Universita’ degli Studi di Modena e Reggio Emilia CORSO DI LAUREA IN FISIOTERAPIA APPRENDIMENTO IN CONDIZIONI PATOLOGICHE Nicoletta Beschin N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO SI COMPRENDONO TUTTE QUELLE ATTIVITA’ CHE UN INDIVIDUO COMPIE QUANDO DEVE ACQUISIRE DELLE INFORMAZIONI E CONSERVARLE PER UN PERIODO DI TEMPO PIUTTOSTO LUNGO. N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO CODIFICA IMMAGAZZINAMENTO TENUTA NEL TEMPO RECUPERO INFORMAZIONE UTILIZZO INFORMAZIONE N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO Tra quest attivita’ ovviamente troviamo: SELEZIONE DI INFORMAZIONI SALIENTI LETTURA RIPETUTA DEL MATERIALE CON IMMAGINI CONCENTRATO METODO DI APPRENDIMENTO DISTRIBUITO CON FRASI N.Beschin 21 gennaio 2011 OGGI OGGI APPRENDIMENTO MEMORIA OGGI N.Beschin 21 gennaio 2011 OGGI N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a lungo termine Condizionamento INCONSAPEVOLE Facilitazione Implicita/ Non dichiarativa Apprendimento non associativo Apprendimento Abilita’ N.Beschin 21 gennaio 2011 EBBINGHAUS 1885 RITENZIONE IN MEMORIA 1. Caratteristiche individuali (poca o tanta memoria); 2. Momento del soggetto; 3. Caratteristiche del materiale da apprendere N.Beschin 21 gennaio 2011 EBBINGHAUS 1885 RITENZIONE IN MEMORIA L’interesse o l’attenzione, quando intense, possono consentire l’apprendimento in una sola ripetizione N.Beschin 21 gennaio 2011 EBBINGHAUS 1885 RITENZIONE IN MEMORIA Molto spesso sono invece necessarie ripetizioni e rievocazioni ad intervalli regolari Queste si possono misurare --------- ESPERIMENTO N.Beschin 21 gennaio 2011 ESPERIMENTO EBBINGHAUS 1885 MATERIALE: SILLABE PRIVE DI SENSO (consonante-vocale-consonante) - L’apprendimento e’ piu’ facile e veloce tanto e’ piu’ corta la lista. -Raddoppiando la lista le ripetizioni erano piu’ del doppio N.Beschin 21 gennaio 2011 ESPERIMENTO EBBINGHAUS 1885 MATERIALE: SILLABE PRIVE DI SENSO (consonante-vocale-consonante) -Col crescere delle ripetizioni la lista resta maggiormente -Il numero di ripetizioni e’ piu’ efficace se viene distribuito nel tempo N.Beschin 21 gennaio 2011 PASSATO PASSATO APPRENDIMENTO MEMORIA PASSATO N.Beschin 21 gennaio 2011 PASSATO 1. Studi sull’ sull’apprendimento: apprendimento: il condizionamento (Pavlov) • Può essere emessa una risposta riflessa (salivazione) in presenza di uno stimolo neutro (luce), se questo viene ripetutamente associato a uno stimolo incondizionato (cibo), che naturalmente provoca la risposta riflessa. N.Beschin 21 gennaio 2011 La “legge dell’ dell’effetto” effetto” (Thorndike, 1898) - Apprendimento procede per prove ed errori. -Se un’azione, anche casuale, determina un effetto positivo, avrà più possibilità di essere ripetuta rispetto a un’azione che non determina effetti o che determina effetti spiacevoli. N.Beschin 21 gennaio 2011 Esempio Un gatto è dentro la gabbia e c’è del cibo fuori. Scopre casualmente che premendo una leva si apre la gabbia. Dopo più ripetizioni, rimesso in gabbia, preme direttamente la leva. N.Beschin 21 gennaio 2011 Il comportamentismo (Watson, 1913) • La Psicologia, per essere scienza, deve avere come oggetto di indagine soltanto comportamenti osservabili. • La mente è considerata come una “scatola nera” non studiabile, in quanto non direttamente osservabile. • L’apprendimento è passivo. • L’apprendimento può essere descritto sulla base dello schema stimolorisposta. N.Beschin 21 gennaio 2011 Il comportamentismo (Watson, 1913) • L’apprendimento può essere descritto sulla base dello schema stimolo-risposta. N.Beschin 21 gennaio 2011 Il condizionamento operante (Skinner, 1931) E' quella forma di apprendimento basata sulla relazione tra i comportamenti messi in atto (risposte operanti) e gli effetti che ne conseguono (rinforzi), seguendo la legge dell'effetto. I rinforzi possono essere: •positivi: es. ricompensa, cibo, lode. Valenza positiva •negativi: eliminazione di uno stimolo spiacevole. •punizione: somministrazione di uno stimolo spiacevole. Valenza negativa I rinforzi, positivi o negativi, sono più efficaci per l'apprendimento di quanto non siano le punizioni. N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 Dal comportamentismo al cognitivismo: Tolman (1932) Studiando il comportamento di ratti, posti all'interno di un labirinto, dimostra che: Esiste una forma di apprendimento latente. In assenza di rinforzo, il ratto può infatti formarsi una mappa cognitiva del labirinto, che utilizzerà al momento opportuno. La finalità e lo scopo di un’azione sono importanti. I ratti rendevano esplicito il loro apprendimento solo quando la loro azione era finalizzata a uno scopo. N.Beschin 21 gennaio 2011 Cognitivismo (Neisser, Neisser, 1967) • Studio della mente, dei processi • di codifica, elaborazione e • rappresentazione che vi avvengono. • Il soggetto che apprende non è passivo, passivo, bensì bensì attivo, attivo, in quanto elabora e seleziona le informazioni provenienti dalla realtà realtà. N.Beschin 21 gennaio 2011 Prima fase del Cognitivismo: Cognitivismo: “apprendere è ricordare” ricordare” 1.Viene studiata la relazione tra apprendimento e memoria. Si distingue: • apprendimento basato sulle conoscenze: veicolato dalla memoria dichiarativa. • apprendimento basato sull'acquisizione di abilità: veicolato dalla memoria procedurale. N.Beschin 21 gennaio 2011 Il modello ACT (John R. Anderson,1976) Prevede 3 stadi dell'apprendimento: 1. stadio “cognitivo”: “sapere cosa”, cioè elaborazione e immagazzinamento degli elementi a disposizione. Es. rappresentazione mentale del problema. 2. stadio “associativo”: “sapere come”, cioè conoscenze procedurali. 3. stadio “automatizzazione”: tramite l'esercizio, le singole operazioni diventano sempre più veloci e automatizzate e tendono ad assemblarsi; il soggetto può dislocare l'attenzione su qualcos'altro. In realtà l'automatismo N.Beschin è una21condizione necessaria, ma non gennaio 2011 sufficiente, per diventare esperti. APPRENDIMENTO N.Beschin 21 gennaio 2011 IMPORTANTE la memoria umana non deve essere considerata una funzione unica, ma un insieme di sistemi con scopi, modalità di codifica e di elaborazione del materiale del tutto differenti. N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a breve termine permette di trattenere e combinare una quantita’ limitata d’informazioni per pochi secondi N.Beschin 21 gennaio 2011 693521472 N.Beschin 21 gennaio 2011 MEMORIA A BREVE TERMINE Fonologica (uditivo-verbale) Visiva Spaziale Uditiva non verbale Tattile propriocettiva dolore emozioni N.Beschin 21 gennaio 2011 PROBLEMI PZ di 39 anni, 13 Scuola, TBI 2 anni prima, lesione • • • • • Rientra al lavoro, ma non riesce più a svolgerlo Riferisce grande affaticabilità cognitiva Valutazione NPS approfondita MBT sia verbale sia spaziale Indagini, test-retest su entrambe • MBT spaziale (costruzione ad hoc di test) N.Beschin 21 gennaio 2011 WORKING MEMORY In qualità di esseri umani possediamo inoltre un tipo di memoria definita di lavoro (in inglese working memory) . Può essere considerata come una tra le funzioni cerebrali più elevate. N.Beschin 21 gennaio 2011 Working memory Questo tipo di memoria è in realtà una vero e proprio insieme di funzioni cognitive che ci permettono di mantenere “il filo” di quello che stiamo pensando, di cosa stiamo facendo e di dove siamo momento per momento. N.Beschin 21 gennaio 2011 Working memory Ci permette di mantenere in memoria alcune informazioni che ci sono utili per prendere delle decisioni e questo per un tempo sufficiente a prendere la decisione che riteniamo più corretta. Questo tipo di memoria ci serve per acquisire nuove parole e quindi una lingua straniera, ad immaginare, ad essere creativi o a ricordare cosa fare, quindi a programmarsi. N.Beschin 21 gennaio 2011 Working memory E’ “l’occhio della mente”. Un bambino di cinque anni dovrebbe continuare a spostare i mobili, non può usare quest’occhio mentale perché questo tipo di memoria si sviluppa più tardivamente. E’ così tardiva forse perché rappresenta una notevole evoluzione per la specie umana. N.Beschin 21 gennaio 2011 Working memory Ora prendete una V e appoggiate sopra una 0, che figura avete costruito? - N.Beschin 21 gennaio 2011 Working memory Queste attività mentali sono la dimostrazione che la vostra working memory ha funzionato perfettamente. N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a lungo termine permette di trattenere e combinare una quantita’ molto ampia d’informazioni per lunghi periodi N.Beschin 21 gennaio 2011 Memory Areas N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a lungo termine CONSAPEVOLE INCONSAPEVOLE Esplicita/dichiarativa Implicita/ non dichiarativa N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a lungo termine CONSAPEVOLE Esplicita/dichiarativa -Pone problemi di verita’ e falsita’ dell’evento -Richiede impegno risorse attentive N.Beschin 21 gennaio 2011 Prove Memoria esplicita • Il soggetto e’ istruito a cercare di ricordare certe informazioni; • Nel richiamo il partecipante riproduce degli items che ha appreso in precedenza. • Nel riconoscimento il partecipante deve identificare degli items presentati in precedenza. N.Beschin 21 gennaio 2011 Surgery • Lesions to either: 1. Hippocampal Formation (HF) Episodic Memory (Events) 2. Parahippocampal Region (PR) Semantic Memory (Facts) Parahippocampal Region N.Beschin 21 gennaio 2011 Hippocampal Formation: Episodic Memory (events) N.Beschin 21 gennaio 2011 Parahippocampal Region: Semantic Memory (facts) N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a lungo termine Memoria episodica CONSAPEVOLE Esplicita/dichiarativa Memoria semantica N.Beschin 21 gennaio 2011 il sistema semantico è una gigantesca banca dati che arricchiamo e consultiamo continuamente N.Beschin 21 gennaio 2011 È questo sistema che ci permette di dare un ordine alla realtà che ci circonda e di viverci in modo coerente e adattato. N.Beschin 21 gennaio 2011 Se qualche patologia lo danneggia, oppure non riusciamo più ad accedervi, l’ambiente familiare ci diventa alieno e le cose più quotidiane, come ad esempio un banalissimo gelato, risultano sconosciute. N.Beschin 21 gennaio 2011 Il “sistema semantico” è quel magazzino di memoria a lungo termine che contiene tutta la nostra conoscenza del mondo, tutto il nostro patrimonio culturale. In esso sono depositati i significati delle parole (dalle venti alle quarantamila, secondo Baddeley, uno dei principali studiosi della memoria), le nostre conoscenze dei colori e dei profumi, le nostre nozioni geografiche e storiche, come pure quelle relative agli oggetti. N.Beschin 21 gennaio 2011 È soprattutto nei bambini che possiamo toccare con mano il costante, veloce e continuo arricchimento del sistema semantico. Capita spesso che dai due anni in poi i piccoli ci sorprendano con frasi da adulti, frasi che non sappiamo dove possano essere state apprese e che, ciò nonostante, vengono buttate là al momento giusto e nel contesto appropriato. N.Beschin 21 gennaio 2011 Dopo aver ricevuto in regalo una gonnellina un po’ troppo lunga per i suoi gusti (appena sotto il ginocchio, ma non abbastanza alla moda, evidentemente), una bambina di tre anni sbottò: «Non sono mica una suora carmelitana, io!». Dove aveva potuto sentir parlare di “suore carmelitane”? Nel film Sister act? In chiesa? Alla televisione? “CHE MAGLIETTA ANNI 70 CHE HO” Emma 3 anni N.Beschin 21 gennaio 2011 Nella memoria semantica il dato acquisito non ha mai un’esatta collocazione temporale. Il sistema semantico è come la sabbia del deserto: si modifica continuamente, anche se il paesaggio ci sembra sempre uguale. N.Beschin 21 gennaio 2011 Amnesia semantica l’amnesia semantica si riscontra soprattutto dopo encefalite erpetica (un processo infiammatorio provocato nel cervello da un virus, l’Herpes simplex), come nel caso di Maria, oppure in seguito a trauma cranico, come nel caso di Giovanni. N.Beschin 21 gennaio 2011 Cominciamo dunque dal caso di Maria, descritto da De Renzi e collaboratori nel 1987. Nel corso di un esame diagnostico volto a mettere in evidenza disturbi semantici, il terapeuta a un certo punto le chiede: «Il maiale fa le uova?». Maria: «Sbagliato. Non può essere il maiale che fa le uova. Il maiale è maschile, mentre femminile sarebbe maiala. Però in italiano maiala non esiste…». N.Beschin 21 gennaio 2011 Fino a poco tempo prima questa giovane signora aveva svolto la professione di insegnante. Colpita da encefalite, ben presto non era più stata in grado di riconoscere il marito e la figlia e aveva perso la conoscenza di molte parole. La TAC aveva mostrato una lesione al lobo temporale posteriore dell’emisfero sinistro. N.Beschin 21 gennaio 2011 Il terapeuta le chiede ancora: «È più grande una pulce o una rana?». E Maria: «Pulce… il suo significato mi sfugge… pulcino… allora pulce deve essere un animale grande. Ora non ho dubbi: una pulce è più grande di una rana». Maria deduce che, se “pulcino” è un diminutivo, allora “pulce” deve essere per forza più grande. L’accesso al magazzino semantico le è N.Beschin 21 gennaio 2011 precluso e Maria cerca di arrangiarsi come può. Ed eccoci a Giovanni. Dopo un incidente stradale che apparentemente sembrava non avergli lasciato danni visibili (tanto da consentirgli di riprendere, dopo un periodo di terapia, il suo precedente lavoro di meccanico), il giovane si trovò a vivere un’esistenza che lui stesso definiva d’inferno. N.Beschin 21 gennaio 2011 I genitori non si rendevano conto del perché fosse sempre così nervoso e mandasse continuamente a quel paese tutti i membri della famiglia. Un giorno Giovanni raccontò al terapeuta che a pranzo la madre gli aveva prospettato per dessert del gelato, chiedendogli se fosse di suo gradimento. La sua risposta era stata un borbottio, accompagnato da qualche bestemmia e da un: «Ma fai un po’ quel che ti pare!». N.Beschin 21 gennaio 2011 Come lui stesso spiegò, questo era accaduto perché non sapeva assolutamente cosa fosse il gelato. «L’ho già sicuramente sentito, si mangia di certo, ma non mi viene in mente cos’è, anche se sono sicuro che prima lo sapevo». Altre volte i litigi erano stati per le polpette, il salame, l’aragosta, l’arrosto… Non diversamente le cose andavano sul lavoro. Se il suo principale voleva un cacciavite, Giovanni gli dava una pinza, se voleva un martello gli dava una chiave inglese. Una volta, accortosi della sua irritazione, il ragazzo montò su tutte le furie e gli rovesciò addosso il contenuto della cassetta degli attrezzi. N.Beschin 21 gennaio 2011 Ancora peggio andavano le amicizie. Un giorno coprì di botte un amico che, per complimentarsi con lui della camicia nuova che aveva addosso, lo aveva innocentemente definito “veramente fico”. Inutile dire che anche l’appellativo “fico” era diventato irreperibile nel magazzino semantico di Giovanni. N.Beschin 21 gennaio 2011 I casi di Maria e Giovanni evidenziano come l’irreperibilità delle classificazioni depositate nel magazzino semantico trasformi in tempi brevi l’esistenza delle persone in un vero e proprio incubo. Maria e Giovanni vivono, letteralmente, in un mondo alieno. N.Beschin 21 gennaio 2011 oggetti animati e oggetti inanimati, indipendenti tra loro. Non si conosce ancora quale potrebbe essere il vantaggio evolutivo di questa suddivisione e l’argomento è tuttora molto dibattuto. N.Beschin 21 gennaio 2011 importanza vitale della memoria semantica e, al tempo stesso, la sua estrema complessità. N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 Amnesia is total or partial memory loss. AMNESIE La madre di tutte le muse Il termine amnesia deriva dal greco: “a” (alfa privativa a significare “assenza di”) e “mnesis” (come Mnemosine, la madre delle muse) che significa ricordo. L’amnesia e’ quindi un disturbo caratterizzato da un grave deficit della memoria. NICOLETTA BESCHIN N.Beschin 21 gennaio 2011 N.BeschinDI 21 gennaio 2011 SMEMORATO COLLEGNO What are the causes of Amnesia? • Traumatic head injury • (concussion) • • Stroke (ischemia) • • Poisoning • • Substance abuse • • Hypoxia (lack of oxygen) • Alzheimer’s disease • • Drugs Vitamin deficiency Malnutrition Encephalitis Alcoholism Electroconvulsive therapy (shock therapy) Stress N.Beschin 21 gennaio 2011 Varieties of amnesic syndrome • • • • • • Korsakoff syndrome Severe Hypoxia Herpes encephalitis Vascular disorders Head Injury Transient Global Amnesia N.Beschin 21 gennaio 2011 Amnesia N.Beschin 21 gennaio 2011 Questo strettissimo legame è molto evidente nel signor Z descritto da Liepmann all’inizio del secolo. Il signor Z, alcolista cronico, sviluppava una Sindrome di Korsakoff con amnesia retrograda di circa 25 anni. La natura organica era perciò manifesta. In realtà però egli mostrava una netta barriera di memoria localizzata nel 1872 (quando aveva 23 anni) e questa linea di demarcazione così precisa appare poco spiegabile con il danno cerebrale anatomico. Quell’anno fu il più infausto. Gli accaddero una serie di eventi che fecero cambiare e precipitare la sua vita. Da studente modello, forse a causa dell’alcool, non superò un importante esame. Questo lo portò addirittura a tentare il suicidio. L’amnesia di Z era organica ma la sua barriera era psichica. N.Beschin 21 gennaio 2011 CHE COS’E’ L’AMNESIA ANTEROGRADA Consiste nell’impossibilita’ o nella ridotta capacità a richiamare alla mente episodi appena accaduti. Un amnesico anterogrado non ricorda le cose o le parole che ha appena fatto o detto. Non si ricorda di aver mangiato. Arriva a ripetere continuamente (anche decine di volte) la stessa frase, sempre convinta di dirla per la prima volta. Continua a salutare perchè convinto di aver incontrato quella persona per la prima volta. Però ha mantenuto la memoria della propria vita passata; può ricordarne anche dettagli remoti o insignificanti. N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 Paziente RG, 18 ANNI, TRAUMA CRANICO DESCRIZIONE PARENTI: NON RICORDA ASSOLUTAMENTE NIENTE. MANGIA E DIMENTICA DI AVER MANGIATO, TELEFONA QUALCUNO VA A RISPONDERE E POI NON RICORDA NEMMENO CHE IL TELEFONO E’ SUONATO. SE GLI DICIAMO CHE SI DIMENTICA SI ARRABBIA MOLTO. TERAPEUTA: SONO USCITA DALLA STANZA CINQUE VOLTE E PER CINQUE VOLTE MI HA SALUTATA E DETTO CHI ERA. MA LEI HA PROBLEMI DI MEMORIA? PAZIENTE: ADESSO NON LE VA BENE NEMMENO SE SONO GENTILE. UN SALUTO NON LO SI NEGA A NESSUNO. N.Beschin 21 gennaio 2011 La presenza di anosognosia e’ considerata uno dei peggior fattori per il recupero Meccanismi di compensazione esterni e interni Accettazione della terapia N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 GLI AMNESICI ANTEROGRADI IMPARANO???? APPRENDIMENTO MOTORIO PERCETTIVO VERBALE CONDIZIONAMENTO FACILITAZIONE PRIMING N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 CONDIZIONAMENTO (CIO’ CHE GLI AMNESICI IMPARANO) 1911 CLAPAREDE SPILLO-PAZIENTE AMNESICA NON RICORDO-RITIRO MANO SCUSE UTILIZZATE PER SPIEGAZIONE N.Beschin 21 gennaio 2011 A M N E S I E N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO (CIO’ CHE GLI AMNESICI IMPARANO) • AMNESICI-APPRENDONO CONDOTTE MOTORIE • HM • HM E LABIRINTO TATTILE-PIU’ VELOCE MA NUMERO ERRORI • PZ di Starr e Philips-IMPARO’ UNA MELODIA AL PIA NOFORTE • APPRENDIMENTO PERCETTIVO N.Beschin 21 gennaio 2011 A M N E S I E N.Beschin 21 gennaio 2011 FACILITAZIONE PRIMING (CIO’ CHE GLI AMNESICI IMPARANO) E’ QUEL FENOMENO PER CUI SE SI E’ STATI ESPOSTI A UNA PAROLA O A UN OGGETTO, E’ FACILITATA LA SUA IDENTIFICAZIONE ASSASSINO N.Beschin 21 gennaio 2011 FACILITAZIONE PRIMING (CIO’ CHE GLI AMNESICI IMPARANO) A--A--N- N.Beschin 21 gennaio 2011 FACILITAZIONE PRIMING (CIO’ CHE GLI AMNESICI IMPARANO) IL`priminig appare associato ad una disattivazione piuttosto che ad un’attivazione L’apprendimento potrebbe richiedere una diminuzione dell’attivita’ di elaborazione dei dati per poter ripetere lo stimolo da apprendere. N.Beschin 21 gennaio 2011 N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a lungo termine Condizionamento INCONSAPEVOLE Facilitazione Implicita/ Non dichiarativa Apprendimento non associativo Apprendimento Abilita’ N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a lungo termine Implicita/Non dichiarativa: PROVE KORSAKOFF PZ ELETTROSHOCK CLAPAREDE PZ SPILLO APPR. IMPLICITO FACILITAZIONE COMPITO N.Beschin 21 gennaio 2011 Memoria a lungo termine Implicita/Non dichiarativa: PROVE PRIMING PZ ELETTROSHOCK APPRENDO IN UNA SOLA VOLTA DIVENTO PIU’ BRAVO PIU’ RIPETO N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO PROCEDURALE • PROVE PIU’ UTILIZZATE: 1. Inseguimento puntatore in movimento 2. Disegno eseguito guardando mano specchio 3. Apprendimento visuo-motorio di sequenze N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO PROCEDURALE 1.APPRENDIMENTO SEQUENZASPECIFICO 2. APPRENDIMENTO PIU’ GENERALE N.Beschin 21 gennaio 2011 MEMORIA NON DICHIARATIVA MALATTIA PARKINSON Deficit selettivi apprendimento procedurale MALATTIA DI HUNTINGTON Deficit apprendimento motorio e percettivo N.Beschin 21 gennaio 2011 MEMORIA NON DICHIARATIVA LESIONI PUTAMEN LESIONI CEREBELLARI N.Beschin 21 gennaio 2011 SELETTIVAMENTE LESE MEMORIA DICHIARATIVA MEMORIA NONDICHIARATIVA N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO E FUNZIONI ESECUTIVE “Il comportamento delle scimmie sottoposte a lesioni dei lobi frontali è fortemente indicativo di una abolizione di tutte le manifestazioni di iniziativa e curiosità”. Leonardo Bianchi [1922] N.Beschin 21 gennaio 2011 Leonardo Bianchi [1922] “l’esperimento ha determinato la soppressione delle abilità immaginative,del potere evocativo e del determinismo del pensiero”. N.Beschin 21 gennaio 2011 Leonardo Bianchi [1922] “La sindrome è complicata da paura irrazionale,errori di giudizio,indifferenza verso le persone e le cose,tendenza a collezionare rifiuti ed oggetti inutili” N.Beschin 21 gennaio 2011 Leonardo Bianchi [1922] “Questo insieme di sintomi è chiaramente indicativo delle funzioni dei lobi frontali” N.Beschin 21 gennaio 2011 Corteccia prefrontale laterale e attenzione Attività modulatoria: • Eccitatoria sulle regioni che elaborano informazioni rilevanti • Inibitoria sulle aree che elaborano informazioni non rilevanti e quindi interferenti rispetto al compito [Kastner e Ungerleider 2000] N.Beschin 21 gennaio 2011 Corteccia prefrontale: regione orbitaria Ruolo specifico nel controllo dei comportamenti finalizzati all’acquisire di rinforzi e gratificazioni. N.Beschin 21 gennaio 2011 SINDROMI DISESECUTIVE (DEFICIT FRONTALI) N.Beschin 21 gennaio 2011 Il lobo frontale e le funzioni esecutive I lobi frontali partecipano: • Organizzazione ed esecuzione dei movimenti • Ragionamento • Comunicazione • Regolazione del comportamento emotivo N.Beschin 21 gennaio 2011 Il lobo frontale e le funzioni esecutive Nel 1895 si identificarono in dettaglio le pricipali alterazioni da deficit frontale: • Difetti del controllo attenzionale • Disturbi della memoria • Incapacita’ nella coordinazione delle varie fasi di un processo finalizzato ad un obiettivo N.Beschin 21 gennaio 2011 Il lobo frontale e le funzioni esecutive • Disturbi della regolazione emotiva con conseguenti cambiamenti della condotta sociale • Alterazioni della motivazione con comportamento apatico N.Beschin 21 gennaio 2011 Il lobo frontale e le funzioni esecutive Baddeley e Wilson [1988] sono i primi ad applicare il termine di sindrome disesecutiva al quadro sintomatologico di un paziente con lesione frontale bilaterale con disturbi di memoria a lungo termine e incapacita’ di pianificare strategie. N.Beschin 21 gennaio 2011 Sindrome disesecutiva e corteccia prefrontale dorsolaterale Disturbi: • Facile distraibilità • Tendenza ad orientare automaticamente l’attenzione verso stimoli non rilevanti rispetto al contesto • Ridotta capacità nel giudicare e valutare in modo critico una data circostanza • Scarsa flessibilità cognitiva • Difficoltà ad affrontare situazioni complesse N.Beschin 21 gennaio 2011 I deficit cognitivi che emergono in seguito ad una lesione circoscritta al cingolo anteriore sono limitati e riguardano in particolare la capacità di inibire risposte precedentemente apprese e di controllare l’effetto di interferenza. N.Beschin 21 gennaio 2011 Tra gli strumenti utilizzati per esaminare la capacità di inibire pensieri ed azioni c’è il Test di Stroop. Il paziente deve dire il colore con cui sono scritte una serie di parole. N.Beschin 21 gennaio 2011 VERDE BLU MARRONE ROSSO N.Beschin 21 gennaio 2011 SINDROMI DISESECUTIVE (DEFICIT FRONTALI) METAMEMORIA N.Beschin 21 gennaio 2011 METAMEMORIA SI RIFERISCE ALLA CONOSCENZA CHE UN INDIVIDUO HA CIRCA LE SUE CAPACITA’ DI RICORDARE E ALLE STRATEGIE CHE PUO’ METTERE IN ATTO PER FACILITARE IL RICORDO. N.Beschin 21 gennaio 2011 METAMEMORIA DANNI ALLA METAMEMORIA GRAVI RIPERCUSSIONI SULL’APPRENDIMENTO N.Beschin 21 gennaio 2011 RIABILITAZIONE N.Beschin 21 gennaio 2011 RIABILITAZIONE APPRENDIMENTO SENZA ERRORI (ERRORLESS) Baddeley e Wilson 1994 N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO VERBALE 1. LA PROGRAMMAZIONE DEGLI STIMOLI E L’USO DI STIMOLI FACILITATI Il primo elemento è la situazione di stimolo: per stimolo si intende qualunque evento percepibile in grado di provocare una risposta. Distinguiamo due tipi di stimoli: -Stimolo discriminativo: in grado di produrre una risposta attesa (capacitàdi discriminare); -Stimoli ambientali facilitati: lo stimolo è una situazione ambientale avente precise caratteristiche. N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO VERBALE 2. EMISSIONE DELLE RISPOSTE E ANALISI DEL COMPITO METODOLOGIA ANALISI DEL COMPITO: consiste nel determinare quali azioni devono essere compiute dall’alunno/pz per arrivare ad eseguire un compito in modo corretto. IMPORTANTE nell’analisi del compito è frazionare un obiettivo complesso in tanti sotto-obiettivi più semplici che portano all’esecuzione completa del compito. N.Beschin 21 gennaio 2011 Grazie a questa metodologia • SI PUO’CAPIRE CON PRECISIONE IN QUALI PUNTI IL PZ O L’ALUNNO INCONTRA DIFFICOLTA’E STUDIARE PERCORSI FACILITATI PER AIUTARLO A SUPERARE I PASSAGGI CRITICI. N.Beschin 21 gennaio 2011 APPRENDIMENTO VERBALE CONSEGUENZA DELLA RISPOSTA E RINFORZAMENTO POSITIVO l’informazione di ritorno che forniamo all’alunno/pz dopo la sua risposta. la frequenza di emissione dei comportamenti positivi e cercare di ridurre la comparsa di quelli negativi. IMPORTANTE in questa fase é, ai tentativi di emissione della risposta desiderata, l’uso dei rinforzi positivi per aumentare la probabilitàdi emissione di quel comportamento. USO DI RINFORZATORI N.Beschin 21 gennaio 2011 L’uso degli aiuti e l’apprendimento senza errori aiuti: La guida fisica: consiste nel dirigere completamente l’alunno/pz.Metodologia di largo uso nelle didattica speciale. L’indicazione gestuale: consiste nel mostrare l’azione da eseguire; L’aiuto verbale è un suggerimento ed è quello più usato nella pratica didattica quotidiana. La semplificazione della situazione stimolo: ovvero un alunno può essere messo nelle condizioni di sbagliare raramente. CON UN PAZIENTE UNO DEI PRIMI OBIETTIVI DA TENER PRESENTE E’QUELLO DI FARLO SBAGLIARE IL MENO POSSIBILE E CERCARE DI ENFATIZZARE LA PARTE BUONA DELLA RISPOSTA EMESSA N.Beschin 21 gennaio 2011 L’uso degli aiuti e l’apprendimento senza errori Uso dei materiali-stimolo facilitati e facilitanti: gli aiuti possono essere inseriti nella situazione stimolo modificando il materiale di insegnamento. Una regola nella costruzione di materiali stimolo facilitati è utilizzare aiuti simili a quelli che ci si ritroverà poi nel mondo reale. APPRENDIMENTO SENZA ERRORI: gli aiuti devono essere scelti bene. IMPORTANTE E’L’ATTENUAZIONE DEGLI AIUTI: questi dovranno essere gradualmente attenuati N.Beschin 21 gennaio 2011 LA METACOGNIZIONE propone la conoscenza e la riflessione sui processi cognitivi (autoconsapevolezza); implicati negliapprendimenti;- permette la trasmissione di strategie diautoregolazione cognitiva e di autogestione nell’apprendimento e nello studio. N.Beschin 21 gennaio 2011 Abilità di autoregolazione cognitiva attraverso l’autoistruzione verbale Insegnare abilitàdi autoregolazione ed autocontrollo permette:di mantenere nel tempo le capacitàche acquisite; generalizzare le proprie competenze a situazioni diverse da quelle iniziali. L’AUTOREGOLAZIONE diretta al controllo di strategie cognitive e comportamentali E’MEDIATA DAL LINGUAGGIO che ha una FUNZIONE DI REGOLATORE DEL COMPORTAMENTO E DEL PENSIERO. Questa capacitàdi regolazione può essere insegnata o aumentata attraverso L’AUTOISTRUZIONE VERBALE GRAZIE N.Beschin 21 gennaio 2011