Shhhh… canta Napoli! Vesuvius Ensemble brings Neapolitan Tradition to Toronto 58 A new Toronto-based trio dedicated to the traditional music of Naples is creating a strong fan base in all musical circles within the city. Classically trained tenor, Francesco Pellegrino is an expert of this style, and brings with him a true sensitivity to the glory that is this music. Accompanied by rustic string instruments typical of the Campania region, the group manages to transport its audience to Naples circa 1600, when the city was at its peak both artistically and economically. Pellegrino has brought with him from Italy the vibrant traditional sounds of Southern Italy in a most authentic way. The Vesuvius Ensemble (with guitarist Marco Cera and lutenist Lucas Harris) recently performed with Tafelmusik to glowing reviews and a very bright future ahead. VIVO: Ci descrivi la musica del Vesuvius Ensemble? Intervista a Francesco Pellegrino, fondatore del Vesuvio Ensemble L’altro lato, il lato melodico, è di solito una sorta di barcarola o serenata, sempre sul tema dell’amore, e mi riferisco a un particolare stile chiamato villanella. Ma il lato che più mi emoziona e mi piace esplorare e conoscere sempre di più è il canto a solo, una specie di lamento chiamato Fronna, che è qualcosa di molto, molto importante per me personalmente. Le origini sono nella musica greca o romana. Un particolare genere di lamento funebre, di melodia araba/mediterranea, e le parole sono improvvisate. FP: Si tratta di un repertorio molto insolito per gli ascoltatori del Nord America e sono molto orgoglioso di eseguire questa musica qui. Si tratta di musica tradizionale, ancora suonata e cantata dai contadini del Sud Italia. Lo stile è pieno di ritmo, è concepita come musica da ballo per una festa-rituale. Ad esempio, ogni 17 gennaio, c’è una festa per Sant’Antonio Abate, il santo protettore del fuoco. I contadini fanno un grande falò e la gente balla e canta intorno ad esso. Si tratta di una sorta di scongiuro o desiderio per la nuova stagione in campagna. VIVO: Raccontaci il primo incontro con la musica popolare e tutto questo incredibile universo di feste, tradizioni, santuari. FP: Non dimenticherò mai una delle prime volte che ho sentito questa musica: ero in stato di shock! Avevo circa sei o sette anni, ed ero andato a una festa con la mia famiglia ad un santuario chiamato Madonna dell’Arco. Dopo la funzione religiosa, uscito dalla chiesa sono stato assalito da suoni, colori, danze, ritmo e un mare di gente che cantava. Indimenticabile. Un altro indelebile ricordo è quello del Carnevale, dove per tanti cortili del mio quartiere si allestivano fantocci allegorici e si piangeva-cantava la morte di Vicienzo, personaggio simbolo del carnevale Campano. I volti e le voci di quel periodo sono tanti e io ero rapito emozionalmente da tutto quello che accadeva. VIVO: Come è nata l’idea del Vesuvius Ensemble e come hai conosciuto gli altri membri, Marco Cera e Lucas Harris? FP: La mia formazione musicale è quella classica che si fa nei conservatori in Italia, ma ho sempre eseguito questo tipo di musica. Dal mio arrivo in Canada nel 2001, ho sempre ritenuto importante dover diffondere questo repertorio in Nord America. Tre o quattro anni fa ho conosciuto Marco Cera. Abbiamo parlato di musica e di tante altre cose. Marco ha avuto una lunga esperienza con il complesso La Cappella della Pietà dei Turchini di Napoli, ed è da sempre innamorato della musica tradizionale in generale. Ha organizzato un incontro con Lucas Harris, grande musicista e appassionato di musica antica e barocca. E la prima cosa che Lucas disse fu: “Finalmente, ho trovato la persona giusta per fare questo repertorio! Ho sempre desiderato eseguire questa musica, ma non ho mai trovato un cantante napoletano qui in città per eseguire questo repertorio.” Sono super-fortunato ad aver trovato questi due incredibili musicisti che sono innamorati di questo repertorio e che sono diventati grandi amici. Abbiamo deciso di costruire un repertorio, e ho condiviso tutti i miei album, libri, notizie perché la musica tradizionale è tutta tramandata oralmente. VIVO: Lo stile di canto di questo repertorio è molto particolare. Come lo spiegheresti? FP: Il canto nella musica tradizionale del Sud Italia è un’espressione devozionale, di dolore, di lamento, di passione, di amore. Per quello che ho vissuto io direttamente con la gente dei vicoli dove sono cresciuto, la mia strada e tutto il mio girovagare per le feste i santuari non solo in Campania ma in Puglia, Basilicata, Calabria, con le tante persone che mi hanno insegnato a suonare la tammorra. Fin da giovane, ho assorbito tutti questi testi, tutti questi melismi, tutte queste canzoni, come una spugna. Non esistono né una tecnica e ne` una scuola dove si possa imparare a cantare questo repertorio. La scuola sono i campi e i vicoli. La tecnica è un tormento interiore per qualcosa di misteriosamente magico. Il repertorio tradizionale è enorme e l’ho imparato ascoltando. Sopravvive ancora in tutto il Sud e in Campania tutto intorno alla zona del Vesuvio, che è piena di piccole città, e ogni singola città, ogni singola “paranza o gruppo” ha la sua tradizionale musica locale. Può sembrare strano, ma ogni dieci chilometri c’è un ritmo diverso, una diversa espressione, uno stile differente, una emissione vocale diversa, e in particolare nella tammurriata, di ritmo sempre variabile da zona a zona. VIVO: Ci racconti la tua esperienza di eseguire questo repertorio qui in Nord America, e di come e quale seguito ha sul pubblico? FP: La prima cosa che mi viene in mente è quella dell’incredibile successo che abbiamo avuto con lo spettacolo Bella Napoli in collaborazione con la Tafelmusik Orchestra. La gente urlava alla fine di qualche tammurriata o pizzica e alla fine di ogni concerto una vera ovazione che mi riempiva il cuore di gioia e gli occhi di lacrime. In questo tempo di crisi per l’Italia dove tutto sembra capitolare la cultura è uno dei pochi ambiti di cui possiamo ancora vantarci. La mia è una missione qui nel Nord America, di proporre il più possibile questa musica non solo ai tanti italiani “emigranti”, ma soprattutto alla gente che non conosce questo repertorio. Ho dedicato e dedicherò tutto me stesso a coltivare e a diffondere la tradizione musicale, da sempre fonte di prestigio per l’Italia. For more information on Vesuvius Ensemble and upcoming tour dates, please visit: www.vesuviusensemble.com 59 VIVO