ESAMI DIAGNOSTICI 1€ MENO DEL TICKET

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Poliambulatorio Specialistico Diagnostico
NEWS
Aprile/Maggio 2016
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LA TUA SALUTE MERITA DI PIÙ
ESAMI DIAGNOSTICI 1€ MENO DEL TICKET
Presso i nostri ambulatori l’attività di Diagnostica per Immagini è garantita 6 giorni su 7, 12 h su 24.
Casa della Salute sponsor di "StraGenova"
Una corsa podistica non competitiva organizzata dal Secolo XIX
per festeggiare i 130 anni e pensata per ammirare le bellezze
cittadine attraverso due percorsi differenti che attraversano
LA
GENOVA DELLO SHOPPING, LA GENOVA DEL COMMERCIO E LA
GENOVA MEDIEVALE
Sabato 14 e domenica 15 maggio il centro della città sarà travolto da un'ondata di musica, sport e divertimento.
L’evento clou sarà domenica con il via libera alla StraGenova, ma
la festa inizierà sabato alle 16: in piazza De Ferrari verranno allestiti
un palco e un villaggio dove andranno in scena giochi, musica e
spettacoli.
La Family run da 4,5 chilometri è una corsacamminata da vivere al ritmo
della grande festa, pensata per le famiglie, per i più piccoli e anche per
gli amici a quattro zampe.
La StraGenova da 10 chilometri è invece una competizione per chi ha
fiato e i muscoli più allenati.
TAC - Alta velocità, affidabilità, accuratezza
diagnostica e minore dose di radiazioni
SOMMARIO
P. 2 Medicina dello Sport
BASTA CLAUSTROFOBIA!
Arriva la risonanza magnetica aperta, 0,4 tesla.
P. 12 Risonanza Magnetica
P. 4 L’esame baropodometrico per il check up del piede e del cammino
P. 13 Tac - Alta velocità, affidabilità, accuratezza diagnostica e minore dose di radiazioni
P. 6 Verruche: contagio, tipologie e rimedi
P. 14 Il colesterolo si vince con una buona alimentazione
P. 8 Il radiologo risponde - Dott. Federigo Palmieri
P. 16 Attacchi di panico, come riconoscerli ed affrontarli
P. 9 Alcune attrezzature a disposizione del radiologo
P. 18 Il drenaggio linfatico manuale - Mft Roberto Risso
P. 10 Prevenzione odontoiatrica - La malattia parodontale
P. 20 Il nuovo servizio di Casa della salute e Patronato epaca
Casa della Salute News
Medicina dello Sport
Nell’anno 2015 i medici dello sport del poliambulatorio specialistico “Casa della Salute” hanno effettuato circa 6.000 visite
di idoneità sportiva e seguito sia atleti professionisti che sportivi amatoriali per permettere loro di svolgere lo sport in totale
sicurezza.
L’ atleta deve godere di perfette condizioni dal punto di vista
cardiovascolare, respiratorio ed ortopedico ed avere una preparazione preliminare ottimale che comprenda la cura dell’alimentazione e la preparazione fisica per il gesto atletico. Per
questi motivi la struttura implementa costantemente i processi
di prevenzione per l’intercettazione di eventuali disturbi non
compatibili con alcune pratiche sportive.
• Valuta i dati antropometrici (peso ed altezza) e misura il visus;
La VISITA MEDICO SPORTIVA PER IL RILASCIO DEL
CERTIFICATO DÌ IDONEITA’ SPORTIVA AGONISTICA
viene svolta secondo il protocollo che segue:
ESAME DELLE URINE
Fornisce indicazioni di funzionalità renale ed epatica ed informazioni sul metabolismo glicidico.
• Visita generale effettuata dal medico dello Sport (esame
obiettivo con particolare riguardo agli organi e agli apparati
impegnati nello sport praticato)
ELETTROCARDIOGRAMMA A RIPOSO
È il più comune esame strumentale cardiologico e consiste nella rilevazione e nella trascrizione grafica degli impulsi elettrici
emessi dal cuore. Le onde, registrate su carta o visualizzate sul
monitor, corrispondono a vari momenti dell’attività cardiaca
(contrazione e rilasciamento). Attraverso l’esecuzione di un
ECG è possibile valutare, quindi, la frequenza cardiaca e la
sua regolarità, lo stato del muscolo cardiaco e le alterazioni del
cuore provocate da malattie delle coronarie (ischemia) o da
altre malattie che colpiscono il cuore (ipertensione arteriosa,
scompenso cardiaco, pericardite, ecc).
• Elettrocardiogramma a riposo
• Elettrocardiogramma da sforzo (step test)
• Spirometria
• Esame urine
Gli atleti di età maggiore di 40 anni (39 anni e sei mesi a
norma dell’Atto di indirizzo della L.R. 35/2003) effettuano
un test da sforzo al cicloergometro, perché al di là di questa
soglia di età risulta maggiormente efficace per l’individuazione di patologie a rischio.
La VISITA MEDICA PER IL RILASCIO DEL CERTIFICATO DI BUONA SALUTE viene svolta secondo il protocollo che segue:
• Visita generale effettuata dal medico dello Sport o dal Cardiologo (esame obiettivo con particolare riguardo agli organi e agli
apparati impegnati nello sport praticato)
• Elettrocardiogramma a riposo
• Spirometria
LA VISITA NEL DETTAGLIO:
• Il medico raccoglie le informazioni sullo stato di salute del
soggetto e su eventuali patologie (anche familiari) di interesse per il rilascio dell’idoneità, sulla qualità delle attività
lavorative e sportive svolte, sullo stile di vita (fumo, consumo di alcol, assunzioni di farmaci, ecc.);
• Esegue L’ ascoltazione toracica e la misurazione della pressione arteriosa
ELETTROCARDIOGRAMMA DA SFORZO (Step test)
Viene effettuato dopo lo STEP TEST che consiste nel salire
e scendere uno scalino alto 30-40-50 cm, per 3 minuti alla
frequenza di 30 cicli al minuto (90 salite). La valutazione clinica del grado di tolleranza allo sforzo fisico viene effettuata
mediante IRI (Indice Rapido di Idoneità). Terminato lo STEP
TEST, dopo 1 minuto e per 30 secondi di seguito, si controlla
la frequenza cardiaca (n° di pulsazioni in 30 secondi). Il valore
misurato permette il calcolo dell’IRI.
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ELETTROCARDIOGRAMMA DA SFORZO
(Test al cicloergometro)
Negli sportivi di età maggiore di 40 anni l’ECG da sforzo
deve sempre essere eseguito mediante Test Ergometrico su
cicloergometro.
Il Cicloergometro è una cyclette collegata a un elettrocardiografo per il monitoraggio del cuore. Dopo l’esame
obiettivo (visita medica) all’atleta vengono applicati degli
elettrodi sul torace con i quali dovrà eseguire un esercizio
sulla cyclette. Il medico imposterà un protocollo di esercizio adatto alle sue caratteristiche fisiche e monitorerà il
cuore e la pressione sia a riposo che durante lo sforzo e nel
recupero. Il test ha durata variabile (15/20 minuti) a seconda
delle caratteristiche dell’atleta.
SPIROMETRIA
La spirometria è un esame molto semplice, non invasivo, fondamentale per la valutazione della funzione polmonare.
Lo “spirometro” consente di misurare il flusso e il volume di aria
espirata dall’atleta fino al completo svuotamento dei polmoni.
Nel caso in cui si rendessero necessarie indagini diagnostiche aggiuntive (E.C.G. dinamico secondo Holter, Ecocardiografia, Audiometria, ecc.) o consulenze specialistiche (ORL, Oculistica, Neurologia, ecc.) è possibile effettuale all’interno della struttura così
da mantenere la necessaria unitarietà di conduzione del paziente.
Casa della Salute dispone attualmente di tre diverse strutture
per il rilascio dei sopra citati certificati:
· Largo Milite Ignoto, 5d - 16012 BUSALLA
· Via Maragliano, 3/1 - 16100 GENOVA
· Via Cavour, 23/1 - 15121 ALESSANDRIA
· PROSSIMA APERTURA:
Corso Europa 1075 - 16100 GENOVA
TEMPI D’ATTESA
I tempi di attesa per tutte le prestazioni erogate in regime privato sono di pochi giorni.
IL PERSONALE
L’equipe del Servizio di Medicina dello Sport è composta da
otto medici e da un tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria
e perfusione cardiovascolare
Dott. Germano Gaggioli
Dott. Costantino Cipolloni
Dott. Andrea D’Aleo
Dott. Edoardo Casati
Dott.ssa Ornella Milici
Dott. Massimo Blondet
Dott. Enrico Gostoli
Dott. Marco Salvucci
Dott. Lorenzo Zuccarino - Tecnico di fisiopatologia
cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare
FORMAZIONE DEL PERSONALE
Il personale medico del Servizio di Medicina dello Sport partecipa ai corsi di istruzione sull’uso delle apparecchiature disponibili presso il poliambulatorio, segue periodicamente corsi
di aggiornamento e formazione come previsto dalle direttive
ministeriali in materia di Formazione Continua in Medicina
(ECM).
Il personale è inoltre formato per ottemperare a quanto previsto in materia di sicurezza e di formazione professionale.
RISORSE TECNOLOGICHE A DISPOSIZIONE
L’ambulatorio di Medicina dello Sport è dotato di apparecchiature di ultima generazione sottoposte annualmente a manutenzione preventiva e a manutenzione ordinaria da parte delle
ditte produttrici.
Il servizio di medicina dello sport dispone delle seguenti principali apparecchiature:
• elettrocardiografi
• spirometri
• sistema per prove da sforzo con cicloergometro
• sistema holter cardiaco
• sistema holter pressorio
• defibrillatore
Casa della Salute News
L’esame baropodometrico per il check up
del piede e del cammino
L’esame baropodometrico ortostatico, dinamico e posturale è
un’analisi computerizzata dell’appoggio del piede che fornisce
informazioni sulla distribuzione del carico a livello plantare e
valuta la fase del passo evidenziandone eventuali alterazioni.
Le informazioni ottenute sono indicative di eventuali problematiche posturali a carico dell’apparato locomotore e rappresentano un valido ausilio per il podologo in funzione della realizzazione di ortesi plantari personalizzate.
L’analisi dinamica verifica lo spostamento del peso, l’appoggio e i tempi di carico durante la fase del passo consentendo
allo specialista una valutazione posturale e biomeccanica.
Utilizzato dagli specialisti in ortopedia, podologia, rieducazione funzionale, medicina sportiva, diabetologia e
soprattutto dai tecnici ortopedici, questo esame è indispensabile per la valutazione dei rapporti articolari del piede.
Il test è indicato in età pediatrica dove si possono riscontrare problematiche legate all’età evolutiva (piattismo, varismo,
valgismo), in età adulta dove sono frequenti problematiche
relative all’ appoggio plantare (metatarsalgie, talloniti, fasciti,
ecc.), nei pazienti diabetici (dove si riscontrano alterazioni dei
fisiologici rapporti articolari) e nei pazienti affetti da problemi a carico del sistema circolatorio. Estremamente utile anche
negli sportivi, dove le sollecitazioni a carico delle articolazioni
degli arti inferiori sono soggette a particolare stress, nei soggetti con difficoltà nella deambulazione o deformazione a livello
delle articolazioni plantari (alluce valgo, dita a martello) e nei
pazienti che lamentano algie a carico delle articolazioni degli
arti inferiori o della colonna vertebrale.
Durante l’esame, che prevede un controllo in ortostatismo bipodalico (statico) e un’indagine del passo durante l’evoluzione
cinetica del movimento (dinamico), il soggetto viene messo in
posizione eretta sopra una pedana sensibile alla pressione.
L’ analisi statica permette di valutare l’appoggio del piede, di identificare le aree di maggiore e minore carico (che sul monitor appaiono come variazione tra il colore rosso ed il blu) e di registrare:
• La percentuale di carico sui ogni piede
• La percentuale di carico anteriore e posteriore
• Le alterazioni stabilometriche e del baricentro
Analisi statica
Analisi dinamica
Il controllo dell’appoggio podalico è indispensabile per correggere o prevenire eventuali problemi posturali che potrebbero compromettere le articolazioni dell’arto inferiore (caviglia,
ginocchio,anca, bacino) e la colonna vertebrale. Prezzo Casa della Salute è possibile effettuare
l’esame baropodometrico statico e dinamico con
l’assistenza di tecnici specializzati al prezzo di
€ 40,00
La visita comprende: l’effettuazione dell’esame
da parte di un podologo specializzato, la stampa
del cartaceo con l’esito dell’esame ed un check-up
generale del piede.
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Casa della Salute News
Verruche: contagio, tipologie e rimedi
Casa della salute è una struttura privata che sta sviluppando
l’ambizioso obiettivo di fornire cure mediche, estetiche e chirurgiche in ogni area della dermatologia.
Il progetto diventerà presto una realtà di successo e un punto
di riferimento per molti pazienti grazie alla competenza e alla
passione dell’equipe medica.
Il personale esperto e qualificato che opera all’interno della
struttura vanta un’ esperienza decennale nel settore e progetti di ricerca ben avviati per garantire ai pazienti le migliori terapie.
La possibilità di ricevere diagnosi rapide e trattamenti efficaci e personalizzati, costituisce un motivo di orgoglio per
la struttura.
Dott.ssa Christana Konstantina
La Dott.ssa Christana Konstantina, specialista in
Dermatologia e Venereologia ci parla di una malattia cutanea piuttosto comune e fastidiosa che colpisce entrambe i sessi, adulti e bambini: la verruca.
VERRUCHE PIANE
Le verruche sono piccole protuberanze cutanee che si trasmettono attraverso l’uso promiscuo di ambienti pubblici,
in special modo frequentando docce, piscine e campi sportivi; comune è anche il contagio diretto che avviene entrando in contatto con le verruche di altri soggetti.
La trasmissione può avvenire inoltre per autoinoculazione,
cioè attraverso il passaggio dei microorganismi dalla sede
di infezione ad un altra zona corporea, spiega la dottoressa.
VERRUCHE VOLGARI:
Si presentano come formazioni più o meno cheratosiche di
dimensioni variabili secche e ruvide.
Si osservano con maggiore frequenza a livello del dorso delle mani e delle dita, alle gambe ed alla pianta dei piedi. In
quest’ultima sede le verruche sono generalmente dolorose
ed assumono caratteristiche particolari che le differenziano
dagli altri tipi (verruche plantari).
Che cos’è una verruca?
“Le verruche sono lesioni che possono presentarsi sia sulle
cute che sulle mucose ed assumono, a seconda della sede,
caratteristiche molto varie.
Hanno aspetto simile a un callo dalle sfumature giallo - grigiastre la cui grandezza varia da pochi millimetri fino al centimetro di diametro e sono causate da un’infezione virale
sostenuta da uno degli oltre settanta papilloma virus che
interessano l’uomo (detti HPV, da Human Papilloma Virus).
Un’ infezione da parte di questo virus può propagarsi e determinare la crescita di più lesioni.
Le verruche vengono classificate in quattro differenti tipi
sulla base di caratteristiche istologiche e morfologiche:
VERRUCHE VOLGARI
VERRUCHE PIANE:
Si presentano di solito al volto o al dorso delle mani e più
spesso nelle donne o nei bambini.
Sono piccole, generalmente piatte e del colore della pelle,
solitamente asintomatiche e difficili da riconoscere.
VERRUCHE GENITALI:
Possono insorgere nei distretti genitali per contagio da altra
sede cutanea o da verruche delle mani di un familiare o per
contagio sessuale.
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VERRUCHE GENITALI
“Le verruche sono formazioni benigne tuttavia se
ne consiglia l’immediata asportazione”.
Anche se può risultare antipatico, è necessario evitare di
stringere la mano a chi ha verruche visibili sulla stessa”.
Quali sono i rimedi?
È dolorosa?
“Se la verruca cresce in una zona dove la pelle è molto delicata, come le palpebre o le parti intime, la maggiore sensibilità
della cute fa sì che il paziente abbia la percezione della presenza di un corpo estraneo sulla pelle stessa.
La verruca più dolorosa è quella definita plantare in quanto
raggiunge gli strati più profondi della pelle fino a creare intorno a sé uno strato di pelle dura, simile a un callo. A causa
del peso corporeo che schiaccia la lesione, la verruca tocca ed
irrita le terminazioni nervose causando una sensazione dolorosa simile a quella che si prova quando si ha un sassolino
nella scarpa”.
Quali sono i soggetti più esposti al contagio?
“A soffrirne sono soprattutto i soggetti con scarso o cattivo
funzionamento delle difese immunitarie.
Le verruche possono comunque interessare persone di tutte le
età, tuttavia nei ragazzini fra i dodici e i sedici anni si manifestano più frequentemente.
Raccomando particolare attenzione a coloro che soffrono di
dermatiti allergiche: in questi soggetti la pelle è più ricettiva
nei confronti del virus responsabile del problema”.
Quali parti del corpo possono esserne colpite?
“Le verruche possono comparire in qualunque parte del corpo. Più frequentemente si localizzano su zone in cui è facile si
verifichino traumi e lesioni, anche piccole, delle quali il virus
può servirsi per passare e fermarsi sotto cute (piedi, mani,
gomiti e ginocchia).
Come consiglia di comportarsi per prevenire questo fastidioso problema?
“È buona norma lavare spesso mani e piedi. Raccomando a chi
frequenta ambienti umidi (piscine, palestre, docce pubbliche,
ecc.) di non camminare a piedi nudi ma di indossare calzature
o ciabatte in modo da evitare il contatto diretto con il terreno
umido. È indicato inoltre utilizzare accappatoi e asciugamani
personali.
“Le verruche si trattano in maniere differenti, a seconda della
localizzazione e sempre sotto stretto controllo medico.
Per trattare le verruche del viso la terapia più consigliata, per
evitare esiti cicatriziali, è quella con l’acido retinoico in lozione o in crema da applicare localmente per 3-6 settimane.
Per trattare quelle localizzate su mani, arti o piedi consiglio, in
genere, un trattamento domiciliare con preparazioni topiche
cheratolitiche a base di acido salicilico. Le verruche genitali si
trattano invece con lozioni ad uso esterno a base di podofillotossina o con la crioterapia.
Tuttavia se il problema è diffuso o se la verruca è molto profonda, preferisco sottoporre il paziente a sedute di terapia del
freddo, (crioterapia con azoto liquido) da effettuarsi esclusivamente in ambulatorio”.
Come esegue la crioterapia?
“Applico sulla verruca azoto liquido, un gas a temperatura
freddissima che congela la verruca. Il congelamento agisce
lentamente sulla pelle e si forma una vescicola intorno alla
verruca che guarisce nel giro di una settimana circa.
Le verruche più grandi possono richiedere diversi trattamenti,
a distanza di 2 settimane l’uno dall’altro”.
Casa della Salute News
Il radiologo risponde
Casa della Salute ha a disposizione l’alta e più moderna tecnologia unita alla collaborazione di Radiologi ultraspecialisti
nei vari campi di applicazione della diagnostica per immagini
e presta particolare attenzione all’utilizzo di tecniche che consentono la massima risoluzione con una dose al paziente la più
ridotta possibile.
La parola al Dott. Federigo Palmieri, specialista in
Radiodiagnostica presso la struttura.
Dottore, che cos’è la radiologia?
“La radiologia è quella branca della medicina che si occupa
della produzione e della lettura di immagini degli organi e dei
tessuti a scopo diagnostico. Fino a qualche decennio fa le immagini erano prodotte ESCLUSIVAMENTE attraverso l’utilizzo di radiazioni ionizzanti. Alla radiologia tradizionale (ancora
attuale e spesso indispensabile) ed alla più recente tomografia
computerizzata (TAC), se ne sono affiancate altre come l’ecografia e la risonanza magnetica che impiegano rispettivamente
gli ultrasuoni ed i campi magnetici per generare immagini di
organi e strutture del corpo umano”.
Qual è il ruolo del radiologo all’interno di una
struttura come Casa della Salute?
“Il radiologo è il medico che si occupa della diagnosi e del
trattamento delle patologie interpretando immagini degli
organi interni e dei tessuti del corpo.
L’impegno del medico radiologo specialista in radiologia e
diagnostica per immagini si basa su una buona preparazione medica generale (alcuni hanno conoscenze più specifiche in alcuni settori, quali quello muscolo-scheletrico
o della mammella), sulla conoscenza della biomeccanica,
della patologia e della terapia, sul costante aggiornamento
professionale, sull’identificazione di procedure diagnostiche
corrette finalizzate al bene del paziente.
Orientarsi in un settore così delicato e complesso non è facile: è anche mio dovere valutare la congruità delle richieste
di esami che comportano per il paziente l’assorbimento di
dosi di radiazioni ed eventualmente individuare e proporre una metodica che consenta di ottenere lo stesso risultato diagnostico riducendo o annullando addirittura la dose
somministrata al paziente.
Questo spiega perché, talvolta, mi è capitato di annullare
o modificare alcune prescrizioni con un esame diverso da
quello atteso”.
minata prestazione di diagnostica per immagini. È lo strumento principale di comunicazione fra medico radiologo, paziente
e medico o medici di riferimento del paziente”.
Come è cambiato il ruolo del radiologo rispetto a
qualche decennio fa?
“Fino a qualche decennio fa il medico radiologo eseguiva personalmente gli esami radiografici, prima di interpretarli, vi era
quindi quasi sempre un rapporto diretto fra paziente e medico
radiologo.
Oggi, il medico radiologo esegue personalmente le procedure
di diagnostica ecografica mentre, per il resto della sua attività,
interpreta immagini acquisite dai collaboratori tecnici”.
Qual è l’importanza della relazione tra radiologo
e paziente?
La comunicazione tra medico e paziente deve essere considerata come una funzione clinica fondamentale da non trascurare.
Nel momento in cui entro in contatto con il paziente che si appresta ad effettuare un esame radiologico cerco di individuare
un modello di iterazione, di comunicazione e di relazione specifico focalizzando l’attenzione dell’intervento sul qui ed ora….
Sono sempre disponibile a parlare con lo stesso, a spiegargli il
referto, a comunicare ed interfacciarmi con i colleghi di riferimento per instaurare quel rapporto di fiducia che è di grande
aiuto nella soluzione dei problemi di salute.
L’empatia occupa un posto chiave nel colloquio: ritengo sia
una condizione necessaria per instaurare l’intesa collaborativa
con il paziente.
Che cos’è il referto?
“Il referto, o la diagnosi, è il prodotto del radiologo che ha analizzato attentamente le immagini, si è focalizzato sul paziente
attraverso l’acquisizione di dati amnanestici e a valutato attentamente le motivazioni all’esecuzione dell’esame. Il referto è un
atto medico che prevede la formulazione, mediante parole e
frasi, di un giudizio clinico-diagnostico relativo a quella deter-
Mi permetto di concludere con questa frase:
Si può essere totalmente razionali con una macchina, ma se
si lavora con le persone spesso la logica deve dare spazio alla
comprensione …(Akio Morita)”.
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Alcune attrezzature a
disposizione del radiologo
Dott. Federigo Palmieri
• Nel 2007 consegue la Laurea in Medicina e Chirurgia
presso l’Università Degli Studi Di Napoli Federico II.
• Nel 2012 consegue il Diploma di specialità in Radiodiagnostica con punti 50/50 e lode, presso l’Università
degli Studi di Genova.
PERCORSO PROFESSIONALE:
• Dal 2012 svolge attività libero-professionale presso
l’Istituto Diagnostico e Fisioterapico CIDIMU con sede
in Genova Rivarolo.
• Dal 2012 svolge attività libero-professionale presso l’istituto Diagnostico CIDIMU con sede in Genova
Ponte Carrega.
• Dal 2012 svolge attività libero-professionale presso SRL,
Studio Radiologico Rapallo in Rapallo (Genova).
• Dal 2012 al 2013 svolge attività di sostituzione Medico Radiologo presso l’ambulatorio SASN Ministero
della Salute con sede in Genova.
Risonanza magnetica articolare
con tecnologia eXP
La Risonanza Magnetica Articolare ESAOTE S-scan Platform è stata
recentemente integrata con la tecnologia eXP che fornisce immagini di qualità superiore in grado di soddisfare le crescenti esigenze
diagnostiche della medicina moderna. Grazie alla combinazione di sequenze muscolo-scheletriche dedicate, bobine RF avanzate, tecnologia di elaborazione all’avanguardia e omogeneità
magnetica ottimizzata, Esaote S-scan offre immagini muscolo-scheletriche
ad alta risoluzione..
CFI - Coronary Flow Imaging
• Dal 2013 al 2014 svolge attività libero-professionale
presso ICLAS (Villa Azzurra Hospital) in Rapallo
(Genova).
• Dal 2015 svolge attività libero-professionale presso il
Poliambulatorio Specialistico Casa Della Salute in Busalla
presso lo studio radiologico Rapallo e presso CIDIMU.
Ecografo ESAOTE MyLab Class C
Un’apparecchiatura multidisciplinare di alto livello che assicura una
diagnosi affidabile grazie alla sua piattaforma all’avanguardia e alle
tecnologie avanzate integrate.
Ecografo Esaote My Lab Twice
La straordinaria “Twice Ultrasound Vision” rappresenta un cambiamento rivoluzionario poiché combina due sistemi in uno:
massime prestazioni e soluzioni esclusive in grado di fornire
dati clinici sempre più precisi per tutte le necessita diagnostiche. Il sistema avanzato Virtual Navigator utilizzato dai nostri
medici ecografisti (Casa della Salute è l’unico centro privato in
Liguria ad utilizzare questo sistema) permette la visualizzazione in real time di immagini ecografiche con immagini di riferimento ottenute con altri esami diagnostici (TC, RM, PET, ecc).
Casa della Salute News
Prevenzione odontoiatrica
La malattia parodontale
Vi è mai capitato di sentire la frase “tanto poi tolgo tutti i denti
e faccio una bella dentiera”?
Perché alcune persone raggiunta l’età della pensione si ritrovano senza denti?
La causa è una e prende il nome di: malattia parodontale.
Con il termine “malattia parodontale” si identificano un gruppo di patologie infiammatorie che colpiscono, non direttamente i denti, ma i tessuti che li sostengono quali: osso, gengiva e
legamento parodontale. Questa patologia, come anche la carie,
è causata dai batteri che formano e sono contenuti nella placca
del cavo orale, cioè quella patina biancastra che si accumula
sulle superfici dei denti dopo aver ingerito del cibo. Se la placca non viene adeguatamente rimossa, tramite l’ausilio di uno
spazzolino, calcifica entro 24-48 ore formando dei depositi
duri che prendono il nome di tartaro. All’interno del tartaro i
batteri sono distribuiti in una struttura organizzata in maniera
tale da non permettere alle difese del nostro organismo di attaccarli, lasciandoli liberi di agire sui tessuti circostanti. Inizialmente il tartaro si accumula solo sulle superfici esterne ma col
tempo cresce fino a colonizzare la zona al di sotto della gengiva
determinando uno stato infiammatorio cronico che prende il
nome di gengivite.
I sintomi più evidenti della gengivite sono: il sanguinamento,
spesso evidente durante lo spazzolamento, la flogosi, la gengiva si gonfia talvolta alterando la sua forma attorno ai denti, e
l’arrossamento, compare una cornice rosso scuro tutto attorno ai denti coinvolti.
L’infiammazione della gengiva è estremamente diffusa e rappresenta solo il primo stadio della malattia parodontale che
può essere facilmente curata con la rimozione dei depositi di
tartaro mediante le sedute di igiene orale professionale che ne
prevedono la rimozione meccanica attraverso l’utilizzo di ultrasuoni.
L’igienista dentale è quella figura professionale specializzata
nella prevenzione delle malattie parodontali, che si occupa della rimozione dei depositi duri sopra e sotto gengivali oltre che
alla motivazione e all’istruzione del paziente sulle metodiche di
igiene domiciliare.
Non sempre la malattia parodontale viene intercettata nel suo
primo stadio e il tartaro, col passare degli anni, si organizza
sempre più andando ad intaccare, non solo la gengiva, ma anche il legamento parodontale e l’osso prendendo il nome di
parodontite (comunemente conosciuta come piorrea).
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Accade quindi che l’osso, a causa dell’azione dei batteri, vada
in contro ad un fenomeno di riassorbimento riducendo la
sua superficie attorno al dente. Questo processo richiede
solitamente decine di anni e può essere per lungo tempo
asintomatico; diventa evidente quando la quantità di osso
si riduce tanto da minare la stabilità dell’elemento dentario
che inizia a muoversi per la mancanza di tessuto di sostegno
fino alla sua avulsione spontanea.
La parodontite non ha solo effetto sui denti e sui tessuti circostanti ma sono state dimostrate delle correlazioni significative
con patologie come il diabete, la cardiopatia e il parto prematuro. Da considerare inoltre uno dei fattori forse meno gravi
da un punto di vista medico ma sicuramente molto importanti
per quanto riguarda la vita quotidiana: l’alitosi.
Il tartaro infatti è colonizzato da migliaia di specie batteriche
diverse che metabolizzano il cibo producendo come sottoprodotti dei gas dall’odore altamente sgradevole che determinano
il caratteristico alito cattivo.
Come si tratta la
parodontite?
La prima arma a nostra disposizione per sconfiggere la malattia parodontale è rappresentata
dalla prevenzione: è importante fermarla già al primo stadio
limitando la formazione dei
depositi duri mediante l’utilizzo corretto dello spazzolino e sedute di igiene orale professionale
dall’igienista dentale ogni 6 mesi.
Come tante patologie croniche la parodontite va a determinare
danni irreversibili ai tessuti di sostegno, ed in particolare al tessuto
osseo. Per tali motivi non può essere “curata” nel senso comune
del termine: il dentista può intraprendere una serie di procedure
terapeutiche che permettono di rallentarne ed arrestarne il decorso permettendo agli elementi dentali di perdurare più a lungo
consentendo così una miglior funzione masticatoria ed un significativo risparmio economico a lungo termine.
Alcuni dati sulla malattia parodontale:
• Nel 2010, la parodontite è stata la sesta condizione patologica più diffusa nel mondo avendo colpito circa 743
milioni di persone
• In Italia la malattia parodontale ha un’incidenza molto
elevata avvicinandosi al 60% della popolazione (più di un
individuo su due ne è affetto)
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• E’ la prima causa di perdita dei denti nella popolazione
adulta dei paesi industrializzati
• In Italia comporta un spesa annuale di circa 1 miliardo
di euro
Casa della Salute News
Risonanza Magnetica
Presso Casa della Salute, sede di Genova, sarà installata la
Risonanza Magnetica aperta “Hitachi Aperto Lucent”, la prima in
Liguria, con indubbi benefici di comfort per i pazienti claustrofobici.
La Risonanza Magnetica è una tecnica diagnostica più recente rispetto alla TC dalla quale differisce in quanto non utilizza
radiazioni ionizzanti (Raggi X) bensì onde di radiofrequenza
e campi magnetici. La Risonanza Magnetica viene utilizzata
in moltissimi campi: in ambito neurologico, neurochirurgico,
traumatologico, oncologico, ortopedico, cardiologico, gastroenterologico.
Le uniche controindicazioni assolute sono relative ai pazienti
portatori di pacemaker.
L’utilizzo di un’apparecchiatura aperta ha come obiettivo quello di ridurre l’impatto claustrofobico in pazienti affetti da claustrofobia vera e propria o in altri che soffrono l’ambiente chiuso per il tempo piuttosto lungo di esecuzione dell’esame.
Alcune persone rifiutano infatti di eseguire l’indagine di RM per
paura di non riuscire a resistere all’interno del macchinario.
A tal proposito, e per garantire la possibilità di prevenzione
e cura, Casa della Salute ha creato un reparto di Risonanza
Magnetica Nucleare dotato di una stanza spaziosa e luminosa, corredata di ampie finestre che affacciano sull’esterno della
struttura ideale per ridurre il disagio dell’esame in pazienti ansiosi, claustrofobici, obesi e nei bambini.
Hitachi Aperto Lucent (0,4 Tesla) è il nuovo tomografo a risonanza magnetica aperta a tecnologia “Open” a medio campo,
che garantisce la chiarezza dell’applicazione ad alto campo e
consente di effettuare un’accurata diagnosi grazie ad un Imaging di qualità elevata.
Strutturata a sandwich con le due porzioni del magnete sopra
e sotto il paziente ed aperta ai lati, offre un elevato rendimento, un’esecuzione più agevole dell’esame e copre tutte le applicazioni comuni inclusa traumatologia, radiologia generale ed
esami di emergenza. Permette di effettuare diagnosi più complete ed accurate in ogni settore del corpo umano ed in particolare a livello del cervello e della colonna vertebrale.
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Salute un centro all’avanguardia per le indagini diagnostiche
di tutti i segmenti corporei: encefalo, colonna, addome, articolazioni, studi vascolari, studi funzionali, cuore e mammella.
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tomografia computerizzata (TC) è una tecnica di diagnostica per
immagini che consente di esaminare scheletro, tessuti molli, parenchimi, vasi sanguigni; può essere usata in qualsiesi parte del
corpo, dal cranio, al torace, all’addome. Indicata nella ricerca e caratterizzazione di lesioni primitive o di localizzazioni secondarie
e di numerose altre patologie, è un esame radiologico in cui i dati
raccolti dal passaggio di vari fasci di raggi X nell’area interessata
sono rielaborati da un computer, in modo da ricostruire un’immagine tridimensionale dei diversi tipi di tessuto.
Siemens Somatom Scope, TC di ultima generazione è un macchinario multistrato che acquisisce le immagini con tecnica volumetrica incrementando la risoluzione spaziale e l’accuratezza
diagnostica. Grazie alla tecnologia integrata e alla velocità di acquisizione dell’immagine, consente una notevole riduzione della
dose di radiazioni alla quale viene esposto il paziente.
Casa della Salute News
Il colesterolo si vince con una buona alimentazione
Una cattiva alimentazione ricca di grassi e junk food (cibo
spazzatura), fa aumentare il livello di colesterolo nel sangue
mettendo a rischio la nostra salute.
La Dott.ssa Ornella Milici, cardiologa, ci spiega come tenere a
bada il colesterolo.
Il colesterolo è una sostanza morbida e cerea, che, presente a livelli sani, è indispensabile per il funzionamento del nostro corpo. Il colesterolo è necessario per la formazione delle membrane cellulari, in particolare delle cellule nervose, partecipa alla
produzione di Vitamina D, utile per la salute delle ossa, consente la formazione di ormoni come il testosterone e gli estrogeni.
Il 75% del colesterolo presente nel corpo umano è prodotto
dal fegato, il 25% viene assorbito attraverso gli alimenti: è
contenuto infatti in tutti i cibi di provenienza animale (carni
rosse, pollame, uova, latte, formaggio).
Si parla spesso di colesterolo buono e colesterolo cattivo; in
realtà il colesterolo è unico ma si comporta in modo diverso a
seconda della proteina che lo accompagna nel suo viaggio nel
sangue (esistono due proteine LDL e HDL). Le prime facilitano
la permanenza del colesterolo all’interno delle arterie, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche, le seconde non
depositano il colesterolo nelle arterie ma lo ri-trasportano verso il fegato, dove viene metabolizzato.
L’ipercolesterolemia (o colesterolo alto) può colpire chiunque,
indipendentemente da sesso, peso o età, agisce lentamente e
non dà alcun sintomo. Proprio per questo motivo è importante
controllare periodicamente i livelli di colesterolo nel sangue.
Quali dovrebbero essere i valori normali del
colesterolo?
Con un semplice esame, il test del “profilo lipoproteico”, è possibile verificare i valori del colesterolo nel sangue, sia come
valori assoluti, sia come livelli di colesterolo LDL e HDL, come
pure sul livello dei trigliceridi (grassi cattivi).
Nuovi studi e linee guida indicano che i livelli di LDL dovrebbero essere inferiori a 100 mg/dl. E’ considerato “vicino
o sopra il valore ottimale” tra 100 e 129, “al limite superiore”
tra 130 e 159, “alto” tra 160 e 189 e molto alto sopra a 190.
I livelli di colesterolo totale dovrebbero essere inferiori a 190.
Per le persone con malattia cardiaca o ad alto rischio di malattia cardiaca e per i pazienti diabetici, il livello dovrebbe essere
inferiore a 160.
Colesterolo e rischio cardiovascolare
Valore (rischio
cardiovascolare)
Colesterolo totale
Colesterolo cattivo
(LDL)
Colesterolo buono
(HDL) > 60 mg/dl
Desiderabile
(rischio basso)
< 200 mg/dl
< 130 mg/dl
> 60 mg/dl
Limite (rischio
moderato)
200-240 mg/dl
130-160 mg/dl
40-60 mg/dl
Elevato(rischio
elevato)
> 240 mg/dl
> 160 mg/dl
< 40 mg/dl
Perché il colesterolo a livelli elevati può essere
pericoloso?
A livelli elevati il colesterolo si deposita sulla superficie interna
dei vasi sanguigni, formando delle placche che, a lungo andare,
possono restringerli. Nei casi più gravi, soprattutto se associato
ad altri fattori di rischio come il fumo, l’obesità, il diabete e una
vita sedentaria le placche possono ostruire completamente le
arterie, provocando infarti o ictus.
È possibile ridurre il colesterolo?
Si, attraverso l’adozione di un regime alimentare sano e povero di grassi, la pratica regolare di una qualsiasi attività fisica
(anche una semplice passeggiata) e l’abolizione dei fattori di
rischio quali fumo ed alcol.
Tra l’altro, se fino a qualche tempo fa, per abbassare il colesterolo era necessario eliminare alcuni alimenti dalla dieta, con le nuove ricerche sul fronte degli alimenti funzionali, o nutraceutici, è diventato utile aggiungerne alcuni.
La nutraceutica, quella branca della farmacologia che si occupa
di studiare e ricavare i principi terapeutici da alimenti o materie prime naturali, sta proponendo supplementi ed integratori
che, se inseriti in una dieta equilibrata, aiutano a ridurre i livelli di colesterolo: tra questi, le monacoline, un gruppo di molecole prodotte dalla fermentazione del riso rosso ad opera del
14/15
lievito Monascus purpureus. Tali molecole, di cui la più importante è la monacolina K, hanno caratteristiche simili alle statine
(lovastatina) ovvero farmaci in grado di ridurre il colesterolo.
Le statine (inibitori dell’HMG-CoA reduttasi) vengono prescritte nei casi più difficili, inibiscono la produzione di colesterolo nel fegato bloccando l’enzima epatico responsabile della
produzione di tale sostanza.
In ogni caso, sarà il medico a prescrivere la terapia farmacologica o l’integratore più adatto alle esigenze del paziente.
Quali alimenti consiglia?
a base di soia sono da considerarsi ottimali.
Anche l’olio extravergine di oliva e gli oli di semi di mais
e di girasole (da consumarsi rigorosamente a crudo) sono
ricchi di grassi insaturi che riducono la formazione delle
placche di colesterolo.
Via libera anche a carne bianca e pesce, ricco di grassi polinsaturi omega-3, che favoriscono la sintesi del colesterolo
“buono” HDL.
Infine ortaggi, frutta e cereali integrali: oltre ad essere privi di
colesterolo sono ricchi di fibre, sostanze che possono aiutare a
ridurre l’assorbimento di questo grasso.
La scelta degli alimenti deve ricadere su quelli a basso contenuto di grassi (lipidi) e di colesterolo.
É ormai ampiamente dimostrato che le proteine, i grassi
polinsaturi e gli isoflavoni della soia hanno la proprietà di
abbassare il colesterolo LDL: per tale motivo tutti i prodotti
Se, nonostante una dieta appropriata ed un regolare esercizio
fisico, i valori di colesterolo rimangono elevati, si parla di ipercolesterolemia familiare o di ipercolesterolemia primitiva su
base eredo-genetica.
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Casa della Salute News
Attacchi di panico, come riconoscerli ed affrontarli
L’ ansia è uno stato d’animo avvertito dal soggetto come una
sensazione angosciosa di un pericolo imminente. L’ ansia va distinta dalla paura, quest’ultima è infatti una reazione naturale
in relazione ad un pericolo reale mentre l’ansia è una reazione
a un pericolo irreale o immaginario.
Gli attacchi di panico (detti anche crisi d’ansia) sono episodi
di improvvisa ed intensa paura caratterizzati dalla comparsa,
spesso inaspettata, di sintomi psicosomatici e cognitivi quali
palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, vertigini, parestesie (formicolii), brividi, vampate di calore o sensazione di perdere il
controllo, impazzire o morire.
Questi sintomi comuni, che la maggior parte di noi ha sperimentato in qualche momento della vita, possono essere normali in seguito ad un evento traumatico come un lutto, la perdita
del lavoro, la fine di un amore o una malattia. Se, a distanza di
tempo, essi persistono e diventano ingestibili, possono essere
interpretati come la spia di una sofferenza più profonda: secondo le stime della Società Italiana di Psichiatria (Sip), circa 4
italiani su 10 soffrono di crisi d’ansia o attacchi di panico.
In circa il 20-30% dei casi, dopo i primi attacchi di panico,
compaiono preoccupazioni ipocondriache, come la paura di
una grave malattia cardiaca (infarto), neurologica (ictus, tumori etc.) o gastro-intestinale.
In considerazione di tale stato emotivo il soggetto potrà chiedere più volte l’intervento di specialisti, della guardia medica o
del pronto soccorso sottoponendosi continuamente ad accertamenti fisici e strumentali (elettrocardiogramma, elettroencefalogramma gastroscopia, colonscopia, esami vestibolari, TAC
cranica etc.) che risulteranno negativi.
Molto spesso gli attacchi di panico si accompagnano al timore
che le crisi possano ripresentarsi ed il paziente inizia a convivere
con uno stato di allerta persistente definito “ansia anticipatoria”.
L’ansia anticipatoria, l’intensificarsi della frequenza delle crisi,
la tendenza ad associare gli attacchi con situazioni o luoghi
specifici (posti chiusi o affollati, guidare l’automobile, prendere
mezzi pubblici, etc.) portano alla strutturazione di condotte
di evitamento che possono condizionare significativamente le
normali abitudini di vita del soggetto. I luoghi o le situazioni
che i pazienti generalmente evitano sono i posti affollati (centri
commerciali, concerti etc.), i luoghi chiusi (gallerie, ascensore,
metropolitana etc.), gli spazi aperti, l’autostrada, i mezzi pubblici, ponti e viadotti, il viaggiare o il rimanere da soli.
Questi disturbi, se sottovalutati, possono cronicizzarsi e aggravarsi col passare del tempo.
Per identificare alcune forme di Disturbo da Panico caratterizzate da condotte di evitamento che limitano le attività quotidiane ed il normale funzionamento sociale e lavorativo del
soggetto affetto, viene utilizzato il suffisso fobia:
- agorafobìa: la sensazione di paura o grave disagio che un soggetto prova quando si trova in ampi spazi all’aperto
- claustrofobia: paura di luoghi chiusi e ristretti come ascensori,
metropolitane e di tutti quei luoghi in cui il soggetto si ritiene
privo di libertà spaziale attorno a sé
- aracnofobia: una fobia specifica, un’irrazionale paura verso i ragni
- fobia sociale: è la paura di agire, di fronte agli altri, in modo
imbarazzante o umiliante e di ricevere giudizi negativi.
“Purtroppo, la maggior parte di chi ne soffre tende a nascondere il disagio, non accede alle cure o lo fa in ritardo.
Oggi - sottolinea lo specialista, il Dott. Sergio Mungo - esistono
trattamenti efficaci che permettono, se non di guarire completamente, di gestirli meglio”.
16/17
Qual è il primo passo per affrontare il disturbo
d’ansia?
E quali sono gli specialisti cui fare riferimento?
Quando occorre chiedere aiuto allo psicologo?
Quando allo psichiatra, piuttosto che al neurologo?
“A volte i loro ruoli si sovrappongono erroneamente, chiarisce
Mungo. Ciascuna di queste figure professionali ha effettuato
un particolare percorso formativo ed ha competenze specifiche. Lo psicologo, non è un medico, dopo essersi laureato in
psicologia, ha svolto un tirocinio ed ha sostenuto l’esame di
Stato per iscriversi all’Albo professionale ed è in genere, la figura professionale meno temuta.
a cadenza solitamente settimanale, in cui paziente e terapeuta
sono attivamente impegnati nella comprensione del problema
e nella condivisione di obiettivi terapeutici.
Nel corso del trattamento il soggetto portatore del disagio è
aiutato a prendere consapevolezza dei circoli viziosi del panico e a liberarsene gradualmente attraverso l’acquisizione di
modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.
La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a modificare quegli schemi del pensiero che attivano le paure e gli
attacchi di panico ed aiutare a cambiare il modo di reagire a
situazioni di ansia o di paura.
Lo psichiatra e il neurologo sono medici che hanno conseguito
la specializzazione nelle rispettive branche.
Lo psichiatra, oltre a un sapere relazionale che deriva dalla formazione in psicoterapia, ha una competenza medica che gli
permette di fare la diagnosi: per esempio, un disturbo da panico potrebbe essere anche la “spia” di problemi cardiologici
o alla tiroide.
Durante le sedute terapeutiche il paziente imparerà a riconoscere quali sono i fattori che scatenano gli attacchi di panico o
che possono peggiorarli come pensieri o situazioni specifiche e
i modi per affrontare l’ansia ed i sintomi fisici ad essa associati.
Per curare i disturbi legati al l’ansia è necessaria l’integrazione
tra le diverse competenze. La prevenzione e la diagnosi precoce svolgono come al solito un ruolo fondamentale”.
Il neurologo
In passato si occupava anche di alcuni disturbi psichiatrici,
oggi, questo specialista, si concentra sulle patologie d’organo
e demanda i disturbi della personalità allo psichiatra, anche
quando questi ultimi compaiono in persone che soffrono di
malattie neurologiche.
Come si cura il Disturbo da Panico?
“Nei casi in cui gli attacchi di panico si manifestano sporadicamente, in assenza di altre problematiche psicopatologiche o di
compromissione del normale funzionamento familiare, sociale
e lavorativo, sarà consigliabile un intervento di supporto psicologico volto a spiegare al soggetto le caratteristiche del suo
disturbo. In caso di necessità potranno essere somministrati
alcuni farmaci. Sarà tuttavia necessario aver cura di osservare
il soggetto nel tempo valutando l’eventualità dello comparsa
di un Disturbo da Panico clinicamente conclamato”.
Le cure farmacologiche
Il trattamento farmacologico del Disturbo da Panico deve avere come finalità principale il blocco delle crisi d’ansia. Tale
scopo è generalmente raggiunto mediante l’impiego di farmaci
ad azione serotoninergica. Questi prodotti sono generalmente
ben tollerati, non producono assuefazione né fenomeni di dipendenza/astinenza.
L’utilizzazione degli ansiolitici (benzodiazepine) può essere
consigliabile nelle fasi acute del disturbo con la raccomandazione di ridurli gradualmente e sospenderli nel giro di 4-6
settimane. Questi farmaci possono infatti causare problemi di
assuefazione e dipendenza/astinenza connessi con il loro uso
continuativo.
La terapia cognitivo comportamentale
È la forma di psicoterapia che la ricerca scientifica ha dimostrato essere più efficace. Si tratta di una psicoterapia breve,
LE FIGURE PROFESSIONALI
Lo psichiatra
È uno specialista che si occupa di disturbi mentali a carico del
sistema fisico dell’essere umano. lo psichiatra richiede e valuta
esami medici, prescrive farmaci generici e psicofarmaci.
Lo psicologo
È una figura che opera su variabili specificatamente psicologiche,
quali la consapevolezza di sé, l’autostima, le risorse emotive, relazionali o cognitive, intervenendo con tecniche e approcci diversi
per migliorare la qualità di vita della persona.
Dott. Sergio Mungo, specialista in psichiatria e scienze neurologiche
Casa della Salute News
Il drenaggio linfatico manuale - Mft Roberto Risso
ll linfodrenaggio, detto anche drenaggio linfatico manuale, è
una tecnica basata sulla manipolazione di diversi distretti corporei che si distingue dal massaggio tradizionale in quanto i
suoi effetti vengono esplicati a livello di cute e sottocute senza
interessare le fasce muscolari. La stimolazione manuale deve
infatti promuovere il trasporto dei fluidi dall’area affetta verso
un territorio in cui le vie linfatiche siano funzionanti.
Il ricorso al linfodrenaggio viene consigliato per molte problematiche, fra queste ricordiamo: cervicalgia, cisti linfatiche, distorsioni, malattia di Dupuytren, ematomi, epicondilite, lipedema, linfedema e lombalgia. Uno dei problemi di tipo medico
che viene trattato con maggiore frequenza è il linfedema del
braccio, un problema che colpisce un numero rilevante di donne che sono state sottoposte a mastectomia radicale con svuotamento del cavo ascellare.
Il linfedema è una condizione clinica caratterizzata da un enorme ed esagerato accumulo/ristagno di linfa nei tessuti; tipico
degli arti inferiori o superiori, è l’immediata conseguenza di un
blocco o di una compromissione del sistema linfatico. Origina sintomi caratteristici, quali edema (un accumulo di liquido
di varia consistenza negli spazi intercellulari e negli interstizi
dei tessuti, che si manifesta con gonfiore e sensazione di tensione o pienezza), sensazione di pesantezza, tensione ed indolenzimento dell’arto coinvolto.
Si parla di linfedemi primari e secondari a seconda della
causa scatenante.
I linfedemi primari sono caratterizzati da alterazioni costituzionali del sistema linfatico: il danno è congenito, presenta cioè
delle alterazioni di base, come ad esempio un numero ridotto
di linfonodi o di vasi linfatici. Il gonfiore può presentarsi anche diversi anni dopo la nascita (si definisce linfedema precoce
se compare prima dei 35 anni e tardivo se si manifesta dopo
questa età). Il linfedema secondario si manifesta quando le alterazioni del
sistema linfatico sono dovute a danni acquisiti per varie cause:
di origine post-traumatica, per infezioni, per interventi chirurgici, per patologie tumorali. Il Linfodrenaggio Manuale Vodder, rappresenta la terapia d’elezione nell’approccio fisioterapico di Linfedemi primari e secondari.
Il metodo Vodder nasce intorno agli anni 30 dall’intuizione
di un dottore in filosofia che, sostenuto da sua moglie, la dottoressa Estrid Vodder, iniziò a sperimentare una particolare
tecnica per curare le gambe gonfie, cercando di stimolare manualmente la circolazione della linfa corporea. Il linfodrenaggio manuale di Vodder consiste in una combinazione di movimenti e leggere pressioni circolari, ovali e rotanti, tocchi molto leggeri che hanno lo scopo di “incanalare” la
linfa nella direzione di deflusso. La delicatezza dei movimenti
viene scelta per non provocare danni ai capillari sanguigni e
linfatici. Questo massaggio, per essere efficace, deve essere
eseguito rispettando sia la direzione di flusso della linfa verso
le stazioni linfonodali, sia la pressione nelle diverse manovre,
adattate al paziente e alle caratteristiche del tessuto.
Il massaggio è caratterizzato da quattro manovre particolari:
- movimenti a cerchi fermi (utilizzati principalmente per collo, viso e linfonodi)
- tocchi a pompa o a pompaggio preferito per le parti curve di
braccia, gambe e fianchi;
- movimenti erogatori;
- tocchi rotatori;
Il linfodrenaggio manuale secondo il Dr. Vodder rappresenta la
terapia d’elezione nell’approccio fisioterapico di Linfedemi primari e secondari, ma notevoli sono le indicazioni in cui può
essere inserito come terapia associata/complementare a quella
fisioterapica e/o farmacologica al fine di favorire una più rapida
risoluzione della patologia o ridurne i sintomi correlati. In campo estetico questa tecnica viene consigliato a quei soggetti che hanno subito un intervento di liposuzione o liposcultura, oppure per ridurre gli inestetismi della cellulite.
È comunque opportuno affermare che esso è uno strumento
utile a tamponare e non ad eliminare questa patologia che richiede ben altre strategie.
La durata e la frequenza dei trattamenti sia per per gli stati
edematosi che per il trattamento della cellulite variano in base
alla situazione e alla risposta individuale e saranno valutati dal
medico o dal fisioterapista. CONTROINDICAZIONI
Vi sono due tipi di controindicazioni nel trattamento del linfodrenaggio manuale: assolute e relative.
Le controindicazioni assolute sono: infezioni in fase acuta,
tubercolosi, tumori maligni accertati o sospetti, flebiti e tromboflebiti i atto o recenti, edema cardiaco.
Le controindicazioni relative sono: insufficienza renale, insufficienza cardiaca, asma, ipotiroidismo, ipertiroidismo, vagotonia, ipotensione, gravidanza, mestruazioni.
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Il nuovo servizio di Casa della salute e Patronato epaca
Cos’è la malattia professionale?
Perché è importante rivolgersi al Patronato EPACA? Per malattia professionale si intende una patologia le cui cause sono da ricondurre all’attività lavorativa svolta dal soggetto.
L’esposizione ad uno o più fattori di rischio presenti nel ciclo
lavorativo o nell’ambiente di lavoro (polveri e sostanze chimiche nocive, rumori, vibrazioni, radiazioni...) può essere infatti
causa di patologie. Rivolgersi al patronato consente non soltanto di poter istruire
correttamente le pratiche per il riconoscimento delle malattie
professionali, ma anche di individuare il percorso più agevole
per l’esercizio dei diritti, anche di quelli non strettamente connessi alla pratica stessa (richiesta di permessi e congedi, legge
104/92, riconoscimento di inabilità e invalidità al lavoro Inps,
legge n. 210/92, ecc..)
La malattia professionale è una “patologia la cui causa agisce
lentamente e progressivamente sull’organismo” e per essere
riconosciuta come tale è necessaria una certificazione medica
che dimostri il rapporto causale o concausale diretto con il rischio professionale. Le malattie professionali più diffuse sono quelle a carico
dell’apparato osteo-articolare e muscolo-tendineo dovute a
sovraccarico bio-meccanico; tra queste le affezioni dei dischi
intervertebrali, le tendiniti, la sindrome del tunnel carpale e
l’ernia discale lombare.
Seguono le patologie causate dall’esposizione a sostanze dannose come le malattie da asbesto (asbestosi, neoplasie e placche pleuriche), quelle respiratorie come asma e alveoliti allergiche e l’ipoacusia da rumore. Non meno frequenti le dermatiti
e le allergie cutanee in genere. Il Testo Unico n. 1124/65 dispone che, a fronte di una patologia di origine occupazionale, l’Inail abbia il dovere di indennizzare i danni provocati alla salute della lavoratrice o del lavoratore, attraverso l’erogazione di prestazioni di carattere sanitario
e riabilitativo e, in alcuni casi, di indennità di tipo economico. La malattia professionale è riconosciuta dalla legge come originata dal rischio lavorativo quando rientra nell’elenco delle
malattie tabellate, ossia, nella lista delle 24 individuate per il
settore dell’agricoltura o nella lista delle 85 per il settore industria. Sono comunque indennizzabili dall’I.N.A.I.L malattie
non presenti nella tabella di legge.
Nel caso di malattie professionali tabellate, vale il principio
della cosiddetta “presunzione del nesso tra patologia e attività”
per cui scatta la presunzione legale di origine professionale. In
caso di malattia professionale non tabellata l’onere della prova
è a carico del lavoratore che deve dimostrare l’origine professionale della sua patologia fornendo dimostrando con una documentazione appropriata il nesso tra la malattia contratta e le
attività professionali svolte.
Il riconoscimento da parte dell’Inail della malattia da lavoro
prevede eguali prestazioni sia che si tratti di patologia tabellata
o extra tabellare.
Attraverso il patronato potrai:
• accertarti che la malattia sia connessa alla tua attività di lavoro;
• avere l’assistenza medico legale gratuita;
• avviare la domanda per ottenere l’indennizzo o il risarcimento;
• ricorrere in sede amministrativa sulle decisioni dell’Inail,
qualora fossero insufficienti o sbagliate;
• seguire l’evoluzione della malattia professionale ed eventualmente assisterti per richiedere l’aggravamento delle condizioni di salute;
• chiedere al datore di lavoro il risarcimento di quanto non
indennizzato dall’Inail (cosiddetto danno differenziale).
Il danno differenziale riguarda le conseguenze che una malattia professionale provoca sulle condizioni di vita generali del
lavoratore o della lavoratrice che non sono state considerate
dall’Inail nel riconoscimento delle prestazioni economiche.
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Un nuovo supporto terapeutico per la salute articolare
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Viscosupplementazione
per le Tue cartilagini
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Carta dei Servizi
DISCIPLINE
MEDICINA DELLO SPORT
DIAGNOSTICA
Idoneità sportiva - Test sportivi
DOTTORE
Dott. C. Cipolloni - Dott. E. Gostoli
Dott. M. Salvucci - Dott. A. D’Aleo
MEDICINA DEL LAVORO
CARDIOLOGIA
Dott.ssa V. Teglio - Dott. A Berveglieri
E.C.G. - Ecocardiografia - Prova da sforzo
Dott. A. Elicio - Dott. G. Gaggioli
Sana e robusta costituzione
Dott.ssa O. Milici
CHIRURGIA VASCOLARE
Doppler - Ecocolordoppler
Dott. E. Santoro
GINECOLOGIA
Ecografia ginecologica - Pap test
Dott. G. Vincelli - Dott.ssa P. Lorenzi
ORTOPEDIA
Dott. G. Orengo - Dott. G. Comaschi - Dott. R. Orsi
Prof. M. Rubino
PODOLOGIA
Plantari - Rilevamenti baropodometrici
Dott.ssa F. Vassallo - Dott.ssa V. Poggio
TRATTAMENTI PODOLOGICI
Dott. M. Spagnolo
OTORINOLARINGOIATRIA
Dott. C. Robbiano - Dott. A. Sismondini
DERMATOLOGIA
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UROLOGIA
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FISIATRIA
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FISIOTERAPIA
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ODONTOIATRIA
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PSICOLOGIA - PSICOTERAPIA
Dott.ssa S. Dellepiane
PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA INFANTILE
(psicodiagnosi - diagnosi dei disturbi specifici
dell’apprendimento)
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ALLERGOLOGIA
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ANDROLOGIA
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DIETOLOGIA
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CHIRURGIA e CHIRURGIA ONCOLOGICA
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DIAGNOSTICA PER IMMAGINE
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Periodico mensile di informazione sanitaria.
Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Genova
N. 11/2013 del 23/12/2013
Aprile/Maggio 2016
Direttore Responsabile
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Testi a cura di
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