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Fibre da fusto o libro
Lino
A questa classe di fibre tessili naturali vegetali appartengono alcune tra le
più antiche ed importanti fibre utilizzate dall’uomo:
il lino, la canapa, la juta..
La fibra si ricava dai vasi liberiani che si trovano in fasci disposti a
cerchio attorno alla corteccia
Esterno
Interno
corteccia
Percorsa da fibre formate da vasi legnosi e vasi liberiani
cambio zona di accrescimento del fusto
legno
Produzione
• la produzione mondiale di lino è di volume molto limitati,
malgrado la grande notorietà e reputazione di questa fibra
presso i consumatori mondiali di prodotti della moda.
• Nel complesso la produzione mondiale non raggiunge le
100mila tonnellate, gran parte delle quali in Cina con una
restante parte in Europa, in particolare nelle Repubbliche
della Federazione Russa e in Francia.
• Il lino è considerata l’unica fibra tessile di origine europea.
Nel XIV° e XV° secolo gran parte della produzione
mondiale di Lino veniva realizzata nel nord Europa tra le
fiandre (Brugge), la Francia (Ypres) e la Germania
(Amburgo).
Storia
• Noto fin dai tempi più antichi, il lino è la fibra tessile più
antica del mondo: il suo uso infatti risale fino a 8000 anni
avanti Cristo.
• Ritrovato anche nelle tombe egizie, il lino era il manufatto
tessile più comune 6000 anni prima di Cristo.
• I Fenici, celebri mercanti ed illustri navigatori,
acquistavano infatti il lino in Egitto per esportarlo in
Irlanda, in Inghilterra e in Bretagna: grazie a questo
itinerario, la fibra è approdata nel continente europeo.
Qualità
• Il lino coltivato in Europa occidentale è noto per essere il migliore al
mondo. Questo livello di eccellenza è il frutto della combinazione di
tre fattori benefici: la disponibilità di terreni adatti, le condizioni
climatiche favorevoli e le conoscenze di esperti linicoltori attenti alla
qualità.
• Nel settore della produzione agricola, gli specialisti non lasciano nulla
al caso: la preparazione dei terreni, la selezione delle varietà, la semina
e la crescita del lino, il controllo della coltura, la raccolta per
estirpazione e la macerazione destinata a favorire l’estrazione delle
fibre. Sono tutte tappe che richiedono il medesimo rigore e le
medesime cure. Con un forte contenuto di tradizione, ma aperta ai
progressi della ricerca scientifica e industriale, questa coltura si pratica
da sempre nel rispetto dell’ambiente.
• L’arte di coltivare il lino in Europa risiede nel perfetto
connubio tra condizioni climatiche e know-how di
eccellenza. Al primo posto al mondo in termini di quantità
e qualità di fibre prodotte, il Lino Europeo si distingue per
il suo profilo ecologico e i suoi valori etici.
l'Europa del Lino un modello e un’agricoltura sostenibile
• Con 7500 aziende agricole dedicate alla sua coltivazione e
alla sua stigliatura, il Lino è ancorato al suo territorio
• . E’ garante di un equilibrio salutare tra l’attività
dell’uomo, la tutela della diversità dei nostri paesaggi e
degli ecosistemi.
• Diventata un modello a scala europea, la coltivazione del
lino risponde a tutti i criteri economici, sociali e ambientali
dello sviluppo sostenibile. una coltivazione di prossimità
derivante da un’agricoltura rispettosa dell’ambiente
• Il Lino – unica fibra originaria del continente europeo che
ne garantisce l’85% della produzione mondiale – è
protettivo e fertilizzante, con i semi certificati senza OGM.
• La pianta non richiede che pochi pesticidi e poca
irrigazione, non necessita di defoglianti e partecipa
all’assorbimento del carbonio emesso nell’atmosfera.
• La Pianta è poco attaccata da parassiti e predatori; i suoi unici
nemici seri sono le erbacce , non richiede grande uso di
pesticidi e antiparassitari
Lavorazione del Lino
• Il lino è la fibra che si ricava, insieme ai semi di
lino, da una pianta appartenente alle linacee.
• Il lino è una pianta annuale
• Si coltiva un po’ ovunque;

nei paesi freddi, si ha una migliore
produzione di fibra,

nei paesi di caldi, si ha una migliore
produzione di semi con cui produrre olio usato per
lacche e vernici resistenti alle intemperie.
• Nei paesi freddi si ottiene una fibra molto fine,
seminando fitto, in modo che la pianta tenda ad
allungarsi ed a crescere dritta e
senza
ramificazioni .
• Il lino, nei paesi caldi, seminato rado permette
alla piante di fare molti fiori e frutti. La fibra che
si ottiene è però legnosa e non adatta a dare tessuti
ma principalmente corde e sacchi e altri prodotti
Raccolta
• Il lino si raccoglie in momenti diversi a
seconda del prodotto che si vuole avere.
• Per avere un tiglio finissimo ( cioè delle
fibre molto fini) si raccoglie quando il fusto
è ancora verde ed il frutto si è appena
formato. Da questo raccolto il ottiene il lino
azzurro, assai fino e morbido ma poco
resistente usato per merletti, ricami
 
Per avere un tiglio più resistente, la raccolta viene
effettuata quando il fusto è divenuto metà giallo e la
capsula ha assunto un colore verde giallo, il tiglio è più
resistente ma meno fine del precedente ( lino bianco) meno
pregiato ma più resistente.
 
Se si vuole ottenere un tiglio molto resistente ma
assai grossolano, e ricavare contemporaneamente l’olio, la
raccolta deve essere effettuata quando la capsula diventa di
colore bruno e lo stelo giallo scuro.
• 1) La coltivazione del lino
• La coltivazione del lino ebbe origine probabilmente
nell’Asia occidentale e venne praticata in tutta Europa fino
a non molto tempo fa. In Val Pusteria la coltivazione del
lino era in parte diffusa nelle zone montane delle valli
laterali ancora fino agli anni 50. La relativa produzione
serviva soprattutto a coprire il proprio fabbisogno.
• 2) La scapsolatura
• Il termine scapsolatura indica l’attività in cui le piante di
lino venivano passate a covoni attraverso un pettine di
ferro per cui venivano private delle capsule contenenti i
semi. Il pettine da lino era composto da diversi denti di
ferro verticali lunghi all’incirca 1 5–20 cm.
• 3) La macerazione ed essiccazione
• La fase successiva della lavorazione del lino era la macerazione.
C’erano due metodi diversi: la macerazione sui campi (Tauröste) e
quella in acqua (Wasserröste). Nella prima gli steli venivano distesi sui
campi. Il sole e la rugiada svolgevano il lavoro. Mettevano cioè in atto
il processo di macerazione. Le piante dovevano essere solo rigirate
regolarmente. In tal modo si otteneva che la parte esterna legnosa dello
stelo si poteva staccare più facilmente. Un’altra possibilità con il
medesimo risultato era quella di mettere a mollo il lino in fosse
riempite d’acqua. Dopo la macerazione i covoni venivano asciugati ed
essiccati. L’essiccazione consisteva nel disporre gli steli su una griglia
di legno riscaldandoli. In questo modo gli steli diventavano più fragili
e potevano essere lavorati più facilmente.
• Separazione delle fibre
Prelevati dalle acque di macerazione, gli steli del lino
vengono fatti asciugare per fermare il processo di
fermentazione. Una volta essiccati, questi vengono
battuti con l’impiego di uno strumento
chiamato gramola, che ha la funzione di maciullare le
parti legnose dello stelo e liberare le fibre. I frantumi
delle parti legnose vengono poi rimossi dalle fibre,
attraverso un altro strumento chiamato scotola.
• 4) La gramolatura
• Per gramolatura si intende la fase di lavorazione in cui
l’involucro esterno dello stelo veniva rotto, liberando le
fibre. La gramola era una sorta di coltello di legno mobile
sopra listelli fissati ad un cavalletto. Il covone di lino
veniva fissato fra i listelli ed il coltello di legno e tirato
avanti e indietro. Il lavoro della gramolatura avveniva nel
tardo autunno quando i lavori dei campi erano terminati.
Fasi per l’ottenimento della fibra di lino
• Macerazione del lino
• In acqua stagnante – si effettua tenendo sommersi nell’acqua
stagnante di laghetti o stagni artificiali i fasci di steli legati insieme. La
solubilizzazione delle sostanze pectiche avviene ad opera di batteri
anaerobici e che prontamente si moltiplicano sugli steli di lino. Questi
batteri possono però, successivamente, attaccare la cellulosa ,
intaccando la fibra di lino; è necessario controllare periodicamente
l’andamento della macerazione e considerarla ultimata quando il
rammollimento degli steli è giunto a tal punto che, per semplice
pressione delle dita, si ottiene lo scrollamento del libro dal legno,
cosicché poi risulti agevole la separazione

La macerazione in acqua corrente si
ottiene usando l’acqua dei fiumi. Famose
sono le acque del fiume Lys in Belgio, che
si dice diano i risultati migliori. Questa
macerazione è più lenta della precedente,
essendoci nell’acqua corrente meno
proliferazione di batteri.

In alcune regioni umide e fredde si
pratica la macerazione a prato o a rugiada.
Si lasciano i fusti all’aria per 6/7 settimane
all’azione di agenti atmosferici; se il clima è
molto umido gli steli non riusciranno ad
asciugarsi mai completamente e su di essi si
formerà una flora batterica anaerobica che
degraderà facilmente la pectina.

si è provata la macerazione
artificiale, con l’azione di prodotti chimici,
soprattutto per ridurre i tempi; le sostanze
che però sciolgono la pectina sono così
aggressive che viene intaccata anche la
fibra.

Migliori risultati si sono avuti con il
vapor d’acqua a 4/5 atmosfere in autoclave
per 1 ora. Le sostanze pectiche ad alta
temperatura formano delle sostanze
colloidali e si allontanano dalla fibra.

La macerazione microbiologica è
ottenuta con l’uso di bacilli ricavati da
colture speciali e scelti in modo da rendere
più veloce ed efficace la macerazione in
acqua. Con questo metodo si acquista,
rispetto alla macerazione spontanea,sia in
velocità che in controllo.
Separazione della fibra del lino
• Dopo la macerazione si slegano i fasci e si
stendono sul terreno ad asciugare per evitare che
la fermentazione prosegua intaccando la fibra
• Si eseguono due operazioni meccaniche:
• La sgranalatura: consiste nella rottura delle parti
legnose in seguito a battitura. Le fibre del lino,
elastiche, non si spezzano mentre il legno si
sbriciola. 
Alcuni frammenti di legno che
contengono però attaccata delle fibre vengono
recuperati e costituiscono il capecchio .

La scotolatura serve per allontanare
gli ultimi frammenti di legno ancora
attaccati alla fibra. Da questa fase si
ottengono dei cascami detti stoppa
• Infine per rendere parallele le fibre,
eliminando contemporaneamente più corte
ed eventuali resti di capecchio, si trattano le
fibre ( dette filacce) con una macchina
pettinatrice a pettini via via più fitti. Si
ottiene così il pettinato da avviare alla
filatura. Anche in questa fase si ottiene della
stoppa.
Caratteristiche del lino
Il lino, a seconda della provenienza e del tipo di
macerazione avuta può essere di colore



•
•
•
Bianco

Giallognolo

Grigio
Il lino migliore è di colore bianco-grigio perlaceo, lucente,
molto tenace e morbido al tatto
Il lino grezzo è costituito da lunghi filamenti (20-100cm)
formati da fasci di fibre riunite insieme. Le singole fibre
hanno lunghezza tra i 6-50 mm.
Il lino è composta da cellulosa dal 70 all’84%. Il suo grado
di polimerizzazione varia da 2200, 2400.
All’esame microscopico
• il lino grezzo si presenta come fasci di fibre riunite con
materiali incrostanti quali: residui di legno, impurità varie.
• Il lino digrezzato appare formato da fibre isolate e libere da
impurità.
• Nelle fibre appaiono delle marcate striature trasversali che
conferiscono al filamento l’aspetto della canna di bambù
Classificazioni commerciali

In base alla finezza:
fino, mezzo fino, ordinario.
Quello più grossolano viene adoperato per tele assai robuste e
corde.
 
In base alla provenienza
Lino delle Fiandre: molto lungo, morbido, fine e lucente.
(Gand capitale belga del lino); Lini olandesi ;Lino di
Lettonia, Lino di Francia ( valenciennes), Lino d’Italia
,Lino di Russia, Lino d’America : meno coltivato del
cotone e di qualità di medio pregio; Lino d’Africa :in
Egitto, è a fibra lunga ma di colore giallognolo e di poco
pregio

In base alla varietà della pianta da cui si ricava la
fibra:
• Lino usitatissimum: il più pregiato Lino di Riga o gran lino
• Lino di Candia : un vero e proprio albero; Lino di Barbona
francese; Lino marino: coltivato nell’Europa meridionale
in vicinanza delle coste; Lino di Siberia o perenne:
coltivato nei climi freddi, dà una filaccia resistente ma
grossolana ;Lino selvatico; Lino nano: coltivato più per il
seme che per la fibra.
Sottoprodotti della lavorazione
del lino

Cascami per corde e sacchi

Olio di lino: viene usato per
preparazione di vernici e colori; per saponi
medicamentosi
La juta
Produzione
• Misurata in quantità la juta è la seconda fibra naturale dopo il
cotone, e precede di poco la lana con 2,5 milioni di ton/anno
• La produzione di juta è concentrata per circa l85% nel delta del
fiume Gange, con l’India produce il 60% dell’offerta mondiale
di Juta seguita dal Bangladesh. Altri Paesi asiatici come
Myanmar e il Nepal, sono anch’essi produttori ma di quantità
decisamente inferiori.
• Coltivata in un clima caldo e umido, le condizioni climatiche
che ne favoriscono la crescita si verificano durante la stagione
dei monsoni, quindi su terreni alluvionati argillosi
Lavorazione
• La juta subisce il processo della macerazione:
• La juta è altamente igroscopica (cioè con elevata capacità di
assorbire l´umidità nell´aria), di colore bianco, giallognolo o
bruno.
• Le fibre sono ruvide e tenaci e il filato risulta anch´esso ruvido,
rigido e molto resistente.
• l colore della filaccia può variare dal bianco-giallo delle qualità
più pregiate al bruno di quelle più scadenti.
• L'interno legnoso del fusto, invece, viene impiegato per
costruire recinzioni provvisorie e come materiale combustibile.
La iuta è una fibra molto resistente all'usura. e inattaccabile da
funghi e muffe
Storia ed usi
•
•
•
•
Il commercio della iuta iniziò alla fine del 1700: a quell'epoca la fibra serviva
principalmente per la produzione di corde per vele e per l'attracco di barche e
navi, solo in seguito trovò impiego anche come materia prima per la tessitura.
Oggi, il 75% della produzione annuale di iuta è destinato alla fabbricazione di
sacchi per il confezionamento di cereali, caffé, cacao e riso;
il restante 25% è invece utilizzato per la lavorazione di tappeti e per il tessile
(cuscini, tende, carte da parati).
Negli ultimi decenni, comunque, l’industria della i. ha subito una forte
concorrenza per il diffondersi di tessuti ottenuti con bandelle di materiale
propilenico.
La canapa
La pianta
• La pianta della canapa è originaria dell’Asia;
• è coltivata nei paesi a clima temperato.
• Viene seminata a fitto per ottenere steli sottili,
poco ramificati ed una fibra più fine; con una
semina più rada si ottiene una pianta più
ramificata con maggior produzione di semi ed una
fibra più grossolana
• Viene seminata in alternanza con i cereali.
La pianta
• E’ una pianta dioica, in cui i fiori staminiferi ( maschili) ed
i fiori pistilliferi ( femminili) crescono su piante separate.
• Dalle piante femminili, più altee ramificate, si ricava il
seme ed una fibra più grossolana;
• dalle piante maschili, più piccole, una migliore fibra.
• Se il raccolto è prematuro fibra chiara, morbida ma di
scarsa quantità; viceversa se il raccolto è tardivo la fibra è
più grossa e colorata
Lavorazione della canapa
•
•
•
•
La canapa viene tagliata o sradicata, gli steli riuniti in
fasci, lasciati a essiccare, tagliati a uguale lunghezza e
portati al macero.
La macerazione è la stessa del lino. Normalmente è
effettuata in bacini di acqua stagnante in cui la canapa è
tenuta sommersa. Dopo alcuni giorni, per effetto della
macerazione putrida, si eleva un cattivo odore che
permane nella canapa sino al candeggio. Per questo i
bacini da macero sono detti marcite.
Gli steli sono fatti poi seccare,
si effettua la separazione della canapa dal fusto
(decanapulazione).
• Questa si ottiene con due operazioni:
• la scavezzatura: la rottura meccanica degli
steli
• E la macellatura: la battitura per separare la
fibra dagli steli frantumati
• Come sottoprodotti si ottengono i canapuli,
residui legnosi della canapa, ricchi di
cellulosa e la stoppa, fili corti con aderenti
scarti legnosi.
• . La canapa grezza, riunita in mazzuoli
viene poi avviata alla cernita ed alla filatura.
Lavorazione della canapa
Strigliatura verde
• Oltre al processo classico per ottenere la fibra di
canapa che comprende macerazione, essiccamento
e battitura sono state messe a punto delle
lavorazioni più rapide che producono una fibra più
grossolana ma più economica, adatta alla
produzione di sacchi e corde : la strigliatura verde
• Con questo processo la fibra si separa dal fusto
con operazioni esclusivamente meccaniche. Si
ottiene una fibra molto rigida di colore verdastro
che serve per sacchi e tele grossolane.
•
Cotonizzazione
• È un processo opposto al precedente.
• Si tratta la migliore qualità di canapa a fibra lunga
con reattivi chimici per renderla il più possibile
morbida e simile al cotone
• È un processo costoso che mira ad eliminare la
maggior parte delle impurezze di lignina e pectina,
così da rendere la fibra meno rigida
• La canapa così ottenuta si chiama canapa
cotonizzata o cafioc.
Caratteristiche della canapa
• La canapa è costituita da fasci di filamenti
liberiani lunghi da 30 a 70 cm; le singole
fibre sono lunghe da 15 a 50mm con un
diametro tra 15 ed i 35m.
• Il colore varia dal bianco avorio al beige (
colore della corda)
• Al microscopio si presenta formata da fibre
cilindriche leggermente schiacciate con
striature longitudinali e trasversali tipo
canna di bambù.
• La canapa contiene il 70% di cellulosa
• Il grado di polimerizzazione intorno a 2200.
Proprietà della canapa
• È una fibra molto resistente e tenace (più
del lino)
• Poco elastica e piuttosto rigida ; perciò i
tessuti di canapa si gualciscono facilmente.
Classificazioni della canapa:
in base alla lavorazione
• La canapa si distingue in base alla lavorazione

Gargiolo qualità migliore a fibra fine, lunga,
lucida, bianco-grigiastra

Corda qualità intermedia molto resistente,
con fibra grossolana molto lunga

Basso fibra corta e ruvida

Strappatura fibra corta e non omogenea

Stoppe e cascami sono gli scarti della
lavorazione
Classificazioni della canapa:in base alla
provenienza

La qualità italiana è la migliore, a fibra
più fine, morbida,lucida e di colore biondo
chiaro

Le qualità europee sono la jugoslava,
l’ungherese, la rumena …

Canapa esotica : indiana, giapponese e
cinese
Usi della canapa
• Con la canapa pettinata di migliore qualità
si producono tessuti, tendaggi, rivestimenti
per l’arredamento, lenzuola, asciugamani
simili a quelli di lino.
• Con le fibre più grossolane si producono
sacchi, corde e spaghi
• Con la stoppa si producono imbottiture per
poltrone e spaghi di minor resistenza.
Fibre da foglie
• Sono le fibre che si ricavano dalle nervature
di certe foglie di grandi dimensioni.
• Sono dette fibre dure avendo morbidezza e
flessibilità ben inferiori alle fibre da seme e
da fusto.
Lino della nuova Zelanda
  la fibra bianca e lucida, molto resistente,
si ricava dalle foglie per raschiamento e
macerazione in acqua corrente;
• è una fibra con una bassa percentuale di
cellulosa ed alta quantità di lignocellulosa,
pectocellulosa e pectina.
• Si usa per tessuti grossolani, telerie,
imballaggi e corde.
Canapa di Manila
  le foglie, non ancora completamente sviluppate
avvolgono dal basso il fusto
della pianta
sovrapponendosi le une alle altre in modo serrato.
•
E’ una fibra lucente , molto tenace ed
abbastanza flessibile;
• contiene il 77% di cellulosa.
• Con le fibre più fini si ottengono tessuti leggeri;
con quelle più grossolane cappelli, canestri e
cordami.
Agave o sisal
  è una pianta a foglia carnosa terminante a punta con
aculei lungo il margine. Solo una volta, nel suo ciclo
vitale, matura i fiori ed i frutti su di un lungo stelo.
• Con macchine speciali le sue foglie mature sono spezzate
così da estrarre la fibra che viene poi lavata ed essiccata.
• Si ottengono filamenti lunghi anche più di 1 metro. La
fibra è molto resistente, anche all’acqua di mare, ma tende
a spezzarsi per uso prolungato. È usata per sacchi, tappeti,
tessuti grossolani , corde per amache.
Rafia:
 le grandi foglie, lunghe anche 2 metri,
forniscono una fibra molto resistente ed
elastica che viene usata come materiale da
intreccio per produrre cesti, stuoie.
Fibre da frutto
• Si ricavano dai filamenti e dalle fibre
che avvolgono i frutti di alcune piante
tropicali.
Cocco:

la fibra di cocco è estratta dai filamenti che
avvolgono la noce, cioè il frutto commestibile
della palma tropicale.
• I filamenti sono fatti macerare in acqua, cardati e
pettinati: sono formati dall’unione di molte fibre
corte, max 1mm e fini circa 25m.
• Si producono tappeti, stuoie e tessuti piuttosto
grezzi.
• Dal cocco si ricava anche l’olio di cocco usato
nell’industria alimentare e dei saponi.
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