiamano nomi primitivi. Partendo da questi nomi fondamentali si sono formati tutti gli altri nomi. Ad esempio: PORT 256 è un nome primitivo A radice + desinenza L’italiano per studiare PORT IER E radice + suffisso + desinenza S PORT ELL O prefisso + radice + suffisso + desinenza sono nomi derivati, cioè nomi con prefissi e suffissi che li fanno diventare nomi nuovi con un altro significato. Il prefisso un elemento che si mette prima della radice: il suffisso è un elemento che si mette dopo la radice. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°01-08_240_257:Schede n°01-08_240_257 26-02-2008 12:07 Pagina 257 Grammatica 8 01 • Da quali nomi primitivi nascono i seguenti gruppi di nomi derivati? 1. maglieria, magnifico, maglierista derivano da .maglia ..................................... 2. ventilatore, ventaglio, ventata derivano da . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. panettiere, panettone, panificio derivano da . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. cavalletto, cavaliere, cavalluccio derivano da . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. acquitrino, acquazzone, acquario derivano da . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6. scalone, scalinata, scalino derivano da . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7. marinaio, mareggiata, maremoto derivano da . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8. casolare, casato, casalinga derivano da . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 02 • Unisci con una freccia ogni nome primitivo della prima colonna con il suo derivato nella seconda colonna. a. testata b. occhiali c. barbiere d. ditale e. braccialetto f. pedone g. collana h. dentista i. orecchino j. maniglia 257 L’italiano per studiare 1. dente 2. braccio 3. piede 4. occhio 5. collo 6. dito 7. barba 8. testa 9. mano 10. orecchio 03 • Completa la tabella, con l’aiuto del dizionario. Nome primitivo 1. città Nomi derivati cittadino cittadinanza concittadino 2. fiore 3. lavoro 4. erba 5. carta 6. occhio 7. latte 8. pane 9. libro 10. dente Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°09-11_258_263:Schede n°09-11_258_263 26-02-2008 12:09 Pagina 258 Gli aggettivi qualificativi 9 GLI AGGETTIVI SONO PAROLE CHE SERVONO A DESCRIVERE MEGLIO IL NOME, SPIEGANDO LE SUE QUALITÀ E CARATTERISTICHE. BUONO, CATTIVO, STUPIDO, INTELLIGENTE, GIOVANE, VECCHIO SONO AGGETTIVI. Gli aggettivi qualificativi non solo descrivono, ma specificano meglio il nome, che da generico diventa più preciso. Devo stirare le camicie. (le camicie in generale) Devo stirare le camicie nuove. (solo quelle nuove e non quelle vecchie) Gli aggettivi (come gli articoli e come i nomi) possono essere singolari o plurali, maschili o femminili e devono sempre concordare con il nome al quale si riferiscono. Questo vuol dire che , se mettiamo insieme un articolo, un nome e un aggettivo, essi devono essere uguali, cioè tutti e tre maschili, oppure tutti e tre femminili, e tutti e tre singolari o plurali. Articolo Nome Aggettivo Articolo Nome Aggettivo il ragazzo simpatico i ragazzi simpatici maschile maschile maschile maschile maschile maschile singolare singolare singolare plurale plurale plurale Articolo Nome Aggettivo Articolo Nome Aggettivo la ragazza simpatica le ragazze simpatiche femminile femminile femminile femminile femminile femminile singolare singolare singolare plurale plurale plurale 258 L’italiano per studiare LA FORMA In italiano ci sono due gruppi di aggettivi, che formano il femminile e il plurale in modo diverso. Aggettivi che al maschile singolare hanno la desinenza: Femminile singolare Maschile plurale Femminile plurale -o -a -i -e nuovo nuova nuovi nuove -e -e -i -i intelligente intelligente intelligenti intelligenti Attenzione: L’USO L’aggettivo egoista ha un solo singolare (egoista), ma due plurali (egoisti al maschile e egoiste al femminile): Quell’uomo è un vero egoista. Alice è un’egoista. ma: Quegli uomini sono egoisti. Alice e Clara sono egoiste. Quando un aggettivo non si riferisce a un nome solo, ma a due o più nomi si mette al: • plurale maschile se i nomi sono maschili Un libro e un quaderno nuovi • plurale femminile se i nomi sono femminili Una penna e una matita nuove • plurale maschile se i nomi sono uno maschile e uno femminile Una penna e un libro nuovi Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°09-11_258_263:Schede n°09-11_258_263 26-02-2008 12:09 Pagina 259 Grammatica 9 01 • Completa la tabella. singolare plurale singolare plurale 1. giornata faticosa .giornate . . . . . . . . . . . .faticose ................... 5. stella luminosa ................................ 2. bella canzone ................................ 6. stanza buia ................................ 3. alloggio piccolo ................................ 7. donna noiosa ................................ 4. occhio azzurro ................................ 8. esercizio difficile ................................ 02 • Completa la tabella. 1. il nuovo compagno la nuova compagna i nuovi compagni le nuove compagne 2. il ragazzo antipatico ............................. ............................. ............................ 3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . l’insegnante severa ............................. ............................ 4. l’operaio puntuale ............................ ............................ ............................ 5. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................ i bambini allegri ............................ 6. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . l’allieva intelligente ............................ ............................ 1. Sul balcone ho molti vasi . . . . . . . . . . . . . . . . . (pieno) di fiori . . . . . . . . . . . . . . . . . (rosso). 2. Sono passati due camion molto . . . . . . . . . . . . . . . . . (veloce) e . . . . . . . . . . . . . . . . . (rumoroso). 3. Maddalena ha avuto delle occasioni . . . . . . . . . . . . . . . (favorevole) di lavoro, ma non le ha accettate. 4. Questi biscotti sono troppo . . . . . . . . . . . . . . . . . (dolce). 5. Francesca fa sempre delle telefonate così . . . . . . . . . . . . . . . . . (lunga) che suo padre si arrabbia. 04 • Riscrivi le seguenti frasi, trasformando al femminile tutti gli elementi possibili (articoli, nomi, aggettivi). 1. Mio cugino è un ragazzo intelligente, ma troppo vanitoso. .......................................................................................................... 2. Il gatto di Bruno è piccolo, nero e molto affettuoso. .......................................................................................................... 3. Piero e Giovanni sono i compagni più simpatici e divertenti della classe. .......................................................................................................... 4. Il fratello di Paolo fa il cassiere in banca. .......................................................................................................... 5. Il dottor Pezzano è un pediatra molto competente e preparato. .......................................................................................................... Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 259 L’italiano per studiare 03 • Completa le frasi inserendo l’aggettivo tra parentesi concordato al nome a cui si riferisce. Schede n°09-11_258_263:Schede n°09-11_258_263 I gradi dell’aggettivo 26-02-2008 12:09 Pagina 260 10 GLI AGGETTIVI QUALIFICATIVI POSSONO ESPRIMERE IN MODO GENERALE COME SONO UNA PERSONA O UN COSA, MA ANCHE PRECISARE QUANTO LA PERSONA O LA COSA SONO IN QUEL MODO, CIOÈ IN QUALE MISURA E GRADO POSSIEDONO UNA CERTA QUALITÀ. Riguardo a una stessa casa possiamo dire: ➜ Questa casa è più grande della casa di Rosi. ➜ Questa casa è meno grande della mia. ➜ Questa casa è grande come quella di papà. ➜ Questa casa è grandissima. ➜ Questa casa è la più grande del paese. ➜ aggettivo di grado positivo IL COMPARATIVO IL SUPERLATIVO Il grado comparativo si usa quando si fa il confronto, il paragone tra due elementi, che si chiamano primo e secondo termine di paragone. Il superlativo può essere di due tipi: Questa casa è grande. Il comparativo può essere di tre tipi: 260 • comparativo di maggioranza L’italiano per studiare quando il primo termine di paragone (questa casa) possiede la qualità (grande) in misura maggiore rispetto al secondo termine (la casa di Rosi) aggettivo di grado comparativo aggettivo di grado comparativo aggettivo di grado comparativo aggettivo di grado superlativo aggettivo di grado superlativo • superlativo relativo quando una persona o una cosa possiede una qualità al massimo o al minimo grado in rapporto a un gruppo di persone o di cose Questa pizza è la più buona di tutte. Oggi è il giorno più corto dell’anno. Salvatore è il meno simpatico tra gli amici di mio figlio. Questa casa è più grande della casa di Rosi. quando il primo termine di paragone (questa casa) possiede la qualità (grande) in misura minore rispetto al secondo termine (la mia) • superlativo assoluto quando una persona o una cosa possiede una qualità al massimo grado e non facciamo il confronto con altri Questa casa è meno grande della mia. Oggi è una giornata freddissima. • comparativo di minoranza • comparativo di uguaglianza Ugo era simpaticissimo. quando il primo termine di paragone (questa casa) possiede la qualità (grande) in misura uguale rispetto al secondo termine (quella di papà) Questa casa è grande come quella di papà. Il superlativo assoluto si forma in vari modi: Quando facciamo dei paragoni il primo e il secondo termine sono collegati tra di loro da: • di: se paragoniamo due nomi o due pronomi Emilia è più elegante di Adriana. • sostituendo alla desinenza dell’aggettivo di grado positivo la desinenza -issimo del grado superlativo: caro/carissimo; gentile/gentilissimo Io sono più paziente di te. • che: se paragoniamo due verbi o due aggettivi Nuotare è più divertente che prendere il sole. Davide è più simpatico che bello. • mettendo davanti all’aggettivo di grado posi- tivo: molto, estremamente, immensamente, incredibilmente… : caro/molto caro; gentile/ incredibilmente gentile Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°09-11_258_263:Schede n°09-11_258_263 26-02-2008 12:09 Pagina 261 Grammatica 10 01 • Scrivi il comparativo di maggioranza e il superlativo assoluto degli aggettivi seguenti. Grado positivo Grado comparativo Grado superlativo Grado positivo Grado comparativo Grado superlativo 1. amaro più amaro amarissimo 5. digeribile ................ . . . ... ................ . . . .. ................ . . . ... ................ . . . ... 6. pesanti ................ . . . ... ................ . . . .. ................ . . . ... ................ . . . ... 7. faticosa ................ . . . ... ................ . . . .. ................ . . . ... .................... ................ . . . ... .................... il ghiaccio l’Africa l’oro l’uva . 2. luminosa . 3. antichi . 4. strane lucido . .8. .. 02 • Scrivi il superlativo relativo dei seguenti aggettivi. 1. piccolo ...................................... 2. divertente ................................... 4. chiari ........................................ 5. golose ....................................... 6. povera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7. giovane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8. gustoso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9. spiritosi ..................................... 10. utili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . l’Oceania l’argento la luna il Cervino 04 • Con le coppie di parole che seguono inventa delle frasi facendo dei paragoni. 1. leopardo / gatto Il leopardo è più pericoloso del gatto. .................................................. Il gatto è meno grosso del leopardo. .................................................. 2. Roma / Bologna .................................................. .................................................. 3. mio cugino / tuo fratello .................................................. .................................................. 03 • Unisci con una freccia ogni nome della prima colonna ad un aggettivo della seconda colonna e poi a un nome della terza colonna, formando delle frasi comparative (di maggioranza, di minoranza, di uguaglianza), che scriverai sul tuo quaderno. alto luminoso popolosa prezioso .................................................. .................................................. 5. estate / primavera .................................................. .................................................. Il sole è più luminoso della luna. .................................................. il gatto l’Everest il sole l’erba 4. Stefano / Piergiorgio la tartaruga la banana le foglie l’acqua 6. mare / lago .................................................. .................................................. 7. ciliegia / mela Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 261 L’italiano per studiare 3. nera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . veloce verde dolce freddo Schede n°09-11_258_263:Schede n°09-11_258_263 I pronomi 26-02-2008 12:09 Pagina 262 11 IL PRONOME È UNA PAROLA CHE SI USA AL POSTO DI UN NOME PER NON RIPETERLO E RENDERE LA FRASE PIÙ SEMPLICE E SCORREVOLE. Una frase come: Laura ha restituito a Piero i soldi; i soldi Piero aveva imprestato a Laura. è complicata e poco chiara. Sostituendo i nomi in neretto con pronomi, diventa: Laura ha restituito a Piero i soldi che lui le aveva imprestato. I pronomi possono sostituire non solo un nome, come nei casi visti finora, ma anche altre parole o addirittura delle frasi intere: • un aggettivo La medicina mi sembrava cattiva, ma in realtà non lo è. • un altro pronome I PRONOMI PERSONALI SOGGETTO I pronomi personali possono essere usati per indicare chi fa un’azione: in questo si chiamano pronomi personali soggetto. 1a persona singolare io 2a persona singolare tu 3a persona singolare { maschile egli, lui, esso femminile ella, lei, essa 1a persona plurale a 2 persona plurale 262 • voi L’italiano per studiare { maschile essi, loro Mangia questo, che è più buono. un verbo noi 3a persona plurale femminile esse, loro Alberto ieri doveva studiare, ma non l’ha fatto. • una frase I bambini hanno sporcato dappertutto, e questo non va bene. Ci sono molti tipi di pronomi: personali, possessivi, dimostrativi, indefiniti, relativi, interrogativi. Attenzione: Nella 3a persona le forme egli/ella e essi/esse usate soprattutto in passato per indicare persone e esso/essa per indicare cose sono oggi sostituite – nella lingua parlata – da lui, lei, loro. I PRONOMI PERSONALI I pronomi personali indicano le persone del discorso: • io, me, mi, noi, ci si riferiscono a chi parla o scrive; • tu, te, ti, voi, vi si riferiscono a chi ascolta o legge; • egli, lui, esso, lo, gli, si, ella, lei, essa, la, le, essi, esse, loro, li si riferiscono alla persona o alla cosa di cui si parla o si scrive. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°09-11_258_263:Schede n°09-11_258_263 26-02-2008 12:09 Pagina 263 Grammatica 01 • Inserisci il pronome personale soggetto adatto davanti a ogni forma verbale. 11 03 • Completa le seguenti frasi con il pronome personale soggetto adatto. 1. . . . . . . . . gli ha promesso un lavoro. 1. . . . . . andavo 13. . . . . . avevano 2. . . . . . ha studiato 14. . . . . . siete 3. . . . . . ridono 15. . . . . . siete ritornati 4. . . . . . è stato 16. . . . . . scrive 5. . . . . . scrivete 17. . . . . . hai fatto 6. . . . . . siamo partiti 18. . . . . . facevo 7. . . . . . andiamo 19. . . . . . dorme 8. . . . . . bevo 20. . . . . . fanno 9. . . . . . abbiamo dormito 21. . . . . . studia 10. . . . . . mangi 22. . . . . . andava 11. . . . . . balla 23. . . . . . sono andato 12. . . . . . ho scritto 24. . . . . . beve 2. Avevo perso i documenti, ma . . . . . . . . li ha trovati nell’atrio. 3. . . . . . . . . non so proprio più che cosa fare per convincerlo a rimanere. 4. . . . . . . . . abbiamo deciso di iscriverci al corso di musica, e ........? 5. I carabinieri hanno cercato di inseguire il ladro, ma . . . . . . . . è riuscito a scappare. 6. . . . . . . . . è intelligente e simpatica, mentre ........è veramente uno stupido. 7. . . . . . . . . siamo nati a Casablanca, ........ invece è tunisino. 1. L’oculista . . . . . . . . mi ha visitato l’altro ieri. 2. Giulia . . . . . . . . ci ha invitati a pranzo per domenica. 3. Franco e sua moglie . . . . . . . . hanno più di ottant’anni. 4. In questo periodo il muratore . . . . . . . . non lavora. 5. Rocky è il cane del benzinaio: Rocky . . . . . . . . sta tutto il giorno al distributore. 6. Il presidente . . . . . . . . ha fatto un’importante dichiarazione. 7. Luisa . . . . . . . . è mia amica da vent’anni. 8. I sindacati . . . . . . . . hanno deciso di continuare lo sciopero. 9. Marco . . . . . . . . fa il cameriere in un albergo al mare. 10. I miei genitori . . . . . . . . sono in pensione. 8. Sono stufo di mettere in ordine sempre io; oggi fatelo ........ . 04 • In italiano non è obbligatorio (come in francese, in inglese e in altre lingue) indicare sempre il pronome soggetto; molto spesso – quando è chiaro di chi si parla – non si dice, cioè si lascia sottinteso. Nelle seguenti frasi cancella i pronomi personali soggetto che non sono necessari. 1. Io sono italiano, e tu? 2. Io avevo un gatto che si chiamava Ulisse e lui era rosso e bianco. 3. Oggi io devo lavare i piatti. 4. Oggi devo lavare i piatti io. 5. Io ho portato il caffè a Stefano e lui mi ha ringraziata moltissimo. 6. Noi abbiamo affittato una casa nuova e noi domani traslocheremo. 7. Se tu studi qualche ora oggi, tu domani sarai libero di andare alla partita. 8. Non è lui che ha vinto la gara, ma quel ragazzo biondo che è seduto là. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 263 L’italiano per studiare 02 • Sostituisci ai nomi comuni o propri in neretto il pronome personale soggetto corrispondente. Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 26-02-2008 12:10 Pagina 264 I pronomi personali complemento diretto 12 QUANDO I PRONOMI PERSONALI SI USANO COME COMPLEMENTO DIRETTO HANNO LA FUNZIONE DI COMPLEMENTO OGGETTO DELLA FRASE. LA FORMA 1a persona singolare a 1a persona plurale mi 2 persona singolare ti 3a persona singolare { maschile femminile a ci 2 persona plurale vi 3a persona plurale { lo la maschile li femminile le Noi guardiamo la televisione. = Noi la guardiamo. Giovanna ama molto i figli = Giovanna li ama molto. Loro comprano il pane arabo. = Loro lo comprano. Giorgio accompagna le sue sorelle a scuola. = Giorgio le accompagna a scuola. I pronomi di 3a persona singolare lo/la diventano l’ quando sono seguiti dal verbo avere: 264 Lo ho fatto = L’ho fatto La hanno sentita = L’hanno sentita Lo abbiamo detto = L’abbiamo detto La avevo portata = L’avevo portata L’italiano per studiare Attenzione: Qualche volta è possibile anche usare le forme. me, te, lui/lei, noi, voi, loro se si vuole dare molto risalto al pronome. Noi vediamo lei. invece di ‘Noi la vediamo.’ = Vediamo proprio lei, vediamo lei e non altri. Io amo te. invece di ‘Io ti amo.’ = Amo solo te, amo te e non altri. L’USO I pronomi diretti si mettono: • prima del verbo (e staccati dal verbo) se il verbo è all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale Mangio il panino. = Lo mangio. Se mangiassi il panino? = Se lo mangiassi? Mangerei il panino. = Lo mangerei. • dopo il verbo (e uniti al verbo) se il verbo è all’infinito, all’imperativo o al gerundio Posso mangiare il panino. = Posso mangiarlo. Mangia il panino! = Mangialo! Mangiando il panino non avrai più fame. = Mangiandolo non avrai più fame. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 26-02-2008 12:10 Pagina 265 Grammatica 12 01 • Completa le seguenti frasi con il pronome personale complemento corretto. Facciamo una festa a scuola… 1. Chi porta la coca-cola e l’aranciata? . . . . . . . porta Youssef. 5. Chi porta la torta? . . . . . . . porta Daniela. 2. Chi porta i bicchieri? . . . . . . . porta Vittoria. 3. Chi porta i tovaglioli di carta? . . . . . . . porta 4. Chi porta le patatine?. . . . . . . porta Florina. Cristina. 6. Chi porta le pizzette e le frittelle? . . . . . . . porta Rafael. 7. Chi porta il gelato? . . . . . . . porta Karen. 02 • Completa le seguenti frasi con un pronome personale complemento di 3a persona, facendo attenzione alla differenza tra uso al presente e uso al passato. Passato prossimo 1. Mangi il pesce? No, non . . . . . . mangio mai. Sì, . . . . . . ho mangiato domenica. 2. Mangi la pasta? Sì, . . . . . . mangio quasi tutti i giorni. Oggi no, ma . . . . . . ho mangiata ieri. 3. Mangi il tiramisù? Non . . . . . . mangio perché è troppo grasso. Sì, . . . . . . ho mangiato qualche volta al ristorante. 4. Mangi le banane? Sì, . . . . . . mangio, ma in Italia non sono buone. Sì, . . . . . . ho mangiate oggi a merenda. 5. Mangi i cioccolatini? Sì, . . . . . . mangio tutte le volte che posso. Sì, Anna ne ha portati a scuola e . . . . . . ho mangiati tutti io. 03 • Completa le seguenti frasi con il pronome personale complemento corretto. 2. Se hai bisogno di un quaderno, compra . . . . ! 1. Matteo e Simone dipingono con le tempere. 4. Se volete dei pennarelli nuovi, comprate . . . . ! Io invece non . . . . . . . ho mai usate. 5. Se hai dimenticato il biglietto, compra . . . . ! 3. Se manca il latte, compriamo . . . . ! 2. Non so fare le equazioni. Non . . . . . . . abbiamo ancora studiate. 3. Non ho portato il vocabolario, . . . . . . . dimentico sempre. 05 • Completa le seguenti frasi con il pronome personale complemento adatto. 1. Sono ammalata da due giorni e mia 4. Ruth ha sbagliato il problema. mamma vuole portar . . . . dal medico. Non . . . . . . . ha proprio capito. 2. Il gatto è in casa, ma io non riesco 5. Joseph ha le scarpe da ginnastica nuove. a trovar . . . . . . . . . . . . ha 3. Perché i vostri genitori vogliono portar . . . . comprate ieri. in montagna, se non vi piace? 04 • Completa le seguenti frasi con il pronome personale complemento corretto. 4. Non ho capito questa spiegazione anche 1. Se ti piace quella maglietta, compra . . . . ! 5. Le rose erano appassite e . . . . ho buttate via. se la professoressa . . . . ha ripetuta due volte. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 265 L’italiano per studiare Presente Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 26-02-2008 12:10 Pagina 266 I pronomi personali complemento indiretto 13 ECCO LA FORMA DEI PRONOMI PERSONALI QUANDO DI USANO COME COMPLEMENTO INDIRETTO. LA FORMA Forma debole Forma forte 1 persona singolare mi (= a me) me (a me, di me, con me, per me…) 2a persona singolare ti (= a te) te (a te, di te, con te, per te…) 3a persona singolare masch. gli (= a lui) lui/sé (a lui, a sé, di lui, di sé…) femm. le (= a lei) lei/sé (a lei, a sé, di lei, di sé…) a ne (= di/da lui; di/da lei) a 1 persona plurale ci (= a noi) noi (a noi, di noi, con noi, per noi…) 2a persona plurale vi (= a voi) voi (a voi, di voi, con voi, per voi…) gli (= a loro) loro (a loro, di loro, con loro, per loro…) a 3 persona plurale ne (= di/da loro) Vedi Scheda 14, Ci e Ne. 266 L’italiano per studiare L’USO La forma debole si usa solo per indicare il complemento di termine (a chi?). La forma forte si usa per tutti i complementi introdotti da una preposizione: Telefonerò a voi domani = Vi telefonerò domani. Vengo con te. Abbiamo parlato molto di voi. Porta le fotocopie a noi = Portaci le fotocopie. Come abbiamo già visto per i pronomi personali diretti, anche i pronomi personali con valore di complemento di termine si possono mettere: Questo regalo è per lei. Attenzione: Alla 3a persona si usa sé (invece di lui/lei) quando il pronome si riferisce al soggetto della frase: • prima del verbo (e staccati dal verbo) se il verbo è all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale Michele pensa solo a sé. Sé è Michele stesso, quindi la frase vuol dire che Michele pensa solo a sé stesso, e non agli altri, perché è un egoista. gli dico se gli dicessi gli direi • dopo il verbo (e uniti al verbo) se il verbo è Invece: Michele pensa solo a lui. Lui non è Michele ma un’altra persona, per esempio suo figlio, suo fratello, un suo amico… all’infinito, all’imperativo o al gerundio dirgli digli dicendogli Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 26-02-2008 12:10 Pagina 267 Grammatica 01 • Completa le frasi cerchiando il pronome giusto tra le alternative proposte. 1. Il dottore non c’è. Quando torna, gli / le dirò che hai telefonato. 2. Vorrei una maglietta. Me / Mi piacerebbe viola. 3. È arrivato lo zio. Le / Gli / Li hai già parlato? 4. Sono andato dalla professoressa e le / gli / ci ho raccontato tutto. 5. Luca è offeso con te. Devi chiedergli / chiederle / chiederci scusa. 6. Se volete vi / ve impresto le mie cassette. 7. Giulia è insopportabile. Parla di lei / sé continuamente. 8. Tutti vogliono venire con te / ti / tu perché sei molto simpatico. 02 • Completa le frasi con il pronome personale complemento corretto. ho portato i soldi che mancavano. 2. José è tornato dal farmacista e . . . . . . . . ha detto che le medicine non andavano bene. 3. Se venite a casa mia, . . . . . . . . faccio provare il mio computer nuovo. 4. . . . . . . . . restituisci i soldi che ti ho 3. Se avete deciso di chiedere scusa a Fatima, parlate . . . . ora. 4. Se continuate a dir . . . . un mucchio di bugie, come posso fidarmi di voi? 5. Posso telefonar . . . . verso le sette o dormite ancora? 6. Dicendo . . . . queste cose, lo hai fatto arrabbiare. 04 • Riscrivi le seguenti frasi sostituendo alle parole sottolineate i pronomi personali complemento adatti. 1. Giovanna ha quattro figli e parla sempre dei quattro figli. ............................................. 2. Ho telefonato a Rosa e ho detto a Rosa che passerò domani a trovarla. 267 ............................................. L’italiano per studiare 1. Sono andato dal tabaccaio e . . . . . . . . 3. Mettiti d’accordo con Mario per andare al cinema con Mario. ............................................. 4. Alina ha salutato Olga, ma lei non ha risposto a Alina. ............................................. imprestato? 5. . . . . . . . . telefono domani per sapere se puoi venire al cinema. 6. Siamo molto contenti perché 13 5. L’avvocato ha convocato il cliente per spiegare al cliente a che punto è la causa. ............................................. la professoressa Tallone . . . . . . . . accompagna 6. Matteo è venuto da me per dire a me che in gita al castello di Fénis. c’era una telefonata urgente. ............................................. 03 • Completa le frasi con il pronome personale complemento corretto. 7. Angelo è andato a trovare Paola perché 1. Se vuoi parlare con Federico, telefona . . . . ............................................. subito, perché poi va via. 8. Quando vai dal medico, spiega al medico 2. La mamma compie gli anni. Regaliamo . . . i tuoi sintomi. un profumo. ............................................. voleva parlare a Paola. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 Ci e Ne 26-02-2008 12:10 Pagina 268 14 CI E NE SONO DUE PAROLE PARTICOLARI, CHE HANNO VARI USI E VARI SIGNIFICATI. CI Che cos’è? • pronome personale diretto Che cosa significa? Come si usa? noi (oggetto) Roby ci ha visti sull’autobus. Vedi Scheda 12, I pronomi personali complemento diretto. • pronome personale indiretto Ci impresti il tuo dizionario? a noi Vedi Scheda 13, I pronomi personali complemento indiretto. • particella avverbiale di luogo in questo posto, qui, in quel posto, lì, là con il verbo essere: (ci è) = c’è ci sono • particella pronominale Nello zaino c’è il portapenne. Nel portapenne ci sono le matite. con altri verbi Come vai a scuola? – Ci (= là) vado a piedi. Vieni al cinema con noi? – Non ci (= là) posso venire perché ho da fare. a questo, con questo, di questo, su questo Sono veramente interessato a questo lavoro, ci tengo molto. Sei abituato a stare così tanto al sole? Sì, ci sono abituato. Sei riuscito a trovare i biglietti per la partita? Sì, finalmente ci sono riuscito. 268 L’italiano per studiare NE • pronome personale indiretto Beppe è molto affezionato ai figli. Ne (= di loro) parla sempre. Rafael viene dall’Ecuador e ne (= dell’Ecuador) ha molta nostalgia. Ho fatto questo lavoro ma non ne (= da questo) ho guadagnato niente. di lui, di lei, di loro da lui, da lei, da loro Vedi Scheda 13, I pronomi personali complemento indiretto. • pronome partitivo di questo, di questa, di questi, di queste per indicare una parte di qualcosa Vuoi del gelato? Sì, ne (= di gelato) vorrei un po’. Guarda che belle rose! Ne raccolgo qualcuna. Mangi tutta la pasta? No, ne (= di pasta) prendo solo un piatto. Attenzione: Vuoi le arance? – Sì, le voglio. (vuol dire che voglio tutte le arance che ci sono qui) Vuoi le arance? – Sì, ne vorrei tre. Vuoi le arance? – Sì, ne vorrei un chilo. (vuol dire che voglio solo una parte delle arance che ci sono qui) Lo, la, li, le significano tutto. Ne invece significa un po’, ed è necessario specificare la quantità (tre, un chilo…). Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 26-02-2008 12:10 Pagina 269 Grammatica 01 • Riscrivi le frasi sostituendo ci alle espressioni in neretto. Attenzione alla posizione di ci nella frase. 14 03 • Completa le seguenti frasi usando ci o ne. 1. Quando . . . . . . porti le fotografie 1. Porta a noi una birra. delle vacanze? Portaci . . . . . . . una . . . .birra. .................................. 2. Domani vai a Milano in macchina? 2. Luisa ha telefonato a noi? No, ............................................. 3. I miei fratelli sono in America e . . . . . . 3. Ho la febbre, vado a letto e resto a letto sento molto la mancanza. fino a domani. 4. Avete visto il fidanzato di Valeria? ............................................. Che cosa 4. Mario ha regalato a noi una scatola 5. Mi mancavano molti colori e allora . . . . . . di cioccolatini. ho comprato una scatola. ............................................. 6. Non ho voglia di andare a quel pranzo. 5. La dottoressa oggi è in studio e sarà E tu . . . . . . vuoi andare? in studio anche venerdì. 7. Ti piace questo agnello arrosto? . . . . . . vuoi ............................................. ancora? . . . . . . vado in treno. . . . . . . dite? 269 andare alla festa. ............................................. 7. Restituisci a noi gli sci. ............................................. 02 • Riscrivi le frasi sostituendo ne alle espressioni in neretto. Attenzione alla posizione di ne nella frase. 1. Non mi importa niente di lui. 04 • Completa le frasi usando ne e un’espressione di quantità a scelta tra quelle elencate. una fetta • un chilo • una forma grossa • un cucchiaino • un pizzico • una dozzina • dieci litri 1. Vuoi lo zucchero nel caffè? – Sì, . . . . . . metto ............................................ . 2. Che belle pere! . . . . . . vorrei . . . . . . . . . . . . . . . ............................. Non . . . . .me . . .ne . . importa . . . . . . . .niente. ........................... 2. Non gli importa niente di studiare. . 3. Quante uova ti servono? Compra . . . . . . . . . . ........................................ . ............................................. 4. Che buona questa torta! Posso aver . . . . . . 3. Tanta gente parla male di Manuela. ancora ............................................. 5. Sono quasi senza benzina. Me . . . . . . metta 4. Ho troppe banane. Vuoi un po’ di banane? ............................................ ............................................. 6. Manca il pane. Compra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. A Fausto piace molto il calcio. ............................... Parla sempre di calcio. 7. Aggiungi un po’ di sale agli spinaci. . . . . . . ............................................. basta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................... ? . . Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore L’italiano per studiare 6. Tutti vanno alla festa, ma io non posso Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 26-02-2008 I pronomi combinati 12:10 Pagina 270 15 QUANDO I PRONOMI PERSONALI INDIRETTI MI, TI, GLI, CI, VI SONO USATI INSIEME CON I PRONOMI PERSONALI DIRETTI LO, LA, LI, LE E CON IL PRONOME NE SI TRASFORMANO IN FORME COMBINATE. LA FORMA mi ci { { { { me lo me la me li me le me ne ce lo ce la ce li ce le ce ne ti te lo te la te li te le te ne vi ve lo ve la ve li ve le ve ne Per la 3a persona singolare maschile (gli) e femminile (le) e per la 3a persona plurale (gli) le forme combinate sono scritte unite, in un’unica parola. gli Dai a me il bicchiere? = Me lo dai? = mi = lo 270 { glielo gliela glieli gliele gliene Porto un regalo a Emilio. = Glielo porto. = lo = gli Attenzione: L’italiano per studiare Nei pronomi combinati, le forme deboli mi, ti, ci, vi diventano me, te, ce, ve. Domani ti porto un nuovo CD. Domani te lo porto. L’USO Anche questi pronomi combinati (come abbiamo già visto per i pronomi delle schede 12 e 13) possono stare: • prima del verbo (e staccati dal verbo) se il verbo è all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale • dopo il verbo (e uniti al verbo) se il verbo è all’infinito, all’imperativo o al gerundio non posso dirtelo diglielo dicendotelo te lo dico se te lo dicessi te lo direi Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 26-02-2008 12:10 Pagina 271 Grammatica 01 • Completa le risposte usando un pronome combinato. 15 03 • Riscrivi la seconda parte delle seguenti frasi, in corsivo, usando il pronome combinato adatto. 1. Chi porta le fotocopie al preside? – . . . . . . . . porto io mentre vado in segreteria. 2. Chi restituisce i soldi agli zii? – . . . . . . . . . . . . . . . restituiremo ............................................. noi domenica. 3. Chi scrive un biglietto di auguri a Marta? – . . . . . . . . . . . . . . . . scrivo io volentieri. 4. Chi prepara la merenda ai bambini? – . . . . . . . . . . . . . . . . prepara . . . . . . . . . . . . . impresterò domani. 6. Ho sete, berrei una bibita. – Andiamo al bar, . . . . . . . . . . . . . offro io. 7. Quando mi regali un videogioco nuovo? – 2. Non ti servono quei giornali? Portali a noi. ............................................ 3. Ho fatto il gelato alla nocciola. Lo farò assaggiare a te. mia mamma. 5. Mi impresti il libro di geografia? – Oggi mi serve; 1. Hai troppe prugne? Portale a noi. . . . . . . . . . . . . . regalerò per il tuo compleanno. ............................................. 4. Il direttore ha l’abitudine di cambiare gli orari senza dirlo a noi. ............................................. 5. Hai detto al macellaio che la carne non era buona? – No, mi sono dimenticato 271 02 • Riscrivi le seguenti frasi usando un pronome combinato al posto delle parole in neretto. ............................................. 1. Vuoi conoscere Paola? Presenterò Paola 04 • Rispondi alle domande usando un pronome combinato. a te stasera. ............................................. 2. Ho finito il problema. Posso far vedere 1. Hai fatto vedere le foto allo zio Lino? il problema alla professoressa? Sì, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................. 2. Quando ti hanno fatto la multa? 3. Mio fratello aveva dei francobolli e ha dato ....................................... a me cinque francobolli. ............................................. 4. Se non ti piace come si comporta, dì questo a lui. ............................................. oggi. 3. Gli hai preparato tu la cena? Sì, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. Gli hai spiegato che qui non c’è lavoro? Sì, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ....... . 5. Vittoria mi ha imprestato 5 euro. Devo 5. Hai detto a Susanna che non voglio ricordarmi di restituire 5 euro a lei. il dolce? ............................................. Sì, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore L’italiano per studiare di questo. Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 I pronomi relativi 26-02-2008 12:10 Pagina 272 16 I PRONOMI RELATIVI SOSTITUISCONO UN NOME, COME TUTTI I PRONOMI, E IN PIÙ METTONO IN RELAZIONE DUE FRASI, UNENDOLE IN UNA FRASE SOLA. Non conosco quel ragazzo. Quel ragazzo lavora nel bar. che Non conosco quel ragazzo che lavora nel bar. La professoressa insegna matematica. La professoressa si chiama Nebiolo. che La professoressa che insegna matematica si chiama Nebiolo. Il pronome relativo più importante è che: è invariabile, cioè non cambia mai: va bene per il maschile e per il femminile, sia al singolare sia al plurale. Femminile singolare Maschile singolare Il ragazzo che lavora nel bar è rumeno. Maschile plurale La ragazza che lavora nel bar è rumena. Femminile plurale I ragazzi che lavorano nel bar sono rumeni. Le ragazze che lavorano nel bar sono rumene. Negli esempi precedenti che è usato come soggetto. Che può anche essere usato come oggetto. Quando il pronome relativo è preceduto da una preposizione (vedi Scheda 37), possiamo usare: 272 L’italiano per studiare Le scarpe che ho buttato via erano completamente consumate. (il soggetto della frase è ‘io’) Il latte che hai comprato è scaduto. (il soggetto della frase è ‘tu’) In tutti i casi che può essere sostituito da quale; però, mentre che è invariabile, quale ha quattro forme (maschile, femminile, singolare, plurale). il quale la quale i quali le quali • cui (invariabile) • quale (quattro forme: il quale, la quale, i quali, le quali) Questa è la casa in cui (= nella quale) vivo da sempre. Questo è l’amico di cui (= del quale) ti ho parlato tanto. Le frasi che incominciano con un pronome relativo si chiamano frasi o proposizioni relative. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°12-16_264_273:Schede n°12-16_264_273 26-02-2008 12:10 Pagina 273 Grammatica 01 • Sottolinea in rosso i pronomi relativi che trovi nelle seguenti frasi e in blu le parole a cui si riferiscono. 03 • Completa le seguenti frasi, usando il pronome cui più la preposizione necessaria. 1. Il centralino mi ha dato un numero 1. La casa . . . . . . . . . . . . . abito ora è molto di interno che probabilmente era sbagliato. 2. La legge che è stata proposta da alcuni partiti sarà approvata. 3. Ti piace la canzone che ha vinto il festival? 4. Aureliano, che è sempre stato benissimo, più grande di quella di prima. 2. Le cugine . . . . . . . . . . . . . ti ho parlato arriveranno in Italia il prossimo mese. 3. La città . . . . . . . . . . . . . vengo si trova da qualche mese si ammala continuamente. nell’interno dell’Ecuador. 5. Matteo gioca con l’acqua in una vasca 4. La persona . . . . . . . . . . . . . scrivo mi è molto che suo papà ha messo sul terrazzo. cara. 6. Non so se la signora che ho visto in segreteria sarà la nostra nuova preside. 5. Il computer . . . . . . . . . . . . scrivo è nuovissimo. 02 • Costruisci delle frasi relative, unendo con un pronome relativo le seguenti coppie di frasi. 6. I motivi . . . . . . . . . . . . mi arrabbio con Carlo sono sempre gli stessi. era vecchio. 1. La pizza . . . . . . . . . . . . . fanno qui 2. Ho messo le calze nel cassetto. Il cassetto è già pieno. è la migliore della città. 2. Ti spiego il motivo per . . . . . . . . . . . . . sono qui. ................................................... 3. Luisa è andata da un’amica. L’amica è ucraina. 3. Franco è il ragazzo con . . . . . . . . . . . . . esce mia sorella. 4. Ho già speso tutti i soldi . . . . . . . . . . . . . ................................................... 4. Ho telefonato a una zia. La zia abita mi ha dato mio padre. 5. La sedia su . . . . . . . . . . . . sei seduto nel Veneto. ................................................... 5. Ho consultato un sito Internet. Il sito è poco interessante. ................................................... sta per rompersi. 6. Mi è piaciuto molto il libro . . . . . . . . . . . . mi hai portato. 7. Il compito in classe . . . . . . . . . . . . abbiamo 6. Non trovo più i documenti. I documenti fatto ieri era difficile. erano sul tavolo. 8. Il motorino . . . . . . . . . . . . ha investito Laura ................................................... andava troppo veloce. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 273 L’italiano per studiare 1. Ho venduto il motorino. Il motorino 04 • Inserisci nelle frasi seguenti il pronome relativo adatto. ................................................... 16 Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 274 Gli aggettivi e i pronomi possessivi 17 I POSSESSIVI SERVONO PER INDICARE A CHI APPARTIENE UNA PERSONA O UNA COSA. Nella frase La tua camicia è celeste tua indica che tu sei il proprietario della camicia, che la camicia appartiene a te. LA FORMA Persona Singolare maschile femminile maschile femminile mio mia miei mie 2 sing. (tu) tuo tua tuoi tue 3a sing. (lui/lei) suo sua suoi sue 1 pl. (noi) nostro nostra nostri nostre 2a pl. (voi) vostro vostra vostri vostre 3a pl. (loro) loro loro loro loro 1a sing. (io) a a 274 Plurale L’italiano per studiare I possessivi possono essere: • aggettivi possessivi, quando accompagnano il nome • pronomi possessivi, quando il nome non c’è, perché il pronome sta al posto del nome il mio orologio, la tua bicicletta, il suo ufficio, la nostra scuola, la vostra insegnante, il loro alloggio Quest’ombrello è di Nerina; il mio invece è blu. (il mio significa il mio ombrello) Uso dell’articolo davanti ai possessivi Davanti ai… Sì / No Esempi pronomi possessivi si mette sempre Che macchina prendiamo? La mia? • con i nomi non di famiglia si mette sempre Il suo lavoro, la nostra amicizia, i miei capelli, le tue idee • con i nomi di famiglia non si mette con un nome singolare mia sorella, tua cugina, suo zio, nostra madre, vostra cognata si mette con un nome plurale le mie sorelle, le tue cugine, i suoi zii, le nostre zie si mette sempre con loro il loro zio, la loro mamma, i loro nonni, le loro sorelle si mette con un nome alterato (anche se sing.) il mio fratellino, la sua cuginetta si mette con un nome modificato: da un aggettivo o da una specificazione il mio caro papà, i miei zii di Verona aggettivi possessivi Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 275 Grammatica 17 01 • Completa la tabella. Singolare Plurale maschile femminile maschile femminile 1. il mio gatto la mia gatta i miei gatti le mie gatte 2. il tuo amico .......................... .......................... .......................... 3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la sua compagna .......................... .......................... 4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................... .......................... le nostre insegnanti 5. vostro figlio .......................... .......................... .......................... 6. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................... 02 • Completa le seguenti frasi, inserendo l’aggettivo o il pronome possessivo corretti. Poi scrivi accanto a ogni frase se i possessivi sono aggettivi (A) oppure pronomi (P). 1. Per favore, dammi la . mia . . . .(A) . . . borsa. 2. Nella . . . . . . . . famiglia siamo tutti bruni. è abbastanza brava. La . . . . . . . . invece mi sembra più severa. 4. . . . . . . . . nonno . . . . . . . . casa 04 • Completa le seguenti frasi, inserendo l’aggettivo o il pronome possessivo corretti. Inserisci anche l’articolo quando è necessario. 1. Marco, . . . . . . . . figlio si chiama Matteo? 2. Luisa, . . . . . . . . figli si chiamano Matteo e 275 Anna? 3. Carlo, . . . . . . . . vocabolario di inglese è più completo del . . . . . . . . 4. Vuoi vedere . . . . . . . . casa? è nato in Egitto. 5. I genitori di Ester mi hanno invitato nella .......................... 5. Ho comprato un gelato anche per . . . . . . . . fratello. al mare. 03 • Riscrivi le frasi correggendo gli errori. 05 • Sostituisci le espressioni in corsivo con l’aggettivo possessivo corrispondente. 1. La sua sorella si chiama Kristin. 1. La macchina che abbiamo noi. = ................................................... .la. .nostra . . . . . . . macchina ......................................... 2. Suoi fratelli non sono ancora arrivati. 2. La segretaria che lavora per te. = ................................................... 3. Il sogno che ho sempre avuto. = 3. Mio cuginetto fa sempre i capricci. 4. La dieta che stai facendo. = . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ................................................... 5. Le pantofole che uso in casa. = 4. Suo vestito è tutto macchiato. 6. I giocattoli con cui gioca Sara. = ................................................... 7. Il gatto che abbiamo noi. = .................... 5. Mamma, hai visto mie scarpe nuove? 8. I vestiti che Luisa mette. = ..................... ................................................... 9. I discorsi che fate. = ............. ............... ............... .............. .......................... Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore L’italiano per studiare 3. La . . . . . . . . insegnante di scienze i loro colleghi Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 276 Gli aggettivi e i pronomi dimostrativi 18 I DIMOSTRATIVI SERVONO A MOSTRARE, A INDICARE LA POSIZIONE IN CUI SI TROVA QUALCOSA RISPETTO A CHI PARLA. Questo indica una persona o una cosa vicina (= qui, vicino a me): • vicina nello spazio: Questo libro è pieno di disegni. • vicina nel tempo: Questa settimana fa caldo. Quello indica una persona o una cosa lontana (= là, lontano da me): • lontana nello spazio: Quella casa sulla collina è del sindaco. • lontana nel tempo: Quell’anno siamo andati in vacanza in Portogallo. Nei casi visti finora i dimostrativi sono aggettivi dimostrativi, perché accompagnano un nome. questo libro, questa settimana, quella casa, quell’anno I dimostrativi possono anche essere pronomi dimostrativi quando stanno al posto del nome, lo sostituiscono per non ripeterlo. Nella frase: Questa penna non scrive, dammi per favore quella penna. per non ripetere penna la seconda volta, diciamo: Questa penna non scrive, dammi per favore quella. Quella, in questo caso, è un pronome dimostrativo. 276 LA FORMA L’italiano per studiare Questo e quello concordano con il nome a cui si riferiscono, e cioè possono essere maschili, femminili, singolari, plurali. Aggettivi dimostrativi Pronomi dimostrativi singolare plurale maschile femminile maschile femminile maschile femminile questo questa questi queste quel quella quei quelle quello quell’ maschile femminile questo questa questi queste quello quella quelli quelle quegli quell’ quegli quelle Esistono altri due aggettivi e pronomi dimostrativi (chiamati anche identificativi), stesso e medesimo, che indicano somiglianza o identità Faccio sempre lo stesso lavoro. Questa maglia ha il medesimo colore dei pantaloni. oppure significano persino, anche, in persona. Gli amici stessi non credevano a quello che Luigi raccontava. Stesso e medesimo sono sempre preceduti dall’articolo. Attenzione: Esistono varie forme di quello (maschile) a seconda di come inizia la parola che segue, come per l’articolo il: • se inizia per consonante normale, la forma è quella dell’articolo il (il bambino, quel bambino; i bambini, quei bambini); • se inizia per z, s + consonante, ps, pn, la forma è quella dell’articolo lo (lo studente, quello studente; gli studenti, quegli studenti); • se inizia per vocale, la forma è quella dell’articolo l’ (l’uomo, quell’uomo; gli uomini, quegli uomini). Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 277 Grammatica 18 01 • Completa la tabella. Singolare Plurale maschile femminile maschile femminile 1. questo compagno questa compagna questi compagni queste compagne 2. questo amico .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... 3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . questa operaia 4. quel professore .......................... .......................... .......................... 5. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . quella insegnante .......................... .......................... 6. quell’uomo .......................... .......................... .......................... 7. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................... 8. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................... quei ragazzi .......................... .......................... quelle studentesse 02 • Completa le seguenti frasi usando la forma corretta dell’aggettivo dimostrativo quello. 4. I cugini di Sandro non verranno 1. Ti ricordi il nome di . . . . . . . . albergo dove via . . . . . . . . vecchie. 277 abbiano dormito a Roma? 6. Ti regalo una mia fotografia. Quale vuoi? 2. Non trovo più . . . . . . . . bolletta della luce – Prendo . . . . . . . . . L’italiano per studiare al matrimonio e . . . . . . . . mi dispiace molto. 5. Se comprerò delle scarpe nuove, butterò da pagare. 3. . . . . . . . . cameriere ha le unghie sporche. 4. L’avvocato Ardusso lavora in . . . . . . . . 04 • Completa le frasi con l’aggettivo o il pronome identificativo corretti. palazzo bianco e grigio. 1. Da quando è morta sua moglie, Gino 5. . . . . . . . . ragazzi credono di essere in non è più . . . . . . . . . . . . . . . . . gamba, ma sono solo dei pasticcioni. 2. Al cinema Lux danno sempre . . . . . . . . . . . film. 3. Che noia! Sempre . . . . . . . . . . . . . . . . discorsi! 6. . . . . . . . . ananas è maturo? 4. Luisa si mette . . . . . . . . . . . . . . . . vestito tutti 03 • Completa le seguenti frasi usando la forma corretta dell’aggettivo o del pronome dimostrativo, scegliendo tra questo e quello. i giorni. 5. Fa’ quello che vuoi, per me è . . . . . . . . . . . . . . cosa. 6. I medici . . . . . . . . . . . . . . . . si sono stupiti 1. Questo vestito è . . . . . . . . che hai messo al di una guarigione così rapida. matrimonio di Clara? 7. Le sorelle Gigliotti vanno nello . . . . . . . . . . . . 2. Questo colore non va bene. Proviamo 3. Mia madre è uscita dall’ospedale e è . . . . . . . . che conta. ......... ........ albergo da dieci anni. 8. Purtroppo la salute non è più . . . . . . . . . . . . . . di quando ero giovane. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 278 Gli aggettivi e i pronomi indefiniti 19 Prima parte GLI INDEFINITI INDICANO IN MODO GENERICO, NON DEFINITO, NON PRECISO LA QUALITÀ O L’INDENTITÀ DI CIÒ A CUI SI RIFERISCONO. Ho molti amici. Molti è un aggettivo (perché accompagna il nome amici) indefinito perché non indica con precisione il numero degli amici che ho: cinque? dieci? venti? Anch’io ne ho tanti. Tanti è un pronome (perché sottintende il nome amici che non viene detto) indefinito perché non indica con precisione quanti: cinque? dieci? venti? Gli aggettivi e i pronomi indefiniti sono variabili, cioè cambiano al maschile, femminile, singolare e plurale, a seconda del nome che accompagnano (se sono aggettivi) o del nome a cui si riferiscono (se sono pronomi). Vediamo prima di tutto gli indefiniti che indicano quantità non determinata. La forma L’uso singolare plurale maschile femminile 278 maschile femminile come aggettivo come pronome L’italiano per studiare poco poca pochi poche Mangio poca carne. Ne mangio poca. diverso diversa diversi diverse Ho visto diverse persone Ci sono dei bar? Sì, ce ne sono diversi. parecchio parecchia parecchi tanto tanta tanti parecchie C’era parecchia gente. Erano parecchi. tante Oggi c’è tanto sole. Mi vuoi bene? Sì, tanto. altrettanto altrettanta altrettanti altrettante Ti auguro altrettanta Io ho molti libri e tu fortuna. ne hai altrettanti. molto molta molti molte Tu hai molti vestiti. troppo troppa troppi troppe Ci sono troppi errori. Siete troppi! tutto tutta tutti tutte Tutti i miei amici sono simpatici. Anche io ne ho molti. Sono venuti tutti. Attenzione: • Diverso è: un aggettivo indefinito se si trova prima del nome Ho diversi libri di storia dell’arte. (= parecchi libri) un aggettivo qualificativo se si trova dopo il nome Cerco dei libri diversi da quelli che ho già. (= libri differenti) • Poco, tanto e molto usati sia come aggettivi sia come pronomi indefiniti possono avere il comparativo e il superlativo: - poco - tanto - molto comparativo: meno comparativo: più comparativo: più superlativo: pochissimo superlativo: tantissimo superlativo: moltissimo Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 279 Grammatica 01 • Completa le frasi usando gli aggettivi indefiniti elencati. alcuni • troppo • altrettanta • parecchi • pochi • tutta • tutto 1. Per fare un caffè bastano . . . . . . . . . . . . . . . . . . minuti. 2. Mio cugino lavora nell’informatica e guadagna . . . . . . . . . . . . . . . . . . soldi. 4. diverse ............................................ 5. parecchie 6. tanti 19 ......................................... ............................................... 7. moltissime . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 04 • Per ognuna delle seguenti domande inventa una risposta adatta che contenga un aggettivo o un pronome indefinito di quantità. 3. In questo periodo mi va . . . . . . . . . . . . . . . male. 4. Non posso pulire . . . . . . . . . . . . . . . . . . la casa 1. C’è ancora dello zucchero? ........................................................ in dieci minuti. 5. Qui c’è . . . . . . . . . . . . . . . rumore, andiamo via. 6. Abbiamo molta fame e voi ne avete . . . . . . . ................. 2. Quante ragazze partecipano alla gara? ........................................................ 3. Ci sono monumenti in Sicilia? ........................................................ 1. Hai dimenticato qualcosa per il viaggio? No, ho preso tutto. . . . . . . 2. Pagate molti soldi di affitto? Sì, 600 euro. ...... 3. Tutti i miei cugini ormai lavorano, perché sono grandi. . . . . . . 4. Oggi ho parecchio da fare, non venite a disturbarmi. . . . . . . 4. Hai dei pennarelli rossi? ........................................................ 5. Quante ore hai dormito stanotte? ........................................................ 05 • In ogni frase sostituisci all’aggettivo diverso una delle espressioni dell’elenco (a seconda che diverso sia un aggettivo qualificativo o indefinito). parecchie • differente • di un altro genere • che non coincidono per niente • molti 5. Ci sono parecchie cose di cui vorrei 1. Mi dispiace, abbiamo idee troppo diverse. discutere con te. . . . . . . ....................... 6. C’è tantissimo da studiare. . . . . . . 2. Ho diverse idee su come ristrutturare 7. Abbiamo preso tantissimo sole. . . . . . . questa casa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Alla festa di Carnevale ogni bambino aveva 03 • Scrivi una frase per ognuno dei seguenti aggettivi indefiniti. 1. molte .............................................. 2. troppi ............................................. 3. alcuni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . una maschera diversa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. Questo film non mi è piaciuto. Pensavo che fosse diverso. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. Ho aspettato diversi giorni, poi gli ho telefonato. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 279 L’italiano per studiare 02 • Scrivi se nelle seguenti frasi l’indefinito è usato come aggettivo (A) o come pronome (P). Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 280 Gli aggettivi e i pronomi indefiniti 19 Seconda parte Parliamo ora degli indefiniti che indicano qualità o identità non determinata. La forma singolare L’uso plurale maschile femminile nessuno nessuna alcuno alcuna ciascuno ciascuna certo maschile come aggettivo come pronome femminile non esiste il plurale Non ho nessuno zio. Non c’era nessuno. alcuni Alcuni libri sono noiosi. Alcuni erano assenti. alcune non esiste il plurale Ciascuna allieva vada Ciascuno è libero di in direzione. decidere. certa certi certe In certi casi mi arrabbio. Certi non pagano le tasse. tale tale tali tali Fa un tale freddo! È venuto un tale. altro altra altri altre Non c’erano altri fiori? Sì, ce n’erano altri. Attenzione: • Nessuno e alcuno, quando sono aggettivi, diventano nessun e alcun davanti a parola che inizia con vocale o con consonante diversa da z, s + consonante, ps, gn. 280 Nessun amico, nessun libro L’italiano per studiare però: nessuno studente • Alcuno: al singolare si usa nelle frasi negative e significa nessuno Non si sentiva alcun rumore. (= non si sentiva nessun rumore). al plurale significa qualche, dei C’erano alcuni ragazzi che giocavano. (= C’era qualche ragazzo che giocava – C’erano dei ragazzi che giocavano) I seguenti indefiniti sono solo singolari e hanno una forma diversa se sono aggettivi o se sono pronomi. Come aggettivo La forma Come pronome L’uso maschile e femminile ogni Ogni giorno studio un po’. qualche Vorrei qualche banana. qualsiasi Leggo qualunque giornale. qualunque Puoi venire a qualsiasi ora. La forma L’uso maschile femminile ognuno ognuna Ognuno pensa a sé. qualcuno qualcuna È venuto qualcuno? chicchessia Possiamo chiedere a chicchessia. chiunque Chiunque potrebbe entrare. I seguenti indefiniti sono usati solo come pronomi: qualcosa, niente, nulla. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 281 Grammatica 19 01 • Gli aggettivi indefiniti qualche e alcuni/alcune significano la stessa cosa; però: - qualche è inavariabile e vuole il nome sempre al singolare; - alcuni/alcune è variabile e vuole il nome al plurale. Completa la tabella. 1. qualche quaderno alcuni quaderni 2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . giorno ................................................... 3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ragazza ................................................... 4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pagina ................................................... 5. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . cane ................................................... 02 • Gli aggettivi indefiniti nessuno e ciascuno possono essere solo singolari e cambiano davanti al nome con le stesse regole dell’articolo indeterminativo: un, uno, una, un’. Indica (✓) la forma corretta. 1. a. Non ho nessuno amico. c. Non ho nessuni amico. 2. a. Non ho nessune amiche. b. Non ho nessun amica. ........................................................ 4. C’è nessuno? ........................................................ 5. Jason ha due sorelle ma ha nessun fratello. ........................................................ 6. Digli niente, tanto non capisce. ........................................................ 04 • Completa le frasi inserendo gli aggettivi o i pronomi indefiniti adatti, scegliendoli tra quelli elencati. qualcosa • troppo • molti • alcune • qualsiasi • qualcuno • poca • ogni c. Non ho nessun’amica. 3. a. Igor in Italia non ha nessun zio. b. Igor in Italia non ha nessuno zio. 4. a. Igor in Italia non ha nessune sorelle. b. Igor in Italia non ha nessuna sorella. 1. In questa scuola ci sono . . . . . . . . . . . . . . . . . . allievi stranieri. 2. Suo figlio mangia . . . . . . . . . . . . . . . . . . frutta e verdura e così gli mancano . . . . . . . . . . . . . . . . vitamine. 3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . ha visto i fratelli Chang? 03 • Gli indefiniti nessuno, niente, nulla quando si trovano dopo il verbo vogliono anche il non prima del verbo. Correggi le seguenti frasi, se sono sbagliate. . . . . . . . . . . . . da 1. Carlo aveva nessuna scusa per non venire. 6. Fa’ più attenzione: in . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................................ 2. Niente gli fa paura. ........................................................ 4. Sergio è sempre in ritardo perché ha . . . . . . fare. 5. In questa frase c’è . . . . . . . . . . . . . . . . . . che non va. esercizio ci sono almeno dieci errori! 7. Vieni pure a trovarmi in un giorno . . . . . . . . . .........: sono sempre a casa. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 281 L’italiano per studiare b. Non ho nessun amico. 3. Ho visto nessuno, la strada era deserta. Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 282 Gli aggettivi e i pronomi interrogativi 20 GLI INTERROGATIVI SERVONO PER INTRODURRE UNA DOMANDA. Anche gli interrogativi possono essere aggettivi (se accompagnano un nome) o pronomi (se sostituiscono o sottintendono un nome). I pronomi interrogativi sono: • chi: per fare una domanda riguardante una persona Gli aggettivi interrogativi sono: Chi sei? Chi di voi parla bene il cinese? • che e quale: per chiedere la qualità o l’identità del nome a cui si riferiscono • che cosa: per fare una domanda riguardante Che numero di telefono hai? = Quale numero di telefono hai? una cosa Che cosa vuoi? In che città sei nato? = In quale città sei nato? Attenzione: Che programmi hai per domani? = Quali programmi hai per domani? Chi è invariabile (cioè è sempre uguale al maschile, femminile, singolare o plurale) e vuole il verbo alla 3a persona singolare. Di che ragazze parli? = Di quali ragazze parli? • quanto: per chiedere la quantità del nome a cui si riferiscono Da quanto tempo sei in Italia? 282 Quanta acqua devo mettere nella pentola? L’italiano per studiare Quanti compagni hai? Quante valigie stanno in macchina? Quanto concorda con il nome a cui si riferisce, sia nel numero sia nel genere. Attenzione: Anche gli aggettivi interrogativi che, quale, quanto possono essere pronomi quando sostituiscono un nome. Ci sono due dolci in frigo. Quale (dolce) vuoi? In cortile ci sono molti ragazzi. Quale (ragazzo) è tuo fratello? È facile accorgersi che gli aggettivi e i pronomi interrogativi introducono quindi una domanda, cioè una frase interrogativa diretta, con il punto interrogativo: Chi è? Che cosa fa? Quanto guadagna? Gli interrogativi possono però introdurre anche frasi che non hanno il punto interrogativo, ma che contengono un elemento di dubbio, di domanda. Queste frasi si chiamano interrogative indirette. Non so chi è. Vorrei sapere che cosa fa. Chissà quanto guadagna. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 283 Grammatica 01 • Completa le seguenti frasi con gli aggettivi interrogativi corretti (più risposte sono possibili). 20 3. Vorrei sapere quanto costano questi pantaloni. ........................................................ 1. . . . . . . . . . . . . . . latte bevi al mattino? 2. . . . . . . . . . . . . . . frutta preferisci? 3. . . . . . . . . . . . . . . colore ti piace di più? 4. . . . . . . . . . . . . . . ragazzi vanno alla gita? 5. In . . . . . . . . . . . . . . via abiti? 6. A . . . . . . . . . . . . . . piano abiti? 7. . . . . . . . . . . . . . . progetti hai per le vacanze? 8. In . . . . . . . . . . . . . . giorni riceve il medico? 4. Dimmi che ore sono. ........................................................ 5. Ti ho chiesto a chi stavi telefonando. ........................................................ 6. Chissà quanti amici ha Beppe. ........................................................ 7. Fammi sapere a che ora arrivi. ........................................................ 8. Non so quante uova devo mettere 02 • Completa le seguenti frasi con i pronomi interrogativi corretti (più risposte sono possibili). 1. ..............è a questa festa? . . . . . . . . . . . . . . no. 283 04 • Inventa una domanda adatta a ciascuna delle seguenti risposte, usando aggettivi o pronomi interrogativi. 5. Dimmi . . . . . . . . . . . . . . vuoi per pranzo. 1. 6. Non c’è più aranciata. . . . . . . . . . . . . . . l’ha Piove e fa freddo. bevuta? 2. 7. Il prosciutto è finito. . . . . . . . . . . . . . . ne devo Spaghetti al pomodoro. comprare? 3. 8. . . . . . . . . . . . . . . ha detto che oggi avrebbe Due euro al chilo. fatto caldo? 4. ...................................................... ...................................................... ...................................................... ...................................................... Credo che verrà alle nove. 03 • Trasforma le seguenti frasi in domande. 5. 1. Dimmi che cosa vuoi. 6. .Che . . . . .cosa . . . . . .vuoi? ............................................ 2. Non riesco a capire che cosa stai facendo. ........................................................ ...................................................... Mi piacerebbe fare la parrucchiera. ...................................................... Quella rosa a righe blu. 7. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le otto meno venti. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore L’italiano per studiare . . . . . . . . . . . . . . conosci 4. Non so . . . . . . . . . . . . . . ha pagato e ........................................................ successo? 2. Di . . . . . . . . . . . . . . stai parlando? 3. nella crema. Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 I numerali 26-02-2008 12:08 Pagina 284 21 I NUMERALI SERVONO PER INDICARE IN MODO PRECISO LA QUANTITÀ DI QUALCOSA O L’ORDINE IN CUI QUALCOSA SI TROVA ALL’INTERNO DI UNA SERIE. Se i numerali indicano una quantità precisa si chiamano numerali cardinali e corrispondono ai numeri che usiamo in matematica: tre amici, venti persone, cento euro, duemila abitanti… 284 L’italiano per studiare Cardinali 1 – uno 2 – due 3 – tre 4 – quattro 5 – cinque 6 – sei 7 – sette 8 – otto 9 – nove 10 – dieci 11 – undici 12 – dodici 13 – tredici 14 – quattordici 15 – quindici Se i numerali indicano l’ordine in una serie si chiamano numerali ordinali e si usano come aggettivi, per cui concordano in genere e numero con il nome e cui si riferiscono: prima fila, secondo posto, le classi quarte… Ordinali Cardinali primo 16 – sedici secondo 17 – diciassette terzo 18 – diciotto quarto 19 – diciannove quinto 20 – venti sesto 30 – trenta settimo 40 – quaranta ottavo 50 – cinquanta nono 60 – sessanta decimo 70 – settanta undicesimo 80 – ottanta dodicesimo 90 – novanta tredicesimo 100 – cento quattordicesimo 1 000 – mille quindicesimo10 000 – diecimila Uno si usa come l’articolo indeterminativo un, uno, una, un’: In matematica si scrivono in cifre, nella lingua comune in lettere: un operaio, uno stecchino, una vite, un’amica Milione e miliardo sono nomi maschili e quindi possono avere singolare e plurale; se dopo c’è un nome bisogna inserire anche la preposizione di: 2/3, 4/5, 1/7 due terzi, quattro quinti, un settimo • un milione, cinque miliardi, due milioni di abitanti Gli aggettivi numerali possono essere o non essere preceduti dall’articolo, ma il significato della frase cambia: Due figli di Vincenzo lavorano con lui. (significa che Vincenzo ha anche altri figli, che fanno un altro lavoro) I due figli di Vincenzo lavorano con lui. (significa che Vincenzo ha solo due figli e tutti e due lavorano con lui) Ci sono poi: • i numerali frazionari: si usano in matematica, ma anche nel linguaggio di tutti i giorni per indicare parti di un totale. Ordinali sedicesimo diciassettesimo diciottesimo diciannovesimo ventesimo trentesimo quarantesimo cinquantesimo sessantesimo settantesimo ottantesimo novantesimo centesimo millesimo diecimillesimo • i numerali collettivi: si usano per indicare una quantità numerica considerata come un insieme e sono nomi (quindi vogliono l’articolo). In riferimento al numero due si usano: coppia, paio, biennio…. (più entrambi che significa tutti e due). In riferimento al numero tre si usano: trimestre, triennio, terzetto… In riferimento al numero dieci si usano: decennio, decina, decade… In riferimento al numero dodici si usa: dozzina. i numerali distributivi: si usano per indicare più persone o cose ordinate nello spazio e nel tempo: a uno a uno, uno per volta, uno alla volta, uno per ciascuno… Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°17-21_274_285:Schede n°17-21_274_285 26-02-2008 12:08 Pagina 285 Grammatica 01 • Trascrivi in cifre i seguenti numeri cardinali scritti in lettere. 1. mille .1000 ......................................... 2. centocinquantadue 3. ventinove .......................... ..................................... 4. diciottomila . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. sessantuno ................................... 6. quattromiladuecentoquarantasette 7. trecentonovantacinque 8. quattromilioni ........ ...................... ............................... 21 c. 783 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . d. 1 890 000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e. 267 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . f. 1951 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . g. 2000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . h. 88 600 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 03 • Completa le seguenti frasi con un numerale cardinale o ordinale adatto. 1. Io abito al . . . . . . . . . . . . . piano 2. Un litro di latte costa . . . . . . . . . . . . . euro. 3. Prenderemo il treno delle . . . . . . . . . . . . . 02 • Trascrivi in lettere i seguenti numeri cardinali scritti in cifre. a. 22 . ventidue ........................................... b. 1 045 ......................................... 4. Oggi è il . . . . . . . . . . . . . di febbraio. 5. 20 è un . . . . . . . . . . . . . di 60. 6. Il . . . . . . . . . . . . . classificato di una gara prende la medaglia d’oro. 04 • Che cosa significano i seguenti modi di dire con i numeri? Indica (✓) la risposta esatta. a. decidere senza fare attenzione; b. decidere in fretta; c. decidere con precisione. 2. mangiare due spaghetti a. digiunare; b. mangiare due piatti di pasta; c. mangiare un po’ di pasta. 3. fare quattro passi a. camminare adagio; b. contare i passi prima del salto in alto; c. fare una breve passeggiata. 4. essere al settimo cielo a. essere felici; b. abitare all’ultimo piano; c. guardare le nuvole. 5. parlare a quattr’occhi a. mettersi gli occhiali; b. parlare in due, da soli; c. parlare in quattro tra amici. 6. mangiare un boccone a. mangiare poco e in fretta; b. mangiare una cosa dolce; c. mangiare senza masticare. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 285 L’italiano per studiare 1. decidere in quattro e quattr’otto Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 Il verbo 26-02-2008 12:05 Pagina 286 22 IL VERBO È L’ELEMENTO DELLA FRASE INDISPENSABILE PER COMUNICARE. SI RIFERISCE AL SOGGETTO, CIOÈ A CHI FA O SUBISCE L’AZIONE. Il verbo dà molte informazioni sul soggetto. • com’è Andrea è simpatico. Ci dice ad esempio: • se compie o subisce l’azione • che cosa fa Andrea chiama, Andrea è stato chiamato. Andrea gioca. LA FORMA Il verbo è formato da due parti: • la parte iniziale, che è invariabile, cioè non cambia: si chiama radice ed esprime il significato di base del verbo • la parte finale, che è variabile, cioè cambia: si chiama desinenza e comunica molte informazioni, come vedremo LAVOR IAMO RITORN ERÒ radice desinenza radice desinenza I verbi italiani si dividono in tre gruppi, che si chiamano coniugazioni. • La prima coniugazione comprende i verbi che hanno la desinenza -are: parlare, mangiare, pensare… 286 • La seconda coniugazione comprende i verbi che hanno la desinenza -ere: L’italiano per studiare scrivere, leggere, chiedere… • La terza coniugazione comprende i verbi che hanno la desinenza -ire: sentire, partire, dormire… La desinenza di un verbo fa capire: 1. la persona che compie l’azione • 1a persona: io, noi • 2a persona: tu, voi • 3a persona: lui, lei, loro 4. il modo in cui l’azione viene presentata: • nel suo significato generale, come sul dizionario infinito • in modo reale indicativo 2. il numero delle persone • singolare: io, tu, lui, lei • plurale: noi, voi, loro 3. il tempo in cui accade l’azione • presente; • passato; • futuro. lavorare lavoriamo • in modo possibile, dubitativo o come una opinione personale congiuntivo se lavorassi • in modo eventuale, basato su una condizione condizionale lavorerei, se... • come un ordine imperativo lavora! • Ogni modo comprende molti tempi. Ad esempio, nella forma verbale scriviamo c’è: • la radice scriv- del verbo scrivere; • la desinenza -iamo che indica: la prima persona plurale; il modo indicativo; il tempo presente. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 26-02-2008 12:05 Pagina 287 Grammatica 22 01 • Completa la tabella, inserendo le forme verbali elencate sotto. studiano • lavora • conosce • gridano • camminate • ridiamo • mangia • laviamo • vincete • giocate • parli Voce verbale Radice Desinenza Persona Numero andiamo and- -iamo 1a singolare 1. andare - saltare - singolare - cercare pagare 2. spendere - convincere - salumiere - sapere ridere 3. finire - blandire - costruire - lire - bollire 03 • Scrivi accanto a ogni verbo il suo contrario. 1. arrivare .............................. 2. incominciare .............................. 3. continuare .............................. 4. risparmiare .............................. 5. salire .............................. 6. vivere .............................. 7. ricordare .............................. 8. pulire .............................. 9. aprire .............................. 10.entrare .............................. 04 • Sottolinea tutte le forme verbali presenti in questo brano. Siamo andati a raccogliere le mele. Ogni anno torniamo dalla stessa contadina, che ce le vende per poco purché le raccogliamo. C’era un po’ di sole, ma l’aria era fredda, già autunnale. Ci siamo arrampicati su per il pendìo, abbiamo scosso i meli: Le mele gialle e le mele rosse cadevano, rotolavano, si nascondevano nell’erba, coprivano il prato. Si sentiva profumo di frutta matura, di foglie umide e arrivava a folate dalla casa il fumo della stufa accesa. Eravamo allegri. Marta ci ha accolti in casa. È vecchia, parla solo dialetto; ogni volta ci offre un bicchiere di vino rosso e le prime castagne. Ci racconta del passato, di quando suo marito era ancora vivo e la collina lì intorno era tutta accuratamente coltivata a vigna. Ora Marta è sola, le viti non ci sono più e al loro posto crescono i meli. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 287 L’italiano per studiare 02 • Ci sono parole che finiscono in -are, -ere, -ire ma non sono verbi. Prova a cercarle e cerchiale. Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 26-02-2008 12:05 Pagina 288 L’indicativo. Il presente 23 L’INDICATIVO È IL MODO DEL VERBO CHE INDICA LA REALTÀ, LA CERTEZZA. Si usa il modo indicativo per indicare un fatto vero, sicuro o presentato da chi parla come vero e sicuro: Oggi c’è il sole. Vedo che oggi c’è il sole. Il modo indicativo ha otto tempi: • 4 semplici (formati da una sola parola) presente lavoro imperfetto lavoravo passato remoto lavorai futuro lavorerò • 4 composti (formati da due parole) passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore ho lavorato avevo lavorato ebbi lavorato avrò lavorato IL PRESENTE IL PRESENTE È UN TEMPO DEL MODO INDICATIVO. L’indicativo presente indica: • un’azione che avviene ora, in questo momento Oggi piove. • un fatto, un’azione abituale Mio padre lavora in fabbrica. LA FORMA Per le coniugazioni regolari del presente vedi Tavole dei verbi, pp. 324-31. 288 Indichiamo di seguito il presente indicativo dei più importanti verbi irregolari. L’italiano per studiare Avere Essere Fare Dare Andare io ho tu hai lui ha noi abbiamo voi avete loro hanno io sono tu sei lui è noi siamo voi siete loro sono io faccio tu fai lui fa noi facciamo voi fate loro fanno io do tu dai lui dà noi diamo voi date loro danno io vado tu vai lui va noi andiamo voi andate loro vanno Stare Sapere Potere Dovere Volere io sto tu stai lui sta noi stiamo voi state loro stanno io so tu sai lui sa noi sappiamo voi sapete loro sanno io posso tu puoi lui può noi possiamo voi potete loro possono io devo tu devi lui deve noi dobbiamo voi dovete loro devono io voglio tu vuoi lui vuole noi vogliamo voi volete loro vogliono Uscire Capire Dire Venire Salire io esco tu esci lui esce noi usciamo voi uscite loro escono io capisco tu capisci lui capisce noi capiamo voi capite loro capiscono io dico tu dici lui dice noi diciamo voi dite loro dicono io vengo tu vieni lui viene noi veniamo voi venite loro vengono io salgo tu sali lui sale noi saliamo voi salite loro salgono * Si coniugano come CAPIRE alcuni verbi come FINIRE, PULIRE, COSTRUIRE, RESTITUIRE. Attenzione: Oggi, specialmente nell’italiano parlato al Nord, si usa spesso il presente al posto del futuro. Domenica vado al mare (invece di andrò). Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 26-02-2008 12:05 Pagina 289 Grammatica 01 • Scrivi l’infinito delle seguenti forme verbali al presente. 1. giocate . giocare ...................................... 2. mangiamo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. fumano ...................................... 4. vanno ........................................ 5. viene ......................................... 6. beve .......................................... 7. stanno ....................................... 8. salgono ...................................... 9. vuole ......................................... 10. puoi 23 .......................................... 11. capisce ....................................... 12. ritorni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13. paghiamo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14. escono ....................................... 15. andate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16. fa ............................................. 17. diciamo 18. devono ...................................... ....................................... 19. possiamo 20. fanno .................................... ........................................ 21. uscite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 02 • Completa le frasi coniugando al presente i verbi indicati tra parentesi. 1. Mia mamma . . . . . . . . . . . . . . . . . . (avere) due sorelle. 2. Gli studenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . (essere) tutti in classe. 289 L’italiano per studiare 3. Tibor . . . . . . . . . . . . . . . . . . (parlare) volentieri con tutti. 4. Io . . . . . . . . . . . . . . . . . . (finire) di studiare dopo cena. 5. Voi due . . . . . . . . . . . . . . . . . . (andare) nella stessa scuola? 6. Noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . (leggere) questo libro in classe. 7 Alberto . . . . . . . . . . . . . . . . . . (scrivere) in modo poco chiaro. 8. Forse Marta non . . . . . . . . . . . . . . . . . . (sapere) il mio indirizzo. 9. Mio cugino . . . . . . . . . . . . . . . . . . (cercare) lavoro, ma non lo . . . . . . . . . . . . . . . . . . (trovare). 10.Gli zii . . . . . . . . . . . . . . . . . . (venire) a trovarci tutte le domeniche. 03 • Collega i soggetti della prima colonna con le frasi della seconda colonna. Poi scrivi l’infinito del verbo. 1. Alberto a. studia matematica. . studiare ............................................ 2. Silvano e Giorgio b. calcola le spese mensili. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. I miei cani c. sono due sorelle. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. Papà d. è una maestra in pensione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. Vittoria e. è pieno di brutte notizie. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6. Il giornale f. passano le vacanze in California. 7. Nerina e Maria Carla g. abbaiano poco. ............................. ................................................ Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 L’imperfetto 26-02-2008 12:05 Pagina 290 24 L’IMPERFETTO È UN TEMPO DEL MODO INDICATIVO. L’indicativo imperfetto indica un’azione passata che ha avuto una certa durata e continuità. Ieri pioveva. LA FORMA Per le coniugazioni regolari dell’imperfetto vedi Tavole dei verbi, pp. 324-31. Indichiamo di seguito l’imperfetto indicativo dei più importanti verbi irregolari. 290 Avere Essere Fare Dire io avevo tu avevi lui aveva noi avevamo voi avevate loro avevano io ero tu eri lui era noi eravamo voi eravate loro erano io facevo tu facevi lui faceva noi facevamo voi facevate loro facevano io dicevo tu dicevi lui diceva noi dicevamo voi dicevate loro dicevano L’USO L’italiano per studiare L’imperfetto si usa: • per fare una descrizione al passato La mia casa era piccola, ma aveva un bel giardino tutto intorno. • per esprimere un’azione abituale e ripetitiva nel passato Da bambino correvo e saltavo tutto il giorno. • per indicare che un’azione passata è avvenuta nello stesso momento di un’altra anche passata (e che tutte e due le azioni hanno avuto la stessa durata) Mentre mangiavo, guardavo la televisione. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 26-02-2008 12:05 Pagina 291 Grammatica 24 01 • Completa la tabella. Infinito Indicativo presente Indicativo imperfetto 1. lavorare io lavoro io lavoravo 2. io vado io 3. ridere lui lui 4. noi noi vedevamo 5. tu giochi tu 6. finire voi voi 7. tu tu compravi 8. vendere lei lei 9. io preparo io tu tu 10. uscire 03 • Completa le frasi trasformando il verbo dal presente all’imperfetto. 1. Mirella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (essere) 1. Ora abito in Italia. una ragazza intelligente, che . . . . . . . . . . . . . . . . . ................................................... ..... Prima . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (imparare) subito tutto. 2. In montagna noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (fare) delle gite molto faticose, . . . . . . . . . . . . . . . ....... ........................... (camminare) anche cinque o sei ore. 3. Elena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (avere) la brutta 2. Ora vado nella scuola ....................... ........................................... paese ............................................ 3. In Italia i miei compagni sono . . . . . . . . . . . . . . ........................................... abitudine di arrabbiarsi subito e di gridare. paese 4. Al mio paese io . . . . . . . . . . . . . . . (abitare) con 4. Qui la mia casa è la mia famiglia in una casa vicina al mare. ........................................... 5. Queste case una volta non c’ . . . . . . . . . . . . . . . paese ....... (essere). La strada . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . laggiù . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (avere) un orto. 6. Mentre io . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (fare) i compiti, mio fratello . . . . . . . . . . . . . . . ............................ ..... Al mio ............................................ 5. Ora mio padre fa padre Al mio ............................................ ............................ ...................................... (passare) in mezzo ai prati e mio zio Al mio Prima mio ............................................ 6. Il tempo qui è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................... paese Al mio ............................................ (parlare) e mi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (disturbare). 7. In Italia mangio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7. Mio nonno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (fare) ........................................... il macellaio. paese Al mio ............................................ Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 291 L’italiano per studiare 02 • Completa le frasi coniugando all’imperfetto i verbi indicati tra parentesi. Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 26-02-2008 12:05 Pagina 292 Il passato prossimo 25 IL PASSATO PROSSIMO È UN TEMPO COMPOSTO DEL MODO INDICATIVO. Il passato prossimo indica un’azione passata. Le azioni al passato prossimo sono avvenute in un passato vicino. Stamattina ho mangiato pane e marmellata. oppure in un passato lontano, ma i cui effetti durano ancora nel presente: L’ausiliare del passato prossimo può essere il tempo presente di avere, oppure di essere (vedremo dopo quando si usa l’uno o l’altro). Il participio passato è una forma verbale che si ottiene sostituendo la desinenza -are, -ere, -ire dell’infinito con la desinenza -ato, -uto, -ito. Sono nato nel 1989. parlare Il passato prossimo è un tempo composto, cioè è fatto di due parole: HO GIOCATO SONO ANDATO ausiliare participio passato ausiliare participio passato parlato credere creduto sentire sentito Esistono molti participi passati irregolari. Ecco un elenco di quelli più importanti. 292 L’italiano per studiare 1a coniugazione 2a coniugazione fare accendere bere chiedere chiudere decidere dipingere dividere 3a fatto coniugazione aprire dire morire venire aperto detto morto venuto acceso bevuto chiesto chiuso deciso dipinto diviso leggere mettere nascere nascondere prendere rimanere rispondere letto messo nato nascosto preso rimasto risposto spendere togliere vincere rompere scegliere scendere scrivere speso tolto vinto rotto scelto sceso scritto La maggioranza dei verbi vuole l’ausiliare avere. C’è però un gruppo di verbi (detti intransitivi) che vogliono l’ausiliare essere. Sono in genere verbi che indicano un movimento (andare, arrivare, partire, tornare, venire) o un cambiamento (diventare, morire, nascere, crescere). Dato però che le eccezioni sono numerose, è necessario imparare con l’uso e a memoria qual è l’ausiliare giusto e – in caso di dubbio – consultare il dizionario. Mangiare Andare (verbo che indica movimento) io ho mangiato io sono andato (andata) Attenzione: Con l’ausiliare avere il participio passato non cambia. Con l’ausiliare essere cambia, cioè concorda in genere e numero con il soggetto. Pierpaolo è andato. Pierpaolo e Giorgio sono andati. Mariella è andata. Mariella e Carla sono andate. Anche con l’ausiliare avere il participio passato cambia come genere e numero, quando il passato prossimo è preceduto dal pronome personale lo, la, li, le. Vedi Scheda 11, I pronomi. Hai mangiato il pane? – Sì, l’ho mangiato. Hai mangiato la pizza? – Sì, l’ho mangiata. Hai mangiato i pomodori? – Sì, li ho mangiati. Hai mangiato le patate? – Sì, le ho mangiate. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 26-02-2008 12:05 Pagina 293 Grammatica 25 01 • Completa la tabella. Infinito Presente Imperfetto Passato prossimo 1. scrivere io scrivo io scrivevo io ho scritto 2. pensare io io io 3. tu tu tu hai pagato 4. lei risponde lei lei 5. aiutare voi voi voi 6. tornare loro loro loro 7. lui viene lui lui 8. noi noi noi abbiamo letto 9. io ascolto io io tu tu ripetevi tu 10. 02 • Trasforma i verbi delle seguenti frasi dal presente al passato prossimo. 3. Che cosa (voi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1. La mamma esce di casa al mattino presto. 4. Lo zio Ivan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (fumare) ................................................... troppe sigarette, così poi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. Accompagna me a scuola. (stare) male e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (tossire) tutta ................................................... la notte. 3. Porta Angela alla scuola materna. . . . . . . . . . . 5. Il treno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (arrivare) alle 11. ................................................... 4. Va a fare la spesa al mercato. ............... 5. Torna a casa verso le dieci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6. Fa le pulizie, lava e stira. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 04 • Rispondi alle domande, facendo attenzione alla concordanza del participio passato dopo il pronome diretto. ................................................... 7. Prepara il pranzo. ............................ 1. Hai comprato le mele? – Sì, . . . .le. .ho . . . comprate. ............ 2. Hai comprato le arance? – No, non le ho ................................................... 03 • Completa le seguenti frasi scrivendo il passato prossimo dei verbi tra parentesi. 3. Hai comprato i peperoni? – Sì, li ho . . . . . . . . 1. Luca mi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (dire) che Pietro 4. Hai comprato la torta? – Sì, l’ho . . . . . . . . . . . . .................... (partire) ieri. ................................................... 5. Hai comprato il pane? – Sì, l’ho ............ 2. Questa mattina il signor Gallo . . . . . . . . . . . . . . . 6. Hai comprato la carne? – Sì, l’ho . . . . . . . . . . . (portare) la macchina dal meccanico e poi . . . . . . 7. Hai comprato le merendine? – No, non le . . . . . . . . . . . (andare) a lavorare in tram. ho . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 293 L’italiano per studiare .................. (mangiare) ieri sera a casa di Fausto? Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 26-02-2008 12:05 Pagina 294 La differenza tra imperfetto e passato prossimo 26 L’IMPERFETTO E IL PASSATO PROSSIMO SONO DUE TEMPI DEL PASSATO MOLTO USATI IN ITALIANO. Nelle Schede 24 e 25 abbiamo già visto quando si usano, ma è molto importante metterli a confronto per capirne bene le differenze di significato. L’USO Imperfetto 294 Passato prossimo azione abituale, che si faceva sempre azione non abituale, che è stata fatta una sola volta Da bambino andavo al mare tutte le domeniche. Da bambino una volta sono andato al mare. azione ripetitiva, che si faceva tante volte azione puntuale, avvenuta una volta Mia zia faceva sempre dei dolci buonissimi. Mia zia ieri ha fatto dei dolci buonissimi. azione durativa, che è durata per un certo tempo azione momentanea, breve, che è durata o è avvenuta in un momento Ieri pioveva. Ieri è piovuto un po’. L’italiano per studiare Quando nella stessa frase ci sono due azioni passate che sono avvenute contemporaneamente, possiamo avere tre casi: • due azioni ugualmente lunghe (durative): - imperfetto + - imperfetto • mia sorella preparava la cena. due azioni ugualmente puntuali o momentanee: - passato prossimo + - passato prossimo • Mentre studiavo, Quando Fulvio è arrivato, lo abbiamo salutato. un’azione durativa durante la quale avviene un’azione momentanea: - imperfetto + - passato prossimo Mentre mangiavo, è suonato il telefono. Schede n°22-26_286_295:Schede n°22-26_286_295 26-02-2008 12:05 Pagina 295 Grammatica 01 • Imperfetto o passato prossimo? Cerchia l’alternativa corretta. 1. Una volta qui c’era / c’è stata una pizzeria. 2. Facevi / Hai fatto i compiti per domani? 3. Sabato andavo / sono andato al cinema. 4. Finalmente arrivava / è arrivato l’ultimo giorno di scuola. 5. In Perù abitavo / ho abitato in molte città. 6. In passato gli Italiani fumavano / hanno fumato di più. 7. L’anno scorso andavo / sono andato in piscina tutti i giorni. 8. Giovedì andavo / sono andato in piscina con Bruno. 9. Da piccolo avevo / ho avuto paura dei tuoni. 10.Da piccolo avevo / ho avuto il morbillo. 26 03 • Completa le seguenti frasi con l’imperfetto o il passato prossimo del verbo indicato tra parentesi. 1. Stamattina Lino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (andare) al mercato. 2. Lino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (andare) al mercato tutti i giorni. 3. Ieri noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (studiare) italiano, storia e geometria. 4. Da piccoli noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (studiare) l’aritmetica. 5. Al mare io . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (mangiare) pesce a pranzo e a cena. 6. Domenica io . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (mangiare) il pesce al forno. 7. Mio nonno da giovane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1. Mentre telefonavo / ho telefonato, Paola arrivava / è arrivata. 2. Mentre il marito preparava / ha preparato la tavola, la moglie cucinava / ha cucinato. 3. Quando uscivo / sono uscito, pioveva / è piovuto. 4. Andando a scuola, vedevo / ho visto un incidente stradale. 5. Andando a scuola, vedevo / ho visto tutti i giorni tua sorella alla fermata dell’autobus. 6. Sergio non mangiava / ha mangiato niente, perché stava / è stato male. 7. Quando abitavo / ho abitato in Cile, andavo / sono andato a scuola da febbraio a novembre. 8. Quando Rosa lavorava / ha lavorato per la famiglia D’Angelo, guadagnava / ha guadagnato abbastanza bene. 9. Mentre la professoressa spiegava / ha spiegato, Martin si metteva / si è messo a gridare. 10.Visto che faceva / ha fatto bel tempo, partivamo / siamo partiti presto per il mare. 8. Mio nonno ieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (leggere) il giornale senza occhiali. (leggere) il giornale tutta la sera. 04 • Completa le seguenti frasi con l’imperfetto o il passato prossimo del verbo indicato tra parentesi. 1. Michele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (cambiare) la macchina perché . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (essere) troppo vecchia. 2. Ieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (essere) una bella giornata di sole, ma . . . . . . . . . . . . . . . . (fare) abbastanza freddo. 3. Di solito alla domenica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (andare) a pescare con mio padre e mio fratello Joseph. 4. Quando tu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (telefonare), io . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (stare) ancora dormendo. 295 L’italiano per studiare 02 • Imperfetto o passato prossimo? Cerchia l’alternativa corretta. Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 26-02-2008 Il passato remoto 12:07 Pagina 296 27 IL PASSATO REMOTO È UN TEMPO DEL MODO INDICATIVO. Il passato remoto indica un’azione passata, che è avvenuta in un passato lontano e che è completamente finita. Cristoforo Colombo arrivò in America nel 1492. LA FORMA Per le coniugazioni regolari del passato remoto vedi Tavole dei verbi, pp. 324-31. Indichiamo di seguito il passato remoto dei più importanti verbi irregolari. La prima coniugazione ha solo 3 verbi irregolari al passato remoto e la terza ne ha solo 2: Prima coniugazione Terza coniugazione Dare Fare Stare Dire Venire io diedi tu desti lui diede noi demmo voi deste loro diedero io feci tu facesti lui fece noi facemmo voi faceste loro fecero io stetti tu stesti lui stette noi stemmo voi steste loro stettero io dissi tu dicesti lui disse noi dicemmo voi diceste loro dissero io venni tu venisti lui venne noi venimmo voi veniste loro vennero Ecco i verbi irregolari più importanti della seconda coniugazione: 296 L’italiano per studiare Avere Essere Chiudere Conoscere Decidere io ebbi tu avesti lui ebbe noi avemmo voi aveste loro ebbero io fui tu fosti lui fu noi fummo voi foste loro furono io chiusi tu chiudesti lui chiuse noi chiudemmo voi chiudeste loro chiusero io conobbi tu conoscesti lui conobbe noi conoscemmo voi conosceste loro conobbero io decisi tu decidesti lui decise noi decidemmo voi decideste loro decisero Leggere Mettere Prendere Sapere Scrivere io lessi tu leggesti lui lesse noi leggemmo voi leggeste loro lessero io misi tu mettesti lui mise noi mettemmo voi metteste loro misero io presi tu prendesti lui prese noi prendemmo voi prendeste loro presero io seppi tu sapesti lui seppe noi sapemmo voi sapeste loro seppero io scrissi tu scrivesti lui scrisse noi scrivemmo voi scriveste loro scrissero Spendere Tenere Vedere Vivere Volere io spesi tu spendesti lui spese noi spendemmo voi spendeste loro spesero io tenni tu tenesti lui tenne noi tenemmo voi teneste loro tennero io vidi tu vedesti lui vide noi vedemmo voi vedeste loro videro io vissi tu vivesti lui visse noi vivemmo voi viveste loro vissero io volli tu volesti lui volle noi volemmo voi voleste loro vollero L’USO Nell’italiano parlato oggi il passato remoto è usato soltanto in alcune regioni italiane (Toscana e alcune zone del Sud); nelle altre è sostituito dal passato prossimo. È però importante studiare il passato remoto per poter capire i libri di storia e i romanzi, che sono normalmente scritti con questo tempo. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 26-02-2008 12:07 Pagina 297 Grammatica 27 01 • Completa la tabella. Infinito Presente Passato prossimo Passato remoto 1. venire io vengo io sono venuto io venni 2. vedere tu tu tu 3. vivere lui lui lui 4. loro loro loro misero 5. noi noi abbiamo voluto noi 6. lui tiene lui lui 7. voi voi avete dato voi 8. fare lui lui lui 9. lui sta lui lui 02 • Completa le seguenti frasi usando i verbi elencati sotto. scoppiò • scrisse • fu • morirono • scoprì • dipinse 3. Quando Giovanni . . . . . . . . . . . . . . . . . . (dire) che aveva deciso di andare a lavorare all’estero, sua madre non . . . . . . . . . . . . . . . . . . (essere) affatto contenta. 4. A Natale, l’anno scorso, I Promessi sposi. (nevicare) molto. 2. La seconda guerra mondiale . . . . . . . . . . . . . . . 5. Michele non . . . . . . . . . . . . . . . . . . (sapere) nel 1939. rispondere a quella domanda. .................. 3. Nel 1492 Cristoforo Colombo . . . . . . . . . . . . . . l’America. 4. Costantino . . . . . . . . . . . . . . . . . . un imperatore 04 • Trasforma le seguenti frasi dal passato prossimo al passato remoto. romano. 1. Il re Vittorio Emanuele II è vissuto 5. Decine di migliaia di persone . . . . . . . . . . . . . . a Torino e a Roma. ......... a Hiroshima per la bomba atomica. 6. Leonardo da Vinci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................................................. 2. Dante ha scritto la Divina Commedia. .................................................. la Gioconda. 03 • Completa le frasi inserendo il passato remoto dei verbi tra parentesi. 3. Il giorno di Ferragosto di vent’anni fa è morta mia zia. .................................................. 1. L’anno scorso noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . (visitare) 4. Napoleone è nato nel secolo diciottesimo. il Perù e . . . . . . . . . . . . . . . . . . (vedere) molti luoghi .................................................. interessanti. 5. La signora Cheng è venuta ad abitare 2. Molti anni fa i miei genitori . . . . . . . . . . . . . . . . in Italia quasi trent’anni fa. (decidere) di andare a vivere in campagna. .................................................. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 297 L’italiano per studiare 1. Alessandro Manzoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 Il futuro 26-02-2008 12:07 Pagina 298 28 IL FUTURO È UN TEMPO DEL MODO INDICATIVO. L’indicativo futuro indica un’azione futura, che deve ancora avvenire rispetto al momento in cui si parla o si scrive. Domani pioverà. LA FORMA Per le coniugazioni regolari del futuro vedi Tavole dei verbi, pp. 324-31. Indichiamo di seguito il futuro dei più importanti verbi irregolari. 298 L’italiano per studiare Avere Essere Andare Dare Fare io avrò tu avrai lui avrà noi avremo voi avrete loro avranno io sarò tu sarai lui sarà noi saremo voi sarete loro saranno io andrò tu andrai lui andrà noi andremo voi andrete loro andranno io darò tu darai lui darà noi daremo voi darete loro daranno io farò tu farai lui farà noi faremo voi farete loro faranno Sapere Potere Dovere Volere Venire io saprò tu saprai lui saprà noi sapremo voi saprete loro sapranno io potrò tu potrai lui potrà noi potremo voi potrete loro potranno io dovrò tu dovrai lui dovrà noi dovremo voi dovrete loro dovranno io vorrò tu vorrai lui vorrà noi vorremo voi vorrete loro vorranno io verrò tu verrai lui verrà noi verremo voi verrete loro verranno L’USO • per esprimere un’ipotesi approssimativa Il futuro ha due tempi: il futuro semplice e il futuro anteriore Il futuro semplice si usa soprattutto: • per indicare un’azione che si realizzerà in futuro, in un momento successivo al momento presente Domenica partiremo con il treno delle 9.30. Il futuro, però, ha anche alcuni usi particolari in frasi in cui non si parla di azioni future. Serve: • per esprimere un dubbio Papà a quest’ora sarà in ufficio? • per esprimere una concessione Queste scarpe saranno anche di moda, ma a me non piacciono. Per questa casa i Ferraris pagheranno almeno due milioni di affitto al mese. Oggi il futuro è spesso sostituito dal semplice presente, soprattutto nell’italiano familiare e parlato nell’Italia del Nord. Domani arriva mio cugino (invece di arriverà). Il futuro anteriore è un tempo composto dal futuro dell’ausiliare avere-essere (avrò, sarò) + il participio passato del verbo. Si usa quando ci sono due azioni future e l’una avviene prima dell’altra. Deciderò che sport fare e poi andrò a iscrivermi in palestra o in piscina. Quando avrò deciso che sport fare, andrò a iscrivermi in palestra o in piscina. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 26-02-2008 12:07 Pagina 299 Grammatica 28 01 • Completa la tabella. Infinito Presente Futuro Futuro anteriore 1. mangiare tu mangi tu mangerai tu avrai mangiato 2. fare io io io 3. lei vende lei lei 4. comprare noi noi noi 5. io penso io io 6. voi decidete voi voi 7. tu tu verrai tu 8. regalare voi voi voi 9. noi andiamo noi noi io io io avrò visto 10. 04 • Trasforma le frasi secondo il modello. 1. Che cosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (fare) quando Prima dormirò, poi ricomincerò a studiare. sarai grande? . Quando . . . . . . . avrò . . . . dormito, . . . . . . . .ricomincerò . . . . . . . . . . a. .studiare. ......... 2. Quando arriveremo a Roma, dove ..................... (andare)? 3. Il medico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (venire) a visitare Paola domani mattina. 4. A luglio Cristina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (tornare) in Romania a prendere la figlia. 1. Eric comprerà gli sci e poi verrà in montagna. .................................................. 2. Venderò la moto e poi ne comprerò una più bella. 5. Appena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (potere), io .................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (andare) .................................................. dal parrucchiere. 3. Finirò gli esercizi di inglese e poi guarderò 03 • Coniuga al futuro i verbi indicati tra parentesi. la televisione. .................................................. 1. Questa sera noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (mangiare) le castagne. 2. Mia sorella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (venire) al cinema con voi, se dopo voi la ................... (riaccompagnare) a casa. 3. Se io . . . . . . . . . . . . . . . . . . (prendere) gli antibiotici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (guarire) presto. 4. La signora Fortisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (pagare) l’affitto dopodomani. 4. L’avvocato esaminerà la proposta e poi vedrà se accettarla. .................................................. 5. Vedremo gli orari del treno e poi decideremo a che ora partire. .................................................. 6. Mario arriverà in albergo e poi ci telefonerà. .................................................. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 299 L’italiano per studiare 02 • Coniuga al futuro i verbi indicati tra parentesi. Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 La forma riflessiva 26-02-2008 12:07 Pagina 300 29 ??? Molti verbi si possono coniugare in forma riflessiva, per esprimere un’azione che ricade, si riflette sul soggetto stesso che la compie. Osserviamo questi esempi: 21. Io lavo i piatti forma normale attiva 2a. Io mi lavo forma riflessiva diretta 2b. Io mi lavo i denti forma riflessiva indiretta Nelle frasi del tipo 2 l’azione di lavare non riguarda una cosa esterna (come i piatti della frase 1), ma riguarda me stesso che faccio l’azione. I verbi nella forma riflessiva si coniugano normalmente, ma sono sempre accompagnati dal pronome riflessivo: mi, ti, si, ci, vi, si. 300 L’italiano per studiare Presente Futuro Imperfetto Passato prossimo io mi lavo tu ti lavi lui si lava noi ci laviamo voi vi lavate loro si lavano io mi laverò tu ti laverai lui si laverà noi ci laveremo voi vi laverete loro si laveranno io mi lavavo tu ti lavavi lui si lavava noi ci lavavamo voi vi lavavate loro si lavavano io mi sono lavato tu ti sei lavato lui si è lavato noi ci siamo lavati voi vi siete lavati loro si sono lavati Come si vede dall’esempio, i verbi riflessivi al participio passato usano sempre l’ausiliare essere e non l’ausiliare avere. Forma attiva Forma riflessiva Ho lavato le calze. Ho asciugato i bicchieri. Ho guardato la televisione. Mi sono lavato - Mi sono lavato le mani. Mi sono asciugato - Mi sono asciugato i capelli. Mi sono guardato allo specchio. Esiste anche la forma riflessiva reciproca, quando il pronome personale non ha significato riflessivo, ma significa tra noi, tra voi, tra loro, l’un l’altro e il verbo indica un’azione che due o più persone fanno a vicenda, scambievolmente. Attenzione: Esistono anche i verbi pronominali, che sembrano uguali ai verbi riflessivi e si coniugano con le stesse regole: accorgersi, pentirsi, vergognarsi, sedersi, arrabbiarsi, addormentarsi… I bambini si picchiano. non vuol dire i bambini picchiano loro stessi (forma riflessiva), ma ogni bambino picchia un altro bambino, si picchiano tra loro. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 26-02-2008 12:07 Pagina 301 Grammatica 01 • Rispondi alle domande. 1. A che ora ti svegli? – . . . . . . sveglio alle . . . . . . . 02 • Completa le frasi con i verbi indicati tra parentesi. 2. A che ora ti alzi? – . . . . . . . alzo alle . . . . . . . . 1. L’autobus che va a scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. E poi che cosa fai? – . . . . . . . . lavo, . . . . . . . . (fermarsi) proprio davanti a casa mia. pettino, . . . . . . vesto e . . . . . . preparo per uscire. 2. Andrea in genere . . . . . . . . . . . . . (svegliarsi) alle 4. Come fai a lavarti la faccia? – . . . . . . . . . lavo sette, ma stamattina . . . . . . . . . . . . . . . (svegliarsi) con il sapone, . . . . . . . . . . sciacquo con l’acqua, .......... asciugo con l’asciugamano. 5. Che cosa ti diverte fare? – . . . . . diverto a . . . . . . tardi e così è arrivato in classe alle nove. 3. Ho dimenticato l’ombrello e così . . . . . . . . . . ........... ................... 29 (bagnare) dalla testa ai piedi. 6. Che cosa ti annoia? – . . . . . . . . . . annoio 4. Vincenzo per andare al matrimonio di suo quando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fratello . . . . . . . . . . . . . . (mettersi) un vestito nero. 7. Che cosa ti fa arrabbiare? – Io . . . . . . . . . . 5. Piero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (farsi) la barba arrabbio se . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . con il rasoio elettrico. 03 • Completa la tabella. Presente Forma riflessiva Forma attiva Forma riflessiva 1. io lavo io mi lavo io ho lavato io mi sono lavato 2. lui alza lui lui lui 3. tu tu tu hai svegliato tu 4. noi noi ci pettiniamo noi noi 5. loro loro loro hanno ferito loro 6. voi mettete voi voi voi 7. tu pulisci tu tu tu 8. loro loro si sentono loro loro 9. noi allontaniamo noi noi noi lui lui lui si è mosso 10. lui 04 • Riscrivi il seguente testo trasformando i verbi dal presente al passato prossimo. Lucia si sveglia alle sette meno un quarto, si alza dopo pochi minuti e va in bagno. Si toglie il pigiama, si lava, si asciuga, si veste, si spazzola i capelli. Poi va in cucina e fa colazione. Prima di uscire si lava i denti, si pettina, si dà un po’ di profumo. Poi si infila le scarpe, si mette la giacca ed esce. .......................................................................................................... .......................................................................................................... .......................................................................................................... Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 301 L’italiano per studiare Forma attiva Passato prossimo Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 Il congiuntivo 26-02-2008 12:07 Pagina 302 30 IL CONGIUNTIVO È UN ALTRO DEI MODI VERBALI DELLA LINGUA ITALIANA (NELLE SCHEDE PRECEDENTI È STATO PRESENTATO IL MODO INDICATIVO). Il congiuntivo è il modo verbale che serve per esprimere incertezza, dubbio, desiderio. È importante capire la differenza di significato tra l’indicativo e il congiuntivo. Indicativo Congiuntivo Esprime un fatto presentato come vero, reale, sicuro Esprime un fatto presentato come possibile, o come solo pensato, desiderato, temuto Oggi c’è il sole. Che bello se oggi ci fosse il sole! Sono sicuro che domani ci sarà il sole. Ho paura che domani non ci sia il sole. So che Tobias lavora alla Fiat. Credo che Tobias lavori alla Fiat. Clelia arriva sempre in ritardo. Può darsi che Clelia arrivi in ritardo. LA FORMA Il modo congiuntivo ha 4 tempi: - 2 semplici (formati da una sola parola) presente: che io lavori imperfetto: che io lavorassi 302 - 2 composti (formati da due parole) passato: che io abbia lavorato trapassato: che io avessi lavorato Per le coniugazioni regolari del congiuntivo vedi Tavole dei verbi, pp. 324-31. L’italiano per studiare Le forme irregolari riguardano il presente e a volte anche l’imperfetto di alcuni verbi. Ecco le più comuni. Infinito Congiuntivo presente Congiuntivo imperfetto Infinito Congiuntivo presente Congiuntivo imperfetto andare avere bere dare dire dovere essere fare potere rimanere vada abbia beva dia dica debba sia faccia possa rimanga andassi avessi bevessi dessi dicessi dovessi fossi facessi potessi rimanessi salire sapere scegliere stare tenere togliere tradurre uscire venire volere salga sappia scelga stia tenga tolga traduca esca venga voglia salissi sapessi scegliessi stessi tenessi togliessi traducessi uscissi venissi volessi L’USO Il congiuntivo può essere usato in frasi indipendenti o in frasi dipendenti da altre. a) L’uso in frasi indipendenti non è molto frequente e si limita soprattutto ai seguenti casi: • ordine/invito/esortazione (con il congiuntivo presente) rivolti a qualcuno a cui si dà del Lei Signora, entri, si accomodi pure qui. Dottor Fusco, mi dica la verità. Giri al primo incrocio e poi vada sempre dritto. • desiderio che si pensa non possibile, non realizzabile (con il congiuntivo imperfetto) Ah, se potessi tornare al mio paese! Se mia madre guarisse! Se avessi un lavoro! b) Per l’uso del congiuntivo in frasi dipendenti vedi Scheda 31. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 26-02-2008 12:07 Pagina 303 Grammatica 30 01 • Completa la tabella Indicativo Presente Congiuntivo Imperfetto Presente Imperfetto 1. io vado io andavo io vada io andassi 2. tu tu davi tu tu 3. lui lui lui lui dicesse 4. lui lui lui faccia lui 5. voi uscite voi voi voi 02 • Completa la tabella. Per le forme del trapassato prossimo, consulta le tavole dei verbi (pp. 324-31). Indicativo Passato prossimo Congiuntivo Passato Trapassato 1. io sono venuto io ero venuto io sia venuto io fossi venuto 2. lei è uscita lei lei lei 3. noi noi noi noi avessimo voluto 4. voi voi voi voi aveste saputo 5. lui è andato lui lui lui 03 • Trasforma le seguenti frasi usando il congiuntivo presente al posto delle espressioni in neretto. Signora, dovrebbe ritelefonare domani. .Signora, . . . . . . . . .ritelefoni . . . . . . . . . . domani. ............................... 1. Signorina, può aspettare un momento? ................................................... 2. Professore, perché non viene a mangiare la pizza con noi? ............................... ................................................... 3. Signorina, le dispiace chiudere la porta? ................................................... 4. Signor Borello, potrebbe portarmi i suoi documenti? .............................. ................................................... 04 • Nella seguente lettera sottolinea in blu i verbi all’indicativo e in rosso i verbi al congiuntivo. Cara Maria, non ho più ricevuto tue notizie. Come stai? Come stanno gli zii? Spero che vada tutto bene e che siate contenti della casa nuova. Immagino che traslocare sia stato molto faticoso. Mi ricordo che quando abbiamo cambiato casa noi otto anni fa era stato terribile. Appena ti è possibile, vorrei che tu ti ricordassi di parlare a Franco, come ti avevo chiesto, per sapere se è sempre d’accordo di venderci la macchina quando gli arriverà quella nuova. Se gli arrivasse entro la fine del prossimo mese, potremmo venire ad Asti e fare l’atto di vendita. Se invece avesse cambiato idea, dimmelo, e ci regoleremo diversamente. Tanti saluti agli zii e a te un forte abbraccio. Chiara. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 303 L’italiano per studiare Trapassato prossimo Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 26-02-2008 12:07 Pagina 304 Il congiuntivo nelle frasi dipendenti 31 IL CONGIUNTIVO È QUASI SEMPRE USATO IN FRASI DIPENDENTI. La parola congiuntivo vuol dire che congiunge. Il congiuntivo unisce infatti due frasi di cui una dipendente dall’altra (principale e dipendente). I casi più importanti di uso del congiuntivo sono: • nelle frasi dichiarative (dopo il che) quando con il verbo che c’è nella frase principale si vuole esprimere un’opinione personale, un desiderio, una preoccupazione, un’attesa, una probabilità, cioè pensieri, sensazioni, sentimenti. Quando invece nella frase principale si esprime certezza, si usa l’indicativo. Indicativo Congiuntivo So che Maria è partita domenica. Penso che Maria sia partita domenica. Sono sicuro che mio fratello arriverà oggi. Immagino che mio fratello arrivi oggi. Ho saputo che Angelo è guarito bene. Spero che Angelo sia guarito bene. So che Manuel ha perso il lavoro. Ho paura che Manuel abbia perso il lavoro. Si usa il congiuntivo anche quando nella principale ci sono verbi come: volere, preferire, piacere, dispiacere, aspettare, bisognare, essere necessario/essere probabile/possibile/difficile… 304 L’italiano per studiare Voglio che tu vada subito a casa. Mi piacerebbe che venissero a trovarci. Aspetto che Luisa mi scriva. Bisogna che Simone traduca questo. (e non: Voglio che tu vai) (e non: Mi piacerebbe che venivano) (e non: Aspetto che mi scrive) (e non: Bisogna che Simone traduce) • nelle frasi ipotetiche (dopo il se) quando si vuole esprimere una possibilità. Se studiassi di più, imparerei l’italiano e l’inglese. Per l’uso del congiuntivo nelle frasi ipotetiche vedi Scheda 40, Il periodo ipotetico. L’USO DEI TEMPI Se nella frase principale c’è il presente Penso che… si usa • il congiuntivo presente per esprimere la contemporaneità oggi oggi Penso che Tobias lavori alla Fiat Se nella frase principale c’è il passato (imperfetto o passato prossimo) Pensavo che… / Ho pensato che… si usa • il congiuntivo imperfetto per esprimere la contemporaneità ieri ieri Pensavo che Tobias lavorasse alla Fiat • il congiuntivo passato per esprimere l’anteriorità oggi in passato Penso che Tobias abbia lavorato alla Fiat • il congiuntivo trapassato per esprimere l’anteriorità ieri in passato Pensavo che Tobias avesse lavorato alla Fiat Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°27-31_296_305:Schede n°27-31_296_305 26-02-2008 12:07 Pagina 305 Grammatica 01 • Completa le frasi con il congiuntivo presente, usando il verbo indicato tra parentesi. 03 • Completa le seguenti frasi con il congiuntivo imperfetto, usando il verbo indicato tra parentesi. 1. Voglio che tu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1. Credevo che Renata e Carla . . . . . . . . . . . . . . . . (smettere) assolutamente di dire parolacce. .......... 2. Spero proprio che Elena . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. Speravo che tu ormai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........ (passare) l’esame. 3. È difficile che mia sorella . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........ (tornare) tardi alla sera. 4. Non credo che questa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..... (essere) la soluzione migliore. 5. Immagino che tu non . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..... (avere) i soldi per pagare il dizionario. 6. Silvia pensa che sua cugina . . . . . . . . . . . . . . . ........... (trovarsi) male a Genova. 7. Tutti pensano che quel ragazzo . . . . . . . . . . . . (rubare). 02 • Completa le seguenti frasi con il congiuntivo passato, usando il verbo indicato tra parentesi. 1. Mi dispiace che Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......... (perdere) il portafoglio. (venire) a trovarci. (stare) un po’ meglio. 3. Non immaginavamo che il direttore . . . . . . . ................... (essere) così gentile. 4. Carla aveva paura che i bambini . . . . . . . . . . . (rompere) i bicchieri. ............... 5. Speravo proprio che lei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...... (divertirsi) alla festa. 6. Non credevo che la polizia lo . . . . . . . . . . . . . . ............ (arrestare). 7. Lucio voleva che Rosaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ....... (cambiare) lavoro. 04 • Trasforma le frasi usando il tempo del congiuntivo più appropriato. 1. Ho saputo che la sposa si veste di bianco. Immagino che .................................. 2. Ho sentito che gli zii hanno l’influenza. 2. È probabile che tu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ho paura che . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (lasciare) l’ombrello in treno. 3. Sono certo che siete felici. 3. Non credo che voi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Desidero che (fare) da soli questo lavoro. 4. Ho visto che tutti si sono dimenticati 4. Ho paura che il dottor Pennisi . . . . . . . . . . . . . . . di telefonarmi. già . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (uscire). Mi dispiace che . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. La mamma è preoccupata che papà non 5. So che la signora Fiamma ha divorziato. . . . . . . . . . . . . . . . . ancora . . . . . . . . . . . . . . . . (arrivare). Suppongo che . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6. Immagino che ieri in montagna . . . . . . . . . . 6. Mi hanno detto che Ugo ha cambiato lavoro. ............... (piovere) tutto il giorno. ................................... È probabile che . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7. Spero che tu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7. Sapevo che Rosi abitava qui. (ricordarsi) di comprare le arance. Credevo che .................................... Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 305 L’italiano per studiare .............. ..... 31 Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 Il condizionale 26-02-2008 12:09 Pagina 306 32 IL CONDIZIONALE È UN ALTRO DEI MODI VERBALI DELLA LINGUA ITALIANA (NELLE SCHEDE PRECEDENTI SONO GIÀ STATI PRESENTATI IL MODO INDICATIVO E IL MODO CONGIUNTIVO). Il condizionale è il modo del verbo che indica che un’azione avviene a condizione che se ne verifichi un’altra. Mangerei, se ci fosse qualcosa di buono. Se facesse meno freddo, mi laverei i capelli. Verrei volentieri a trovarti, se i miei mi lasciassero. LA FORMA Il modo condizionale ha 2 tempi: • uno semplice (formato da una sola parola), che serve per esprimere un evento che potrebbe accadere nel presente a condizione che ne accada un altro presente Se studiassi di più, prenderei un bel voto. • uno composto (formato da due parole), che serve per esprimere un evento che sarebbe accaduto nel passato a condizione che – sempre nel passato – ne fosse accaduto un altro passato Se avessi studiato di più, avrei preso un bel voto. Per le coniugazioni regolari del condizionale, vedi Tavole dei verbi, pp. 324-31. 306 Indichiamo di seguito il condizionale presente dei più importanti verbi irregolari. L’italiano per studiare Avere Essere Andare Dare Fare io avrei tu avresti lui avrebbe noi avremmo voi avreste loro avrebbero io sarei tu saresti lui sarebbe noi saremmo voi sareste loro sarebbero io andrei tu andresti lui andrebbe noi andremmo voi andreste loro andrebbero io darei tu daresti lui darebbe noi daremmo voi dareste loro darebbero io farei tu faresti lui farebbe noi faremmo voi fareste loro farebbero Sapere Potere Dovere Volere Venire io saprei tu sapresti lui saprebbe noi sapremmo voi sapreste loro saprebbero io potrei tu potresti lui potrebbe noi potremmo voi potreste loro potrebbero io dovrei tu dovresti lui dovrebbe noi dovremmo voi dovreste loro dovrebbero io vorrei tu vorresti lui vorrebbe noi vorremmo voi vorreste loro vorrebbero io verrei tu verresti lui verrebbe noi verremmo voi verreste loro verrebbero L’USO Il condizionale si usa: • da solo: - per esprimere un desiderio Vorrei andare al cinema. Mi piacerebbe avere un telefonino nuovo. - per esprimere una richiesta gentile • in coppia con il congiuntivo: - nelle frasi ipotetiche Se potessi, partirei subito. Vedi Scheda 40, Il periodo ipotetico. Mi daresti un po’ d’acqua? Mi compreresti un gelato? Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 26-02-2008 12:09 Pagina 307 Grammatica 01 • Trasforma le seguenti frasi, usando il condizionale presente, secondo il modello. 03 • Rispondi alle domande usando il condizionale passato, secondo il modello. Mangio una pizza. Perché non sei venuto al cinema con noi? .Mangerei . . . . . . . . . .volentieri . . . . . . . . . . una . . . . .pizza ........................ 1. Luca smette di lavorare. .................................................. 2. Noi andiamo in palestra. .................................................. 3. Suo padre lavora in un negozio. .................................................. 4. Johnny cambia casa. .................................................. 5. Facciamo un giorno di vacanza. .................................................. 6. Mi metto i pantaloni nuovi. .................................................. Sono andato alla partita. . Sarei . . . . . andato . . . . . . .volentieri . . . . . . . .alla . . . partita. ................. 1. Ho fatto molte fotografie a Francesco e Anna. .................................................. 2. Loro hanno visto l’ultimo film di 007. .................................................. 3. Ho mangiato la pasta ai quattro formaggi. .................................................. 4. La zia Anita ha preso il caffè. .................................................. 5. Sono partito ieri. .................................................. –. .Sarei . . . . . .venuto, . . . . . . . . ma . . . .non . . . .avevo . . . . . . i. soldi. ................... 1. Perché non hai telefonato a Maria? – Le . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , ma ho perso il suo numero. 2. Perché non avete innaffiato i vasi sul terrazzo? – Li . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , ma non c’era acqua. 3. Perché non hai guardato il telegiornale? – Lo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , ma dovevo fare una telefonata urgente. 4. Perché non hai fatto merenda? – La . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , ma dovevo andare in piscina. 5. Perché non sei andato a piedi? – ............................................ ma ho preso il tram perché ero in ritardo. 6. Perché non siete andati al mare domenica? – . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ma il tempo era brutto. 04 • Completa le seguenti frasi, usando il condizionale del verbo indicato tra parentesi. 1. Ti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (portare) alla stazione, ma non ho la macchina. 2. I signori Gaidano . . . . . . . . . . . . . . . . . . (volere) tornare a Torino, ma per ora continuano a lavorare in Svizzera. 3. Zia, ti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (piacere) venire con noi al concerto? 4. Mi dispiace, io ti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (accompagnare) volentieri dal medico, 6. Siamo andati al matrimonio di Massimo ma alle 9 devo essere in ufficio. e Stefania. 5. Enrico e Fabiola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................................................. (sposarsi) ma non hanno ancora trovato casa. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 307 L’italiano per studiare 02 • Trasforma le seguenti frasi, usando il condizionale passato, secondo il modello. 32 Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 L’imperativo 26-02-2008 12:09 Pagina 308 33 L’IMPERATIVO È UN ALTRO DEI MODI VERBALI DELLA LINGUA ITALIANA (NELLE SCHEDE PRECEDENTI SONO GIÀ STATI PRESENTATI IL MODO INDICATIVO, IL MODO CONGIUNTIVO E IL MODO CONDIZIONALE). L’imperativo è il modo del verbo che serve per esprimere un ordine, un comando. L’imperativo può anche esprimere un suggerimento, un invito. Sta’ zitto! Per favore, ascolta quello che dico. Esci immediatamente! Su, prendi ancora un po’ di pollo! LA FORMA L’imperativo ha solo il tempo presente e ha solo due persone: tu e voi. Per le coniugazioni regolari dell’imperativo, vedi Tavole dei verbi, pp. 324-31. Indichiamo di seguito l’imperativo dei più importanti verbi irregolari. andare dare stare dire fare avere essere va’ (vai) andate da’ (dai) date sta’ (stai) state di’ dite fa’ (fai) fate abbi abbiate sii siate Quando si usa l’imperativo con un pronome personale diretto o indiretto, questo si mette dopo l’imperativo e forma con esso una sola parola. 308 L’italiano per studiare Indicativo Imperativo Tu lo compri Compralo! Tu li guardi Guardali! Tu ci porti Portaci! Voi le pagate Pagatele! Attenzione: Con i cinque verbi andare, dare, dire, fare, stare, se l’imperativo di 2a persona singolare (tu) è unito a un pronome personale, la consonante di questo pronome raddoppia: vacci, dillo, dille, dammi, facci, fammi, dalle, falle, stammi… L’USO L’IMPERATIVO NEGATIVO L’imperativo si usa per dare un ordine; per essere gentili, bisogna sempre aggiungere l’espressione per favore o per piacere. L’imperativo negativo si forma nel seguente modo: Quando si vogliono dare ordini/inviti/suggerimenti a una persona a cui diamo del Lei, dobbiamo usare la 3a persona singolare del presente congiuntivo. Signora, venga. Dottore, dica pure. per il tu: con non + infinito Vieni! Non venire! per il Lei: con non + congiuntivo presente Venga! Non venga! per il voi: con non + imperativo Venite! Non venite! Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 26-02-2008 12:09 Pagina 309 Grammatica 4. Butta la pasta. 01 • Completa la tabella. Infinito Imperativo Tu Voi 1. scrivere ..................... ..................... 2. ritornare ..................... ..................... 3. studiare ..................... ..................... 4. dormire ..................... ..................... 5. telefonare ..................... ..................... 6. fare ..................... ..................... 7. andare ..................... ..................... 8. ascoltare ..................... ..................... 9. tagliare ..................... ..................... ..................... ..................... 10. pagare ............................... 5. Mangia il cioccolato. ........................ 04 • Trasforma le seguenti frasi dalla forma amichevole (tu) alla forma di cortesia (Lei). 1. Jennifer, cerca di arrivare puntuale! Signorina, ...................................... 2. Mamma, rispondi al telefono! Signora, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Luca, telefona all’avvocato! Dottor Giovanardi, ............................ 4. Carlotta, riportami il libro! Signorina Buzzi, ............................... 5. Giovanni, compila questo modulo! 02 • Completa le seguenti frasi con l’imperativo del verbo indicato tra parentesi. Signor Golzio, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1. Franca, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (portare) 05 • Completa le seguenti frasi con l’imperativo e il pronome personale. 309 2. (Voi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (leggere) più 1. Federica, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (darmi) lentamente! il tuo indirizzo, per favore. 3. Zia, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (sentire), mi fai 2. Ragazze, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (telefonargli) un favore? subito, altrimenti esce. 4. Ragazzi, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (pulire) 3. Antonio, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (svegliarsi), la vostra camera. .................... 5. Bobby, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (mangiare) 4. Paola, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (mettersi) la zuppa! la gonna lilla, che ti sta così bene! 6. Se ci tieni alla salute, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. Daniele, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (farmi) (smettere) di fumare. un cappuccino, per favore. (sbrigarsi), è tardi. 6. Ester, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (dirmi) la verità: 03 • Trasforma le seguenti frasi all’imperativo negativo. hai pianto? 1. Smetti di studiare. e . . . . . . . . . . . . . . . . . . (venire) a fare colazione. ........................... 2. Compra i francobolli. ....................... 3. Andate al supermercato. .................... 7. Bambini, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (alzarsi) 8. Andate da Carlo e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (portagli) le medicine. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore L’italiano per studiare qui il cane! 33 Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 Il gerundio 26-02-2008 12:09 Pagina 310 34 ??? Il gerundio è un modo del verbo che esprime un’azione mettendola in rapporto con il verbo della frase principale dal punto di vista causale, temporale e modale. • Rapporto di tempo • Rapporto di causa • Rapporto di modo Andando a casa, ho visto Roby. (Mentre andavo a casa, ho visto Roby) Mangiando troppo, ingrassi. Jacopo studia pensando ad altro. (Dato che mangi troppo, ingrassi) (Jacopo studia in modo distratto) LA FORMA Il gerundio ha 2 tempi: • uno semplice (formato da una sola parola), che indica un’azione contemporanea a quella della frase principale presente Annibale, attraversando le Alpi con l’esercito e con gli elefanti, trovò molta neve. • uno composto (formato da due parole), che indica un’azione anteriore (avvenuta prima) a quella della frase principale passato 310 Annibale, avendo attraversato le Alpi, arrivò nella pianura Padana. L’italiano per studiare Per le coniugazioni regolari del gerundio, vedi Tavole dei verbi, pp. 324-31. Indichiamo di seguito il gerundio presente dei più importanti verbi irregolari. fare bere dire facendo bevendo dicendo Attenzione: Se con il gerundio c’è un pronome personale diretto o indiretto, questo si mette dopo il gerundio e forma con esso una sola parola: vedendolo, guardandoti… L’USO Oltre che nei casi spiegati finora, il gerundio si usa molto spesso preceduto dal verbo stare (all’indicativo presente o imperfetto) per indicare un’azione che è in svolgimento: sto mangiando, stanno studiando, stavano andando Osserva la differenza tra l’uso del verbo nella forma normale e in questa forma con il gerundio, detta perifrastica. Forma normale Forma perifrastica In primavera piove spesso. Sta piovendo. (piove indica un evento naturale, una cosa che succede in generale) (sta piovendo indica che c’è la pioggia in questo momento) I bambini dormono molto. I bambini stanno dormendo. (dormono indica un’abitudine, un fatto generale che succede sempre) (stanno dormendo indica che i bambini in questo momento sono a letto e dormono) Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 26-02-2008 12:09 Pagina 311 Grammatica 01 • Trasforma al gerundio presente le espressioni in neretto delle seguenti frasi. 34 5. Dato che ha visto che c’era poca gente, Andrea si è offeso ed è andato via. .................................................. 1. Dato che pago con la carta di credito, tengo pochi soldi nel portafoglio. .................................................. 03 • Completa le seguenti frasi unendo al gerundio il pronome personale adatto. 2. Mentre scendeva le scale, Paola è scivolata 1. Vedendo. . . ho capito che Francesca e si è fatta male. e Sandra sono molto amiche. .................................................. 3. La poveretta è stata investita dalla macchina, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. 2. Questi esercizi diventano più chiari rifacendo. . . . 3. Le mie magliette sono diventate troppo strette lavando. . . . .................................................. 4. Mentre pensava a lei, Peter era felice. .................................................. 5. Quando mi lavo i capelli, mi accorgo che ne perdo molti. 4. Questa merendina sembrava buona, ma mangiando . . . ho sentito un gusto cattivo. 5. Leggendo . . . ho visto che questo libro è abbastanza interessante. 311 02 • Trasforma al gerundio passato le espressioni in neretto delle seguenti frasi. 1. Il nostro esercito ha vinto la battaglia, dopo aver combattuto a lungo. .................................................. 2. Quando ho sentito come stavano le cose, ho preferito andarmene. 04 • Completa le seguenti frasi usando il gerundio nella forma perifrastica dei verbi indicati tra parentesi. 1. Fatima . . .sta . . . preparando . . . . . . . . . . . . . (preparare) il cous-cous. 2. Alla radio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (trasmettere) il Festival di Sanremo. 3. In questo momento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (tuonare) e . . . . . . . . . . . . . . . . (piovere) a dirotto. .................................................. 3. Dato che ha fatto molti straordinari, mio padre questo mese ha guadagnato più 4. Mentre io . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (fare) colazione, è arrivata mia sorella piangendo. 5. Questo film . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (avere) del solito. .................................................. molto successo. .................................................. 6. Che cosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (fare) Ahmed 4. Dopo aver pagato tutti i debiti, loro quando l’hai incontrato? si sentono più tranquilli. 7. A chi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (telefonare) Carlo? .................................................. 8. Il Presidente della Repubblica .................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . (parlare) ............ in televisione. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore L’italiano per studiare .................................................. Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 26-02-2008 12:09 I verbi servili e fraseologici Pagina 312 35 ??? I verbi che si usano generalmente uniti a un verbo all’infinito si chiamano: • servili: dovere, potere, volere; • fraseologici: cominciare, smettere, cercare... Non vuole studiare. Incominciano a capire l’inglese • con la preposizione di finire Ho finito di studiare. pensare Penso di preparare una bella frittata per cena. credere Credo di aver studiato abbastanza. decidere Stefan ha deciso di tornare in Romania. cercare Cerca di parlare più forte. ricordarsi Ricordiamoci di restituire il quaderno a Sara. Smetti di gridare! Cerchiamo di fare attenzione. Questi verbi sono uniti all’infinito: • direttamente 312 L’italiano per studiare volere Vorrei andare a dormire. potere Posso telefonare io, se vuoi. dimenticarsi dovere Devo studiare dieci pagine di geografia. Ti sei dimenticato di portare la giustificazione? accettare Jonas ha accettato di fare quel lavoro, anche se non gli piace. tentare Tenterò di spiegarti che cosa è successo. rifiutare Mi rifiuto di tornare da quel medico. piacere Mi piace molto stare qui. preferire Preferisco andare a casa. fare Queste notizie mi fanno stare male. lasciare Lascia perdere. (Si costruiscono unendosi direttamente all’infinito senza alcuna preposizione anche le espressioni verbo essere + aggettivo: è bello, è facile, è inutile…) far finta/fingere Raffaella fa finta di essere d’accordo, ma poi fa quello che vuole. sforzarsi Sforzati di fare più attenzione. È difficile imparare questa lezione. Sarebbe bellissimo prendere il sole. • con la preposizione a incominciare Paola ha incominciato a studiare l’inglese. continuare Continua a leggere. divertirsi Silvio si diverte a collezionare francobolli. decidersi Vincenzo si è deciso a sposarsi. mettersi Mettiti a studiare. insistere Beatrice insiste a chiedergli dei soldi, ma è inutile. provare Prova a telefonare di nuovo. riuscire Non riesco a capire questo problema di geometria. Attenzione: I verbi pensare e credere sono seguiti da di + infinito quando il soggetto di pensare/credere e il soggetto dell’infinito sono uguali: Io penso di partire (io penso – io parto). Quando il soggetto è diverso, pensare e credere sono seguiti da che + indicativo o congiuntivo: Io penso che partiremo (io penso – noi partiremo) Io penso che loro partano (io penso – loro partano) Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 26-02-2008 12:09 Pagina 313 Grammatica 01 • Completa le seguenti frasi con la preposizione giusta (se occorre). 1. Sforzati . . . . . . . fare più attenzione. 35 9. Dora deve . . . . . . . partire per la Germania. 10. I signori Traversa hanno deciso . . . . . . . traslocare. 2. Giorgio e Pina continuano . . . . . . . uscire 03 • Indica (✓) l’alternativa corretta. insieme. 3. Provo di nuovo . . . . . . . telefonargli. 1. 4. Se non sono arrivati tutti, non metterti ....... a. Penso andare domani a tagliarmi i capelli. b. Penso di andare domani a tagliarmi i capelli. mangiare. 5. Vorrei . . . . . . . ritrovare il berretto che ho c. Penso a andare domani a tagliarmi i capelli. perso. 6. Mio zio si diverte . . . . . . . scrivere canzoni 2. e . . . . . . . suonarle con la chitarra. a. È difficile a capire l’italiano? b. È difficile capire l’italiano? 7. Mio padre ha deciso . . . . . . . cambiare casa. c. È difficile di capire l’italiano? 8. È inutile che insistiamo . . . . . . . invitarla. 9. È impossibile . . . . . . . arrivare in tempo. 3. a. Lui preferisce di mangiare il panino. b. Lui preferisce a mangiare il panino. c. Lui preferisce mangiare il panino. domani. 4. 02 • Completa le seguenti frasi con la preposizione giusta (se occorre). a. Mi ricorderò portarti le cassette. b. Mi ricorderò di portarti le cassette. c. Mi ricorderò a portarti le cassette. 1. Finite . . . . . . . fare l’esercizio, poi potete ....... fare l’intervallo. 2. Non riesco . . . . . . . capire le equazioni. 3. Continua . . . . . . . suonare, finché risponde. 4. Preferisco . . . . . . . ascoltare musica che ballare. 5. Lucia pensava . . . . . . . iscriversi a un corso di karate. 6. Ricordiamoci . . . . . . . andare a ritirare le fotografie. 7. I nostri vicini di casa si rifiutano . . . . . . . spostare la macchina. 8. Tenteremo ancora . . . . . . . convincerli. 04 • Costruisci le frasi, secondo il modello, e scrivile sul tuo quaderno. Io penso / io studio fino alle sei. .Io. . penso . . . . . .di . . studiare . . . . . . . . fino . . . . .alle . . . sei. .................. 1. Lui crede / lui è intelligente 2. Lui crede / suo fratello è intelligente 3. Noi pensiamo / noi andiamo in vacanza in Marocco 4. Noi pensiamo / loro vanno in vacanza in Marocco 5. Io pensavo / io compravo un paio di scarpe da ginnastica 6. Io pensavo / tu compravi un paio di scarpe da ginnastica Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 313 L’italiano per studiare 10. Incominceremo . . . . . . . verniciare le porte Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 Gli avverbi 26-02-2008 12:10 Pagina 314 36 GLI AVVERBI SONO PAROLE O ESPRESSIONI CHE SERVONO PER MODIFICARE O PER PRECISARE MEGLIO ALTRE PAROLE. Silvano è molto intelligente. (molto precisa l’aggettivo intelligente, cioè spiega quanto Silvano è intelligente) Maria cammina in fretta. (in fretta precisa il verbo camminare, cioè spiega come cammina Maria) Il tabaccaio è là. (là precisa il verbo essere, cioè spiega dove si trova il tabaccaio). Ci sono molti tipi di avverbio, che servono per indicare: • il modo in cui un’azione viene fatta: bene, male, facilmente, lentamente, velocemente, in fretta, di corsa, dolcemente, ingiustamente… • Omar impara lentamente. la quantità di ciò che esprime un verbo o un aggettivo: molto, poco, abbastanza, troppo, tanto, altrettanto, di più, di meno, parecchio… È troppo pigro per riuscire a fare qualcosa di buono. Questa camicia è stirata male. Ne vorrei di più. 314 L’italiano per studiare Per formare un avverbio di modo, bisogna aggiungere -mente alla forma femminile dell’aggettivo: attento attenta attentamente Se l’aggettivo finisce in -le, la -e cade: facile facilmente • il tempo in cui avviene l’azione: ora, poi, mai, sempre, spesso, qualche volta, subito, prima, dopo, presto, tardi, oggi, domani… Gli vorrò sempre bene. Qualche volta mangio le carote. • il luogo in cui avviene l’azione o dove si trova qualcuno/qualcosa: qui, qua, lì, là, vicino, lontano, sopra, sotto, dentro, davanti, giù, lassù, nei dintorni, dappertutto… Io abito lontano, la professoressa invece abita qui, nei dintorni. Ci sono inoltre: • gli avverbi interrogativi, che servono per introdurre una domanda: Come? Quando? Dove? Perché? Quanto? Quanto costa? Quando verrete a trovarci? • gli avverbi di valutazione, che servono per esprimere un giudizio, un parere: sì, no, non, di sicuro, forse, magari, senza dubbio, certamente, neppure, nemmeno, neanche, eventualmente, probabilmente… Forse la prossima settimana ci sarà un compito in classe di italiano. Faresti un giorno di vacanza? - Magari! Gli avverbi sono invariabili, non concordano con le altre parole e servono a precisare un’informazione. C’è sporcizia dappertutto. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°32-36_306_315:Schede n°32-36_306_315 26-02-2008 12:10 Pagina 315 Grammatica 36 01 • Completa la tabella. Aggettivo qualificativo Avverbio di modo 1. dolce dolcemente 7. sicuro .............................. 2. forte .............................. 8. giusto .............................. 3. rumoroso .............................. 9. confuso .............................. 4. allegro .............................. 10. felice .............................. 5. completo .............................. 11. parziale .............................. 6. silenzioso .............................. 12. normale .............................. 02 • Collega con una freccia gli avverbi che hanno significato uguale o molto simile. a. qua b. certamente c. ogni tanto d. sovente e. molto f. di rado g. in un altro posto h. nemmeno i. dinanzi 03 • Completa le seguenti frasi utilizzando un avverbio scelto dall’elenco. appena • domani • tardi • mai • poi • ora • subito • oggi • presto • qualche volta • mai • spesso • sempre 1. Se ti alzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , hai tempo per fare colazione con calma. 2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . possibile l’amministra- tore manderà un idraulico a riparare il tubo. 3. Non vado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a ballare, ma vado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . al cinema. Avverbio di modo 7. Vieni . . . . . . . . . . . . . . perché poi devo uscire. 8. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . andrò dal dentista. 9. Non so spiegarmi il motivo, ma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . sono veramente stanco. 10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . studio, ................... telefono a Marta. 04 • In ogni gruppo cancella l’avverbio o l’espressione avverbiale che non c’entra. 1. Avverbi di modo: malissimo, di più, gentilmente, benino, educatamente, fortemente. 2. Avverbi di tempo: ora, adesso, forse, stamattina, domani, tardi. 3. Avverbi di luogo: di sopra, da tutte le parti, nelle vicinanze, più o meno, lontano, di fianco. 4. Avverbi di quantità: abbastanza, moltissimo, un po’, tanto, troppo, presto. 4. Riccardo viene . . . . . . . . . . . . . . . . . . a trovarci. 5. Avverbi interrogativi: perché?, quanto?, 5. Ormai è . . . . . . . . . . . . , i negozi sono chiusi. quando?, come mai?, dove?, sotto. 6. Stefania è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . in ritardo 6. Avverbi di valutazione: molto, neanche, e non chiede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . scusa. niente affatto, non, forse, sì. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 315 L’italiano per studiare 1. davanti 2. tanto 3. raramente 4. di sicuro 5. altrove 6. talvolta 7. spesso 8. qui 9. neanche Aggettivo qualificativo Schede n°37-40_316_323:Schede n°37-40_316_323 Le preposizioni 26-02-2008 12:08 Pagina 316 37 Le preposizioni sono delle parole che si mettono davanti a nomi, aggettivi, pronomi, avverbi e verbi all’infinito per collegarli e metterli in rapporto in vario modo. La macchina di Riccardo è qui. unisce la macchina a Riccardo e serve per indicare chi è il padrone della macchina. Riccardo abita in una casa tra i boschi unisce il verbo abitare alla casa e indica dove abita Riccardo unisce casa con boschi e serve per indicare dov’è la casa LA FORMA Le preposizioni sono di quattro tipi: • Preposizioni semplici di a da in con su per tra fra • Preposizioni articolate Si ottengono unendo le preposizioni semplici con gli articoli determinativi. 316 L’italiano per studiare il lo l’ i gli la l’ le di a da in con su per tra/fra del dello dell’ dei degli della dell’ delle al allo all’ ai agli alla all’ alle dal dallo dall’ dai dagli dalla dall’ dalle nel nello nell’ nei negli nella nell’ nelle con il con lo con l’ con i con gli con la con l’ con le sul sullo sull’ sui sugli sulla sull’ sulle per il per lo per l’ per i per gli per la per la per le tra il tra lo tra l’ tra i tra gli tra la tra la tra le Per sapere quale preposizione articolata dobbiamo usare, bisogna pensare: davanti a questo nome che articolo usiamo? Partiamo dalla preposizione semplice di: se dico il cane la preposizione articolata sarà del cane se dico lo studente la preposizione articolata sarà dello studente se dico l’occhio la preposizione articolata sarà dell’occhio se dico la bambina la preposizione articolata sarà della bambina • Preposizioni improprie Sono parole che vengono usate come preposizioni, ma possono anche essere avverbi o aggettivi. Avverbi: sopra, sotto, davanti, dietro, dentro, fuori, dopo, prima Vado sopra. (sopra è in questo caso un avverbio di luogo) I piatti sono sopra il tavolo. (sopra è una preposizione, e collega i piatti al tavolo) Aggettivi: vicino, lontano, salvo, lungo, secondo Questo libro è molto lungo. (lungo è in questo caso un aggettivo) Corso Casale si trova lungo il fiume Po. (lungo è una preposizione, e collega il verbo trovarsi con il fiume) • Locuzioni prepositive Sono preposizioni formate da più di una parola: a causa di, di fronte a, in compagnia di, per mezzo di… È morto a causa di un infarto. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°37-40_316_323:Schede n°37-40_316_323 26-02-2008 12:08 Pagina 317 Grammatica 37 01 • Completa ogni espressione inserendo la preposizione semplice o articolata corretta. Parti dalla preposizione semplice di. . . . . . professore La casa . .del il professore 1. l’infermiera La casa . . . . . . . infermiera 6. Carmen La casa . . . . . . . Carmen 2. la padrona La casa . . . . . . . padrona 7. lo scrittore La casa . . . . . . . scrittore 3. l’avvocato La casa . . . . . . . avvocato 8. le mie amiche La casa . . . . . . . mie amiche 4. i figli di Claudio La casa . . . . . . . figli di Claudio 9. il sindaco 5. mio fratello La casa . . . . . . . mio fratello La casa . . . . . . . sindaco 10. gli studenti La casa . . . . . . . studenti 02 • Completa le seguenti espressioni con la preposizione adatta: a, in, da (semplici o articolate). 1. Io vado . . . . . . scuola . . . . . . . . . stazione . . . . . . . . . partita 2. Io vado . . . . . . cinema . . . . . . . . . supermercato . . . . . . . . . stadio 3. Io vado . . . . . . pizzeria . . . . . . . . . giardini . . . . . . . . . piscina 4. Io vado . . . . . . farmacia . . . . . . . . . farmacista . . . . . . . . . dentista 5. Io vado . . . . . . dottore . . . . . . . . . bar 6. Io vado . . . . . . ospedale . . . . . . . . . banca . . . . . . . . . posta 317 7 Io vado . . . . . . mensa . . . . . . . . . centro . . . . . . . . . segreteria 8. Io vado . . . . . . mio . . . . . . . . . lui . . . . . . . . . Beppe L’italiano per studiare zio . . . . . . . . . pronto soccorso 03 • Completa le seguenti frasi con le preposizioni semplici o articolate necessarie. 1. Sono stanca . . . . . . . . . studiare; ho voglia . . . . . . . . . uscire . . . . . . . . . fare una passeggiata. 2. L’aereo è partito . . . . . . . . . Roma . . . . . . . . . 9.05 ed è arrivato . . . . . . . . . Zurigo . . . . . . . . . 10.35. 3. Le chiavi . . . . . . . . . cantina sono . . . . . . . . . tasca . . . . . . . . . giacca . . . . . . . . . papà. 4. Giulio andrà . . . . . . . . . scuola superiore e poi . . . . . . . . . università . . . . . . . . . Bologna. 5. Il pavimento . . . . . . . . . cucina è sporco . . . . . . . . . sugo . . . . . . . . . pomodoro. 04 • Completa le frasi con le preposizioni o le locuzioni prepositive adatte, scegliendole nell’elenco. di • alla • salvo • intorno al • a • del • di • secondo• di • nella • per • a • di fronte alla • di • alle 1. Una piccola folla di curiosi si è radunata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . corpo della vittima. 2. . . . . . . . . . . . . imprevisti, arriveremo . . . . . . . . . . . . casa tua . . . . . . . . . . . . dieci . . . . . . . . . . . . mattino. 3. . . . . . . . . . . . . partita . . . . . . . . . . . . pallavolo tutti facevano il tifo . . . . . . . . . . . . la loro squadra. 4. Ho comprato un libro . . . . . . . . . . . . poesie . . . . . . . . . . . . libreria . . . . . . . . . . . . via Po. 5. . . . . . . . . . . . . me, continuando . . . . . . . . . . . . non studiare, Enrico sarà bocciato. 6. . . . . . . . . . . . . farmacia c’è un negozio di occhiali, . . . . . . . . . . . . cui è proprietario mio cugino. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°37-40_316_323:Schede n°37-40_316_323 26-02-2008 12:08 Pagina 318 L’uso delle preposizioni 38 Tutti i tipi di preposizioni si usano per esprimere delle relazioni e per formare dei complementi. Preposizione Significato Di Indica le caratteristiche di qualcuno o di qualcosa: • possesso • materia • qualità • argomento Talvolta indica anche: • tempo • modo A Da 318 L’italiano per studiare In Con Su Per Tra / Fra Indica la direzione di un’azione: • termine (verso qualcuno) • moto a luogo Può anche indicare: • stato in luogo • età • tempo Indica la provenienza di qualcuno/qualcosa: • moto da luogo o la provenienza di un’azione: • agente Può anche indicare: • moto a luogo (se si va da una persona) • fine Indica la posizione: • nello spazio * moto a luogo * stato in luogo • nel tempo Talvolta indica anche: • mezzo • modo Indica: • compagnia • mezzo • modo Indica la posizione nello spazio con un’idea di contatto. Talvolta indica anche: • argomento • approssimazione Indica un passaggio: * attraverso lo spazio * attraverso il tempo Può anche indicare: • la destinazione • il fine • la causa Indicano una posizione intermedia: * nello spazio * nel tempo Possono anche indicare • un tempo determinato finale Esempi Il quaderno di Paola. Un foglio di carta. Una ragazza di buon carattere. Parlare di politica. D’inverno nevica. Andare di corsa. Regalo i fiori a Laura. Vado a Genova. Rimango a casa. Sono venuto in Italia a 12 anni. Noi mangiamo a mezzogiorno. Arrivo da Venezia. È stato ucciso da un ladro. Vado da Marinella. Tazzina da caffè. È andato in Francia Lavora in ufficio Ci vediamo in serata Vado a lavorare in autobus. State in silenzio! Sono in classe con Linda. Taglia il pane con il coltello. Ti vedo con molto piacere. I vasi sono sul pavimento. È un libro su Garibaldi. Cristina è sui cinquant’anni. Passiamo per piazza San Carlo. È stato ammalato per molti mesi. Parti per Roma? Si è sposato per interesse. È svenuto per il caldo. Abito tra Via Po e Via Principe Amedeo. Ti telefono tra le sei e le otto. Verrò tra qualche giorno. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°37-40_316_323:Schede n°37-40_316_323 26-02-2008 12:08 Pagina 319 Grammatica 38 01 • Completa le frasi secondo il modello, inserendo le preposizioni semplici o articolate. Ho letto un libro di fantascienza. Ho letto un libro con molta curiosità. Ho letto un libro dall’inizio alla fine. Ho letto un libro per due ore. 1. Anna lavora . . . . . . . . . un negozio. 3. Francesco ride . . . . . . . . . la barzelletta. Anna lavora . . . . . . . . . Milano. Francesco ride . . . . . . . . . solo. Anna lavora . . . . . . . . . sua zia. Francesco ride . . . . . . . . . gli amici. Anna lavora . . . . . . . . . dieci . . . . . . . . . diciotto. Francesco ride . . . . . . . . . tutto. 2. Vado dalla nonna . . . . . . . . . domenica. 4. Bevo il latte . . . . . . . . . la cioccolata. Vado dalla nonna . . . . . . . . . i miei fratelli. Bevo il latte . . . . . . . . . fare colazione. Vado dalla nonna . . . . . . . . . pranzare con lei. Bevo il latte . . . . . . . . . cucina. Vado dalla nonna . . . . . . . . . campagna. Bevo il latte . . . . . . . . . mucca. 1. Sono morto di stanchezza. 2. A Valerio piace disegnare. 3. Se uscito con i tuoi amici? 4. Ho visto un nido tra le foglie. 5. La professoressa ha parlato della seconda guerra mondiale. 6. Non riesco a dormire di giorno. 7. Il marito di Franca si chiama Claudio. 8. Studio per poter andare a lavorare. a. luogo b. causa c. possesso d. termine e. tempo f. argomento g. compagnia h. fine 03 • Indica (✓) che significato hanno le preposizioni sottolineate nelle seguenti frasi. 1. Appena puoi, passa da me. agente causa luogo 2. Ho visto un documentario sui leoni. mezzo argomento luogo 3. Andiamo a piedi. termine modo mezzo 4. Fai le cose con troppa fretta. compagnia causa modo 5. L’aereo non è partito per la nebbia. fine causa termine 6. Esco ora dall’ospedale. agente luogo mezzo 7. Con me puoi stare tranquillo. agente causa compagnia 8. La torta è stata portata da Jimmy. agente causa luogo Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 319 L’italiano per studiare 02 • Collega con una freccia ciascuna delle preposizioni con il significato che esprime. Schede n°37-40_316_323:Schede n°37-40_316_323 26-02-2008 12:08 Pagina 320 I connettori (congiunzioni) 39 I CONNETTORI (CONGIUNZIONI) SONO PAROLE CHE SERVONO PER CONGIUNGERE, CIOÈ PER UNIRE. I connettori possono unire: • due parole Anna e Stefania hanno quindici anni. • due frasi Faccio la doccia e mi lavo i capelli. Vado a dormire perché sono molto stanco. Ci sono moltissimi tipi di connettori, che legano le parole o le frasi in modo diverso e con significati diversi. Esse possono essere coordinanti o subordinanti. I connettori coordinanti mettono in relazione due elementi ugualmente importanti, sullo stesso piano. Essi possono essere: • copulativi perché uniscono. I più importanti sono: e, anche, inoltre, né, neanche, nemmeno, neppure Andrea mangia e beve tantissimo. • disgiuntivi perché escludono. I più importanti sono: o, oppure, ossia Vieni al cinema oppure resti a casa? 320 L’italiano per studiare • avversativi perché contrappongono. I più importanti sono: ma, invece, però, anzi, tuttavia, eppure, al contrario È intelligente, ma molto antipatico. • esplicativi perché spiegano. I più importanti sono: cioè, infatti, ossia, vale a dire Questa rivista è trimestrale, cioè esce una volta ogni tre mesi. • conclusivi perché concludono. I più importanti sono: perciò, quindi, pertanto, dunque, insomma Ho lavorato tutto il giorno, perciò me ne torno a casa. Essi possono essere: • causali quando la secondaria spiega la causa. I più importanti sono: perché, poiché, siccome, dato che, visto che, dal momento che Mangio il cioccolato perché mi piace. • finali quando la secondaria indica lo scopo. I più importanti sono: affinché, perché, al fine di, per Te lo ripeto, affinché tu non te lo dimentichi. • temporali quando la secondaria indica il tempo. I più importanti sono: quando, mentre, finché, prima che, dopo che, appena. Mentre ascolto la musica, penso. • dichiarativi quando la secondaria dichiara qualcosa. Il più importante è: che Penso che Paola sia andata a scuola. • condizionali quando la secondaria indica la condizione. I più importanti sono: se, purché, qualora, supposto che, nel caso che Se finisco presto i compiti, vendo a trovarti. • modali quando la secondaria indica il modo. I più importanti sono: come, come quando, in modo che Fa’ come ti dico. • correlativi perché mettono in relazione. I più importanti sono: sia… sia, né… né, così… come, non solo… ma anche Non solo mi ha invitato a pranzo, ma mi ha anche fatto un bellissimo regalo. • concessivi quando la secondaria concede qualcosa. I più importanti sono: sebbene, anche se, benché, nonostante che Giovanni ha molti problemi, anche se ride sempre. • eccettuativi I connettori subordinanti uniscono due elementi: una frase principale e una frase secondaria, meno importante. Si chiamano in vari modi, a seconda della funzione che ha la frase secondaria. e limitativi quando la secondaria esprime una eccezione o limitazione. I più importanti sono: fuorché, tranne, tranne che, eccetto che, per quanto Per quanto ne so, la gita è stata annullata. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°37-40_316_323:Schede n°37-40_316_323 26-02-2008 12:08 Pagina 321 Grammatica 39 01 • Completa le seguenti frasi. 1. Ho mangiato molto, però .................. ............................................... 2. Ho mangiato molto, e allora .............. ............................................... 3. Ho mangiato molto, perché ............... ............................................... 4. Ho mangiato molto, anche se ............. ............................................... 5. Ho mangiato molto, come ................. ............................................... 6. Ho mangiato molto, fino a che 7. Vado a dormire, se ......................... ............................................... 8. Vado a dormire, perché .................... ............................................... 9. Vado a dormire, purché .................... ............................................... 10. Vado a dormire, dopo che ................. ............................................... 11. Vado a dormire, anche ..................... ............................................... ............ 12. Vado a dormire, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... ............................................... 1. Verrò in montagna con voi a. perché costa meno. 2. Non vinciamo la partita b. purché ci sia neve. 3. Mi ha guardato male c. se non corriamo di più. 4. Loredana mangia troppo d. come se fosse colpa mia. 5. Compro la frutta al mercato e. anche se le fa male. 03 • Completa le frasi inserendo il connettore adatto. 1. Ho letto e riletto questa lezione, . . . . . . . . . . non ho capito niente. 2. Vuoi la maglia rossa . . . . . . . . . . quella grigia? 3. Davide è bravissimo . . . . . . . . . . in inglese, . . . . . . . . . . in matematica. 4. Signora, preferisce questo formaggio fresco . . . . . . . . . . questo più stagionato? 5. Questo dolce è molto grasso . . . . . . . . . . piuttosto difficile da digerire. 6. Nel dopoguerra, . . . . . . . . . . dal 1945 al 1950, l’Italia era in gravi difficoltà economiche. 7 . . . . . . . . . . ti decidi a comportarti bene . . . . . . . . . . non verrai più con noi. 8. . . . . . . . . . . tu vada, . . . . . . . . . . tu non vada, telefonagli. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 321 L’italiano per studiare 02 • Collega con una freccia ogni frase della prima colonna con la frase della seconda colonna che la completa. Schede n°37-40_316_323:Schede n°37-40_316_323 26-02-2008 12:08 Pagina 322 Il periodo ipotetico 40 Si chiama periodo ipotetico l’insieme di due frasi, che contengono un’ipotesi e la sua conseguenza. ipotesi conseguenza Se continua a piovere resto a casa protasi apodosi Si chiama protasi la frase che contiene l’ipotesi e che incomincia con le congiunzioni: se, qualora, nel caso che, a condizione che. Si chiama apodosi la frase che contiene la conseguenza. Noi possiamo fare ipotesi nel presente, nel passato e nel futuro. Le nostre ipotesi, inoltre, possono essere reali, possibili, impossibili. Vediamo allora quali modi e tempi del verbo dobbiamo usare nei diversi casi. Ipotesi Tipo di ipotesi nella protasi Nel presente REALE (è qualcosa di vero, di sicuro, di molto probabile) POSSIBILE (è qualcosa che potrebbe succedere, ma non lo so ancora) 322 L’italiano per studiare IMPOSSIBILE (è qualcosa che non può succedere, che è – o che io penso che sia – al di fuori della realtà) Nel passato Nel futuro IMPOSSIBILE-IRREALE (è qualcosa di ormai impossibile, perché è passata e il passato non si può cambiare) REALE-POSSIBILE (è qualcosa ritenuto comunque reale o possibile) Verbo nell’apodosi Indicativo presente Indicativo presente Se piove Se mi fai un dolce rimango a casa. lo mangio volentieri. Congiuntivo imperfetto Condizionale presente Se studiassi Se trovassi lavoro prenderei un bel voto. guadagnerei dei soldi. Congiuntivo imperfetto Condizionale presente Se fossi Batman Se abitassi al Polo Nord volerei. vivrei in una casa di ghiaccio. Congiuntivo trapassato Condizionale passato Se mi avessi telefonato ti avrei invitato. (se la conseguenza era nel passato) Congiuntivo trapassato Condizionale presente Se non avessi perso il treno ora sarei già a Milano. (se la conseguenza è nel presente) Indicativo futuro Indicativo futuro Se farà bello andrò al mare. Attenzione: Due errori sono molto comuni nella lingua parlata: l’uso del condizionale presente sia nella protasi sia nell’apodosi, in caso di ipotesi nel presente: non si dice: Se potrei, verrei. ma si dice: Se potessi, verrei. • • l’uso dell’imperfetto indicativo sia nella protasi sia nell’apodosi, in caso di ipotesi nel passato: non si dice: Se potevo venivo. ma si dice: Se avessi potuto, sarei venuto. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore Schede n°37-40_316_323:Schede n°37-40_316_323 26-02-2008 12:09 Pagina 323 Grammatica 01 • Forma delle frasi ipotetiche nel presente usando le seguenti coppie di espressioni. Considera le ipotesi come reali. 03 • Forma delle frasi ipotetiche nel passato usando le seguenti coppie di espressioni. Considera le ipotesi come impossibili. 1. studiare / prendere un bel voto 1. andare a casa degli zii / vedere Adriana .................................................. 2. mangiare troppo / fare indigestione .................................................. 3. nevicare / giocare a palle di neve .................................................. 4. fare bel tempo / andare a passeggio .................................................. 5. perdere tempo / non finire il lavoro .................................................. 1. avere tanti soldi / fare il giro del mondo .................................................. 2. essere un calciatore / guadagnare molto .................................................. 3. abitare in Francia / imparare il francese .................................................. 4. ammalarsi / chiamare il medico .................................................. 5. potere / invitare tutti al ristorante .................................................. .................................................. 2. esserci il sole / abbronzarsi .................................................. 3. essere promosso / essere più contento .................................................. 4. aver mangiato di meno / digerire .................................................. 5. non comportarsi male / non essere punito dall’insegnante .................................................. 04 • Riscrivi correttamente le frasi. 1. Se studierei di più, prenderei dei bei voti. .................................................. 2. Se studiavo, stavo promosso. .................................................. 3. Se mi telefonavi, venivo a prenderti. .................................................. 4. Se avrò i soldi, mi comprerei gli occhiali da sole come Elsi. .................................................. 5. Se papà lo lasciasse, andasse a casa. .................................................. 05 • Unisci con una freccia ogni frase della prima colonna con una frase della seconda colonna, in base al senso. 1. Se riesco a finire in tempo questo lavoro, 2. Se i miei trovassero un appartamento più grande, 3. Se suo padre non fosse morto, 4. Se nascessi un’altra volta, 5. Se domani mi interroga di geografia, 6. Se Giovanna ci invitasse a cena, a. Rita non avrebbe avuto un’infanzia così triste. b. vorrei essere un pescatore dei mari del Sud. c. non so niente. d. potremmo portarle una bottiglia di spumante. e. mi rilasso e guardo un po’ la televisione con voi. f. la zia potrebbe venire a stare con noi. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico © Loescher Editore 323 L’italiano per studiare 02 • Forma delle frasi ipotetiche nel presente usando le seguenti coppie di espressioni. Considera le ipotesi come possibili. 40 P. Diadori, Comunicazione non verbale nell'insegnamento dell'italiano a stranieri in prospettiva interculturale, in Catricalà M. (a cura di), Lettori e oltre… confine, Atti del corso di aggiornamento per lettori di italiano all'estero organizzato dal MAE, dal MPI e dall'Università per Stranieri di Siena (Siena, 11-15 ottobre 1999), Aida, Firenze 2000, pp. 69-109 Abstract: Quali sono i principali codici non verbali che intervengono nella comunicazione? L'articolo li prende in esame da un punto di vista glottodidattico, mettendo in risalto il valore pedagogico e interculturale che questi assumono nella didattica delle lingue moderne. Comunicazione non verbale nell'insegnamento dell'italiano a stranieri in prospettiva interculturale Pierangela Diadori Università per Stranieri di Siena 1. Introduzione. Lo studio della comunicazione all'interno di un sistema linguistico e socioculturale mette in gioco una serie di fattori: le componenti dell'interazione sociale, la struttura del messaggio verbale, i suoi rapporti con i parametri di variazione sociale, i codici utilizzati, le cause in base alle quali i parlanti interagiscono fra loro, i rapporti fra un dato messaggio e i modelli di comportamento della cultura in cui è stato generato. Ognuno di questi fattori è oggetto di studio di discipline quali la sociologia, la linguistica, la sociolinguistica, la semiotica, la psicologia, l'antropologia. Lo studio della comunicazione umana, così come è andato delineandosi negli ultimi decenni, è dunque un tipico esempio di ambito interdisciplinare, come ben sanno gli stessi linguisti che si occupano di analisi del discorso, e in particolare di una disciplina come la pragmatica, che "studia gli usi comunicativi reali, cioè le modalità concrete con le quali si realizza la comunicazione. In particolare (…) a) le strategie che sono messe in atto sia da parte di chi parla che da parte di chi ascolta, per consentire la riuscita di ogni atto linguistico; b) le relazioni tra lingua e contesto, codificate nella struttura linguistica" (Sobrero: 403)1 . 1 Lo stesso Sobrero (406, nota 3) definisce la pragmatica "una disciplina molto giovane, nata al confine fra tre versanti disciplinari: la filosofia, la linguistica, l'antropologia". Nell'atto di apprendere una lingua diversa dalla propria madrelingua, gli apprendenti sono in primo luogo, al pari dei parlanti nativi, dei "membri della società che hanno compiti (non esclusivamente riferiti alla lingua) da realizzare in un certo insieme di circostanze, in uno specifico ambiente e all'interno di un particolare campo di azione"2. Una didattica delle lingue moderne ispirata ad un approccio comunicativo, tanto più se orientata all'azione3, non può dunque non tenere conto delle implicazioni derivanti dagli studi delle discipline che si occupano della comunicazione nella lingua di insegnamento (dalla linguistica italiana agli studi antropologici e sociolinguistici sulle comunità italofone in Italia e all'estero). Questo approccio interdisciplinare diventa cruciale quando si tratta di analizzare i vari aspetti della competenza comunicativa dei parlanti allo scopo di sviluppare un'analoga competenza negli apprendenti stranieri: impossibile, in quest'ottica, limitarsi alle strutture della lingua o al solo codice verbale, dal momento che la comunicazione fra esseri umani non avviene solo utilizzando il sistema linguistico, ma anche attivando tutta una rete di codici non verbali che contribuiscono alla costruzione del messaggio che passa da emittente a destinatario. D'altra parte, lo sviluppo della competenza comunicativa in una lingua straniera implica l'analisi dei comportamenti verbali e non verbali nelle interazioni fra nativi, anche in relazione alla lingua e alla cultura degli apprendenti: gli aspetti interculturali si sovrappongono, quindi, a quelli interdisciplinari, creando una complessa gamma di interazioni che il docente di lingua si troverà a dover fronteggiare con le proprie competenze comunicative di bilingue, integrate e rafforzate da adeguati strumenti glottodidattici. 2. Competenza comunicativa e sistemi sensibili e concettuali della comunicazione umana La comunicazione umana avviene mediante un'ampia gamma di codici che permettono di articolare un messaggio secondo le intenzioni dell'emittente, i rapporti che lo legano al suo destinatario, il contesto in cui avviene l'interazione e i canali comunicativi disponibili. Un messaggio può dunque essere trasmesso mediante il codice lingua, ma anche con l'intonazione, i movimenti del corpo, il modo di vestire o di acconciarsi i capelli. "La capacità di usare tutti i codici (verbali e non), per raggiungere i propri fini nell'ambito di un evento comunicativo" viene definita "competenza comunicativa" (Balboni, 1999:20). Se cerchiamo di stabilire una gerarchia fra i codici comunicativi scopriamo che il codice verbale non sempre è il principale veicolo di trasmissione dei messaggi: la comprensione di un testo, per esempio, dipende solo parzialmente da ciò che viene detto in maniera esplicita, e si basa piuttosto sulla conoscenza del mondo degli interlocutori, sulle relazioni che si possono stabilire fra il contesto e il messaggio stesso, su tutti i significati aggiuntivi che si possono inferire al di là di ciò che appare nel testo di superficie. Spesso sono soprattutto le componenti non verbali della comunicazione quelle che forniscono una prima chiave di interpretazione. Così avviene nella prima infanzia, quando il bambino reagisce in primo luogo agli stimoli visivi (l'espressione del viso, i gesti) e sonori non verbali (l'intonazione, la modulazione della voce, le pause) che provengono dai suoi interlocutori, anche se questi sono contraddetti dal significato delle parole. Così avviene per l'apprendente di una lingua straniera che, 2 Il passo è tratto dal cap. 3 del Quadro di Riferimento Europeo per l'insegnamento delle lingue europee (noto con il nome di Framework): "The approach adopted here, generally speaking, is an action-oriented one insofar as it views users and learners of a language primarily as members of society who have tasks (not exclusively language-related) to accomplish in a given set of circumstances, in a specific environment and within a particular field of action" (la traduzione e il corsivo sono nostri). 3 Sul concetto di Action Oriented Approach si veda, oltre al Framework (1996), anche Ciliberti (1994: 89-92) e, in Serra Borneto (1998) il capitolo sul Project Work (173 sgg.) e quello sull'Interazione Strategica (189 sgg.). nella formulazione di ipotesi sul contenuto verbale di un messaggio, si fa guidare in primo luogo dal "paratesto" (cioè da tutto quello che "sta intorno al testo") prima ancora che dalle parole (molte delle quali, del resto, gli sono sconosciute): nello scritto può trattarsi della forma grafica, del titolo o delle immagini che accompagnano il testo, nell'oralità può essere invece l'aspetto dell'interlocutore, i suoi movimenti, il suo tono di voce. Solo quando l'apprendente disporrà di una interlingua di livello avanzato, potrà focalizzare l'attenzione sulle componenti verbali anche indipendentemente dai messaggi non verbali trasmessi simultaneamente, fino ad arrivare a cogliere l'ironia di una frase contraddetta dall'intonazione ("Bravo davvero!") o le connotazioni aggiuntive fornite da un gesto o una pausa. Come il codice lingua è regolato da norme interne condivise dai membri di una comunità linguistica, così gli altri codici non verbali seguono norme convenzionali che variano da cultura a cultura. E' naturale che nel decodificare un messaggio, l'interlocutore non nativo sia portato ad interpretare ciò che gli è sconosciuto utilizzando le regole del proprio sistema comunicativo. E' questo il meccanismo che incontriamo nel caso di parlanti di lingue romanze che si fanno "fuorviare" dai cosiddetti "falsi amici": l'italofono che apprende lo spagnolo, facilmente attribuirà al vocabolo burro il significato del vocabolo omofono italiano, e cadrà dalle nuvole quando scoprirà che invece vuol dire asino. Analogamente, un nord-europeo potrebbe interpretare come segno di maleducazione e scarso rispetto per gli altri una tonalità di voce alta, che è invece abituale fra i popoli mediterranei. Secondo Poyatos (1992) la comunicazione avviene mediante una "tripla struttura di base": linguistica, paralinguistica, cinesica. Si tratta di codici particolarmente legati fra loro: in primo luogo la lingua, in secondo luogo le caratteristiche prosodiche del parlato (intonazione, timbro di voce, altezza, tono, ritmo), in terzo luogo i movimenti del corpo che, soprattutto nelle già citate "culture del contatto", possono precedere, sostituire, accompagnare o seguire singoli vocaboli o intere frasi. Questa "tripla struttura di base" si colloca nell'ambito dei sistemi sensibili della comunicazione, in particolare nel sistema somatico umano, che comprende: a. i sistemi sonori: • linguaggio verbale • componenti paralinguistiche • componenti sonore non verbali b. i sistemi dinamici • cinesica (atteggiamenti del viso, sguardi, postura, contatto con l'interlocutore, gesti) • prossemica (distanze fra gli interlocutori, orientazione, rapporti con lo spazio) c. i sistemi chimici, epidermici e termici: • lacrime • odori corporei • rossori • sbalzi di temperatura corporea Esistono poi altri sistemi sensibili somatici non umani, che trasmettono anch'essi messaggi culturalmente specifici: a. i sistemi oggettuali, per esempio: • cibi e utensili • abiti, acconciature e cosmetici b. i sistemi ambientali e animali, per esempio: • costruzioni e decorazioni • flora, fauna e ambiente naturale Poggi e Magno Caldognetto (1997), individuano diverse "modalità" attraverso le quali avviene la comunicazione: a. modalità verbale: parole e frasi b. modalità prosodica: ritmo, pause, durate, accento, contorni intonativi, c. gestuale: movimenti delle mani, braccia, avambracci, d. corporea: movimenti del tronco, delle spalle e delle gambe, posizione nello spazio. Per analizzare la "comunicazione multimodale" in tutte le sue dimensioni e possibili interazioni è stato dunque elaborato dalle Autrici un modello, chiamato "partitura", che tiene conto di tutti i segnali prodotti nelle diverse modalità e permette di trascriverli simultaneamente. Come spiega Poggi (Poggi – Magno Caldognetto, 1997: 162):"si parte da una metafora musicale: il corpo è un'orchestra, e il ricercatore può ricostruire la 'partitura' seguita dai vari strumenti nel produrre questo concerto comunicativo". Coloro che appartengono alla stessa cultura condividono, oltre a questi sistemi sensibili di comunicazione, anche dei sistemi concettuali determinati da fattori di tipo socioculturale stratificati nel tempo. Il rapporto di un popolo con il tempo e con lo spazio, per esempio, determinato da un comune vissuto trasmesso di generazione in generazione, si traduce in diversi valori attribuiti, rispettivamente, agli aspetti prossemici o cronemici della comunicazione. Da cultura a cultura varierà dunque il concetto di "lontano" e "vicino", di "grande" e "piccolo", di "presto" e "tardi", o il significato di espressioni come "fra poco", "in ritardo", "in anticipo". Le norme di comportamento e i giudizi di valore sono determinati in questi casi da un reticolo di convenzioni che nel tempo si sono costruite attorno a determinate manifestazioni di tipo spaziale o temporale, che possono poi tradursi in convenzioni comunicative extralinguistiche. Una comunità può condividere il codice lingua ma non necessariamente tutti gli altri codici comunicativi non verbali: il caso Italia è emblematico. Se è vero che la diffusione dell'italofonia ha in parte eroso i dialetti, non così a livello di comunicazione non verbale, dal momento che ogni macroarea dialettale mantiene comportamenti gestuali e prossemici estranei alle aree limitrofe (si pensi a certi gesti tipici come la negazione siculo-calabra del volto sollevato all'indietro, il contatto corporeo fra interlocutori più frequente e più stretto in area centro-meridionale, la minore ricchezza di gesti simbolici dell'area settentrionale, e via dicendo (cfr. Diadori, 1992). Con la maggiore circolazione delle persone e la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare quelli non alfabetici (cinema, televisione) si assiste oggi ad un'altrettanto rapida circolazione di comportamenti comunicativi non verbali, che passano da una cultura all'altra, così come accade per i forestierismi a livello linguistico. Possiamo notarlo a proposito di gesti come il pollice alzato in segno di approvazione, il medio alzato con il palmo in dentro come segno di insulto, che alla fine del XXI secolo sono entrati a far parte del repertorio comunicativo italiano attraverso la massiccia esposizione alla produzione cinematografica statunitense. Fin qui abbiamo parlato di competenza linguistica, paralinguistica e extralinguistica. Ma sapere una lingua e saperla integrare con gli altri codici significa utilizzare questo reticolo di strumenti in relazione ai propri scopi comunicativi, cioè a. utilizzare le strategia discorsive più adeguate all'argomento, al contesto e alle convenzioni culturali degli interlocutori (si pensi alla relazione accademica di ambito anglosassone, in cui l'aneddoto e l'ironia sono componenti del tutto pertinenti e gradite, mentre in Italia e in Germania questo sarebbe tacciato di superficialità e inadeguatezza al contesto); b. selezionare le varietà sociolinguistiche più adeguate al contesto e agli interlocutori (si pensi ai tempi del passaggio dal "tu" al "Lei", oggi molto più rapidi per esempio in Italia che in Germania); c. selezionare gli argomenti in relazione alle preconoscenze e ai valori culturali condivisi dagli interlocutori (evitando, per esempio, argomenti che in una cultura sono tabù, o evitando riferimenti espliciti a ciò che si presuppone noto in quanto patrimonio culturale o esperienziale comune). Tutto questo fa parte della competenza sociopragmatica, in cui ogni altra competenza, linguistica e non, trova il proprio ruolo e la propria adeguata realizzazione. Alla tabella 1 abbiamo schematizzato le diverse componenti della competenza comunicativa e le capacità operative corrispondenti. Ora ci soffermeremo invece ad analizzare in particolare le sottocompetenze che abbiamo raggruppato sotto il concetto più generale di "competenza extralinguistica", spesso indicata anche come sinonimo di "competenza non verbale" tout court4. 2.1. La competenza extralinguistica Sia le teorie dell'apprendimento alla base dell'approccio comunicativo, sia i principi ispiratori dell'approccio orientato all'azione e della didattica interculturale attribuiscono un ruolo essenziale allo sviluppo della competenza extralinguistica in relazione alla lingua e cultura obiettivo, giustificando a tale scopo l'uso di materiali autentici e di strumenti audiovisivi e favorendo tecniche didattiche quali la transcodificazione, il role-play, oltre all'analisi del discorso in azione e lo sviluppo di una consapevolezza interlinguistica e interculturale. Infatti, "non avendo in comune un background culturale, la comunicazione tra parlanti di culture diverse presenterà caratteristiche differenti rispetto alla comunicazione tra parlanti di lingua madre. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda la gestione efficace della comunicazione non verbale, della cui importanza poche persone si rendono conto. In una situazione interculturale è quindi essenziale potersi intendere sui significati delle parole e dei comportamenti" (Weidenhiller, 1998: 223) L'insegnamento dell'italiano in un una prospettiva comunicativa e pragmatica non può prescindere da tutto questo, considerato il ruolo non secondario che assumono i codici non verbali nella comunicazione fra italofoni nell'Italia contemporanea e nelle comunità di oriundi italiani all'estero. Quella italiana può essere infatti definita una "cultura a contesto forte", in cui tutto deve essere interpretato tenendo conto del contesto in cui avviene l'interazione (comunicazione implicita)5, a differenza delle cosiddette "culture a contesto debole" (come quelle del mondo germanico, scandinavo e anglo-sassone) in cui il contesto è meno rilevante, e la comunicazione verbale assume un ruolo primario nel rendere esplicito tutto ciò che serve al destinatario per interpretare il messaggio (comunicazione esplicita). Vediamo dunque alcuni aspetti della competenza cinesica, prossemica e cronemica che possono assumere una certa rilevanza nella didattica dell'italiano a stranieri. COMPETENZA COMUNICATIVA COMPETENZA D'USO a. Linguistica SOTTOCOMPETENZE a1. Fonologica a2. Morfosintattica a3. Lessicale a4. Testuale a5. Grafemica b. Paralinguistica b1. Intonazione b2. Tono CAPACITA’ OPERATIVE Riconoscere e realizzare i fonemi Riconoscere e realizzare correttamente le forme linguistiche a livello di parola, di frase e di periodo Conoscere i vocaboli e il loro significato, saperne generare di nuovi sulla base delle regole di formazione del lessico, distinguere fra il significato di una parola e il suo valore nel contesto Riconoscere nei testi le caratteristiche di coesione formale e di coerenza logico-semantica; comprendere e produrre testi coerenti e coesi e non solo frasi isolate; conoscere le regole costruttive proprie delle diverse tipologie testuali . Comprendere e produrre i segni grafici attraverso i quali si realizza la lingua scritta Usare le curve intonative in modo da non generare equivoci di comprensione e interpretarle correttamente (tonie regionali, tonia interrogativa, affermativa, sospensiva nell’italiano standard) Usare e interpretare correttamente l'altezza e il tono della voce, secondo il suo significato psicologico o sociale in relazione al contesto 4 Balboni (1999: 41) alla voce "Competenza extralinguistica" osserva che questa "include i codici nonverbali che si accompagnano a quello verbale sottolineandolo o modificandolo" e cita le sottocompetenze cinesica, prossemica, oggettuale. 5 Un alto livello di comunicazione implicita si riscontra anche in Giappone, Cina, Medio Oriente. b3. Suoni non verbali b4. Ritmo e pause c. Extralinguistica c1. Cinesica c2. Prossemica c3. Cronemica c4. Oggettuale c5. Olfattiva c6. Tattile d. Sociopragmatica d1. Strategica d2. Sociolinguistica d3. Culturale Tab. 1 Usare e interpretare correttamente i segmenti fonetici non lessicali caratterizzati da specifici profili intonazionali (come le interiezioni olofrastiche eh…, ih…) che veicolano in modo steroetipato un intero atto linguistico Adeguare al contesto la velocità di eloquio e l'uso delle pause e interpretarle correttamente Comprendere i significati dei movimenti del corpo (gesti, posture) e evitare i gesti-tabù Comprendere i valori attribuiti alle distanze fra gli interlocutori nell’interazione, al contatto degli occhi, al concetto di “grande” e “piccolo” ecc. (rapporti spaziali) Comprendere i valori attribuiti al tempo in termini di puntualità, possibilità di interrompere l’interlocutore mentre parla, orari, durata delle conversazioni ecc. (rapporti temporali) Comprendere le regole d’uso degli oggetti indossati sul corpo (abiti, gioielli, trucco) e presenti nell’ambiente (tipi di abitazioni, oggettisimbolo ecc.) Comprendere i significati attribuiti agli odori e i relativi tabù (profumi maschili, odori corporei) Comprendere i valori attribuiti al contatto fisico fra gli interlocutori e i relativi tabù (contatto fra uomini e donne e contatto fra uomini in pubblico, bacio fra uomini, affettuosità fra padre e figlio adulto, toccare la testa di una persona) Relazionarsi con l’interlocutore al fine del perseguimento dei propri fini comunicativi, raggiungendo il proprio scopo comunicativo secondo le regole di organizzazione del discorso specifiche della cultura e lingua obiettivo Scegliere le varietà del repertorio linguistico più adeguate al contesto comunicativo Comunicare in maniera appropriata alla scena culturale in cui si realizza l’evento comunicativo, dimostrando di conoscere i valori, i tabù, i modi di vivere e i modelli di organizzazione sociale che fanno da sfondo all’evento comunicativo 2.1.1. Cinesica In ogni interazione faccia a faccia il messaggio orale viene in qualche modo completato dai movimenti del corpo dell'emittente, che possono rafforzare o conferire significati aggiuntivi alle parole a cui si accompagnano: si parla in questo caso di "codice cinetico" (dal greco kynesis = movimento) e ci si riferisce in particolare all'espressione del volto, agli sguardi, alla postura del corpo, al contatto fisico fra gli interlocutori, alla gestualità. Ogni cultura sviluppa, analogamente al linguaggio verbale, il proprio linguaggio cinetico, e ne condivide i segni e i significati in base a un reticolo di regole e convenzioni che si trasformano in base agli stessi parametri di variazione del codice lingua: diacronico (il tempo), diatopico (lo spazio), diafasico (il contesto), diastratico (le caratteristiche sociali degli interlocutori), diamesico (il canale comunicativo). Ogni cultura attribuisce un diverso ruolo al codice cinetico nell'ambito delle potenzialità comunicative a propria disposizione: così possiamo spiegare la relativa "immobilità" fisica che caratterizza l'interazione faccia a faccia di due amici finlandesi, per esempio, rispetto alla relativa "dinamicità" di un'interazione analoga (a livello di ruoli, argomenti, contesto) fra interlocutori napoletani. In Italia (in particolare nella macroarea dialettale centro-meridionale, ma anche nelle comunità di emigrati italiani meridionali all'estero) l'utilizzo dei mezzi espressivi del corpo ha un ruolo cruciale nella comunicazione, e come tale non può essere tralasciato da un'educazione linguistica che abbia per obiettivo glottodidattico lo sviluppo di una competenza comunicativa orientata all'azione in prospettiva interculturale. Il comportamento cinesico degli italiani è guidato da alcune regole di comportamento e da una serie di giudizi di valore che, dalla sfera psicologica più profonda, emergono inconsciamente in superficie attraverso la lingua del corpo. Non è questa la sede per analizzare le ragioni storiche, sociali, religiose di questo comportamento, che costituiscono l'oggetto di studio specifico dell'antropologia culturale. Ci basti ricordare che nella società italiana contemporanea i tabù legati alla sfera corporea sono molto meno forti rispetto a quelli che caratterizzano le culture anglosassoni (forgiate dal puritanesimo), e sono comunque diversi da i tabù dei popoli asiatici e africani. Questa relativa libertà espressiva si riflette in alcuni atteggiamenti psicologici piuttosto diffusi fra gli italiani, relativi alla manifestazione delle emozioni, all'atteggiamento verso l'interlocutore, al ruolo della gestualità. Manifestazione delle emozioni Manifestare le proprie emozioni non è considerato un comportamento tabù nella società italiana contemporanea, come lo è, per esempio, in quella giapponese in cui fin dalla prima infanzia si tendono a reprimere le espressioni anche corporee dei moti psicologici più negativi dell'anima (irritazione, tristezza, ira)6. Le espressioni del viso di un italiano possono dunque essere lette direttamente, mettendo così in relazione una risata con un animo allegro e sereno, o una fronte corrucciata con un pensiero negativo. Analogamente non c'è timore di nascondere una risata spontanea, come accade invece alle ragazze giapponesi che sono solite mettere una mano davanti alla bocca quando mosse al riso da qualche emozione piacevole e meno controllabile. Fin da bambini, gli italiani sono abituati a prendere coscienza delle proprie emozioni senza tuttavia reprimerle: in Italia infatti è normale che un insegnante chieda ad uno scolaro di descrivere le proprie emozioni, sia in un tema che in una interrogazione, cosa che viene invece interpretata come sconveniente per esempio presso molte culture africane7. 6 E' noto che la risata esprime in una interazione fra giapponesi una situazione emotiva di estremo imbarazzo o irritazione, come una "maschera" che vuole nascondere un atteggiamento psicologico negativo. 7 Dovendo svolgere un tema dal titolo "Descrivi le tue emozioni al ritorno dalle vacanze", dato in una classe quinta elementare di Siena, una bambina della Costa d'Avorio da poco immigrata in Italia ha scritto "Cose personali" lasciando il foglio in bianco. Contatto con l'interlocutore La comunicazione fra italiani è particolarmente orientata verso l'interlocutore, con cui inconsciamente si tende a mantenere il contatto anche a livello corporeo. Questo atteggiamento psicologico (collegato agli aspetti prossemici della comunicazione) caratterizza tutte le culture che si affacciano sul Mediterraneo, che vengono per questo anche definite "culture del contatto" (Argyle, 1992). Come gli spagnoli, i greci e i popoli arabofoni del nord Africa, gli italiani tendono a stabilire questo contatto mediante • gli sguardi diretti (che viene interpretato invece dai nordeuropei come sfrontatezza o interesse sessuale)8, • la postura trasversale del corpo (rispetto a una posizione rigidamente faccia a faccia con le braccia conserte, che esprime chiusura psicologica se non addirittura opposizione), • il contatto corporeo (la mano sul braccio o sulla spalla dell'interlocutore) indipendentemente da rapporti interpersonali di amicizia, affetto o parentela, e indipendentemente dal sesso degli interlocutori. 9 Comprendere i valori attribuiti al contatto fisico fra gli interlocutori e i relativi tabù (fra uomini e donne, fra uomini in pubblico, il bacio fra uomini, le affettuosità fra padre e figlio adulto, le parti del corpo che non possono essere sfiorate, e via dicendo) risulta essenziale nei rapporti interpersonali fra persone appartenenti a culture che non condividono gli stessi sistemi di comportamento in questo ambito. Gestualità A seconda delle funzioni comunicative che esplicano, Ekman – Friesen (1969) individuano diverse categorie di gesti: a. simbolici, dotati di un significato preciso e socialmente condiviso, convenzionalmente attribuito e spesso difficilmente ricostruibile dalla dinamica del gesto stesso (toccarsi l'orecchio, applaudire, fare l'occhiolino, sfiorarsi il naso di lato, inserire il pollice fra indice e medio). Questi possono a loro volta distinguersi in: • referenziali, riferiti a oggetti e azioni (pollice e indice che si strofinano per indicare soldi, l'indice davanti alla bocca per dire di fare silenzio) • modalizzatori, a cui corrisponde una frase o un concetto (la mano a borsa oscillante che esprime, secondo il contesto, frasi del tipo: "ma cosa vuoi?", "Ma che ci fai qui?", "Ma chi ti ha chiesto niente?"); b. mimetici, che descrivono forma e/o dimensioni di un referente (le curve di una donna) o riproducoino un'azione (bere, telefonare); c. deittici, che indicano oggetti o persone e la loro collocazione nello spazio (quello lì, lassù, oltre, dietro); d. batonici, che mettono in rilievo e danno espressività a una parola o una frase, come segnali di accentuazione del discorso nei punti di enfasi o per indicare un cambiamento nelle strategie discorsive (la mano che batte sulla gamba, accompagnando un'espressione come "Bene!" per indicare che la conversazione è finita). I movimenti del corpo proiettano il parlante fuori dal proprio "dominio fisico" (di cui parleremo a proposito della prossemica), cioè quella sorta di "bolla" protettiva che può restringersi fino a corrispondere alle fattezze del proprioprofilo fisico. Uscire fuori da questo "guscio" minimo 8 Cfr. l'articolo di Immacolata tempesta Le parole degli occhi inserito nella rubrica "Fenomeni linguistici" della rivista 9 Questo comportamento è caratteristico degli italiani centromeridionali di un ceto sociale non elevato, vissuti soprattutto nei centri minori o in aree rurali. mediante un gesto delle mani, delle braccia, delle gambe, eventualmente accompagnato dall'espressione del viso, in aggiunta o in sostituzione di un messaggio verbale corrisponde a un atteggiamento psicologico in linea con quanto abbiamo osservato a proposito del comportamento degli italiani: si tende a dare maggiore forza e espressività alle proprie e emozioni e ci si proietta al tempo stesso verso il nostro interlocutore, entrando quasi nel suo spazio vitale e, se la sua vicinanza ce lo consente, arrivando perfino a toccarlo. Due valenze fondamentali del linguaggio, quella espressiva e quella fatica, trovano dunque nella gestualità italiana la loro piena realizzazione: il bisogno (o il desiderio) di manifestare sé stessi e quello di entrare in relazione con gli altri. Il particolare sviluppo dell'italiano come lingua nazionale, sia parlata che scritta, è relativamente recente. Il suo primo uso scritto risale al XIII secolo, ma solo dopo l'unità d'Italia, alla metà dell'Ottocento, cominciò a diffondersi come lingua parlata da un numero crescente di italiani che precedentemente avevano sempre usato i propri dialetti. Anche i rapporti fra comunicazione verbale e non verbale, in riferimento all'italiano standard, sono piuttosto recenti e non molto studiati. Per quanto riguarda il passato, l'uso di gesti con un particolare significato è testimoniato dalla loro rappresentazione pittorica fin dai tempi antichi: le corna orizzontali (come segno di malaugurio o minaccia) per esempio sono attestate nelle pitture murali di Pompei (I secolo a.C.), mentre le corna verticali (con valore protettivo) sono anche più antiche e si possono vedere negli affreschi etruschi di Tarquinia (520 a.C.). Un saggio scritto all'inizio dell'Ottocento fa il punto sui gesti napoletani (De Jorio, 1832), uno di fine Ottocento descrive invece i gesti usati all'epoca in Sicilia (Pitrè, 1889). Più recentemente sono stati analizzati 20 gesti fra quelli più comuni usati in Europa e lungo la costa africana che si affaccia sul Mediterraneo, in relazione alle loro origini e alla loro diffusione al volgere degli anni Settanta (Morris, 1979). Varie caratteristiche della situazione linguistica dell'Italia di oggi stanno influenzando non solo la lingua scritta e parlata, ma anche i gesti che accompagnano la comunicazione orale: la diffusione dei mass media, i sempre più frequenti contatti fra persone di diverse lingue e culture, il livello medio di istruzione sempre più alto, la progressiva perdita dei dialetti. In particolare, durante gli ultimi decenni alcuni gesti regionali si sono diffusi in tutta Italia (almeno a livello di competenza passiva), altri si sono ristretti ad aree limitate in relazione all'uso del dialetto locale: si pensi all'atto di sollevare leggermente la testa verso l'alto in segno di risposta negativa (tipico dell'Italia meridionale) o a certi insulti sessuali (come il pollice alzato, usato in Sardegna e in Sicilia), secondo una tendenza analoga a quella di certi dialetti che vanno gradualmente restringendo il loro ambito d'uso, rispetto al progressivo diffondersi delle corrispondenti varietà regionali dell'italiano. Altri ancora sono usati in tutte le regioni italiane e sono invece completamente assenti nel resto d'Europa, come nel caso della mano a borsa per dare enfasi alla domanda. Recentemente si sta infine assistendo alla rapida diffusione anche in Italia di gesti di provenienza straniera, alcuni dei quali si erano già affermati fin dalla II Guerra mondiale (come le dita a "V" per indicare vittoria, usate per la prima volta da Churchill, o le dita ad anello per esprimere approvazione). Al pari dei forestierismi linguistici, questi gesti si affermano oggi specialmente nel gergo giovanile (come il già citato insulto anglosassone con l'indice alzato) e nei linguaggi settoriali (come il saluto fatto battendo il palmo della mano contro quello dell'interlocutore, proveniente dall'ambito sportivo). L'analisi dei comportamenti non verbali tipici di una cultura attraverso lo studio dei mass media di un determinato periodo può aprire la strada a molte interessanti scoperte. Bisogna premettere che in questo caso la trasmissione del messaggio e quindi la comunicazione subiscono alcune variazioni rispetto alla comunicazione faccia a faccia, non solo per quanto riguarda la mancanza di feed-back da parte del destinatario, ma soprattutto per l'assenza di alcune componenti extralinguistiche (olfattiva, gustativa, cutanea). Si tratta infatti di quello che Poyatos (1983: 57) chiama "un rapporto a senso unico, in cui solo il ricevente è un essere umano, mentre l'emittente è solo una fonte di evocazioni, provocate da realtà precedentemente sperimentate, un rapporto che si stabilisce fra lo spettatore e la rappresentazione bidimensionale nei film, nella fotografia e nella pittura, e in quella tridimensionale della scultura". Una prova diretta di queste osservazioni relative alle linee di tendenza del comportamento non verbale degli italiani, con particolare riferimento ai gesti simbolici più usati (i cosiddetti "emblemi", secondo la definizione di Poyatos 1983: 98 sgg.), si può ottenere analizzando la più recente produzione cinematografica italiana, le foto di giornali e riviste, le pubblicità scritte o televisive, gli articoli di giornale e la letteratura narrativa. I mass media infatti sono uno "specchio" e al tempo stesso un "modello" degli usi comunicativi di una data comunità linguistica, sia verbali che non verbali. Partendo da una indagine preliminare basata su tali materiali, abbiamo cercato di individuare i gesti simbolici in essi più spesso presenti, in modo da tentare una prima ipotesi di risposta alle seguenti domande: esiste oggi un linguaggio gestuale panitaliano? si può parlare di un "linguaggio gestuale dell'uso medio", parafrasando un'espressione coniata da Sabatini (1985) a proposito dell'italiano contemporaneo? Dalla pubblicità emerge una gamma piuttosto limitata di gesti, che esprimono non solo approvazione (il pollice alzato, le dita ad anello o le dita a "V", riferite al prodotto reclamizzato), ma anche intesa (p.es. l'occhiolino e l'indice sulla bocca, che instaurano un filo diretto fra il produttore e il potenziale consumatore) e perfino insulti (p.es. la linguaccia rivolta a tutti coloro che non usano quel dato prodotto). Molto più ricco e vario il panorama gestuale offerto dalla cinematografia italiana più recente, in cui si possono osservare i gesti legati all'origine di provenienza degli attori, che spesso recitano "a braccio" e cercano di portare sullo schermo il massimo della spontaneità a livello linguistico, paralinguistico e cinetico. Si pensi in particolare ai comici della nuova commedia all'italiana, ciascuno legato alla propria pronuncia regionale e al proprio modo di comunicare anche attraverso i gesti: da Carlo Verdone (romano) a Roberto Benigni (toscani), a Massimo Troisi (napoletano), e via dicendo. I film italiani degli anni '80-'90 ci offrono dunque un ampio panorama sui diversi tipi di comunicazione non verbale dell'Italia contemporanea, passando dalla massima ricchezza gestuale del meridione, al minimo di gestualità nel nord e soprattutto in Sardegna. Anche gli articoli di giornale e la letteratura narrativa costituiscono una fonte di informazione sugli usi gestuali contemporanei, oltre ad essere, nel caso delle opere letterarie, un indice del realismo descrittivo dell'autore. Considerando dunque quanto emerge dai mass media e dalla letteratura narrativa contemporanea, abbiamo selezionato 100 gesti simbolici (i cosiddetti "emblemi") corrispondenti ad altrettanti atti comunicativi (Diadori 1999: cfr. appendice 1), raggruppati secondo le seguenti categorie10: a. convenzioni sociali (salutare per aprire o chiudere un contatto, congratularsi): 13 gesti; b. stati emotivi e sentimenti (esprimere soddisfazione, valutazione media, indifferenza, rammarico, approvazione, disapprovazione, noia, paura): 23 gesti; c. progetti di azione (giurare, invitare ad avvicinarsi, ad allontanarsi, a fare silenzio, a fare con calma, a un accordo, a fare attenzione, a dare un passaggio, alla concisione, ammonire, augurare il male, consolare, minacciare, augurare il bene, allontanare il male): 22 gesti; d. domande e risposte (rafforzamento di una domanda, risposta affermativa, negativa, dubbiosa, indifferente): 13 gesti; e. opinioni sulle caratteristiche di qualcuno (omosessualità, infedeltà coniugale, fortuna, amicizia, inimicizia, ostinazione, furbizia, stupidità o follia): 15 gesti; f. descrizioni di fatti (cambiamento completo, allontanamento, scampato pericolo, bugia, danno subìto, intesa) o elementi concreti (moltitudine, denaro): 10 gesti; g. insulti: 4 gesti. Da questo spettro piuttosto ampio di gesti simbolici e dalla loro frequenza nei testi esaminati, saremmo portati ad appoggiare la tesi di una "gestualità contemporanea dell'uso medio" che si sta sviluppando a livello panitaliano grazie anche all'opera di amplificazione e consolidamento offerta dai mass media. Questa ipotesi ci viene confermata da una inchiesta svolta da Isabella Poggi e 110 Si tratta in gran parte delle stesse categorie usate nei lavori sul "Livello soglia" (in particolare in quello relativo all'italiano: Galli De Paratesi 1981). Emanuela Magno Caldognetto in Veneto fra donne e uomini giovani e adulti per verificare il riconoscimento e l'uso attivo di 86 gesti simbolici in uso in Italia (tutti compresi, salvo poche eccezioni) nella lista riportata all'appendice 1). Sebbene tali gesti risultino diffusi soprattutto fra i giovani e, in misura minore, fra le donne e i maschi adulti, "i soggetti mostrano di avere conoscenza e metaconoscenza dei gesti esaminati: sanno infatti spiegarne il significato, fornirne una traduzione verbale, indicare l'espressione facciale concomitante; e tali conoscenze e metaconoscenze sono largamente condivise nei soggetti esaminati" (Poggi – Magno Caldognetto, 1997: 94). 2.1.2. Prossemica La concettualizzazione dello spazio e il comportamento spaziale variano in base agli stessi parametri di variazione che influenzano gli altri codici comunicativi: il tempo, lo spazio, il contesto, la società e il canale comunicativo.11 . Il termine proxemics (dal greco sema, "segno") per indicare gli aspetti spaziali della comunicazione umana si deve all'antropologo statunitense Hall, autore del primo saggio dedicato a questa nuova disciplina (Hall, 1966) che, nata nell'ambito della semiologia, si occupa espressamente dello studio dell'uso che l'uomo fa dello spazio, frapponendo diversi gradi di distanza fra sé e gli altri per avvicinarli o allontanarli nelle interazioni quotidiane e nella organizzazione degli spazi abitativi e urbani. La concettualizzazione dello spazio Non tutte le lingue dispongono delle stesse potenzialità espressive per indicare i rapporti spaziali12, così come variano da cultura a cultura le connotazioni e i significati aggiuntivi attribuiti a concetti spaziali perfettamente traducibili a livello di superficie. Non tutte le lingue posseggono, per esempio, le stesse strutture lessico-grammaticali capaci di indicare i rapporti spaziali fra cose e persone presenti nel contesto: la posizione di un oggetto che si trova sopra ad un altro senza peraltro sfiorarlo può essere indicata con una preposizione in inglese (over) e in tedesco (über), mentre questo concetto è inesprimibile in italiano senza ricorso a una perifrasi. L'italiano standard e il toscano, d'altro lato, posseggono un sistema a tre dimostrativi (questo/codesto/quello) che permette di indicare anche che l'oggetto di cui si parla si trova vicino all'interlocutore e lontano da chi parla, mentre questo non è possibile nelle altre varietà regionali dell'italiano (questo/quello), né in inglese (this/that), in tedesco (dieser/jener) e in moltre altre lingue. Cardona (1988: 34 sg.) cita il caso della lingua dei Mòcheni, una comunità montana del Trentino, che presenta un orientamento tridimensionale dello spazio, determinato dall'asse del fiume che scorre a fondo valle, da un asse perpendicolare e uno trasversale alla valle stessa (cfr. anche Trusso, 1995; Becker - Carroll, 1997), A proposito, invece, delle diverse connotazioni attribuite a concetti spaziali, come la parola "casa" può essere tradotta in tutte le lingue ma non corrisponde affatto all'evocazione della stessa immagine, così il concetto di "grande" o "piccolo" varia notevolmente da cultura a cultura, come ben sa chi si occupa di vendite o affitti immobiliari internazionali! Nell'ambito della stessa classe sociale, infatti, un alloggio che negli Stati Uniti è considerato di modeste dimensioni, risulta grande in Europa, grandissimo in Giappone, in base ai diversi parametri di valutazione dello spazio in relazione alle unità abitative disponibili. Analogamente, si avranno diverse concettualizzazioni di definizioni spaziali come vicino/lontano, deserto/affollato e via dicendo. Sia le espressioni verbali che indicano relazioni spaziali, sia l'uso deittico della gestualità sono strettamente legati alle diverse rappresentazioni mentali dello spazio, di cui si occupa specificamente la prossemica. Come rileva Sobrero (1994: 421-422), c'è differenza fra le indicazioni stradali fornite da chi vive in spazi ridotti e ben conosciuti, come le città, e chi vive in spazi ampi e poco esplorati, come la campagna: i primi si serviranno meno dei deittici e specificheranno meglio le distanze verbalmente ("cento-duecento metri"), mentre i secondi useranno maggiormente i gesti e forniranno valutazioni più generiche delle distanze ("lontano ma non troppo"). Le distanze interpersonali A livello di linguaggio del corpo, la competenza prossemica viene generalmente identificata con "la capacità di usare appropriatamente la distanza interpersonale" (Balboni, 1999: 79). Ogni individuo è come immerso in una sorta di sfera protettiva (quasi una "bolla" o una "campana" invisibile), che 111 Per una analisi linguistoco-antropologica della percezione dello spazio nelle varie culture, cfr. Cardona, 1988. 12 lo tiene separato dagli altri: questo "dominio fisico" può avere dimensioni e grado di permeabilità variabili da cultura a cultura, e questo si riflette, a livello inconscio, sia nelle distanze interpersonali che vengono immediatamente stabilite dagli interlocutori, sia nella struttura delle abitazioni e dell'architettura urbana. Hall (1966) distingue quattro distanze fondamentali che gli interlocutori rispettano nell'interazione faccia a faccia, riportando anche le misure approssimative (rese qui in centimetri e metri) relative alle convenzioni in uso nella società nordamericana degli anni Sessanta: a. distanza intima (0-45 cm): corrisponde al massimo coinvolgimento fisico, è la distanza che caratterizza i rapporti intimi, il conforto, la protezione, l'amplesso, ma anche la lotta; b. distanza personale: permette di entrare in vario rapporto con l'altro mediante le estremità, con un minimo sforzo da parte degli interlocutori (45-75 cm.), o appena oltre quello che viene sentito come il proprio dominio fisico (75-120 cm.); c. distanza sociale (1,20-3,65 m.): è la situazione in cui, non essendoci possibilità di contatto con l'altro, si esce dalla sua sfera di coinvolgimento fisico e emotivo; d. distanza pubblica (3,65 – 7 m. e oltre): è la distanza che separa un oratore dal proprio pubblico, che vede aumentare per ragioni fisiche l'ampiezza dei gesti e l'altezza della voce per permettere ai propri messaggi di raggiungere i destinatari. L'unità di misura prossemica, dunque, secondo Hall è il braccio teso, ma non tutti i popoli attribuiscono gli stessi significati convenzionali alle distanze fra gli interlocutori, almeno non in base alle misure indicate da Hall. La distanza che corrisponde al braccio teso (45 cm. circa), per esempio, è considerata adeguata anche a un rapporto mediamente formale fra i popoli di origine latina, mentre i nord-europei e i popoli di origine anglosassone si sentono a proprio agio con un interlocutore sconosciuto solo se la reciproca distanza è almeno il doppio. Asiatici e africani, al contrario, non si scompongono se uno sconosciuto si avvicina anche a una distanza corrispondente a quella che Hall definisce la "sfera intima". Anche fra latini, comunque, si notano delle differenze, come si vede per esempio nelle distanze più ravvicinate degli Italiani centro-meridionali e dei popoli arabi, rispetto agli italiani settentrionali o ai francesi. La disposizione di persone e ambienti Le differenze nella strutturazione dell'ambiente fisico (la dimensione delle case, delle strade, così come il loro grado di affollamento) possono influenzare il comportamento spaziale di un popolo, incoraggiando o meno l'interazione ravvicinata. I mobili di casa, per esempio, la posizione dei divani, le porte aperte o chiuse di un ufficio, i divisori trasparenti o opachi in una fabbrica possono ispirare diversi gradi di cordialità, così come la disposizione delle sedie di un'aula possono essere più o meno adatte a attività di gruppo. Nelle scuole italiane, per esempio, si trova una disposizione frontale dei banchi rispetto all'insegnante, anche se, specialmente nelle lezioni di lingua, i docenti preferiscono una posizione a semicerchio. D'altra parte, le strade strette di molte città italiane, favoriscono l'uso di incontrarsi per strada e di fermarsi anche a lungo a conversare. La privacy Ci sono culture che associano a un certo ambiente o a una certa condizione psicologica un determinato concetto di privacy, intesa come dominio fisico più o meno ampio. In Grecia, per esempio, un bagnante che si trovi a scegliere un posto su una spiaggia semideserta, si sdraierà più vicino possibile alle persone che già vi hanno trovato posto: il contrario avviene in Italia, dove si tende a scegliere il punto più isolato, o almeno equidistante da coloro che già stanno prendento il sole. In Italia è normale che un cliente di un bar o di un ristorante (ma non di una mensa studentesca) cerchi posto ad un tavolo libero ed eviti al massimo di "disturbare" altri clienti con la sua vicinanza: non così per esempio in nord-Europa. Gli italiani, dunque, associano a particolari luoghi pubblici un dominio fisico molto più ampio di quello che sentono in altri ambienti come inviolabile. Da cultura a cultura cambia, dunque, il concetto di privacy. Per esempio, "in molte culture occidentali i momenti di privacy di un individuo coincidono con il ritirarsi entro uno spazio fisico definito, come una stanza, mentre nel mondo arabo consistono nell'isolamento psicologico anche se si continua a condividere lo spazio fisico con gli altri. I momenti di isolamento di un arabo possono essere quindi interpretati come un atteggiamento di rifiuto da parte di un europeo" (Hall, 1969, cit. in Curricolo…, 1995: 184). L'angolazione Un'altra manifestazione prossemica culturalmente specifica è l'angolazione con cui le persone preferiscono collocarsi nello spazio, l'una rispetto all'altra (come ci si siede in una sala d'aspetto, come si occupano le sedie di un'aula o a un tavolo al ristorante). Gli italiani, come gli arabi, preferiscono un'orientazione diretta, mettendosi di solito di fronte all'interlocutore, anche se questo comporta una maggiore distanza e la presenza di un ostacolo intermedio (come al tavolo di un ristorante). Al contrario, gli inglesi e i francesi preferiscono sedersi fianco a fianco, con le spalle al muro, come si vede spesso nei pub o nei bistrò. Luoghi tabù. Ogni popolo associa a determinati spazi un diverso grado di sacralità o addirittura dei comportamenti tabù. In Italia esistono pochi luoghi strettamente o preferibilmente vietati alle donne (come i bar in Marocco), ai bambini (come i pub inglesi). Piuttosto si possono individuare dei comportamenti poco tollerati in relazione a certi ambienti. Un'aula scolastica, per esempio, durante le ore di lezione non è mai associata all'atto di mangiare e bere (come avviene invece in ambito scolastico statunitense) o di appisolarsi (come accade in Giappone): al cibo si riservano luoghi e momenti diversi, generalmente separati dalle attività di studio. Le chiese sono il luogo sacro per eccellenza in Italia, dove si osservano severe regole di comportamento (anche se meno rigide oggi rispetto a qualche decennio fa). Anche la cucina di una casa in Italia è in qualche misura un luogo tabù: la padrona di casa italiana considera sgradita l'ingerenza di un ospite che si offre di aiutare curiosando qua e là negli scaffali, mentre nell'Europa del nord questo atteggiamento sarebbe assolutamente normale e apprezzato. L'abitazione stessa è un luogo "sacro" per gli italiani, che molto difficilmente si presterebbero a scambiarla con degli sconosciuti, anche solo per un breve periodo di vacanza: non a caso stenta a decollare in Italia l'home swap, cioè lo scambio-casa, una pratica molto diffusa in Nord-Europa, Nord-america e Australia. 2.1.3. Cronemica La concettualizzazione e l'uso del del tempo da parte dei membri di una determinata cultura costituiscono la base della competenza cronemica13: da quella più "nascosta" e sottilmente diffusa fra i più svariati comportamenti comunicativi (ritmo del parlato, turni di parola nel dialogo, lunghezza delle pause in relazione al contesto ecc.) a quella codificata in modelli di tipo socioculturale (la puntualità, gli orari dei pasti, i tempi di apertura dei negozi ecc.). La cronemica nel discorso "Lasciami finire il discorso...": questa frase assolutamente normale per un italiano è inconcepibile presso quelle culture che rispettano una struttura molto più rigida nei turni di parola del dialogo. Infatti "gli italiani, e più in generale i latini, hanno maggiore flessibilità di altre culture nel turn taking, soprattutto nel 'collaborare' con l'interlocutore evitandogli lo sforzo di completare la frase una volta che il suo significato sia intuitivamente chiaro. (…) I nord-europei e gli americani invece sono particolarmente gelosi del loro 'territorio' comunicativo, per cui mal tollerano le intrusioni dell'interlocutore fino a quando, con il tono di voce e con una pausa, non abbiano indicato che la loro battuta è terminata" (Balboni, 1999: 98) Diverse convenzioni regolano dunque, da cultura a cultura, la possibilità di interrompere qualcuno che parla, così come la durata dei convenevoli e delle pause. E' noto, per esempio che per i latini un silenzio prolungato dell'interlocutore è interpretato come un commento negativo, mentre gli scandinavi e i baltici apprezzano le pause e i silenzi, anche in contesti sociali in cui un italiano, al 1 Il termine chronemics è stato coniato da Poyatos (1983). 13 contrario, tenderebbe a riempire qualsiasi vuoto di comunicazione verbale. Per gli italiani, dunque, esistono dei tempi (più ristretti rispetto a quelli delle culture nord-europee) oltre i quali una pausa corrisponde a un'interruzione della comunicazione, da interpretare, nel caso che sia volontaria, come un messaggio di irritazione, scortesia, opinione contraria. La puntualità "Puntualità", "fretta", "fra un minuto", "vengo subito!", "dopo", "presto", "tardi" sono espressioni corrispondenti a concettualizzazioni del tempo che possono variare da cultura a cultura. Essere puntuali per un giapponese corrisponde a un leggero anticipo rispetto all'orario stabilito, per un tedesco significa invece arrivare all'ora esatta, per un italiano significa arrivare qualche minuto dopo (come testimonia il "quarto d'ora accademico" che segna l'inizio delle lezioni universitarie con un massimo di 15 minuti di ritardo rispetto alla data indicata nei programmi dei corsi): in America Latina, poi, chi arriva puntuale mette davvero in imbarazzo, visto che un ritardo "educato" va dai tre quarti d'ora all'ora e mezzo. Ma anche in Italia non tutte le culture regionali condividono gli stessi comportamenti cronemici, e soprattutto i ritmi di vita delle grandi città, più accelerati e rigidi, stanno sempre più differenziandosi da quelli dei piccoli centri e ancora di più dagli ambienti rurali. Gli orari Conoscere gli orari dei pasti del popolo di cui si studia la lingua rappresenta uno dei pochi comportamenti cronemici che da sempre hanno accompagnato lo studio di una lingua straniera. Del resto non è facile dimenticare il disagio dovuto nei primi tempi all'anticipare o posticipare i propri ritmi alimentari: dalla cena tedesca alle cinque del pomeriggio, a quella italiana alle otto, a quella greca dopo le dieci di sera! Ma gli orari dei pasti sono anche collegati con i tempi della socializzazione,diversi da un popolo all'altro: in Italia si socializza al bar fra colleghi all'ora del cappuccino di metà mattina, o a cena con gli amici; nel nord Europa invece si socializza la sera mentre si beve birra o superalcolici. In Italia è prevista di solito solo l'ora di inizio di un evento (conferenza, festa, vernissage, spettacolo cinematografico ecc.) e non viene espressamente indicata la fine, mentre in molti cocktail parties americani si prevede anche l'ora di chiusura entro la quale gli ospiti devono lasciare la festa. In Italia non solo sarebbe scortese fissare un orario di chiusura per un incontro sociale, ma addirittura abbandonare una cena prima degli altri commensali è considerato poco educato e richiede di profondersi in scuse e giustificazioni: gli incontri conviviali sono sentiti quasi come eventi che hanno un inizio ma non una fine che non sia quella determinata dalla stanchezza dei convitati! La gestione del tempo in ambito professionale La gestione del tempo diventa di cruciale importanza nelle relazioni di lavoro: qui le incomprensioni interculturali hanno una rilevanza immediata e possono tradursi in insuccessi di tipo professionale. Come rileva Balboni (1999: 100 sgg.), i popoli mediterranei sono in questo campo molto più flessibili dei nord europei e nord americani, per i quali i ruoli gerarchici si traducono anche nella possibilità di aprire e chiudere una seduta, o per i quali risulta inconcepibile non attendere l'intero giro di tavolo prima di esprimere la propria opinione sull'intervento di un altro partecipante. 3. Rapporti fra comunicazione verbale e non verbale. Le componenti paralinguistiche del linguaggio e il codice gestuale sono i due aspetti della comunicazione non verbale che più degli altri sono in stretta relazione con il codice lingua. Nell'illustrare la sua teoria sulla "triplice struttura di base" (linguistica-paralinguistica-cinesica) Poyatos (comunicazione personale) rileva che il comportamento non verbale che precede, accompagna o segue il messaggio verbale può: a. aggiungere informazioni b. rafforzare ("Ma cosa vuoi?" , accompagnato dal movimento della mano a borsa per rafforzare il tono aggressivo della domanda) c. duplicare ("Non ci voglio andare!" seguito da un gesto con la mano a taglio che ripete il concetto di negazione) d. enfatizzare ("Bene! Siamo pronti!", accompagnato da un colpo battuto sul tavolo o su una gamba o battendo i palmi delle mani una sola volta) e. de-enfatizzare ("Mmmm … sì sì", l'esitazione, la pausa o l'abbassamento di voce rendono meno enfatico il "sì") f. contraddire ("Carino!" espresso con intonazione canzonatoria esprime l'esatto contrario del complimento espresso a parole) g. mascherare (quando il comportamento non verbale cerca di mascherare le reali intenzioni comunicative, p.es. accentuando i movimenti facciali o il tono di voce cortese, come nel caso del sorriso con cui i giapponesi camuffano imbarazzo o irritazione) h. economizzare ("E' cambiato da così a così", accompagnato dal rovesciamento del palmo della mano, permette di non esprimere esattamente a parole quale fosse la condizione iniziale e quella di arrivo) i. sostituire parole (puntare il dito verso un oggetto può significare "Voglio quello!") In questi ultimi due casi, i gesti si inseriscono nel processo comunicativo in base ad una chiara applicazione del principio dell'economia linguistica: a. quando si vuole esprimere qualcosa difficile da tradurre a parole (si pensi agli insulti o al gesto che in Italia indica che qualcuno è cornuto o omosessuale); b. quando si vuole trasmettere un concetto più rapidamente senza ricorre a lunghi costrutti verbali (si pensi agli insulti o gli apprezzamenti per strada) c. quando esistano particolari impedimenti fisici che limitino l'uso della voce (eccessiva distanza fra gli interlocutori, afasia, comunicazione attraverso un vetro, particolari divieti). Più sinteticamente Poggi – Magno Caldognetto (1997: 154) notano che "un segnale di modalità (ad esempio un gesto), rispetto a un segnale che è o dovrebbe essere prodotto in un'altra modalità (ad esempio una o più parole) può avere quattro diversi tipi di rapporti o funzioni": a. ripetitiva, se il gesto porta esattamente lo stesso significato delle parole, b. aggiuntiva, se il significato del gesto aggiunge informazioni a quello delle parole, c. sostitutiva, se il gesto porta un significato che il parlante ha previsto nella pianificazione del parlato, ma a causa di un lapsus, di una dimenticanza o di una reticenza intenzionale non ha prodotto in quella modalità, d. contraddittoria, se il significato del gesto contraddice quello delle parole.14 Come nella lingua troviamo voci "olofrastiche" che da sole formano una frase (come l'interiezione toh! che sottintende "Che sorpresa!" o "Questo fatto mi sorprende!") e altre che sono invece propriamente "lessicali" (aereo, comprare, spesso), così anche in ambito gestuale troviamo i gestifrase (ruotare la mano con le dita piegate, gesto corrispondente alla frase "Vai via!"; il pollice alzato che significa "Tutto a posto!; l'alzata di spalle corrispondente a "Non me ne importa niente!") e i gesti-parola (strofinare l'indice contro il pollice per indicare il denaro; indicare se stessi in sostituzione della parola io). Nel linguaggio verbale possiamo usare una singola voce lessicale anche con valore olofrastico (per esempio quando diciamo "Birra!" in un bar, per chiedere "Vorrei avere una birra!") e lo stesso avviene quando un gesto-parola assume il valore di una frase a seconda del contesto, dei ruoli degli interlocutori e dell'espressione facciale che lo accompagna. Ruotare la mano vicino alla tempia, che indica pazzia o stupidità, può infatti significare "Tu sei matto!", "Quello è matto!" "Ma per chi mi hai preso?"; il gesto che mima l'atto di fumare può corrispondere a una richiesta ("Mi dai una sigaretta?"), a un commento ("Quello fuma un sacco!"), un invito ("Andiamo a fumarci una sigaretta?) e via dicendo. Come rileva Isabella Poggi (1986: 109), "l'osservazione parallela di questi fenomeni nella comunicazione verbale e in quella non 1 Sul rapporto fra gestualità e linguaggio verbale nell'ambito della comunicazione fra soggetti normali cfr. anche Key, 1980; McNeill, 1992, Rimè e 14 Schiaratura 1991. verbale introduce ai concetti di base della grammatica, definendo in termini semantici e pragmatici le nozioni fondamentali di frase o parola".15 Da uno spoglio dei gesti simbolici ("emblemi") presenti in alcuni film italiani degli anni Ottanta 16, considerati in rapporto al loro significato e al comportamento verbale ad essi collegato (Diadori, 1992), è stato notato che alcuni rari gesti sono sempre accompagnati dalla stessa espressione linguistica o paralinguistica: - la mano tesa rovesciata a palmo in su per indicare cambiamento completo: "Sono cambiato da così a così", - l'indice teso davanti alla bocca per invitare a fare silenzio, abbinato al suono "sss" o "sc". - la mano a taglio che batte contro lo stomaco, per indicare antipatia: "Quello mi è sempre stato qua!" Altri gesti sostituiscono invece le parole e sono abbinati a una pausa di silenzio: - mano a borsa con le dita che si uniscono una sola volta, per invitare a chiudere un discorso troppo lungo, - mano a borsa con le dita che si stringono ritmicamente, per esprimere paura, - la linguaccia come insulto o scherno, - la mano che ruota con pollice e indice tesi, per esprimere una negazione. Ci sono poi certi gesti che si sovrappongono al parlato trasmettendo un significato che modifica quello delle parole pronunciate simultaneamente: - l'occhiolino che invita a un'intesa l'interlocutore, - le corna dietro la schiena che denunciano come falso quello che il soggetto sta dicendo. Più spesso i gesti accompagnano il parlato per confermare e rafforzare il significato del messaggio verbale. Un gesto come quello della mano a borsa, per esempio, serve per enfatizzare la domanda ma non corrisponde a precisi esponenti linguistici, e al massimo a certe forme colloquiali come "che cavolo", "una buona volta" o alla particella introduttiva "Ma...". Nei film analizzati infatti, il gesto veniva realizzato dal soggetto in corrispondenza di frasi di questo tipo: Borotalco: "Che ne sai te? chi te lo dice?" (Verdone parlando alla fidanzata). "Ma che mi dirai?"."Ma insomma, ma che vuole tuo padre da me? (Verdone parlando alla fidanzata) Il bisbetico domato: "Ma chi ti ha interrogato a te?" (Celentano) Compagni di scuola: "Ma dove cavolo starà?" (Verdone parlando da solo). "Che volevi? cosa volevi? ma perché mi devi aspettare? ma perché?" (Verdone parlando al telefono). "Ma si può sapere una buona volta che cavolo di colpe ho?" (Verdone) 5. La competenza non verbale nella didattica dell'italiano a stranieri in prospettiva interculturale. Prendere consapevolezza della complessità e della varietà di codici coinvolti nella comunicazione umana è di per sé un processo particolarmente importante che rientra fra le mete dell'educazione linguistica sia in L1 che in L2. Nel caso dell'insegnamento della L1, come rileva Isabella Poggi (1986 e 1997: 99 sgg.), la pratica e la riflessione sulla comunicazione non verbale in particolare sviluppa indirettamente anche le capacità di comunicazione verbale, dal momento che: • permette di prendere coscienza delle proprie capacità comunicative, • attraverso l'analisi semantica dei segnali comunicativi non verbali, affina la capacità di riflettere anche sul significato di morfemi, parole e frasi, 1 Per un esempio di attività didattica che permette di prendere coscienza del rapporto inscindibile fra contesto comunicativo e comunicazione cfr. 15 appendice 2, attività 1. 1 Borotalco (1980) di C. Verdone; Stregati (1985) di F. Nuti; Non ci resta che piangere (1984) con M. Troisi e R. Benigni; Vacanze di Natale 16 (1983) di C. Vanzina; Il bisbetico domato (1980) di Castellano e Pipolo; Bianca (1984) di N. Moretti; Sposi (1988) di P. Avati; Compagni di scuola (1987) di C. Verdone; Amici miei atto II (1982) di M. Monicelli; Ho fatto splash (1980) di M. Nichetti, Passione d'amore (1981) di E. Scola. • fa prendere coscienza dell'insostituibilità della comunicazione verbale, l'unica in grado di esprimere qualsiasi contenuto e di descrivere anche se stessa, • aiuta a sviluppare la capacità di confronto fra i diversi meccanismi che regolano i diversi codici comunicativi e a metterli in relazione con le varie situazioni d'uso. Per l'insegnamento della L2, la rilevanza del linguaggio non verbale viene riconosciuta da vari metodi glottodidattici che si rifanno alle teorie umanistico-affettive, soprattutto in virtù di una prospettiva multimodale (quindi non solo verbale) dell'acquisizione linguistica17. Gli aspetti non verbali della comunicazione entrano invece nella classe di lingua straniera ispirata all'approccio comunicativo (e ancora di più in quello orientato all'azione), facendo leva, più che sugli aspetti psicologici, su quelli semiotici e socioculturali, che sono alla base di una didattica interculturale. Relativismo culturale Se già prendere coscienza dei diversi codici che vengono utilizzati nelle intenzioni comunicative di un parlante all'interno della propria comunità linguistico-culturale è un obiettivo che solo un'educazione mirata o particolari doti logico-deduttive dell'individuo possono sperare di raggiungere, la questione si fa più complessa quando dal piano della comunicazione intraculturale ci si sposta su quello interculturale. Insegnare a comunicare in una lingua non materna, infatti, significa mirare anche allo sviluppo del relativismo culturale, una meta educativa specifica dell'educazione linguistica in una lingua non materna. Un terreno ideale per sperimentare questo tipo di processo educativo riguarda l'analisi della comunicazione non verbale fra i membri della cultura obiettivo, e il confronto con i comportamenti propri o di altre comunità linguistiche con cui agli apprendenti hanno familiarità. L'interazione interculturale presenta infatti non pochi problemi di decodifica e di codifica dei messaggi, anche al di là degli aspetti verbali della comunicazione e prendere coscienza di questo fatto è un primo passo in un percorso interlinguistico e interculturale, ispirato a principi di tolleranza, curiosità per ciò che è diverso, e in ultima analisi alla grammatica dell'anticipazione e al gioco dell'interpretazione dei segni e della formulazione di ipotesi. Valenza pragmatica. Mettendo in relazione la competenza comunicativa di un particolare gruppo di apprendenti con le modalità comunicative non verbali della cultura obiettivo, potrà verificarsi il caso che un certo comportamento non verbale (per esempio un gesto simbolico, una determinata curva intonativa, un comportamento prossemico in relazione all'interlocutore): a. non esista con un significato specifico e condiviso presso una delle due comunità, b. esista presso una delle due comunità con un significato diverso dall'altra, c. esista in entrambe le comunità con lo stesso significato. Considerando, infatti, che ognuno è portato a ricorrere agli elementi della propria lingua quando non conosce la forma corrispondente straniera, è chiaro a quali equivoci può portare l'uso o l'interpretazione automatica di un comportamento non verbale che, innocuo in una lingua, è invece scortese o offensivo in un'altra. O semplicemente trasmette un messaggio diverso. Limitandoci agli aspetti gestuali della comunicazione possiamo rilevare, per esempio, che nell'interazione interculturale possono verificarsi equivoci generati da • gesti uguali ma con significati diversi da un Paese all'altro, come: 117 Serra Borneto parla appunto di "multimodalità" a proposito della pluralità di accessi nell'acquisire informazioni: visivo, uditivo, tattile ecc. I metodi umanistico-affettivi, al di là delle singole caratterizzazioni, si basano tutti sulla tesi secondo la quale "più canali vengono attivati (…), più è facile che l'informazione venga acquisita stabilmente" (1998: 42). Cfr. in particolare il ruolo del movimento corporeo nella Total Physical Response, della funzione dei gesti e del tono di voce dell'insegnante nella suggestopedia e psicopedia, dell'osservazione della realtà nonverbale nelle fasi di silenzio previste dal Silent Way. - l'atto di battere le nocche del pugno su una superficie dura esprime approvazione in Germania e Austria, ostinazione in Italia; - l'indice a vite sulla guancia indica pazzia in Germania, effeminatezza in Spagna, approvazione in Italia; - le dita incrociate significano protezione o augurio in Italia, rottura di amicizia in Grecia e Turchia; - il colpetto al lobo dell'orecchio indica bontà in Portogallo, omosessualità in Italia; - le dita ad anello possono esprimere approvazione (Italia, USA), ma possono anche indicare uno zero (Francia) oppure l'idea di denaro (Giappone), e possono essere perfino un insulto (Tunisia) o un gesto osceno (Colombia);18 • gesti con più significati all'interno dello stesso Paese, secondo il contesto d'uso, come: - la palpebra inferiore abbassata dal dito indice, che in Italia puo' significare "Io sono furbo", "Devi essere furbo", "Furbo quello" , ma anche "Fai attenzione!" , - le dita della mano a borsa ritmicamente aperte e chiuse, che in Italia significano "Ho una gran paura" , ma anche "Vieni al sodo". • gesti corrispondenti a diversi registri espressivi, come: - i diversi cenni di saluto che indicano il grado di familiarità fra gli interlocutori (dal formalissimo baciamano, all'alzata di cappello, alla stretta di mano, fino ai due baci sulle guance, all'abbraccio usato fra amici, sia uomini che donne) Il comportamento prossemico, al pari di quello cinesico, può generare equivoci e intolleranze dal contatto fra diverse culture. Gli italiani che usano distanze più ravvicinate fra gli interlocutori rispetto ai nordeuropei e nordamericani, possono essere giudicati invadenti o aggressivi, specialmente quando superano i limiti spaziali che l'altro considererebbe adeguati a un rapporto fra conoscenti. Al contrario un italiano giudicherà freddo e scostante lo straniero che si ritrae al suo avvicinarsi, associando questo modo di fare al comportamento asociale di certi disturbi della mente19. Quali abilità? L'importanza della competenza non verbale nella didattica delle lingue moderne è testimoniata dagli espliciti riferimenti contenuti nel Framework (1996). In questo documento si elencano, al capitolo 4.5.5, alcuni aspetti del comportamento non verbale • linguaggio del corpo: gesti (pugno scosso per protesta), espressioni del viso (sorriso o sguardo torvo), postura (crollare per la disperazione o sedersi con il busto eretto per indicare attento interesse), contatto degli occhi (sguardo cospiratore o occhiata incredula), contatto del corpo (bacio o stretta di mano), prossemica (stare vicini o distanti). • uso di suoni extralinguistici (portatori di significati convenzionali, ma non inseriti nel sistema fonologico della lingua in qualità di fonemi), p.es. [] "fai silenzio!", "s-s-s", disapprovazione, • uso di qualità prosodiche riferite a atteggiamenti emotivi e mentali (diverse dalle caratteristiche prosodiche appartenenti al sistema fonologico, quali lunghezza e accenti), p.es. la qualità della voce (burbera, affannata, pungente), il tono (roco, lamentoso), l'altezza (sussurro, urlo), la lunghezza ("Moooolto bèèèène"). La rilevanza pragmatica di questi comportamenti è esplicitamente riconosciuta dagli Autori, che inseriscono i comportamenti non verbali20 fra i processi alla base della comunicazione linguistica 18 Cfr. Morris, 1995. 19 Argyle (1992: 271) osserva infatti che i malati di mente "presentano una comune tipologia di comunicazione nonverbale (…): minore espressione facciale, specialmente meno sorrisi; meno sguardi; minore vicinanza; un minor numero di gesti diretti verso gli altri e un maggior numero di gesti diretti verso di sé". 20 Nel documento si usa il termine "paralinguistico" (paralinguistic behaviour), che noi abbiamo invece usato limitatamente agli aspetti prosodici, ritmici e soprasegmentali del linguaggio, (communicative language processes) a fianco della la pianificazione, dell'esecuzione, del monitoraggio, delle azioni pratiche, delle caratteristiche paratestuali (cap. 4.5.) e che invitano a "considerare e eventualmente valutare quali comportamenti paralinguistici21 obiettivo l'apprendente avrà bisogno / sarà capace / sarà richiesto di riconoscere e capire (a) o usare (b)"22. Non tutti i comportamenti non verbali della cultura obiettivo, infatti, risulteranno essenziali per gli apprendenti: sarà compito del docente individuare, in base ai loro bisogni comunicativi, quelli più adeguati ad essere inseriti fra le abilità produttive e quelli che invece dovranno essere sviluppati a livello solo ricettivo23. L'esigenza di sviluppare, oltre alle abilità di comprensione, anche quelle di produzione di comportamenti non verbali secondo le convenzioni in uso fra i parlanti della comunità di cui si apprende la lingua, è evidente soprattutto quando certi "segni" vengono decodificati erroneamente in base ai diversi parametri di valutazione sociali o psicologici condivisi nell'altra cultura: è questo il caso del ricchissimo linguaggio non verbale dell'Italia meridionale, che nel nord viene spesso giudicato come segno di scarsa educazione, di basso livello sociale o, nella migliore delle ipotesi, di un carattere particolarmente estroverso o invadente. L'opposto avviene a proposito della limitata gamma gestuale e della maggiore distanza interpersonale in uso presso gli anglosassoni, viste come sintomo di riservatezza e freddezza, oppure nel caso dei tipici gesti orientali, che in Occidente vengono interpretati come eccessivamente compiti e quasi servili (l'inchino di saluto, per esempio). Criteri di selezione e ordine di presentazione: il caso della gestualità. Fra i vari aspetti della competenza non verbale, i gesti sono la componente che più delle altre si presta ad un approfondimento, specialmente in relazione al vasto repertorio gestuale della comunità dei parlanti italiani e al loro stretto legame con la comunicazione verbale nell'interazione faccia a faccia. Fra i vari tipi di gesti (espressivi, mimici, schematici, simbolici, tecnici, codificati), in un corso di italiano per stranieri è utile concentrarsi su quelli che presentano maggiori difficoltà di comprensione da parte degli stranieri, ovvero i gesti che Morris (1977) chiama "simbolici".o "schematici", cioè quelli che rappresentano: - idee e stati d'animo (incrociare le dita per augurare buona fortuna, toccarsi il lobo dell'orecchio per indicare omosessualità, strizzare un occhio per invitare ad un accordo, ecc.), o anche - azioni abbreviate (l'indice e il pollice che si strofinano a indicare soldi). Molti di questi gesti, oltre a poter sostituire o accompagnare intere parti del discorso (inserendosi così direttamente nella comunicazione volontaria del parlante), sono anche tipici di ogni comunità linguistica e anche per questo motivo possono essere falsamente decodificati o non decodificati affatto da persone di comunità culturalmente lontane. Un criterio di selezione dei comportamenti non verbali da inserire nella didattica della L2 in relazione ai livelli di apprendimento della lingua può essere quello della frequenza. I gesti molto frequenti nella comunicazione quotidiana saranno da introdurre già nei primi livelli di apprendimento, mentre i gesti meno frequenti saranno presentati solo nei livelli più avanzati. Un altro modo per selezionare i gesti può essere legato ai registri d'uso. In relazione ai bisogni comunicativi degli studenti si possono privilegiare nei primi livelli i gesti di media formalità, e nei livelli più alti quelli molto informali o molto formali. nell'accezione che noi abbiamo invece attribuito al termine "extralinguistico". 21 Cfr. nota 20. 22 "Users of Framework may wish to consider and where appropriate state which target paralinguistic behaviours the learner will need / be equipped / be required to a) recognise and understand b) use" (4.5.5) (la traduzione è nostra). 23 Si vedano a questo proposito le indicazioni contenute nel Curricolo… (1995) a proposito della competenza cinesica (179 sgg.) e prossemica (184 sgg.). In un insegnamento di tipo comunicativo si farà riferimento ai gesti simbolici e schematici dell'uso italiano contemporaneo, di registro medio, scegliendo i gesti diffusi in tutta Italia, tranne nel caso di studenti che si trovino a studiare l'italiano in un'area in cui siano diffusi particolari gesti regionali (come la negazione siciliana con il sollevamento del mento). Un caso a parte ci sembra quello dei gesti tabù e di quelli volgari, che possono essere introdotti fin dalle prime fasi di apprendimento della lingua se, in base alla provenienza socioculturale dei destinatari e ai loro bisogni comunicativi in italiano, si reputa che questo contribuisca ad evitare fenomeni di incomprensione, intolleranza e perfino falsa acculturazione (per un elenco di gesti simbolici italiani selezionati in base a criteri glottodidattici cfr. Curricolo…, 1995: 181-184). Glottotecnologie e materiali didattici. Un approfondimento sulle componenti non verbali della comunicazione in uso nell'Italia contemporanea non potrà basarsi unicamente sulle spiegazioni dell'insegnante, ma dovrà utilizzare strumenti didattici diversificati, in primo luogo audiovisivi, ma anche iconici statici e scritti. Citiamo come esempi: - registrazioni radiofoniche (per gli aspetti paralinguistici), - filmati tratti da trasmissioni televisive (spot pubblicitari, film, talk-show, candid camera), - filmati registrati dal vivo (riprese di interazioni faccia a faccia fra parlanti nativi in situazioni comunicative di interesse per gli studenti), - immagini tratte da giornali e riviste (foto, vignette, pubblicità), - brani di articoli di giornale o di testi letterari contenenti riferimenti espliciti o impliciti a comportamenti non verbali. Tecniche didattiche per l'insegnamento/apprendimento delle componenti non verbali La tecnica didattica che si associa più spesso allo sviluppo delle componenti non verbali della comunicazione è la drammatizzazione (Curricolo…, 1995: 206), che permette agli studenti di simulare interazioni in lingua straniera, adattando anche il proprio comportamento cinesico, prossemico e cronemico alle coordinate relative al contesto "virtuale" evocato in classe (i ruoli reciproci degli interlocutori, il tema del dialogo, l'ambiente). Limitandoci agli aspetti cinesici della comunicazione, si può anche favorire la consapevolezza dei reciproci rapporti che legano il linguaggio verbale e non verbale (in L2, ma anche in L1) proponendo per esempio un'attività basata sui gesti olofrastici (che possono cioè corrispondere a un'intera frase). Il docente potrebbe fornire una scheda di lavoro come quella riportata al n. 1 nell'appendice 2, che gli studenti devono completare con: • la descrizione di un possibile contesto comunicativo in cui un interlocutore potrebbe fare ricorso al gesto indicato; • la frase che il gesto potrebbe accompagnare o sostituire. L'insegnante potrebbe costruire altre griglie simili, fornendo, invece dei gesti olofrastici, una schematica descrizione dei contesti comunicativi o le frasi corrispondenti ai gesti più diffusi, e chiedendo alla classe di completare (a coppie o in gruppo) le caselle lasciate vuote. Un lavoro di tipo interculturale può essere quello suggerito da Poyatos (comunicazione personale) e riportato al n. 2 dell'appendice 2. Si tratta di stimolare la riflessione sui movimenti del corpo che vengono associati (spesso inconsciamente), per esempio, a • concetti come "io", "denaro", "bella donna", • azioni come contare, rispondere negativamente o affermativamente; • ordini o insulti, In una classe plurilingue e pluriculturale il confronto fra culture avverrà spontaneamente, anche senza un intervento esplicativo dell'insegnante, osservando i diversi modi di rotare o oscillare la testa per dire "sì" o "no"24, le dita usate per contare da uno in poi25, i gesti che, innocui in una cultura, costituiscono il massimo tabù in un'altra26, una volta completata la griglia conenente i gesti usati in Italia con questi significati. Analizzare le espressioni metaforiche di una lingua alla ricerca dei comportamenti gestuali a cui fanno riferimento può fornire in primo luogo materiale di riflessione sul rapporto fra lingua e cultura: si pensi alle innumerevoli metafore gestuali contenute nelle espressioni idiomatiche in italiano, e alla loro relativa scarsità nelle lingue germaniche. Altri gesti "cristallizzati" in certe espressioni metaforiche italiane (come levarsi di cappello, tenere i piedi su due staffe, difendere a spada tratta) testimaniano invece l'evoluzione della gestualità nel tempo, anche all'interno della stessa cultura. Nell'attività proposta al n. 3 dell'appendice 2 sono riportate alcune espressioni idiomatiche italiane che fanno riferimento a comportamenti gestuali ancora in uso (allargare le braccia, mordersi le mani, toccare ferro) o solo metaforici (fare orecchi da mercante, mangiarsi le mani, alzare il gomito), ciascuno con la spiegazione del rispettivo significato: dopo aver sensibilizzato gli studenti sugli aspetti sincronici e diacronici del linguaggio e sul fatto che la lingua riflette anche il comportamento non verbale di un popolo, si passerà ad un confronto interlinguistico e interculturale, prima traducendo l'espressione idiomatica italiana nelle diverse lingue degli studenti, e poi traducendo queste in italiano27. La comunicazione non verbale di un popolo si riflette non solo nelle espressioni idiomatiche, ma anche nella lingua scritta. Secondo Poyatos, che si è occupato di questo tema nell'ambito della cosiddetta "antropologia letteraria", esistono "quattro modi in cui l'autore di solito trasmette il comportamento non verbale attraverso il testo narrativo (Poyatos 1983: 309): • descrizione del comportamento con spiegazione del significato, • descrizione del comportamento senza spiegazione del significato • spiegazione del significato senza descrizione del comportamento • descrizione del comportamento e espressione verbale corrispondente In realtà, da uno spoglio dei gesti presenti negli articoli di giornale e in una selezione di autori italiani degli ultimi cinquant'anni, abbiamo notato che la descrizione dei gesti può essere più o meno dettagliata. Si possono dunque verificare questi diversi casi: A. l'autore descrive dettagliatamente il gesto senza spiegarne il significato: 24 L'affermazione si esprime in Italia rotando la testa da destra a sinistra e viceversa, ma in India, per esempio, si usa oscillare la testa da e verso la spalla, con un gesto che le culture occidentali interpretano come segno negativo (e quindi con significato opposto). 25 In Italia fin da bambini si conta partendo dal pollice (1), a cui si aggiunge progressivamente l'indice (2), il medio (3), l'anulare (4) e il mignolo (5). In altre culture (per esempio in Marocco o in Giappone) si comincia invece dal mignolo (1) e si prosegue con l'anulare, il medio. In Italia "tre birre" si possono ordinare con pollice, indice e medio tesi, ma in Brasile o in Marocco, per esempio, questo gesto sarà interpretato dal cameriere come un "due", visto che per il numero "tre" si userebbero invece l'indice, il medio e l'anulare tesi: i movimenti del pollice, per lui, in questo contesto non sono significativi, per questo non li "vede". Per lui pertinente è solo l'assenza dell'anulare teso, che corrisponde dunque a un "due" invece che a un "tre". 26 La "pernacchia" che i francesi usano per dire semplicemente "non lo so" o "che me ne importa" è un atto piuttosto sgradevole per un italiano, così come le mani aperte con il palmo rivolto verso l'interlocutore corrispondeono al gesto più offensivo in Grecia (il cosiddetto muza), mentre in Italia al massimo potrebbero essere interpretate con il consiglio di fare con calma. In Marocco, la mano aperta, di solito la destra, aperta con il palmo rivolto due volte verso l’interlocutore corrisponde a togliere il malocchio. Per esempio, se l’interlocutore ti dice: ‘Oh! Come sei ricco!!’ Tu rispondi utilizzando il gesto descritto e dicendo ‘Cinque sui tuoi occhi’ 27 Un esempio: tocco ferro! per esprimere scaramanzia, si traduce in inglese touch wood! che in italiano significa letteralmente tocco legno!. Solleva fuori dal finestrino indice e mignolo tesi all'indirizzo di un autista degli autobus comunali che aveva stretto la sua Mercedes-coupé ad un semaforo; al conducente non gli sta bene e vuole spiegazioni.28 B. l'autore descrive dettagliatamente il gesto e ne spiega il significato: Oreste Nava volta in su il palmo, riunisce a punta le dita, e la sua mano oscilla su e giù a indicare commiserazione29, C. l'autore descrive dettagliatamente il gesto, mentre il significato è spiegato dalle parole del personaggio: Se ne andò, ma prima di andarsene, mi lanciò un'occhiata come per dire "Intesi, eh" 30. D. l'autore accenna genericamente al gesto, senza spiegarne il significato: Ora Bob non era più sconvolto, strizzò l'occhio, ma il sinistro solamente, e rise31. E. l'autore accenna genericamente al gesto e ne spiega il significato: Scosse la testa come per rifiutare32 F. l'autore accenna genericamente al gesto, mentre il significato è spiegato dalle parole del personaggio: Amelia alzò le spalle e fece "pf"33 G. l'autore non indica il gesto, ma ne spiega il significato: Ad un crocicchio una bella ragazza bionda ci fece un gesto per l'autostop 34 Questo modello di analisi, applicato ai gesti presenti nei Promessi Sposi, dimostra una volta di più l'estrema sensibilità espressiva del Manzoni, che caratterizza personaggi e situazioni anche dal punto di vista dei diversi comportamenti cinesici. Nell'attività 4 dell'appendice 2 riportiamo alcuni passi tratti appunto dal romanzo manzoniano, in cui sono descritti tali comportamenti. Una prima analisi da proporre agli studenti consisterà nell'individuare le parti del testo che descrivono il gesto, guidati in questo dal titolo che ne riassume il significato (saluto, indifferenza, soddisfazione, ecc.) e dalla lettera corrispondente al tipo di descrizione, fra quelli elencati sopra (A, B, C ecc.). A questo punto si passerà a confrontarle con le corrispondenti traduzioni in inglese e in tedesco35 per verificare quale traduttore abbia reso più fedelmente l'originale. 6. CONCLUSIONI. Insegnare una lingua e cultura straniera oggi significa non solo insegnare come funziona il sistema linguistico della L2 nella sua dimensione di langue, ma anche aiutare l'apprendente a riconoscere, a livello di parole, come questo si trasforma nel momento in cui deve "adattarsi" alle variabili sociali (diacroniche, diatopiche, diastratiche, diafasiche, diamesiche) che entrano in gioco nella comunicazione reale, e come viene ad integrarsi con gli altri codici (cinesico, prossemico, 28 Dal quotidiano La Nazione del 14.6.1988. 29 Dal quotidiano La Nazione del 10.9.1985. 30 Dal racconto L'infermiera, della raccolta Racconti romani di Alberto Moravia, Fabbri Editori, Milano 1954. 31 Da Le ragazze di Sanfresiano, di Vasco Pratolini, Vallecchi, Firenze 1951. 32 Dal racconto Romolo e Remo, in Racconti romani di Alberto Moravia, Fratelli Fabbri Ed., Milano 1954 33 Dal racconto La bella estate, di cesare Pavese, Einaudi, Torino 1949 34 Dal racconto Pignolo, della raccolta Racconti romani di Alberto Moravia, Fabbri Editori, Milano 1954. 35 Per i gesti nell’opera del Manzoni si veda Diadori (1997). cronemico, oggettuale ecc.) a disposizione dei parlanti della cultura obiettivo. Significa aiutarlo a prendere coscienza degli strumenti espressivi verbali e non verbali anche in rapporto alla propria madrelingua e alle modalità in cui questa entra in relazioni con gli aspettici sociolinguistici e semiotici della comunicazione, sviluppando in lui una sensibilità di tipo interlinguistico e interculturale. Significa, in ultima analisi, perseguire le mete glottodidattiche generali a lungo termine che Freddi (1999: 119sgg.) riconduce alle quattro valenze fondamentali della lingua (comunicativa, pragmatica, glottomatetica, espressiva), aiutandolo a: a. comunicare con gli altri in lingua straniera (valenza comunicativa); b. interagire in lingua straniera in base alle proprie intenzioni e in sintonia con le convenzioni socio-pragmatiche del contesto (valenza pragmatica); c. apprendere nozioni e contenuti, ma soprattutto riflettere sui fenomeni linguistici e socioculturali, sulle proprie esperienze comunicative e sull’evoluzione della propria interlingua, cioè imparare ad imparare una lingua straniera, non solo quella che nel momento costituisce la lingua obiettivo (valenza glottomatetica); d. esprimere anche in lingua straniera il proprio mondo interiore senza generare equivoci negli interlocutori che appartengono ad un’altra cultura (valenza espressiva). In questo orizzonte, più ampio rispetto al passato, in cui si colloca l'educazione linguistica nel mondo occidentale al passaggio fra il primo e il secondo millennio, diventa più definito anche il ruolo delle componenti non verbali in prospettiva glottodidattica: assenti nell'insegnamento di tipo grammaticale-traduttivo in auge fino agli anni Sessanta, si sono affacciate nelle classi di lingua degli anni Settanta sulla scia dell'approccio comunicativo e, ancora di più, sono divenute rilevanti alla luce della didattica orientata all'azione che sta caratterizzando la proposta europea degli anni Novanta. Il rinnovato interesse per l'insegnamento/apprendimento delle lingue moderne nell'ottica della creazione del nuovo cittadino europeo36, con un background culturale comune ma con una competenza di almeno tre lingue comunitarie (la madrelingua, l'inglese e almeno una seconda lingua straniera fra quelle parlate in Europa) nasce da pressioni di ordine economico e culturale (la mobilità studentesca, le migrazioni di lavoratori e di esuli, la realizzazione di una valuta unica, l'abolizione delle barriere commerciali, la diffusione degli strumenti telematici ecc.) e non può non orientare la didattica verso obiettivi di interazione concreti. Dall'astrattezza del "comunicare" in base a "funzioni comunicative" si passa alla concretezza dell'"agire" per realizzare i propri "scopi comunicativi" in relazione a contesti e interlocutori reali. Proprio la ricerca sulla didattica delle lingue parlate in Europa può rivelarsi dunque un terreno fertile per verificare la validità di un modello di didattica "pragmatica", in cui le componenti non verbali della comunicazione necessitano di un trattamento sistematico dal punto di vista semiotico e pedagogico. Lo scenario in cui si va realizzando tutto questo fa emergere nuove prospettive glottodidattiche interessanti, come quella del confronto fra le culture "del contatto" (che comprendono i paesi europei che si affacciano sul mediterraneo come Italia, Spagna, Grecia) e le culture nord-europee che rappresentano l'estremo opposto, cioè quello del "non contatto". Come abbiamo già visto, nell'area "mediterranea" la comunicazione avviene in gran parte facendo ricorso al contesto, quindi utilizzando spesso anche codici non verbali, mentre nel nord Europa si fa ricorso primariamente al codice lingua. Va da sé che, in un approccio orientato all'azione, l'insegnamento dell'italiano (o dello spagnolo, o del greco moderno) a cittadini europei di madrelingua diversa non potrà avvenire semplicemente adattando quanto viene fatto per l'insegnamento di altre lingue legate alle culture dell'Europa del nord, ma dovrà, a nostro parere, affinare i propri strumenti didattici, per sviluppare una vera e propria "competenza strategica" basata sulla reciproca negoziazione dei significati, e non solo linguistici. 36 Si pensi per esempio al Progetto Lingue 2000 lanciato nel 1999 dal governo italiano per potenziare il portfolio linguistico dei propri cittadini attraverso l'ampliamento delle offerte formative per l'insegnamento delle lingue comunitarie presso le scuole di ogni ordine e grado. Mettere a fuoco l'importanza dell'insegnamento degli aspetti non verbali della comunicazione dell'Italia contemporanea ed elaborare le strategie didattiche più adeguate in relazione ai bisogni dei destinatari e ai livelli di competenza (anche parziale) che essi intendono raggiungere sarà quindi uno degli imperativi di fronte ai quali si troverà nei prossimi anni il docente più sensibile al proprio rinnovato ruolo di mediatore linguistico e culturale. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Argyle M., Bodily communication, Methuen, London 1992 (trad. it. Il corpo e il suo linguaggio, Zanichelli, Bologna 1992) Attili G., Ricci Bitti P.E. (cur.), Comunicare senza parole, Bulzoni, Roma 1983 Balboni P. E., Parole comuni, culture diverse. Guida alla comunicazione interculturale, Marsilio, Venezia 1999 Becker A., Carroll M., The acquisition of spatial relations in a second language, John Benjamins, Amsterdam/Philadelphia 1997 Cardona G. 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Sentieri semiotici e linguistici, Bulzoni, Roma 1995 Weidenhiller U., La competenza interculturale, in Serra Borneto C., C'era una volta il metodo, Carocci, Roma 1998, 209-226 Appendice 137 INDICE DEI GESTI E DEGLI ATTI COMUNICATIVI I. CONVENZIONI SOCIALI SALUTARE PER INIZIARE UN CONTATTO: Baciare [ 1] Togliersi [ 2] Dare [ 3] Agitare [ 4] Abbracciarsi [ 5] Scambiarsi [ 6] la mano il una cappello stretta di la mano mano due aperta baci sulle guance stretta di mano SALUTARE PER CHIUDERE UN CONTATTO: Dare [ 7] Agitare [ 8] Aprire [ 9] Abbracciarsi [10] Scambiarsi [11] una Dare [12] Dare [13] una la mano e aperta chiudere la mano baci sulle guance stretta di mano sulla spalla due CONGRATULARSI: una pacca II. STATI EMOTIVI E SENTIMENTI ESPRIMERE STATI EMOTIVI E SENTIMENTI: soddisfazione rammarico approvazione 3 Cfr. Diadori, 1999. 37 Fregarsi [14] Soffiarsi [15] Unire [16] Fare [17] Portarsi [18] Mordersi [19] Mordersi [20] Battere [21] le sulla punta le delle dita e mani le le le mani strofinarle poi sopra la sul petto testa dita a V mani alla testa le labbra la mano mani / applaudire Alzare [22] Fare [23] Tirare una [24] Baciarsi [25] Ruotare [26] il le linea pollice dita retta con ad indice la e pollice punta l'indice a ad dita sulla guancia Fare [27] indifferenza Passarsi [28] disapprovazione Battere la mano a taglio contro lo [29] Battere la mano a taglio contro la [30] Scuotere la testa da una spalla [31] Accarezzarsi il [32] Scuotere la mano davanti allo [33] Tirare una linea davanti alla fronte con la mano [34] Muovere le mani con pollici e indici [35] paura la Chiudere [36] mano mano e aprire rovescia sotto la anello delle vite la uniti valutazione media noia oscillare anello il mano mento a stomaco gola all'altra mento stomaco rovescia uniti borsa III. PROGETTI DI AZIONE AZIONI CHE RIGUARDANO NOI STESSI: giurare Mettersi [37] Baciarsi [38] la mano sul le cuore dita incrociate AZIONI CHE RIGUARDANO GLI ALTRI: invitare ad avvicinarsi invitare ad allontanarsi Agitare [39] Agitare [40] Muovere [41] Battere [42] Ruotare [43] la mano a palmo la mano a palmo l'indice la avanti mano la mano invitare a fare silenzio Mettere [44] l'indice invitare a fare con calma Abbassare [45] e in e con le la giù su indietro contro davanti alzare in il palmo dita piegate alla bocca mano rovescia Muovere [46] invitare a un accordo Strizzare [47] invitare a fare attenzione Abbassare [48] invitare a dare un passaggio Alzare [49] invitare alla concisione Chiudere [50] ammonire Muovere [51] minacciare Agitare [52] Mordersi [53] Unire [54] augurare il male Fare [55] consolare Dare [56] avanti e indietro le mani aperte un occhio la palpebra inferiore il e aprire pollice la mano a borsa l'indice la teso mano a taglio la gli indici e mano i le pollici a cerchio corna una pacca orizzontali sulla spalla AZIONI CHE RIGUARDANO NOI O GLI ALTRI: augurare il bene Incrociare [57] allontanare il male Fare [58] le le corna verso dita il basso o verso l'alto IV. DOMANDE E RISPOSTE DOMANDARE: Muovere [59] Tenere [60] Muovere [61] la mano a le borsa mani giunte mani giunte le RISPONDERE: in maniera affermativa Muovere [62] in maniera negativa Muovere [63] Scuotere [64] Darsi [65] Fare [66] in maniera dubbiosa Ruotare [67] il viso il viso in su da destra e a l'indice un lo l'indice colpetto giu' sinistra teso sui scatto e in denti dell'avambraccio il pollice Scuotere [68] in maniera indifferente la Passarsi [69] Alzare [70] Tirare [71] testa la da una mano spalla all'altra il mento sotto le indietro spalle le mani aperte V. OPINIONI INDICARE LE CARATTERISTICHE DI QUALCUNO: omosessualità Toccarsi [72] infedeltà coniugale Fare [73] fortuna Unire [74] amicizia Avvicinare [75] inimicizia Toccare [76] furbizia Puntarsi [77] Abbassare [78] stupidità o follia ostinazione Colpirsi [79] Sventolarsi [80] Picchiettarsi [81] Ruotare [82] Ruotare [83] Passare [84] Ruotare [85] l'orecchio le gli corna indici e i pollici gli le degli fronte mano la a con borsa fronte l'indice vite sulla tempia vicino alla tempia la borsa le alla con lungo mano l'indice a davanti a l'indice con mano tempia la Picchiare [86] la mano la fronte inferiore con l'indice indici alla palpebra la cerchio tesi punte l'indice la a indici insieme la verticali fronte davanti nocche al del viso pugno INDICARE FATTI: cambiamento completo Rivoltare [87] allontanamento Battere [88] Ruotare [89] scampato pericolo Fare [90] il la dorso mano la mano lo della contro con scatto le mano il palmo dita piegate dell'avambraccio Tirare [91] bugia Tenere [92] danno subito Afferrarsi [93] intesa Strizzare [94] fuori la le dita il collo lingua incrociate nascoste con la mano un occhio INDICARE COSE O ELEMENTI CONCRETI: moltitudine Chiudere [95] denaro Strofinare [96] la l'indice mano contro a borsa il pollice INSULTARE: Alzare la mano dal basso [97] Fare lo scatto [98] Tirare fuori la [99] Muovere la mano con il pollice che tocca la [100] punta del naso verso l'alto dell'avambraccio lingua Appendice 2 SCHEDE DI LAVORO 1. I gesti olofrastici possono corrispondere ad una intera frase, che può cambiare in base al contesto, ai ruoli degli interlocutori, all'espressione del viso della persona che trasmette il messaggio. Sulla base del primo esempio, completate questa griglia, immaginando un contesto possibile in cui ognuno dei gesti elencati può assumere un particolare significato. GESTO OLOFRASTICO Alzare il pollice indicando dietro le proprie spalle Muovere la mano a borsa Muovere l'indice teso Baciarsi la punta delle dita Abbassare la palpebra inferiore con un dito Tenere le mani giunte Ruotare l'indice e il pollice CONTESTO E FRASE CORRISPONDENTE INTERLOCUTORI Un ragazzo con lo zaino in "PUÒ DARMI UN PASSAGGIO?" spalla, in piedi sul bordo di una strada trafficata, fa il gesto rivolgendosi all'autista di ogni autovettura che passa 2. Completate insieme ai vostri compagni di nazionalità diversa questa scheda, descrivendo i gesti o i comportamenti che ciascuno usa nella propria cultura per esprimere le espressioni indicate nella lista. ESPRESSIONI 1. Io 2. C'è molta gente 3. Ho avuto un'idea! 4. Molto tempo fa 5. Bella donna 6. Sì 7. No 8. Contare con le dita 9. Due 10. Tre 11. Quattro 12. Vieni qui! 13. Denaro 14. Baci di saluto 15. Il gesto più offensivo ITALIA Batto con le dita della mano destra sul petto Chiudo le dita della mano destra a borsa Indice della mano destra punta alla tempia La mano destra si muove sopra la spalla destra, con il palmo rivolto all'indietro Bacio la punta delle dita della mano unite Muovo la testa in verticale Muovo la testa in orizzontale, da destra a sinistra e viceversa 1 (pollice), 2 (indice), 3 (medio), 4 (anulare), 5 (mignolo) Pollice+indice Pollice+indice+medio Pollice+indice+medio+a nulare Muovo la mano destra con le dita verso il basso e il palmo verso l'interlocutore Pollice e indice si sfregano Due baci sulle guance, prima a destra e poi a sinistra Mano destra sull'avambraccio sinistro _____________ _____________ 3. Completate questa scheda insieme ai vostri compagni di nazionalità diversa, traducendo nella vostra lingua (e ritraducendo poi in italiano) le espressioni idiomatiche che in italiano contengono riferimenti a comportamenti non verbali. ESPRESSIONE IDIOMATICA TRADUZIONE IN: SIGNIFICATO _______________ ITALIANA gesti dell'uso contemporaneo 1. allargare le braccia 2. arricciare il naso 3. fare l'occhiolino 4. girarsi i pollici 5. mordersi le mani 6. toccare ferro 7. stringersi nelle spalle rinunciare, rassegnarsi esprimere disgusto intesa segreta, accordo stare in ozio rammaricarsi per scaramanzia rassegnarsi gesti del passato 8. difendere a spada coraggiosamente tratta 9. gettarsi ai piedi di implorare qualcuno 10. pollice verso rifiutare, dare giudizio negativo 11. levarsi di cappello ammirare 12. tenere i piedi su due tenersi aperte staffe possibilità 13. abbassare la testa sottomettersi 14. inchinarsi di fronte ammirare a qualcuno un due gesti metaforici 15. alzare i tacchi 16. alzare il gomito 17. chiudere un occhio 18. fare orecchi da mercante 19. fare qualcosa con i piedi 20. mangiarsi le mani 21. non muovere un dito per qualcuno andarsene bere troppo perdonare fingere di non sentire fare qualcosa male rammaricarsi non aiutare TRADUZIONE LETTERALE IN ITALIANO 4. Leggete ora questi i brani tratti dal romanzo “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni (con traduzione in inglese e tedesco) e scrivete a fianco il numero dei gesti corrispondenti (in base all'elenco fornito nell'Appendice 1). Confrontate poi il testo italiano con quelli inglese e tedesco: quale traduttore ha reso più fedelmente le descrizioni dei gesti dell’originale? Saluto Cap. 24 Finalmente il biroccio arriva, e si ferma alla casa del sarto. Lucia s'alza precipitosamente; Agnese scende, e dentro di corsa: sono nelle braccia l'una dell'altra. Finally the cart reached the village, and stopped at the tailor's house. Lucia sprang up from her seat; Agnese jumped down from the cart and ran in, and in a moment they were in each other's arms. Endlich kam der Wagen an und hielt vor dem Hause des Schneiders. Lucia steht hastig auf, Agnes steigt ab und stürmt herein. Sie liegen einander in den Armen. 1) Gesto n. _______(D) Saluto Cap. 9 Lucia non nascose le lacrime; Renzo trattenne a stento le sue, e, stringendo forte forte la mano a Agnese, disse con voce soffogata: "A rivederci", e partì. Indifferenza Cap. 8 (Il Griso) spalanca l'uscio, vede un letto, addosso; il letto è fatto e spianato, con la rimboccatura arrovesciata, e composta sul capezzale. Si stringe nelle spalle, si volta alla compagnia, accenna loro che va a vedere nell'altra stanza. Soddisfazione Cap. 37 (Renzo) si fregava le mani. Lucia wept openly; Renzo held back his tears only with difficulty. Wringing Agnese's hand very tightly, he choked out the word "Good-bye!" and left. Lucia verbarg ihre Tränen nicht, Renzo hielt die seinen mühsam zurück, drückte Agnes ganz fest die Hand, sagte mit ernickter Stimme: "Auf Wiedersehen" und ging. 2) Gesto n. _______(C) He pushed the door right open, and saw a bed, which he quickly approached. But the bed was empty, tightly made up, with the bedclothes turned back over the pillows. He shrugged the shoulders, turned to his companions, and signalled to them that he was going into the other bedroom. (...) reißt die Tür sperrangelweit, erblickt ein Bett. Drüberher! Das Bett ist gemacht und glattgestrichen, das Linnen umgeschlagen und über das Kopfkissen gebreitet. Er zuckt die Achseln, dreht sich nach seinen Leuten um, bedeutet ihnen, daß er im nächsten Zimmer nachsehen wird. 3) Gesto n. _______(D) He rubbed his hands. Er rieb sich die Hände. 4) Gesto n. _______(D) Approvazione Cap. 30 E ripassando nel paesetto salvato, non si potrebbe dire con quali applausi e benedizioni fosse accompagnato il drappello liberatore e il condottiero. The troop of liberators and its leaders were received with more applause and blessings than we can say, as they passed through the hamlet they had saved. Disapprovazione Cap. 6 Lucia gently shook her head, but Lucia tentennava mollemente il the other two enthusiasts took no capo; ma i due infervorati le notice of her. badavan poco. Kaum läßt sich schildern, von welch einem Beifall und was für Segenswünschen die Befreierschar und ihr Anführer begleitet wurden, als sie wieder durch das gerettete Dörfchen kamen. 5) Gesto n. _______(D) Lucia schüttelte sanft den Kopf. In ihrem Eifer beachteten die beiden anderen sie aber nur wenig. 6) Gesto n. _______(A) Richiesta di fare silenzio. Cap. 1 (...) he turned towards Perpetua, (...) wandte er sich zu Perpetua (Don Abbondio) si voltò indietro and put his finger on his lips. um, legte den Finger auf den verso Perpetua, mise il dito sulla "Remember now!" he said. "For Mund, sagte noch langsam und bocca, disse, con tono lento e the love of Heaven! Not a word!" bedeutungsvoll: "Um Gottes solenne: "Per amor del cielo!", e And he vanished from her view. willen!" und verschwand. disparve. 7) Gesto n. _______(C) Saluto Cap. 23 (...) l'Innominato passò; e davanti alla porta spalancata della chiesa, si levò il cappello e chinò quella fronte tanto temuta, fin sulla criniera della mula... Don Abbondio si levò anche lui il cappello, si chinò, si raccomandò al cielo. Richiesta implorante Cap. 21 (Lucia) giungendo le mani come avrebbe fatto davanti a un'immagine, alzò gli occhi in viso all'Innominato (...). (...) the Unnamed; as he passed the open door of the church, he took off his hat, and bowed the forehead whose frown had been so dreaded until it touched the mane of his mule... Don Abbondio also lifted his hat, bowed and reccommended himself to Providence. (...) dann kam der Ungenannte, und vor dem Kirchenportal lüftete er den Hut und neigte die so gefürchtete Stirn bis auf die Mähne des Maultiers, während hundertfach der Ruf klang: "Gott segne Euch!". Auch Don Abbondio zog den Hut, verneigte sich und befahl sich dem Himmel. 8) Gesto n. _______(A) She put her hands together, as if before the image of a saint, raised her eyes to the Unnamed's face (...). (Lucia) faltete die Hände, wie sie es vor einem Gnadenbilde getan hätte, hob die Blicke zum Anlitz des Ungenanntes (...). 9) Gesto n. _______(D) Giuramento Cap. 2 (Don Abbondio) con volto fiero e ansioso, alzandogli davanti agli occhi le tre prime dita della destra, come per aiutarlo anche lui dal canto suo, "Giurate almeno..." gli disse. With a serious and anxious expression, he raised his right hand with three fingers outstretched to the level of the young man's eyes, as if to give him what help he could, and said "At least swear that you won't..." Don Abbondio kam hinterdrein, und während jener den Schlüssel umdrehte, stellte er sich neben ihn, hielt ihm die drei ersten Finger seiner Rechten vor die Augen, als wollte er ihm auch seinerseits nachhelfen, und sagte mit ernstem und ängstlichem Gesicht: "Schwört wenigstens!" 10) Gesto n. _______(C) Giuramento Cap. 34 "Promettetemi di non levarle un filo d'intorno (...)". Il monatto si mise una mano al petto. "Now promise me this" She went on "not to touch a stich of her clothes (...)". The monatto laid his hand upon his heart. "Versprech mir, ihr auch kein Fädchen abzunehmen (...)". Der Pestpfleger legte eine Hand auf die Brust. 11) Gesto n. _______(A) Her long, skinny arms were raised, and her wrinkled hands, crooked as talons, were moving in and out, as if clutching at something. You could see that she was trying to summon help without attracting the attention of some particular person. Sie reckte ihre fleischlosen Arme hoch und schloß und öffnete die runzligen, krallenartig gebogenen Hände, als ob sie etwas zu erhaschen versuchte. Man sah, daß sie unauffällig Leute herbeirufen wollte. Invito ad avvicinarsi Cap. 34 (La donna) alzando due braccia scarne, allungando e ritirando due mani grinzose e piegate a guisa d'artigli, come se cercasse d'acchiappar qualcosa, si vedeva che voleva chiamar gente, in modo che qualcheduno non se n'accorgesse. 12) Gesto n. _______(B) Intelligenza Cap. 14 And then they've another trick "Hanno poi anche un'altra when they want to muddle a poor malizia; che, quando vogliono working lad, who's never studied, imbrogliare un povero figliolo, but has a bit of... of... of... I know "Dann haben sie noch einen anderen Trick: wenn sie einen armen Kerl verbiestern wollen, der nicht studiert hat, der aber che non abbia studiato, ma che abbia un po' di... so io quel che voglio dire..." e, per farsi intendere, (Renzo) andava picchiando, e come arietando la fronte con la punta dell'indice. Cap. 17 "E un milanese che abbia un po' di..." e qui picchiò la fronte col dito, come aveva fatto nell'osteria della luna piena. Risposta affermativa Cap. 19 (...) e alcuni clienti legati alla casa per una dipendenza ereditaria, e al personaggio per una servitù di tutta la vita; i quali, cominciando dalla minestra a dir di sì, con la bocca, con gli occhi, con gli orecchi, con tutta la testa, con tutto il corpo, con tutta l'anima, alle frutte v'avevano ridotto un uomo a non ricordarsi più come si facesse a dir di no. Accordo segreto Cap. 5 "Mi vuole insegnare...?" riprendeva il conte; ma Don Rodrigo gli diè d'occhio per fargli intendere che, per amor suo, cessasse di contraddirlo. Cap. 18 Un parlare ambiguo, un tacere significativo, un restare a mezzo, uno stringer d'occhi che esprimeva: "Non posso parlare" Cap. 25 Solo nel passar loro accanto, mentre usciva, e quelle venivano avanti, (don Abbondio) poté dar loro d'occhio, per accennare ch'era contento di loro, e che continuassero, da brave, a non dir nulla what I'm trying to say, now" and, to make himself clear, he prodded and battered his forehead with the tip of the finger. hier oben etwas... ich weiß schon, was ich sagen will..." - um sich begreiflich zu machen, rührte, ja stieß er förmlich mit dem Zeigefinger an die Stirn. "But what about a Milanese who has something up here?" asked Renzo, tapping his forehead with the same gesture he had used in the tavern of the Full Moon. "Ein Mailänder, der aber nun etwas..." und er tippte mit dem Finger an die Stirn, wie er es Im Gasthaus Zum Vollmond getan hatte. 13) Gesto n. _______(C/F) Then there were certain dependants of the host, linked to the family by hereditary feudal obligations, and to his head by a lifetime of humble service. They began to say "Yes" as the soup was served, and they went on saying it with their tongues, their eyes, their ears, with their whole heads, their whole bodies and theyr whole souls, until by the time the fruit arrived you might well have forgotten the sound of the word "No". Hinzu kamen einige Günstlige, die dem Hause in herkömmlicher abhänglichkeit verbunden, dem Gastgeber für ihr ganzes Leben verpflichtet waren; und die Art und Weise, wie diese bei der Suppe anfingen, mit Mund, Augen, Ohren, mit den ganzen Kopf, mit Leib und Seele ja zu sagen, mußte beim Nachtisch einen Menschen so weit gebracht haben, daß er sich nicht mehr erinnerte, wie man es fertigbrächte, nein zu sagen. 14) Gesto n. _______(A) "Do you think I need your lessons, Sir?" cried the count, but Don Rodrigo caught his eye in a way which clearly meant - as a favour to me, don't contradict him Ambiguous utterances, significant silences, non-committal remarks, a way of closing his eyes which meant "I can't comment on that" "Wollen Sie mich etwa belehren?" fuhr der Graf auf. Don Rodrigo gab ihm aber durch Blicke zu verstehen, daß er ihm zuliebe den Mund halten möchte As he came out, he passed them on their way in, and could only give them a look, which was meant to convey that he was pleased with their behaviour sofar, and that they should be good people and should continue to keep their mouths shut Eine doppelsinnige sprechweise, ein vielsagendes Schweigen, ein Zusammenkneifen der Augen, das besagte: Dazu kann ich mich nicht äußern Nur beim Hinausgehen, und als diese herantraten, konnte er ihnen zuzwinkern, um anzudeuten, daß er mit ihnen zufrieden sei und daß sie wacker fortfahren sollten, nichts zu verraten 15) Gesto n. _______(E/C/E) Disappunto Cap. 11 "Fuggiti insieme!" gridò: "insieme! E quel frate birbante! Quel frate!" La parola gli usciva arrantolata dalla gola, e smozzicata tra' denti, che mordevano il dito. "So they got away!" he shouted. "And they got away together at that! That swine of a fiar! Damn the friar!" The words emerged from his throat in a sort of rattle, and were further distrorted as they passed between his teeth, which were furiously biting his forefinger. "Zusammen entflohen!" schrie er auf, "zusammen! Und dieser Schuft von einem Mönch! Dieser Mönch! " Er röchelte das wort hervor, zerknirschte es zwischen den Zähnen und biß sich dabei in den Finger. 16) Gesto n. _______(A) Disappunto Cap. 33 (Renzo) diede un'occhiata alle pareti: scrostate, imbrattate, affumicate. Alzò gli occhi al palco: un parato di ragnateli (...). Se n'andò anche di là mettendosi le mani nei capelli. He looked at the walls, and saw patches stripped of theyr plaster, patches smeared with dirt, and patches fowl with smoke. He looked up at the ceiling and saw a hanging tapestry of cobwebs (...). Tearing his hear, he went back (...). Er warf einen Blick auf die abgeblätterten, besudelten und räuchrigen Wände, hob die Augen zur Decke und sah einen dichten Überzug von Spinnweben (...). Er ging auch von hier fort und raufte sich die Hare. 17) Gesto n. _______(D) Congratulazioni Cap. 14 Renzo però non sentì che i complimenti; chi gli prendeva una mano, chi gli prendeva l'altra. But Renzo heard only the complimentary remarks, and found both his hands being warmly shaken by his admirers. Renzo jedoch hörte nur Zustimmung. Der eine drückte ihm die Rechte, ein anderer die Linke. 18) Gesto n. _______(A) Insulto Cap. 16 "Bisognava veder che canaglia, che facce (...). Andavan dunque con la buona intenzione di dare il sacco; ma..." E qui, alzata in aria, e stesa la mano sinistra, si mise la punta del pollice alla punta del naso." "You'd hardly credit what faces they had on them, the scum (...); they were going to sack that house properly. But then, you see...". He raised his left hand with a flourish, spread out the fingers, and put the thumb to his nose in a significant gesture." "Das Gesindel muß man gesehen haben! Was für Gesichter! (...) Sie rückten also mit der besten Absicht heran, zu plündern, aber..." er hob die linke Hand in die Luft, spreizte sie und machte eine lange Nase. 19) Gesto n. _______(A) Negazione Cap. 35 La prima cosa che si vedeva, nell'entrare, era un infermo seduto sulla paglia nel fondo; un infermo però non aggravato, e che anzi poteva parer vicino alla convalescenza; il quale, visto il padre, tentennò la testa, come accennando no. The first thing the young man saw as he went in was a sick man sitting on the straw that covered the ground. He was not desperately ill, however, and looked as if he might soon be convalescent. When he saw Father Cristoforo, he made a little sign, as if to say that there had been no change. Beim Eintritt erblickte man zunächst einen Kranken, der auf dem Stroh im Hintergrund der Hütte saß. Es war jedoch kein Schwerkranker, und er konnte sogar der Genesung nahe sein, Als dieser den Pater erblickte, schüttelte er wie verneinend den Kopf. 20) Gesto n. _______(E) I Promessi Sposi (con commento di Dino Provenzal), Lattes, Torino 1961.The Betrothed (traduzione in inglese di Bruce Penman), Penguin Books, Harmondsworth 1972. Die Verlobten (traduzione in tedesco di Ernst Wiegand Junker), Winkler Verlag, München 1960 (VI ed. 1991). benvenuti italiano AL albanese SA arabo BG bulgaro VCR cinese HR croato RP filippino Consultate il sito troverete tante nuove frasi per arricchire i vostri discorsi in classe e fuori, e anche molte altre informazioni utili! ˇ Maligayang pagdating Dobrodosli Bienvenidos Willkommen Mirë se erdhet Bienvenus Welcome Bine ati , venit! I www.zanichelli.it/benvenuti F francese GB inglese RO romeno RUS russo ه ا؟ ... ا ه ك؟ !/ ... ي ؟#$ أ% أ ... $أ 5/34$ ( ز ن؟0% إ2 #$أ ؟67( ه ؟849 : .#2 /$ ا049 : ؟$;<9 3=ر/ /E@(ا/م8@( آة اBC9 Dه ؟G=(ا أ/ F(أا ... B أ5/... 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