Con il patrocinio di: LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Indice 1. 2. 3. 4. 5. Introduzione pag. 13 Scenario attuale e tendenze in atto pag. 21 1.1 La Pratica Sportiva in Italia e nella Regione Emilia-Romagna pag. 22 1.2 Il Sistema Sportivo nella Regione Emilia-Romagna pag. 27 Lo sport che cambia: dal valore ai valori pag. 38 2.1 Uno scenario in evoluzione pag. 40 2.2 I valori sociali dello sport pag. 44 2.3 La “governance” del Sistema Sportivo pag. 47 2.4 Sport ed Economia pag. 58 Il Futuro pag. 72 3.1 Politiche concrete per lo Sport pag. 74 3.2 Le priorità pag. 78 3.3 Le aree di intervento pag. 84 Conclusioni pag. 104 4.1 Dalla Carta di Trento all’agonismo dilettantistico di massa pag. 105 4.2 Il ruolo degli attori del sistema pag. 109 4.3 Un obiettivo in comune pag. 115 Appendice pag. 117 5.1 Il quadro dei principali provvedimenti normativi pag. 118 5.2 Il Sistema Sportivo in numeri pag. 125 2 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA e-mail: [email protected] Prima edizione: 2011 Redatto da Studio Ghiretti & Associati 3 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA << "Sport" means all forms of physical activity which, through casual or organised participation, aim at expressing or improving physical fitness and mental well-being, forming social relationships or obtaining results in competition at all levels>> << On entend par "sport" toutes formes d'activités physiques qui, à travers une participation organisée ou non, ont pour objectif l'expression ou l'amélioration de la condition physique et psychique, le développement des relations sociales ou l'obtention de résultats en compétition de tous niveaux >> << Si intende per “sport” qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli >> Carta Europea dello Sport [Rodi – 1992] 4 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA IL PUNTO DI PARTENZA Il Presidente del CONI Giovanni Petrucci Questo Libro Bianco per lo Sport in Emilia Romagna, frutto di tanti anni di esperienza e di profonda conoscenza del settore, maturate “sul campo” dal William Reverberi, Presidente del Comitato Regionale CONI dell’Emilia Romagna, e dai Presidenti dei Comitati Provinciali CONI della stessa Regione, rappresenta un’opera davvero unica nel suo genere. L’Emilia–Romagna è storicamente una delle regioni più “sportive” e meno “sedentarie” del nostro Paese ed è anche una delle regioni dove l’associazionismo sportivo ed il volontariato raggiungono, quanto a numeri e capacità, un livello di particolare rilevanza. Muovendo da un’analisi lucida ed approfondita del sistema sportivo della sua Regione, la “squadra CONI” ha saputo ricondurre la propria realtà alla più complessa dimensione del sistema sportivo nazionale. Non è dunque un caso che in queste pagine, accanto all’oggettività dei “numeri” della pratica sportiva sul territorio, affiori l’importanza della funzione sociale dello sport e dei suoi valori e della centralità strategica della società sportiva, intesa quale “cellula elementare” del sistema sportivo e dei processi che lo regolano. 5 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Proprio le società e le associazioni sportive dilettantistiche, con il loro patrimonio di valori educativi, di formazione e di prevenzione e con la loro capillare diffusione sul territorio nazionale, costituiscono la struttura portante e la linfa dell’intero movimento sportivo italiano e rappresentano uno straordinario e prezioso strumento di incontro, di socializzazione, di aggregazione e di crescita per i nostri giovani. L’analisi dello scenario attuale diviene allora occasione per rivolgere lo sguardo al futuro e per ricordare che lo sport – dice William Reverberi - è “un’occasione per tornare vicino alla gente”. Ecco perché le strategie ed i programmi futuri dovranno necessariamente garantire all’associazionismo sportivo, fiore all’occhiello del modello sportivo nazionale, sostegno, spazi e risorse e dovranno prevedere una sinergia operativa ed un dialogo costruttivo tra le istituzioni sportive, le Amministrazioni locali ed il mondo della scuola. L’avere lanciato questa sfida, certamente non semplice, costituisce a mio avviso il merito principale di questa pubblicazione, che mi piace interpretare come la “testimonianza sportiva” dell’impegno di uomini e donne che alla causa hanno dedicato molti anni della loro vita ed ai quali rivolgo, a titolo personale ed a nome del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, il mio più sincero ringraziamento. Giovanni Petrucci Presidente del CONI 6 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il Presidente del CONI Emilia-Romagna William Reverberi Nel campo delle trasformazioni sociali lo sport ha giocato e gioca, come sottolineato dalla nuova “Costituzione Europea”, un ruolo fondamentale. La pratica sportiva rappresenta oggi un diritto del cittadino, un fenomeno che coinvolge la maggior parte della popolazione della nostra Regione. Una comunità numericamente significativa che impone a tutti, Istituzioni sportive ed Enti, di porsi in posizione di attento ascolto, con l’impegno di fornire risposte concrete alle istanze dei cittadini. Un patrimonio del quale, non sempre sino ad oggi, la classe politica ha saputo cogliere appieno le potenzialità culturali ed educative. Lo Sport è un’occasione per “tornare vicino alla gente”, un’opportunità di promozione di stili di vita sani, così come ricordato dall’Organizzazione Mondiale della sanità. E’ indispensabile, pertanto, garantire gli spazi e le risorse necessarie per la corretta crescita di una pratica sportiva capace di esplicare il proprio valore sociale, educativo, di promozione del benessere e di prevenzione attiva. Questo processo è realizzabile garantendo ampio sostegno al sistema dell’associazionismo sportivo che nella nostra Regione, troppo spesso è stato lasciato solo nell’espletamento del ruolo di unico polo educativo e socializzante. Assumono, quindi, centrale rilevanza le politiche che gli Enti Locali sapranno mettere in campo, creando sinergie con il movimento sportivo ed i suoi rappresentanti. Il sistema pubblico nella nostra Regione è stato, in passato, fautore di un modello di successo che ha favorito lo sviluppo di una realtà sportiva avanzata 7 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA per qualità e quantità di impianti, per numero di praticanti, per la forza e le caratteristiche dell’associazionismo e delle esperienze del volontariato. La società emiliano-romagnola si trova oggi di fronte alle grandi sfide dell’integrazione, della solidarietà, della coesione sociale, della partecipazione e del coinvolgimento sempre più diretto nella gestione della cosa pubblica. Il movimento sportivo, rappresentato dal CONI, può mettere in campo forti potenzialità, al fianco del sistema degli Enti Pubblici. È, però, necessario credere ed investire in progettualità tese a favorire lo sport giovanile e dilettantistico, tenendo in particolare considerazione il sostegno alle società sportive, la qualificazione degli assetti urbani, la realizzazione di impianti multifunzionali e, non da ultimo, il coinvolgimento di capitali privati. Un percorso articolato che può rappresentare il programma delle politiche regionali in tema di sport, da realizzare coniugando l’autonomia con la coesione: attraverso il coinvolgimento del CONI, del CIP, degli Enti di Promozione Sportiva, con il mondo della Scuola e con gli Assessorati per lo Sport, la Sanità, il Turismo, l'Istruzione, l’Ambiente e le Politiche Sociali. La redazione di questo testo, il Libro Bianco per lo Sport regionale, rappresenta il punto di partenza di questo percorso, ispirato al principio della sussidiarietà e dell’autonomia delle organizzazioni sportive, nel confronto e nel rispetto delle competenze degli Enti Pubblici. William Reverberi Presidente del CONI Emilia-Romagna 8 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA L’Assessore Regionale allo Sport della Regione Emilia-Romagna Massimo Mezzetti Ho accolto con piacere l’iniziativa del CONI Regionale che si pone l’ambizioso obiettivo di identificare i principi cui ispirare le politiche e le azioni in tema di sport e ritengo che il documento proposto possa rappresentare una base di lavoro utile per stimolare il confronto fra i vari soggetti che a diverso titolo e con diverse competenze se ne occupano e predisporre ipotesi di lavoro condivise. Credo che sarà necessario coinvolgere tutti i livelli istituzionali e non che hanno competenze in materia e tutti i settori di intervento che in qualche misura svolgono un ruolo attinente alla stessa. Non è più possibile pensare che lo sport sia una competenza riservata esclusivamente ai gruppi evidentemente protagonisti della materia, ma si deve trovare, innanzitutto, la sua unità sistemica all’interno di una dimensione variegata e complessa molto più ampia di quella finora considerata. Da tale confronto sarà possibile maturare proposte di interventi da attivare in sede regionale, nazionale e, anche, comunitaria, in quanto, come è noto, il quadro giuridico introdotto dal Trattato di Lisbona indica lo sport come settore in cui l’Unione europea può svolgere un ruolo di supporto, di coordinamento e di complemento dell’azione degli Stati membri al fine di sviluppare la dimensione europea dello sport, così come delineata dal “Libro Bianco sullo Sport” del 2007. 9 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Occorre, pertanto, impegnarsi per raggiungere il massimo della partecipazione e avviare un dibattito collaborativo con tutti i protagonisti, a vario titolo e impegno, nel totale rispetto delle competenze di ognuno. Si dovranno, inoltre, sviluppare forme unitarie di collaborazione per reperire adeguati mezzi di finanziamento per le varie componenti del settore, indispensabili per la realizzazione degli obiettivi che verranno individuati come prioritari. Massimo Mezzetti Assessore Regionale allo Sport della Regione Emilia-Romagna 10 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA IL FUTURO VISTO DALLO SPORT L’attività sportiva contribuisce in maniera determinante alla piena espressione dell’essere umano, come singolo ed all’interno dei gruppi sociali elementari, in quanto rappresenta un momento di aggregazione sociale ed uno degli elementi essenziali per l’ottenimento ed il mantenimento di un sano stile di vita. I cittadini della Regione Emilia-Romagna e più in generale tutte le persone hanno il diritto di svolgere l’attività sportiva secondo le loro inclinazioni, disponibilità e interessi. Al sistema delle Istituzioni Pubbliche e di quelle Sportive è ascritto, autonomamente e congiuntamente, il compito di garantire il pieno e costante esercizio del “diritto all’attività fisica qualificata” da parte di tutti i cittadini, singolarmente ed in gruppo. Il libero esercizio di questo diritto può essere considerato un nuovo indicatore del livello di progresso civile di una società; un sinonimo della qualità e della quantità di impegno rivolto al cittadino da parte delle Amministrazioni e dell’intero sistema. Tanto più è garantito l’esercizio di questo diritto, tanto più una società potrà dirsi bene-stante, non nel senso economico ma nel senso letterale del termine: “in buona salute”. Questo ambizioso risultato è raggiungibile, nell’interesse del cittadino e del miglioramento della qualità di vita di un territorio, soltanto attraverso il dialogo e la collaborazione tra le Istituzioni Pubbliche e Sportive, nel rispetto della reciproca “specificità”, così come sancito dalla Dichiarazione del Consiglio Europeo nel 2000. 11 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Dall’incontro di questa molteplicità di implicazioni culturali e sociali, di cui lo sport e l’attività sportiva rappresentano il fulcro, nasce questo Libro Bianco regionale per lo sport. Una sfida non semplice ma necessaria a proporre una visione contemporanea e prospettica per il fenomeno sportivo. Provare a raccogliere le istanze di tutti i soggetti coinvolti o potenzialmente coinvolgibili, cercare di salvaguardare i ruoli e le competenze e tracciare una strategia che guardi al futuro, partendo dalle consapevolezze del presente e dai processi in atto. Per le Regioni italiane, questo rappresenterà il primo testo del genere, cui ci auguriamo che facciano seguito, presto, molti altri che sappiano cogliere e dar voce alle sensibilità locali in tema di promozione e qualificazione del modo di intendere e praticare l’attività sportiva. Senza dubbio, pertanto, il Libro Bianco per lo Sport in Emilia-Romagna reciterà un ruolo di “protagonista innovativo”, semplicemente per il fatto di essere stato pubblicato. Eppure il vero contenuto innovativo vorremmo che fosse nelle pagine, nelle idee, nelle proposte, tra le righe e non esclusivamente nel dato cronologico. Il vero dato di novità sta nel processo di concertazione culturale, che ha favorito l’incontro delle sensibilità e delle esigenze dei soggetti coinvolti, che è stato alla base della redazione di questo strumento che può rappresentare un nuovo modello per la pianificazione delle politiche sportive, in Italia e non solo. Per la prima volta, con una sistematicità sino ad oggi non ancora riscontrata, si affrontano insieme i temi contemporanei del fenomeno sportivo, considerando congiuntamente la prospettiva dello sport, quella della politica e quella della “società reale”. Roberto Ghiretti Docente Università di Parma 12 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA INTRODUZIONE 13 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA UN LIBRO BIANCO PER LO SPORT Con la dicitura “Libro Bianco” [traduzione letterale dall'inglese “White Paper”, utilizzata dall’Unione Europea] s’intende comunemente una relazione, un documento di sintesi autorevole che analizzi un settore, durante un momento storico di evoluzione, proponendo una o più strategie per guidarne la fase di cambiamento. I White Paper vengono tradizionalmente utilizzati al fine di dare comunicazione a tutte le parti coinvolte in un processo, per supportarle nella definizione dei prossimi passi, secondo una linea di sviluppo condivisa. Il Libro Bianco per lo Sport in Emilia-Romagna nasce come strumento di analisi, ricerca e confronto. Un testo che ha l’intento di favorire il confronto dialettico tra le parti interessate, di proporre possibili linee guida di intervento strategico ed ipotesi di impegni in materia di sport, sul territorio della Regione. Redatto al termine di un processo di analisi e confronto tra Istituzioni Pubbliche e Sportive del territorio, il Libro tiene in debita considerazione i recenti documenti internazionali ed i modelli e le tendenze in atto nello sport mondiale. Il testo, partendo dal presupposto del “principio di specificità” [l’autonomia dell’ordinamento sportivo da quello statale] sancito dal Libro Bianco dell’Unione, intende valorizzare il ruolo sempre più rilevante che lo sport riveste nelle cd. “politiche sociali”, grazie alla sua capacità di “generatore di socialità”. Lo sport, inteso come sistema sportivo, è la nuova “agenzia educativa”, al pari della famiglia e della scuola, in quanto all’interno dell’esperienza sportiva si apprendono i valori culturali-sociali-educativi di base. In aggiunta, lo sport, inteso come attività sportiva praticata, ha l’esclusiva capacità di contribuire ad incrementare la qualità della vita di un territorio, incidendo tanto sulla creazione di nuove economie che sulla salute pubblica a lungo termine. 14 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Questo testo intende rappresentare, dunque, un primo coraggioso passo verso l’interpretazione del cambiamento in atto nei modelli di fruizione del fenomeno sportivo. I documenti internazionali pubblicati nel corso degli ultimi anni, con particolare riferimento a quelli nati nel contesto europeo, hanno sancito la rilevanza del ruolo sociale dello sport. In particolare la recente pubblicazione [11 luglio 2007] del “Libro Bianco sullo sport della Commissione delle Comunità Europee” ha inteso definire lo sport come “un fenomeno sociale ed economico d’importanza crescente che contribuisce in modo significativo agli obiettivi strategici di solidarietà e prosperità perseguiti dall’Unione Europea”. Alla luce di queste premesse nasce il testo del Libro Bianco per lo Sport regionale, dall’impulso del sistema sportivo territoriale, come espressione dell’unitarietà del sistema stesso. Il Comitato Olimpico Regionale dell’EmiliaRomagna, con il pieno supporto della Regione Emilia-Romagna - Assessorato Cultura e Sport e con il patrocinio dell’ANCI e dell’UPI, propone questo come primo esempio di un testo a carattere regionale. Un punto di riferimento per il mondo sportivo regionale in tema di politiche sociali, culturali e sportive e che è il risultato di un processo di concertazione e confronto con il territorio regionale e con le parti “sociali” e “sportive”, quale strumento di “governo partecipativo”. La novità dello strumento sta proprio nella scelta di coinvolgere l’intero territorio regionale, ascoltando le istanze di tutti i soggetti interessati e favorendo il confronto per l’individuazione di linee strategiche di sviluppo comuni e condivise. Risultato del Libro non è, dunque, quello di proporre un modello di governance della “cosa sportiva” mutuato da altre esperienze, seppure efficienti o efficaci, quanto piuttosto quello di proporre ad un territorio le linee guida e le soluzioni più appropriate in quanto elaborate proprio “nel” territorio, durante la fase di confronto guidato. 15 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il tasso di innovazione di questa pubblicazione sta, pertanto, nella volontà ferma e decisa di passare dalla teoria della concertazione, necessario presupposto, ai fatti, obiettivo ultimo del processo. 16 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Processo di redazione Il processo di redazione del testo regionale è partito dell’impulso del CONI Emilia-Romagna che ha raccolto le sollecitazioni del territorio regionale, attraverso una sistematica azione di confronto con i Comitati CONI Provinciali, veri “collettori sportivi” all’interno del territorio. La fase di condivisione e confronto con il sistema sportivo locale, che ha interessato i mesi centrali dell’anno 2010, ha raccolto ed analizzato i dati relativi alle progettualità attive in tema di sport, ai bisogni, alle problematiche ed agli obiettivi specifici, per singola area e per l’intero territorio regionale. Al termine il confronto è stato allargato al sistema politico-istituzionale. Momento principale di questa fase è stato il “Forum Regionale dello Sport”, al quale sono intervenuti attivamente, esponendo il proprio punto di vista e le proprie progettualità, i rappresentanti delle Amministrazioni Pubbliche locali con competenza in tema di sport, nonché i principali Enti sportivi non coinvolti nella prima fase di confronto. Azione conclusiva del processo è rappresentata, appunto, dalla redazione del testo, che raccoglie le sollecitazioni e gli spunti emersi nelle due fasi di confronto. Gli incontri territoriali ed il costante confronto dialettico con tutte le “parti sportive” hanno avuto un’importanza basilare per l’individuazione delle tematiche e dei contenuti che sono alla base del presente testo. Il percorso di redazione non potrà, però, essere considerato completamente esaurito al momento della pubblicazione. Seguirà difatti una fase di comunicazione, fatta di presentazioni localizzate in ciascuna Provincia Emiliano-Romagnola, del Libro Bianco nella sua versione finale, finalizzata a favorire la piena conoscenza dei temi, la massima condivisione, la discussione ed il confronto, nonché l’utilizzo del testo come quotidiano strumento di lavoro. 17 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Anche al termine di questa ulteriore azione, il processo di diffusione di una cultura dello sport, avviato con la pubblicazione del testo, non potrà dirsi completamente esaurito. Il Libro propone, difatti, delle possibili linee guida e degli impegni concreti che ciascuna parte interessata, singolarmente ed in sinergia, potrà valutare se ed in che termini impegnarsi a realizzare concretamente. Le attività di comunicazione che seguiranno serviranno a favorire che questo testo diventi uno spunto concreto sul quale operare, tanto a livello regionale, quanto nelle singole Province e, perfino, nei singoli Comuni, che ne potranno trarre utili indicazioni e suggerimenti. L’intero territorio sarà messo nelle condizioni di conoscere e disporre di questo testo e dei suoi contenuti, come strumento di analisi e programmazione sia per il percorso degli interventi regionali che di quelli a carattere locale sul territorio della Regione. Questo Libro Bianco è, dunque, il punto di partenza di un processo che guarda al futuro dello sport e della società. Una fonte dalla quale attingere spunti e indicazioni per le programmazioni degli interventi a tutti i livelli. 18 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 19 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 20 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 1. SCENARIO ATTUALE E TENDENZE IN ATTO 21 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 1.1 LA PRATICA SPORTIVA IN ITALIA E NELLA REGIONE EMILIAROMAGNA Il quadro nazionale1 L’indagine ISTAT, pubblicata nel 2010, sull’uso del tempo libero degli italiani2, rileva che, in Italia, sono circa 17 milioni le persone, con tre anni e più, che dichiarano di praticare uno o più sport, pari a circa il 31% della popolazione. Di questi il 21,50% pratica una o più attività sportiva con continuità ed il 9,60% saltuariamente, mentre sono 16 milioni, pari al 27,70% della popolazione, le persone che, pur non praticando uno sport specifico, svolgono una qualche attività fisica. I sedentari, ovvero coloro che dichiarano di non praticare sport né attività fisica nel tempo libero, sono oltre 23 milioni, pari al 40,6% della popolazione. La base dei praticanti continuativi e saltuari è sensibilmente aumentata tra il 1995 e il 2000, mentre è rimasta sostanzialmente stabile tra il 2000 ed il 2009. Risulta, invece, diminuita la popolazione che svolge attività fisica senza praticare propriamente sport. Dal 2000 al 2005 si registra un aumento della popolazione di riferimento pari allo 0,4%; dal dato emerge, quindi, un quadro di pratica sportiva numericamente stabile, a fronte, però, di un decremento dell’attività fisica e di un incremento della popolazione sedentaria. Dal 2006 al 2009, invece, si nota un'inversione di tendenza a favore della continuità nello sport e una riduzione della sedentarietà. Cfr Tavola 1 – pag. 126-127. I dati sulla pratica sportiva in Italia sono tratti dall’indagine Istat “I cittadini e il tempo libero”, pubblicata nel 2011, in cui ampio spazio è dedicato alla rilevazione di dati sulla pratica sportiva svolta dalla popolazione nel tempo libero. Il campione di ricerca comprende 24.000 famiglie per un totale di circa 54.000 individui. 1 2 22 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La pratica sportiva per aree geografiche e per Regioni3 Analizzando la ripartizione dei dati rilevati per area geografica, ognuna delle quali rivela le sue peculiarità di pratica: il Nord-est ha la quota più elevata di praticanti sul totale della popolazione [36,5%], seguito dal Nord-ovest [33,7%], dal Centro [31,1%] e, in ultimo, dal Sud e Isole [al 25%]. Tale variabilità è altrettanto evidente a livello regionale. Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono le regioni con il più alto tasso di praticanti. Al contrario delle Regioni del Sud, delle Isole e la Liguria che si collocano al di sotto della media nazionale. Il profilo sportivo dell’Emilia-Romagna La Regione Emilia-Romagna si colloca al quinto posto tra le Regioni italiane per pratica sportiva, con + 6.1 punti percentuali sul dato nazionale, quasi interamente collocati nella fascia “pratica continuativa” [27,6% contro la percentuale nazionale del 21,5%]. Sensibilmente più alta della percentuale nazionale risultano, in EmiliaRomagna, anche i “praticanti saltuari” [29,2% su 27,7% nazionale]. La conseguenza di questi dati è una netta differenza nel confronto con il dato nazionale relativo ai “sedentari”, a coloro cioè che non praticano sport né attività fisica. Mentre il livello nazionale è il 40,6% della popolazione oltre i 3 anni di età, quello dell’Emilia Romagna si attesta al 33,3%. Si può, dunque, affermare che l’Emilia-Romagna si colloca tra le Regioni più “sportive” e meno “sedentarie” in Italia, con più dei due terzi della popolazione che pratica almeno una qualche forma di attività fisica4. 3 Cfr. Tav. 2 – pag.128. 23 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La frequenza della pratica sportiva Elemento che caratterizza il profilo dello sportivo è il numero di mesi l’anno e il numero di volte a settimana in cui si dichiara di praticare sport. Considerando il numero di mesi in cui complessivamente si pratica sport a livello nazionale, emerge che quasi la metà degli sportivi pratica per 10-12 mesi l’anno, il 28,3% per 7-9 mesi l’anno, il 23,4% pratica meno di 7 mesi l’anno, il 15,2% per 4-6 mesi e l’8,2% per 1-3 mesi. La parte più rilevante dei praticanti emiliano romagnoli svolge attività sportiva per 7-9 mesi l’anno [33,1% rispetto al 28,3% nazionale]; mentre per 1012 mesi i praticanti scendono rispetto al dato nazionale [44,8 rispetto al 46,7% nazionale]. Riguardo poi al numero di volte in cui si pratica sport a settimana, in EmiliaRomagna è più basso, rispetto alla media nazionale, il livello di coloro che praticano sport una volta a settimana [17,5% rispetto al 22,4%], mentre è più alto il livello di coloro che praticano una o due volte a settimana [58,6% rispetto al 54,1%] e più di due volte a settimana [23,1% rispetto al 22,4%]. Le modalità di pratica sportiva5 Riguardo alle modalità di pratica, risulta che in Italia il 25,5% dei praticanti prende parte a competizioni ufficiali, il 10,9% partecipa a competizioni non ufficiali, mentre il 62,3% non partecipa a competizioni. In questo contesto, l’Emilia Romagna si discosta in maniera evidente dal dato nazionale, poiché ben il 30,0% dei praticanti partecipa a competizioni ufficiali [+4,5], mentre è più bassa la quota di coloro che partecipano a competizioni non ufficiali [-1,4] e di coloro che non partecipano ad alcuna competizione [-2,5]. 4 5 Cfr. Tav. 3 – pag.129-130. Cfr. Tav. 4 – pag.131. 24 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Le motivazioni Passando ad analizzare alcuni aspetti descrittivi della pratica sportiva per quanto concerne le ragioni che inducono i soggetti a praticare sport e i luoghi dove viene praticato, emerge che le motivazioni prevalenti sono la passione o il piacere, seguite dal mantenersi in forma e dallo svago. Anche la diminuzione dello stress costituisce un fattore di stimolo molto importante, al quale seguono la possibilità che lo sport offre di frequentare altre persone, i valori che lo sport trasmette, il contatto con la natura e le potenzialità terapeutiche. Tra i motivi prevalenti per cui, al contrario, non si pratica sport, al primo posto viene addotta la mancanza di tempo, seguono la mancanza di interesse, l’età, la stanchezza/pigrizia, i motivi di salute e familiari, i problemi economici. Residuale è la quota di coloro che indicano tra le motivazioni la mancanza di impianti o la difficoltà a raggiungerli [3,1%] e gli orari scomodi degli impianti [1,7%]. Rispetto a questo quadro l’Emilia-Romagna si discosta significativamente dal dato nazionale per alcuni aspetti della non pratica. È infatti decisamente più bassa l’influenza della mancanza di impianti [1,1%] e dei motivi economici [3,2%], mentre è leggermente più alta l’influenza dei motivi di salute, dell’età e della mancanza di interesse. I luoghi dello sport Riguardo i luoghi della pratica sportiva, infine, risulta che il 61,5% degli sportivi utilizza impianti sportivi al chiuso [palestre, piscine coperte, campi da tennis coperti] e il 43,3% impianti sportivi all’aperto [campi da calcio e simili, piastre polivalenti all’aperto, piste per lo sci alpino, ecc.]. 25 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Sono invece il 17,2% gli sportivi che svolgono la loro attività in spazi all’aperto attrezzati [piste ciclabili, percorsi di sci di fondo, percorsi vita], mentre il 29,4%, pratica sport in spazi all’aperto non attrezzati [mare, montagna, lago, boschi, parchi]. Infine, il 3,9% degli sportivi ha dichiarato di praticare sport in casa. I praticanti sportivi dell’Emilia-Romagna si caratterizzano per un minor utilizzo degli impianti sportivi all’aperto [-4,4] e un utilizzo leggermente maggiore di impianti sportivi al chiuso [+0,9], spazi all’aperto attrezzati [+1,2] e spazi all’aperto non attrezzati [+1,7]. Praticanti e Enti sportivi Per quanto riguarda il rapporto tra praticanti sportivi e organizzazioni sportive, il 69,7% dei praticanti italiani dichiara di essere iscritto o tesserato a Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate o Enti di Promozione Sportiva rispetto ad un 28,9% che non si iscrive/tessera. Sotto questo aspetto, l’Emilia Romagna presenta differenze sensibili rispetto al dato nazionale: gli iscritti/tesserati sono il 73,6% dei praticanti rispetto al 25,3% di non iscritti/tesserati. 26 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 1.2 IL SISTEMA SPORTIVO NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Conoscere il Sistema Sportivo Territoriale Il Sistema Sportivo, dato dall’insieme formato da associazionismo, impiantistica e praticanti, è una realtà estremamente complessa, articolata e in continua evoluzione, per lo più poco nota nel dettaglio. Lo sforzo compiuto, dal 1996 in poi, dal CONI dell’Emilia-Romagna in stretta collaborazione con il Servizio Sport della Regione Emilia-Romagna per realizzare un efficace Osservatorio del Sistema Sportivo Regionale che fornisca una base informativa per quanto possibile esaustiva comincia ad avere una forma compiuta con la realizzazione della Banca Dati dell’Impiantistica Regionale e dell’Anagrafe dell’Associazionismo Sportivo. L’Associazionismo Sportivo in Emilia-Romagna7 Nel Sistema Sportivo Territoriale della Regione Emilia-Romagna, l’attività di supporto alla pratica sportiva fornita dalla rete delle più di quindicimila Società Sportive, costituisce un fondamentale tassello di collegamento tra domanda e offerta di sport e rappresenta il tessuto connettivo-organizzativo di base che ha permesso, storicamente, e permette, tuttora. a milioni di cittadini di praticare attività sportiva secondo le proprie inclinazioni, esigenze e disponibilità. La Banca Dati della Coni Servizi S.p.A. fornisce, per il 2009, un numero complessivo di Società Sportive nella Regione Emilia-Romagna pari a 15.899 unità, delle quali 10.523 affiliate agli Enti di Promozione Sportiva (EPS), 4.917 6 7 Anno del censimento nazionale dell’impiantistica sportiva condotto da CONI, ISTAT e Regioni. Cfr. Tav. 5 – pag.132-133. 27 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali (FSN - CONI) e 459 alle Discipline Sportive Associate (DSA - CONI)8. La serie storica dei dati forniti dai rilevamenti condotti dal 1981 dal CONI evidenziano, per le società sportive affiliate FSN, una forte crescita fino al 1991 seguita da un decremento continuo fino al 2003 per registrare, poi, una ripresa nel 2009 Confrontando il numero totale delle Società Sportive affiliate alle FSN e alle DSA nel 2009 con i corrispondenti dati del 1997, si rileva un evidente decremento, ancorché non particolarmente significativo in termini assoluti considerato che si passa dalle 5.622 Società del 1997 alle 5.376 del 2009, in termini percentuali pari a -4,38%. Se però si rapportano questi dati all’incremento della popolazione residente verificatosi nello stesso periodo in Regione, le valutazioni cambiano. Infatti, prendendo in considerazione l’Indice di Diffusione (ID = numero di Società x 100.000 abitanti), si evidenzia che da un ID pari a 142,71 nel 1997 si scende a un a un ID pari a 123,41 nel 2009: in percentuale -13,52%. Tale decremento si riscontra in maniera diffusa in quasi tutte le Provincie, con un massimo nella Provincia di Forlì-Cesena, dove si registra un crollo dell’ID da 188,84 a 110,56 (-41,39%), e un minimo nella Provincia di Ravenna, dove l’ID passa da 148,33 a 140,25 (-5,45%). In netta controtendenza va la Provincia di Rimini, dove si deve rilevare un incremento del numero delle Società che, nel periodo considerato, passano da 222 a 396 (+78,38%) con un ID che passa da 83,75 a 123,16 (+47,08%). Nello stesso intervallo di tempo si registra un andamento fluttuante, ma non proporzionale, del numero di atleti tesserati, che registrano un minimo proprio nel 2009. La Banca Dati della Coni Servizi, fornendo un elenco di nominativi, permette di contare il numero delle Società affiliate alle singole FSN, DSA e EPS, ma non rileva eventuali affiliazioni multiple. 8 28 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Le ragioni di un simile andamento sono molteplici, ma tra queste sono probabilmente da individuare quelle relative a un progressivo affinamento delle rilevazioni e un costante incremento dell’offerta di pratiche sportive nell’ultimo ventennio, specie da parte degli EPS, nonché l’espandersi della quota di cittadini che praticano sport in forma destrutturata. La diffusione delle società sportive sul territorio regionale 9 I dati del 2009 relativi alla presenza di società sportive nelle varie Province ci rappresentano un quadro della loro diffusione sul territorio regionale relativamente omogeneo rispetto all’Indice di Diffusione regionale . Per quanto riguarda le società sportive affiliate FSN, tolto il picco superiore della Provincia di Piacenza (ID = 138,14) e quello inferiore della Provincia di Forlì-Cesena (ID = 95,87), le altre Provincie registrano un ID compreso tra 104 e 121, a fronte di un ID regionale di 112,87. Una diffusione territoriale altrettanto omogenea si riscontra anche per le società sportive affiliate EPS, anche se con incidenza diversa per Provincia. Infatti il massimo si tocca nella Provincia di Forlì-Cesena col l’ID pari a 282,46, il minimo in quella di Modena con l’ID pari a 208,05, mentre le altre Provincie registrano ID compresi tra 222 e 261, a fronte di un ID regionale di 241,66 Meno omogeneità si riscontra invece nella diffusione delle società sportive affiliate DSA, dove troviamo la Provincia di Ravenna che si distacca nettamente con un ID pari a 19,18, seguita da Forlì-Cesena con14,69 e le altre provincie con ID che varia da 11,82 a 4,75 (Ferrara) 10. Cfr. Tav. 6 – pag.134-135. Le elaborazioni provengono dal “Progetto Anagrafe delle Società Sportive” sviluppato dal CONI dell’Emilia-Romagna nel 2009. 9 10 29 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La diffusione delle discipline sportive Prendendo in considerazione l’Indice di Diffusione delle Società Sportive di ogni Federazione Sportiva Nazionale nella Regione per l’anno 2009, si può ponderare un quadro delle discipline sportive più praticate in forma strutturata e organizzata. Come prevedibile, il gioco del calcio fa la parte del leone (ID = 23,55), seguito dalla pallavolo (10,44), la pesca sportiva e attività subacquee (8,38), la pallacanestro (7,78), il ciclismo (5,95) e il tennis (5,74). Con ID tra4,99 e 1 troviamo sedici discipline, dall’atletica leggera al tiro con l’arco, mentre le altre ventuno discipline registrano un ID inferiore a uno. La diffusione dei diversi Enti di Promozione Sportiva Per quanto riguarda gli Enti di Promozione Sportiva11, è possibile valutare la loro diffusione sul territorio regionale in base al numero di società affiliate a ciascuno di questi, senza però poter fare, al momento, alcuna considerazione sulle attività sportive praticate, in quanto ogni EPS annovera società dedite a molteplici discipline. Dal confronto degli Indici di Diffusione per 100.000 abitanti, emerge che al primo posto si pone la UISP con ID pari a 95,52, seguita dal CSI (64,92), AICS (25,55), ASI e CSAIn (tra 10 e 11). Gli altri 8 Enti presenti in regione hanno un ID inferiore a 10. L’analisi dei dati relativi agli EPS deve seguire un criterio differente da quello esposto per le FSN perché le società di ogni EPS operano su un ampio ventaglio di discipline sportive e inoltre non è possibile assegnare un valore univoco ai numeri proposti in quanto molte società risultano affiliate a più EPS e, contestualmente , a una o più FSN e inoltre, negli elenchi, disponibili, si riscontrano numerose possibili ripetizioni di nominativi (acronimi invece di nominativi estesi, abbreviazioni, ecc.) 11 30 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Gli atleti tesserati alle FSN12 In base al monitoraggio compiuto dal CONI Regionale nel periodo 2009-2010 sulle società affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali, è possibile avere per la maggior parte di queste un quadro aggiornato della quantità di atleti tesserati in Emilia-Romagna. L’insieme di tutti i tesserati alle FSN in EmiliaRomagna arriva a un totale di 220.160 atleti. Tra le 5 FSN che contano più di 10.000 tesserati, il primato spetta alla Federazione Italiana Gioco Calcio, con 32.154 tesserati, seguita da FIPSAS (30.909), FIPAV (28.158), FIP (12.857) e FIDAL (12.095). Sono 11 le FSN che rientrano nella fascia da 5.000 a 9.999 atleti tesserati, dalla FISE (9.857) alla FIN (5.548), mentre tutte le altre 24 FSN, dalla FCI (4.460) alla FISN (11). registrano meno di 5.000 atleti tesserati. Il dato totale evidenzia un calo del 20% rispetto al totale del 2001 (274.930), andamento che però non è omogeneo tra tutte le Federazioni. Infatti, dal confronto tra i dati del 2001 e quelli del 2009, si rileva che delle 17 FSN che hanno incrementato il numero di società, 12 di queste hanno visto crescere anche il numero di tesserati mentre 5 hanno subito un decremento di tesserati. Si rileva inoltre che, nel periodo considerato, 3 FSN non hanno variato il numero di società ma hanno incrementato il numero di tesserati, 17 FSN hanno subito un decremento del numero di società e, di queste, 6 hanno però incrementato il numero di tesserati, mentre 11 hanno subito anche un decremento di tesserati. In questo quadro generale si evidenzia che la Federazione Italiana Danza Sportiva (FIDS), passata nel 2001 da DSA a FSN, registra il maggior incremento sia di società (+420%) sia di tesserati (+1.120%), mentre l’andamento peggiore lo registra la FIGH con il più forte decremento sia di società (-79%) sia di tesserati (-92%). 12 Cfr. Tav. 7 – pagg.136-137. 31 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Gli impianti sportivi in Emilia-Romagna13 In termini numerici, la Regione può vantare una buona dotazione di strutture sportive, superiori alla media nazionale, il 77% delle quali è stato realizzato prima del 199014. Infatti, sul territorio regionale risultano attualmente attivi e variamente distribuiti tra le Province: complessi sportivi; 6.273 impianti sportivi; 15 11.325 spazi elementari di attività . Cfr. Tav. 8 – pagg.138-141. I dati di seguito riportati sono ricavati dal DB Regionale e elaborati dal Comitato Regionale CONI Emilia-Romagna. 15 Spazio di attività: ogni singola superficie o vasca dove si pratica una o più disciplina sportiva (spazio monovalente o spazio polivalente) con esclusione di spazi, superfici e ambienti accessori. 13 14 32 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Una prima indicazione sulla distribuzione dell’impiantistica sportiva sul territorio regionale ci viene fornita dal rapporto tra numero di complessi sportivi e le dimensioni del territorio servito. L’analisi di questi rapporti ci indica come la Provincia di Rimini abbia la più alta densità di complessi sportivi, più che doppia rispetto alla densità regionale, le province di Ravenna, Reggio Emilia, Modena e Bologna siano al di sopra del dato regionale e tutte le altre al di sotto. Al fine di valutare più correttamente l’offerta di strutture per lo sport delle singole Province il parametro maggiormente indicativo appare l’Indice di Dotazione che rapporta il numero di strutture alla popolazione residente di ogni territorio (ID = numero di strutture x 100.000 abitanti). Sulla base di questi Indici si compone un quadro significativo della reale dotazione impiantistica delle singole province e la loro collocazione relativa nel panorama regionale, da cui si evince che le Province di Reggio Emilia e Ravenna sono le più dotate di strutture per l’attività sportiva e le Province di Rimini e di Bologna le meno dotate Se, in particolare, si focalizza l’analisi sui dati relativi allo Spazio di Attività [che è l’elemento strutturale che definisce l’effettiva capacità di risposta dell’impianto sportivo alla domanda di pratica] è possibile valutare meglio la potenzialità di offerta espressa dai singoli territori provinciali. Rileggendo il dato, alla luce di questa prospettiva, l’analisi cambia di molto rispetto alla considerazione dei soli numeri assoluti. Difatti, una graduatoria delle Province realizzata in base all’ID di spazi per l’attività sportiva presenta, a dato decrescente, il seguente ordine: Reggio Impianto sportivo: l’insieme di uno o più spazi di attività dello stesso tipo che hanno in comune strutture accessorie (spogliatoi, servizi igienici, aree libere, spazi per il pubblico) e infrastrutture pertinenziali. Complesso sportivo: l’insieme di uno o più impianti sportivi contigui, aventi in comune elementi costruttivi, spazi accessori e infrastrutture. Il caso limite è costituito da un singolo spazio isolato, che viene contemporaneamente considerato impianto e complesso. 33 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Emilia, Ravenna, Modena, Parma, Piacenza, Forlì-Cesena, Ferrara, Rimini e Bologna. Un’ulteriore approfondimento su come si articola l’offerta territoriale di strutture per lo sport per le diverse discipline è dato dall’analisi dalla tipologia degli Spazi di Attività che compongono il quadro regionale. Dalla lettura dei dati, emerge che le tipologie di spazio più diffuse sono i campi da calcio e da calcetto, le palestre e i palazzetti sportivi e i campi polivalenti all’aperto, con una incidenza percentuale del 62% sul totale. Il loro ID varia da provincia a provincia, ma si può evidenziare che i campi da calcio e calcetto hanno sempre la prevalenza, con l’eccezione della Provincia di Modena dove la tipologia di Spazio di Attività più diffusa è rappresentata dalle Palestre e Palazzetti dello Sport. Proprietà e gestione degli impianti sportivi Nella Regione Emilia-Romagna la maggior parte delle strutture per lo sport è di proprietà di Enti Pubblici territoriali (Comuni e Province), mentre circa un terzo del totale risulta di proprietà privata. Dall’analisi dei dati relativi al tipo di gestione, si riscontra che solo il 21% delle strutture sportive è a gestione pubblica, il che significa che meno di un terzo degli impianti pubblici è gestito direttamente dall’Ente Pubblico proprietario. Va sottolineato che, la maggior parte delle strutture di proprietà pubblica che risultano gestite da soggetti privati sono, in effetti, affidate alla gestione di associazioni o società sportive dilettantistiche che, in particolare modo per i cosiddetti impianti “di base”, ne garantiscono un utilizzo secondo logiche di utilità sociale. 34 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Questo indirizzo è stato istituzionalizzato dalla Legge Regionale 11/2007 sull’affidamento in gestione degli impianti sportivi di proprietà degli Enti Locali, che, al comma 3 dell’articolo 2, recita: “Gli enti locali che non gestiscono direttamente gli impianti sportivi ne affidano la gestione in via preferenziale a società ed associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, associazioni di discipline sportive associate e federazioni sportive nazionali ”. I praticanti attività sportive in Emilia-Romagna16 Dal 1995 l’ISTAT ha condotto rilevamenti quinquennali sulla propensione degli italiani a praticare attività sportive sia in maniera continuativa che saltuaria o occasionale. Il quadro descritto dalle rilevazioni ISTAT evidenzia un numero di cittadini e cittadine della Regione che dichiarano di praticare sport superiore di circa cinque volte rispetto al numero di tesserati FSN e DSA. Il numero di praticanti cresce dal 1995 (2.652.000 unità pari al 70,5% della popolazione residente) al 2000 (2.964.000 pari al 74,5%) per poi calare nel 2005 (2.724.000 pari al 67,8%). È singolare notare che al decremento individuato dal 2000 al 2005 corrisponde un significativo incremento della popolazione residente in Regione, dovuto principalmente alla immigrazione dall’estero. Sembra ragionevole ritenere che tale decremento possa essere ricondotto a due significative variabili: la scarsa propensione della popolazione immigrata alla pratica sportiva e il tendenziale invecchiamento della popolazione autoctona, dovuto ad un tasso di natalità tendente allo zero e, parallelamente, all’allungamento della speranza di vita. 16 Cfr Tav. 9 – pag.142. 35 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Le attività sportive maggiormente praticate in maniera continuativa o saltuaria risultano essere, nell’ordine, le attività da palestra (ginnastica, attrezzistica, danza, ecc.), le attività natatorie in piscina e le attività calcistiche (calcio e calcetto), rispettivamente dal 36,50%, 16,25% e 13,20% dei praticanti. Spazi di attività e numero di praticanti17 Il panorama che emerge prendendo in esame i dati sulla pratica sportiva in Emilia-Romagna forniti dall’indagine ISTAT del 2005 e rapportandoli con il numero di spazi disponibili per le attività sportive praticate, fornisce un dato, ancorché puramente indicativo, sulla effettiva rispondenza tra offerta e domanda di sport nella regione. Anche considerando solo i cittadini che dichiarano di praticare sport con continuità, escludendo quindi chi fa attività fisico/sportiva saltuariamente o solo qualche volta, il risultato è abbastanza significativo nel fornire un’indicazione su quello che definiremo l’Indice di Affollamento 18 degli spazi di attività di cui è dotata la regione. Prendendo in esame le discipline più praticate, con esclusione dello sci e del ciclismo per mantenere l’omogeneità dei dati, vediamo che l’Indice di Affollamento maggiore compete alle vasche natatorie, seguite dalle piste per l’atletica, i campi polivalenti al chiuso e all’aperto, i campi da calcio e calcetto, i campi da tennis e, a seguire, gli altri spazi. L’indicazione che emerge da questa pur sommaria analisi è che le attività sportive in acqua, che rappresentano il settore al secondo posto come numero di praticanti, sono quelle che registrano il maggior Indice di Affollamento ossia, all’inverso, la minore disponibilità di spazi per le attività in acqua. 17 18 Cfr Tav. 10 – pag.143. Numero di praticanti su numero di spazi di attività. 36 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La pratica sportiva di vertice19 Nel confronto con la pratica di base, appare opportuna una breve rassegna sul vertice del fenomeno sportivo in Emilia-Romagna, tra le Regioni più rappresentate nei principali campionati agonistici degli sport di squadra 20. Calcio: tre squadre regionali in Serie A [Bologna, Cesena e Parma]; tre squadre nel Campionato di Serie B [Modena, Piacenza e Sassuolo]21. Pallavolo maschile: tre squadre nella massima serie [Forlì, Modena e Piacenza]; due squadre nel campionato di A2 [Reggio Emilia e Ravenna] 22. Pallavolo femminile: due squadre nel campionato di A1 [Modena e Piacenza]; due formazioni in A2 [Forlì e Parma]23. Pallacanestro maschile: una formazione nella massima serie [Bologna]; addirittura cinque Società in A2 [Ferrara, Forlì, Imola, Reggio Emilia e Rimini]24. Pallacanestro femminile: due formazioni nella Serie A1 [Faenza e Parma] su dodici; quattro società su ventotto [Bologna, Borgotaro, Cervia, Vigarano] in A2. Rugby: due squadre, “Crociati” e “Gran Ducato” entrambe di Parma, nel Campionato di Eccellenza25. Cfr. Tav. 11 – pag.143. Sport mappati: calcio maschile, pallavolo maschile e femminile, pallacanestro maschile, rugby maschile. 21 La percentuale di squadre emiliano-romagnole sul totale delle squadre di Serie A di Calcio è del 15%, mentre sul totale della Serie B è del 14%. 22 Le formazioni della Regione costituiscono il 21% del totale delle squadre della A1 e il 12% di quelle di A2. 23 In A1 le Società della Regione rappresentano il 17% del totale e in A2 il 14%. 24 La percentuale di squadre emiliano-romagnole sul totale delle squadre di A1 è del 6%, mentre sul totale della A2 è addirittura del 31%. 25 le squadre rappresentano il 20% del totale delle formazioni che partecipano al massimo campionato del rugby nazionale. 19 20 37 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 2. LO SPORT CHE CAMBIA: DAL VALORE AI VALORI 38 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA “Grazie al suo ruolo nell’istruzione formale e non formale, lo sport rafforza il capitale umano dell’Europa: i valori veicolati dallo sport aiutano a sviluppare la conoscenza, la motivazione, le qualifiche e la disponibilità a compiere sforzi personali […] principi come la correttezza, l’osservanza delle regole del gioco, il rispetto degli altri, la solidarietà e la disciplina rafforzano la cittadinanza attiva”. […] “Lo sport è un settore dinamico e in rapida crescita, il cui impatto macroeconomico è sottovalutato, e che può contribuire agli obiettivi di crescita e creazione di posti di lavoro. Esso può servire da strumento di sviluppo regionale e locale, riqualificazione urbana e sviluppo rurale. Lo sport interagisce col turismo e può stimolare il miglioramento delle infrastrutture e l’inizio di nuove collaborazioni per il finanziamento delle strutture sportive e ricreative”. Libro Bianco sullo Sport dell’Unione Europea Bruxelles, 11 luglio 2007 39 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 2.1 UNO SCENARIO IN EVOLUZIONE Gli Attori del sistema L’attuale sistema prevede l’interazione di tre categorie di soggetti “sportivamente attivi”, che concorrono a definire l’offerta sportiva, ed una categoria di soggetti “sportivamente attivi-passivi” che costituisce il bacino della domanda di pratica motoria. PRATICANTI [cittadini-elettori, consumatori-clienti, praticanti-spettatori] Enti Pubblici Responsabilità Sociale Prevenzione attiva e Sanità Spesa Pubblica Stili e Qualità della Vita Generazione del consenso Economia del territorio Aziende Responsabilità Sociale d’Impresa Marketing Comunicazione Valori ed Emozioni Endorsement Sport Maker Principio di Specificità Agenzia educativa Rete di connessioni sul territorio Incremento numero di praticanti Economia del territorio e Lavoro PUBBLICI [cittadini-elettori, consumatori-clienti, praticanti-spettatori] Enti Pubblici ed Aziende sono soggetti “sportivamente attivi”, in quanto danno impulso allo sport ed alla pratica sportiva attraverso iniziative, non esclusivamente a carattere economico, di sostegno e promozione. Ciascuno di 40 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA questi due soggetti ha o può avere obiettivi diversi nel percorso di promozione. Gli Sport-Maker sono soggetti altrettanto “attivi”, in considerazione del fatto che erogano servizi e/o offerte sportive, legate al contesto in cui si trovano ad operare, siano essi società, associazioni, enti sportivi, organizzatori di eventi, gestori di impianti e così via. Infine c’è la categoria di soggetti “sportivamente attivo-passiva” costituita dai fruitori di sport, che può essere suddivisa in due sottocategorie: praticanti attività sportive [parte attiva] e spettatori di eventi sportivi [parte passiva]. In entrambi i casi si tratta dell’insieme dei soggetti destinatari delle azioni promosse dai soggetti “sportivamente attivi”. La differenza è determinata dal modo in cui è fruito il fenomeno sportivo. Il processo di “de-strutturazione” dello sport Lo sport può, a tutti gli effetti, essere definito un “fenomeno umano contemporaneo”, nel senso che esso segue il modificarsi dei tempi, evolvendosi alla velocità della società. Lo sport cambia e si adatta ai modi di vivere e di comportarsi della società nella quale è realizzato. Quando e dove le abitudini di comportamento degli uomini cambiano, cambia anche il modo di praticare l’attività sportiva o di intendere il concetto stesso di sport. Alla luce di questa premessa generale si può concretamente rilevare come negli ultimi decenni si sia registrato un processo di cambiamento nel modello di fruizione dello sport, inteso sia come contenuto mediatico che, soprattutto, come attività sportiva praticata. Tale processo di cambiamento rappresenta la concretizzazione della connessione tra società e sport. I mutamenti che hanno interessato i modelli sociali contemporanei si sono, cioè, riproposti nello sport. 41 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Ciò ha comportato che lo sport, come “fenomeno umano” si è avviato verso un modello sempre più individuale e de-strutturato, seguendo i trend di una società sempre più individualistica e basata su attività e modelli di socializzazione indiretta [uno per tutti: la “rete” internet ed il bisogno di socialità che essa esprime]. Questo fenomeno socio-culturale, che può essere definito come il processo di “de-strutturazione” dello sport ha, di fatto, proposto un modello differente a quello degli anni precedenti. L’attività fisica contemporanea presuppone sempre meno la partecipazione a competizioni “tradizionali”, a gare inserite in calendari ufficiali e, spesso, fa a meno dell’appartenenza a società sportive. Va sottolineato che tutto questo si verifica a fronte di un costante incremento del numero dei praticanti coniugato con una crescita della loro competenza tecnica in materia sportiva, grazie alla disponibilità di fonti di informazione online e di sollecitazioni e suggestioni mediatiche. Lo sport si reinventa allontanandosi dal concetto di competizione per come, sino ad oggi, è stato inteso e si avvicina alla dimensione personale di agonismo, nel senso letterale di impegno verso il miglioramento, non necessariamente della performance finalizzata alla vittoria di una gara, ma, più frequentemente, impegno verso il miglioramento delle proprie capacità fisiche, di interazione sociale e del proprio livello di benessere. Il Processo di “sportivizzazione” della società civile In tale quadro di mutamento del modo di intendere lo sport e praticare l’attività sportiva, si registra un processo equivalente e corrispondente. 42 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Mentre, come accennato precedentemente, lo sport muta il suo significato [si “de-struttura”], la società civile si “sportivizza", ovvero fa propri i valori di cui lo sport è portatore e li allarga oltre la sfera semantica e concettuale dello sport stesso. La pratica dell’attività sportiva, infatti, deriva oggi da motivazioni ben diverse dal passato. Si pratica per scelta propria e ragionata, sempre meno per induzione o condizionamenti. Si pratica con impegno, ricercando una dimensione temporale da dedicare allo sport sottraendola all’affollarsi di altri impegni. Si pratica per ricercare o mantenere il proprio stato di salute o per incrementare la propria qualità della vita. È persa la dimensione della “piazza” come primo impianto sportivo outdoor ed il suo valore aggregativo e sociale, sostituito dalla pratica sportiva negli impianti al chiuso o coordinata da società sportive. È aumentata la propensione alle pratiche di attività fisico/motorie condotte individualmente e autonomamente, sia in ambienti attrezzati (palestre e piscine) sia in ambienti non dedicati (strade, parchi, ambienti naturali). È incrementato sensibilmente, d’altra parte, il numero dei praticanti ed il valore intrinseco del praticare sport come momento educativo, culturale, etico, di aggregazione sociale e di cura del corpo. 43 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 2.2 I VALORI SOCIALI DELLO SPORT Sport come diritto della cittadinanza Tutti i cittadini hanno il diritto di praticare sport secondo le proprie inclinazioni, desideri e disponibilità. Tanto è possibile desumere interpretando la nostra Carta Costituzionale ed il testo dei recenti provvedimenti di indirizzo promossi dalla Comunità Europea. L’attività sportiva contribuisce in maniera determinante alla piena espressione dell’essere umano, come singolo ed all’interno dei gruppi sociali elementari, in quanto rappresenta un momento di aggregazione sociale ed uno degli elementi essenziali per l’ottenimento ed il mantenimento di un sano stile di vita. “Come strumento finalizzato all’attività fisica a vantaggio della salute, il movimento sportivo ha più influenza di qualsiasi altro […]. L’indubbia capacità del movimento sportivo di favorire l’attività fisica a vantaggio della salute però rimane spesso sottoutilizzata, e necessita di essere sviluppata” 26. 26 Libro Bianco Europeo per lo Sport, art. 2.1. 44 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA In una società evoluta praticare sport rappresenta un diritto della cittadinanza che le Istituzioni Pubbliche devono impegnarsi a garantire, promuovendo una offerta sportiva qualificata e sana che stimoli l’allargamento della base dei praticanti. Questo obiettivo potrà essere maggiormente conseguito attraverso il coinvolgimento di soggetti attuatori competenti in materia di sport, che ispirino la propria attività a principi comuni a quelli della Pubblica Amministrazione. Lo “stile di vita sportivo” L’attività sportiva deve essere messa nelle condizioni di non rappresentare un “affare privato” che grava sulle famiglie, ma un vero e proprio diritto della cittadinanza, meritevole di politiche e di interventi pubblici da inserire a pieno titolo nell’ambito di un moderno sistema di welfare che allarghi il concetto stesso di “servizio sociale”. Promuovere uno “stile di vita sportivo” significa aver preso completamente coscienza dell’essenzialità della pratica sportiva nella cultura contemporanea sempre più esposta a modelli di individualismo e sedentarietà. Impegnarsi per diffondere lo “stile di vita sportivo” significa, per il sistema sportivo, promuovere e diffondere la cultura dell’olimpismo e non solo del risultato olimpico a tutti i costi. Una stretta collaborazione tra Istituzioni Pubbliche e Sportive può, con efficacia, promuovere uno “stile di vita sportivo” per tutte le fasce della popolazione, con il duplice scopo della introiezione permanente dei valori propri dello sport, quali il rispetto delle regole e dell’altro, l’autodisciplina per raggiungere uno scopo e l’integrazione “reale” tra i diversi componenti della stessa comunità e, contemporaneamente, quello della prevenzione attiva in campo medico-sanitario. 45 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA In quest’ottica, le Istituzioni Sanitarie e gli Enti Sportivi, attivando adeguate sinergie, possono giocare un ruolo fondamentale nella valorizzazione della prescrizione medica dell’attività sportiva quale vera e propria terapia, necessaria al raggiungimento e al mantenimento di uno stato ottimale di salute, alla stregua delle terapie tradizionali. Lo Sport si configura, quindi, a tutti gli effetti, come un farmaco, che in quanto tale deve essere soggetto a precise raccomandazioni mediche, prescritte da personale medico-sanitario qualificato, specializzato in materia sportiva. La promozione dello “stile di vita sportivo” può avere, inoltre, il supporto del mondo imprenditoriale facendo convergere nell’interesse della cittadinanza gli interessi delle aziende che aderiscano a logiche di responsabilità sociale o semplicemente interessate a investimenti di autopromozione. Salute Pubblica, Doping e Prevenzione attiva Il doping non è un fenomeno esclusivamente legato alla pratica sportiva di vertice. Il doping, a tutti i livelli, rappresenta un problema di rilevanza sociale crescente di pari passo con l’allargamento della base dei praticanti sportivi. Vanno considerati comportamenti dopanti tutti quei comportamenti che intervengono a falsare la performance sportiva del singolo, ma anche tutte le “scorciatoie” che minano alla radice il principio di una competizione aperta e leale [il cosiddetto “doping amministrativo”]. Il doping costituisce un fattore demotivante per lo sport in generale, mette quello professionistico sotto una pressione eccessiva, nuoce gravemente all’immagine del settore e minaccia seriamente la salute degli individui. 46 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 2.3 LA “GOVERNANCE” DEL SISTEMA SPORTIVO Gli attori della “governance” del Sistema Sportivo Nazionale Il Sistema Sportivo, dato dall’insieme formato da associazionismo, impiantistica e praticanti, è una realtà estremamente complessa, articolata e, come abbiamo visto, in continua evoluzione, la cui “governance” coinvolge un gruppo articolato di soggetti: Istituzionali [Governo, Ministeri, Regioni, Enti Locali, Scuola, Servizi sociali,…], Sportivi [CONI nazionale e territoriali, Federazioni Sportive, D.S.A, Enti di Promozione, società sportive, …], Economici [aziende, fondazioni, mondo del turismo, …]. L’interazione sinergica tra questi soggetti, all’interno di un territorio specifico, favorisce la crescita del sistema stesso, qualifica l’offerta di sport e canalizza la domanda verso modelli di pratica corretti e qualificati. La “governance” nazionale ha accompagnato e guidato i cambiamenti in atto nei modelli di fruizione ed erogazione del fenomeno sportivo. Un processo culturale e sociale che, come anticipato, ha portato la pratica sportiva verso una dimensione sempre più autonoma e destrutturata. Tale processo interpreta e rispecchia il passaggio della società contemporanea dal modello collettivo a quello individualistico, basato sull’unicità del singolo. I soggetti sportivi del sistema hanno vissuto questo cambiamento da protagonisti, favorendo la trasformazione attraverso il mutamento nelle proposte presentate alla platea dei praticanti. Chi oggi pratica attività sportiva, secondo le logiche improntate alla dimensione “individualistica”, lo fa anche grazie all’impulso innovatore che il sistema sportivo, nel corso degli ultimi anni, ha impresso prendendo coscienza del cambiamento in atto. 47 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La pratica sportiva autonoma deve essere considerata una ulteriore potenzialità di crescita per il sistema. Come tale essa va intercettata, nei luoghi e nei modi in cui si esplica, per canalizzarla verso il sistema di govenance che, nel contempo, deve evolvere ed elaborare proposte adeguate. Gli Enti Pubblici Il sistema delle Pubbliche Amministrazioni persegue, a tutti i livelli, il fine del miglioramento della qualità della vita di un territorio e dei suoi cittadini. Ogni Ente, in funzione delle sue competenze, interviene per promuovere lo sviluppo della pratica sportiva come diritto fondamentale del singolo individuo e dei gruppi sociali fondamentali. Il sistema pubblico si trova ad operare, in questa fase, in una situazione di oggettiva difficoltà, determinata dalla scarsezza delle risorse disponibili. Tuttavia, appare ormai acclarato che investire per la crescita dello sport generi ricadute in una pluralità di settori della vita dei cittadini e sulla loro qualità della vita, ottimizzando, nel lungo periodo, altre voci di spesa [quali, ad esempio: la sanità pubblica, i servizi sociali per la prevenzione ed il recupero del disagio sociale, la tutela ambientale legata alle aree sportive attrezzate, …]. Una quantificazione complessiva dei benefici potenzialmente producibili è difficile da stimare, tuttavia i benefici generati sono innegabili sia sul piano del risparmio della spesa pubblica che su quello della qualificazione del territorio, dal punto di vista professionale, economico e turistico. Il sistema degli Enti territoriali, ai sensi della riforma del Titolo V della Costituzione, ha visto crescere la propria competenza in tema di sport, sia per la impiantistica che per la promozione. 48 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA L’Ente Pubblico deve avvertire come obiettivo primario la promozione del livello di sportività del proprio territorio. Per raggiungere tale scopo l’Ente può razionalizzare le risorse a disposizione, secondo una pianificazione strategica degli interventi e l’individuazione di interlocutori credibili ed affidabili. La collaborazione attiva tra Enti competenti e, in particolar modo, la “interassessorilità” tra Assessorati sportivi regionali, provinciali e comunali può rivelarsi la strategia più funzionale. Il CONI Nazionale L’incremento costante nella diffusione della cultura sportiva ha prodotto la crescita nella base dei praticanti di sport nel nostro Paese. L’attuale situazione, che può certamente essere considerata una positiva base di partenza, non è ancora all’altezza di quella che si registra in altri Paesi del nostro o di altri continenti 27 , con una base di praticanti prossima al 90% della popolazione attiva. Al “modello italiano” è stato, tuttavia, sempre riconosciuta una credibilità ed un’immagine positive e di efficienza. Questo è stato possibile grazie alla specificità organizzativa ed ai risultati ottenuti, in particolare, grazie alla strutturazione del Comitato Olimpico Nazionale. Molti Paesi guardano al CONI, difatti, come esempio di organizzazione sportiva “g-localizzata 28 ” ed indipendente, capace di dialogare proficuamente tanto con il sistema politico nazionale, quanto con gli Enti locali, nell’ottica della promozione dello sport e dell’attività sportiva a tutti i livelli. Ad esempio: nei Paesi anglosassoni o scandinavi. S’intende con il termine “G-Local” un’organizzazione che abbia una impostazione “Globale” [cioè pensata come sistema di coordinamento di un territorio ampio, come quello di un’intera Nazione], ma che operi anche a livello “Locale” [attraverso una rete di soggetti rappresentativi a carattere territoriale, come i Comitati Periferici del CONI]. 27 28 49 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il CONI, nel suo ruolo di “confederazione delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Sportive Associate”, disciplina, regola e gestisce le attività sportive, “intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale dell’individuo e parte integrante dell’educazione e della cultura nazionale 29”. Il CONI Emilia-Romagna Il Comitato Regionale CONI dell’Emilia-Romagna rappresenta il CONI Nazionale sul territorio della Regione e persegue gli obiettivi condivisi attraverso la linea politica definita dal Presidente di concerto con gli organi rappresentativi del territorio. La cooperazione tra CONI, CIP e Sistema Pubblico regionale ha reso questa Regione protagonista di una realtà sportiva molto avanzata per qualità e quantità di impianti, per numero di praticanti, per la forza e le caratteristiche dell’associazionismo e delle esperienze del volontariato locale. Il Comitato Regionale del CONI si è impegnato, nel corso degli ultimi anni, sui terreni delle grande sfide per lo sport del presente: l’integrazione, la solidarietà, il rispetto e la qualità della vita. In questo percorso ha favorito la creazione di un rapporto sempre più saldo con gli Enti del territorio, consapevole del ruolo da essi rivestito e dall’impegno che i rappresentanti del sistema politico hanno dimostrato. Il quadro attuale propone nuove sfide e l’attualizzazione di quanto sin’ora avviato. Il CONI Regionale, attraverso il confronto con i Comitati Provinciali, si propone quale “attivatore” del processo di cambiamento. Gli attori della “governance” del sistema sportivo dell’Emilia-Romagna sono i protagonisti del percorso che ha portato alla redazione del presente testo. Dal” Nuovo Statuto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Art.1, adottato dal Consiglio Nazionale del CONI, il 26 febbraio 2008. 29 50 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il CONI Regionale ne ha promosso la realizzazione, nel suo ruolo di “collettore” di tutti i soggetti a vario titolo operanti nello sport a carattere locale; in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio dell’ANCI e dell’UPI e con il coinvolgimento degli Assessorati allo sport dei Comuni e delle Province emiliano-romagnole. I Comitati Provinciali CONI Il CONI è rappresentato, a livello territoriale nelle singole Province, dai suoi Comitati Provinciali. Tali Comitati rappresentano il “punto di contatto” più verticale del sistema CONI con il territorio. Grazie all’impegno ed al lavoro che ciascuno di essi sviluppa sul proprio territorio di riferimento, si concretizzano le politiche sportive definite e condivise. Il ruolo dei Comitati è, pertanto, fondamentale tanto nel processo di definizione degli obiettivi strategici delle politiche sportive, quanto per la loro concreta realizzazione territoriale, attraverso il coordinamento e la gestione di progetti, manifestazioni ed attività sportive di ogni genere. A ciascun Comitato si riconosce ampia discrezionalità nelle strategie e nelle progettualità da realizzare, in considerazione del fatto che le linee guida generali, definite assieme al Comitato Nazionale e Regionale, debbano essere adeguate alle esigenze, ai modelli ed alle aspettative di ciascun territorio. Proprio in considerazione di questo ruolo, il processo di redazione del presente Libro Bianco è stato avviato favorendo il confronto con il territorio, attraverso un programma di incontro e dialogo con i Comitati Provinciali del CONI, nel corso del quale sono stati evidenziati i principali aspetti delle politiche e delle dinamiche sportive a livello locale. 51 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA L’indagine sul territorio Nel corso di questo processo di confronto il Comitato CONI regionale, nella veste di ideatore e promotore dell’iniziativa, ha sottoposto a tutti i Comitati Provinciali un questionario con l’obiettivo di definire i contenuti e le caratteristiche del “fenomeno sportivo” a livello locale. Dall’elaborazione dei risultati dei questionari e dalla fase di ascolto e confronto delle attività dei singoli Comitati Provinciali deriva un quadro della situazione a livello locale, che evidenzia alcuni tra i principali punti chiave per una analisi dei processi di decisione in tema di politiche sportive: chi interviene nel processo di elaborazione delle “politiche sportive” a livello locale; le aree e le attività sportive cui le “politiche pubbliche” locali si rivolgono con maggiore attenzione; chi sono i principali “attori” delle politiche pubbliche sportive. Dalla fase di confronto con il territorio emergono, inoltre, le tipicità e le strategie che ciascun Comitato promuove nel contesto di una politica unitaria di promozione dell’attività sportiva definita a livello centrale. Chi interviene nel processo di elaborazione delle politiche sportive locali Ass.culturali e del tempo libero 2% Ass. di volontariato 4% Media locali 6% CR CONI Emilia Enti di Romagna Promozione 4% Sportiva 6% Fondazioni 6% Comune/Sindaco 11% Università 8% Dirigenti scolastici 15% Associazioni Sportive Dilettantistiche 8% Direzione didattica provinciale 15% 52 Assessorato allo sport 11% Altri assessorati 4% LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Appare, pertanto, evidente una concomitanza di interessi e di ruoli, dall’elevato numero di soggetti citati dall’analisi. Rilevante, come ovvio, il “peso” della Pubblica Amministrazione locale che, aggregando tutti i dati relativi, si attesta al 26% del totale. Da segnalare, però, anche il determinante ruolo assegnato al mondo della scuola [dirigenti scolastici + direzione scolastica locale] che totalizza addirittura un valore pari al 30%. Andando ad evidenziare esclusivamente l’attenzione delle Amministrazioni Pubbliche locali nei confronti dello sport, si può ponderare il “livello di interesse” accordato dalle stesse, in media su tutto il territorio regionale, alle differenti aree tematiche relative al fenomeno sportivo. Livello di interesse delle politiche pubbliche sportive per area tematica Grandi eventi sportivi Sponsor e fund raising Turismo e promozione territorio Professionismo Volontariato Formazione e occupazione Lotta criminalità e degrado Integrazione sociale Infrastrutture e urbanistica Ambiente Salute e lotta alla sedentarietà Sviluppo attività ASD Scuola, giovani, educazione 0% Alto livello di interesse 20% 40% 60% Medio livello di interesse 80% 100% Basso livello di interesse Come rilevato anche precedentemente, il volontariato e lo sport giovanilescolastico rappresentano il primo elemento di attenzione e interesse per le politiche pubbliche verso lo sport. Al contrario, invece, ottengono un livello di 53 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA interesse minore: la ricerca di sponsorizzazioni per lo sport, l’utilizzo della pratica come strumento di lotta alla criminalità ed al degrado e l’attenzione alle infrastrutture ed all’urbanistica per lo sport. Degno di nota è, infine, la quantità di interesse giudicato “alto” a proposito del sostegno alle attività delle associazioni sportive di base ed alla educazione alla salute ed a stili di vita corretti attraverso la pratica sportiva. All’interno del contesto di tali “politiche pubbliche sportive”, possono essere riconosciuti alcuni soggetti attuatori [definiti dalla ricerca “attori”], che contribuiscono a rendere concretamente realizzati i progetti e le iniziative promosse dalla Istituzioni Pubbliche locali. Principali attori delle politiche pubbliche sportive Scuola 15% Istituzioni Sportive 27% Privati 12% ASD 18% Enti locali 28% Oltre al ruolo degli Enti stessi spicca il ruolo del sistema sportivo che [considerando le Istituzioni sportive + le associazioni di base] rappresenta ben il 45% del totale dei soggetti attuatori. 54 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La centralità strategica della società sportiva Il Sistema Sportivo italiano si basa sulla società sportiva. Essa rappresenta, da sempre, il riferimento delle famiglie e dei singoli per praticare sport. La cultura dello sport è fondata, a livello nazionale, sulla centralità strategica della società, come “cellula elementare” del sistema sportivo e dei processi che lo regolano. La società sportiva è il centro strategico del processo di “sportivizzazione” del territorio. Con un impegno nuovo, che vada verso le evidenziate linee di tendenza dello sport contemporaneo, essa deve diventare anche protagonista del processo di “de-strutturazione” dello sport. Non in contrapposizione, quindi, con il modello di pratica sempre più autonoma e destrutturata, ma moderno sport-maker [letteralmente “erogatore di sport”], capace di proporre al gruppo degli interessati allo sport un’offerta adeguata alla domanda. CIP 55 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Coniugare eccellenza e partecipazione; ovvero: tutte le azioni della società devono essere ispirate al concetto di “eccellenza”, a tutti i livelli. Questo è l’obiettivo perseguito da questo testo e dall’impegno del sistema sportivo regionale. Conferire alla società sportiva un nuovo ruolo di assoluta centralità nella “promozione umana”, nell’economia del sistema sportivo, accreditandola come nuova “agenzia educativa”. Percentuale non agonisti sul totale 73,00% 72,00% 71,00% 70,00% 69,00% 68,00% 67,00% 66,00% 65,00% 64,00% 1993 1995 1999 2002 2005 2008 2010 Il processo di “de-strutturazione” dello sport è stato avviato dal CONI e dall’intera organizzazione sportiva, che ha il merito di aver promosso e diffuso un modello di pratica sempre più ampio. L’allargamento della base di praticanti, determinato da tale “de-strutturazione”, ricerca oggi un soggetto capace di coordinarlo e gestirlo, secondo le nuove logiche. Tale soggetto può essere prioritariamente individuato nella società sportiva, un “nuovo” modello di società sportiva, moderna ed efficiente. Alla società, come unità “base” dell’organizzazione sportiva, spetta il compito, la “sfida”, 56 di LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA intercettarlo e fidelizzarlo. Per far ciò, essa deve far crescere il proprio livello di competenza. Come dimostra il grafico [elaborazione di dati di differenti fonti], la pratica sportiva “non agonistica” o “de-strutturata” è attualmente in crescita. Il dato parla, in maniera positiva, di un Paese che ha raggiunto livelli di sportività rilevanti, pur tuttavia ancora lontani da quelli di Paesi di matrice anglosassone o scandinava. Molto è stato fatto, grazie soprattutto all’organizzazione sportiva ed alle Amministrazioni locali ed alle loro “politiche virtuose”. Molto c’è ancora da fare, e la società sportiva gioca un ruolo assolutamente determinante nel futuro di questo processo. La società sportiva, e con essa i Comitati provinciali del Coni, devono diventare, grazie alla creazione di sinergie interne ed esterne, veri e propri “centri di competenza e di servizi” per gli sportivi del territorio. I servizi della “nuova” società sportiva La società sportiva rappresenta il nuovo fulcro della comunità non solo sportiva, intesa come comunità attiva, che pratica attività motoria per il proprio benessere. È questo il vero passaggio epocale, che sta alla base dell’intero sistema sportivo e che costituisce il punto di arrivo del processo di cambiamento. Lo sport non è più soltanto un’attività complementare o marginale nella vita del singolo, ma è diventato un elemento fondante ed essenziale della sua salute e, quindi, della vita stessa. Ecco che in questa chiave anche l’unità alla base del sistema, la società sportiva appunto, si adatta a questo cambiamento, assumendo un ruolo nuovo. 57 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Cresce la quantità di tempo trascorsa dai singoli nel contesto sportivo, rappresentato sul territorio dalle società sportive, e cresce proporzional-mente la qualità del tempo dedicato e dei servizi. La società sportiva diventa, allora, una nuova “Agenzia Educativa”, ovvero un luogo ed uno spazio all’interno del quale vengono proposti modelli culturali, educativi, appunto, nell’ottica della crescita del singolo e del sistema sociale. La moderna società sportiva, dunque, come la famiglia e la scuola contribuisce ad educare la comunità sociale ma, a differenza delle altre “agenzie”, la società ha il compito di elaborare i suoi nuovi servizi. Tre le tipologie fondamentali, improntate al massimo livello di qualità: servizi tecnico-sportivi, servizi socio-educativi servizi professionali. L’interazione tra ciascuna di queste categorie rappresenta lo spirito essenziale della “nuova” società sportiva e ne definisce un nuovo ruolo civile di centralità assoluta. La società sportiva eroga, primariamente ma non più unicamente, un servizio di natura sportiva, attraverso gli operatori che ha provveduto a formare e nello spazio che gestisce. Oltre ai servizi sportivi, la società deve diventare competente anche in materia di servizi sociali ed educativi, proponendo un modello basato sui valori di cui lo sport è portatore naturale: il rispetto [del singolo, delle regole e dell’avversario come elemento essenziale dello sport] e l’integrazione “reale”. La società, infine, deve contribuire a formare il proprio gruppo dirigente, in maniera tale da renderlo adeguato alla natura dei servizi erogati, sia tecnici che sociali, che manageriali: un gruppo dirigente sempre più dotato di competenze e professionalità. 58 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 2.4 SPORT ED ECONOMIA Il valore economico dello Sport Il fenomeno sportivo nelle sue diverse espressioni ha un rilevante peso sul sistema economico del Paese. Lo sport spettacolo, lo sport professionistico e l’attività sportiva di base hanno importanti ricadute economiche all’interno dei territori nei quali opera. Gli eventi, la gestione di strutture e l’erogazione di servizi in tema di sport producono potenziali ritorni economici per gli organizzatori, contribuiscono alla promozione di un territorio, stimolano l’attività manifatturiera nella produzione di abbigliamento e attrezzature, contribuiscono al sostegno dei servizi ricettivi e turistici, ma anche e soprattutto alla creazione di nuove opportunità lavorative e professionali. Uno studio presentato nel 2006 e citato nel testo del Libro Bianco della UE 30, ha stimato in 407 miliardi di euro 31 il valore economico complessivamente generato dallo sport e da tutte le attività ad esso connesse in Europa. Tale valore corrisponde al 3.7% del PIL dell’UE per lo stesso anno. Il settore ha, inoltre, generato 15 milioni di posti di lavoro a livello continentale; rappresentando il 5,4% dell’intero mercato lavorativo europeo. In Italia, una stima attendibile32 parla di un fatturato annuo del sistema sport attorno ai 50 miliardi di euro, pari a circa il 3% del PIL nazionale annuo. Solo per quanto riguarda i posti di lavoro nel sistema Federazioni e Discipline Sportive Associate, i dati ufficiali, pubblicati dal CONI nel 2008, ci parlano di 926.000 operatori e 4.186.752 atleti. Dal Testo del Libro Bianco della UE: D.Dimitrov / C. Hulmenstein / A. Kleissner / B. Moser / J. Schindler: Die makrookonomischen Effekte des Sports in Europa, Studie im Auftrag des Bundeskanzleramnts, Sektion Sport, Wien, 2006. 31 Per l’anno 2004. 32 Sole24Ore, 2010. 30 59 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Turismo e promozione del territorio Lo sport può essere considerato uno strumento efficace per lo sviluppo locale e regionale, di rigenerazione urbana e di sviluppo rurale, uno stimolo al miglioramento delle infrastrutture pubbliche e dei servizi disponibili sul territorio. Tanto l’attività sportiva di vertice, quanto la pratica di base possono migliorare l’immagine di un territorio, qualificandola ed “amplificandola” verso l’esterno. La nostra Regione si pone al centro di un circolo virtuoso di promozione territoriale attraverso lo sport, grazie a: eventi e manifestazioni sportive che si svolgono “dentro” il territorio della Regione e che favoriscono flussi turistici: o attivi33, o passivi34; attività sportive dei club e degli atleti di vertice, rappresentativi dell’immagine della Regione ; atleti olimpici e paralimpici. Il numero di coloro che si spostano per praticare o assistere allo sport [i “turisti sportivi attivi o passivi”, appunto] è in costante crescita, data la disponibilità crescente di tempo ed il modello di pratica che si sta affermando. Il sistema sportivo regionale dell’Emilia-Romagna sta prendendo atto di questo trend, elaborando un calendario sempre più articolato di offerte sportive capaci di attrarre pubblico e praticanti. Persone che si spostano per praticare attivamente e direttamente sport in un determinato territorio. 34 Persone che si spostano per assistere ad eventi, manifestazioni sportive che si svolgono in un determinato territorio, ovvero anche al seguito di “turisti sportivi attivi”. 33 60 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Dalla collaborazione tra gli Enti territorialmente competenti e le organizzazioni sportive può nascere un programma di promozione territoriale che valorizzi l’immagine della Regione Emilia-Romagna e la sua offerta sportiva “globale”. La nostra Regione è, alla stregua del nostro Paese, una delle poche realtà territoriali a poter offrire la possibilità di praticare l’intero gruppo delle attività e delle discipline sportive: da quelle invernali a quelle estive, da quelle più tradizionali alle maggiori tendenze in atto, da quelle outdoor a quelle indoor negli impianti sportivi di alto livello. 61 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Sport è ambiente L’educazione alla pratica sportiva corretta contribuisce in modo determinante allo sviluppo di una cultura di tutela ambientale. Occorre, allora, chiarire che la salute pubblica ha bisogno di un “ambiente” adeguato nel quale esprimersi al meglio. Lo sport può, dunque, contribuire allo sviluppo di una coscienza ambientale sostenibile, attraverso una adeguata programmazione nei tre maggiori campi di interesse: impatto ambientale degli impianti e delle attività generate dalle società sportive; impatto ambientale generato dalle grandi e piccole manifestazioni sportive; pratiche sportive outdoor, a contatto con gli elementi naturali. Project Financing e ruolo delle Aziende In una situazione di generale scarsità dei fondi pubblici, il ruolo dei finanziatori privati per lo sport si propone come uno dei temi di maggiore centralità ed urgenza. Il sistema sportivo nazionale e regionale è, tuttora, strettamente legato alle forme di sostentamento derivanti dal territorio nel quale si trova a svolgere la propria azione. Il tessuto dei piccoli investitori regge le attività sportive che le società erogano sul territorio, contribuendo a svolgere una funzione sociale che viene, in tal modo, sottratta al peso delle finanze pubbliche. La responsabilità sociale delle aziende ha individuato nello sport e nella pratica sportiva di base un media ideale per rappresentarsi e per rendersi visibile. 62 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il sistema sportivo, di concerto con le Amministrazioni locali competenti, deve impegnarsi per proporre progetti credibili che agiscano positivamente nel territorio e che funzionino secondo logiche sostenibili dalle aziende in maniera trasparente e rispettosa delle regole. Il lavoro Le persone sono il fattore essenziale per la realizzazione di un processo di ulteriore crescita dello sport in Italia. Il sistema sportivo rappresenta uno dei “nuovi mercati” del lavoro. Esso è in grado di offrire opportunità lavorative qualificate ad un numero sempre crescente di “nuovi” professionisti, di creare posti di lavoro stabili, di allargare le opportunità che si propongono, ad esempio, a tutti i giovani neolaureati, ivi compresi i laureati in Scienze Motorie. L’intero sistema sportivo nazionale avverte, difatti, un evidente bisogno di nuove professionalità, capaci di programmare e gestire il “fenomeno sportivo” sia dal punto di vista tecnico che da quello manageriale. L’apporto del volontariato resta il cardine sul quale si poggia l’intero sistema ma non può, oggi, rappresentare l’unica risposta ad una domanda sportiva così evoluta. Lo sport e l’erogazione dell’attività sportiva hanno intrapreso, ormai in maniera irreversibile, un processo di professionalizzazione che è strettamente correlato all’ingresso nello sport di una dimensione economica. L’attuale società sportiva, come prototipo del sistema sportivo, può essere considerata la moderna metafora di un’azienda e, come tale, deve dotarsi di un management capace e professionalmente adeguato. Le capacità manageriali richieste possono essere ricondotte a tre categorie fondamentali: tecnico sportiva; psicologico-relazionale; strategica. 63 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Ciascuna categoria è propedeutica alle altre. L’area tecnico-sportiva attiene alla formazione dei tecnici, alle tecniche di allenamento ed alle modalità di erogazione dell’attività sportiva. L’area psicologico-relazionale deriva dalla constatazione del fatto che lo sport abbia acquisito il ruolo di “agenzia educativa” di base e che i momenti di pratica sportiva rappresentino uno dei momenti di maggiore interazione sociale della società contemporanea. L’area strategica, infine, prevede l’acquisizione delle competenze gestionali propedeutiche allo svolgimento di tutte le attività collaterali rispetto alla parte tecnica35. Per ciascuna area occorre pensare a percorsi che favoriscano l’ulteriore sviluppo delle competenze del personale operante nel sistema sportivo nazionale, partendo dal presupposto che ciascuna di esse è fondamentale ed inscindibile dalle altre. Il Volontariato sportivo Il vero motore del Sistema Sportivo Nazionale è rappresentato dall’operato del popolo dei volontari dello Sport, un gruppo di persone che, grazie alla loro passione e al loro impegno gratuito, hanno svolto una rilevante funzione sociale, garantendo che il movimento sportivo potesse svolgere le proprie attività e crescere nella società civile. Le Istituzioni Pubbliche e l’intero sistema sportivo hanno, negli ultimi anni, fatto affidamento sulla presenza di questa “comunità nella comunità”, lasciando che essa curasse la maggior parte degli aspetti relativi all’avviamento allo sport, tra cui quella delle fasce più giovani della popolazione. 35 Ad esempio: marketing, comunicazione, gestione impianti, … 64 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Attualmente in Italia la maggior parte delle attività sportive si svolge in strutture che non hanno scopo di lucro e che si affidano al fondamentale lavoro dei “volontari” per raggiungere i propri obiettivi. Queste strutture beneficiano di aiuti pubblici o del supporto economico delle aziende per poter garantire l’erogazione di un’offerta sportiva di qualità per tutti i cittadini. Le più recenti ricerche stimano un numero complessivo di volontari superiore alle 100.000 unità a livello nazionale. Ovviamente il numero [si tratta di una stima su base statistica] non può mappare nel dettaglio il fenomeno e le sue reali proporzioni. Sulla base di queste stime è, tuttavia, possibile ipotizzare una dimensione dell’impatto sociale generato dal volontariato sportivo in Regione. Lo schema sotto riportato rappresenta, appunto, una proiezione delle ore complessive di volontariato dedicate allo sport in tutta l’Emilia-Romagna. Per questo calcolo si è partiti dal numero delle Società dell’Anagrafe Regionale [n°15.899], stimando una media ponderata di n°8 volontari ciascuna. Così facendo si è ottenuto un totale di 111.293 volontari sportivi in tutta la Regione. Per ogni volontario si è, poi, ponderata una media di n°5 ore settimanali di 65 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA attività. Ne è derivato un monte ore settimanali di n°556.465. Ipotizzando, infine, che la prestazione del volontariato si svolga per circa n°40 settimane per anno, si è ottenuto il totale delle ore annuali di volontariato sportivo prestate nelle Società sportive della Regione Emilia-Romagna: n°22.258.600 ore complessive. Se, sulla base dei dati ottenuti attraverso un processo logico approfondito, ipotizzassimo una stima economica, potremmo calcolare l’impatto economico potenzialmente generato dal volontariato sportivo. Tale stima, che è naturalmente una costruttiva “provocazione”, fornisce un quadro facilmente comprensibile del valore sociale di questa comunità di volontari. Stimando, difatti, un valore economico ipotetico pari a 12 € per singola ora di attività, e moltiplicando per il numero delle ore settimanali, mensili e annuali, si ottengono i valori economici che la comunità dovrebbe sostenere per remunerare l’attività volontaristica secondo parametri di retribuzione comune. 66 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La Formazione Il ruolo assunto dallo sport nel contesto sociale contemporaneo evidenzia la necessità di nuovi profili professionali. La figura del volontario sportivo rappresenta l’humus nel quale è cresciuto lo sport nel nostro Paese. La straordinaria quantità di tempo e la qualità di impegno profusa da ciascun volontario ha garantito la crescita dell’intero sistema, oltre ad aver svolto una evidente funzione sociale che si è positivamente ripercossa sul nostro tessuto socio-economico ed educativo. Oggi, tuttavia, il processo di cambiamento ha portato la società a dover avere anche competenze economiche, giuslavoristiche, sociali, gestionali, di marketing, di comunicazione e così via. La gestione dello sport è diventata decisamente più complessa rispetto al passato e, d’altra parte, l’erogazione dell’attività sportiva genera ricavi economici come molte altre attività. L’attuale modello di sport richiede figure con nuove competenze professionali di natura manageriale ed educativa oltre che tecnico-sportiva. Obiettivo del sistema sportivo deve essere quello di proporre percorsi formativi adeguati al cambiamento, che forniscano la conoscenza degli strumenti necessari. La formazione è l’elemento chiave della strategia che dal modello di volontariato porta ad un più attuale modello di “volontariato-professionale”. La formazione rappresenta, in questo contesto che si va delineando, lo strumento essenziale per formare le “nuove” professionalità di cui il mercato sportivo ha bisogno, preparando i più giovani a rispondere alle esigenze contemporanee ma anche a prevedere gli sviluppi e le tendenze dello sport dei prossimi anni. 67 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La Scuola Regionale dello Sport Il CONI rappresenta l’interlocutore necessario attraverso il quale passa il processo di crescita dell’intero sistema sportivo. Tale crescita, come anticipato, deve essere canalizzata attraverso percorsi formativi adeguati. La Scuola dello Sport del CONI e le sue emanazioni periferiche rappresentano il soggetto istituzionalmente competente per la formazione interna ed esterna al sistema sportivo nazionale. La Scuola, grazie all’esperienza dei suoi docenti e del personale che ne cura la programmazione didattica, è in grado di fornire a tutte le categorie di target interessate dal fenomeno sportivo percorsi di formazione pensati secondo gli specifici livelli di competenza acquisiti. Corsi di formazione della Scuola dello Sport CONI Emilia Romagna Anno 2010 Corsi strategici 13% Corsi relazionali 19% Corsi tecnici 68% La Scuola Regionale dello Sport promuove la cultura dello Sport in tutte le sue articolazioni, tracciando un percorso che, pur riferendosi agli ideali Olimpici, tiene conto della evoluzione mondiale e del continuo progresso scientifico, che coinvolge il sistema degli sportivi e praticanti in costante crescita. I settori di maggiore interesse sono: 68 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Formazione Ricerca Documentazione. Queste direttrici culturali orientano le azioni di sostegno e supporto istituzionale alle Federazioni Sportive, Discipline Associate ed agli Enti di Promozione sportiva. I processi di feed-back, inseriti in ogni attività, permettono la crescita reciproca finalizzata alla formazione ed aggiornamento delle varie figure professionali dello sport. L’obiettivo alto della Scuola è di concorrere all’educazione della persona attraverso la diffusione dei valori dello sport. È opportuno ed auspicabile che “verso” la Scuola convergano gli impegni dei soggetti competenti e rappresentativi del sistema sportivo, non soltanto del CONI, a sostegno delle attività da essa svolte. È altrettanto auspicabile che anche i soggetti esterni al mondo sportivo ma interessati a promuovere i valori dello sport e della attività sportiva basata su principi sani, garantiscano il proprio supporto alla Scuola come soggetto competente per la formazione specifica nel mondo dello sport. In questa direzione, la Scuola Regionale dell’Emilia-Romagna, d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna [prot. 1107 del 27.06.08] ha costituito un Gruppo di Lavoro composto da rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale e della Scuola Regionale dello Sport del CONI, per realizzare congiuntamente le attività concordate. L’impiantistica sportiva La Regione Emilia-Romagna, ed il resto del Paese in generale, vivono una controversa situazione dal punto di vista dell’impiantistica sportiva. 69 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Le logiche di intervento utilizzate nel corso dei decenni passati, che hanno coinciso con la moderna urbanizzazione delle città, hanno garantito la realizzazione di spazi per la pratica tenendo, però, presenti criteri ed obiettivi legati ai periodi in cui si costruiva, ai modelli di pratica allora in auge, quando non addirittura a logiche già superate. L’esigenza di programmare a scala sovra comunale gli interventi di realizzazione o di riqualificazione funzionale degli impianti è stata, non di rado, messa in secondo piano, rispetto alle richieste estemporanee delle realtà locali. L’attuale scarsità di risorse pubbliche disponibili in tema di interventi sull’impiantistica rende urgente la necessità di comprendere come e dove investire in via prioritaria e come favorire la creazione di sinergie funzionali tra Pubbliche Amministrazioni e mondo dei finanziatori privati e delle banche. Un efficiente Osservatorio Regionale del Sistema Sportivo, i cui primi dati hanno consentito le riflessioni operate in questo Libro Bianco, potrà contribuire a predisporre una nuova politica di programmazione degli interventi che tenga conto delle reali e mutate esigenze del Sistema stesso. Il punto di partenza è la riqualificazione funzionale di un patrimonio regionale già esistente, anche in collaborazione con soggetti privati interessati a promuoverne il pieno utilizzo. Riqualificazione funzionale improntata a criteri di polivalenza e multi-funzionalità degli impianti e delle aree sportive, ma anche dei bacini di praticanti. Solo successivamente si potrà procedere ad una pianificazione dei nuovi interventi ed alla realizzazione di spazi di pratica ex novo. 70 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Lo Sport e i Media Il modo di intendere e fare comunicazione ed, in particolare, il ruolo svolto dai media ha accompagnato e guidato, per alcuni aspetti, il mutamento dello sport e dei suoi modelli di fruizione. È, difatti, evidente che proprio i media abbiano contribuito a rendere la pratica sportiva sempre più vicina ad una dimensione basata sull’aspirazione, mentre lo sport di vertice veniva avviato verso un modello di spettacolo “puro”. Tale processo, lungi dall’essere criticato o appoggiato in questa sede, rappresenta un dato di fatto dal quale partire per evidenziare il ruolo dei media nello sport. Lo sport è stato utilizzato e valorizzato come contenuto dei media generalisti o di settore. L’attuale scenario e la disponibilità di media auto-prodotti o autogestiti ha trasformato lo sport in un “mass medium”. L’unico “vero” ed efficace mezzo di comunicazione trasversale. Trasversale alle politiche delle Amministrazioni, alle scelte dei popoli, alle differenze di colore della pelle, di convinzione religiosa, di razza, di lingua e d’età. Un media pregnante di significati, valori ed emozioni, quello più capace di essere realmente incisivo su tutti i territori. Lo sport, come “mass medium”, rappresenta un “connettore sociale” capace di creare relazioni stabili e positive tra la gente, nonché un “acceleratore di relazioni”, ruolo tanto più rilevante quanto più si considera che la società contemporanea è basata su modelli individualistici. Nel presente è necessario che i media prendano atto di tali potenzialità, senza negare le potenzialità di business che sottendono alla comunicazione dello sport, ma con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un sistema, quello sportivo, le cui logiche producono positive ricadute per tutta la comunità. 71 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 3. IL FUTURO 72 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Unire le forze … Moltiplicare le energie per un nuovo modello di “sistema sportivo” Forum Regionale dello Sport Momento di incontro e confronto sui temi del Libro Bianco per lo Sport in Emilia-Romagna Bologna, 9 ottobre 2010 73 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 3.1 POLITICHE CONCRETE PER LO SPORT La gestione della “cosa sportiva” non può che essere il frutto di una collaborazione strategica ed operativa tra le Amministrazioni Pubbliche e le Organizzazioni sportive. Alle Amministrazioni Pubbliche è ascritto il ruolo di favorire, nel limite delle loro funzioni istituzionali, il benessere dei cittadini e l’incremento della qualità della vita del territorio. Alle Organizzazioni Sportive è demandato il compito di definire le “regole del gioco”, nel rispetto del principio di specificità recentemente rimarcato dal Libro Bianco della Comunità Europea. La vigente Legge Regionale dell’Emilia-Romagna in materia di sport ha previsto [articolo 6] la costituzione di una Consulta Regionale dello Sport, con funzione consultiva per le attività della Giunta regionale in tema di sport, con particolare riferimento a quelle di programmazione, tutela dei cittadini, monitoraggio e ricerca. Tale Consulta è costituita da rappresentanti degli Enti Locali, delle Istituzioni Scolastiche ed Universitarie, delle Associazioni Professionali, del CONI Regionale, degli Enti di Promozione Sportiva e delle Organizzazioni Sportive private. Fare “sistema sportivo” La creazione di un dialogo tra Amministrazione locale e Organizzazione sportiva rappresenta il presupposto necessario per la realizzazione del percorso e degli obiettivi di seguito proposti. Fare “sistema” è il punto di partenza ma anche la strategia di realizzo delle azioni concrete previste, nel rispetto del principio di specificità ribadito dal Legislatore Europeo e nella consapevolezza delle competenze e dei ruoli 74 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA istituzionali di ciascuno. Fare “sistema sportivo”. Giocare insieme secondo regole del gioco comuni, per un obiettivo preventivamente condiviso. La “Conferenza Regionale per lo Sport” Un ulteriore passo nel percorso rivolto a definire le politiche di intervento in tema sportivo può essere quello di indire una “Conferenza Regionale per lo Sport”. Una nuova entità di riferimento politico, che si ponga come naturale interfaccia istituzionale e sportiva nella Regione. La Conferenza Regionale dello sport avrà come obiettivo la creazione dei contenuti di una riforma sportiva che associ al “federalismo istituzionale” un nuovo modello di “federalismo sportivo” che: definisca i contenuti di un protocollo CONI – Regione che sancisca il ruolo essenziale svolto dalle Organizzazioni sportive, inserendole nell’area dell’associazionismo di promozione sociale ed assegnando loro un ruolo e dei compiti precisi per la promozione sociale; orienti e definisca il complesso delle politiche sportive regionali; sostenga l’azione dilettantistiche e delle la società “politica dei e associazioni servizi” sportive proposta dalle Organizzazioni Sportive; individui forme agevolate di finanziamento per la costruzione e la riqualificazione degli impianti sportivi; delinei modelli ed indirizzi condivisi per conferire omogeneità all’impegno pubblico nei confronti dello sport. 75 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA La Legge Regionale per lo Sport Contribuire a fornire le linee guida di una strategia condivisa per orientare il sistema sportivo verso una dimensione contemporanea, è questo il bisogno principale e più urgente, che si concretizza nell’opera di riorganizzazione delle “politiche sportive” anche dal punto di vista normativo. In tale ottica, al fine di fornire a tutti i soggetti interessati dal cambiamento un testo di riferimento che proponga ruoli, obiettivi e dinamiche, si rileva l’urgenza improcrastinabile di intervenire con un nuovo testo normativo a carattere regionale sulle “politiche sportive” ai differenti livelli. Un testo “contemporaneo”, che prenda atto dei mutamenti già avvenuti e che sia in grado di guidare il cambiamento. Federalismo sportivo L’attività motoria e sportiva è un diritto dell’individuo meritevole di politiche e di interventi pubblici, da inserire a pieno titolo nell’ambito di un contemporaneo sistema di welfare. La vigente Legge Regionale36 stabilisce gli obiettivi della Regione in materia di sport e gli strumenti per realizzarli: coordinamento degli interventi di politica sociale per il benessere dei cittadini, per la diffusione della cultura della pratica delle attività motorio ricreative e sportive; integrazione con gli interventi relativi alle politiche educative, formative, culturali, della salute, della tutela sanitaria e miranti al superamento del disagio sociale; 36 L.R. del 25 Febbraio 2000, n°13, art.1, comma 2 e 3. 76 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA equilibrata distribuzione e congruità degli impianti e degli spazi aperti al fine di garantire a ciascuno la possibilità di partecipare ad attività fisico-ricreative in un ambiente sicuro e sano. Tali compiti, certamente fondamentali e attuali, vanno ripensati nell’ottica del federalismo sportivo e della specifica realtà sportiva nella quale la Regione Emilia-Romagna si trova ad operare [così come evidenziato nel quadro preliminare del presente Libro Bianco]. 77 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 3.2 LE PRIORITÀ Attività motorio-sportiva di base La crescente frequenza dei casi di sovrappeso e obesità, con particolare riguardo a quella infantile, nonché l’incremento dei disturbi cronici, quali malattie cardiovascolari e diabete, sono riconducibili a modelli di stili di vita errati e carenti di attività motorio-sportiva adeguata. Tale carenza mette fortemente a rischio la qualità e l’aspettativa di vita del singolo e rappresenta un carico notevole per i bilanci sanitari, che sarebbe agevolmente evitabile. È fondamentale incentivare l’attività fisica nel più alto numero possibile di cittadini, accordando particolare impegno all’avviamento all’attività motoria qualificata per le “nuove età”: i bambini ed i ragazzi al di sotto dei 12 anni, e gli over 65, categoria sociale in costante crescita in termini di aspettativa di vita. Percentuale di obesità infantile (7-11 anni) (dati Science Actualites 2006) 35% 30% 25% 20% 24% 20% 22% 15% 20% 19% 12% 16% 10% 5% 9% 11% 9% 8% 9% 14% 13% 9% 3% 0% Obesi Sovrappeso 78 2% 1% 10% 1% LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA L’attenzione va ovviamente riposta, prioritariamente, nei confronti di quella parte di popolazione che può definirsi “sedentaria”, che non svolge alcun tipo di attività motorio-sportiva con continuità e che va educata al movimento sano e corretto. L’avviamento alla pratica motoria di questa categoria di soggetti deve rappresentare una priorità sociale e deve attivare, sinergicamente, i comparti istituzionalmente preposti ai temi della salute, dell’istruzione, delle politiche sociali e, naturalmente, dello sport. Lo sport, inteso come “fenomeno umano”, è alla base del processo cognitivo del bambino. In considerazione di ciò, le fasce più giovani della popolazione devono essere poste al centro di processi di apprendimento basati sull’interazione motorio-sportiva con i propri coetanei ma anche con gli adulti. Le politiche di contrasto dell’abbandono L’abbandono dell’attività sportiva rappresenta un problema concreto e 80 70 60 50 40 30 20 10 pi ù e 75 65 -7 4 60 -6 4 55 -5 9 45 -5 4 35 -4 4 25 -3 4 20 -2 4 18 -1 9 15 -1 7 4 a1 no si 11 o sin 6 sin o a a 10 5 0 3 Percentuale di Pratica Sportiva rilevante per l’intera società italiana. Età 1995 79 2000 2006 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Come affrontato precedentemente, dal compimento del quattordicesimo anno di età, nella popolazione giovanile italiana inizia un trend costante ed inarrestabile di abbandono della pratica motoria. Tale abbandono sembra determinato dalla concomitanza di impegni cui, secondo il modello di società contemporanea, il ragazzo viene sottoposto. Una vita sempre più “piena di impegni” e di attività ludico-ricreative, peraltro fondate su un modello scarsamente interattivo. Al diminuire della percentuale di popolazione giovanile “sportiva” corrisponde una crescita della popolazione giovanile sovrappeso o, addirittura, obesa. Tale crescita, che porta l’Italia tra i primi Paesi del mondo nella classifica dell’obesità infantile, deve essere contrastata attraverso politiche di diffusione di corretti stili di vita, basati sul movimento e sull’alimentazione. I progetti di alfabetizzazione motoria ed il mondo della scuola rappresentano il primo approccio, per la maggior parte dei bambini, allo sport corretto ed a modelli educativi alimentari che possono incidere, nel futuro, positivamente sulla qualità e sulla quantità della vita del territorio. Il mondo della Scuola e l’alfabetizzazione motoria L’esperienza sportiva è divenuta una vera e propria “agenzia educativa”, al pari della Scuola e della Famiglia. Tale processo è dovuto certamente ai valori che la pratica sportiva esprime e rappresenta ma anche, operativamente, ad una sinergia con il mondo della scuola che si è proposta come “porta d’accesso” al mondo sportivo. L’ambiente scolastico rappresenta l’humus ideale nel quale promuovere i valori di integrazione sociale, salute e cultura responsabile alle nuove 80 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA generazioni, con l’obiettivo di educarle a sani e corretti stili di vita e di comportamento. Lo sport si propone come strumento educativo concreto e funzionale, da integrare nei programmi didattici in tutti gli ordini di insegnamento. Per garantire la massima efficacia degli insegnamenti veicolati attraverso la pratica sportiva è, però, necessario assicurare che la didattica sia sviluppata da personale competente e qualificato, come avviene per l’insegnamento di tutte le altre materie. Il sistema universitario nazionale ed il CONI possono garantire la formazione di soggetti didatticamente competenti. Il ruolo giocato dalla scuola nell’alfabetizzazione motoria delle giovani generazioni è fondamentale ed insostituibile. È compito di tutti i soggetti attivi del sistema sportivo promuoverne il ruolo, attraverso l’ideazione di progetti ad hoc e il supporto concreto e fattivo, sia in termini economici che di servizi e know-how. La situazione dell’Emilia-Romagna è, certamente, una situazione di eccellenza che ha orientato l’esperienza sportivo-scolastica nazionale, fatta di esperienze diffuse a “macchia di leopardo”. Alcune esperienze attualmente al vaglio dei Ministeri competenti e del CONI nazionale sono nate e cresciute sul nostro territorio e rappresentano, tutt’ora, esperienze di eccellenza. Recentemente il Ministero per la salute ed il Comitato Olimpico Nazionale hanno concluso un accordo per la promozione dei progetti scolastico-sportivi che rientra nel quadro di un impegno molto profondo e duraturo nel tempo. La Regione Emilia-Romagna, proprio in considerazione del ruolo sin qui avuto in questo processo, può e deve porsi come guida nel processo di diffusione dello 81 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA sport come attività didattica concretamente ed omogeneamente sviluppata in tutte le scuole primarie e materne. Sport e Talento La ricerca e la valorizzazione del “talento” rappresenta uno dei cardini della società contemporanea. Chiunque pratichi sport, a qualsiasi livello, è animato dal desiderio agonistico [nel senso letterale del termine] di migliorare la propria performance e di confrontarla con quella di soggetti omologhi. L’attività sportiva è, dunque, un momento di confronto sociale nel corso del quale emergono, come in ogni campo della vita reale, differenze, peculiarità, limiti e talenti. 82 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il sistema sportivo, guidato dalle organizzazioni sportivi, ha alle volte interpretato il proprio ruolo finalizzandolo alla scoperta ed all’allenamento del talento inteso come “campione”. Obiettivo è stato, in quel caso, la medaglia olimpica ed il risultato di eccellenza che, come tale, è riservato ad una ristretta percentuale di popolazione. Contrariamente a quanto si può pensare la ricerca del talento è e deve rimanere centrale nel processo di erogazione dell’attività sportiva. Semplicemente occorre spostare l’asset dalla ricerca del “talento competitivo” a quella del “talento socialmente responsabile”. In tale ottica il network delle società sportive di base assume un ruolo ancora maggiormente rilevante nell’avviare a modelli di pratica corretti e funzionali alla salute il maggior numero di persone possibili. Obiettivo fondamentale è fare in modo che lo sport rappresenti lo strumento con il quale raggiungere la dimensione piena del proprio talento, non il campo nel quale esplicarlo. 83 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 3.3 LE AREE DI INTERVENTO Nel momento di decisione e definizione delle azioni concrete da attuare per il futuro è basilare il confronto, il dialogo e la collaborazione tra gli Enti Pubblici e sportivi che operano sul territorio. Il primo passo è identificare, in base alle necessità, le aree nelle quali è necessario intervenire. In quest’ottica, le indicazioni qui contenute sono il frutto di un processo di condivisione che si è sviluppato nel tempo e che ha coinvolto tutte le parti sociali interessate al fenomeno sportivo. Suddividendo le attività sportive in categorie omogenee, è possibile proporre una tabella riassuntiva degli obiettivi specifici individuati: Aree di intervento Obiettivo primario Alto vertice Immagine e Aspirazione Sport olimpico Medaglie e performance Educare alla vittoria, alla sconfitta, al rispetto. educare a vivere Sviluppo cultura sportiva e benessere psico-fisico Sport agonistico-dilettantistico di massa Sport di base Giovani Sviluppo del “talento socialmente responsabile” Scuola Educazione alla cultura sportiva Università Sviluppo della cultura sportiva per un management di gestione Formazione e lavoro Nuovi profili Pari opportunità Integrazione e inclusione. Rispetto e valorizzazione del ruolo della donna nello sport 84 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Aree di intervento Obiettivo primario Diversa abilità Il ruolo dei disabili come risorsa sociale per lo sport e per la società Salute e prevenzione attiva Qualità della vita e benessere psico-fisico Riabilitazione Ripristinare standard di capacità psico-motoria “Nuove età” Incremento e miglioramento dell’aspettativa di vita Impiantistica Piano di interventi condiviso e funzionale Volontariato Passaggio al “volontariato professionale” Nuovi modelli Guidare il cambiamento Finanziamenti Responsabilità sociale concreta Azioni Chiave Di seguito si propongono, per ciascuna area di intervento precedentemente individuata, le possibili azioni chiave da realizzare attraverso la collaborazione tra tutti i “player” interessati. 85 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA “Alto vertice” [professionismo e pseudo-professionismo] Attraverso l’attività sportiva e la qualificazione ad un alto livello dell’offerta di sport in Regione, si promuove il territorio verso l’esterno e si incentiva la pratica sportiva di base. In tale ottica il professionismo, o “pseudo-professionismo sportivo”, svolge una funzione sociale nell’ottica della promozione turistica del territorio, attraverso lo spettacolo di cui si rende protagonista, e dell’allargamento della base di pratica, attraverso una dimensione “sana” fatta di valori, fair play ed aspirazione, comune alle fasce più giovani della popolazione. Il livello qualitativo raggiunto dalle attività sportive di “alto vertice” è il risultato di un processo di crescita pianificata dal vertice del sistema e realizzata dall’impegno del territorio, rappresentato dai Comitati CONI Provinciali, dalle Federazioni e, naturalmente, dal network delle società. È compito ed obiettivo del sistema sportivo favorire la creazione delle condizioni più adeguate alla pratica sportiva professionistica e pseudoprofessionistica, pur con la consapevolezza che tale modello sportivo deve fondarsi, per sua stessa natura, su logiche di autonomia economica e finanziaria. Sport olimpico Per “sport olimpico” s’intende l’insieme delle competizioni di vertice, non soltanto le edizioni dei Giochi Olimpici estivi o invernali, che rappresenta il punto di acme della performance dell’atleta. La medaglia, intesa come traguardo di un percorso sportivo basato su principi di agonismo e rispetto, è il prodotto di un sistema sportivo di eccellenza. Ad ogni “medaglia” corrisponde un movimento sportivo di base ampio e radicato, 86 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA dal quale vengono selezionati coloro che sono in grado di raggiungere il massimo risultato sportivo. Il sistema sportivo deve sentirsi impegnato per la creazione, sul territorio della Regione, delle condizioni necessarie per la pratica sportiva di vertice, finalizzata al raggiungimento dei massimi risultati, attraverso: il sostegno agli atleti ed alle discipline cosiddette “minori”; un piano di interventi per l’adeguamento della situazione impiantistica per la pratica di alto livello; la lotta alla cultura del doping ed alle pratiche dopanti; lo sviluppo di un progetto sociale per il reinserimento degli exatleti, che preveda la riqualificazione delle loro competenze; la previsione di un sistema culturale e sociale per la valorizzazione, sportiva ed extra-sportiva, dei soggetti che non abbiano potenzialità sportive di vertice. Sport agonistico dilettantistico Valorizzare lo sport come strumento educativo per orientare i più giovani, ma non soltanto, verso una dimensione “sana” dell’agonismo ed avvicinarli ai valori positivi della vittoria e della sconfitta come elementi necessari dell’attività sportiva, al rispetto delle regole, di se stessi e dell’avversario. Lo sport dilettantistico ma con caratteristiche di agonismo [ovvero quella attività sportiva svolta con continuità nell’allenamento e nella pratica ma senza giungere ad essere l’attività principale per il soggetto praticante] rappresenta uno dei momenti educativi maggiormente efficaci per i più giovani e, come tale, ne va valorizzata la funzione sociale . 87 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Educare le nuove generazioni significa crescere uomini sani, con evidenti benefici di salute ed economie per la comunità di domani, e rispettosi del sistema sociale nel quale si trovano a vivere. Da questo presupposto deriva l’impegno e la spinta istituzionale che deve essere conferita sistematicamente ai progetti di avviamento alla pratica motoria continuativa. Un modello di pratica basata sull’agonismo dilettantistico, ovvero: agonismo nel senso letterale del termine. Sport di base Valorizzare le diverse forme di partecipazione che lo sport esprime e sviluppare sensibilità, attenzione e sostegno verso il network delle associazioni sportive del territorio ed il volontariato che lo sostiene: questo è l’obiettivo prioritario, in tema di promozione dello sport di base, che il sistema sportivo si propone. Riguardo al sostegno alle associazioni sportive, è già intervenuta la Legge Regionale 13/2000 che all’articolo 11 afferma : “la Regione, in concorso con le Province ed i Comuni, nell’ambito della propria programmazione, a sostegno delle attività organizzative e di coordinamento delle associazioni regionali sportive e ricreative iscritte nel registro regionale di promozione sociale, concede contributi finalizzati a progetti di promozione, diffusione e organizzazione dell’associazionismo sportivo e ricreativo “. Il sostegno all’associazionismo di base deve, oggi, prendere atto del valore della pratica sportiva e della funzione sociale che essa esplica proprio grazie all’opera costante e qualificata dell’associazionismo di base. 88 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il sistema sportivo deve, da parte sua: individuare nuovi ed attuali criteri per accedere ai finanziamenti; allargare la base dei finanziamenti disponibili, creando sinergie con i settori della salute pubblica, del benessere, della qualità della vita, delle “politiche sociali” e dell’urbanistica. L’Assessorato allo Sport regionale riveste un ruolo di indirizzo e sostegno in tema di risorse per lo sport di base ma deve coinvolgere sempre più sinergicamente il CONI, il CIP e gli Enti di Promozione, in considerazione della loro massima e specifica competenza per quest’area di interesse sociale. L’Ente Regionale può fare da collettore delle risorse, rendendosi parte attiva nel processo di concertazione con gli altri Assessorati di un pacchetto di progetti indirizzati al mondo dello sport di base. Ai Comitati CONI e CIP, ed agli Enti di Promozione competerà, poi, il ruolo di realizzatori delle politiche condivise sul territorio, in collaborazione strumentale con l’Ente. Giovani “Ho il diritto di non essere un campione”. Tutti i giovani che praticano sport sul territorio della Regione [e non solo] devono godere della possibilità di accedere a forme qualificate di pratica sportiva, adeguate alla singola fascia di età. La governance del Sistema Sportivo deve adoperarsi fattivamente per creare le condizioni perché siano definiti modelli di avviamento alla pratica sportiva giovanile basati sulla ricerca di un “talento sostenibile”, ovvero improntati all’utilizzo dello sport come strumento propedeutico alla realizzazione del singolo “uomo del futuro”, non esclusivamente o necessariamente dentro lo sport. Per far questo, il Sistema Sportivo deve elaborare le linee guida di 89 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA intervento, con il supporto dei soggetti culturalmente competenti: Università, Scuola e altri soggetti rappresentativi. Scuola La scuola rappresenta il “primo luogo sportivo” per molti bambini e uno dei luoghi di pratica assidua per molti giovani delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Intervenire nella scuola significa educare allo sport i ragazzi, riuscendo ad entrare in relazione con tutti loro. Primo punto d’interesse per il sistema sportivo è l’allargamento a tutto il territorio della Regione di un programma omogeneo di “alfabetizzazione motoria”, per garantire l’attività motoria in tutte le scuole materne ed elementari del territorio. Il progetto, integrato con elementi fondamentali sull’alimentazione e sulla cultura, consentirà di educare i più piccoli ad uno stile di vita sano e corretto. L’obiettivo è avviare i ragazzi ad un modello di pratica motoria, finalizzata allo sviluppo delle capacità coordinative nonché all’aumento del loro tasso di salute, nell’immediato e nel futuro. Per lo sviluppo del programma, l’obiettivo è elaborare un piano di accordi tra Comuni, Province, Regioni, CONI, CIP e Direzioni Didattiche. Definiti tali accordi si potrà valutare concretamente la possibilità di rivolgersi a sostenitori privati. Per le scuole secondarie appare, invece, più urgente intervenire per conferire omogeneità ai programmi didattico-sportivi, incentivando la partecipazione dei docenti a momenti di incontro e formazione. Nella fase di realizzazione delle attività motorio-sportive all’interno degli Istituti scolastici del territorio, i Comitati CONI Provinciali rappresentano il 90 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA vero e proprio “avamposto sportivo”, il soggetto con le maggiori e più qualificate competenze tecniche e gestionali per lo sviluppo dei progetti a largo coinvolgimento. Le numerose esperienze attualmente in atto sul territorio della Regione, grazie all’impegno dei singoli Comitati Provinciali, rivestono un ruolo di assoluta eccellenza a livello nazionale e, giova ricordarlo, le principali esperienze a carattere extra-regionale o nazionale che coinvolgono i ragazzi delle scuole sono partite proprio dal lavoro dei nostri Comitati Provinciali del CONI. È per questo know-how acquisito e per la loro capacità di essere “dentro” il territorio, che questi Comitati rappresentano il punto di connessione strategico tra le politiche sportive ed il mondo dei giovani e della scuola, anche e soprattutto nell’ottica del decentramento delle funzioni amministrative degli Enti e nell’ipotesi di processo di “federalismo sportivo”. Università Il mondo delle Università rappresenta, allo stesso tempo: il partner “culturale” da coinvolgere per l’erogazione dei programmi di formazione interni allo sport; il luogo nel quale si raccoglie la fascia d’età soggetta al maggior dato percentuale di abbandono della pratica. Il Sistema Sportivo deve sentire l’urgenza di coinvolgere rappresentanti e docenti delle Università, non esclusivamente quelle legate al fenomeno sportivo, nei percorsi di formazione dei propri dirigenti e dei professionisti del settore. Questo è possibile attraverso la creazione di un dialogo costante ed attraverso l’inserimento di tali rappresentanti negli organi di concertazione. D’altro canto il Sistema deve adoperarsi per la promozione di un’offerta sportiva adeguata al 91 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA target dei frequentatori delle Università regionali, con il supporto anche delle società sportive aderenti e degli Enti di Promozione. Formazione e lavoro Nell’ambito della formazione è già intervenuta la Legge Regionale 13/2000 stabilendo, all’art. 5, che la Regione, sentite le Federazioni Sportive e gli Enti interessati, individua profili professionali nei diversi settori dello sport, per i quali definisce progetti e standard, da intendersi come caratteristiche e requisiti minimi dei percorsi formativi. La Regione favorisce altresì, nell’ambito delle attività di formazione continua, iniziative finalizzate ad elevare il livello professionale o riqualificare gli operatori in servizio. La Regione, atteso il cambiamento delineato nel modo di praticare ed intendere lo sport, non può tuttavia prescindere dal confronto con l’Organizzazione Sportiva nella determinazione delle categorie e delle regole da assegnare alle “nuovi” professioni sportive. Tale confronto appare tanto più necessario quanto più si considera che lo sport, inteso come settore economico in fase di crescita, ha sempre maggiore bisogno di professionalità e genera costantemente nuove e qualificate opportunità di lavoro, prioritariamente occupate da giovani lavoratori. Pari opportunità Lo sport e la partecipazione al fenomeno sportivo contribuiscono ad abbattere barriere e differenze. Cultura, razza, sesso, abilità, età … tutte trovano nello sport la reale concretizzazione del principio delle “pari opportunità”. 92 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Deve essere impegno preciso e costante del Sistema sportivo quello di promuovere tutte le azioni propedeutiche all’integrazione reale attraverso lo sport, nei confronti delle fasce potenzialmente soggette a disagio sociale. Il Sistema Sportivo regionale, sulla scorta delle indicazioni dei rispettivi riferimenti nazionali ed internazionali, è già fortemente impegnato nei processi di abbattimento delle barriere sociali e culturali ancora esistenti nello sport. Le azioni da realizzare sono, tuttavia, lungi dal poter essere considerate esaurite. Lo sport come strumento di integrazione reale, quindi, per le fasce della popolazione potenzialmente soggette a disagio sociale: disabili, minoranze etniche, religiose e culturali, ma anche giovani con problemi di devianza sociale e donne, categoria verso la quale, ancora oggi purtroppo, sussistono barriere alla reale parità anche nella pratica sportiva. Ritenere le donne una categoria “socialmente fragile” può apparire, a prima vista, anacronistico. I recenti successi sportivi delle atlete italiane dimostrano la qualità ed il livello raggiunto dal movimento sportivo di vertice ma, allo stesso tempo, stimolano le riflessioni sulle problematiche e sulle criticità strutturali che affliggono la pratica sportiva “in rosa”. Ancora oggi, ad esempio, la dirigenza sportiva in Italia può vantare una scarsissima presenza al femminile. Una limitata presenza nei ruoli di vertice, al pari di quanto accade nel sistema economico e politico, genera problemi di rappresentatività del movimento e di conoscenza dei problemi specifici. Tutto questo nonostante un dato di pratica femminile che ha ormai superato il 50% del totale dei praticanti. Il regime dilettantistico nel quale tutte le atlete donne sono comprese, a differenza di quanto accade in alcune discipline per i colleghi uomini, sembra non garantire appieno le adeguate tutele di alcune fasce di praticanti. A questo si aggiungono le problematiche derivanti dalle clausole anti-femminilità [si veda ad esempio, quella “anti-maternità”] che sarebbero considerate illegittime in qualsiasi altro regime contrattuale. 93 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Obiettivo del sistema deve essere, quindi, quello di definire una strategia per conciliare la femminilità e la pratica sportiva. La maternità non può e non deve essere considerata un ostacolo alla pratica sportiva, a tutti i livelli. L’esempio da seguire è quello delle Federazioni Sportive Nazionali che, recependo gli indirizzi dei Trattati Internazionali e degli Organismi sportivi internazionali, hanno attivato nell’ambito delle pari opportunità, ad esempio, il mantenimento della posizione nel ranking per la donna durante il periodo di maternità. Anche l’avviamento alla pratica sportiva deve essere, pertanto, programmato senza più tenere in considerazione le differenze di sesso; ma deve essere pensato nell’ottica della promozione di un modello sportivo multi-disciplinare, basato sulla pratica di numero discipline sportive, nel rispetto delle tipicità fisiche e motorie della donna. Questo approccio multi-disciplinare favorirà il processo già in atto: la “sportivizzazione” del mondo femminile e contribuirà al miglioramento della qualità della vita di questa ampia fascia della popolazione. Lo stesso impegno da riservare in tema di pari opportunità sportive al femminile deve essere profuso verso la reale comprensione delle problematiche di tutte le fasce sociali cui non sono riservate pari opportunità. Un impegno concreto, da parte del sistema sportivo, verso l’abbattimento delle barriere specifiche e verso l’uniformità di trattamento che consideri le esigenze ed i bisogni di pratica della singola categoria. In questo quadro, per esempio, si collocano le politiche per l’integrazione attraverso lo sport della popolazione migrante che, a partire dalle fasce più giovani, deve essere avviata all’attività motoria assieme alla popolazione locale e nel rispetto delle tradizioni e delle disponibilità. 94 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Diversa abilità Le “diverse abilità”, intese in senso letterale, rappresentano una ricchezza per il patrimonio sportivo e culturale della società contemporanea e devono costituire, allo stesso tempo, un’area di intervento prioritario per le Istituzioni Pubbliche e Sportive. Integrare realmente, garantendo a tutti i soggetti con diverse abilità la possibilità di fruire di servizi sportivi in linea con quelli previsti per i soggetti normodotati, che tengano conto delle peculiarità specifiche e dei bisogni di pratica. In quest’ottica devono essere stabiliti gli standard qualitativi per la dotazione impiantistica ma non soltanto. Occorre intervenire in fase di programmazione sulle iniziative e sui progetti di pratica e sulla qualificazione professionale del personale operante nel settore. Il Sistema Sportivo è fortemente impegnato nella valorizzazione della pratica sportiva per disabili, perché essa è e può essere considerata una vera e propria risorsa per l’intero mondo dei praticanti. L’Ente sportivo di riferimento per la realizzazione di questo percorso è il Comitato Italiano Paralimpico, CIP, impegnato nella diffusione della pratica motoria per le persone diversamente abili, attraverso l’ampliamento dell’offerta sportiva e l’avvio alla pratica motoria di base. L’obiettivo primario del Comitato è garantire a tutti i soggetti con diverse abilità, fisiche o psichiche, le stesse possibilità di fruizione dei servizi sportivi dei soggetti normodotati. Poter praticare senza trovarsi di fronte a limitazioni derivanti dalla propria condizione: questo è l’impegno che il CIP rappresenta. 95 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA L’impegno profuso dal CIP si concretizza, inoltre, nella creazione di Centri di Avviamento allo Sport Paralimpico (CASP) e nella realizzazione di accordi e convenzioni tesi a favorire il reinserimento sociale delle persone disabili, a partire dagli infortunati sul lavoro, attraverso la pratica sportiva. Sempre in questa direzione il Comitato Italiano Paralimpico collabora con il mondo della Scuola e della formazione di ogni ordine e grado per promuovere, attraverso la pratica motoria, la cultura dell’integrazione tra le fasce più giovani di popolazione, e favorire la qualificazione e l’aggiornamento professionale di tecnici federali specializzati nell’attività paralimpica. Salute e prevenzione attiva La promozione dell’attività sportiva come strumento di prevenzione sociale attiva, per il raggiungimento e/o mantenimento di uno stato ottimale di salute rappresenta una questione di interesse diffuso. La collaborazione tra Assessorati e Organizzazioni competenti, a tutti i livelli, deve concorrere a definire programmi di intervento comuni, che vadano dalla sanità all’urbanistica, passando per tutti gli altri temi potenzialmente interessati. La qualità della vita del territorio è l’interesse sociale sul quale si fonda la necessità di creare un vero e proprio Sistema Sportivo, costituito dall’interazione tra Istituzioni Pubbliche e Sportive. In quest’ottica, figure mediche specializzate sui temi dello Sport, potrebbero proporre percorsi curativi che integrino, alla tradizionale cura, anche la pratica motoria, come strumento per contrastare i principali disturbi della società contemporanea, spesso correlati a diete disequilibrate e stili di vita sedentari e scorretti. 96 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Riabilitazione Lo sport come strumento di riabilitazione funzionale e sociale è in grado di esprimere appieno potenzialità ancora soltanto intraviste. Il valore riabilitativo della pratica è straordinariamente efficace per il recupero della funzionalità nei casi di menomazioni fisiche, di traumi e, in generale, per tutti i problemi psico-fisici. È, altresì, efficace l’utilizzo della pratica motoria nei processi di “riabilitazione sociale”, nel recupero delle “devianze” e nelle relative azioni di reinserimento dei soggetti. Le Prevenzione attiva rappresenta l’aspetto preventivo sul quale il Sistema Sportivo è chiamato ad intervenire in sede di programmazione. I percorsi di riabilitazione, a valle della sussistenza di una forma di disagio e per il recupero dello stesso, devono divenire oggetto di un programma istituzionale specifico. Le “nuove età” Le “Nuove età”, gli over 60 anni, rappresentano una nuova comunità di praticanti, ai quali riservare proposte di pratica che tengano in considerazione le condizioni fisiche e la crescente disponibilità di tempo e di desiderio di socializzazione. La collaborazione tra Enti Pubblici e Organizzazione Sportiva può essere finalizzata alla definizione di progetti su: allargamento della base di praticanti over 60 sul territorio della Regione, con particolare considerazione delle aree rurali; pianificazione di interventi in tema di impiantistica sportiva per la creazione di spazi adeguati alle tipologie di pratica; 97 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA coinvolgimento degli over 60 in progetti di volontariato a sostegno delle attività delle società sportive. Impiantistica Nel settore dell’impiantistica sportiva, l’obiettivo primario è predisporre un programma generale basato su due analisi da effettuare preliminarmente, condotte su precisi dati di conoscenza forniti dall’Osservatorio Regionale sul Sistema Sportivo: la prima sullo stato dell’esistente e sui risultati dei precedenti programmi regionali di sviluppo dell’impiantistica sportiva; la seconda sulle reali esigenze dettate dall’evoluzione della pratica sportiva. Il nodo dell’affidamento in gestione a terzi degli impianti di proprietà pubblica deve essere affrontato con il preciso obiettivo di privilegiare le funzione sociale di tali strutture e contrastarne lo sfruttamento speculativo. L’interlocutore naturale, in quest’ottica, non può che essere l’associazionismo sportivo senza fini di lucro, specialmente quando può vantare un consolidato curriculum di buona gestione e un forte radicamento sul territorio. Per stimolare adeguati investimenti per la manutenzione e il miglioramento delle strutture da parte del gestore privato è necessario promuovere forme di affidamento basate su durate delle concessioni compatibili con i tempi di ammortamento degli investimenti prodotti dal soggetto gestore stesso e sulla creazione di un canale preferenziale tra gestori privati e Istituto per il Credito Sportivo, che consenta loro di fare investimenti direttamente ammortizzabili. Questo criterio permetterà agli Enti territoriali proprietari degli impianti di mettere a disposizione dei propri cittadini degli spazi per la pratica sportiva adeguati, funzionanti e qualificati. 98 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il Volontariato Sportivo Oggi, il mutamento in atto nei modelli di pratica e la crescente “economia del settore” stanno fortemente influenzando il tradizionale ruolo del volontario sportivo, orientandolo verso un modello di “volontariato professionalizzato” che può, pertanto, prevedere una retribuzione a fronte dell’attività svolta. Bisogna prendere atto che il modello del volontario sportivo deve trasformarsi in una figura nuova, altamente qualificata, con una professionalità specifica e chiara: sia essa tecnico-sportiva, manageriale o di altra natura. L’obiettivo verso il quale tendere è quello della professionalizzazione dei ruoli, in considerazione anche del fatto che questo processo è strettamente connesso e coerente con l’incremento dell’indotto economico generato dallo sport. Se lo sport diventa sempre più un’attività capace di generare economia è coerente che anche il volontario si trasformi in un professionista retribuito per la propria attività. Questo processo porterà a delineare una “nuova” figura di volontario, più coerente con il modello in atto e con il momento storico che lo sport interpreta in questa fase: coniugare il “volontariato professionale” con un professionismo che opera con spirito di “volontariato ideologico”. La linea di tendenza è quella che tale forma di retribuzione diventi la principale fonte di reddito per il volontario stesso, in maniera tale da sancire definitivamente il passaggio dello sport ad attività economica e professionalmente gestita. Il sistema sportivo regionale, con il supporto della Scuola Regionale del CONI, delle sue emanazioni periferiche, del mondo delle Università, può ideare e proporre percorsi per lo sviluppo delle competenze specifiche del volontario. In linea di tendenza, occorre procedere alla definizione chiara ed inequivocabile della categoria dei “volontari professionali sportivi”, distinguendola dai volontari impegnati in attività sociali extra-sportive. 99 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA I nuovi modelli comportamentali Il processo di mutamento che ha interessato il modo di praticare sport si è orientato, come si è visto, verso un modello di sport de-strutturato, praticato, cioè, nei modi, nei luoghi e nei tempi più consoni alle esigenze del singolo praticante e non necessariamente all’interno delle Organizzazioni Sportive. Tale modello comportamentale è certamente connaturato alle esigenze dei ritmi e degli stili di vita attuali, ma è anche privo di qualsiasi tutela sportivo/regolamentare e normativa. Svolgendosi al di fuori del contesto delle pratiche inserite nei protocolli delle Organizzazioni Sportive riconosciute, si trova anche fuori da quel sistema assicurativo e di tutela della salute. In questo contesto, l’intero Sistema Sportivo deve porsi l’obiettivo della creazione di un’offerta di forme organizzative adeguate a questa categoria di praticanti, in continua crescita. La proposta di far rientrare le tendenze di pratica nel cosiddetto “sport organizzato”, lungi dal nascondere velleità egemoniche, vuole essere un modo per garantire ai praticanti il massimo livello di tutela e prevenire le spese sanitarie pubbliche derivanti da una pratica sportiva effettuata secondo modi errati per periodi prolungati. Il confronto tra Organizzazione Sportiva e Istituzione Regionale deve portare a individuare modelli di offerta organizzativa, di spazi di attività e di eventi promozionali, adeguati ai “nuovi” sportivi. Finanziamenti allo sport Il movimento sportivo regionale, inteso come somma della “base” e del “vertice”, deve considerare l’ottenimento di una “buona reputazione sociale” la priorità più urgente in tema di finanziamenti. Le logiche del finanziamento, pubblico o 100 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA privato, allo sport devono essere fondate sulla responsabilità sociale, da mettere a disposizione delle aziende, e sul radicamento territoriale, da mettere al servizio degli Enti locali. Ciascuna società sportiva, singolarmente, e l’intera Organizzazione sportiva devono adoperarsi per incrementare ulteriormente il proprio livello di affidabilità e credibilità manageriale nei confronti degli Enti e delle Aziende. Ricevere finanziamenti, pubblici o privati, deve rappresentare il momento finale di un percorso di impegno, favorito dalle “nuove” professionalità formate dal Sistema. Il Sistema Sportivo deve, dunque, adoperarsi per favorire la diffusione di logiche di finanziamento corrispondenti all’impegno, sociale o “di mercato”, profuso dai singoli soggetti. Questo è possibile promuovendo modelli di finanziamento pubblico basati sulla ponderazione dei seguenti criteri: effettiva rispondenza tra progettualità finanziate e obiettivi dell’Ente; livello di qualità delle società/organizzazioni sportive richiedenti; tipologia di attività e obiettivi; quantità dei soggetti coinvolti; “qualità” del coinvolgimento. Per rendere effettivi tali criteri è necessario definire nuovi processi di certificazione della qualità dell’offerta sportiva e dei processi gestionali interni ai soggetti proponenti. Per quanto attiene ai finanziamenti privati, il Sistema Sportivo ha il ruolo di promuovere delle linee guida generali, che attengono al conseguimento della “buona reputazione sociale”, ma deve lasciare ai singoli soggetti la gestione dei rapporti nel concreto. 101 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Proporre modelli evoluti di società sportiva che sappiano offrire servizi evoluti adeguati ai bisogni, contribuirà ad uscire dal modello di autoreferenzialità che, in alcuni casi, ha contraddistinto lo sport degli ultimi anni. Questo consentirà l’attivazione di un circolo virtuoso, nel quale tutte le organizzazioni e le unità sportive [società, associazioni, organizzatori di eventi sportivi, …] potranno trovare una nuova dimensione economica non più basata sui finanziamenti “a pioggia” ma sul concreto effetto migliorativo generato dagli investimenti pubblici [in termini di qualificazione e promozione del territorio e della sua qualità della vita] e privati [in termini di immagine e comunicazione e responsabilità sociale]. Se tale circolo virtuoso sarà attivato, attraverso l’interazione tra le parti, si arriverà, naturalmente ed in tempi ragionevoli, ad una generalizzata ripresa dei finanziamenti allo sport, derivante da una nuova cultura dello “strumento” sport e del nuovo modo di porsi dei suoi “soggetti erogatori”. 102 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 103 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 4. CONCLUSIONI 104 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 4.1 DALLA CARTA DI TRENTO ALL’AGONISMO DILETTANTISTICO DI MASSA Nel contesto del 7° obiettivo della “Carta di Trento 37”, al termine di un percorso incentrato sull’identità del mondo sportivo in cui sono state sviluppate riflessioni sul ruolo e sulla “mission” del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, le strutture territoriali del CONI nel settembre del 2010 hanno redatto e sottoscritto “Il Manifesto del Territorio”, un documento etico/programmatico nel quale vengono riassunti i temi chiave sui quali si fonda il sistema sportivo italiano e al quale il Consiglio Regionale CONI dell’Emilia-Romagna ha aderito nella riunione del dicembre 2010. La scelta del Consiglio Regionale rappresenta una dichiarazione di volontà e di impegno al rispetto di tali principi, nella convinzione che lo sport debba restare fedele alla “missione olimpica”, contribuendo a svolgere quel ruolo di formazione ed educazione verso tutte le fasce della popolazione. Il modello che sottende il “Manifesto del Territorio”[di seguito riportato], e che il Libro Bianco per lo Sport intende stimolare e diffondere, è quello dell’agonismo dilettantistico di massa. Tale modello nasce dalla constatazione delle correnti modalità di pratica e intende contribuire ad orientarle verso una cultura rispettosa del singolo, della sua salute e delle regole del vivere civile. La strategia che si propone è semplice e basata su due azioni fondamentali e concomitanti: rafforzare le interconnessioni e le interazioni tra il sistema delle Istituzioni Pubbliche e di quelle Sportive, partendo dalle connessioni interne a ciascun sistema; potenziare il Sistema Sportivo, ripensandone le funzioni a partire dalla base e dal ruolo chiave della società sportiva. La “Carta di Trento” è un tavolo promosso da associazioni e fondazioni impegnate nella cooperazione internazionale per sviluppare e promuovere gli obiettivi proposti dalla “Dichiarazione del Millennio” dell’ONU, da perseguire per assicurare lo sviluppo umano globale. 37 105 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA “IL MANIFESTO DEL TERRITORIO – I PRINCIPI In una società che enfatizza ed assume come propri i valori della competitività esasperata, della massima prestazione, del successo ottenuto a qualunque costo, dell’autonomia personale, dell’indifferenza rispetto alle regole, della velocità e della fretta, della ricerca di sensazioni estreme, riconosciamo ed affermiamo questi valori a fondamento della nostra concezione di sport e del nostro impegno: 1. La persona è l’essenza, l’elemento centrale dello sport, dei suoi significati e delle sue espressioni. 2. Affermiamo il valore del gioco, espressione di creatività e di gioia disinteressata 3. Affermiamo il valore della competizione, espressione del confronto leale con quanti ricercano i loro e dell’incontro con l’altro da sé 4. Affermiamo il valore della sconfitta, espressione dell’accettazione dei propri limiti, della capacità di tollerare le frustrazioni e le smentite, del coraggio di ricominciare 5. Affermiamo il valore della vittoria, espressione di una giusta gratificazione quale esito dei propri sacrifici e del proprio impegno 6. Affermiamo il senso del limite, espressione di sobrietà nella ricerca di prestazioni e sensazioni e di rifiuto dell’emozione che nasce dal rischio inutile 7. Affermiamo il valore dell’eccellenza, espressione della ricerca del superamento dei propri limiti e dell’esempio positivo 8. Affermiamo il valore della squadra e della dimensione collettiva, espressione di condivisione, di reciprocità, della capacità di rispettare e di valorizzare le individualità e le differenze 9. Affermiamo il valore della fatica, espressione dell’impegno, della determinazione, della costruzione di un progetto di futuro, contro ogni soluzione abbreviata, ogni appiattimento emozionale sul presente. 10. Affermiamo il valore delle regole, espressione di onestà verso sé stessi e di rispetto degli altri. 11. Affermiamo il valore del tempo e della lentezza, espressione della capacità di conciliare i ritmi della vita a cadenze che lascino spazio alla qualità delle relazioni, alla maturazione del sé, al dialogo interiore 12. Affermiamo il valore di tutte le abilità, espressione della dignità e della bellezza che appartengono ad ogni condizione e ad ogni fase della vita.” 106 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Sport e Politica: “sussidiarietà reale” e interazione socio-culturale Il Libro Bianco Regionale per lo Sport nasce come uno strumento di dialettica innovativa che mira a creare “inclusione reale” nello sport, tra due sistemi storicamente legati ma, non sempre, pienamente integrati sul territorio: Sport ed Enti Locali. Negli ultimi anni, infatti, il fenomeno sportivo ha vissuto una radicale evoluzione cui, non sempre, gli Enti Pubblici e Sportivi hanno saputo far fronte. Questi anni ci hanno proposto una nuova visione dello sport come di un settore posto in una posizione di equilibrio tra criticità e potenzialità. Da una parte, una situazione di particolare sofferenza in tema di opportunità e risorse a disposizione, dall’altra un patrimonio di dati ed esperienze che dimostra quali e quanti ritorni sociali, economici e di immagine, generi un investimento nello sport. Sport non significa più “soltanto” pratica, ma è diventato sinonimo di benessere, salute, diminuzione dei costi della spesa sanitaria pubblica, “prevenzione attiva”, qualità della vita, attenzione e salvaguardia dell’ambiente, aggregazione sociale ed educazione civile, incontro e incrocio tra popoli, etnie e generazioni diverse, aggregazione sociale e prevenzione delle forme di disagio. Questo Libro intende fare il punto su un processo culturale e sociale che dura da parecchi decenni, sul territorio della Regione ma non solo e, contemporaneamente, vuole proporsi come il primo passo di un percorso da avviare grazie alla concreta collaborazione tra le parti sociali interessate. Non s’intende proporre una “ricetta” assolutamente e certamente valida, ma offrire un nuovo strumento di ricerca e analisi che suggerisca proposte di azione, obiettivi e strategie. Saranno i diversi soggetti che si riterranno chiamati in causa a dover trovare un modello di sinergia, progettuale ed operativa, per realizzare concretamente quanto proposto. 107 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Le nuove esigenze espresse dalla pratica sportiva di massa pongono all’attenzione di tutti i soggetti del “sistema sportivo” la necessità e l’urgenza di elaborare nuovi modelli di sport. La strada giusta s’imbocca attraverso la creazione di una collaborazione strategicooperativa che intervenga sia in fase di pianificazione sia nel momento della realizzazione dell’offerta sportiva. Enti Sportivi ed Enti Pubblici devono sentirsi parti complementari dello stesso sistema di governance, prendendo coscienza del fatto che lo sport è un “affare sociale” di interesse attuale che si governa in maniera partecipativa, dove ciascuno ha un proprio e distinto ruolo da giocare. In questa partita il mondo dello sport deve puntare ad uscire da quell’aura di autoreferenzialità nella quale ha vissuto gli ultimi decenni grazie a successi sportivi e finanziamenti per i quali raramente è stato richiesta una precisa quantificazione dei ritorni. L’intero mondo dell’Amministrazione Pubblica deve, da parte sua, prendere coscienza del valore strategico dello sport, dell’incidenza delle politiche sportive sulla qualità della vita della cittadinanza e del territorio. Il tutto alla luce di quel principio della “specificità dello sport” recentemente ribadito dal Legislatore Europeo. Bisogna uscire dalla concezione dello sport come “cultura fisica” ed entrare in quello dello sport come “cultura”, e basta. Le strategie da mettere in atto per raggiungere questo ambizioso obiettivo sono molteplici e riguardano tutti i soggetti potenzialmente coinvolti nel processo di “sportivizzazione” della società. È necessario che l’intero sistema trovi una propria identità adeguata al modello attuale di sport mettendosi in discussione, sviluppando ulteriormente le proprie competenze e coniugando l’apporto manageriale con quello volontaristico, che rappresenta la vera piattaforma sociale sulla quale è fondato il sistema stesso. 108 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 4.2 IL RUOLO DEGLI ATTORI DEL SISTEMA Il ruolo degli Enti Locali La riforma del Titolo V della Costituzione ha sancito la competenza degli Enti Locali in tema di gestione dell’impiantistica e di promozione dell’attività sportiva. L’attuale situazione economica e la prassi diffusa dei tagli prioritari allo sport, considerato troppo spesso voce di bilancio opzionale, fanno sì che gli Enti Locali si trovino ad agire in un quadro di difficoltà di pianificazione e di programmazione. Si tende spesso a ragionare di sport in termini di contrapposizione con altri settori dell’amministrazione ritenuti più urgenti, sottovalutandone la funzione educativa e sociale. Occorre reagire a questa situazione con un’azione politica forte e con il coinvolgimento di tutto il sistema sociale delle società sportive. L’obiettivo primo è mantenere o, meglio, aumentare e razionalizzare le risorse finanziarie dedicate allo sport e costruire economie di scala anche in questo campo. Si deve dare vita ad una logica di sistema e di aggregazioni per la formazione di “filiere” territoriali e di settore. La filosofia giusta sia sul terreno della promozione sia su quello dell’impiantistica sportiva è quella dell’aggregazione dei territori in fase di programmazione al fine di costruire sinergie, occasioni e nuove opportunità. Unire le disponibilità finanziarie e le esperienze consente di concentrare le risorse, massimizzare gli effetti positivi degli interventi, generare economie di scala e fornire alla comunità un’offerta sportiva migliore in termini di qualità. Elemento essenziale di questo processo è la costruzione, a livello non solo regionale ma anche provinciale e comunale, della “interassessorilità” in tema di sport, finalizzata all’interscambio di programmi e condivisione dei percorsi. 109 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il ruolo degli Enti Sportivi L’insieme dei soggetti operanti nello sport deve imparare a proporsi come sistema di “sussidiarietà reale e verticale”. Tale sussidiarietà deve, a sua volta, essere integrata nel modello di welfare già esistente nel nostro Paese. Una capacità, quella di essere “sussidiario”, che l’insieme delle Istituzioni Sportive ha acquisito nel tempo ma che non sempre e non ancora è capace di applicare in maniera sistematica. Diventare “sussidiari” ad un modello di welfare sempre meno statalista e finalizzato al raggiungimento di uno condizione generale di salute e benessere pubblico. Se è vero che lo sport è una delle nuove agenzie educative, allora è vero che la sua pratica secondo modelli corretti diventa una priorità sociale che i cittadini riconoscono autonomamente e direttamente promuovono, per l’effetto moltiplicatore delle esperienze positive in atto. La capacità di diventare “network”, di essere “rete di connessioni” non soltanto sportive ma soprattutto sociali, diventa, quindi, il presupposto fondamentale. Lo sport inteso come fenomeno sociale che parte dalla base, governato da dinamiche partecipative, è un sistema efficiente, capace di assolvere ad una funzione sociale, di collaborare con le Pubbliche Amministrazioni e di gestire ed amplificare flussi di comunicazione dal “vertice” alla “base” e viceversa. L’insieme di queste capacità specifiche rende la rete delle organizzazioni sportive uno strumento sociale dalle potenzialità straordinarie. Le Istituzioni Sportive hanno, dunque, il compito ed il dovere di prendere coscienza di tali potenzialità, sviluppando la loro capacità di essere interlocutori credibili per le Amministrazioni Pubbliche, con particolare riferimento a quelle del territorio. 110 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Diventare quindi soggetti affidabili e competenti, attori credibili della “sussidiarietà” all’amministrazione pubblica in materie non solo sportive ma, più in generale, legate al benessere, alla salute e alla socialità. Il ruolo cui tendere non è alla portata di tutti. Alla capacità di “fare”, deve far riscontro un adeguato sviluppo della capacità di “comunicare” perché “se non comunichiamo quello che facciamo, è come se non avessimo fatto nulla”. È questo uno degli assiomi della società contemporanea, basata su modelli di informazione sempre più frenetici e verticali, che deve diventare una nuova priorità per l’intero sistema sportivo. La centralità del ruolo della Società Sportiva Entrambi i soggetti istituzionalmente competenti devono far convergere le proprie forze nel punto di equilibrio di questo sistema di interazioni: la società sportiva. Proprio la società sportiva, con tutte le particolarità che il modello italiano propone, rappresenta il soggetto più funzionale per la realizzazione, in concreto, delle politiche sociali e sportive. Una società sportiva moderna, fondata sul ruolo dei volontari che diventano “volontari professionali”. Un interlocutore credibile, nell’ottica del principio di sussidiarietà reale, per le Amministrazioni Pubbliche e per le loro politiche sociali e sportive. Un partner affidabile, tanto per il sistema pubblico quanto per quello privato, capace di pianificare le proprie azioni a lungo termine, prescindendo dal sistema dei finanziamenti, ma diventando allo stesso tempo capace di attrarli secondo logiche funzionali, concrete, propositive. 111 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il modello di società che ne deriva è quello di una società “evoluta”, contemporanea, capace di guidare il momento di cambiamento e capace di comunicare e far comunicare, creando relazioni con e tra i propri stake-holders [letteralmente i “portatori di interesse”]. La vera sfida si gioca, allora, sul campo dei “servizi” da affiancare ai “tradizionali” servizi di natura sportiva, delle nuove offerte che la società sportiva deve essere in grado di elaborare e offrire: servizi sociali, servizi medico-sportivi preventivi, servizi di comunicazione e marketing. Se le società sportive più virtuose saranno in grado di guidare, attraverso l’assunzione dei valori della solidarietà, questo percorso di cambiamento, si attiverà un processo di crescita di tutto il sistema, un circolo virtuoso che saprà anche attrarre una maggior quantità di risorse. Non è più possibile proporsi secondo i vecchi modelli, né i finanziamenti a pioggia possono più rappresentare una forma di sostentamento a lungo termine. La società sportiva, con i propri dirigenti e i propri volontari, deve sapere assumere pienamente questa nuova responsabilità, in termine di ruolo e di strategia, senza accusare il cambiamento, deve uscire dalla dimensione di “autoreferenzialità” che ha contraddistinto ed ancora in parte contraddistingue alcune componenti del mondo sportivo. La collaborazione strategica tra Amministrazione Pubblica e Sistema Sportivo è l’humus ideale nel quale la società sportiva può esprimere appieno le proprie potenzialità. Ma la società non può essere lasciata sola. Questo impegno verso il rinnovamento, verso i nuovi servizi ed il nuovo ruolo da ricoprire, deve coinvolgere l’intero mondo dello sport, dai Comitati del CONI e del CIP alle Federazioni Sportive Nazionali, dagli Enti di Promozione a tutti gli altri soggetti sportivi, un intero mondo che deve sentirsi pienamente parte attiva nel processo di rinnovamento. 112 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Essere “percepibili” dentro il territorio come veri e propri “centri di servizi di eccellenza” e creare una condivisione di intenti e di strategie con gli Enti Locali, capaci di intervenire sia in fase di programmazione sia in fase di realizzazione di progetti tecnici, gestionali e formativi. Le nuove politiche per lo sport I dati evidenziano come il numero dei praticanti sport ai diversi livelli sia in crescita. Questo rende lo sport un fenomeno di interesse trasversale, socialmente esteso e politicamente rilevante, un settore sempre più integrato ed essenziale nelle politiche sociali messe in atto da ogni Amministrazione Locale. Lo sport genera “prossimità” tra i cittadini e gli Enti che sanno valorizzarne i contenuti. Genera anche ricchezza per l’intero territorio, essendo ormai diventato uno dei settori produttivi a maggiore potenzialità di crescita economica. Come in ogni settore in crescita, quindi, occorre intervenire con sollecitudine per guidare il processo di cambiamento e definirne le regole, al fine di salvaguardarne i contenuti ed i valori. Questo è il compito delle Amministrazioni Pubbliche. L’intero sistema della Pubblica Amministrazione, dal Governo centrale ai Comuni, deve assumersi la responsabilità di creare i presupposti perché la sussidiarietà reale, creata e proposta dallo sport, possa produrre effetti positivi per l’intera comunità. La strategia vincente per l’Ente Locale resta quella della interassessorilità, all’interno di ogni Ente e tra Enti di livello diverso, prendendo coscienza che l’attività fisico/motoria e sportiva non è più soltanto un obiettivo delle Organizzazioni sportive ma è anche un interesse collettivo. 113 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Sport, salute, benessere, inclusione sociale, integrazione culturale, giovani, famiglie, scuole, ma anche urbanistica, ambiente, pari opportunità, economia: questi e tanti altri sono gli ambiti di applicazione e competenza che possono e devono interagire per collaborare alla evoluzione delle politiche pubbliche sportive. Gli Enti Locali, ognuno al proprio livello di competenza, potranno essere particolarmente attivi nella definizione delle linee guida e nello sviluppo delle azioni concrete, in collaborazione con gli Enti e l’Associazionismo sportivo del proprio territorio. Il ruolo dell’Amministrazione Pubblica, in questa ottica, diventa sempre meno limitato all’assegnazione di finanziamenti ai tanti progetti proposti dal mondo dello sport, per assumere un ruolo centrale in fase di programmazione degli investimenti e delle iniziative. Un intervento, quindi, sistematico, capace di orientare le risorse pubbliche e private disponibili in una direzione omogenea, rispondente a una strategia unitaria frutto di concertazione tra tutti gli attori del Sistema Sportivo Territoriale. 114 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 4.3 UN OBIETTIVO IN COMUNE Alla luce del percorso logico sin qui sviluppato e dei punti evidenziati si può individuare un unico obiettivo, comune a tutti i soggetti coinvolti nel processo di formazione del “fenomeno sportivo”: progettare percorsi “coinvolgenti”, che vedano la promozione dello sport come un efficace strumento di qualificazione della salute delle persone e della qualità della vita di un territorio. Verso questa strategia generale devono essere orientati le scelte politiche di tutti i soggetti, nell’ottica delle riflessioni sviluppate in questo Libro Bianco. Il “peso” che lo sport ha assunto ne fa un fattore critico di successo, tanto delle politiche socio/economiche quanto di quelle più strettamente sportive. “Peso” che incide nel bilancio economico di un territorio, nelle ricadute sociali, nelle politiche di inclusione sociale e di integrazione, nella spesa della sanità pubblica, nel turismo, nella cultura e in tutti gli altri settori. È terminato il periodo in cui lo sport poteva essere considerato soltanto un momento “collaterale” nella vita del singolo, un’attività da programmare nei tempi non impegnati da altro e, soprattutto, da svolgere secondo un modello casuale e non funzionale. Viviamo già un’epoca in cui, grazie al ruolo giocato dall’associazionismo, l’attività sportiva è al centro della vita del singolo, come strumento essenziale per l’ottenimento ed il mantenimento di un alto livello di qualità di vita. Le regole di quest’epoca vanno definendosi alla “velocità dell’uomo”. Testi di concertazione e programmazione, come questo, possono contribuire ad indirizzarne la storia ed i processi. La vera sfida per il prossimo futuro è pensare ad un modello di Cultura Sportiva da opporre alla cultura della muscolazione, un modello di sport che sia sempre più sinonimo di bene-essere socializzante. 115 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 116 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 5. APPENDICE 117 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 5.1 IL QUADRO DEI PRINCIPALI PROVVEDIMENTI NORMATIVI Europa 1992 – Le Istituzioni Europee cominciano a rivolgere la propria attenzione allo sport, agli inizi degli anni ’90. Il primo documento è la Carta Europea dello Sport, pubblicata nel 1992, dal Consiglio d’Europa. 1995 – Anno di emissione della sentenza Bosman. La sentenza, pur riguardando il caso dei trasferimenti dei calciatori professionisti, sancendo la loro equiparazione alle altre categorie di lavoratori in tema di libera circolazione nel territorio dell’Unione Europea, ottiene rilevante impatto mediatico ed avvia, di fatto, gli interventi degli organi dell’Unione Europea in materia di sport, a tutti i livelli. 1997 – Primo intervento sistematico dell’Unione Europea: inserimento nel Trattato di Amsterdam della Dichiarazione n°29, in cui si sottolinea “la rilevanza sociale dello sport, in particolare il ruolo che esso assume nel forgiare l’identità e nel ravvicinare le persone”, invitando pertanto “gli organi dell’Unione Europea a prestare ascolto alle associazioni sportive laddove trattino questioni importanti che riguardano lo sport”. 1999-2000 – La Relazione di Helsinki sullo Sport [1999] e le Conclusioni allegate al Trattato di Nizza [2000], in cui l’Unione Europea esprime l’importanza del mantenimento del ruolo sociale dello sport nel quadro comunitario, ruolo che è messo in discussione dall’incremento della popolarità, dall’internazionalizzazione e dallo sviluppo senza precedenti della dimensione economica dello sport. Al fine di rispettare e promuovere l’etica e la solidarietà 118 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA necessarie a preservare tale ruolo sociale, si afferma con decisione che l’Unione deve tener conto delle funzioni sociali, educative e culturali dello sport, che ne costituiscono la specificità. 2004 – Istituzione dell’Anno Europeo dell’Educazione tramite lo Sport, che sancisce, di fatto, il ruolo di centralità della pratica sportiva nel processo educativo e formativo del bambino, come adulto-cittadino del domani. 2007 – Pubblicazione del Libro Bianco sullo Sport dell’Unione Europea, che rappresenta il primo caso in cui l’Organismo Europeo, tramite il lavoro di una Commissione competente, si occupa in modo così articolato delle questioni legate allo sport. Il testo del Libro si concentra, prima di tutto, sul ruolo sociale dello sport ma non ne trascura, per la prima volta, l’ormai acclarata dimensione economica in “dinamica e continua crescita”. 2009 – All’interno del Trattato di Lisbona viene inserito uno specifico articolo sullo sport, l’articolo 165, con cui si stabilisce che “l’Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa”. In quest’ottica “l’azione dell’Unione è intesa a sviluppare la dimensione europea dello sport, promuovendo l’equità e l’apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l’integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi”. 119 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Italia 1981 – Emanata la Legge 23 Marzo 1981, n°91, che propone i criteri di determinazione tra il dilettantismo ed il professionismo sportivo, concentrandosi per molti versi sulla parte professionistica e sulle norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti. 2008 – Il Nuovo Statuto del CONI, adottato dal Consiglio Nazionale del CONI il 26 febbraio 2008 38 , all’articolo 1 afferma che il CONI è la “autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive, intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale dell'individuo e parte integrante dell'educazione e della cultura nazionale”. Alla luce di ciò, assegna al CONI le seguenti funzioni: presiedere, curare e coordinare l’organizzazione delle attività sportive sul territorio nazionale; dettare i principi fondamentali per la disciplina delle attività sportive e per la tutela della salute degli atleti; dettare principi per promuovere la massima diffusione della pratica sportiva in ogni fascia di età e di popolazione, con particolare riferimento allo sport giovanile sia per i normodotati che per i disabili; dettare, nell’ambito dell’ordinamento sportivo, i principi contro l’esclusione, le diseguaglianze, il razzismo e la xenofobia e assumere e promuovere le opportune iniziative contro ogni forma di violenza e discriminazione nello sport; Ai sensi del Decreto Legislativo dell'8 gennaio 2004, n. 15, deliberato dal Consiglio Nazionale del CONI il 26 febbraio 2008, approvato con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 7 aprile 2008. 38 120 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA dettare, nell’ambito dell’ordinamento sportivo, i principi per conciliare la dimensione economica dello sport con la sua inalienabile dimensione popolare, sociale, educativa e culturale; dettare i principi per prevenire e reprimere l’uso di sostanze o di metodi che alterano le naturali prestazioni fisiche degli atleti nelle attività agonistico-sportive. OGGI - Competenze in materia di sport sono attribuite alla VII Commissione Parlamentare, Commissione permanente della Camera dei Deputati. La composizione dell’attuale Governo prevede un Sottosegretariato con delega allo Sport. 121 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Emilia-Romagna 2000 – La Regione Emilia-Romagna emana la Legge Regionale in materia di Sport [Legge 25 Febbraio, n°13], in cui, al primo comma dell’articolo 1, si afferma che la Regione “riconosce la funzione sociale dello sport e della pratica delle attività motorie sportive e ricreative sotto il profilo della formazione e della tutela della salute dei cittadini, dello sviluppo delle relazioni sociali e del miglioramento degli stili di vita”. Tale provvedimento ha sancito l’impegno della Regione verso il pieno e completo sviluppo della pratica motorio-sportiva da parte di tutti i cittadini del territorio. Dal 2000 – La Legge Regionale in materia di Sport ha istituito, all’interno del Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani, un Osservatorio del Sistema Sportivo Regionale, tuttora attivo. Tale organo ha la funzione di favorire la conoscenza della realtà sportiva regionale attraverso il monitoraggio della domanda e dell’offerta di sport, l’organizzazione e il coordinamento di studi e ricerche sull’attività sportiva e sugli operatori del settore. I risultati delle attività dell’Osservatorio, in accordo con gli Enti Locali, concorrono alla definizione della programmazione regionale in materia di: impiantistica; promozione delle attività e delle manifestazioni sportive; sostegno a progetti dell’associazionismo sportivo e ricreativo; formazione e qualificazione degli operatori. L’Osservatorio, in collaborazione con i Comuni, ha progettato e realizzato il portale della Regione Emilia-Romagna dedicato allo sport: ERS – EmiliaRomagna Sport. 122 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 2007 – Con la Legge Regionale 6 Luglio 2007, n°11, la Regione disciplina le modalità di affidamento della gestione di impianti sportivi di proprietà degli Enti Locali. Nel testo si afferma che “l'uso degli impianti sportivi deve improntarsi alla massima fruibilità da parte di cittadini, di associazioni e società sportive, di federazioni ed enti di promozione sportiva e di scuole, per la pratica di attività sportive, ricreative e sociali ed è garantito, sulla base di criteri obiettivi, a tutte le società ed associazioni sportive che praticano le attività a cui l'impianto è destinato”. 2008 – Con la Legge Regionale 28 Luglio 2008, n°14, la Regione emana “norme in materia di politiche per le giovani generazioni, istituendo, tra le altre azioni, un Osservatorio Regionale per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani. Il testo della Legge recepisce ed evidenzia in maniera chiara i temi della qualità della vita e dell’educazione alla salute ed agli stili di vita sani, come elementi prioritari per la comunità regionale. All’articolo 13, in particolare, la Regione “riconosce la funzione sociale delle attività motorie e sportive non agonistiche come opportunità che concorrono allo sviluppo globale dei bambini e degli adolescenti sotto il profilo fisico, cognitivo, affettivo, relazionale e sociale”. Allo stesso art. la Regione sancisce l’espresso intento di collaborare, nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi fissati, con il CONI e con l’intero sistema sportivo a carattere nazionale e locale. 2009 – La Regione Emilia-Romagna idea e propone una campagna di lotta al doping, denominata “Positivo alla salute”. Il progetto prevede una campagna di comunicazione ed informazione nelle scuole e nei luoghi dello sport, la realizzazione di un sito internet e un database sulle caratteristiche e sugli effetti delle sostanze che possono avere effetto dopante. 123 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Il progetto promuove la tutela della salute degli sportivi [giovani, amatori e dilettanti], mira a prevenire le forme di doping attraverso una corretta informazione sugli effetti dannosi delle pratiche dopanti. 2010 – Realizzazione del primo Forum Regionale dello Sport, momento di incontro e confronto sui temi di maggiore attualità ed interesse per lo sport, tra tutti i soggetti che operano nel settore a livello regionale. 124 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA 5.2 IL SISTEMA SPORTIVO IN NUMERI 125 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 1 – LA PRATICA SPORTIVA IN ITALIA ITALIA 1995 2000 incr.% 2006 Popolazione di 3 anni e più 55.301.000 55.667.000 0,66% 56.440.000 incr.% 2009 incr.% 1,39% 57.946.000 2,67% ISTAT – Praticanti sportivi in Italia – 1995 – 2000 – 2006 – 2009 NUMERO PRATICANTI SPORT 1995 2000 2006 2009 con continuità 9.843.578 11.244.734 11.344.440 12.478.000 saltuariamente 4.866.488 5.455.366 5.700.440 5.537.000 fanno qualche attività 19.521.253 17.368.104 16.028.960 16.043.000 non fanno alcuna attività 20.903.778 21.376.128 23.140.400 23.512.000 126 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA % PRATICANTI SPORT 1995 con continuità 2000 2006 2009 17,80% 20,20% 20,10% 21,50% saltuariamente 8,80% 9,80% 10,10% 9,60% fanno qualche attività 35,30% 31,20% 28,40% 27,70% non fanno alcuna attività 37,80% 38,40% 41,00% 40,60% 127 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 2 – LA PRATICA SPORTIVA NELLE REGIONI D’ITALIA DATI ISTAT 2006 Pratica Sportiva Per Regioni 128 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 3 - LA PRATICA SPORTIVA NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA SERIE STORICA DATI ISTAT – 1995 – 2000 – 2006 – 2009 EMILIAROMAGNA Popolazione ≥ 3 anni 1995 2000 incr.% 2006 3.839.936 3.887.911 1,25% 4.067.000 NUMERO PRATICANTI SPORT incr.% 2009 incr.% 4,61% 4.167.000 2,46% 1995 2000 2006 2009 con continuità 775.667 948.650 994.000 1.150.000 saltuariamente 387.834 435.446 414.000 383.000 fanno qualche attività 1.509.095 1.442.415 1.312.000 1.219.000 non fanno alcuna attività 1.163.501 1.053.624 1.339.000 1.388.000 129 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA % PRATICANTI SPORT 1995 2000 2006 2009 con continuità 20,20% 24,40% 24,44% 27,60% saltuariamente 10,10% 11,20% 10,18% 9,20% fanno qualche attività 39,30% 37,10% 32,26% 29,20% non fanno alcuna attività 30,30% 27,10% 32,92% 33,30% 130 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 4 – MODALITÀ DI PRATICA SPORTIVA PARTECIPAZIONE A COMPETIZIONI, IN PERCENTUALE SUI PRATICANTI IN ITALIA NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 131 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 5 -- L’ASSOCIAZIONISMO SPORTIVO IN EMILIA-ROMAGNA Società Sportive affiliate FSN, DSA, EPS – Anno 2009 Enti di Promozione Sportiva Federazioni Sportive Nazionali Discipline Sportive Associate Totale Società Sportive 2009 10.523 4.917 459 15.899 Serie storica delle Società FSN CONI in Emilia-Romagna 132 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA REGIONE Bologna Ferrara Forlì Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia Rimini FSN 4.917 1.061 372 372 739 522 395 467 631 358 DSA 459 101 17 57 74 29 19 74 50 38 EPS 10.527 2.440 835 1.096 1.432 1.111 644 1.007 1.244 714 133 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 6 – DIFFUSIONE DELLE SOCIETÀ SPORTIVE SUL TERRITORIO REGIONALE Numero di Società REGIONE Bologna Ferrara Forlì Cesena Modena Parma FSN 4.917 1.061 372 372 739 522 395 DSA 459 101 17 57 74 29 EPS 10.527 2.440 835 1.096 1.432 1.111 134 Reggio Emilia Rimini 467 631 358 19 74 50 38 644 1.007 1.244 714 Piacenza Ravenna LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Indice di Diffusione x 100.000 abitanti REGIONE Bologna Ferrara Forlì Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia Rimini ID FSN 112,87 108,69 103,92 95,87 107,37 120,53 138,14 121,07 121,47 111,36 ID DSA 10,54 10,35 4,75 14,69 10,75 6,70 6,64 19,18 9,63 11,82 ID EPS 241,66 249,96 233,25 282,46 208,05 256,53 225,22 261,06 239,47 222,10 135 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 7 – ATLETI TESSERATI ALLE SOCIETÀ AFFILIATE ALLE FSN SERIE STORICA 1997 – 2001 - 2009 136 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 7.BIS – ATLETI TESSERATI ALLE SOCIETÀ AFFILIATE ALLE FSN SERIE STORICA 1997 – 2001 - 2009 137 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 8 – GLI IMPIANTI SPORTIVI IN EMILIA-ROMAGNA Densità territoriale dei complessi sportivi Numero di Complessi per km2 Indice di Dotazione delle strutture sportive per Provincia 138 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Classifica delle Province per Indice di Dotazione ID complessi X 100.000 abitanti ID spazi di attività X 100.000 abitanti ID impianti X 100.000 abitanti RE 194 RE 218 RE 439 RA 161 RA 166 RA 303 FE 144 PR 161 MO 288 PR 140 FC 152 PR 285 R.E.R. 127 FE 150 PC 266 FC 126 R.E.R. 147 R.E.R. 266 PC 121 MO 146 FC 243 MO 117 PC 133 FE 216 RN 96 BO 120 RN 212 BO 94 RN 110 BO 202 139 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Tipologie degli Spazi di attività in Regione LA PROPRIETÀ DEGLI IMPIANTI SPORTIVI 140 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI 141 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 9 – I PRATICANTI ATTIVITÀ SPORTIVE IN EMILIA-ROMAGNA DATI ISTAT 1995 – 2000 - 2006 Anno Totale praticanti Attività natatorie Ginnastica, attrezzistica, danza Calcio e calcetto Sport invernali Ciclismo Tennis e altri sport con racchette Pallavolo Atletica leggera e podismo Pallacanestro Caccia Footing, Jogging Pesca 1995 2000 2006 1.133.826 1.383.941 1.448.890 215.427 344.601 213.000 292.527 308.619 264.000 241.505 276.788 203.000 126.989 164.689 97.000 132.658 134.242 141.000 156.468 113.483 72.000 92.974 99.644 67.000 61.227 91.340 83.000 72.565 69.197 40.000 43.085 45.670 16.000 40.818 42.902 34.000 39.684 30.447 29.000 142 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA TAV. 10 – INDICE DI AFFOLLAMENTO DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIA DI SPAZI DI ATTIVITÀ TAV. 11 – LA PRATICA SPORTIVA DI VERTICE 143 LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA Comitato di redazione Project leader Fabio G. Poli Coordinamento editoriale Roberto Ghiretti Giuliano Grandi Comitato di redazione Andrea Castelletti Emanuele Grisanti Paolo Piani Massimo Zanotto Hanno collaborato Sara Bove Matteo Fogacci Stefano Marchigiani Si ringraziano i Presidenti dei Comitati Provinciali CONI per la disponibilità, la collaborazione e l’impegno senza i quali la redazione di questo testo non sarebbe stata possibile. Un ringraziamento particolare a Josefa Idem e Gianni Scotti per gli spunti ed i contenuti forniti per i temi di competenza. Finito di stampare: febbraio 2mila11 Finito di stampare: Maggio 2mila11 144