ComoCronaca
24 Sabato, 5 marzo 2011
I corpi incerti. Si è concluso con un incontro di grande interesse il percorso
di tre incontri svoltosi in Biblioteca comunale sulle delicate tematiche dell’anoressia
e della bulimia. Tra i relatori dell’ultima serata anche mons. Diego Coletti
Imperfezione e limite
S
i è concluso,
mercoledì della
scorsa settimana,
presso la Biblioteca
di Como, il ciclo di tre
incontri su anoressia e
bulimia, nell’ambito del
progetto “ I corpi incerti”,
organizzato dal Soroptimist
International Club di
Como in collaborazione
con l’assessorato alla
famiglia del Comune
di Como, l’Ospedale
Sant’Anna, Edizioni San
Paolo, Ati San GiuseppeSant’Andrea. Una serata
di grande interesse che ha
registrato il tutto esaurito
con grande soddisfazione
di Anna Veronelli,
assessore alla Famiglia,
e dei prestigiosi relatori
che si sono confrontati
sul tema impegnativo di
“Imperfezione e limite”:
il vescovo mons. Diego
Coletti, il prof. Roberto
Malacrida, primario del
reparto di cure intensive
dell’Ospedale Regionale di
Lugano, e il Dott. Raffaele
Iavazzo, psichiatra presso il Centro di
Cura Disturbi Alimentari dell’Ospedale
Sant’Anna di Como, che ha moderato
l’incontro. Sono intervenuti anche
professionisti di spicco del nosocomio
comasco come il dott. Giuseppe
Brazzoli, direttore sanitario, il dott.
Claudio Cetti, primario del dipartimento
di Psichiatria, e la dott.ssa Laura Bruni,
direttrice del presidio di neuropsichiatria
infantile di Asso. Contributi preziosi che
hanno reso testimonianza della realtà
ospedaliera comasca, da anni impegnata
nella cura di patologie importanti legate
ai disturbi alimentari. Pioniere nella
sperimentazione di percorsi terapeutici
efficaci per rispondere a questa nuova
emergenza, il Dipartimento di Salute
Mentale dell’Ospedale Sant’Anna
rappresenta un importante punto
di riferimento per le persone che
soffrono di questa grave forma di
disagio. Fino a qualche anno fa non
se ne parlava e le famiglie erano sole a
gestire situazioni a volte drammatiche
che, nel caso dell’anoressia, porta la
persona a consumarsi completamente,
senza che se ne renda conto. “Quando
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siamo partiti qualche anno fa – ha
sottolineato il dott. Cetti - l’offerta
per trattare queste situazioni era
inesistente sul territorio nazionale. Ci
arrivavano persone completamente
consumate, che sembravano stessero
per morire. Quando le situazioni
erano drammatiche, si procedeva
con il ricovero in reparti internistici
perché la parola psichiatria faceva e fa
molto paura. Non erano pochi, anche
tra colleghi bravissimi, a pensare che
queste ragazze non avessero niente e
che il problema si potesse risolvere con
l’esortazione a mangiare”.
La strada che l’Ospedale Sant’Anna
sta percorrendo nella cura dei disturbi
alimentari offre indicazioni chiare: il
problema non può essere affrontato da
soli né esclusivamente con un approccio
clinico e medico. Richiede una rete di
solidarietà sociale che dia una mano a
stanare dalla vergogna e dallo stigma le
persone che hanno paura di farsi curare
e le famiglie che si sentono isolate.
Necessita di una visione del mondo che
rimetta al centro il valore della persona
e della vita umana. Lo ha ribadito il dott.
Iavazzo: la medicina si arricchisce nel
confronto con la riflessione filosofica,
bioetica e teologica. “La nosografia
è poca cosa, le persone sono
sempre più grandi dei loro sintomi”
e le malattie spesso sono “ferite
dell’anima”. La medicina ha bisogno
di “una profonda conoscenza della
sofferenza, di saggezza e pazienza,
di persone che sappiano prendersi
cura del dolore degli altri con abilità
e compassione”, ha aggiunto con la
suggestiva narrazione del mito di
Chirone.
Sul tema del limite si è concentrata
la riflessione teologica del Vescovo
Mons. Coletti. “Il limite – ha detto
- non è una imperfezione”. Ce lo
insegna in modo assolutamente
inedito e sorprendente il Dio di
Gesù Cristo: “il Padre non è il Figlio,
e il Padre e il Figlio non sono lo
Spirito Santo. Il limite è dentro Dio
stesso” tanto da costituire, in modo
apparentemente paradossale, la sua
stessa perfezione. “Una perfezione
che è data non da una totalità chiusa
in se stessa, ma dalla relazione”.
Amore è il nome di questa relazione
che si manifesta nella sua massima
perfezione dentro il limite della storia,
nella prossimità e nella vicinanza
all’uomo. “Il nostro Dio non è un
principio universale” che ha dato inizio
al mondo “nel momento più o meno
probabile del big bang”. E’ il “Dio della
Parola” che si fa carne, il “Dio della
prossimità”, il “Dio della vicinanza”
che manifesta la sua onnipotenza
in modo sconvolgente, nel massimo
modo possibile, con la misericordia e
“il perdono, massima forma di amore”.
L’invito cristiano alla perfezione (“Siate
perfetti come è perfetto il Padre mio che
è nei cieli”), lungi dall’essere un ostacolo
all’accettazione del nostro limite, realtà
essenziale della nostra esistenza, ci
insegna che l’amore è l’unico modo
possibile di gestire il limite stesso.
La riflessione sul tema del limite è poi
proseguita su questioni delicate di
bioetica riguardanti il problema del
“lasciar morire” e dell’eutanasia grazie
all’intervento del prof. Malacrida,
riferimento di eccellenza nel campo
dell’etica clinica. “Se la tecnologia da
mezzo diventa fine – ha detto citando
Umberto Galimberti - allora la medicina
corre pericoli gravi. Le macchine
possono tenere in vita una persona
quasi senza limite”. Un delicato confine,
quello tra accanimento terapeutico ed
eutanasia, che ha portato il relatore
a distinguere diverse forme di “dolce
morte”. “L’eutanasia attiva – ha spiegato
– si ha quando la morte di una persona
in fine vita è provocata in maniera
diretta, dopo averla addormentata, con
un’iniezione di potassio che arresta il
cuore. E’ considerata omicidio anche
in quei paesi come il Belgio e l’Olanda
dove il medico che la pratica però non
va in carcere, in Svizzera sì. C’è poi
l’eutanasia attiva indiretta, permessa
dalla legge e anche dal Vaticano, che
consiste nel togliere il dolore a una
persona in fine vita attraverso la morfina
o sedativi che fanno dormire. Viene
spesso usata, d’accordo con i famigliari,
per evitare la morte terribile per
soffocamento, che è peggiore del dolore.
Vi è poi l’eutanasia passiva che consiste
nel non iniziare o nel sospendere
terapie che fanno male e non bene al
paziente terminale”. Coincide con il
“lasciar morire” per evitare ogni forma
di accanimento terapeutico.
manuela giani
❚❚ Confindustria Como
Severgnini
e la lingua
italiana
S
i svolgerà alle 20.30 di mercoledì 9
marzo, presso la sala delle conferenze di Confindustria Como, l’atteso incontro con Beppe Severgnini dal titolo “Lezione di italiani. Uno sguardo sull’attualità linguistica del Paese alla vigilia del 150°
compleanno”, nella quale il noto editorialista
del “Corriere della Sera” discuterà dei problemi dell’uso linguistico dell’italiano contemporaneo, e delle strategie tecniche da adottare per scongiurare gli imbarazzanti moduli
espressivi che vengono applicati nella stesura
di testi quali l’email, la tesi di laurea, l’articolo
di giornale o il saggio breve, caratterizzati da
un accumulo di terminologie straniere del
tutto abusate e abusive, e da orridi strafalcioni che “massacrano” l’italiano riducendolo a una sorta di gergalità primordiale e
istintiva, che non ha rispetto non solo per
l’ortografia e la sintassi, ma nemmeno per
i contenuti che gli autori intenderebbero
trasmettere. Un significato comunicato
male, come qualsiasi pensiero espresso
male, perde infatti tutta o quasi la sua profondità, non essendo la forma un semplice
artificio stilistico, ma una componente essenziale della comunicazione. Severgnini
parte tuttavia dall’assunto ottimistico che
un’immagine d’archivio di beppe
severgnini, che sarà a como
il prossimo 9 marzo
“scrivere bene si può”: tutto sta nell’acquisizione di alcuni piccoli accorgimenti (come
usare i segni d’interpunzione, come scegliere
un aggettivo, come evitare fastidiose e querule ripetizioni, etc.), e in una maggiore cura dei
dettagli e delle operazioni di rilettura, perché
il segreto di chi scrive consiste nel tenere sotto
controllo quanto si produce. Un incontro da
non perdere per gli amanti della lingua italiana. L’ingresso sarà gratuito su prenotazione
fino ad esaurimento posti.