LA “MAPPATURA DEI NEVI” PREVIENE IL MELANOMA ZANZARE

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SanitàCremona
Notiziario a cura di
Azienda Sanitaria Locale della provincia di Cremona
e Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona
Sistema Sanitario
MARCHIO SISTEMA SANITARIO.
ZANZARE: UN RISCHIO
DA NON SOTTOVALUTARE
Con l’arrivo dell’estate viene rafforzata
la sorveglianza di malattie ‘esotiche’ trasmesse dalle zanzare, come la Dengue o la
febbre West Nile. Da alcuni anni il Ministero della Salute fornisce indicazioni con
le procedure da seguire, poiché in Italia ed
in Europa si è assistito nell’ultimo decennio, all’aumento della segnalazione di casi
importati ed autoctoni di alcune malattie
virali trasmesse da vettori (in genere zanzare) molto diffuse nel mondo, tra cui la
Dengue, la febbre Chikungunya e la malattia da virus West Nile.
Proprio queste malattie strettamente collegate al diffondersi di zanzare si stanno
presentando in Italia ed i primi casi si
sono manifestati anche nella nostra provincia la scorsa estate .
Come la zanzara trasmette le malattie virali
Tutte le malattie elencate sopra, ad eccezione della malaria, sono causate da virus.
Le zanzare ospitano i virus e, nel momento
in cui pungono, possono infettare l’uomo,
ma anche uccelli o altri mammiferi che
rappresentano il serbatoio principale di
virus. Il ciclo è piuttosto semplice: quando
una zanzara punge una persona malata,
che ha il virus nel proprio sangue, acquisisce essa stessa il virus che si diffonde nel
suo organismo nel giro di 8-10 giorni e
che viene poi espulso insieme alla saliva
in una successiva puntura. Infatti, quando
una zanzara punge, prima di succhiare il
sangue, inietta la propria saliva (responsabile del prurito) e contestualmente può
trasmettere il virus ad un nuovo ospite.
Ricomincia quindi il ciclo ed aumenta il
numero delle zanzare vettrici del virus.
L’infezione, che ha effetto sull’uomo, sembra non avere effetti sulla zanzara, che rimane portatrice della malattia per il resto
della propria vita. Il diffondersi dei viaggi
in Paesi in cui le infezioni virali trasmesse da zanzare sono comuni, rende di fatto
probabile l’importazione della malattia da
parte dei viaggiatori eventualmente contagiati che, al rientro, possono dare il via
al ciclo di trasmissione attraverso le zanzare (nessuna di queste malattie può essere
trasmessa da uomo a uomo). I due punti
cardine sono quindi: la presenza di zanzare e la presenza del virus.
Come difendersi dalle zanzare:
comportamenti
La lotta all’insetto vettore è un elemento
decisivo della strategia di prevenzione e
controllo di queste malattie. Il ruolo che i
Comuni svolgono è determinante in quanto ad essi competono le attività di disinfestazione delle aree pubbliche e di informazione, ma per ridurre al minimo possibile
la presenza di zanzare e, di conseguenza,
ridurre al minimo possibile la possibilità
di infezioni, è indispensabile il contributo
dei singoli cittadini che possono adottare
sistematicamente semplici misure di lotta
alla zanzara nelle aree private e di protezione dalle punture.
In orti e giardini: coprire con coperchi
ermetici, teli di plastica o zanzariere ben
tese, tutti i contenitori utilizzati per la
raccolta dell’acqua piovana da irrigazione (cisterne, secchi, annaffiatoi, bidoni e
bacinelle).
In cortili e condomini: tenere puliti tombi-
LA “MAPPATURA DEI NEVI”
PREVIENE IL MELANOMA
L’esame visivo della pelle è il metodo di screening più utilizzato per la diagnosi precoce del melanoma.
A domanda risponde Enrico Pezzarossa
UO di Dermatologia
Presidio Ospedaliero di Cremona
ni e pozzetti, trattare ogni 15 giorni circa
i tombini e le zone di scolo e ristagno con
prodotti larvicidi. Nelle grondaie: verificare che siano pulite e non ostruite. Nei
sottovasi: non far ristagnare acqua al loro
interno e, se possibile, eliminarli.
È importante non accumulare, all’aperto,
copertoni e altri contenitori che possono
raccogliere anche piccole quantità di acqua stagnante; se ciò non fosse possibile,
coprirli con un telo.
Dall’anno scolastico 2014/2015,
l’ASL ha avviato un dialogo anche con il mondo della scuola:
attraverso il progetto “Zanzare? Impariamo a difenderci” rivolto ai dirigenti scolastici, agli
insegnanti e al personale non
docente si intende incrementare
le azioni di contrasto alla zanzara come vettore di malattie; gli
operatori dell’ASL forniscono
informazioni sulle corrette modalità per proteggersi dalle punture di zanzara e per la bonifica
degli spazi aperti frequentati
dagli alunni (dove spesso sono
presenti fontane, laghetti, orti
didattici che possono favorire il
ristagno di acqua).
La lotta alle zanzare: trattamenti
La zanzara vola, ma ha un limitato raggio
di spostamento, circa 200 metri. La lotta
contro la zanzara tigre, si attua principalmente con gli interventi antilarvali, l’eliminazione dei ristagni di acqua e la prevenzione della loro formazione. La lotta
alle larve consente di eliminare in breve
tempo un grande numero di “potenziali”
zanzare adulte, agendo in aree limitate ed
impiegando quantità modeste di specifici
insetticidi.
In genere il trattamento della sola tombinatura in area pubblica non raggiunge un
livello sufficiente di contenimento dell’infestazione a causa del forte ruolo dei focolai in ambito privato.
L’intervento viene intrapreso da aprile a
settembre. I prodotti larvicidi che sono
necessari per trattare i focolai che non si
possono eliminare e nei quali permane
l’acqua (come i pozzetti stradali, le caditoie, i tombini e tutti gli altri ambienti
nei quali si possa verificare un ristagno).
Esistono diversi prodotti larvicidi, tutti
reperibili con facilità e a basso costo; attualmente è obbligatorio impiegare formulati commerciali registrati allo scopo
dal Ministero della Salute come presidi
medico-chirurgici (PMC). Il mercato offre gli stessi formulati larvicidi ad uso professionale anche in confezioni per l’uso domestico. I principi attivi a base chimica o
microbiologica (per la lotta alle larve della
zanzara comune si impiega, ad esempio,
un prodotto microbiologico a base di Bacillus thuringiensis var. israelensis altamente
specifico e selettivo nei confronti degli
organismi acquatici non bersaglio) sono
i più affidabili per l’impiego nella tombinatura poiché uniscono buona efficacia e
persistenza d’azione a bassa tossicità. L’efficacia dell’uso del rame è dimostrata solo
in piccoli contenitori come i sottovasi. Ma
tale metodo non è efficace al 100%.
Per quanto riguarda la lotta agli adulti: in
genere negli ambienti interni è sufficiente
il ricorso a trattamenti adulticidi - normali
insetticidi in commercio - da utilizzarsi in
caso di necessità. L’utilizzo di insetticidi da
nebulizzare negli ambienti esterni va messo in atto solo in situazioni straordinarie,
in caso di una presenza elevata di adulti
in siti sensibili (scuole, ospedali, strutture
residenziali e protette….) o in presenza di
rischio epidemico. Questi prodotti, infatti,
hanno una bassa persistenza ambientale e
quindi non garantiscono una buona protezione di lungo periodo, oltre ad essere
scarsamente specifici e quindi d’impatto
ambientale elevato.
Dott. Enrico Pezzarossa
Che cosa sono i nevi?
I nevi sono neoformazioni cutanee benigne che possono essere presenti alla
nascita (congeniti) o comparire nel corso
della vita (acquisiti). Sono macule o papule circoscritte che possono essere del
colore della cute, marroni, nere o blu.
Ne esistono diversi tipi, qual è il
più comune?
I più frequenti sono i nevi melanocitici
caratterizzati da una proliferazione di
melanociti in prossimità della giunzione dermo-epidermica. Quelli acquisiti
si possono suddividere in nevi comuni
e nevi atipici. I primi sono di diametro
inferiore a 6 mm, simmetrici e di colore
uniforme. I secondi sono invece caratterizzati da almeno due dei seguenti parametri: diametro superiore ai 6 mm, bordi
irregolari o mal definiti, asimmetria, pigmentazione irregolare, eritema ed accentuazione del disegno cutaneo.
Cos’è il melanoma?
È il tumore maligno dei melanociti, le
cellule cutanee che producono melanina. È un importante problema di sanità
pubblica in quanto se ne riscontra un aumento di incidenza del 3-8% annuo negli individui bianchi di origine europea.
Nonostante questo aumento, il tasso di
sopravvivenza è migliorato e questo progresso è attribuito alla diagnosi precoce.
Le attività educazionali rivolte alla popolazione tramite mass- media, Medici di
Medicina Generale e Dermatologi hanno favorito le attività di prevenzione.
Ci sono soggetti a rischio?
Il rischio di sviluppare il melanoma dipende dall’interazione tra fattori esogeni
(eccessiva esposizione solare o ai raggi
UV artificiali dei lettini abbronzanti) e
fattori endogeni come il fenotipo (capelli
castano chiaro, biondo o rossi, occhi azzurri/verdi, carnagione chiara e presenza di lentiggini), numero totale dei nevi
(il rischio aumenta con il crescere del
numero totale dei nevi), anamnesi familiare (parenti di primo e secondo grado)
e anamnesi personale di pregresso melanoma .
A cosa serve la mappatura dei nevi
e in cosa consiste?
Distinguere un melanoma da una lesione pigmentata benigna, sia melanocitaria che non, può essere talvolta difficile.
L’esame visivo della pelle è il metodo di
screening più utilizzato per la diagnosi
precoce del melanoma. La visita prevede
la valutazione di tutto l’ambito cutaneo
in condizioni di illuminazione ottimale.
È molto importante la correlazione tra
l’esame clinico (a occhio nudo) e la dermatoscopia, una metodica non invasiva
che identifica numerosi elementi morfologici non visibili ad occhio nudo. Questo
metodo aumenta l’accuratezza della visita clinica ed in particolare aiuta nell’identificazione delle lesioni melanocitarie
maligne.
In quali casi un nevo va ritenuto
sospetto?
Tra i vari possibili indicatori clinici per il
riconoscimento dei melanomi vorrei segnalare il segno del “brutto anatroccolo”:
in un individuo i nei hanno generalmente
le stesse caratteristiche, il “brutto anatroccolo” è un nevo con caratteristiche
diverse dagli altri nevi, pertanto la possibilità che sia un potenziale melanoma
è alta.
Quando va effettuata e con quale
frequenza?
Il medico di Medicina Generale invia a
visita di screening i pazienti in base all’anamnesi, all’età, al fenotipo e al numero
dei nevi. Sarà poi lo specialista dermatologo che indicherà con quale frequenza
ripresentarsi in base alle caratteristiche
specifiche riscontrate in ciascun paziente.
Quanto è importante auto-controllare i nei nella prevenzione del melanoma?
L’autoesame è una pratica da consigliare
perché aiuta nell’identificazione dei melanomi sottili. I pazienti che lo praticano
sono, quasi sempre, solo quelli particolarmente motivati: livello culturale più elevato, familiarità per tumori della pelle,
pregresse asportazioni di melanoma o di
nevi. Scarse invece le risposte da parte di
sottogruppi di popolazione come gli anziani.
La difficoltà nel fare l’autoesame della
pelle dipende anche talvolta dal numero
eccessivo di nevi e dalle loro caratteristiche.
REGOLE DI
AUTOVALUTAZIONE PER
IL RICONOSCIMENTO DI
UN NEO “PERICOLOSO”
Una regola molto utile per individuare i melanomi a diffusione superficiale è quella dell’ABCDE ovvero:
Asimmetria, Bordi irregolari, Colore
disomogeneo, Dimensioni superiori
ai 6 mm, Evoluzione rapida. Risulta
invece meno utile nell’individuazione del melanoma nodulare e del
melanoma acromico biologicamente
più aggressivi.
La revisione della letteratura ha fortemente enfatizzato l’importanza
della E (evoluzione: modificazione
della forma, colore e superficie) per
migliorare la diagnosi.
Informazioni
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