Con il patrocinio di:
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Indice
1.
2.
3.
4.
5.
Introduzione
pag. 13
Scenario attuale e tendenze in atto
pag. 21
1.1 La Pratica Sportiva in Italia e nella Regione Emilia-Romagna
pag. 22
1.2 Il Sistema Sportivo nella Regione Emilia-Romagna
pag. 27
Lo sport che cambia: dal valore ai valori
pag. 38
2.1 Uno scenario in evoluzione
pag. 40
2.2 I valori sociali dello sport
pag. 44
2.3 La “governance” del Sistema Sportivo
pag. 47
2.4 Sport ed Economia
pag. 58
Il Futuro
pag. 72
3.1 Politiche concrete per lo Sport
pag. 74
3.2 Le priorità
pag. 78
3.3 Le aree di intervento
pag. 84
Conclusioni
pag. 104
4.1 Dalla Carta di Trento all’agonismo dilettantistico di massa
pag. 105
4.2 Il ruolo degli attori del sistema
pag. 109
4.3 Un obiettivo in comune
pag. 115
Appendice
pag. 117
5.1 Il quadro dei principali provvedimenti normativi
pag. 118
5.2 Il Sistema Sportivo in numeri
pag. 125
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
e-mail: [email protected]
Prima edizione: 2011
Redatto da Studio Ghiretti & Associati
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
<< "Sport" means all forms of physical activity which, through
casual or organised participation, aim at expressing or improving
physical fitness and mental well-being, forming social relationships
or obtaining results in competition at all levels>>
<< On entend par "sport" toutes formes d'activités physiques qui, à
travers une participation organisée ou non, ont pour objectif
l'expression ou l'amélioration de la condition physique et psychique,
le développement des relations sociales ou l'obtention de résultats
en compétition de tous niveaux >>
<< Si intende per “sport” qualsiasi forma di attività fisica che,
attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per
obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e
psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di
risultati in competizioni di tutti i livelli >>
Carta Europea dello Sport
[Rodi – 1992]
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
IL PUNTO DI PARTENZA
Il Presidente del CONI
Giovanni Petrucci
Questo Libro Bianco per lo Sport in Emilia
Romagna, frutto di tanti anni di esperienza e di
profonda conoscenza del settore, maturate “sul
campo” dal William Reverberi, Presidente del
Comitato Regionale CONI dell’Emilia Romagna, e dai Presidenti dei Comitati
Provinciali CONI della stessa Regione, rappresenta un’opera davvero unica nel
suo genere.
L’Emilia–Romagna è storicamente una delle regioni più “sportive” e meno
“sedentarie”
del
nostro
Paese
ed
è
anche
una
delle
regioni
dove
l’associazionismo sportivo ed il volontariato raggiungono, quanto a numeri e
capacità, un livello di particolare rilevanza.
Muovendo da un’analisi lucida ed approfondita del sistema sportivo della sua
Regione, la “squadra CONI” ha saputo ricondurre la propria realtà alla più
complessa dimensione del sistema sportivo nazionale.
Non è dunque un caso che in queste pagine, accanto all’oggettività dei “numeri”
della pratica sportiva sul territorio, affiori l’importanza della funzione sociale
dello sport e dei suoi valori e della centralità strategica della società sportiva,
intesa quale “cellula elementare” del sistema sportivo e dei processi che lo
regolano.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Proprio le società e le associazioni sportive dilettantistiche, con il loro
patrimonio di valori educativi, di formazione e di prevenzione e con la loro
capillare diffusione sul territorio nazionale, costituiscono la struttura portante
e la linfa dell’intero movimento sportivo italiano e rappresentano uno
straordinario e prezioso strumento di incontro, di socializzazione, di
aggregazione e di crescita per i nostri giovani.
L’analisi dello scenario attuale diviene allora occasione per rivolgere lo sguardo
al futuro e per ricordare che lo sport – dice William Reverberi - è “un’occasione
per tornare vicino alla gente”.
Ecco perché le strategie ed i programmi futuri dovranno necessariamente
garantire all’associazionismo sportivo, fiore all’occhiello del modello sportivo
nazionale, sostegno, spazi e risorse e dovranno prevedere una sinergia
operativa
ed
un
dialogo
costruttivo
tra
le
istituzioni
sportive,
le
Amministrazioni locali ed il mondo della scuola.
L’avere lanciato questa sfida, certamente non semplice, costituisce a mio avviso
il merito principale di questa pubblicazione, che mi piace interpretare come la
“testimonianza sportiva” dell’impegno di uomini e donne che alla causa hanno
dedicato molti anni della loro vita ed ai quali rivolgo, a titolo personale ed a
nome del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, il mio più
sincero
ringraziamento.
Giovanni Petrucci
Presidente del CONI
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il Presidente del CONI Emilia-Romagna
William Reverberi
Nel campo delle trasformazioni sociali lo sport ha
giocato e gioca, come sottolineato dalla nuova
“Costituzione Europea”, un ruolo fondamentale.
La pratica sportiva rappresenta oggi un diritto del
cittadino, un fenomeno che coinvolge la maggior parte della popolazione della
nostra Regione. Una comunità numericamente significativa che impone a tutti,
Istituzioni sportive ed Enti, di porsi in posizione di attento ascolto, con
l’impegno di fornire risposte concrete alle istanze dei cittadini. Un patrimonio
del quale, non sempre sino ad oggi, la classe politica ha saputo cogliere appieno
le potenzialità culturali ed educative.
Lo Sport è un’occasione per “tornare vicino alla gente”, un’opportunità di
promozione di stili di vita sani, così come ricordato dall’Organizzazione
Mondiale della sanità. E’ indispensabile, pertanto, garantire gli spazi e le
risorse necessarie per la corretta crescita di una pratica sportiva capace di
esplicare il proprio valore sociale, educativo, di promozione del benessere e di
prevenzione attiva. Questo processo è realizzabile garantendo ampio sostegno
al sistema dell’associazionismo sportivo che
nella nostra Regione, troppo
spesso è stato lasciato solo nell’espletamento del ruolo di unico polo educativo e
socializzante.
Assumono, quindi, centrale rilevanza le politiche che gli Enti Locali sapranno
mettere in campo, creando sinergie con il movimento sportivo ed i suoi
rappresentanti.
Il sistema pubblico nella nostra Regione è stato, in passato, fautore di un
modello di successo che ha favorito lo sviluppo di una realtà sportiva avanzata
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
per qualità e quantità di impianti, per numero di praticanti, per la forza e le
caratteristiche dell’associazionismo e delle esperienze del volontariato.
La società emiliano-romagnola si trova oggi di fronte alle grandi sfide
dell’integrazione, della solidarietà, della coesione sociale, della partecipazione e
del coinvolgimento sempre più diretto nella gestione della cosa pubblica. Il
movimento sportivo, rappresentato dal CONI, può mettere in campo forti
potenzialità, al fianco del sistema degli Enti Pubblici.
È, però, necessario credere ed investire in progettualità tese a favorire lo sport
giovanile e dilettantistico, tenendo in particolare considerazione il sostegno alle
società sportive, la qualificazione degli assetti urbani, la realizzazione di
impianti multifunzionali e, non da ultimo, il coinvolgimento di capitali privati.
Un percorso articolato che può rappresentare il programma delle politiche
regionali in tema di sport, da realizzare coniugando l’autonomia con la coesione:
attraverso il coinvolgimento del CONI, del CIP, degli Enti di Promozione
Sportiva, con il mondo della Scuola e con gli Assessorati per lo Sport, la Sanità,
il Turismo, l'Istruzione, l’Ambiente e le Politiche Sociali.
La redazione di questo testo, il Libro Bianco per lo Sport regionale, rappresenta
il punto di partenza di questo percorso, ispirato al principio della sussidiarietà
e dell’autonomia delle organizzazioni sportive, nel confronto e nel rispetto delle
competenze degli Enti Pubblici.
William Reverberi
Presidente del CONI Emilia-Romagna
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
L’Assessore Regionale allo Sport della Regione
Emilia-Romagna
Massimo Mezzetti
Ho accolto con piacere l’iniziativa del CONI
Regionale che si pone l’ambizioso obiettivo di
identificare i principi cui ispirare le politiche e le
azioni in tema di sport e ritengo che il documento proposto possa rappresentare
una base di lavoro utile per stimolare il confronto fra i vari soggetti che a
diverso titolo e con diverse competenze se ne occupano e predisporre ipotesi di
lavoro condivise.
Credo che sarà necessario coinvolgere tutti i livelli istituzionali e non che
hanno competenze in materia e tutti i settori di intervento che in qualche
misura svolgono un ruolo attinente alla stessa. Non è più possibile pensare che
lo sport sia una competenza riservata esclusivamente ai gruppi evidentemente
protagonisti della materia, ma si deve trovare, innanzitutto, la sua unità
sistemica all’interno di una dimensione variegata e complessa molto più ampia
di quella finora considerata.
Da tale confronto sarà possibile maturare proposte di interventi da attivare in
sede regionale, nazionale e, anche, comunitaria, in quanto, come è noto, il
quadro giuridico introdotto dal Trattato di Lisbona indica lo sport come settore
in cui l’Unione europea può svolgere un ruolo di supporto, di coordinamento e
di complemento dell’azione degli Stati membri al fine di sviluppare la
dimensione europea dello sport, così come delineata dal “Libro Bianco sullo
Sport” del 2007.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Occorre, pertanto, impegnarsi per raggiungere il massimo della partecipazione
e avviare un dibattito collaborativo con tutti i protagonisti, a vario titolo e
impegno, nel totale rispetto delle competenze di ognuno.
Si dovranno, inoltre, sviluppare forme unitarie di collaborazione per reperire
adeguati mezzi di finanziamento per le varie componenti del settore,
indispensabili per la realizzazione degli obiettivi che verranno individuati come
prioritari.
Massimo Mezzetti
Assessore Regionale allo Sport della Regione Emilia-Romagna
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
IL FUTURO VISTO DALLO SPORT
L’attività
sportiva
contribuisce
in
maniera
determinante alla piena espressione dell’essere
umano, come singolo ed all’interno dei gruppi
sociali elementari, in quanto rappresenta un
momento di aggregazione sociale ed uno degli
elementi
essenziali
per
l’ottenimento
ed
il
mantenimento di un sano stile di vita.
I cittadini della Regione Emilia-Romagna e più in
generale tutte le persone hanno il diritto di svolgere l’attività sportiva secondo
le loro inclinazioni, disponibilità e interessi.
Al sistema delle Istituzioni Pubbliche e di quelle Sportive è ascritto,
autonomamente e congiuntamente, il compito di garantire il pieno e costante
esercizio del “diritto all’attività fisica qualificata” da parte di tutti i cittadini,
singolarmente ed in gruppo.
Il libero esercizio di questo diritto può essere considerato un nuovo indicatore
del livello di progresso civile di una società; un sinonimo della qualità e della
quantità di impegno rivolto al cittadino da parte delle Amministrazioni e
dell’intero sistema. Tanto più è garantito l’esercizio di questo diritto, tanto più
una società potrà dirsi bene-stante, non nel senso economico ma nel senso
letterale del termine: “in buona salute”.
Questo ambizioso risultato è raggiungibile, nell’interesse del cittadino e del
miglioramento della qualità di vita di un territorio, soltanto attraverso il dialogo e
la collaborazione tra le Istituzioni Pubbliche e Sportive, nel rispetto della reciproca
“specificità”, così come sancito dalla Dichiarazione del Consiglio Europeo nel 2000.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Dall’incontro di questa molteplicità di implicazioni culturali e sociali, di cui lo
sport e l’attività sportiva rappresentano il fulcro, nasce questo Libro Bianco
regionale per lo sport. Una sfida non semplice ma necessaria a proporre una
visione contemporanea e prospettica per il fenomeno sportivo.
Provare a raccogliere le istanze di tutti i soggetti coinvolti o potenzialmente
coinvolgibili, cercare di salvaguardare i ruoli e le competenze e tracciare una
strategia che guardi al futuro, partendo dalle consapevolezze del presente e dai
processi in atto.
Per le Regioni italiane, questo rappresenterà il primo testo del genere, cui ci
auguriamo che facciano seguito, presto, molti altri che sappiano cogliere e dar
voce alle sensibilità locali in tema di promozione e qualificazione del modo di
intendere e praticare l’attività sportiva. Senza dubbio, pertanto, il Libro Bianco per
lo Sport in Emilia-Romagna reciterà un ruolo di “protagonista innovativo”,
semplicemente per il fatto di essere stato pubblicato. Eppure il vero contenuto
innovativo vorremmo che fosse nelle pagine, nelle idee, nelle proposte, tra le
righe e non esclusivamente nel dato cronologico.
Il vero dato di novità sta nel processo di concertazione culturale, che ha favorito
l’incontro delle sensibilità e delle esigenze dei soggetti coinvolti, che è stato alla base della
redazione di questo strumento che può rappresentare un nuovo modello per la
pianificazione delle politiche sportive, in Italia e non solo. Per la prima volta,
con una sistematicità sino ad oggi non ancora riscontrata, si affrontano insieme
i temi contemporanei del fenomeno sportivo, considerando congiuntamente la
prospettiva dello sport, quella della politica e quella della “società reale”.
Roberto Ghiretti
Docente Università di Parma
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
INTRODUZIONE
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
UN LIBRO BIANCO PER LO SPORT
Con la dicitura “Libro Bianco” [traduzione letterale dall'inglese “White Paper”,
utilizzata dall’Unione Europea] s’intende comunemente una relazione, un
documento di sintesi autorevole che analizzi un settore, durante un momento
storico di evoluzione, proponendo una o più strategie per guidarne la fase di
cambiamento. I White Paper vengono tradizionalmente utilizzati al fine di dare
comunicazione a tutte le parti coinvolte in un processo, per supportarle nella
definizione dei prossimi passi, secondo una linea di sviluppo condivisa.
Il Libro Bianco per lo Sport in Emilia-Romagna nasce come strumento di
analisi, ricerca e confronto. Un testo che ha l’intento di favorire il confronto
dialettico tra le parti interessate, di proporre possibili linee guida di intervento
strategico ed ipotesi di impegni in materia di sport, sul territorio della Regione.
Redatto al termine di un processo di analisi e confronto tra Istituzioni
Pubbliche e Sportive del territorio, il Libro tiene in debita considerazione i
recenti documenti internazionali ed i modelli e le tendenze in atto nello sport
mondiale. Il testo, partendo dal presupposto del “principio di specificità”
[l’autonomia dell’ordinamento sportivo da quello statale] sancito dal Libro
Bianco dell’Unione, intende valorizzare il ruolo sempre più rilevante che lo
sport riveste nelle cd. “politiche sociali”, grazie alla sua capacità di “generatore
di socialità”.
Lo sport, inteso come sistema sportivo, è la nuova “agenzia educativa”, al pari
della famiglia e della scuola, in quanto all’interno dell’esperienza sportiva si
apprendono i valori culturali-sociali-educativi di base. In aggiunta, lo sport,
inteso come attività sportiva praticata, ha l’esclusiva capacità di contribuire ad
incrementare la qualità della vita di un territorio, incidendo tanto sulla
creazione di nuove economie che sulla salute pubblica a lungo termine.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Questo testo intende rappresentare, dunque, un primo coraggioso passo verso
l’interpretazione del cambiamento in atto nei modelli di fruizione del fenomeno
sportivo. I documenti internazionali pubblicati nel corso degli ultimi anni, con
particolare riferimento a quelli nati nel contesto europeo, hanno sancito la
rilevanza del ruolo sociale dello sport. In particolare la recente pubblicazione
[11 luglio 2007] del “Libro Bianco sullo sport della Commissione delle
Comunità Europee” ha inteso definire lo sport come “un fenomeno sociale ed
economico d’importanza crescente che contribuisce in modo significativo agli
obiettivi strategici di solidarietà e prosperità perseguiti dall’Unione Europea”.
Alla luce di queste premesse
nasce il testo del Libro Bianco per lo Sport
regionale, dall’impulso del sistema sportivo territoriale, come espressione
dell’unitarietà del sistema stesso. Il Comitato Olimpico Regionale dell’EmiliaRomagna, con il pieno supporto della Regione Emilia-Romagna - Assessorato
Cultura e Sport e con il patrocinio dell’ANCI e dell’UPI, propone questo come
primo esempio di un testo a carattere regionale.
Un punto di riferimento per il mondo sportivo regionale in tema di politiche
sociali, culturali e sportive e che è il risultato di un processo di concertazione e
confronto con il territorio regionale e con le parti “sociali” e “sportive”, quale
strumento di “governo partecipativo”.
La novità dello strumento sta proprio nella scelta di coinvolgere l’intero
territorio regionale, ascoltando le istanze di tutti i soggetti interessati e
favorendo il confronto per l’individuazione di linee strategiche di sviluppo
comuni e condivise. Risultato del Libro non è, dunque, quello di proporre un
modello di governance della “cosa sportiva” mutuato da altre esperienze,
seppure efficienti o efficaci, quanto piuttosto quello di proporre ad un territorio
le linee guida e le soluzioni più appropriate in quanto elaborate proprio “nel”
territorio, durante la fase di confronto guidato.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il tasso di innovazione di questa pubblicazione sta, pertanto, nella volontà
ferma e decisa di passare dalla teoria della concertazione, necessario
presupposto, ai fatti, obiettivo ultimo del processo.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Processo di redazione
Il processo di redazione del testo regionale è partito dell’impulso del CONI
Emilia-Romagna che ha raccolto le sollecitazioni del territorio regionale,
attraverso una sistematica azione di confronto con i Comitati CONI Provinciali,
veri “collettori sportivi” all’interno del territorio.
La fase di condivisione e confronto con il sistema sportivo locale, che ha
interessato i mesi centrali dell’anno 2010, ha raccolto ed analizzato i dati
relativi alle progettualità attive in tema di sport, ai bisogni, alle problematiche
ed agli obiettivi specifici, per singola area e per l’intero territorio regionale.
Al termine
il confronto è stato allargato al sistema politico-istituzionale.
Momento principale di questa fase è stato il “Forum Regionale dello Sport”, al
quale sono intervenuti attivamente, esponendo il proprio punto di vista e le
proprie progettualità, i rappresentanti delle Amministrazioni Pubbliche locali
con competenza in tema di sport, nonché i principali Enti sportivi non coinvolti
nella prima fase di confronto.
Azione conclusiva del processo è rappresentata, appunto, dalla redazione del
testo, che raccoglie le sollecitazioni e gli spunti emersi nelle due fasi di
confronto.
Gli incontri territoriali ed il costante confronto dialettico con tutte le “parti
sportive” hanno avuto un’importanza basilare per l’individuazione delle
tematiche e dei contenuti che sono alla base del presente testo. Il percorso di
redazione non potrà, però, essere considerato completamente esaurito al
momento della pubblicazione.
Seguirà difatti una fase di comunicazione, fatta di presentazioni localizzate in
ciascuna Provincia Emiliano-Romagnola, del Libro Bianco nella sua versione
finale, finalizzata a favorire la piena conoscenza dei temi, la massima
condivisione, la discussione ed il confronto, nonché l’utilizzo del testo come
quotidiano strumento di lavoro.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Anche al termine di questa ulteriore azione, il processo di diffusione di una
cultura dello sport, avviato con la pubblicazione del testo, non potrà dirsi
completamente esaurito.
Il Libro propone, difatti, delle possibili linee guida e degli impegni concreti che
ciascuna parte interessata, singolarmente ed in sinergia, potrà valutare se ed
in che termini impegnarsi a realizzare concretamente.
Le attività di comunicazione che seguiranno serviranno a favorire che questo
testo diventi uno spunto concreto sul quale operare, tanto a livello regionale,
quanto nelle singole Province e, perfino, nei singoli Comuni, che ne potranno
trarre utili indicazioni e suggerimenti.
L’intero territorio sarà messo nelle condizioni di conoscere e disporre di questo
testo e dei suoi contenuti, come strumento di analisi e programmazione sia per
il percorso degli interventi regionali che di quelli a carattere locale sul
territorio della Regione.
Questo Libro Bianco è, dunque, il punto di partenza di un processo che guarda
al futuro dello sport e della società.
Una fonte dalla quale attingere spunti e indicazioni per le programmazioni
degli interventi a tutti i livelli.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
1. SCENARIO ATTUALE
E TENDENZE IN ATTO
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
1.1 LA PRATICA SPORTIVA IN ITALIA E NELLA REGIONE EMILIAROMAGNA
Il quadro nazionale1
L’indagine ISTAT, pubblicata nel 2010, sull’uso del tempo libero degli
italiani2, rileva che, in Italia, sono circa 17 milioni le persone, con tre anni e
più, che dichiarano di praticare uno o più sport, pari a circa il 31% della
popolazione. Di questi il 21,50% pratica una o più attività sportiva con
continuità ed il 9,60% saltuariamente, mentre sono 16 milioni, pari al 27,70%
della popolazione, le persone che, pur non praticando uno sport specifico,
svolgono una qualche attività fisica.
I sedentari, ovvero coloro che dichiarano di non praticare sport né attività
fisica nel tempo libero, sono oltre 23 milioni, pari al 40,6% della popolazione.
La base dei praticanti continuativi e saltuari è sensibilmente aumentata tra
il 1995 e il 2000, mentre è rimasta sostanzialmente stabile tra il 2000 ed il
2009. Risulta, invece, diminuita la popolazione che svolge attività fisica senza
praticare propriamente sport.
Dal 2000 al 2005 si registra un aumento della popolazione di riferimento pari
allo 0,4%; dal dato emerge, quindi, un quadro di pratica sportiva
numericamente stabile, a fronte, però, di un decremento dell’attività fisica e
di un incremento della popolazione sedentaria. Dal 2006 al 2009, invece, si
nota un'inversione di tendenza a favore della continuità nello sport e una
riduzione della sedentarietà.
Cfr Tavola 1 – pag. 126-127.
I dati sulla pratica sportiva in Italia sono tratti dall’indagine Istat “I cittadini e il tempo libero”,
pubblicata nel 2011, in cui ampio spazio è dedicato alla rilevazione di dati sulla pratica sportiva
svolta dalla popolazione nel tempo libero.
Il campione di ricerca comprende 24.000 famiglie per un totale di circa 54.000 individui.
1
2
22
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La pratica sportiva per aree geografiche e per Regioni3
Analizzando la ripartizione dei dati rilevati per area geografica, ognuna delle
quali rivela le sue peculiarità di pratica: il Nord-est ha la quota più elevata di
praticanti sul totale della popolazione [36,5%], seguito dal Nord-ovest [33,7%],
dal Centro [31,1%] e, in ultimo, dal Sud e Isole [al 25%].
Tale variabilità è altrettanto evidente a livello regionale.
Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono le
regioni con il più alto tasso di praticanti.
Al contrario delle Regioni del Sud, delle Isole e la Liguria che si collocano al di
sotto della media nazionale.
Il profilo sportivo dell’Emilia-Romagna
La Regione Emilia-Romagna si colloca al quinto posto tra le Regioni italiane
per pratica sportiva, con + 6.1 punti percentuali sul dato nazionale, quasi
interamente collocati nella fascia “pratica continuativa” [27,6% contro la
percentuale nazionale del 21,5%].
Sensibilmente più alta della percentuale nazionale risultano, in EmiliaRomagna, anche i “praticanti saltuari” [29,2% su 27,7% nazionale].
La conseguenza di questi dati è una netta differenza nel confronto con il dato
nazionale relativo ai “sedentari”, a coloro cioè che non praticano sport né
attività fisica. Mentre il livello nazionale è il 40,6% della popolazione oltre i 3
anni di età, quello dell’Emilia Romagna si attesta al 33,3%.
Si può, dunque, affermare che l’Emilia-Romagna si colloca tra le Regioni più
“sportive” e meno “sedentarie” in Italia, con più dei due terzi della popolazione
che pratica almeno una qualche forma di attività fisica4.
3
Cfr. Tav. 2 – pag.128.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La frequenza della pratica sportiva
Elemento che caratterizza il profilo dello sportivo è il numero di mesi l’anno e il
numero di volte a settimana in cui si dichiara di praticare sport.
Considerando il numero di mesi in cui complessivamente si pratica sport a
livello nazionale, emerge che quasi la metà degli sportivi pratica per 10-12 mesi
l’anno, il 28,3% per 7-9 mesi l’anno, il 23,4% pratica meno di 7 mesi l’anno, il
15,2% per 4-6 mesi e l’8,2% per 1-3 mesi.
La parte più rilevante dei praticanti emiliano romagnoli svolge attività
sportiva per 7-9 mesi l’anno [33,1% rispetto al 28,3% nazionale]; mentre per 1012 mesi i praticanti scendono rispetto al dato nazionale [44,8 rispetto al 46,7%
nazionale].
Riguardo poi al numero di volte in cui si pratica sport a settimana, in EmiliaRomagna è più basso, rispetto alla media nazionale, il livello di coloro che
praticano sport una volta a settimana [17,5% rispetto al 22,4%], mentre è più
alto il livello di coloro che praticano una o due volte a settimana [58,6% rispetto
al 54,1%] e più di due volte a settimana [23,1% rispetto al 22,4%].
Le modalità di pratica sportiva5
Riguardo alle modalità di pratica, risulta che in Italia il 25,5% dei praticanti
prende parte a competizioni ufficiali, il 10,9% partecipa a competizioni non
ufficiali, mentre il 62,3% non partecipa a competizioni.
In questo contesto, l’Emilia Romagna si discosta in maniera evidente dal dato
nazionale, poiché ben il 30,0% dei praticanti partecipa a competizioni ufficiali
[+4,5], mentre è più bassa la quota di coloro che partecipano a competizioni non
ufficiali [-1,4] e di coloro che non partecipano ad alcuna competizione [-2,5].
4
5
Cfr. Tav. 3 – pag.129-130.
Cfr. Tav. 4 – pag.131.
24
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Le motivazioni
Passando ad analizzare alcuni aspetti descrittivi della pratica sportiva per
quanto concerne le ragioni che inducono i soggetti a praticare sport e i luoghi
dove viene praticato, emerge che le motivazioni prevalenti sono la passione o il
piacere, seguite dal mantenersi in forma e dallo svago. Anche la diminuzione
dello stress costituisce un fattore di stimolo molto importante, al quale seguono
la possibilità che lo sport offre di frequentare altre persone, i valori che lo sport
trasmette, il contatto con la natura e le potenzialità terapeutiche.
Tra i motivi prevalenti per cui, al contrario, non si pratica sport, al primo posto
viene addotta la mancanza di tempo, seguono la mancanza di interesse, l’età, la
stanchezza/pigrizia, i motivi di salute e familiari, i problemi economici.
Residuale è la quota di coloro che indicano tra le motivazioni la mancanza di
impianti o la difficoltà a raggiungerli [3,1%] e gli orari scomodi degli impianti
[1,7%].
Rispetto a questo quadro l’Emilia-Romagna si discosta significativamente dal
dato nazionale per alcuni aspetti della non pratica.
È infatti decisamente più bassa l’influenza della mancanza di impianti [1,1%] e
dei motivi economici [3,2%], mentre è leggermente più alta l’influenza dei
motivi di salute, dell’età e della mancanza di interesse.
I luoghi dello sport
Riguardo i luoghi della pratica sportiva, infine, risulta che il 61,5% degli
sportivi utilizza impianti sportivi al chiuso [palestre, piscine coperte, campi da
tennis coperti] e il 43,3% impianti sportivi all’aperto [campi da calcio e simili,
piastre polivalenti all’aperto, piste per lo sci alpino, ecc.].
25
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Sono invece il 17,2% gli sportivi che svolgono la loro attività in spazi all’aperto
attrezzati [piste ciclabili, percorsi di sci di fondo, percorsi vita], mentre il 29,4%,
pratica sport in spazi all’aperto non attrezzati [mare, montagna, lago, boschi,
parchi].
Infine, il 3,9% degli sportivi ha dichiarato di praticare sport in casa.
I praticanti sportivi dell’Emilia-Romagna si caratterizzano per un minor
utilizzo degli impianti sportivi all’aperto [-4,4] e un utilizzo leggermente
maggiore di impianti sportivi al chiuso [+0,9], spazi all’aperto attrezzati [+1,2]
e spazi all’aperto non attrezzati [+1,7].
Praticanti e Enti sportivi
Per quanto riguarda il rapporto tra praticanti sportivi e organizzazioni sportive,
il 69,7% dei praticanti italiani dichiara di essere iscritto o tesserato a
Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate o Enti di
Promozione Sportiva rispetto ad un 28,9% che non si iscrive/tessera. Sotto
questo aspetto, l’Emilia Romagna presenta differenze sensibili rispetto al dato
nazionale: gli iscritti/tesserati sono il 73,6% dei praticanti rispetto al 25,3% di
non iscritti/tesserati.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
1.2 IL SISTEMA SPORTIVO NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Conoscere il Sistema Sportivo Territoriale
Il
Sistema
Sportivo,
dato
dall’insieme
formato
da
associazionismo,
impiantistica e praticanti, è una realtà estremamente complessa, articolata e in
continua evoluzione, per lo più poco nota nel dettaglio.
Lo sforzo compiuto, dal 1996 in poi, dal CONI dell’Emilia-Romagna in stretta
collaborazione con il Servizio Sport della Regione Emilia-Romagna per
realizzare un efficace Osservatorio del Sistema Sportivo Regionale che fornisca
una base informativa per quanto possibile esaustiva comincia ad avere una
forma compiuta con la realizzazione della Banca Dati dell’Impiantistica
Regionale e dell’Anagrafe dell’Associazionismo Sportivo.
L’Associazionismo Sportivo in Emilia-Romagna7
Nel Sistema Sportivo Territoriale della Regione Emilia-Romagna, l’attività di
supporto alla pratica sportiva fornita dalla rete delle più di quindicimila
Società Sportive, costituisce un fondamentale tassello di collegamento tra
domanda e offerta di sport e rappresenta il tessuto connettivo-organizzativo di
base che ha permesso, storicamente, e permette, tuttora. a milioni di cittadini
di praticare attività sportiva secondo le proprie inclinazioni, esigenze e
disponibilità.
La Banca Dati della Coni Servizi S.p.A. fornisce, per il 2009, un numero
complessivo di Società Sportive nella Regione Emilia-Romagna pari a 15.899
unità, delle quali 10.523 affiliate agli Enti di Promozione Sportiva (EPS), 4.917
6
7
Anno del censimento nazionale dell’impiantistica sportiva condotto da CONI, ISTAT e Regioni.
Cfr. Tav. 5 – pag.132-133.
27
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali (FSN - CONI) e 459 alle Discipline
Sportive Associate (DSA - CONI)8.
La serie storica dei dati forniti dai rilevamenti condotti dal 1981 dal CONI
evidenziano, per le società sportive affiliate FSN, una forte crescita fino al 1991
seguita da un decremento continuo fino al 2003 per registrare, poi, una ripresa
nel 2009
Confrontando il numero totale delle Società Sportive affiliate alle FSN e alle
DSA nel 2009 con i corrispondenti dati del 1997, si rileva un evidente
decremento, ancorché non particolarmente significativo in termini assoluti
considerato che si passa dalle 5.622 Società del 1997 alle 5.376 del 2009, in
termini percentuali pari a -4,38%.
Se però si rapportano questi dati all’incremento della popolazione residente
verificatosi nello stesso periodo in Regione, le valutazioni cambiano.
Infatti, prendendo in considerazione l’Indice di Diffusione (ID = numero di
Società x 100.000 abitanti), si evidenzia che da un ID pari a 142,71 nel 1997 si
scende a un a un ID pari a 123,41 nel 2009: in percentuale -13,52%.
Tale decremento si riscontra in maniera diffusa in quasi tutte le Provincie, con
un massimo nella Provincia di Forlì-Cesena, dove si registra un crollo dell’ID
da 188,84 a 110,56 (-41,39%), e un minimo nella Provincia di Ravenna, dove
l’ID passa da 148,33 a 140,25 (-5,45%).
In netta controtendenza va la Provincia di Rimini, dove si deve rilevare un
incremento del numero delle Società che, nel periodo considerato, passano da
222 a 396 (+78,38%) con un ID che passa da 83,75 a 123,16 (+47,08%).
Nello stesso intervallo di tempo si registra un andamento fluttuante, ma non
proporzionale, del numero di atleti tesserati, che registrano un minimo proprio
nel 2009.
La Banca Dati della Coni Servizi, fornendo un elenco di nominativi, permette di contare il numero
delle Società affiliate alle singole FSN, DSA e EPS, ma non rileva eventuali affiliazioni multiple.
8
28
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Le ragioni di un simile andamento sono molteplici, ma tra queste sono
probabilmente da individuare quelle relative a un progressivo affinamento
delle rilevazioni e un costante incremento dell’offerta di pratiche sportive
nell’ultimo ventennio, specie da parte degli EPS, nonché l’espandersi della
quota di cittadini che praticano sport in forma destrutturata.
La diffusione delle società sportive sul territorio regionale 9
I dati del 2009 relativi alla presenza di società sportive nelle varie Province ci
rappresentano un quadro della loro diffusione sul territorio regionale
relativamente omogeneo rispetto all’Indice di Diffusione regionale .
Per quanto riguarda le società sportive affiliate FSN, tolto il picco superiore
della Provincia di Piacenza (ID = 138,14) e quello inferiore della Provincia di
Forlì-Cesena (ID = 95,87), le altre Provincie registrano un ID compreso tra 104
e 121, a fronte di un ID regionale di 112,87.
Una diffusione territoriale altrettanto omogenea si riscontra anche per le
società sportive affiliate EPS, anche se con incidenza diversa per Provincia.
Infatti il massimo si tocca nella Provincia di Forlì-Cesena col l’ID pari a 282,46,
il minimo in quella di Modena con l’ID pari a 208,05, mentre le altre Provincie
registrano ID compresi tra 222 e 261, a fronte di un ID regionale di 241,66
Meno omogeneità si riscontra invece nella diffusione delle società sportive
affiliate DSA, dove troviamo la Provincia di Ravenna che si distacca
nettamente con un ID pari a 19,18, seguita da Forlì-Cesena con14,69 e le altre
provincie con ID che varia da 11,82 a 4,75 (Ferrara) 10.
Cfr. Tav. 6 – pag.134-135.
Le elaborazioni provengono dal “Progetto Anagrafe delle Società Sportive” sviluppato dal CONI
dell’Emilia-Romagna nel 2009.
9
10
29
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La diffusione delle discipline sportive
Prendendo in considerazione l’Indice di Diffusione delle Società Sportive di ogni
Federazione Sportiva Nazionale nella Regione per l’anno 2009, si può
ponderare un quadro delle discipline sportive più praticate in forma strutturata
e organizzata.
Come prevedibile, il gioco del calcio fa la parte del leone (ID = 23,55), seguito
dalla pallavolo (10,44), la pesca sportiva e attività subacquee (8,38), la
pallacanestro (7,78), il ciclismo (5,95) e il tennis (5,74). Con ID tra4,99 e 1
troviamo sedici discipline, dall’atletica leggera al tiro con l’arco, mentre le altre
ventuno discipline registrano un ID inferiore a uno.
La diffusione dei diversi Enti di Promozione Sportiva
Per quanto riguarda gli Enti di Promozione Sportiva11, è possibile valutare la
loro diffusione sul territorio regionale in base al numero di società affiliate a
ciascuno di questi, senza però poter fare, al momento, alcuna considerazione
sulle attività sportive praticate, in quanto ogni EPS annovera società dedite a
molteplici discipline.
Dal confronto degli Indici di Diffusione per 100.000 abitanti, emerge che al
primo posto si pone la UISP con ID pari a 95,52, seguita dal CSI (64,92), AICS
(25,55), ASI e CSAIn (tra 10 e 11). Gli altri 8 Enti presenti in regione hanno un
ID inferiore a 10.
L’analisi dei dati relativi agli EPS deve seguire un criterio differente da quello esposto per le
FSN perché le società di ogni EPS operano su un ampio ventaglio di discipline sportive e inoltre
non è possibile assegnare un valore univoco ai numeri proposti in quanto molte società risultano
affiliate a più EPS e, contestualmente , a una o più FSN e inoltre, negli elenchi, disponibili, si
riscontrano numerose possibili ripetizioni di nominativi (acronimi invece di nominativi estesi,
abbreviazioni, ecc.)
11
30
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Gli atleti tesserati alle FSN12
In base al monitoraggio compiuto dal CONI Regionale nel periodo 2009-2010
sulle società affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali, è possibile avere per
la maggior parte di queste un quadro aggiornato della quantità di atleti
tesserati in Emilia-Romagna. L’insieme di tutti i tesserati alle FSN in EmiliaRomagna arriva a un totale di 220.160 atleti.
Tra le 5 FSN che contano più di 10.000 tesserati, il primato spetta alla
Federazione Italiana Gioco Calcio, con 32.154 tesserati, seguita da FIPSAS
(30.909), FIPAV (28.158), FIP (12.857) e FIDAL (12.095).
Sono 11 le FSN che rientrano nella fascia da 5.000 a 9.999 atleti tesserati, dalla
FISE (9.857) alla FIN (5.548), mentre tutte le altre 24 FSN, dalla FCI (4.460)
alla FISN (11). registrano meno di 5.000 atleti tesserati.
Il dato totale evidenzia un calo del 20% rispetto al totale del 2001 (274.930),
andamento che però non è omogeneo tra tutte le Federazioni.
Infatti, dal
confronto tra i dati del 2001 e quelli del 2009, si rileva che delle 17 FSN che
hanno incrementato il numero di società, 12 di queste hanno visto crescere
anche il numero di tesserati mentre 5 hanno subito un decremento di tesserati.
Si rileva inoltre che, nel periodo considerato, 3 FSN non hanno variato il
numero di società ma hanno incrementato il numero di tesserati, 17 FSN
hanno subito un decremento del numero di società e, di queste, 6 hanno però
incrementato il numero di tesserati, mentre 11 hanno subito anche un
decremento di tesserati.
In questo quadro generale si evidenzia che la Federazione Italiana Danza
Sportiva (FIDS), passata nel 2001 da DSA a FSN, registra il maggior
incremento sia di società (+420%) sia di tesserati (+1.120%), mentre
l’andamento peggiore lo registra la FIGH con il più forte decremento sia di
società (-79%) sia di tesserati (-92%).
12
Cfr. Tav. 7 – pagg.136-137.
31
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Gli impianti sportivi in Emilia-Romagna13
In termini numerici, la Regione può vantare una buona dotazione di strutture
sportive, superiori alla media nazionale, il 77% delle quali è stato realizzato
prima del 199014.
Infatti, sul territorio regionale risultano attualmente attivi e variamente
distribuiti tra le Province:
complessi sportivi;
6.273 impianti sportivi;
15
11.325 spazi elementari di attività .
Cfr. Tav. 8 – pagg.138-141.
I dati di seguito riportati sono ricavati dal DB Regionale e elaborati dal Comitato Regionale
CONI Emilia-Romagna.
15 Spazio di attività: ogni singola superficie o vasca dove si pratica una o più disciplina sportiva
(spazio monovalente o spazio polivalente) con esclusione di spazi, superfici e ambienti accessori.
13
14
32
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Una prima indicazione sulla distribuzione dell’impiantistica sportiva sul
territorio regionale ci viene fornita dal rapporto tra numero di complessi
sportivi e le dimensioni del territorio servito.
L’analisi di questi rapporti ci indica come la Provincia di Rimini abbia la più
alta densità di complessi sportivi, più che doppia rispetto alla densità regionale,
le province di Ravenna, Reggio Emilia, Modena e Bologna siano al di sopra del
dato regionale e tutte le altre al di sotto.
Al fine di valutare più correttamente l’offerta di strutture per lo sport delle
singole Province il parametro maggiormente indicativo appare l’Indice di
Dotazione che rapporta il numero di strutture alla popolazione residente di
ogni territorio (ID = numero di strutture x 100.000 abitanti).
Sulla base di questi Indici si compone un quadro significativo della reale
dotazione impiantistica delle singole province e la loro collocazione relativa nel
panorama regionale, da cui si evince che le Province di Reggio Emilia e
Ravenna sono le più dotate di strutture per l’attività sportiva e le Province di
Rimini e di Bologna le meno dotate
Se, in particolare, si focalizza l’analisi sui dati relativi allo Spazio di Attività
[che è l’elemento strutturale che definisce l’effettiva capacità di risposta
dell’impianto sportivo alla domanda di pratica] è possibile valutare meglio la
potenzialità di offerta espressa dai singoli territori provinciali. Rileggendo il
dato, alla luce di questa prospettiva, l’analisi cambia di molto rispetto alla
considerazione dei soli numeri assoluti.
Difatti, una graduatoria delle Province realizzata in base all’ID di spazi per
l’attività sportiva presenta, a dato decrescente, il seguente ordine: Reggio
Impianto sportivo: l’insieme di uno o più spazi di attività dello stesso tipo che hanno in comune
strutture accessorie (spogliatoi, servizi igienici, aree libere, spazi per il pubblico) e infrastrutture
pertinenziali.
Complesso sportivo: l’insieme di uno o più impianti sportivi contigui, aventi in comune elementi
costruttivi, spazi accessori e infrastrutture.
Il caso limite è costituito da un singolo spazio isolato, che viene contemporaneamente considerato
impianto e complesso.
33
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Emilia, Ravenna, Modena, Parma, Piacenza, Forlì-Cesena, Ferrara, Rimini e
Bologna.
Un’ulteriore approfondimento su come si articola l’offerta territoriale di
strutture per lo sport per le diverse discipline è dato dall’analisi dalla tipologia
degli Spazi di Attività che compongono il quadro regionale.
Dalla lettura dei dati, emerge che le tipologie di spazio più diffuse sono i campi
da calcio e da calcetto, le palestre e i palazzetti sportivi e i campi polivalenti
all’aperto, con una incidenza percentuale del 62% sul totale.
Il loro ID varia da provincia a provincia, ma si può evidenziare che i campi da
calcio e calcetto hanno sempre la prevalenza, con l’eccezione della Provincia di
Modena dove la tipologia di Spazio di Attività più diffusa è rappresentata dalle
Palestre e Palazzetti dello Sport.
Proprietà e gestione degli impianti sportivi
Nella Regione Emilia-Romagna la maggior parte delle strutture per lo sport è
di proprietà di Enti Pubblici territoriali (Comuni e Province), mentre circa un
terzo del totale risulta di proprietà privata.
Dall’analisi dei dati relativi al tipo di gestione, si riscontra che solo il 21% delle
strutture sportive è a gestione pubblica, il che significa che meno di un terzo
degli impianti pubblici è gestito direttamente dall’Ente Pubblico proprietario.
Va sottolineato che, la maggior parte delle strutture di proprietà pubblica che
risultano gestite da soggetti privati sono, in effetti, affidate alla gestione di
associazioni o società sportive dilettantistiche che, in particolare modo per i
cosiddetti impianti “di base”, ne garantiscono un utilizzo secondo logiche di
utilità sociale.
34
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Questo indirizzo è stato istituzionalizzato dalla Legge Regionale 11/2007
sull’affidamento in gestione degli impianti sportivi di proprietà degli Enti
Locali, che, al comma 3 dell’articolo 2, recita: “Gli enti locali che non gestiscono
direttamente gli impianti sportivi ne affidano la gestione in via preferenziale a
società ed associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva,
associazioni di discipline sportive associate e federazioni sportive nazionali ”.
I praticanti attività sportive in Emilia-Romagna16
Dal 1995 l’ISTAT ha condotto rilevamenti quinquennali sulla propensione degli
italiani a praticare attività sportive sia in maniera continuativa che saltuaria o
occasionale.
Il quadro descritto dalle rilevazioni ISTAT evidenzia un numero di cittadini e
cittadine della Regione che dichiarano di praticare sport superiore di circa
cinque volte rispetto al numero di tesserati FSN e DSA.
Il numero di praticanti cresce dal 1995 (2.652.000 unità pari al 70,5% della
popolazione residente) al 2000 (2.964.000 pari al 74,5%) per poi calare nel 2005
(2.724.000 pari al 67,8%).
È singolare notare che al decremento individuato dal 2000 al 2005 corrisponde
un significativo incremento della popolazione residente in Regione, dovuto
principalmente alla immigrazione dall’estero.
Sembra ragionevole ritenere che tale decremento possa essere ricondotto a due
significative variabili: la scarsa propensione della popolazione immigrata alla
pratica sportiva e il tendenziale invecchiamento della popolazione autoctona,
dovuto ad un tasso di natalità tendente allo zero e, parallelamente,
all’allungamento della speranza di vita.
16
Cfr Tav. 9 – pag.142.
35
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Le attività sportive maggiormente praticate in maniera continuativa o
saltuaria risultano essere, nell’ordine, le attività da palestra (ginnastica,
attrezzistica, danza, ecc.), le attività natatorie in piscina e le attività calcistiche
(calcio e calcetto), rispettivamente dal 36,50%, 16,25% e 13,20% dei praticanti.
Spazi di attività e numero di praticanti17
Il panorama che emerge prendendo in esame i dati sulla pratica sportiva in
Emilia-Romagna forniti dall’indagine ISTAT del 2005 e rapportandoli con il
numero di spazi disponibili per le attività sportive praticate, fornisce un dato,
ancorché puramente indicativo, sulla effettiva rispondenza tra offerta e
domanda di sport nella regione.
Anche considerando solo i cittadini che dichiarano di praticare sport con
continuità, escludendo quindi chi fa attività fisico/sportiva saltuariamente o
solo qualche volta, il risultato è abbastanza significativo nel fornire
un’indicazione su quello che definiremo l’Indice di Affollamento 18 degli spazi di
attività di cui è dotata la regione.
Prendendo in esame le discipline più praticate, con esclusione dello sci e del
ciclismo per mantenere l’omogeneità dei dati, vediamo che l’Indice di
Affollamento maggiore compete alle vasche natatorie, seguite dalle piste per
l’atletica, i campi polivalenti al chiuso e all’aperto, i campi da calcio e calcetto, i
campi da tennis e, a seguire, gli altri spazi. L’indicazione che emerge da questa
pur sommaria analisi è che le attività sportive in acqua, che rappresentano il
settore al secondo posto come numero di praticanti, sono quelle che registrano
il maggior Indice di Affollamento ossia, all’inverso, la minore disponibilità di
spazi per le attività in acqua.
17
18
Cfr Tav. 10 – pag.143.
Numero di praticanti su numero di spazi di attività.
36
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La pratica sportiva di vertice19
Nel confronto con la pratica di base, appare opportuna una breve rassegna sul
vertice del fenomeno sportivo in Emilia-Romagna, tra le Regioni più
rappresentate nei principali campionati agonistici degli sport di squadra 20.
Calcio: tre squadre regionali in Serie A [Bologna, Cesena e Parma]; tre squadre
nel Campionato di Serie B [Modena, Piacenza e Sassuolo]21.
Pallavolo maschile: tre squadre nella massima serie [Forlì, Modena e Piacenza];
due squadre nel campionato di A2 [Reggio Emilia e Ravenna] 22.
Pallavolo femminile: due squadre nel campionato di A1 [Modena e Piacenza];
due formazioni in A2 [Forlì e Parma]23.
Pallacanestro maschile: una formazione nella massima serie [Bologna]; addirittura
cinque Società in A2 [Ferrara, Forlì, Imola, Reggio Emilia e Rimini]24.
Pallacanestro femminile: due formazioni nella Serie A1 [Faenza e Parma] su
dodici; quattro società su ventotto [Bologna, Borgotaro, Cervia, Vigarano] in A2.
Rugby: due squadre, “Crociati” e “Gran Ducato” entrambe di Parma, nel
Campionato di Eccellenza25.
Cfr. Tav. 11 – pag.143.
Sport mappati: calcio maschile, pallavolo maschile e femminile, pallacanestro maschile, rugby
maschile.
21 La percentuale di squadre emiliano-romagnole sul totale delle squadre di Serie A di Calcio è del
15%, mentre sul totale della Serie B è del 14%.
22 Le formazioni della Regione costituiscono il 21% del totale delle squadre della A1 e il 12% di
quelle di A2.
23 In A1 le Società della Regione rappresentano il 17% del totale e in A2 il 14%.
24 La percentuale di squadre emiliano-romagnole sul totale delle squadre di A1 è del 6%, mentre sul
totale della A2 è addirittura del 31%.
25 le squadre rappresentano il 20% del totale delle formazioni che partecipano al massimo
campionato del rugby nazionale.
19
20
37
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
2. LO SPORT CHE
CAMBIA:
DAL VALORE
AI VALORI
38
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
“Grazie al suo ruolo nell’istruzione formale e non formale, lo sport
rafforza il capitale umano dell’Europa: i valori veicolati dallo sport
aiutano a sviluppare la conoscenza, la motivazione, le qualifiche e
la disponibilità a compiere sforzi personali […] principi come la
correttezza, l’osservanza delle regole del gioco, il rispetto degli altri,
la solidarietà e la disciplina rafforzano la cittadinanza attiva”.
[…]
“Lo sport è un settore dinamico e in rapida crescita, il cui impatto
macroeconomico è sottovalutato, e che può contribuire agli obiettivi
di crescita e creazione di posti di lavoro. Esso può servire da
strumento di sviluppo regionale e locale, riqualificazione urbana e
sviluppo rurale. Lo sport interagisce col turismo e può stimolare il
miglioramento delle infrastrutture e l’inizio di nuove collaborazioni
per il finanziamento delle strutture sportive e ricreative”.
Libro Bianco sullo Sport dell’Unione Europea
Bruxelles, 11 luglio 2007
39
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
2.1 UNO SCENARIO IN EVOLUZIONE
Gli Attori del sistema
L’attuale
sistema
prevede
l’interazione
di
tre
categorie
di
soggetti
“sportivamente attivi”, che concorrono a definire l’offerta sportiva, ed una
categoria di soggetti “sportivamente attivi-passivi” che costituisce il bacino
della domanda di pratica motoria.
PRATICANTI
[cittadini-elettori, consumatori-clienti, praticanti-spettatori]
Enti Pubblici
Responsabilità Sociale
Prevenzione attiva e Sanità
Spesa Pubblica
Stili e Qualità della Vita
Generazione del consenso
Economia del territorio
Aziende
Responsabilità Sociale
d’Impresa
Marketing
Comunicazione
Valori ed Emozioni
Endorsement
Sport Maker
Principio di Specificità
Agenzia educativa
Rete di connessioni sul
territorio
Incremento numero di
praticanti
Economia del territorio e
Lavoro
PUBBLICI
[cittadini-elettori, consumatori-clienti, praticanti-spettatori]
Enti Pubblici ed Aziende sono soggetti “sportivamente attivi”, in quanto danno
impulso allo sport ed alla pratica sportiva attraverso iniziative, non
esclusivamente a carattere economico, di sostegno e promozione. Ciascuno di
40
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
questi due soggetti ha o può avere obiettivi diversi nel percorso di promozione.
Gli Sport-Maker sono soggetti altrettanto “attivi”, in considerazione del fatto
che erogano servizi e/o offerte sportive, legate al contesto in cui si trovano ad
operare, siano essi società, associazioni, enti sportivi, organizzatori di eventi,
gestori di impianti e così via.
Infine c’è la categoria di soggetti “sportivamente attivo-passiva” costituita dai
fruitori di sport, che può essere suddivisa in due sottocategorie: praticanti
attività sportive [parte attiva] e spettatori di eventi sportivi [parte passiva]. In
entrambi i casi si tratta dell’insieme dei soggetti destinatari delle azioni
promosse dai soggetti “sportivamente attivi”. La differenza è determinata dal
modo in cui è fruito il fenomeno sportivo.
Il processo di “de-strutturazione” dello sport
Lo sport può, a tutti gli effetti, essere definito un “fenomeno umano
contemporaneo”, nel senso che esso segue il modificarsi dei tempi, evolvendosi
alla velocità della società.
Lo sport cambia e si adatta ai modi di vivere e di comportarsi della società nella
quale è realizzato. Quando e dove le abitudini di comportamento degli uomini
cambiano, cambia anche il modo di praticare l’attività sportiva o di intendere il
concetto stesso di sport.
Alla luce di questa premessa generale si può concretamente rilevare come negli
ultimi decenni si sia registrato un processo di cambiamento nel modello di
fruizione dello sport, inteso sia come contenuto mediatico che, soprattutto,
come attività sportiva praticata.
Tale
processo
di
cambiamento
rappresenta
la
concretizzazione
della
connessione tra società e sport. I mutamenti che hanno interessato i modelli
sociali contemporanei si sono, cioè, riproposti nello sport.
41
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Ciò ha comportato che lo sport, come “fenomeno umano” si è avviato verso un
modello sempre più individuale e de-strutturato, seguendo i trend di una
società sempre più individualistica e basata su attività e modelli di
socializzazione indiretta [uno per tutti: la “rete” internet ed il bisogno di
socialità che essa esprime].
Questo fenomeno socio-culturale, che può essere definito come il processo di
“de-strutturazione” dello sport ha, di fatto, proposto un modello differente a
quello degli anni precedenti.
L’attività fisica contemporanea presuppone sempre meno la partecipazione a
competizioni “tradizionali”, a gare inserite in calendari ufficiali e, spesso, fa a
meno dell’appartenenza a società sportive.
Va sottolineato che tutto questo si verifica a fronte di un costante incremento
del numero dei praticanti coniugato con una crescita della loro competenza
tecnica in materia sportiva, grazie alla disponibilità di fonti di informazione online e di sollecitazioni e suggestioni mediatiche.
Lo sport si reinventa allontanandosi dal concetto di competizione per come,
sino ad oggi, è stato inteso e si avvicina alla dimensione personale di agonismo,
nel senso letterale di impegno verso il miglioramento, non necessariamente
della performance finalizzata alla vittoria di una gara, ma, più frequentemente,
impegno verso il miglioramento delle proprie capacità fisiche, di interazione
sociale e del proprio livello di benessere.
Il Processo di “sportivizzazione” della società civile
In tale quadro di mutamento del modo di intendere lo sport e praticare
l’attività sportiva, si registra un processo equivalente e corrispondente.
42
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Mentre, come accennato precedentemente, lo sport muta il suo significato [si
“de-struttura”], la società civile si “sportivizza", ovvero fa propri i valori di cui
lo sport è portatore e li allarga oltre la sfera semantica e concettuale dello sport
stesso.
La pratica dell’attività sportiva, infatti, deriva oggi da motivazioni ben diverse
dal passato.
Si pratica per scelta propria e ragionata, sempre meno per induzione o
condizionamenti.
Si pratica con impegno, ricercando una dimensione temporale da dedicare allo
sport sottraendola all’affollarsi di altri impegni.
Si pratica per ricercare o mantenere il proprio stato di salute o per
incrementare la propria qualità della vita.
È persa la dimensione della “piazza” come primo impianto sportivo outdoor ed
il suo valore aggregativo e sociale, sostituito dalla pratica sportiva negli
impianti al chiuso o coordinata da società sportive.
È aumentata la propensione alle pratiche di attività fisico/motorie condotte
individualmente e autonomamente, sia in ambienti attrezzati (palestre e
piscine) sia in ambienti non dedicati (strade, parchi, ambienti naturali).
È incrementato sensibilmente, d’altra parte, il numero dei praticanti ed il
valore intrinseco del praticare sport come momento educativo, culturale, etico,
di aggregazione sociale e di cura del corpo.
43
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
2.2 I VALORI SOCIALI DELLO SPORT
Sport come diritto della cittadinanza
Tutti i cittadini hanno il diritto di praticare sport secondo le proprie
inclinazioni, desideri e disponibilità. Tanto è possibile desumere interpretando
la nostra Carta Costituzionale ed il testo dei recenti provvedimenti di indirizzo
promossi dalla Comunità Europea.
L’attività sportiva contribuisce in maniera determinante alla piena espressione
dell’essere umano, come singolo ed all’interno dei gruppi sociali elementari, in
quanto rappresenta un momento di aggregazione sociale ed uno degli elementi
essenziali per l’ottenimento ed il mantenimento di un sano stile di vita.
“Come strumento finalizzato all’attività fisica a vantaggio della salute, il
movimento sportivo ha più influenza di qualsiasi altro […]. L’indubbia capacità
del movimento sportivo di favorire l’attività fisica a vantaggio della salute però
rimane spesso sottoutilizzata, e necessita di essere sviluppata” 26.
26
Libro Bianco Europeo per lo Sport, art. 2.1.
44
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
In una società evoluta praticare sport rappresenta un diritto della cittadinanza
che le Istituzioni Pubbliche devono impegnarsi a garantire, promuovendo una
offerta sportiva qualificata e sana che stimoli l’allargamento della base dei
praticanti. Questo obiettivo potrà essere maggiormente conseguito attraverso
il coinvolgimento di soggetti attuatori competenti in materia di sport, che
ispirino la propria attività a principi comuni a quelli della Pubblica
Amministrazione.
Lo “stile di vita sportivo”
L’attività sportiva deve essere messa nelle condizioni di non rappresentare un
“affare privato” che grava sulle famiglie, ma un vero e proprio diritto della
cittadinanza, meritevole di politiche e di interventi pubblici da inserire a pieno
titolo nell’ambito di un moderno sistema di welfare che allarghi il concetto
stesso di “servizio sociale”.
Promuovere uno “stile di vita sportivo” significa aver preso completamente
coscienza dell’essenzialità della pratica sportiva nella cultura contemporanea
sempre più esposta a modelli di individualismo e sedentarietà.
Impegnarsi per diffondere lo “stile di vita sportivo” significa, per il sistema
sportivo, promuovere e diffondere la cultura dell’olimpismo e non solo del
risultato olimpico a tutti i costi.
Una stretta collaborazione tra Istituzioni Pubbliche e Sportive può, con
efficacia, promuovere uno “stile di vita sportivo” per tutte le fasce della
popolazione, con il duplice scopo della introiezione permanente dei valori propri
dello sport, quali il rispetto delle regole e dell’altro, l’autodisciplina per
raggiungere uno scopo e l’integrazione “reale” tra i diversi componenti della
stessa comunità e, contemporaneamente, quello della prevenzione attiva in
campo medico-sanitario.
45
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
In quest’ottica, le Istituzioni Sanitarie e gli Enti Sportivi, attivando adeguate
sinergie, possono giocare un ruolo fondamentale nella valorizzazione della
prescrizione medica dell’attività sportiva quale vera e propria terapia,
necessaria al raggiungimento e al mantenimento di uno stato ottimale di salute,
alla stregua delle terapie tradizionali. Lo Sport si configura, quindi, a tutti gli
effetti, come un farmaco, che in quanto tale deve essere soggetto a precise
raccomandazioni mediche, prescritte da personale medico-sanitario qualificato,
specializzato in materia sportiva.
La promozione dello “stile di vita sportivo” può avere, inoltre, il supporto del
mondo imprenditoriale facendo convergere nell’interesse della cittadinanza gli
interessi delle aziende che aderiscano a logiche di responsabilità sociale o
semplicemente interessate a investimenti di autopromozione.
Salute Pubblica, Doping e Prevenzione attiva
Il doping non è un fenomeno esclusivamente legato alla pratica sportiva di
vertice. Il doping, a tutti i livelli, rappresenta un problema di rilevanza sociale
crescente di pari passo con l’allargamento della base dei praticanti sportivi.
Vanno considerati comportamenti dopanti tutti quei comportamenti che
intervengono a falsare la performance sportiva del singolo, ma anche tutte le
“scorciatoie” che minano alla radice il principio di una competizione aperta e
leale [il cosiddetto “doping amministrativo”].
Il doping costituisce un fattore demotivante per lo sport in generale, mette
quello professionistico sotto una pressione eccessiva, nuoce gravemente
all’immagine del settore e minaccia seriamente la salute degli individui.
46
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
2.3 LA “GOVERNANCE” DEL SISTEMA SPORTIVO
Gli attori della “governance” del Sistema Sportivo Nazionale
Il
Sistema
Sportivo,
dato
dall’insieme
formato
da
associazionismo,
impiantistica e praticanti, è una realtà estremamente complessa, articolata e,
come abbiamo visto, in continua evoluzione, la cui “governance” coinvolge un
gruppo articolato di soggetti:
Istituzionali [Governo, Ministeri, Regioni, Enti Locali, Scuola,
Servizi sociali,…],
Sportivi [CONI nazionale e territoriali, Federazioni Sportive, D.S.A,
Enti di Promozione, società sportive, …],
Economici [aziende, fondazioni, mondo del turismo, …].
L’interazione sinergica tra questi soggetti, all’interno di un territorio specifico,
favorisce la crescita del sistema stesso, qualifica l’offerta di sport e canalizza la
domanda verso modelli di pratica corretti e qualificati.
La “governance” nazionale ha accompagnato e guidato i cambiamenti in atto
nei modelli di fruizione ed erogazione del fenomeno sportivo. Un processo
culturale e sociale che, come anticipato, ha portato la pratica sportiva verso
una dimensione sempre più autonoma e destrutturata. Tale processo interpreta
e rispecchia il passaggio della società contemporanea dal modello collettivo a
quello individualistico, basato sull’unicità del singolo.
I soggetti sportivi del sistema hanno vissuto questo cambiamento da
protagonisti, favorendo la trasformazione attraverso il mutamento nelle
proposte presentate alla platea dei praticanti.
Chi oggi pratica attività sportiva, secondo le logiche improntate alla
dimensione “individualistica”, lo fa anche grazie all’impulso innovatore che il
sistema sportivo, nel corso degli ultimi anni, ha impresso prendendo coscienza
del cambiamento in atto.
47
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La pratica sportiva autonoma deve essere considerata una ulteriore
potenzialità di crescita per il sistema.
Come tale essa va intercettata, nei luoghi e nei modi in cui si esplica, per
canalizzarla verso il sistema di govenance che, nel contempo, deve evolvere ed
elaborare proposte adeguate.
Gli Enti Pubblici
Il sistema delle Pubbliche Amministrazioni persegue, a tutti i livelli, il fine del
miglioramento della qualità della vita di un territorio e dei suoi cittadini. Ogni
Ente, in funzione delle sue competenze, interviene per promuovere lo sviluppo
della pratica sportiva come diritto fondamentale del singolo individuo e dei
gruppi sociali fondamentali.
Il sistema pubblico si trova ad operare, in questa fase, in una situazione di
oggettiva difficoltà, determinata dalla scarsezza delle risorse disponibili.
Tuttavia, appare ormai acclarato che investire per la crescita dello sport generi
ricadute in una pluralità di settori della vita dei cittadini e sulla loro qualità
della vita, ottimizzando, nel lungo periodo, altre voci di spesa [quali, ad
esempio: la sanità pubblica, i servizi sociali per la prevenzione ed il recupero
del disagio sociale, la tutela ambientale legata alle aree sportive attrezzate, …].
Una quantificazione complessiva dei benefici potenzialmente producibili è
difficile da stimare, tuttavia i benefici generati sono innegabili sia sul piano del
risparmio della spesa pubblica che su quello della qualificazione del territorio,
dal punto di vista professionale, economico e turistico.
Il sistema degli Enti territoriali, ai sensi della riforma del Titolo V della
Costituzione, ha visto crescere la propria competenza in tema di sport, sia per
la impiantistica che per la promozione.
48
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
L’Ente Pubblico deve avvertire come obiettivo primario la promozione del
livello di sportività del proprio territorio. Per raggiungere tale scopo l’Ente può
razionalizzare le risorse a disposizione, secondo una pianificazione strategica
degli interventi e l’individuazione di interlocutori credibili ed affidabili.
La collaborazione attiva tra Enti competenti e, in particolar modo, la “interassessorilità” tra Assessorati sportivi regionali, provinciali e comunali può
rivelarsi la strategia più funzionale.
Il CONI Nazionale
L’incremento costante nella diffusione della cultura sportiva ha prodotto la
crescita nella base dei praticanti di sport nel nostro Paese. L’attuale situazione,
che può certamente essere considerata una positiva base di partenza, non è
ancora all’altezza di quella che si registra in altri Paesi del nostro o di altri
continenti 27 , con una base di praticanti prossima al 90% della popolazione
attiva.
Al “modello italiano” è stato, tuttavia, sempre riconosciuta una credibilità ed
un’immagine positive e di efficienza. Questo è stato possibile grazie alla
specificità organizzativa ed ai risultati ottenuti, in particolare, grazie alla
strutturazione del Comitato Olimpico Nazionale. Molti Paesi guardano al
CONI, difatti, come esempio di organizzazione sportiva “g-localizzata 28 ” ed
indipendente, capace di dialogare proficuamente tanto con il sistema politico
nazionale, quanto con gli Enti locali, nell’ottica della promozione dello sport e
dell’attività sportiva a tutti i livelli.
Ad esempio: nei Paesi anglosassoni o scandinavi.
S’intende con il termine “G-Local” un’organizzazione che abbia una impostazione “Globale” [cioè
pensata come sistema di coordinamento di un territorio ampio, come quello di un’intera Nazione],
ma che operi anche a livello “Locale” [attraverso una rete di soggetti rappresentativi a carattere
territoriale, come i Comitati Periferici del CONI].
27
28
49
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il CONI, nel suo ruolo di “confederazione delle Federazioni Sportive Nazionali e
delle Discipline Sportive Associate”, disciplina, regola e gestisce le attività
sportive, “intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale
dell’individuo e parte integrante dell’educazione e della cultura nazionale 29”.
Il CONI Emilia-Romagna
Il Comitato Regionale CONI dell’Emilia-Romagna rappresenta il CONI
Nazionale sul territorio della Regione e persegue gli obiettivi condivisi
attraverso la linea politica definita dal Presidente di concerto con gli organi
rappresentativi del territorio.
La cooperazione tra CONI, CIP e Sistema Pubblico regionale ha reso questa
Regione protagonista di una realtà sportiva molto avanzata per qualità e
quantità di impianti, per numero di praticanti, per la forza e le caratteristiche
dell’associazionismo e delle esperienze del volontariato locale.
Il Comitato Regionale del CONI si è impegnato, nel corso degli ultimi anni, sui
terreni delle grande sfide per lo sport del presente: l’integrazione, la solidarietà,
il rispetto e la qualità della vita. In questo percorso ha favorito la creazione di
un rapporto sempre più saldo con gli Enti del territorio, consapevole del ruolo
da essi rivestito e dall’impegno che i rappresentanti del sistema politico hanno
dimostrato.
Il quadro attuale propone nuove sfide e l’attualizzazione di quanto sin’ora
avviato. Il CONI Regionale, attraverso il confronto con i Comitati Provinciali, si
propone quale “attivatore” del processo di cambiamento.
Gli attori della “governance” del sistema sportivo dell’Emilia-Romagna sono i
protagonisti del percorso che ha portato alla redazione del presente testo.
Dal” Nuovo Statuto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Art.1, adottato dal Consiglio
Nazionale del CONI, il 26 febbraio 2008.
29
50
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il CONI Regionale ne ha promosso la realizzazione, nel suo ruolo di “collettore”
di tutti i soggetti a vario titolo operanti nello sport a carattere locale; in stretta
collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio dell’ANCI e
dell’UPI e con il coinvolgimento degli Assessorati allo sport dei Comuni e delle
Province emiliano-romagnole.
I Comitati Provinciali CONI
Il CONI è rappresentato, a livello territoriale nelle singole Province, dai suoi
Comitati Provinciali.
Tali Comitati rappresentano il “punto di contatto” più verticale del sistema
CONI con il territorio. Grazie all’impegno ed al lavoro che ciascuno di essi
sviluppa sul proprio territorio di riferimento, si concretizzano le politiche
sportive definite e condivise.
Il ruolo dei Comitati è, pertanto, fondamentale tanto nel processo di definizione
degli obiettivi strategici delle politiche sportive, quanto per la loro concreta
realizzazione territoriale, attraverso il coordinamento e la gestione di progetti,
manifestazioni ed attività sportive di ogni genere.
A ciascun Comitato si riconosce ampia discrezionalità nelle strategie e nelle
progettualità da realizzare, in considerazione del fatto che le linee guida
generali, definite assieme al Comitato Nazionale e Regionale, debbano essere
adeguate alle esigenze, ai modelli ed alle aspettative di ciascun territorio.
Proprio in considerazione di questo ruolo, il processo di redazione del presente
Libro Bianco è stato avviato favorendo il confronto con il territorio, attraverso
un programma di incontro e dialogo con i Comitati Provinciali del CONI, nel
corso del quale sono stati evidenziati i principali aspetti delle politiche e delle
dinamiche sportive a livello locale.
51
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
L’indagine sul territorio
Nel corso di questo processo di confronto il Comitato CONI regionale, nella
veste di ideatore e promotore dell’iniziativa, ha sottoposto a tutti i Comitati
Provinciali un questionario con l’obiettivo di definire i contenuti e le
caratteristiche del “fenomeno sportivo” a livello locale.
Dall’elaborazione dei risultati dei questionari e dalla fase di ascolto e confronto
delle attività dei singoli Comitati Provinciali deriva un quadro della situazione
a livello locale, che evidenzia alcuni tra i principali punti chiave per una analisi
dei processi di decisione in tema di politiche sportive:
chi interviene nel processo di elaborazione delle “politiche sportive”
a livello locale;
le aree e le attività sportive cui le “politiche pubbliche” locali si
rivolgono con maggiore attenzione;
chi sono i principali “attori” delle politiche pubbliche sportive.
Dalla fase di confronto con il territorio emergono, inoltre, le tipicità e le
strategie che ciascun Comitato promuove nel contesto di una politica unitaria
di promozione dell’attività sportiva definita a livello centrale.
Chi interviene nel processo di elaborazione delle
politiche sportive locali
Ass.culturali e del
tempo libero
2%
Ass. di
volontariato
4%
Media locali
6%
CR CONI Emilia
Enti di
Romagna
Promozione
4%
Sportiva
6%
Fondazioni
6%
Comune/Sindaco
11%
Università
8%
Dirigenti scolastici
15%
Associazioni
Sportive
Dilettantistiche
8%
Direzione
didattica
provinciale
15%
52
Assessorato allo
sport
11%
Altri assessorati
4%
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Appare, pertanto, evidente una concomitanza di interessi e di ruoli, dall’elevato
numero di soggetti citati dall’analisi. Rilevante, come ovvio, il “peso” della
Pubblica Amministrazione locale che, aggregando tutti i dati relativi, si attesta
al 26% del totale. Da segnalare, però, anche il determinante ruolo assegnato al
mondo della scuola [dirigenti scolastici + direzione scolastica locale] che
totalizza addirittura un valore pari al 30%.
Andando ad evidenziare esclusivamente l’attenzione delle Amministrazioni
Pubbliche locali nei confronti dello sport, si può ponderare il “livello di interesse”
accordato dalle stesse, in media su tutto il territorio regionale, alle differenti
aree tematiche relative al fenomeno sportivo.
Livello di interesse delle politiche pubbliche sportive per
area tematica
Grandi eventi sportivi
Sponsor e fund raising
Turismo e promozione
territorio
Professionismo
Volontariato
Formazione e occupazione
Lotta criminalità e degrado
Integrazione sociale
Infrastrutture e urbanistica
Ambiente
Salute e lotta alla
sedentarietà
Sviluppo attività ASD
Scuola, giovani, educazione
0%
Alto livello di interesse
20%
40%
60%
Medio livello di interesse
80%
100%
Basso livello di interesse
Come rilevato anche precedentemente, il volontariato e lo sport giovanilescolastico rappresentano il primo elemento di attenzione e interesse per le
politiche pubbliche verso lo sport. Al contrario, invece, ottengono un livello di
53
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
interesse minore: la ricerca di sponsorizzazioni per lo sport, l’utilizzo della
pratica come strumento di lotta alla criminalità ed al degrado e l’attenzione
alle infrastrutture ed all’urbanistica per lo sport.
Degno di nota è, infine, la quantità di interesse giudicato “alto” a proposito del
sostegno alle attività delle associazioni sportive di base ed alla educazione alla
salute ed a stili di vita corretti attraverso la pratica sportiva.
All’interno del contesto di tali “politiche pubbliche sportive”, possono essere
riconosciuti alcuni soggetti attuatori [definiti dalla ricerca “attori”], che
contribuiscono a rendere concretamente realizzati i progetti e le iniziative
promosse dalla Istituzioni Pubbliche locali.
Principali attori delle politiche pubbliche sportive
Scuola
15%
Istituzioni
Sportive
27%
Privati
12%
ASD
18%
Enti locali
28%
Oltre al ruolo degli Enti stessi spicca il ruolo del sistema sportivo che
[considerando le Istituzioni sportive + le associazioni di base] rappresenta ben
il 45% del totale dei soggetti attuatori.
54
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La centralità strategica della società sportiva
Il Sistema Sportivo italiano si basa sulla società sportiva. Essa rappresenta, da
sempre, il riferimento delle famiglie e dei singoli per praticare sport.
La cultura dello sport è fondata, a livello nazionale, sulla centralità strategica
della società, come “cellula elementare” del sistema sportivo e dei processi che
lo regolano.
La società sportiva è il centro strategico del processo di “sportivizzazione” del
territorio. Con un impegno nuovo, che vada verso le evidenziate linee di
tendenza dello sport contemporaneo, essa deve diventare anche protagonista
del processo di “de-strutturazione” dello sport. Non in contrapposizione, quindi,
con il modello di pratica sempre più autonoma e destrutturata, ma moderno
sport-maker [letteralmente “erogatore di sport”], capace di proporre al gruppo
degli interessati allo sport un’offerta adeguata alla domanda.
CIP
55
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Coniugare eccellenza e partecipazione; ovvero: tutte le azioni della società
devono essere ispirate al concetto di “eccellenza”, a tutti i livelli.
Questo è l’obiettivo perseguito da questo testo e dall’impegno del sistema
sportivo regionale. Conferire alla società sportiva un nuovo ruolo di assoluta
centralità nella “promozione umana”, nell’economia del sistema sportivo,
accreditandola come nuova “agenzia educativa”.
Percentuale non agonisti sul totale
73,00%
72,00%
71,00%
70,00%
69,00%
68,00%
67,00%
66,00%
65,00%
64,00%
1993
1995
1999
2002
2005
2008
2010
Il processo di “de-strutturazione” dello sport è stato avviato dal CONI e
dall’intera organizzazione sportiva, che ha il merito di aver promosso e diffuso
un modello di pratica sempre più ampio.
L’allargamento della base di praticanti, determinato da tale “de-strutturazione”,
ricerca oggi un soggetto capace di coordinarlo e gestirlo, secondo le nuove
logiche.
Tale soggetto può essere prioritariamente individuato nella società sportiva, un
“nuovo” modello di società sportiva, moderna ed efficiente. Alla società, come
unità “base” dell’organizzazione sportiva, spetta il compito, la “sfida”,
56
di
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
intercettarlo e fidelizzarlo. Per far ciò, essa deve far crescere il proprio livello di
competenza.
Come dimostra il grafico [elaborazione di dati di differenti fonti], la pratica
sportiva “non agonistica” o “de-strutturata” è attualmente in crescita.
Il dato parla, in maniera positiva, di un Paese che ha raggiunto livelli di
sportività rilevanti, pur tuttavia ancora lontani da quelli di Paesi di matrice
anglosassone
o
scandinava.
Molto
è
stato
fatto,
grazie
soprattutto
all’organizzazione sportiva ed alle Amministrazioni locali ed alle loro “politiche
virtuose”. Molto c’è ancora da fare, e la società sportiva gioca un ruolo
assolutamente determinante nel futuro di questo processo.
La società sportiva, e con essa i Comitati provinciali del Coni, devono diventare,
grazie alla creazione di sinergie interne ed esterne, veri e propri “centri di
competenza e di servizi” per gli sportivi del territorio.
I servizi della “nuova” società sportiva
La società sportiva rappresenta il nuovo fulcro della comunità non solo sportiva,
intesa come comunità attiva, che pratica attività motoria per il proprio
benessere. È questo il vero passaggio epocale, che sta alla base dell’intero
sistema sportivo e che costituisce il punto di arrivo del processo di
cambiamento.
Lo sport non è più soltanto un’attività complementare o marginale nella vita
del singolo, ma è diventato un elemento fondante ed essenziale della sua salute
e, quindi, della vita stessa. Ecco che in questa chiave anche l’unità alla base del
sistema, la società sportiva appunto, si adatta a questo cambiamento,
assumendo un ruolo nuovo.
57
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Cresce la quantità di tempo trascorsa dai singoli nel contesto sportivo,
rappresentato sul territorio dalle società sportive, e cresce proporzional-mente
la qualità del tempo dedicato e dei servizi.
La società sportiva diventa, allora, una nuova “Agenzia Educativa”, ovvero un
luogo ed uno spazio all’interno del quale vengono proposti modelli culturali,
educativi, appunto, nell’ottica della crescita del singolo e del sistema sociale. La
moderna società sportiva, dunque, come la famiglia e la scuola contribuisce ad
educare la comunità sociale ma, a differenza delle altre “agenzie”, la società ha
il compito di elaborare i suoi nuovi servizi. Tre le tipologie fondamentali,
improntate al massimo livello di qualità:
servizi tecnico-sportivi,
servizi socio-educativi
servizi professionali.
L’interazione tra ciascuna di queste categorie rappresenta lo spirito essenziale
della “nuova” società sportiva e ne definisce un nuovo ruolo civile di centralità
assoluta.
La società sportiva eroga, primariamente ma non più unicamente, un servizio
di natura sportiva, attraverso gli operatori che ha provveduto a formare e nello
spazio che gestisce.
Oltre ai servizi sportivi, la società deve diventare competente anche in materia
di servizi sociali ed educativi, proponendo un modello basato sui valori di cui lo
sport è portatore naturale: il rispetto [del singolo, delle regole e dell’avversario
come elemento essenziale dello sport] e l’integrazione “reale”.
La società, infine, deve contribuire a formare il proprio gruppo dirigente, in
maniera tale da renderlo adeguato alla natura dei servizi erogati, sia tecnici
che sociali, che manageriali: un gruppo dirigente sempre più dotato di
competenze e professionalità.
58
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
2.4 SPORT ED ECONOMIA
Il valore economico dello Sport
Il fenomeno sportivo nelle sue diverse espressioni ha un rilevante peso sul
sistema economico del Paese.
Lo sport spettacolo, lo sport professionistico e l’attività sportiva di base hanno
importanti ricadute economiche all’interno dei territori nei quali opera.
Gli eventi, la gestione di strutture e l’erogazione di servizi in tema di sport
producono potenziali ritorni economici per gli organizzatori, contribuiscono alla
promozione
di
un
territorio,
stimolano
l’attività
manifatturiera
nella
produzione di abbigliamento e attrezzature, contribuiscono al sostegno dei
servizi ricettivi e turistici, ma anche e soprattutto alla creazione di nuove
opportunità lavorative e professionali.
Uno studio presentato nel 2006 e citato nel testo del Libro Bianco della UE 30,
ha stimato in 407 miliardi di euro 31 il valore economico complessivamente
generato dallo sport e da tutte le attività ad esso connesse in Europa. Tale
valore corrisponde al 3.7% del PIL dell’UE per lo stesso anno.
Il settore ha, inoltre, generato 15 milioni di posti di lavoro a livello continentale;
rappresentando il 5,4% dell’intero mercato lavorativo europeo.
In Italia, una stima attendibile32 parla di un fatturato annuo del sistema sport
attorno ai 50 miliardi di euro, pari a circa il 3% del PIL nazionale annuo.
Solo per quanto riguarda i posti di lavoro nel sistema Federazioni e Discipline
Sportive Associate, i dati ufficiali, pubblicati dal CONI nel 2008, ci parlano di
926.000 operatori e 4.186.752 atleti.
Dal Testo del Libro Bianco della UE: D.Dimitrov / C. Hulmenstein / A. Kleissner / B. Moser / J.
Schindler: Die makrookonomischen Effekte des Sports in Europa, Studie im Auftrag des
Bundeskanzleramnts, Sektion Sport, Wien, 2006.
31 Per l’anno 2004.
32 Sole24Ore, 2010.
30
59
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Turismo e promozione del territorio
Lo sport può essere considerato uno strumento efficace per lo sviluppo locale e
regionale, di rigenerazione urbana e di sviluppo rurale, uno stimolo al
miglioramento delle infrastrutture pubbliche e dei servizi disponibili sul
territorio.
Tanto l’attività sportiva di vertice, quanto la pratica di base possono migliorare
l’immagine di un territorio, qualificandola ed “amplificandola” verso l’esterno.
La nostra Regione si pone al centro di un circolo virtuoso di promozione
territoriale attraverso lo sport, grazie a:
eventi e manifestazioni sportive che si svolgono “dentro” il
territorio della Regione e che favoriscono flussi turistici:
o
attivi33,
o
passivi34;
attività sportive dei club e degli atleti di vertice, rappresentativi
dell’immagine della Regione ;
atleti olimpici e paralimpici.
Il numero di coloro che si spostano per praticare o assistere allo sport [i “turisti
sportivi attivi o passivi”, appunto] è in costante crescita, data la disponibilità
crescente di tempo ed il modello di pratica che si sta affermando.
Il sistema sportivo regionale dell’Emilia-Romagna sta prendendo atto di questo
trend, elaborando un calendario sempre più articolato di offerte sportive capaci
di attrarre pubblico e praticanti.
Persone che si spostano per praticare attivamente e direttamente sport in un determinato
territorio.
34 Persone che si spostano per assistere ad eventi, manifestazioni sportive che si svolgono in un
determinato territorio, ovvero anche al seguito di “turisti sportivi attivi”.
33
60
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Dalla collaborazione tra gli Enti territorialmente competenti e le organizzazioni
sportive può nascere un programma di promozione territoriale che valorizzi
l’immagine della Regione Emilia-Romagna e la sua offerta sportiva “globale”.
La nostra Regione è, alla stregua del nostro Paese, una delle poche realtà
territoriali a poter offrire la possibilità di praticare l’intero gruppo delle attività
e delle discipline sportive: da quelle invernali a quelle estive, da quelle più
tradizionali alle maggiori tendenze in atto, da quelle outdoor a quelle indoor
negli impianti sportivi di alto livello.
61
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Sport è ambiente
L’educazione alla pratica sportiva corretta contribuisce in modo determinante
allo sviluppo di una cultura di tutela ambientale.
Occorre, allora, chiarire che la salute pubblica ha bisogno di un “ambiente”
adeguato nel quale esprimersi al meglio.
Lo sport può, dunque, contribuire allo sviluppo di una coscienza ambientale
sostenibile, attraverso una adeguata programmazione nei tre maggiori campi
di interesse:
impatto ambientale degli impianti e delle attività generate dalle
società sportive;
impatto ambientale generato dalle grandi e piccole manifestazioni
sportive;
pratiche sportive outdoor, a contatto con gli elementi naturali.
Project Financing e ruolo delle Aziende
In una situazione di generale scarsità dei fondi pubblici, il ruolo dei finanziatori
privati per lo sport si propone come uno dei temi di maggiore centralità ed
urgenza.
Il sistema sportivo nazionale e regionale è, tuttora, strettamente legato alle
forme di sostentamento derivanti dal territorio nel quale si trova a svolgere la
propria azione. Il tessuto dei piccoli investitori regge le attività sportive che le
società erogano sul territorio, contribuendo a svolgere una funzione sociale che
viene, in tal modo, sottratta al peso delle finanze pubbliche.
La responsabilità sociale delle aziende ha individuato nello sport e nella pratica
sportiva di base un media ideale per rappresentarsi e per rendersi visibile.
62
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il sistema sportivo, di concerto con le Amministrazioni locali competenti, deve
impegnarsi per proporre progetti credibili che agiscano positivamente nel
territorio e che funzionino secondo logiche sostenibili dalle aziende in maniera
trasparente e rispettosa delle regole.
Il lavoro
Le persone sono il fattore essenziale per la realizzazione di un processo di
ulteriore crescita dello sport in Italia.
Il sistema sportivo rappresenta uno dei “nuovi mercati” del lavoro. Esso è in
grado di offrire opportunità lavorative qualificate ad un numero sempre
crescente di “nuovi” professionisti, di creare posti di lavoro stabili, di allargare
le opportunità che si propongono, ad esempio, a tutti i giovani neolaureati, ivi
compresi i laureati in Scienze Motorie.
L’intero sistema sportivo nazionale avverte, difatti, un evidente bisogno di
nuove professionalità, capaci di programmare e gestire il “fenomeno sportivo”
sia dal punto di vista tecnico che da quello manageriale.
L’apporto del volontariato resta il cardine sul quale si poggia l’intero sistema
ma non può, oggi, rappresentare l’unica risposta ad una domanda sportiva così
evoluta. Lo sport e l’erogazione dell’attività sportiva hanno intrapreso, ormai in
maniera irreversibile, un processo di professionalizzazione che è strettamente
correlato all’ingresso nello sport di una dimensione economica. L’attuale società
sportiva, come prototipo del sistema sportivo, può essere considerata la
moderna metafora di un’azienda e, come tale, deve dotarsi di un management
capace e professionalmente adeguato.
Le capacità manageriali richieste possono essere ricondotte a tre categorie
fondamentali: tecnico sportiva; psicologico-relazionale; strategica.
63
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Ciascuna categoria è propedeutica alle altre. L’area tecnico-sportiva attiene
alla formazione dei tecnici, alle tecniche di allenamento ed alle modalità di
erogazione dell’attività sportiva. L’area psicologico-relazionale deriva dalla
constatazione del fatto che lo sport abbia acquisito il ruolo di “agenzia
educativa” di base e che i momenti di pratica sportiva rappresentino uno dei
momenti di maggiore interazione sociale della società contemporanea. L’area
strategica,
infine,
prevede
l’acquisizione
delle
competenze
gestionali
propedeutiche allo svolgimento di tutte le attività collaterali rispetto alla parte
tecnica35.
Per ciascuna area occorre pensare a percorsi che favoriscano l’ulteriore
sviluppo delle competenze del personale operante nel sistema sportivo
nazionale, partendo dal presupposto che ciascuna di esse è fondamentale ed
inscindibile dalle altre.
Il Volontariato sportivo
Il vero motore del Sistema Sportivo Nazionale è rappresentato dall’operato del
popolo dei volontari dello Sport, un gruppo di persone che, grazie alla loro
passione e al loro impegno gratuito, hanno svolto una rilevante funzione sociale,
garantendo che il movimento sportivo potesse svolgere le proprie attività e
crescere nella società civile.
Le Istituzioni Pubbliche e l’intero sistema sportivo hanno, negli ultimi anni,
fatto affidamento sulla presenza di questa “comunità nella comunità”,
lasciando che essa curasse la maggior parte degli aspetti relativi all’avviamento
allo sport, tra cui quella delle fasce più giovani della popolazione.
35
Ad esempio: marketing, comunicazione, gestione impianti, …
64
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Attualmente in Italia la maggior parte delle attività sportive si svolge in
strutture che non hanno scopo di lucro e che si affidano al fondamentale lavoro
dei “volontari” per raggiungere i propri obiettivi.
Queste strutture beneficiano di aiuti pubblici o del supporto economico delle
aziende per poter garantire l’erogazione di un’offerta sportiva di qualità per
tutti i cittadini.
Le più recenti ricerche stimano un numero complessivo di volontari superiore
alle 100.000 unità a livello nazionale. Ovviamente il numero [si tratta di una
stima su base statistica] non può mappare nel dettaglio il fenomeno e le sue
reali proporzioni. Sulla base di queste stime è, tuttavia, possibile ipotizzare una
dimensione dell’impatto sociale generato dal volontariato sportivo in Regione.
Lo schema sotto riportato rappresenta, appunto, una proiezione delle ore
complessive di volontariato dedicate allo sport in tutta l’Emilia-Romagna.
Per questo calcolo si è partiti dal numero delle Società dell’Anagrafe Regionale
[n°15.899], stimando una media ponderata di n°8 volontari ciascuna. Così
facendo si è ottenuto un totale di 111.293 volontari sportivi in tutta la Regione.
Per ogni volontario si è, poi, ponderata una media di n°5 ore settimanali di
65
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
attività. Ne è derivato un monte ore settimanali di n°556.465. Ipotizzando,
infine, che la prestazione del volontariato si svolga per circa n°40 settimane per
anno, si è ottenuto il totale delle ore annuali di volontariato sportivo prestate
nelle Società sportive della Regione Emilia-Romagna: n°22.258.600 ore
complessive.
Se, sulla base dei dati ottenuti attraverso un processo logico approfondito,
ipotizzassimo una stima economica, potremmo calcolare l’impatto economico
potenzialmente generato dal volontariato sportivo.
Tale stima, che è naturalmente una costruttiva “provocazione”, fornisce un
quadro facilmente comprensibile del valore sociale di questa comunità di
volontari. Stimando, difatti, un valore economico ipotetico pari a 12 € per
singola ora di attività, e moltiplicando per il numero delle ore settimanali,
mensili e annuali, si ottengono i valori economici che la comunità dovrebbe
sostenere per remunerare l’attività volontaristica secondo parametri di
retribuzione comune.
66
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La Formazione
Il ruolo assunto dallo sport nel contesto sociale contemporaneo evidenzia la
necessità di nuovi profili professionali.
La figura del volontario sportivo rappresenta l’humus nel quale è cresciuto lo
sport nel nostro Paese.
La straordinaria quantità di tempo e la qualità di impegno profusa da ciascun
volontario ha garantito la crescita dell’intero sistema, oltre ad aver svolto una
evidente funzione sociale che si è positivamente ripercossa sul nostro tessuto
socio-economico ed educativo.
Oggi, tuttavia, il processo di cambiamento ha portato la società a dover avere
anche
competenze
economiche,
giuslavoristiche,
sociali,
gestionali,
di
marketing, di comunicazione e così via. La gestione dello sport è diventata
decisamente più complessa rispetto al passato e, d’altra parte, l’erogazione
dell’attività sportiva genera ricavi economici come molte altre attività.
L’attuale modello di sport richiede figure con nuove competenze professionali di
natura manageriale ed educativa oltre che tecnico-sportiva. Obiettivo del
sistema sportivo deve essere quello di proporre percorsi formativi adeguati al
cambiamento, che forniscano la conoscenza degli strumenti necessari. La
formazione è l’elemento chiave della strategia che dal modello di volontariato
porta ad un più attuale modello di “volontariato-professionale”.
La formazione rappresenta, in questo contesto che si va delineando, lo
strumento essenziale per formare le “nuove” professionalità di cui il mercato
sportivo ha bisogno, preparando i più giovani a rispondere alle esigenze
contemporanee ma anche a prevedere gli sviluppi e le tendenze dello sport dei
prossimi anni.
67
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La Scuola Regionale dello Sport
Il CONI rappresenta l’interlocutore necessario attraverso il quale passa il
processo di crescita dell’intero sistema sportivo. Tale crescita, come anticipato,
deve essere canalizzata attraverso percorsi formativi adeguati.
La Scuola dello Sport del CONI e le sue emanazioni periferiche rappresentano
il soggetto istituzionalmente competente per la formazione interna ed esterna
al sistema sportivo nazionale.
La Scuola, grazie all’esperienza dei suoi docenti e del personale che ne cura la
programmazione didattica, è in grado di fornire a tutte le categorie di target
interessate dal fenomeno sportivo percorsi di formazione pensati secondo gli
specifici livelli di competenza acquisiti.
Corsi di formazione della Scuola dello Sport
CONI Emilia Romagna
Anno 2010
Corsi strategici
13%
Corsi relazionali
19%
Corsi tecnici
68%
La Scuola Regionale dello Sport promuove la cultura dello Sport in tutte le sue
articolazioni, tracciando un percorso che, pur riferendosi agli ideali Olimpici,
tiene conto della evoluzione mondiale e del continuo progresso scientifico, che
coinvolge il sistema degli sportivi e praticanti in costante crescita. I settori di
maggiore interesse sono:
68
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Formazione
Ricerca
Documentazione.
Queste direttrici culturali orientano le azioni di sostegno e supporto
istituzionale alle Federazioni Sportive, Discipline Associate ed agli Enti di
Promozione sportiva. I processi di feed-back, inseriti in ogni attività,
permettono la crescita reciproca finalizzata alla formazione ed aggiornamento
delle varie figure professionali dello sport.
L’obiettivo alto della Scuola è di concorrere all’educazione della persona
attraverso la diffusione dei valori dello sport.
È opportuno ed auspicabile che “verso” la Scuola convergano gli impegni dei
soggetti competenti e rappresentativi del sistema sportivo, non soltanto del
CONI, a sostegno delle attività da essa svolte.
È altrettanto auspicabile che anche i soggetti esterni al mondo sportivo ma
interessati a promuovere i valori dello sport e della attività sportiva basata su
principi sani, garantiscano il proprio supporto alla Scuola come soggetto
competente per la formazione specifica nel mondo dello sport.
In questa direzione, la Scuola Regionale dell’Emilia-Romagna, d’intesa con
l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna [prot. 1107 del 27.06.08] ha
costituito un Gruppo di Lavoro composto da rappresentanti dell’Ufficio
Scolastico Regionale e della Scuola Regionale dello Sport del CONI, per
realizzare congiuntamente le attività concordate.
L’impiantistica sportiva
La Regione Emilia-Romagna, ed il resto del Paese in generale, vivono una
controversa situazione dal punto di vista dell’impiantistica sportiva.
69
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Le logiche di intervento utilizzate nel corso dei decenni passati, che hanno
coinciso con la moderna urbanizzazione delle città, hanno garantito la
realizzazione di spazi per la pratica tenendo, però, presenti criteri ed obiettivi
legati ai periodi in cui si costruiva, ai modelli di pratica allora in auge, quando
non addirittura a logiche già superate.
L’esigenza di programmare a scala sovra comunale gli interventi di
realizzazione o di riqualificazione funzionale degli impianti è stata, non di rado,
messa in secondo piano, rispetto alle richieste estemporanee delle realtà locali.
L’attuale scarsità di risorse pubbliche disponibili in tema di interventi
sull’impiantistica rende urgente la necessità di comprendere come e dove
investire in via prioritaria e come favorire la creazione di sinergie funzionali
tra Pubbliche Amministrazioni e mondo dei finanziatori privati e delle banche.
Un efficiente Osservatorio Regionale del Sistema Sportivo, i cui primi dati
hanno consentito le riflessioni operate in questo Libro Bianco, potrà contribuire
a predisporre una nuova politica di programmazione degli interventi che tenga
conto delle reali e mutate esigenze del Sistema stesso.
Il punto di partenza è la riqualificazione funzionale di un patrimonio regionale
già esistente, anche in collaborazione con soggetti privati interessati a
promuoverne il pieno utilizzo. Riqualificazione funzionale improntata a criteri
di polivalenza e multi-funzionalità degli impianti e delle aree sportive, ma
anche dei bacini di praticanti.
Solo successivamente si potrà procedere ad una pianificazione dei nuovi
interventi ed alla realizzazione di spazi di pratica ex novo.
70
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Lo Sport e i Media
Il modo di intendere e fare comunicazione ed, in particolare, il ruolo svolto dai
media ha accompagnato e guidato, per alcuni aspetti, il mutamento dello sport
e dei suoi modelli di fruizione. È, difatti, evidente che proprio i media abbiano
contribuito a rendere la pratica sportiva sempre più vicina ad una dimensione
basata sull’aspirazione, mentre lo sport di vertice veniva avviato verso un
modello di spettacolo “puro”. Tale processo, lungi dall’essere criticato o
appoggiato in questa sede, rappresenta un dato di fatto dal quale partire per
evidenziare il ruolo dei media nello sport.
Lo sport è stato utilizzato e valorizzato come contenuto dei media generalisti o
di settore. L’attuale scenario e la disponibilità di media auto-prodotti o autogestiti ha trasformato lo sport in un “mass medium”.
L’unico “vero” ed efficace mezzo di comunicazione trasversale.
Trasversale alle politiche delle Amministrazioni, alle scelte dei popoli, alle
differenze di colore della pelle, di convinzione religiosa, di razza, di lingua e
d’età. Un media pregnante di significati, valori ed emozioni, quello più capace
di essere realmente incisivo su tutti i territori.
Lo sport, come “mass medium”, rappresenta un “connettore sociale” capace di
creare relazioni stabili e positive tra la gente, nonché un “acceleratore di
relazioni”, ruolo tanto più rilevante quanto più si considera che la società
contemporanea è basata su modelli individualistici.
Nel presente è necessario che i media prendano atto di tali potenzialità, senza
negare le potenzialità di business che sottendono alla comunicazione dello
sport, ma con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un sistema, quello
sportivo, le cui logiche producono positive ricadute per tutta la comunità.
71
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
3. IL FUTURO
72
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Unire le forze …
Moltiplicare le energie
per un nuovo modello di “sistema sportivo”
Forum Regionale dello Sport
Momento di incontro e confronto sui temi del Libro Bianco per lo Sport in
Emilia-Romagna
Bologna, 9 ottobre 2010
73
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
3.1 POLITICHE CONCRETE PER LO SPORT
La gestione della “cosa sportiva” non può che essere il frutto di una
collaborazione strategica ed operativa tra le Amministrazioni Pubbliche e le
Organizzazioni sportive.
Alle Amministrazioni Pubbliche è ascritto il ruolo di favorire, nel limite delle
loro funzioni istituzionali, il benessere dei cittadini e l’incremento della qualità
della vita del territorio.
Alle Organizzazioni Sportive è demandato il compito di definire le “regole del
gioco”, nel rispetto del principio di specificità recentemente rimarcato dal Libro
Bianco della Comunità Europea.
La vigente Legge Regionale dell’Emilia-Romagna in materia di sport ha
previsto [articolo 6] la costituzione di una Consulta Regionale dello Sport, con
funzione consultiva per le attività della Giunta regionale in tema di sport, con
particolare riferimento a quelle di programmazione, tutela dei cittadini,
monitoraggio e ricerca. Tale Consulta è costituita da rappresentanti degli Enti
Locali, delle Istituzioni Scolastiche ed Universitarie, delle Associazioni
Professionali, del CONI Regionale, degli Enti di Promozione Sportiva e delle
Organizzazioni Sportive private.
Fare “sistema sportivo”
La creazione di un dialogo tra Amministrazione locale e Organizzazione
sportiva rappresenta il presupposto necessario per la realizzazione del percorso
e degli obiettivi di seguito proposti.
Fare “sistema” è il punto di partenza ma anche la strategia di realizzo delle
azioni concrete previste, nel rispetto del principio di specificità ribadito dal
Legislatore Europeo e nella consapevolezza delle competenze e dei ruoli
74
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
istituzionali di ciascuno. Fare “sistema sportivo”. Giocare insieme secondo
regole del gioco comuni, per un obiettivo preventivamente condiviso.
La “Conferenza Regionale per lo Sport”
Un ulteriore passo nel percorso rivolto a definire le politiche di intervento in
tema sportivo può essere quello di indire una “Conferenza Regionale per lo
Sport”. Una nuova entità di riferimento politico, che si ponga come naturale
interfaccia istituzionale e sportiva nella Regione.
La Conferenza Regionale dello sport avrà come obiettivo la creazione dei
contenuti di una riforma sportiva che associ al “federalismo istituzionale” un
nuovo modello di “federalismo sportivo” che:
definisca i contenuti di un protocollo CONI – Regione che sancisca il
ruolo essenziale svolto dalle Organizzazioni sportive, inserendole
nell’area dell’associazionismo di promozione sociale ed assegnando
loro un ruolo e dei compiti precisi per la promozione sociale;
orienti e definisca il complesso delle politiche sportive regionali;
sostenga
l’azione
dilettantistiche
e
delle
la
società
“politica
dei
e
associazioni
servizi”
sportive
proposta
dalle
Organizzazioni Sportive;
individui forme agevolate di finanziamento per la costruzione e la
riqualificazione degli impianti sportivi;
delinei modelli ed indirizzi condivisi per conferire omogeneità
all’impegno pubblico nei confronti dello sport.
75
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
La Legge Regionale per lo Sport
Contribuire a fornire le linee guida di una strategia condivisa per orientare il
sistema sportivo verso una dimensione contemporanea, è questo il bisogno
principale e più urgente, che si concretizza nell’opera di riorganizzazione delle
“politiche sportive” anche dal punto di vista normativo. In tale ottica, al fine di
fornire a tutti i soggetti interessati dal cambiamento un testo di riferimento che
proponga ruoli, obiettivi e dinamiche, si rileva l’urgenza improcrastinabile di
intervenire con un nuovo testo normativo a carattere regionale sulle “politiche
sportive” ai differenti livelli.
Un testo “contemporaneo”, che prenda atto dei mutamenti già avvenuti e che
sia in grado di guidare il cambiamento.
Federalismo sportivo
L’attività motoria e sportiva è un diritto dell’individuo meritevole di politiche e
di interventi pubblici,
da inserire
a pieno
titolo
nell’ambito
di
un
contemporaneo sistema di welfare.
La vigente Legge Regionale36 stabilisce gli obiettivi della Regione in materia di
sport e gli strumenti per realizzarli:
coordinamento degli interventi di politica sociale per il benessere
dei cittadini, per la diffusione della cultura della pratica delle
attività motorio ricreative e sportive;
integrazione con gli interventi relativi alle politiche educative,
formative, culturali, della salute, della tutela sanitaria e miranti al
superamento del disagio sociale;
36
L.R. del 25 Febbraio 2000, n°13, art.1, comma 2 e 3.
76
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
equilibrata distribuzione e congruità degli impianti e degli spazi
aperti al fine di garantire a ciascuno la possibilità di partecipare ad
attività fisico-ricreative in un ambiente sicuro e sano.
Tali compiti, certamente fondamentali e attuali, vanno ripensati nell’ottica del
federalismo sportivo e della specifica realtà sportiva nella quale la Regione
Emilia-Romagna si trova ad operare [così come evidenziato nel quadro
preliminare del presente Libro Bianco].
77
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
3.2 LE PRIORITÀ
Attività motorio-sportiva di base
La crescente frequenza dei casi di sovrappeso e obesità, con particolare
riguardo a quella infantile, nonché l’incremento dei disturbi cronici, quali
malattie cardiovascolari e diabete, sono riconducibili a modelli di stili di vita
errati e carenti di attività motorio-sportiva adeguata.
Tale carenza mette fortemente a rischio la qualità e l’aspettativa di vita del
singolo e rappresenta un carico notevole per i bilanci sanitari, che sarebbe
agevolmente evitabile.
È fondamentale incentivare l’attività fisica nel più alto numero possibile di
cittadini, accordando particolare impegno all’avviamento all’attività motoria
qualificata per le “nuove età”: i bambini ed i ragazzi al di sotto dei 12 anni, e gli
over 65, categoria sociale in costante crescita in termini di aspettativa di vita.
Percentuale di obesità infantile (7-11 anni)
(dati Science Actualites 2006)
35%
30%
25%
20%
24%
20%
22%
15%
20%
19%
12%
16%
10%
5%
9%
11%
9%
8%
9%
14%
13%
9%
3%
0%
Obesi
Sovrappeso
78
2%
1%
10%
1%
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
L’attenzione va ovviamente riposta, prioritariamente, nei confronti di quella
parte di popolazione che può definirsi “sedentaria”, che non svolge alcun tipo di
attività motorio-sportiva con continuità e che va educata al movimento sano e
corretto.
L’avviamento alla pratica motoria di questa categoria di soggetti deve
rappresentare una priorità sociale e deve attivare, sinergicamente, i comparti
istituzionalmente preposti ai temi della salute, dell’istruzione, delle politiche
sociali e, naturalmente, dello sport. Lo sport, inteso come “fenomeno umano”, è
alla base del processo cognitivo del bambino. In considerazione di ciò, le fasce
più giovani della popolazione devono essere poste al centro di processi di
apprendimento basati sull’interazione motorio-sportiva con i propri coetanei ma
anche con gli adulti.
Le politiche di contrasto dell’abbandono
L’abbandono dell’attività sportiva rappresenta un problema concreto e
80
70
60
50
40
30
20
10
pi
ù
e
75
65
-7
4
60
-6
4
55
-5
9
45
-5
4
35
-4
4
25
-3
4
20
-2
4
18
-1
9
15
-1
7
4
a1
no
si
11
o
sin
6
sin
o
a
a
10
5
0
3
Percentuale di Pratica Sportiva
rilevante per l’intera società italiana.
Età
1995
79
2000
2006
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Come affrontato precedentemente, dal compimento del quattordicesimo anno di
età, nella popolazione giovanile italiana inizia un trend costante ed
inarrestabile di abbandono della pratica motoria.
Tale abbandono sembra determinato dalla concomitanza di impegni cui,
secondo il modello di società contemporanea, il ragazzo viene sottoposto. Una
vita sempre più “piena di impegni” e di attività ludico-ricreative, peraltro
fondate su un modello scarsamente interattivo.
Al diminuire della percentuale di popolazione giovanile “sportiva” corrisponde
una crescita della popolazione giovanile sovrappeso o, addirittura, obesa.
Tale crescita, che porta l’Italia tra i primi Paesi del mondo nella classifica
dell’obesità infantile, deve essere contrastata attraverso politiche di diffusione
di corretti stili di vita, basati sul movimento e sull’alimentazione.
I progetti di alfabetizzazione motoria ed il mondo della scuola rappresentano il
primo approccio, per la maggior parte dei bambini, allo sport corretto ed a
modelli educativi alimentari che possono incidere, nel futuro, positivamente
sulla qualità e sulla quantità della vita del territorio.
Il mondo della Scuola e l’alfabetizzazione motoria
L’esperienza sportiva è divenuta una vera e propria “agenzia educativa”, al pari
della Scuola e della Famiglia. Tale processo è dovuto certamente ai valori che la
pratica sportiva esprime e rappresenta ma anche, operativamente, ad una
sinergia con il mondo della scuola che si è proposta come “porta d’accesso” al
mondo sportivo.
L’ambiente scolastico rappresenta l’humus
ideale nel quale promuovere i
valori di integrazione sociale, salute e cultura responsabile alle nuove
80
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
generazioni, con l’obiettivo di educarle a sani e corretti stili di vita e di
comportamento.
Lo sport si propone come strumento educativo concreto e funzionale, da
integrare nei programmi didattici in tutti gli ordini di insegnamento.
Per garantire la massima efficacia degli insegnamenti veicolati attraverso la
pratica sportiva è, però, necessario assicurare che la didattica sia sviluppata da
personale competente e qualificato, come avviene per l’insegnamento di tutte le
altre materie.
Il sistema universitario nazionale ed il CONI possono garantire la formazione
di soggetti didatticamente competenti.
Il ruolo giocato dalla scuola nell’alfabetizzazione motoria delle giovani
generazioni è fondamentale ed insostituibile. È compito di tutti i soggetti attivi
del sistema sportivo promuoverne il ruolo, attraverso l’ideazione di progetti ad
hoc e il supporto concreto e fattivo, sia in termini economici che di servizi e
know-how.
La situazione dell’Emilia-Romagna è, certamente, una situazione di eccellenza
che ha orientato l’esperienza sportivo-scolastica nazionale, fatta di esperienze
diffuse a “macchia di leopardo”.
Alcune esperienze attualmente al vaglio dei Ministeri competenti e del CONI
nazionale sono nate e cresciute sul nostro territorio e rappresentano, tutt’ora,
esperienze di eccellenza.
Recentemente il Ministero per la salute ed il Comitato Olimpico Nazionale
hanno concluso un accordo per la promozione dei progetti scolastico-sportivi che
rientra nel quadro di un impegno molto profondo e duraturo nel tempo.
La Regione Emilia-Romagna, proprio in considerazione del ruolo sin qui avuto
in questo processo, può e deve porsi come guida nel processo di diffusione dello
81
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
sport come attività didattica concretamente ed omogeneamente sviluppata in
tutte le scuole primarie e materne.
Sport e Talento
La ricerca e la valorizzazione del “talento” rappresenta uno dei cardini della
società contemporanea.
Chiunque pratichi sport, a qualsiasi livello, è animato dal desiderio agonistico
[nel senso letterale del termine] di migliorare la propria performance e di
confrontarla con quella di soggetti omologhi. L’attività sportiva è, dunque, un
momento di confronto sociale nel corso del quale emergono, come in ogni campo
della vita reale, differenze, peculiarità, limiti e talenti.
82
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il sistema sportivo, guidato dalle organizzazioni sportivi, ha alle volte
interpretato il proprio ruolo finalizzandolo alla scoperta ed all’allenamento del
talento inteso come “campione”. Obiettivo è stato, in quel caso, la medaglia
olimpica ed il risultato di eccellenza che, come tale, è riservato ad una ristretta
percentuale di popolazione.
Contrariamente a quanto si può pensare la ricerca del talento è e deve
rimanere
centrale
nel
processo
di
erogazione
dell’attività
sportiva.
Semplicemente occorre spostare l’asset dalla ricerca del “talento competitivo” a
quella del “talento socialmente responsabile”.
In tale ottica il network delle società sportive di base assume un ruolo ancora
maggiormente rilevante nell’avviare a modelli di pratica corretti e funzionali
alla salute il maggior numero di persone possibili.
Obiettivo fondamentale è fare in modo che lo sport rappresenti lo strumento
con il quale raggiungere la dimensione piena del proprio talento, non il campo
nel quale esplicarlo.
83
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
3.3 LE AREE DI INTERVENTO
Nel momento di decisione e definizione delle azioni concrete da attuare per il
futuro è basilare il confronto, il dialogo e la collaborazione tra gli Enti Pubblici
e sportivi che operano sul territorio. Il primo passo è identificare, in base alle
necessità, le aree nelle quali è necessario intervenire.
In quest’ottica, le indicazioni qui contenute sono il frutto di un processo di
condivisione che si è sviluppato nel tempo e che ha coinvolto tutte le parti
sociali interessate al fenomeno sportivo.
Suddividendo le attività sportive in categorie omogenee, è possibile proporre
una tabella riassuntiva degli obiettivi specifici individuati:
Aree di intervento
Obiettivo primario
Alto vertice
Immagine e Aspirazione
Sport olimpico
Medaglie e performance
Educare alla vittoria, alla
sconfitta, al rispetto. educare a
vivere
Sviluppo cultura sportiva e
benessere psico-fisico
Sport agonistico-dilettantistico
di massa
Sport di base
Giovani
Sviluppo del “talento
socialmente responsabile”
Scuola
Educazione alla cultura
sportiva
Università
Sviluppo della cultura sportiva
per un management di
gestione
Formazione e lavoro
Nuovi profili
Pari opportunità
Integrazione e inclusione.
Rispetto e valorizzazione del
ruolo della donna nello sport
84
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Aree di intervento
Obiettivo primario
Diversa abilità
Il ruolo dei disabili come
risorsa sociale per lo sport e
per la società
Salute e prevenzione attiva
Qualità della vita e benessere
psico-fisico
Riabilitazione
Ripristinare standard di
capacità psico-motoria
“Nuove età”
Incremento e miglioramento
dell’aspettativa di vita
Impiantistica
Piano di interventi condiviso e
funzionale
Volontariato
Passaggio al “volontariato
professionale”
Nuovi modelli
Guidare il cambiamento
Finanziamenti
Responsabilità sociale concreta
Azioni Chiave
Di seguito si propongono, per ciascuna area di intervento precedentemente
individuata, le possibili azioni chiave da realizzare attraverso la collaborazione
tra tutti i “player” interessati.
85
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
“Alto vertice” [professionismo e pseudo-professionismo]
Attraverso l’attività sportiva e la qualificazione ad un alto livello dell’offerta di
sport in Regione, si promuove il territorio verso l’esterno e si incentiva la
pratica sportiva di base.
In tale ottica il professionismo, o “pseudo-professionismo sportivo”, svolge una
funzione sociale nell’ottica della promozione turistica del territorio, attraverso
lo spettacolo di cui si rende protagonista, e dell’allargamento della base di
pratica, attraverso una dimensione “sana” fatta di valori, fair play ed
aspirazione, comune alle fasce più giovani della popolazione.
Il livello qualitativo raggiunto dalle attività sportive di “alto vertice” è il
risultato di un processo di crescita pianificata dal vertice del sistema e
realizzata dall’impegno del territorio, rappresentato dai Comitati CONI
Provinciali, dalle Federazioni e, naturalmente, dal network delle società.
È compito ed obiettivo del sistema sportivo favorire la creazione delle
condizioni più adeguate alla pratica sportiva professionistica e pseudoprofessionistica, pur con la consapevolezza che tale modello sportivo deve
fondarsi, per sua stessa natura, su logiche di autonomia economica e
finanziaria.
Sport olimpico
Per “sport olimpico” s’intende l’insieme delle competizioni di vertice, non
soltanto le edizioni dei Giochi Olimpici estivi o invernali, che rappresenta il
punto di acme della performance dell’atleta.
La medaglia, intesa come traguardo di un percorso sportivo basato su principi
di agonismo e rispetto, è il prodotto di un sistema sportivo di eccellenza. Ad
ogni “medaglia” corrisponde un movimento sportivo di base ampio e radicato,
86
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
dal quale vengono selezionati coloro che sono in grado di raggiungere il
massimo risultato sportivo.
Il sistema sportivo deve sentirsi impegnato per la creazione, sul territorio della
Regione, delle condizioni necessarie per la pratica sportiva di vertice,
finalizzata al raggiungimento dei massimi risultati, attraverso:
il sostegno agli atleti ed alle discipline cosiddette “minori”;
un piano di interventi per l’adeguamento della situazione
impiantistica per la pratica di alto livello;
la lotta alla cultura del doping ed alle pratiche dopanti;
lo sviluppo di un progetto sociale per il reinserimento degli exatleti, che preveda la riqualificazione delle loro competenze;
la previsione di un sistema culturale e sociale per la valorizzazione,
sportiva
ed
extra-sportiva,
dei
soggetti
che
non
abbiano
potenzialità sportive di vertice.
Sport agonistico dilettantistico
Valorizzare lo sport come strumento educativo per orientare i più giovani, ma
non soltanto, verso una dimensione “sana” dell’agonismo ed avvicinarli ai valori
positivi della vittoria e della sconfitta come elementi necessari dell’attività
sportiva, al rispetto delle regole, di se stessi e dell’avversario.
Lo sport dilettantistico ma con caratteristiche di agonismo [ovvero quella
attività sportiva svolta con continuità nell’allenamento e nella pratica ma
senza giungere ad essere l’attività principale per il soggetto praticante]
rappresenta uno dei momenti educativi maggiormente efficaci per i più giovani
e, come tale, ne va valorizzata la funzione sociale .
87
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Educare le nuove generazioni significa crescere uomini sani, con evidenti
benefici di salute ed economie per la comunità di domani, e rispettosi del
sistema sociale nel quale si trovano a vivere.
Da questo presupposto deriva l’impegno e la spinta istituzionale che deve
essere conferita sistematicamente ai progetti di avviamento alla pratica
motoria
continuativa.
Un
modello
di
pratica
basata
sull’agonismo
dilettantistico, ovvero: agonismo nel senso letterale del termine.
Sport di base
Valorizzare le diverse forme di partecipazione che lo sport esprime e sviluppare
sensibilità, attenzione e sostegno verso il network delle associazioni sportive
del territorio ed il volontariato che lo sostiene: questo è l’obiettivo prioritario, in
tema di promozione dello sport di base, che il sistema sportivo si propone.
Riguardo al sostegno alle associazioni sportive, è già intervenuta la Legge
Regionale 13/2000 che all’articolo 11 afferma : “la Regione, in concorso con le
Province ed i Comuni, nell’ambito della propria programmazione, a sostegno
delle attività organizzative e di coordinamento delle associazioni regionali
sportive e ricreative iscritte nel registro regionale di promozione sociale,
concede
contributi
finalizzati
a
progetti
di
promozione,
diffusione
e
organizzazione dell’associazionismo sportivo e ricreativo “.
Il sostegno all’associazionismo di base deve, oggi, prendere atto del valore della
pratica sportiva e della funzione sociale che essa esplica proprio grazie all’opera
costante e qualificata dell’associazionismo di base.
88
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il sistema sportivo deve, da parte sua:
individuare nuovi ed attuali criteri per accedere ai finanziamenti;
allargare la base dei finanziamenti disponibili, creando sinergie
con i settori della salute pubblica, del benessere, della qualità della
vita, delle “politiche sociali” e dell’urbanistica.
L’Assessorato allo Sport regionale riveste un ruolo di indirizzo e sostegno in
tema di risorse per lo sport di base ma deve coinvolgere sempre più
sinergicamente il CONI, il CIP e gli Enti di Promozione, in considerazione della
loro massima e specifica competenza per quest’area di interesse sociale. L’Ente
Regionale può fare da collettore delle risorse, rendendosi parte attiva nel
processo di concertazione con gli altri Assessorati di un pacchetto di progetti
indirizzati al mondo dello sport di base. Ai Comitati CONI e CIP, ed agli Enti
di Promozione competerà, poi, il ruolo di realizzatori delle politiche condivise
sul territorio, in collaborazione strumentale con l’Ente.
Giovani
“Ho il diritto di non essere un campione”.
Tutti i giovani che praticano sport sul territorio della Regione [e non solo]
devono godere della possibilità di accedere a forme qualificate di pratica
sportiva, adeguate alla singola fascia di età.
La governance del Sistema Sportivo deve adoperarsi fattivamente per creare le
condizioni perché siano definiti modelli di avviamento alla pratica sportiva
giovanile basati sulla ricerca di un “talento sostenibile”, ovvero improntati
all’utilizzo dello sport come strumento propedeutico alla realizzazione del
singolo “uomo del futuro”, non esclusivamente o necessariamente dentro lo
sport. Per far questo, il Sistema Sportivo deve elaborare le linee guida di
89
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
intervento, con il supporto dei soggetti culturalmente competenti: Università,
Scuola e altri soggetti rappresentativi.
Scuola
La scuola rappresenta il “primo luogo sportivo” per molti bambini e uno dei
luoghi di pratica assidua per molti giovani delle scuole secondarie di primo e
secondo grado. Intervenire nella scuola significa educare allo sport i ragazzi,
riuscendo ad entrare in relazione con tutti loro.
Primo punto d’interesse per il sistema sportivo è l’allargamento a tutto il
territorio della Regione di un programma omogeneo di “alfabetizzazione
motoria”, per garantire l’attività motoria in tutte le scuole materne ed
elementari del territorio. Il progetto, integrato con elementi fondamentali
sull’alimentazione e sulla cultura, consentirà di educare i più piccoli ad uno
stile di vita sano e corretto.
L’obiettivo è avviare i ragazzi ad un modello di pratica motoria, finalizzata allo
sviluppo delle capacità coordinative nonché all’aumento del loro tasso di salute,
nell’immediato e nel futuro.
Per lo sviluppo del programma, l’obiettivo è elaborare un piano di accordi tra
Comuni, Province, Regioni, CONI, CIP e Direzioni Didattiche. Definiti tali
accordi si potrà valutare concretamente la possibilità di rivolgersi a sostenitori
privati. Per le scuole secondarie appare, invece, più urgente intervenire per
conferire
omogeneità
ai
programmi
didattico-sportivi,
incentivando
la
partecipazione dei docenti a momenti di incontro e formazione.
Nella fase di realizzazione delle attività motorio-sportive all’interno degli
Istituti scolastici del territorio, i Comitati CONI Provinciali rappresentano il
90
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
vero e proprio “avamposto sportivo”, il soggetto con le maggiori e più qualificate
competenze tecniche e gestionali per lo sviluppo dei progetti a largo
coinvolgimento. Le numerose esperienze attualmente in atto sul territorio della
Regione, grazie all’impegno dei singoli Comitati Provinciali, rivestono un ruolo
di assoluta eccellenza a livello nazionale e, giova ricordarlo, le principali
esperienze a carattere extra-regionale o nazionale che coinvolgono i ragazzi
delle scuole sono partite proprio dal lavoro dei nostri Comitati Provinciali del
CONI.
È per questo know-how acquisito e per la loro capacità di essere “dentro” il
territorio, che questi Comitati rappresentano il punto di connessione strategico
tra le politiche sportive ed il mondo dei giovani e della scuola, anche e
soprattutto nell’ottica del decentramento delle funzioni amministrative degli
Enti e nell’ipotesi di processo di “federalismo sportivo”.
Università
Il mondo delle Università rappresenta, allo stesso tempo:
il
partner
“culturale”
da
coinvolgere
per
l’erogazione
dei
programmi di formazione interni allo sport;
il luogo nel quale si raccoglie la fascia d’età soggetta al maggior
dato percentuale di abbandono della pratica.
Il Sistema Sportivo deve sentire l’urgenza di coinvolgere rappresentanti e
docenti delle Università, non esclusivamente quelle legate al fenomeno sportivo,
nei percorsi di formazione dei propri dirigenti e dei professionisti del settore.
Questo è possibile attraverso la creazione di un dialogo costante ed attraverso
l’inserimento di tali rappresentanti negli organi di concertazione. D’altro canto
il Sistema deve adoperarsi per la promozione di un’offerta sportiva adeguata al
91
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
target dei frequentatori delle Università regionali, con il supporto anche delle
società sportive aderenti e degli Enti di Promozione.
Formazione e lavoro
Nell’ambito della formazione è già intervenuta la Legge Regionale 13/2000
stabilendo, all’art. 5, che la Regione, sentite le Federazioni Sportive e gli Enti
interessati, individua profili professionali nei diversi settori dello sport, per i
quali definisce progetti e standard, da intendersi come caratteristiche e
requisiti minimi dei percorsi formativi. La Regione favorisce altresì, nell’ambito
delle attività di formazione continua, iniziative finalizzate ad elevare il livello
professionale o riqualificare gli operatori in servizio.
La Regione, atteso il cambiamento delineato nel modo di praticare ed intendere
lo sport, non può tuttavia prescindere dal confronto con l’Organizzazione
Sportiva nella determinazione delle categorie e delle regole da assegnare alle
“nuovi” professioni sportive.
Tale confronto appare tanto più necessario quanto più si considera che lo sport,
inteso come settore economico in fase di crescita, ha sempre maggiore bisogno
di professionalità e genera costantemente nuove e qualificate opportunità di
lavoro, prioritariamente occupate da giovani lavoratori.
Pari opportunità
Lo sport e la partecipazione al fenomeno sportivo contribuiscono ad abbattere
barriere e differenze. Cultura, razza, sesso, abilità, età … tutte trovano nello
sport la reale concretizzazione del principio delle “pari opportunità”.
92
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Deve essere impegno preciso e costante del Sistema sportivo quello di
promuovere tutte le azioni propedeutiche all’integrazione reale attraverso lo
sport, nei confronti delle fasce potenzialmente soggette a disagio sociale.
Il Sistema Sportivo regionale, sulla scorta delle indicazioni dei rispettivi
riferimenti nazionali ed internazionali, è già fortemente impegnato nei processi
di abbattimento delle barriere sociali e culturali ancora esistenti nello sport. Le
azioni da realizzare sono, tuttavia, lungi dal poter essere considerate esaurite.
Lo sport come strumento di integrazione reale, quindi, per le fasce della
popolazione potenzialmente soggette a disagio sociale: disabili, minoranze
etniche, religiose e culturali, ma anche giovani con problemi di devianza sociale
e donne, categoria verso la quale, ancora oggi purtroppo, sussistono barriere
alla reale parità anche nella pratica sportiva.
Ritenere le donne una categoria “socialmente fragile” può apparire, a prima
vista, anacronistico. I recenti successi sportivi delle atlete italiane dimostrano
la qualità ed il livello raggiunto dal movimento sportivo di vertice ma, allo
stesso tempo, stimolano le riflessioni sulle problematiche e sulle criticità
strutturali che affliggono la pratica sportiva “in rosa”.
Ancora oggi, ad esempio, la dirigenza sportiva in Italia può vantare una
scarsissima presenza al femminile. Una limitata presenza nei ruoli di vertice,
al pari di quanto accade nel sistema economico e politico, genera problemi di
rappresentatività del movimento e di conoscenza dei problemi specifici. Tutto
questo nonostante un dato di pratica femminile che ha ormai superato il 50%
del totale dei praticanti.
Il regime dilettantistico nel quale tutte le atlete donne sono comprese, a
differenza di quanto accade in alcune discipline per i colleghi uomini, sembra
non garantire appieno le adeguate tutele di alcune fasce di praticanti. A questo
si aggiungono le problematiche derivanti dalle clausole anti-femminilità [si
veda ad esempio, quella “anti-maternità”] che sarebbero considerate illegittime
in qualsiasi altro regime contrattuale.
93
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Obiettivo del sistema deve essere, quindi, quello di definire una strategia per
conciliare la femminilità e la pratica sportiva. La maternità non può e non deve
essere considerata un ostacolo alla pratica sportiva, a tutti i livelli.
L’esempio da seguire è quello delle Federazioni Sportive Nazionali che,
recependo gli indirizzi dei Trattati Internazionali e degli Organismi sportivi
internazionali, hanno attivato nell’ambito delle pari opportunità, ad esempio, il
mantenimento della posizione nel ranking per la donna durante il periodo di
maternità.
Anche l’avviamento alla pratica sportiva deve essere, pertanto, programmato
senza più tenere in considerazione le differenze di sesso; ma deve essere
pensato nell’ottica della promozione di un modello sportivo multi-disciplinare,
basato sulla pratica di numero discipline sportive, nel rispetto delle tipicità
fisiche e motorie della donna. Questo approccio multi-disciplinare favorirà il
processo già in atto: la “sportivizzazione” del mondo femminile e contribuirà al
miglioramento della qualità della vita di questa ampia fascia della popolazione.
Lo stesso impegno da riservare in tema di pari opportunità sportive al
femminile deve essere profuso verso la reale comprensione delle problematiche
di tutte le fasce sociali cui non sono riservate pari opportunità. Un impegno
concreto, da parte del sistema sportivo, verso l’abbattimento delle barriere
specifiche e verso l’uniformità di trattamento che consideri le esigenze ed i
bisogni di pratica della singola categoria.
In questo quadro, per esempio, si collocano le politiche per l’integrazione
attraverso lo sport della popolazione migrante che, a partire dalle fasce più
giovani, deve essere avviata all’attività motoria assieme alla popolazione locale
e nel rispetto delle tradizioni e delle disponibilità.
94
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Diversa abilità
Le “diverse abilità”, intese in senso letterale, rappresentano una ricchezza per
il patrimonio sportivo e culturale della società contemporanea e devono
costituire, allo stesso tempo, un’area di intervento prioritario per le Istituzioni
Pubbliche e Sportive.
Integrare realmente, garantendo a tutti i soggetti con diverse abilità la
possibilità di fruire di servizi sportivi in linea con quelli previsti per i soggetti
normodotati, che tengano conto delle peculiarità specifiche e dei bisogni di
pratica.
In quest’ottica devono essere stabiliti gli standard qualitativi per la dotazione
impiantistica ma non soltanto. Occorre intervenire in fase di programmazione
sulle iniziative e sui progetti di pratica e sulla qualificazione professionale del
personale operante nel settore.
Il Sistema Sportivo è fortemente impegnato nella valorizzazione della pratica
sportiva per disabili, perché essa è e può essere considerata una vera e propria
risorsa per l’intero mondo dei praticanti.
L’Ente sportivo di riferimento per la realizzazione di questo percorso è il
Comitato Italiano Paralimpico, CIP, impegnato nella diffusione della pratica
motoria per le persone diversamente abili, attraverso l’ampliamento dell’offerta
sportiva e l’avvio alla pratica motoria di base.
L’obiettivo primario del Comitato è garantire a tutti i soggetti con diverse
abilità, fisiche o psichiche, le stesse possibilità di fruizione dei servizi sportivi
dei soggetti normodotati. Poter praticare senza trovarsi di fronte a limitazioni
derivanti dalla propria condizione: questo è l’impegno che il CIP rappresenta.
95
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
L’impegno profuso dal CIP si concretizza, inoltre, nella creazione di Centri di
Avviamento allo Sport Paralimpico (CASP) e nella realizzazione di accordi e
convenzioni tesi a favorire il reinserimento sociale delle persone disabili, a
partire dagli infortunati sul lavoro, attraverso la pratica sportiva.
Sempre in questa direzione il Comitato Italiano Paralimpico collabora con il
mondo della Scuola e della formazione di ogni ordine e grado per promuovere,
attraverso la pratica motoria, la cultura dell’integrazione tra le fasce più
giovani di popolazione, e favorire la qualificazione e l’aggiornamento
professionale di tecnici federali specializzati nell’attività paralimpica.
Salute e prevenzione attiva
La promozione dell’attività sportiva come strumento di prevenzione sociale
attiva, per il raggiungimento e/o mantenimento di uno stato ottimale di salute
rappresenta una questione di interesse diffuso. La collaborazione tra
Assessorati e Organizzazioni competenti, a tutti i livelli, deve concorrere a
definire
programmi
di
intervento
comuni,
che
vadano
dalla
sanità
all’urbanistica, passando per tutti gli altri temi potenzialmente interessati.
La qualità della vita del territorio è l’interesse sociale sul quale si fonda la
necessità
di
creare
un
vero
e
proprio
Sistema
Sportivo,
costituito
dall’interazione tra Istituzioni Pubbliche e Sportive. In quest’ottica, figure
mediche specializzate sui temi dello Sport, potrebbero proporre percorsi
curativi che integrino, alla tradizionale cura, anche la pratica motoria, come
strumento per contrastare i principali disturbi della società contemporanea,
spesso correlati a diete disequilibrate e stili di vita sedentari e scorretti.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Riabilitazione
Lo sport come strumento di riabilitazione funzionale e sociale è in grado di
esprimere appieno potenzialità ancora soltanto intraviste.
Il valore riabilitativo della pratica è straordinariamente efficace per il recupero
della funzionalità nei casi di menomazioni fisiche, di traumi e, in generale, per
tutti i problemi psico-fisici.
È, altresì, efficace l’utilizzo della pratica motoria nei processi di “riabilitazione
sociale”, nel recupero delle “devianze” e nelle relative azioni di reinserimento
dei soggetti.
Le Prevenzione attiva rappresenta l’aspetto preventivo sul quale il Sistema
Sportivo è chiamato ad intervenire in sede di programmazione.
I percorsi di riabilitazione, a valle della sussistenza di una forma di disagio e
per il recupero dello stesso, devono divenire oggetto di un programma
istituzionale specifico.
Le “nuove età”
Le “Nuove età”, gli over 60 anni, rappresentano una nuova comunità di
praticanti, ai quali riservare proposte di pratica che tengano in considerazione
le condizioni fisiche e la crescente disponibilità di tempo e di desiderio di
socializzazione.
La collaborazione tra Enti Pubblici e Organizzazione Sportiva
può essere
finalizzata alla definizione di progetti su:
allargamento della base di praticanti over 60 sul territorio della
Regione, con particolare considerazione delle aree rurali;
pianificazione di interventi in tema di impiantistica sportiva per la
creazione di spazi adeguati alle tipologie di pratica;
97
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA

coinvolgimento degli over 60 in progetti di volontariato a sostegno
delle attività delle società sportive.
Impiantistica
Nel settore dell’impiantistica sportiva, l’obiettivo primario è predisporre un
programma generale basato su due analisi da effettuare preliminarmente,
condotte su precisi dati di conoscenza forniti dall’Osservatorio Regionale sul
Sistema Sportivo:
la prima sullo stato dell’esistente e sui risultati dei precedenti
programmi regionali di sviluppo dell’impiantistica sportiva;
la seconda sulle reali esigenze dettate dall’evoluzione della pratica
sportiva.
Il nodo dell’affidamento in gestione a terzi degli impianti di proprietà pubblica
deve essere affrontato con il preciso obiettivo di privilegiare le funzione sociale
di tali strutture e contrastarne lo sfruttamento speculativo.
L’interlocutore naturale, in quest’ottica, non può che essere l’associazionismo
sportivo senza fini di lucro, specialmente quando può vantare un consolidato
curriculum di buona gestione e un forte radicamento sul territorio.
Per stimolare adeguati investimenti per la manutenzione e il miglioramento
delle strutture da parte del gestore privato è necessario promuovere forme di
affidamento basate su durate delle concessioni compatibili con i tempi di
ammortamento degli investimenti prodotti dal soggetto gestore stesso e sulla
creazione di un canale preferenziale tra gestori privati e Istituto per il Credito
Sportivo, che consenta loro di fare investimenti direttamente ammortizzabili.
Questo criterio permetterà agli Enti territoriali proprietari degli impianti di
mettere a disposizione dei propri cittadini degli spazi per la pratica sportiva
adeguati, funzionanti e qualificati.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il Volontariato Sportivo
Oggi, il mutamento in atto nei modelli di pratica e la crescente “economia del
settore” stanno fortemente influenzando il tradizionale ruolo del volontario
sportivo, orientandolo verso un modello di “volontariato professionalizzato” che
può, pertanto, prevedere una retribuzione a fronte dell’attività svolta.
Bisogna prendere atto che il modello del volontario sportivo deve trasformarsi
in una figura nuova, altamente qualificata, con una professionalità specifica e
chiara: sia essa tecnico-sportiva, manageriale o di altra natura.
L’obiettivo verso il quale tendere è quello della professionalizzazione dei ruoli,
in considerazione anche del fatto che questo processo è strettamente connesso e
coerente con l’incremento dell’indotto economico generato dallo sport. Se lo
sport diventa sempre più un’attività capace di generare economia è coerente
che anche il volontario si trasformi in un professionista retribuito per la propria
attività.
Questo processo porterà a delineare una “nuova” figura di volontario, più
coerente con il modello in atto e con il momento storico che lo sport interpreta
in questa fase: coniugare il “volontariato professionale” con un professionismo
che opera con spirito di “volontariato ideologico”.
La linea di tendenza è quella che tale forma di retribuzione diventi la
principale fonte di reddito per il volontario stesso, in maniera tale da sancire
definitivamente
il
passaggio
dello
sport
ad
attività
economica
e
professionalmente gestita.
Il sistema sportivo regionale, con il supporto della Scuola Regionale del CONI,
delle sue emanazioni periferiche, del mondo delle Università, può ideare e
proporre percorsi per lo sviluppo delle competenze specifiche del volontario.
In linea di tendenza, occorre procedere alla definizione chiara ed inequivocabile
della categoria dei “volontari professionali sportivi”, distinguendola dai
volontari impegnati in attività sociali extra-sportive.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
I nuovi modelli comportamentali
Il processo di mutamento che ha interessato il modo di praticare sport si è
orientato, come si è visto, verso un modello di sport de-strutturato, praticato,
cioè, nei modi, nei luoghi e nei tempi più consoni alle esigenze del singolo
praticante e non necessariamente all’interno delle Organizzazioni Sportive.
Tale modello comportamentale è certamente connaturato alle esigenze dei
ritmi e degli stili di vita attuali, ma è anche privo di qualsiasi tutela
sportivo/regolamentare e normativa. Svolgendosi al di fuori del contesto delle
pratiche inserite nei protocolli delle Organizzazioni Sportive riconosciute, si
trova anche fuori da quel sistema assicurativo e di tutela della salute.
In questo contesto, l’intero Sistema Sportivo deve porsi l’obiettivo della
creazione di un’offerta di forme organizzative adeguate a questa categoria di
praticanti, in continua crescita.
La proposta di far rientrare le tendenze di pratica nel cosiddetto “sport
organizzato”, lungi dal nascondere velleità egemoniche, vuole essere un modo
per garantire ai praticanti il massimo livello di tutela e prevenire le spese
sanitarie pubbliche derivanti da una pratica sportiva effettuata secondo modi
errati per periodi prolungati.
Il confronto tra Organizzazione Sportiva e Istituzione Regionale deve portare a
individuare modelli di offerta organizzativa, di spazi di attività e di eventi
promozionali, adeguati ai “nuovi” sportivi.
Finanziamenti allo sport
Il movimento sportivo regionale, inteso come somma della “base” e del “vertice”,
deve considerare l’ottenimento di una “buona reputazione sociale” la priorità
più urgente in tema di finanziamenti. Le logiche del finanziamento, pubblico o
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
privato, allo sport devono essere fondate sulla responsabilità sociale, da
mettere a disposizione delle aziende, e sul radicamento territoriale, da mettere
al servizio degli Enti locali.
Ciascuna società sportiva, singolarmente, e l’intera Organizzazione sportiva
devono adoperarsi per incrementare ulteriormente il proprio livello di
affidabilità e credibilità manageriale nei confronti degli Enti e delle Aziende.
Ricevere finanziamenti, pubblici o privati, deve rappresentare il momento
finale di un percorso di impegno, favorito dalle “nuove” professionalità formate
dal Sistema.
Il Sistema Sportivo deve, dunque, adoperarsi per favorire la diffusione di
logiche di finanziamento corrispondenti all’impegno, sociale o “di mercato”,
profuso dai singoli soggetti. Questo è possibile promuovendo modelli di
finanziamento pubblico basati sulla ponderazione dei seguenti criteri:
effettiva rispondenza tra progettualità finanziate e obiettivi
dell’Ente;
livello di qualità delle società/organizzazioni sportive richiedenti;
tipologia di attività e obiettivi;
quantità dei soggetti coinvolti;
“qualità” del coinvolgimento.
Per rendere effettivi tali criteri è necessario definire nuovi processi di
certificazione della qualità dell’offerta sportiva e dei processi gestionali interni
ai soggetti proponenti.
Per quanto attiene ai finanziamenti privati, il Sistema Sportivo ha il ruolo di
promuovere delle linee guida generali, che attengono al conseguimento della
“buona reputazione sociale”, ma deve lasciare ai singoli soggetti la gestione dei
rapporti nel concreto.
101
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Proporre modelli evoluti di società sportiva che sappiano offrire servizi evoluti
adeguati ai bisogni, contribuirà ad uscire dal modello di autoreferenzialità che,
in alcuni casi, ha contraddistinto lo sport degli ultimi anni.
Questo consentirà l’attivazione di un circolo virtuoso, nel quale tutte le
organizzazioni e le unità sportive [società, associazioni, organizzatori di eventi
sportivi, …] potranno trovare una nuova dimensione economica non più basata
sui finanziamenti “a pioggia” ma sul concreto effetto migliorativo generato
dagli investimenti pubblici [in termini di qualificazione e promozione del
territorio e della sua qualità della vita] e privati [in termini di immagine e
comunicazione e responsabilità sociale].
Se tale circolo virtuoso sarà attivato, attraverso l’interazione tra le parti, si
arriverà, naturalmente ed in tempi ragionevoli, ad una generalizzata ripresa
dei finanziamenti allo sport, derivante da una nuova cultura dello “strumento”
sport e del nuovo modo di porsi dei suoi “soggetti erogatori”.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
4. CONCLUSIONI
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
4.1 DALLA CARTA DI TRENTO ALL’AGONISMO DILETTANTISTICO DI
MASSA
Nel contesto del 7° obiettivo della “Carta di Trento 37”, al termine di un percorso
incentrato sull’identità del mondo sportivo in cui sono state sviluppate
riflessioni sul ruolo e sulla “mission” del Comitato Olimpico Nazionale Italiano,
le strutture territoriali del CONI nel settembre del 2010 hanno redatto e
sottoscritto “Il Manifesto del Territorio”, un documento etico/programmatico nel
quale vengono riassunti i temi chiave sui quali si fonda il sistema sportivo
italiano e al quale il Consiglio Regionale CONI dell’Emilia-Romagna ha aderito
nella riunione del dicembre 2010.
La scelta del Consiglio Regionale rappresenta una dichiarazione di volontà e di
impegno al rispetto di tali principi, nella convinzione che lo sport debba restare
fedele alla “missione olimpica”, contribuendo a svolgere quel ruolo di
formazione ed educazione verso tutte le fasce della popolazione.
Il modello che sottende il “Manifesto del Territorio”[di seguito riportato], e che
il Libro Bianco per lo Sport intende stimolare e diffondere, è quello
dell’agonismo dilettantistico di massa. Tale modello nasce dalla constatazione
delle correnti modalità di pratica e intende contribuire ad orientarle verso una
cultura rispettosa del singolo, della sua salute e delle regole del vivere civile.
La strategia che si propone è semplice e basata su due azioni fondamentali e
concomitanti:
rafforzare le interconnessioni e le interazioni tra il sistema delle
Istituzioni
Pubbliche
e
di
quelle
Sportive,
partendo
dalle
connessioni interne a ciascun sistema;
potenziare il Sistema Sportivo, ripensandone le funzioni a partire
dalla base e dal ruolo chiave della società sportiva.
La “Carta di Trento” è un tavolo promosso da associazioni e fondazioni impegnate nella
cooperazione internazionale per sviluppare e promuovere gli obiettivi proposti dalla “Dichiarazione
del Millennio” dell’ONU, da perseguire per assicurare lo sviluppo umano globale.
37
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
“IL MANIFESTO DEL TERRITORIO – I PRINCIPI
In una società che enfatizza ed assume come propri i valori della competitività
esasperata, della massima prestazione, del successo ottenuto a qualunque
costo, dell’autonomia personale, dell’indifferenza rispetto alle regole, della
velocità e della fretta, della ricerca di sensazioni estreme, riconosciamo ed
affermiamo questi valori a fondamento della nostra concezione di sport e del
nostro impegno:
1.
La persona è l’essenza, l’elemento centrale dello sport, dei suoi significati
e delle sue espressioni.
2.
Affermiamo il valore del gioco, espressione di creatività e di gioia
disinteressata
3.
Affermiamo il valore della competizione, espressione del confronto leale
con quanti ricercano i loro e dell’incontro con l’altro da sé
4.
Affermiamo il valore della sconfitta, espressione dell’accettazione dei
propri limiti, della capacità di tollerare le frustrazioni e le smentite, del
coraggio di ricominciare
5.
Affermiamo il valore della vittoria, espressione di una giusta
gratificazione quale esito dei propri sacrifici e del proprio impegno
6.
Affermiamo il senso del limite, espressione di sobrietà nella ricerca di
prestazioni e sensazioni e di rifiuto dell’emozione che nasce dal rischio
inutile
7.
Affermiamo il valore dell’eccellenza, espressione della ricerca del
superamento dei propri limiti e dell’esempio positivo
8.
Affermiamo il valore della squadra e della dimensione collettiva,
espressione di condivisione, di reciprocità, della capacità di rispettare e di
valorizzare le individualità e le differenze
9.
Affermiamo il valore della fatica, espressione dell’impegno, della
determinazione, della costruzione di un progetto di futuro, contro ogni
soluzione abbreviata, ogni appiattimento emozionale sul presente.
10. Affermiamo il valore delle regole, espressione di onestà verso sé stessi e
di rispetto degli altri.
11. Affermiamo il valore del tempo e della lentezza, espressione della
capacità di conciliare i ritmi della vita a cadenze che lascino spazio alla
qualità delle relazioni, alla maturazione del sé, al dialogo interiore
12. Affermiamo il valore di tutte le abilità, espressione della dignità e della
bellezza che appartengono ad ogni condizione e ad ogni fase della vita.”
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Sport e Politica: “sussidiarietà reale” e interazione socio-culturale
Il Libro Bianco Regionale per lo Sport nasce come uno strumento di dialettica
innovativa che mira a creare “inclusione reale” nello sport, tra due sistemi
storicamente legati ma, non sempre, pienamente integrati sul territorio: Sport
ed Enti Locali.
Negli ultimi anni, infatti, il fenomeno sportivo ha vissuto una radicale
evoluzione cui, non sempre, gli Enti Pubblici e Sportivi hanno saputo far fronte.
Questi anni ci hanno proposto una nuova visione dello sport come di un settore
posto in una posizione di equilibrio tra criticità e potenzialità. Da una parte,
una situazione di particolare sofferenza in tema di opportunità e risorse a
disposizione, dall’altra un patrimonio di dati ed esperienze che dimostra quali e
quanti ritorni sociali, economici e di immagine, generi un investimento nello
sport.
Sport non significa più “soltanto” pratica, ma è diventato sinonimo di benessere,
salute, diminuzione dei costi della spesa sanitaria pubblica, “prevenzione
attiva”,
qualità
della
vita,
attenzione
e
salvaguardia
dell’ambiente,
aggregazione sociale ed educazione civile, incontro e incrocio tra popoli, etnie e
generazioni diverse, aggregazione sociale e prevenzione delle forme di disagio.
Questo Libro intende fare il punto su un processo culturale e sociale che dura
da
parecchi
decenni,
sul
territorio
della
Regione
ma
non
solo
e,
contemporaneamente, vuole proporsi come il primo passo di un percorso da
avviare grazie alla concreta collaborazione tra le parti sociali interessate.
Non s’intende proporre una “ricetta” assolutamente e certamente valida, ma
offrire un nuovo strumento di ricerca e analisi che suggerisca proposte di
azione, obiettivi e strategie. Saranno i diversi soggetti che si riterranno
chiamati in causa a dover trovare un modello di sinergia, progettuale ed
operativa, per realizzare concretamente quanto proposto.
107
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Le nuove esigenze espresse dalla pratica sportiva di massa pongono all’attenzione di
tutti i soggetti del “sistema sportivo” la necessità e l’urgenza di elaborare nuovi
modelli di sport.
La strada giusta s’imbocca attraverso la creazione di una collaborazione strategicooperativa che intervenga sia in fase di pianificazione sia nel momento della
realizzazione dell’offerta sportiva.
Enti Sportivi ed Enti Pubblici devono sentirsi parti complementari dello stesso
sistema di governance, prendendo coscienza del fatto che lo sport è un “affare sociale”
di interesse attuale che si governa in maniera partecipativa, dove ciascuno ha un
proprio e distinto ruolo da giocare.
In questa partita
il mondo dello sport deve puntare ad uscire da quell’aura di
autoreferenzialità nella quale ha vissuto gli ultimi decenni grazie a successi sportivi e
finanziamenti per i quali raramente è stato richiesta una precisa quantificazione dei
ritorni.
L’intero mondo dell’Amministrazione Pubblica deve, da parte sua, prendere
coscienza del valore strategico dello sport, dell’incidenza delle politiche sportive sulla
qualità della vita della cittadinanza e del territorio. Il tutto alla luce di quel principio
della “specificità dello sport” recentemente ribadito dal Legislatore Europeo.
Bisogna uscire dalla concezione dello sport come “cultura fisica” ed entrare in quello
dello sport come “cultura”, e basta.
Le strategie da mettere in atto per raggiungere questo ambizioso obiettivo sono
molteplici e riguardano tutti i soggetti potenzialmente coinvolti nel processo di
“sportivizzazione” della società.
È necessario che l’intero sistema trovi una propria identità adeguata al modello
attuale di sport mettendosi in discussione, sviluppando ulteriormente le proprie
competenze e coniugando l’apporto manageriale con quello volontaristico, che
rappresenta la vera piattaforma sociale sulla quale è fondato il sistema stesso.
108
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
4.2 IL RUOLO DEGLI ATTORI DEL SISTEMA
Il ruolo degli Enti Locali
La riforma del Titolo V della Costituzione ha sancito la competenza degli Enti
Locali in tema di gestione dell’impiantistica e di promozione dell’attività
sportiva.
L’attuale situazione economica e la prassi diffusa dei tagli prioritari allo sport,
considerato troppo spesso voce di bilancio opzionale, fanno sì che gli Enti Locali
si trovino ad agire in un quadro di difficoltà di pianificazione e di
programmazione. Si tende spesso a ragionare di sport in termini di
contrapposizione con altri settori dell’amministrazione ritenuti più urgenti,
sottovalutandone la funzione educativa e sociale.
Occorre reagire a questa situazione con un’azione politica forte e con il
coinvolgimento di tutto il sistema sociale delle società sportive.
L’obiettivo primo è mantenere o, meglio, aumentare e razionalizzare le risorse
finanziarie dedicate allo sport e costruire economie di scala anche in questo
campo. Si deve dare vita ad una logica di sistema e di aggregazioni per la
formazione di “filiere” territoriali e di settore.
La
filosofia
giusta
sia
sul
terreno
della
promozione
sia
su
quello
dell’impiantistica sportiva è quella dell’aggregazione dei territori in fase di
programmazione al fine di costruire sinergie, occasioni e nuove opportunità.
Unire le disponibilità finanziarie e le esperienze consente di concentrare le
risorse, massimizzare gli effetti positivi degli interventi, generare economie di
scala e fornire alla comunità un’offerta sportiva migliore in termini di qualità.
Elemento essenziale di questo processo è la costruzione, a livello non solo
regionale ma anche provinciale e comunale, della “interassessorilità” in tema di
sport, finalizzata all’interscambio di programmi e condivisione dei percorsi.
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LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il ruolo degli Enti Sportivi
L’insieme dei soggetti operanti nello sport deve imparare a proporsi come
sistema di “sussidiarietà reale e verticale”.
Tale sussidiarietà deve, a sua volta, essere integrata nel modello di welfare già
esistente nel nostro Paese.
Una capacità, quella di essere “sussidiario”, che l’insieme delle Istituzioni
Sportive ha acquisito nel tempo ma che non sempre e non ancora è capace di
applicare in maniera sistematica. Diventare “sussidiari” ad un modello di
welfare sempre meno statalista e finalizzato al raggiungimento di uno
condizione generale di salute e benessere pubblico. Se è vero che lo sport è una
delle nuove agenzie educative, allora è vero che la sua pratica secondo modelli
corretti diventa una priorità sociale che i cittadini riconoscono autonomamente
e direttamente promuovono, per l’effetto moltiplicatore delle esperienze
positive in atto.
La capacità di diventare “network”, di essere “rete di connessioni” non soltanto
sportive ma soprattutto sociali, diventa, quindi, il presupposto fondamentale.
Lo sport inteso come fenomeno sociale che parte dalla base, governato da
dinamiche partecipative, è un sistema efficiente, capace di assolvere ad una
funzione sociale, di collaborare con le Pubbliche Amministrazioni e di gestire ed
amplificare flussi di comunicazione dal “vertice” alla “base” e viceversa.
L’insieme di queste capacità specifiche rende la rete delle organizzazioni
sportive uno strumento sociale dalle potenzialità straordinarie.
Le Istituzioni Sportive hanno, dunque, il compito ed il dovere di prendere
coscienza di tali potenzialità, sviluppando la loro capacità di essere
interlocutori credibili per le Amministrazioni Pubbliche, con particolare
riferimento a quelle del territorio.
110
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Diventare quindi soggetti affidabili e competenti, attori credibili della
“sussidiarietà” all’amministrazione pubblica in materie non solo sportive ma,
più in generale, legate al benessere, alla salute e alla socialità.
Il ruolo cui tendere non è alla portata di tutti.
Alla capacità di “fare”, deve far riscontro un adeguato sviluppo della capacità di
“comunicare” perché “se non comunichiamo quello che facciamo, è come se non
avessimo fatto nulla”. È questo uno degli assiomi della società contemporanea,
basata su modelli di informazione sempre più frenetici e verticali, che deve
diventare una nuova priorità per l’intero sistema sportivo.
La centralità del ruolo della Società Sportiva
Entrambi i soggetti istituzionalmente competenti devono far convergere le
proprie forze nel punto di equilibrio di questo sistema di interazioni: la società
sportiva.
Proprio la società sportiva, con tutte le particolarità che il modello italiano
propone, rappresenta il soggetto più funzionale per la realizzazione, in concreto,
delle politiche sociali e sportive.
Una società sportiva moderna, fondata sul ruolo dei volontari che diventano
“volontari professionali”.
Un interlocutore credibile, nell’ottica del principio di sussidiarietà reale, per le
Amministrazioni Pubbliche e per le loro politiche sociali e sportive. Un partner
affidabile, tanto per il sistema pubblico quanto per quello privato, capace di
pianificare le proprie azioni a lungo termine, prescindendo dal sistema dei
finanziamenti, ma diventando allo stesso tempo capace di attrarli secondo
logiche funzionali, concrete, propositive.
111
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il modello di società che ne deriva è quello di una società “evoluta”,
contemporanea, capace di guidare il momento di cambiamento e capace di
comunicare e far comunicare, creando relazioni con e tra i propri stake-holders
[letteralmente i “portatori di interesse”].
La vera sfida si gioca, allora, sul campo dei “servizi” da affiancare ai
“tradizionali” servizi di natura sportiva, delle nuove offerte che la società
sportiva deve essere in grado di elaborare e offrire: servizi sociali, servizi
medico-sportivi preventivi, servizi di comunicazione e marketing.
Se le società sportive più virtuose saranno in grado di guidare, attraverso
l’assunzione dei valori della solidarietà, questo percorso di cambiamento, si
attiverà un processo di crescita di tutto il sistema, un
circolo virtuoso che
saprà anche attrarre una maggior quantità di risorse.
Non è più possibile proporsi secondo i vecchi modelli, né i finanziamenti a
pioggia possono più rappresentare una forma di sostentamento a lungo termine.
La società sportiva, con i propri dirigenti e i propri volontari, deve sapere
assumere pienamente questa nuova responsabilità, in termine di ruolo e di
strategia, senza accusare il cambiamento, deve uscire dalla dimensione di
“autoreferenzialità” che ha contraddistinto ed ancora in parte contraddistingue
alcune componenti del mondo sportivo.
La collaborazione strategica tra Amministrazione Pubblica e Sistema Sportivo
è l’humus ideale nel quale la società sportiva può esprimere appieno le proprie
potenzialità. Ma la società non può essere lasciata sola.
Questo impegno verso il rinnovamento, verso i nuovi servizi ed il nuovo ruolo
da ricoprire, deve coinvolgere l’intero mondo dello sport, dai Comitati del CONI
e del CIP alle Federazioni Sportive Nazionali, dagli Enti di Promozione a tutti
gli altri soggetti sportivi, un intero mondo che deve sentirsi pienamente parte
attiva nel processo di rinnovamento.
112
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Essere “percepibili” dentro il territorio come veri e propri “centri di servizi di
eccellenza” e creare una condivisione di intenti e di strategie con gli Enti Locali,
capaci di intervenire sia in fase di programmazione sia in fase di realizzazione
di progetti tecnici, gestionali e formativi.
Le nuove politiche per lo sport
I dati evidenziano come il numero dei praticanti sport ai diversi livelli sia in
crescita. Questo rende lo sport un fenomeno di interesse trasversale,
socialmente esteso e politicamente rilevante, un settore sempre più integrato
ed essenziale nelle politiche sociali messe in atto da ogni Amministrazione
Locale.
Lo sport genera “prossimità” tra i cittadini e gli Enti che sanno valorizzarne i
contenuti. Genera anche ricchezza per l’intero territorio, essendo ormai
diventato uno dei settori produttivi a maggiore potenzialità di crescita
economica.
Come in ogni settore in crescita, quindi, occorre intervenire con sollecitudine
per guidare il processo di cambiamento e definirne le regole, al fine di
salvaguardarne i contenuti ed i valori.
Questo è il compito delle Amministrazioni Pubbliche. L’intero sistema della
Pubblica Amministrazione, dal Governo centrale ai Comuni, deve assumersi la
responsabilità di creare i presupposti perché la sussidiarietà reale, creata e
proposta dallo sport, possa produrre effetti positivi per l’intera comunità.
La strategia vincente per l’Ente Locale resta quella della interassessorilità,
all’interno di ogni Ente e tra Enti di livello diverso, prendendo coscienza che
l’attività fisico/motoria e sportiva non è più soltanto un obiettivo delle
Organizzazioni sportive ma è anche un interesse collettivo.
113
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Sport, salute, benessere, inclusione sociale, integrazione culturale, giovani,
famiglie, scuole, ma anche urbanistica, ambiente, pari opportunità, economia:
questi e tanti altri sono gli ambiti di applicazione e competenza che possono e
devono interagire per collaborare alla evoluzione delle politiche pubbliche
sportive.
Gli Enti Locali, ognuno al proprio livello di competenza, potranno essere
particolarmente attivi nella definizione delle linee guida e nello sviluppo delle
azioni concrete, in collaborazione con gli Enti e l’Associazionismo sportivo del
proprio territorio.
Il ruolo dell’Amministrazione Pubblica, in questa ottica, diventa sempre meno
limitato all’assegnazione di finanziamenti ai tanti progetti proposti dal mondo
dello sport, per assumere un ruolo centrale in fase di programmazione degli
investimenti e delle iniziative. Un intervento, quindi, sistematico, capace di
orientare le risorse pubbliche e private disponibili in una direzione omogenea,
rispondente a una strategia unitaria frutto di concertazione tra tutti gli attori
del Sistema Sportivo Territoriale.
114
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
4.3 UN OBIETTIVO IN COMUNE
Alla luce del percorso logico sin qui sviluppato e dei punti evidenziati si può
individuare un unico obiettivo, comune a tutti i soggetti coinvolti nel processo
di formazione del “fenomeno sportivo”: progettare percorsi “coinvolgenti”, che
vedano la promozione dello sport come un efficace strumento di qualificazione
della salute delle persone e della qualità della vita di un territorio.
Verso questa strategia generale devono essere orientati le scelte politiche di
tutti i soggetti, nell’ottica delle riflessioni sviluppate in questo Libro Bianco.
Il “peso” che lo sport ha assunto ne fa un fattore critico di successo, tanto delle
politiche socio/economiche quanto di quelle più strettamente sportive. “Peso”
che incide nel bilancio economico di un territorio, nelle ricadute sociali, nelle
politiche di inclusione sociale e di integrazione, nella spesa della sanità
pubblica, nel turismo, nella cultura e in tutti gli altri settori.
È terminato il periodo in cui lo sport poteva essere considerato soltanto un
momento “collaterale” nella vita del singolo, un’attività da programmare nei
tempi non impegnati da altro e, soprattutto, da svolgere secondo un modello
casuale e non funzionale.
Viviamo già un’epoca in cui, grazie al ruolo giocato dall’associazionismo,
l’attività sportiva è al centro della vita del singolo, come strumento essenziale
per l’ottenimento ed il mantenimento di un alto livello di qualità di vita. Le
regole di quest’epoca vanno definendosi alla “velocità dell’uomo”. Testi di
concertazione e programmazione, come questo, possono contribuire ad
indirizzarne la storia ed i processi.
La vera sfida per il prossimo futuro è pensare ad un modello di Cultura
Sportiva da opporre alla cultura della muscolazione, un modello di sport che sia
sempre più sinonimo di bene-essere socializzante.
115
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
116
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
5. APPENDICE
117
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
5.1 IL QUADRO DEI PRINCIPALI PROVVEDIMENTI NORMATIVI
Europa
1992 – Le Istituzioni Europee cominciano a rivolgere la propria attenzione allo
sport, agli inizi degli anni ’90. Il primo documento è la Carta Europea dello
Sport, pubblicata nel 1992, dal Consiglio d’Europa.
1995 – Anno di emissione della sentenza Bosman. La sentenza, pur
riguardando il caso dei trasferimenti dei calciatori professionisti, sancendo la
loro equiparazione alle altre categorie di lavoratori in tema di libera
circolazione nel territorio dell’Unione Europea, ottiene rilevante impatto
mediatico ed avvia, di fatto, gli interventi degli organi dell’Unione Europea in
materia di sport, a tutti i livelli.
1997 – Primo intervento sistematico dell’Unione Europea: inserimento nel
Trattato di Amsterdam della Dichiarazione n°29, in cui si sottolinea “la
rilevanza sociale dello sport, in particolare il ruolo che esso assume nel forgiare
l’identità e nel ravvicinare le persone”, invitando pertanto “gli organi
dell’Unione Europea a prestare ascolto alle associazioni sportive laddove
trattino questioni importanti che riguardano lo sport”.
1999-2000 – La Relazione di Helsinki sullo Sport [1999] e le Conclusioni
allegate al Trattato di Nizza [2000], in cui l’Unione Europea esprime
l’importanza del mantenimento del ruolo sociale dello sport nel quadro
comunitario, ruolo che è messo in discussione dall’incremento della popolarità,
dall’internazionalizzazione e dallo sviluppo senza precedenti della dimensione
economica dello sport. Al fine di rispettare e promuovere l’etica e la solidarietà
118
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
necessarie a preservare tale ruolo sociale, si afferma con decisione che l’Unione
deve tener conto delle funzioni sociali, educative e culturali dello sport, che ne
costituiscono la specificità.
2004 – Istituzione dell’Anno Europeo dell’Educazione tramite lo Sport, che
sancisce, di fatto, il ruolo di centralità della pratica sportiva nel processo
educativo e formativo del bambino, come adulto-cittadino del domani.
2007 – Pubblicazione del Libro Bianco sullo Sport dell’Unione Europea, che
rappresenta il primo caso in cui l’Organismo Europeo, tramite il lavoro di una
Commissione competente, si occupa in modo così articolato delle questioni
legate allo sport. Il testo del Libro si concentra, prima di tutto, sul ruolo sociale
dello sport ma non ne trascura, per la prima volta, l’ormai acclarata
dimensione economica in “dinamica e continua crescita”.
2009 – All’interno del Trattato di Lisbona viene inserito uno specifico articolo
sullo sport, l’articolo 165, con cui si stabilisce che “l’Unione contribuisce alla
promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità,
delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed
educativa”. In quest’ottica “l’azione dell’Unione è intesa a sviluppare la
dimensione europea dello sport, promuovendo l’equità e l’apertura nelle
competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello
sport e proteggendo l’integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei
più giovani tra di essi”.
119
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Italia
1981 – Emanata la Legge 23 Marzo 1981, n°91, che propone i criteri di
determinazione
tra
il
dilettantismo
ed
il
professionismo
sportivo,
concentrandosi per molti versi sulla parte professionistica e sulle norme in
materia di rapporti tra società e sportivi professionisti.
2008 – Il Nuovo Statuto del CONI, adottato dal Consiglio Nazionale del CONI
il 26 febbraio 2008 38 , all’articolo 1 afferma che il CONI è la “autorità di
disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive, intese come elemento
essenziale della formazione fisica e morale dell'individuo e parte integrante
dell'educazione e della cultura nazionale”. Alla luce di ciò, assegna al CONI le
seguenti funzioni:
presiedere, curare e coordinare l’organizzazione delle attività
sportive sul territorio nazionale;
dettare i principi fondamentali per la disciplina delle attività
sportive e per la tutela della salute degli atleti;
dettare principi per promuovere la massima diffusione della
pratica sportiva in ogni fascia di età e di popolazione, con
particolare riferimento allo sport giovanile sia per i normodotati
che per i disabili;
dettare, nell’ambito dell’ordinamento sportivo, i principi contro
l’esclusione, le diseguaglianze, il razzismo e la xenofobia e
assumere e promuovere le opportune iniziative contro ogni forma
di violenza e discriminazione nello sport;
Ai sensi del Decreto Legislativo dell'8 gennaio 2004, n. 15, deliberato dal Consiglio Nazionale del
CONI il 26 febbraio 2008, approvato con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 7
aprile 2008.
38
120
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
dettare, nell’ambito dell’ordinamento sportivo, i principi per
conciliare la dimensione economica dello sport con la sua
inalienabile dimensione popolare, sociale, educativa e culturale;
dettare i principi per prevenire e reprimere l’uso di sostanze o di
metodi che alterano le naturali prestazioni fisiche degli atleti nelle
attività agonistico-sportive.
OGGI - Competenze in materia di sport sono attribuite alla VII Commissione
Parlamentare, Commissione permanente della Camera dei Deputati. La
composizione dell’attuale Governo prevede un Sottosegretariato con delega allo
Sport.
121
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Emilia-Romagna
2000 – La Regione Emilia-Romagna emana la Legge Regionale in materia di
Sport [Legge 25 Febbraio, n°13], in cui, al primo comma dell’articolo 1, si
afferma che la Regione “riconosce la funzione sociale dello sport e della pratica
delle attività motorie sportive e ricreative sotto il profilo della formazione e
della tutela della salute dei cittadini, dello sviluppo delle relazioni sociali e del
miglioramento degli stili di vita”.
Tale provvedimento ha sancito l’impegno della Regione verso il pieno e
completo sviluppo della pratica motorio-sportiva da parte di tutti i cittadini del
territorio.
Dal 2000 – La Legge Regionale in materia di Sport ha istituito, all’interno del
Servizio Cultura, Sport e Progetto Giovani, un Osservatorio del Sistema
Sportivo Regionale, tuttora attivo.
Tale organo ha la funzione di favorire la conoscenza della realtà sportiva
regionale attraverso il monitoraggio della domanda e dell’offerta di sport,
l’organizzazione e il coordinamento di studi e ricerche sull’attività sportiva e
sugli operatori del settore.
I risultati delle attività dell’Osservatorio, in accordo con gli Enti Locali,
concorrono alla definizione della programmazione regionale in materia di:
impiantistica;
promozione delle attività e delle manifestazioni sportive;
sostegno a progetti dell’associazionismo sportivo e ricreativo;
formazione e qualificazione degli operatori.
L’Osservatorio, in collaborazione con i Comuni, ha progettato e realizzato il
portale della Regione Emilia-Romagna dedicato allo sport: ERS – EmiliaRomagna Sport.
122
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
2007 – Con la Legge Regionale 6 Luglio 2007, n°11, la Regione disciplina le
modalità di affidamento della gestione di impianti sportivi di proprietà degli
Enti Locali. Nel testo si afferma che “l'uso degli impianti sportivi deve
improntarsi alla massima fruibilità da parte di cittadini, di associazioni e
società sportive, di federazioni ed enti di promozione sportiva e di scuole, per la
pratica di attività sportive, ricreative e sociali ed è garantito, sulla base di
criteri obiettivi, a tutte le società ed associazioni sportive che praticano le
attività a cui l'impianto è destinato”.
2008 – Con la Legge Regionale 28 Luglio 2008, n°14, la Regione emana “norme
in materia di politiche per le giovani generazioni, istituendo, tra le altre azioni,
un Osservatorio Regionale per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani. Il testo della
Legge recepisce ed evidenzia in maniera chiara i temi della qualità della vita e
dell’educazione alla salute ed agli stili di vita sani, come elementi prioritari per
la comunità regionale.
All’articolo 13, in particolare, la Regione “riconosce la funzione sociale delle
attività motorie e sportive non agonistiche come opportunità che concorrono
allo sviluppo globale dei bambini e degli adolescenti sotto il profilo fisico,
cognitivo, affettivo, relazionale e sociale”. Allo stesso art. la Regione sancisce
l’espresso intento di collaborare, nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi
fissati, con il CONI e con l’intero sistema sportivo a carattere nazionale e locale.
2009 – La Regione Emilia-Romagna idea e propone una campagna di lotta al
doping, denominata “Positivo alla salute”. Il progetto prevede una campagna di
comunicazione ed informazione nelle scuole e nei luoghi dello sport, la
realizzazione di un sito internet e un database sulle caratteristiche e sugli
effetti delle sostanze che possono avere effetto dopante.
123
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Il progetto promuove la tutela della salute degli sportivi [giovani, amatori e
dilettanti], mira a prevenire le forme di doping attraverso una corretta
informazione sugli effetti dannosi delle pratiche dopanti.
2010 – Realizzazione del primo Forum Regionale dello Sport, momento di
incontro e confronto sui temi di maggiore attualità ed interesse per lo sport, tra
tutti i soggetti che operano nel settore a livello regionale.
124
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
5.2 IL SISTEMA SPORTIVO IN NUMERI
125
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 1 – LA PRATICA SPORTIVA IN ITALIA
ITALIA
1995
2000
incr.%
2006
Popolazione
di 3 anni e
più
55.301.000 55.667.000 0,66% 56.440.000
incr.%
2009
incr.%
1,39% 57.946.000
2,67%
ISTAT – Praticanti sportivi in Italia – 1995 – 2000 – 2006 – 2009
NUMERO PRATICANTI SPORT
1995
2000
2006
2009
con continuità
9.843.578
11.244.734
11.344.440
12.478.000
saltuariamente
4.866.488
5.455.366
5.700.440
5.537.000
fanno qualche attività
19.521.253
17.368.104
16.028.960
16.043.000
non fanno alcuna attività
20.903.778
21.376.128
23.140.400
23.512.000
126
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
% PRATICANTI SPORT
1995
con continuità
2000
2006
2009
17,80% 20,20% 20,10% 21,50%
saltuariamente
8,80%
9,80% 10,10%
9,60%
fanno qualche attività
35,30% 31,20% 28,40% 27,70%
non fanno alcuna attività
37,80% 38,40% 41,00% 40,60%
127
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 2 – LA PRATICA SPORTIVA NELLE REGIONI D’ITALIA
DATI ISTAT 2006
Pratica Sportiva Per Regioni
128
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 3 - LA PRATICA SPORTIVA NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
SERIE STORICA DATI ISTAT – 1995 – 2000 – 2006 – 2009
EMILIAROMAGNA
Popolazione
≥ 3 anni
1995
2000
incr.%
2006
3.839.936
3.887.911
1,25%
4.067.000
NUMERO PRATICANTI
SPORT
incr.%
2009
incr.%
4,61% 4.167.000
2,46%
1995
2000
2006
2009
con continuità
775.667
948.650
994.000
1.150.000
saltuariamente
387.834
435.446
414.000
383.000
fanno qualche attività
1.509.095
1.442.415
1.312.000
1.219.000
non fanno alcuna attività
1.163.501
1.053.624
1.339.000
1.388.000
129
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
% PRATICANTI SPORT
1995
2000
2006
2009
con continuità
20,20%
24,40%
24,44%
27,60%
saltuariamente
10,10%
11,20%
10,18%
9,20%
fanno qualche attività
39,30%
37,10%
32,26%
29,20%
non fanno alcuna
attività
30,30%
27,10%
32,92%
33,30%
130
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 4 – MODALITÀ DI PRATICA SPORTIVA
PARTECIPAZIONE A COMPETIZIONI, IN PERCENTUALE SUI PRATICANTI
IN ITALIA
NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
131
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 5 -- L’ASSOCIAZIONISMO SPORTIVO IN EMILIA-ROMAGNA
Società Sportive affiliate FSN, DSA, EPS – Anno 2009
Enti di Promozione
Sportiva
Federazioni Sportive
Nazionali
Discipline Sportive
Associate
Totale Società
Sportive 2009
10.523
4.917
459
15.899
Serie storica delle Società FSN CONI in Emilia-Romagna
132
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
REGIONE Bologna Ferrara
Forlì
Cesena
Modena
Parma
Piacenza
Ravenna
Reggio
Emilia
Rimini
FSN
4.917
1.061
372
372
739
522
395
467
631
358
DSA
459
101
17
57
74
29
19
74
50
38
EPS
10.527
2.440
835
1.096
1.432
1.111
644
1.007
1.244
714
133
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 6 – DIFFUSIONE DELLE SOCIETÀ SPORTIVE
SUL TERRITORIO REGIONALE
Numero di Società
REGIONE
Bologna
Ferrara
Forlì
Cesena
Modena
Parma
FSN
4.917
1.061
372
372
739
522
395
DSA
459
101
17
57
74
29
EPS
10.527
2.440
835
1.096
1.432
1.111
134
Reggio
Emilia
Rimini
467
631
358
19
74
50
38
644
1.007
1.244
714
Piacenza Ravenna
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Indice di Diffusione x 100.000 abitanti
REGIONE
Bologna
Ferrara
Forlì
Cesena
Modena
Parma
Piacenza
Ravenna
Reggio
Emilia
Rimini
ID FSN
112,87
108,69
103,92
95,87
107,37
120,53
138,14
121,07
121,47
111,36
ID DSA
10,54
10,35
4,75
14,69
10,75
6,70
6,64
19,18
9,63
11,82
ID EPS
241,66
249,96
233,25
282,46
208,05
256,53
225,22
261,06
239,47
222,10
135
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 7 – ATLETI TESSERATI ALLE SOCIETÀ AFFILIATE ALLE FSN
SERIE STORICA 1997 – 2001 - 2009
136
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 7.BIS – ATLETI TESSERATI ALLE SOCIETÀ AFFILIATE ALLE FSN
SERIE STORICA 1997 – 2001 - 2009
137
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 8 – GLI IMPIANTI SPORTIVI IN EMILIA-ROMAGNA
Densità territoriale dei complessi sportivi
Numero di Complessi per km2
Indice di Dotazione delle strutture sportive per Provincia
138
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Classifica delle Province per Indice di Dotazione
ID complessi
X 100.000
abitanti
ID spazi di
attività X
100.000
abitanti
ID impianti
X 100.000
abitanti
RE
194
RE
218
RE
439
RA
161
RA
166
RA
303
FE
144
PR
161
MO
288
PR
140
FC
152
PR
285
R.E.R.
127
FE
150
PC
266
FC
126
R.E.R.
147
R.E.R.
266
PC
121
MO
146
FC
243
MO
117
PC
133
FE
216
RN
96
BO
120
RN
212
BO
94
RN
110
BO
202
139
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Tipologie degli Spazi di attività in Regione
LA PROPRIETÀ DEGLI IMPIANTI SPORTIVI
140
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI
141
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 9 – I PRATICANTI ATTIVITÀ SPORTIVE IN EMILIA-ROMAGNA
DATI ISTAT 1995 – 2000 - 2006
Anno
Totale praticanti
Attività natatorie
Ginnastica, attrezzistica, danza
Calcio e calcetto
Sport invernali
Ciclismo
Tennis e altri sport con racchette
Pallavolo
Atletica leggera e podismo
Pallacanestro
Caccia
Footing, Jogging
Pesca
1995
2000
2006
1.133.826
1.383.941
1.448.890
215.427
344.601
213.000
292.527
308.619
264.000
241.505
276.788
203.000
126.989
164.689
97.000
132.658
134.242
141.000
156.468
113.483
72.000
92.974
99.644
67.000
61.227
91.340
83.000
72.565
69.197
40.000
43.085
45.670
16.000
40.818
42.902
34.000
39.684
30.447
29.000
142
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
TAV. 10 – INDICE DI AFFOLLAMENTO DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIA
DI SPAZI DI ATTIVITÀ
TAV. 11 – LA PRATICA SPORTIVA DI VERTICE
143
LIBRO BIANCO PER LO SPORT IN EMILIA-ROMAGNA
Comitato di redazione
Project leader
Fabio G. Poli
Coordinamento editoriale
Roberto Ghiretti
Giuliano Grandi
Comitato di redazione
Andrea Castelletti
Emanuele Grisanti
Paolo Piani
Massimo Zanotto
Hanno collaborato
Sara Bove
Matteo Fogacci
Stefano Marchigiani
Si ringraziano i Presidenti dei Comitati Provinciali CONI
per la disponibilità, la collaborazione e l’impegno senza i
quali la redazione di questo testo non sarebbe stata
possibile.
Un ringraziamento particolare a Josefa Idem e Gianni
Scotti per gli spunti ed i contenuti forniti per i temi di
competenza.
Finito di stampare: febbraio 2mila11
Finito di stampare: Maggio 2mila11
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