FATS WALLER Thomas “Fats” Waller fu un grande concertista classico e tuttavia ‐ anche a causa del suo colore ‐ egli non venne apprezzato in qualità di artista ma quasi esclusivamente in veste di buffone, di clown, a causa del suo temperamento votato all’ironia, alla burla. Nato il 21 maggio 1904 a New York da padre predicatore e madre musicista, i quali gli impartirono studi severi, a riparo dal jazz, di musica classica, egli divenne ben presto un abile musicista d’organo e pianoforte. In poco tempo egli si impose nel mondo della musica grazie al suo talento, ma in particolare furono due importanti incontri a favorirne la fama: il primo con Andy Razaf che divenne il paroliere delle sue innumerevoli canzoni, il secondo con il più rispettato pianista newyorchese, James P.Johnson, il quale lo prese sotto la sua ala (i due in breve costituirono insieme a Willie “the Lion” Smith il “triumvirato” dei più autorevoli pianisti della città). Fats era un compositore fecondissimo e veloce nello scrivere, ma era anche un’instancabile bevitore oltre ad essere un insaziabile goloso, caratteristica che gli costò il soprannome. Fra le sue numerose collaborazioni va ricordata la composizione delle musiche per la rivista “Hot Chocolate” del 1929, il cui brano Ain’t misbehavin’ ebbe un grande successo. Nel ’32 come molti cercò rifugio in Europa per scampare alla crisi, al suo ritorno negli States gli fu proposto di iniziare una serie di nuove trasmissioni sulla rete della CBS sotto l’insegna “Fats Waller’s rithm club”, fu poi scritturato dalla Victor per la quale incise fino al ’42 oltre 400 pezzi dove spesso cantava. Fu proprio la comicità del suo personalissimo stile vocale che da una parte gli assicurò un’immensa popolarità (favorita da molteplici apparizioni sugli schermi di Hollywood) e dall’altra lo etichettò per sempre. Il suo alcolismo lo portò alla morte nel 1943. ANALISI TONALITA’ : Eb Maggiore STRUTTURA : AABA TEMPO : 4\4 Medium Swing A A livello melodico il brano si muove seguendo un motivo acefalo in levare sul primo tempo, quest’ultimo viene ripetuto variando sulla prima, seconda, terza, quarta e quinta battuta. Le due battute finali differiscono nel ritornello: durante la prima esposizione esse propongono una discesa cromatica armonizzata dagli accordi, mentre nella seconda la melodia cade sulla tonica, e questo accade anche nella ripresa di A ma di un ottava più in alto. A livello armonico nelle prime tre battute abbiamo la successione di Ebmaj7‐Fm7‐Gm7 (I° ‐ II° ‐ III° grado) da considerarsi come una quarta e sesta di passaggio. Gli accordi Fm e Gm sono preceduti rispettivamente da E°7 e F#°7 i quali hanno funzione di dominante ma vengono inseriti sotto forma di accordi diminuiti per ammorbidire ulteriormente l’ascesa cromatica dell’armonia. La quarta battuta è preceduta da una cadenza composta II – V – I che ci porta sul 4° grado di Eb: Abmaj7. Il Db che segue è la sostituzione di tritono della dominante della relativa minore, ovvero C minore (quinta battuta) che viene scritto in sostituzione primaria. Nella sesta battuta troviamo una seconda cadenza composta dove il Fa minore è preceduto dalla sua dominante. Nella seconda A la cadenza cade proprio su Eb mentre nella prima viene evitata creando un movimento che si sposta dal III° grado per spostarsi sul VI° che diventa dominante del II° per finire con la stessa cadenza composta della sesta battuta: G – C – C7 – F – Bb. B La B segue il principio della parte A: le prime quattro battute propongono un analogo motivo acefalo in battere sul secondo tempo mentre le ultime quattro seguono un movimento discendente verso la tonica. La sequenza armonica delle prime cinque battute è Cm7 – Ab7 – F7 – C7 – Bb, Cm7 – F7 – Bb sono una semplice cadenza composta mentre Ab7 trattasi d’una cadenza evitata. Seguono nelle ultime tre battute tre cadenze composte che sottendono la successione V – (VI) – II – V – I .