Shhhh… canta Napoli! Vesuvius Ensemble brings Neapolitan

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Shhhh… canta Napoli!
Vesuvius Ensemble brings Neapolitan
Tradition to Toronto
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A new Toronto-based trio dedicated to the traditional music of
Naples is creating a strong fan base in all musical circles within
the city. Classically trained tenor, Francesco Pellegrino is an expert
of this style, and brings with him a true sensitivity to the glory that
is this music. Accompanied by rustic string instruments typical of
the Campania region, the group manages to transport its audience
to Naples circa 1600, when the city was at its peak both artistically
and economically. Pellegrino has brought with him from Italy the
vibrant traditional sounds of Southern Italy in a most authentic
way. The Vesuvius Ensemble (with guitarist Marco Cera and lutenist
Lucas Harris) recently performed with Tafelmusik to glowing
reviews and a very bright future ahead.
VIVO: Ci descrivi la musica del Vesuvius Ensemble?
Intervista a Francesco Pellegrino,
fondatore del Vesuvio Ensemble
L’altro lato, il lato melodico, è di solito una sorta di
barcarola o serenata, sempre sul tema dell’amore, e mi
riferisco a un particolare stile chiamato villanella.
Ma il lato che più mi emoziona e mi piace esplorare e
conoscere sempre di più è il canto a solo, una specie di
lamento chiamato Fronna, che è qualcosa di molto, molto
importante per me personalmente. Le origini sono nella
musica greca o romana. Un particolare genere di lamento
funebre, di melodia araba/mediterranea, e le parole sono
improvvisate.
FP: Si tratta di un repertorio molto insolito per gli
ascoltatori del Nord America e sono molto orgoglioso di
eseguire questa musica qui. Si tratta di musica tradizionale,
ancora suonata e cantata dai contadini del Sud Italia. Lo
stile è pieno di ritmo, è concepita come musica da ballo
per una festa-rituale. Ad esempio, ogni 17 gennaio, c’è
una festa per Sant’Antonio Abate, il santo protettore del
fuoco. I contadini fanno un grande falò e la gente balla e
canta intorno ad esso. Si tratta di una sorta di scongiuro o
desiderio per la nuova stagione in campagna.
VIVO: Raccontaci il primo incontro con la musica popolare e tutto
questo incredibile universo di feste, tradizioni, santuari.
FP: Non dimenticherò mai una delle prime volte che ho sentito
questa musica: ero in stato di shock! Avevo circa sei o sette anni, ed
ero andato a una festa con la mia famiglia ad un santuario chiamato
Madonna dell’Arco. Dopo la funzione religiosa, uscito dalla chiesa
sono stato assalito da suoni, colori, danze, ritmo e un mare di gente
che cantava. Indimenticabile.
Un altro indelebile ricordo è quello del Carnevale, dove per
tanti cortili del mio quartiere si allestivano fantocci allegorici e si
piangeva-cantava la morte di Vicienzo, personaggio simbolo del
carnevale Campano. I volti e le voci di quel periodo sono tanti e io
ero rapito emozionalmente da tutto quello che accadeva.
VIVO: Come è nata l’idea del Vesuvius Ensemble e come hai
conosciuto gli altri membri, Marco Cera e Lucas Harris?
FP: La mia formazione musicale è quella classica che si fa nei
conservatori in Italia, ma ho sempre eseguito questo tipo di musica.
Dal mio arrivo in Canada nel 2001, ho sempre ritenuto importante
dover diffondere questo repertorio in Nord America. Tre o quattro
anni fa ho conosciuto Marco Cera. Abbiamo parlato di musica
e di tante altre cose. Marco ha avuto una lunga esperienza con il
complesso La Cappella della Pietà dei Turchini di Napoli, ed è da
sempre innamorato della musica tradizionale in generale.
Ha organizzato un incontro con Lucas Harris, grande musicista e
appassionato di musica antica e barocca. E la prima cosa che Lucas
disse fu: “Finalmente, ho trovato la persona giusta per fare questo
repertorio! Ho sempre desiderato eseguire questa musica, ma non
ho mai trovato un cantante napoletano qui in città per eseguire
questo repertorio.”
Sono super-fortunato ad aver trovato questi due incredibili
musicisti che sono innamorati di questo repertorio e che sono
diventati grandi amici. Abbiamo deciso di costruire un repertorio,
e ho condiviso tutti i miei album, libri, notizie perché la musica
tradizionale è tutta tramandata oralmente.
VIVO: Lo stile di canto di questo repertorio è molto particolare.
Come lo spiegheresti?
FP: Il canto nella musica tradizionale del Sud Italia è un’espressione
devozionale, di dolore, di lamento, di passione, di amore. Per
quello che ho vissuto io direttamente con la gente dei vicoli
dove sono cresciuto, la mia strada e tutto il mio girovagare per
le feste i santuari non solo in Campania ma in Puglia, Basilicata,
Calabria, con le tante persone che mi hanno insegnato a suonare
la tammorra. Fin da giovane, ho assorbito tutti questi testi, tutti
questi melismi, tutte queste canzoni, come una spugna.
Non esistono né una tecnica e ne` una scuola dove si possa
imparare a cantare questo repertorio. La scuola sono i campi
e i vicoli. La tecnica è un tormento interiore per qualcosa di
misteriosamente magico.
Il repertorio tradizionale è enorme e l’ho imparato ascoltando.
Sopravvive ancora in tutto il Sud e in Campania tutto intorno alla
zona del Vesuvio, che è piena di piccole città, e ogni singola città,
ogni singola “paranza o gruppo” ha la sua tradizionale musica locale.
Può sembrare strano, ma ogni dieci chilometri c’è un ritmo diverso,
una diversa espressione, uno stile differente, una emissione vocale
diversa, e in particolare nella tammurriata, di ritmo sempre variabile
da zona a zona.
VIVO: Ci racconti la tua esperienza di eseguire questo
repertorio qui in Nord America, e di come e quale seguito
ha sul pubblico?
FP: La prima cosa che mi viene in mente è quella
dell’incredibile successo che abbiamo avuto con lo
spettacolo Bella Napoli in collaborazione con la
Tafelmusik Orchestra. La gente urlava alla fine di
qualche tammurriata o pizzica e alla fine di ogni
concerto una vera ovazione che mi riempiva il cuore di
gioia e gli occhi di lacrime. In questo tempo di crisi per
l’Italia dove tutto sembra capitolare la cultura è uno dei
pochi ambiti di cui possiamo ancora vantarci.
La mia è una missione qui nel Nord America, di
proporre il più possibile questa musica non solo ai tanti
italiani “emigranti”, ma soprattutto alla gente che non
conosce questo repertorio. Ho dedicato e dedicherò
tutto me stesso a coltivare e a diffondere la tradizione
musicale, da sempre fonte di prestigio per l’Italia.
For more information on Vesuvius Ensemble and upcoming tour dates,
please visit: www.vesuviusensemble.com
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VIVO
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