l’approfondimento Treccani Trevolumi, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2007 esperimento Il ruolo degli esperimenti nelle scienze Gli esperimenti sono basilari nella scienza moderna e in particolare in fisica, dove hanno una duplice valenza, operativa e metodologica. Nell’antichità classica il metodo adottato nella scienza era basato sul ragionamento deduttivo e consisteva nella definizione di principi autoevidenti da cui ricavare poi le logiche conseguenze: un metodo naturalmente appropriato per le scienze matematiche, assai meno per le scienze della natura. Infatti solo con la diffusione del metodo sperimentale, nel Rinascimento, la scienza conobbe uno sviluppo impetuoso, prima nella fisica e poi nelle altre discipline. Al metodo classico della scienza, basato sul ragionamento, e al metodo sperimentale si è aggiunta poi una terza metodologia costituita dalla simulazione mediante calcolatore. Il metodo sperimentale. Il metodo sperimentale della scienza moderna trova origine nell’opera di vari scienziati del Rinascimento, fra questi L. da Vinci, F. Bacone e soprattutto G. Galilei, che di questo metodo è considerato il fondatore, tanto che si parla di esperimento galileiano per indicare un esperimento scientifico condotto secondo le regole. Il metodo d’indagine sperimentale serve per acquisire conoscenza su un determinato fenomeno, per esempio il moto dei corpi, e ne prevede inizialmente l’osservazione. Segue poi la formulazione di ipotesi alternative che spieghino come e perché il fenomeno si verifica (e qui il ‘perché’ è di solito assai più delicato del ‘come’). Si può supporre, nel nostro esempio, che un corpo si muova solo finché su di esso agisce una forza che lo mantiene in moto (ipotesi A), oppure che un corpo, messo in movimento, continui a muoversi finché non interviene una forza a fermarlo (ipotesi B). La fase cruciale consiste nell’effettuare esperimenti controllati per verificare o confutare le ipotesi precedenti, rivolgendo l’attenzione agli aspetti veramente essenziali del fenomeno e cercando di eliminare tutte le possibili cause di disturbo. Nel nostro esempio l’esperimento potrebbe consistere nel rotolamento di una pallina su superfici piane (per eliminare l’effetto della gravità) più o meno levigate. Osserveremmo allora che una pallina persiste nel suo moto quanto più la superficie è liscia, concludendo che la pallina viene frenata dalla forza di attrito dovuta alle irregolarità del piano su cui rotola, e dunque su un piano ideale, perfettamente levigato, essa continuerebbe a muoversi di moto uniforme. La fase finale riguarda il confronto fra le ipotesi formulate e le conclusioni tratte dai risultati degli esperimenti. Se una di queste risulta verificata, nel nostro esempio si tratta dell’ipotesi B meglio nota come principio d’inerzia, essa viene assunta come legge fisica di validità generale. Ciò significa che in ogni momento e in ogni luogo può essere nuovamente verificata ripetendo, in qualunque laboratorio, gli esperimenti che hanno permesso di stabilirla; tale riproducibilità è un cardine della scienza. La legge è tuttavia valida solo provvisoriamente, cioè fino a che nuovi esperimenti non spingono a confutarla, 804 o meglio a falsificarla, secondo la terminologia introdotta dall’epistemologo K. Popper. In questa visione, infatti, nessun esperimento può garantire definitivamente la validità di una legge, o più in generale di una teoria scientifica, mentre un esperimento può decretarne l’abbandono. Gli esperimenti di simulazione. Naturalmente non è possibile eseguire tutti gli esperimenti in laboratorio, basti pensare all’evoluzione di una galassia o all’esplosione di una stella. Oltre che in astrofisica, il problema si pone in vari altri settori della scienza. In questi casi si ricorre a esperimenti di simulazione su calcolatore, che tuttavia hanno obiettivi diversi dai classici esperimenti di laboratorio. Si tratta, infatti, di esaminare le conseguenze di ipotesi, formulate in termini matematici, riguardanti i fenomeni considerati, conseguenze che sarebbe troppo lungo o addirittura impossibile ricavare analiticamente. Si utilizza allora un programma di simulazione nel quale sono rappresentate in dettaglio le equazioni che governano il fenomeno e, tramite un calcolatore, si ottengono i risultati desiderati in forma numerica: così è possibile studiare, per esempio, cosa accade quando si modifica il valore di una o più costanti che intervengono nel problema. Gli esperimenti di simulazione, oggi attuabili grazie alla disponibilità di calcolatori estremamente veloci e potenti, sono talvolta denominati, per analogia con le espressioni in vitro (in provetta) e in vivo (su un essere vivente) usate nelle scienze biologiche, esperimenti in silico (peraltro in latino la forma corretta è in silicio), perché le parti essenziali di queste macchine sono circuiti integrati realizzati con silicio. Fra gli esperimenti di simulazione rientrano concettualmente anche i cosiddetti esperimenti mentali (in tedesco, Gedanken Experimenten), ben più antichi delle simulazioni al calcolatore. In questo tipo di esperimenti, attraverso ragionamenti deduttivi e attraverso calcoli, si esplorano le previsioni di una determinata teoria, spesso con lo scopo di falsificarla individuandone conseguenze assurde o paradossali. Un esempio è il paradosso di Achille e della tartaruga, dovuto al filosofo greco Zenone di Elea. Gli esperimenti nelle scienze storiche. Passando dalla fisica e dalla chimica alla biologia e ad altre scienze, la complessità dei fenomeni in studio rende sempre più difficile svolgere indagini sperimentali in condizioni rigorosamente controllate. Ciò diventa poi addirittura privo di senso nelle scienze ‘storiche’, come la biologia evoluzionistica, la geologia, la sociologia o la storia stessa. In questi ambiti è però possibile ricercare principi generali mediante esperimenti naturali, cioè confrontando il comportamento di due sistemi simili in assenza o in presenza di un dato fattore, che si presume costituisca una causa importante nella loro evoluzione storica. Per esempio, in antropologia culturale, si può studiare la diversa evoluzione delle società umane, a seconda che si sia svolta in condizioni d’isolamento o in presenza dell’una o dell’altra di determinate risorse. Giovanni Vittorio Pallottino