DOMANDE PER LA RUMINATIO ED I LAVORI DI GRUPPO DI CONDIVISIONE 1. Guardando alla tua vita, puoi dire che stai vivendo per Gesù? 2. L’ “unione – con” (la Comunione) è un momento importante che orienta le tue scelte? 3. Dove e quando ti senti addormentato, disorientato, pigramente seduto, vuoto? 4. Sei conscio che il vero Amore passa per la Croce? 5. Gli Altri come entrano nella tua “unione –con” (Comunione)? PER LA PREGHIERA Quando, per alcuni, sopraggiungono periodi di dubbio, ricordiamoci che i dubbi e la fiducia, come le ombre e la luce, possono coesistere nella nostra vita. Vorremmo soprattutto conservare le parole rasserenanti di Cristo: “Non abbiate paura, non sia turbato il vostro cuore”. Allora appare chiaro che la fede non è il risultato di uno sforzo; essa è un dono di Dio: è Dio che ci dona, giorno dopo giorno, di procedere dalle nostre esitazioni verso la fiducia in Lui. Dio non può che amare e la sua compassione è una sorgente. Verrà il giorno in cui potremo dire: “Dio di misericordia, anche se avessimo la fede per trasportare le montagne, senza il tuo amore, che cosa saremmo? Sì, il tuo amore per ciascuno resta per sempre”. (Dalla Lettera da Taizè 2003) PER LA LODE ED IL GRAZIE Siate come farfalle intorno a Gesù Sacramento: lucerne splendenti e ardenti. Diciamo a Gesù che operi in noi, che tutto parta da Lui; ma noi riferiamo tutto a Lui. Egli guarda l’anima, le nostre facoltà; io devo guardare a Lui. Signore, che cosa vuoi che io faccia? Faccio tutto per Te. (Beato Giuseppe Allamano) SCELTE ED AZIONI DA PORTARSI AVANTI NEL MESE A) B) Preparati per la Messa e, dopo la Comunione, fermati in silenzio di Lode – Grazie – Richiesta – Abbandono - … Chiedi a Gesù, nella Comunione, la forza e la perseveranza e il coraggio del perdono, del dono agli Altri. Il Pane vivo disceso dal Cielo PAROLA DI DIO ( Gv 6,27.32-33.40.47-51.53-63) “Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo. In verità, in verità vi dico: non Mosé vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo. Questa, infatti, è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Queste cose disse Gesù insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?”. Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita”. Certosa di Pesio – Scuola di Preghiera – Marzo 2005 SPUNTI DI APPROFONDIMENTO PERSONALE Il Dio della Bibbia si rivela in Gesù come luce, vita, amore (cfr. il Vangelo di Giovanni). E’ un Dio che dice: “Colui che mangia di me vivra’à per me” (Gv 6,57). “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” (Gv 6,54). “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui” (Gv 6, 56). Questa parola ci apre delle prospettive luminose e reali sulla Comunione con Lui e su chi diventiamo. Su chi sei. “Vivere per me”. San Paolo scrive: “Avere gli stessi sentimenti di Cristo” (Filippesi 2,5). Queste parole portano ad un salto di qualita’à di vita, di risposta di vita. Nell’immediato del nostro io noi percepiamo egoismo, ricerca di se stessi, orgoglio, la voglia di prevalere, di giudicare, … Ne derivano: l’antipatia, la chiusura, l’indifferenza, l’ira, la rabbia, … “Vivere per Gesù, … mangiare il pane di vita” significa fare il passaggio dell’amore, del dono di sé, del perdono. E’ un vero viaggio nel deserto del nostro uomo vecchio per diventare nuovi. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. Nel Vangelo di Giovanni il termine “vita” indica l’essenza stessa di Dio. Dio è vita. Gesù dice: “Io sono la vita del mondo” (Gv 11,25). “Comunione” con Gesù porta alla vita, cioè alla crescita in tutto ciò che è bene, vero, che è amore. La chiamata del cristiano è un cammino di apertura alla vita, cioè ad essere figlio del Dio della vita, a vivere la verita’à e l’amore. Quanta “morte” nel mondo di oggi! Egoismi, violenze, orgogli, che sono figli della morte. Menzogne e idolatrie e inganni. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui”. Rieccheggia il versetto 3,20 dell’Apocalisse: “Bussare … Aprire … Cenare insieme …”. Che valore ha questo verbo “dimorare”? Una spiegazione ci viene dalla Parabola del tralcio e della vite. Il tralcio innestato porta frutto (Gv 15,1-9). “Dimorare” è un verbo dinamico, porta frutto. Le Lettere di San Paolo parlano dei frutti dello Spirito. L’anima ed il cuore di Gesù sono rivolti a fare la volonta’ del Padre. Il Padre da’ a Gesù la missione di rivelare l’amore, il perdono, la vita in Dio. Dimorare in Gesù cioé (urge – brucia) andare alla missione dell’annuncio del Regno. Del vivere l’amore. Del dono e speranza della vita. Tutto questo ha un suo passaggio, un suo costo, una sua donazione. E’ l’Amore che passa nella Croce (dono di sé – rinuncia a se stesso). “Corpo dato per voi … Sangue versato per voi …” (Lc 22,19-20). Mangiare il corpo di Cristo è mangiare il corpo di Gesù crocifisso e risorto, cioè entrare nella “logica” del dono di sé, del dimenticare se stesso. E’ la logica dell’amore di croce. Per molti qui si “ferma la Comunione”: “Questo discorso è duro, chi può intenderlo?” (Gv 6,60). Accettare questa logica significa rompere con l’egoismo, con il proprio comodo, con il: “secondo me …”. E’ la via di uscita dall’inquietudine, dalla stanchezza della vita, dall’angoscia dell’esistenza. Significa prendere sul serio la “Comunione” (dimorare in Lui – vivere per Lui – scegliere la via della Vita cioè la via dell’Amore). E’ perdere la propria vita donandola e quindi ritrovarla nella gioia e nella pace del dono. “E’ lo Spirito che da’ la vita, la carne non giova a nulla. Le parole che io vi ho dette sono spirito e vita” (Gv 6,63). Andare alla “unione – con” (Comunione) con fede viva. Chiedere il dono di vivere la “unione – con”. Prepararsi alla Comunione (cfr. 1 Corinti 11,30). Scrive S.Agostino come parlasse Gesù: “Non sarai tu che assimilerai me a te, ma sarò io che assimilerò te a me”. La Comunione ed il Corpo Mistico. La Comunione ci unisce a Gesù e, in Lui, agli altri. Si apre la prospettiva della fratellanza, degli altri. Vivere la comunione è evitare: pettegolezzi, maldicenze, freddezze, rancori, musi, offese, risentimenti, … E’ mettere, invece, benevolenza, perdono, ponti di pace (cfr. Matteo 5,2324). Maria di Nazaret, che ha vissuto e vive la “Comunione” con Gesù, è colei che ci può insegnare e guidare alla vera Comunione.