TECNOLOGIA IL TELERILEVAMENTO MILITARE E CIVILE TEN. DAVIDE TORTORA Premessa L e Forze Armate hanno da sempre prestato attenzione al tema della fotografia aerea e la sua conseguente interpretazione. Le origini della fotografia aerea a scopo bellico risalgono alla guerra Italo-Turca (Libia 1912) laddove il Capitano Carlo Piazza, dal velivolo Bleriot scattò alcune fotografie su un accampamento situato presso la località di Suani Beni Aden con macchina fotografica Bebè Zeiss. Il Capitano Piazza lamentò, come unico inconveniente, l’impossibilità di scattare più di una fotografia per ogni singolo volo, in quanto non era possibile abbandonare i comandi per cambiare la lastra fotografica. Da quel momento in poi fu un susseguirsi di sperimentazioni ed applicazioni della fotografia aerea per fini militari. Inizialmente, la fotografia aerea ha trovato una sua giustificazione nella ricognizione tatti- 48 ca ad esempio del campo di battaglia. Con l’acuirsi della guerra fredda comincia a prendere sempre più risalto la ricognizione strategica, grazie all’utilizzo dei primi satelliti e dei velivoli U2. Il mutato quadro geopolitico internazionale ha portato ad una nuova visione dell’utilizzo del Telerilevamento; ciò è stato possibile grazie alla Direttiva Clinton del 1995 che dava inizio all’era dei satelliti commerciali ad alta risoluzione. Il telerilevamento, come strumento indispensabile per la conoscenza e l’indagine del territorio nonché come ausilio ai sistemi di gestione, è da sempre utilizzato in ambito militare. Nell’evoluzione delle sue forme, che vanno dalla fotografia aerea su pellicola bagnata ai più recenti satelliti ad alta risoluzione, il telerilevamento rappresenta anche il source material per le produzioni e gli aggiornamenti cartografici, nonché un ausilio indispensabile TECNOLOGIA per la realizzazione di scenari virtuali a supporto dei decision makers. Sulla scia delle conquiste in campo militare, il telerilevamento ha, poi, conquistato l’interesse ed i favori del mondo civile, divenendo lo strumento scientifico principale in tutti i processi di risoluzione d’intervento sul territorio. Come espresso dall’Ing. Cassinis, Presidente dell’A.I.T. (Associazione Italiana Telerilevamento) al secondo convegno nazionale ASITA (Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali ed Ambientali) le basi per un processo di ridefinizione del telerilevamento risiedono nella configurazione e nell’applicazione di metodologie standard riconducibili a comuni intenti di policy, che trovano il loro principio fondamentale nella formazione. natura ondulatoria. Gli occhi umani sono costruiti per registrare la luce, o più precisamente le radiazioni riflesse dai vari corpi che sono colpiti dalle radiazioni emesse dal sole, che è l’emettitore principale, che è la sorgente di radiazioni elettromagnetiche più importante fra quelle esistenti in natura. In realtà i nostri occhi sono sensibili solamente a radiazioni con determinate lunghezze d’onda, da qui la definizione di luce: “parte dello spettro elettromagnetico che gli occhi umani riescono a registrare”. Esistono, comunque, anche altri tipi di radiazioni, quali le infrarosse, le radar, i raggi X ed altre ancora. Il telerilevamento (Remote sensing) Per registrare queste radiazioni si sono costruiti sensori dedicati, che hanno il loro campo d’indagine in lunghezze d’onda diverse da quelle della luce. Dopo aver costruito questi sensori si è pensato di dargli una posizione privilegiata dalla quale osservare, quindi abbiamo avuto i primi satelliti da osservazione e conseguentemente una forma di telerilevamento satellitare. I primi satelliti ad avere capacità di osservazione furono quelli meteorologici, ad esempio il NIMBUS (1964) ed il NOAA (1976). In realtà le limitate capacità di questi primi sensori li rendevano utilizzabili solo per l’osservazione di elementi molto estesi come ad esempio le grandi formazioni nuvolose. Successivamente, fu la volta dei satelliti per l’osservazione della terra, ad esempio il LANDSAT (1973), lo SPOT (1986), l’ERS (1991), tanto per citare quelli più famosi o di produzione europea. Per convenzione si divide il sistema satellitare in 2 elementi: la piattaforma ed il carico pagante, che comprende i sensori. La piattaforma è dotata di sistemi di telecomunicazione con la/le stazioni a terra per il controllo e per scaricare i dati delle riprese e di sistemi stabilizzatori per il corretto puntamento e per la geometria delle immagini, nonché di riserve di energia che sono in genere pannelli solari ed accumulatori. I sensori possono essere attivi o passivi, a seconda che si misurino radiazioni emesse dal Oggi è sempre più pressante l’esigenza di un continuo monitoraggio delle condizioni del territorio, dell’atmosfera e della spazio. Questa esigenza è valida non solo per i civili ma anche, e soprattutto, per i militari Le tecnologie moderne, che hanno portato enormi cambiamenti nell’osservazione del territorio, si sono espresse in questo campo con l’introduzione dei cosiddetti “sensori digitali” e con il lancio dei primi satelliti da osservazione. Cosa si intende, quindi, per telerilevamento. Si definiscono con questa parola tutte quelle attività che sono mirate alla raccolta di informazioni a distanza usando sensori dedicati. Per fare un esempio pratico anche il guardare potrebbe essere considerata una attività di telerilevamento, in quanto noi usiamo i nostri occhi come un sensore per raccogliere dati che verranno poi elaborati dal nostro cervello, fornendoci così quella visione che permette di muoverci correttamente nello spazio. Ecco, usiamo questa analogia per dare la prima spiegazione su quella che è la teoria del telerilevamento, parlando delle emissioni elettromagnetiche. Dalla fisica moderna sappiamo che la luce è una radiazione elettromagnetica, avente natura dualistica, corpuscolare ed ondulatoria. Essa è formata da fotoni, da una lunghezza d’onda ed una frequenza che sono aspetti relativi alla Le piattaforme ed i carichi paganti (Sensori) 49 TECNOLOGIA sistema (ad esempio i sensori radar), o che siano emesse dal soggetto (sensori all’infrarosso) e da sorgenti già presenti in natura (sensori ottici che misurano le radiazioni riflesse dai corpi illuminati dal sole). Comunque essi siano, i sensori sono caratterizzati da queste quattro proprietà: • risoluzione spaziale. È la minima distanza alla quale due oggetti risultano distinti nell’immagine e, di solito, viene misurata mediante le dimensioni a terra del pixel; • risoluzione radiometrica. Rappresenta la minima differenza di energia raggiante che il sensore riesce a rilevare; • risoluzione spettrale. È definita dall’ampiezza, espressa in lunghezza d’onda, delle bande spettrali risolte. In pratica, migliore è la risoluzione, minore è l’intervallo di lunghezza d’onda per una particolare banda; • risoluzione temporale. È il tempo che intercorre tra due riprese successive della stessa area. Da non dimenticare la missione dello Shuttle dove, grazie ad un sensore radar montato a bordo, si è riusciti ad acquisire le informazioni necessarie ad elaborare il modello tridimensionale della terra nel volgere di pochi giorni di osservazione. Per avere una idea dell’importanza di questo nuovo metodo basti pensare che per ottenere lo stesso risultato con i procedimenti analitici tradizionali sarebbero necessari decenni di lavoro. L’importanza del sensore radar viene data dalla sua caratteristica principale, ovvero dall’utilizzo di onde aventi lunghezza modulabile in modo da eliminare gli ostacoli alla visione di determinate dimensioni. In sostanza, tarando opportunamente le apparecchiature si possono ottenere immagini chiare anche in presenza di cielo nuvoloso, oppure si può riprendere ciò che si trova al di sotto del primo strato di terreno compatto (peculiarità utilizzata nelle ricerche archeologiche in particolare nel campo della litologia). Il sensore agli infrarossi ha la caratteristica di essere un sensore passivo che non richiede la luce del sole, in quanto lavora ad onde che vengono emesse dai corpi a prescindere dall’illuminazione esterna e che sono conseguenza della temperatura radiometrica di ogni corpo, che a sua volta dipende in gran parte dalla 50 temperatura del corpo stesso. Questo permette di riprendere di notte, di fare ricerche sullo stato di salute della vegetazione, di rilevare il livello di attività di una determinata zona. Infine, il sensore ottico nel campo del visibile è quello che nel tempo ha ricevuto le maggiori attenzioni, in quanto oltre alla caratteristica basilare di offrire una visione praticamente identica a quella alla quale siamo abituati, permette una miriade di lavorazioni digitali specifiche. Tra queste ultime ricordiamo i metodi per la realizzazione di cartografia, per ricavare modelli tridimensionali del terreno, per monitorare i danni di catastrofi naturali, per fare previsioni sui rischi relativi al territorio, per evidenziare cambiamenti (ad esempio nell’urbanistica di un centro abitato). Il foto interprete Nel corso degli ultimi anni, grazie agli sviluppi offerti dalla tecnologia, si è assistito ad una diffusione dell’uso del rilevamento remoto in ogni campo di applicazione dove si configura la necessità di ricerca informativa. Contestualmente si sta assistendo ad una nuova accezione del termine telerilevamento, nella duplice componente aerea e satellitare, non più specifico del solo significato di interpretazione, ma quale complessa tipologia applicativa relativa all’identificazione, acquisizione, elaborazione e rappresentazione. Inoltre lo sviluppo di nuovi sensori, le applicazioni correlate e la possibilità di poter integrare le informazioni acquisite con database dedicati, hanno portato di fatto a definire nuove metodologie d’impiego con risvolti applicativi ormai comuni sia in campo militare che civile. Il processo di rinnovamento tecnologico è stato accelerato anche dalle recenti attività operative fuori area. Tale processo deve, comunque, essere armonizzato con le tecnologie di telerilevamento tradizionali basate sull’utilizzo di pellicole bagnate. L’ammodernamento tecnologico dovrebbe tendere ad una politica d’intervento che, nel prevedere l’utilizzo di sistemi digitali (elettro-ottici, I.R e S.A.R.), sia aerotrasportati che satellitari, garantisca la piena capacità di registrazione e trasmissione dati prossi- TECNOLOGIA ma al tempo reale, per le successive elaborazioni e ritrasmissioni delle informazioni collezionate. Le nuove potenzialità offerte e l’esigenza di procedere in funzione di un’ottica di proiezione interforze, determinano la necessità di operare una ridefinizione del comparto telerilevamento ponendo particolare attenzione alla formazione del personale fotointerprete. La stessa definizione di fotointerprete è oggetto di discussione interna agli operatori del settore, in quanto sembra riduttiva dell’intero processo analitico di interpretazione. Infatti, il fotointerprete attuale non deve essere in grado solo di effettuare una interpretazione convenzionale su negativi e stampa, ma anche, come è, gestire immagini digitali di ultima generazione; ciò sempre applicando le tecniche interpretative comuni. L’esperto nel telerilevamento, disciplinato nell’ambito informativo, va a definire una professionalità poliedrica volta a fornire analisi e valutazioni di tipo qualitativo e quantitativo in tutti i campi dove la necessità di esigenza informativa si configura. Si delinea così, attraverso l’iterazione continua di processi formativi ed esperienze acquisite, una professionalità consolidata il cui lineamento d’impiego si va a costituire anche come modello applicativo per processi analoghi. Per quanto attiene alla formazione in questo settore operativo comune alle varie Forze Armate, la Scuola di Aerocooperazione, sita presso l’Aeroporto Militare di Guidonia (Roma), risulta essere l’Ente preposto a svolgere questa delicata e complessa mansione didattica. Infatti, La Scuola di Aerocooperazione è un istituto interforze con il compito di preparare e qualificare Ufficiali e Sottufficiali delle Forze Armate, dei Corpi Armati e ausiliari dello Stato, nonché funzionari civili nel campo specifico dell’aerocooperazione e del telerilevamento. Stato dell’arte de telerilevamento nazionale Per telerilevamento si intende “l’acquisizione di informazioni su un oggetto per mezzo di uno strumento non in contatto con esso”. L’og- getto, nell’accezione generale, è l’ambiente terrestre, mentre le informazioni riguardano sia l’identificazione del tipo di mezzo osservato, sia alcune sue proprietà fisiche (es. temperatura, umidità, caratteristiche geometriche, ubicazione geografica). Un sistema di telerilevamento è 51 TECNOLOGIA relative agli oggetti può essere una macchina fotografica, un sistema televisivo, uno scanner multispettrale, un sistema radar e può quindi essere montato su diversi tipi di piattaforme (aerei, palloni sonda, navette spaziali, satelliti artificiali). Per quanto riguarda le novità tecniche, è ormai indubbia la direttrice perseguita dalla ricerca che vede la tecnologia digitale soppiantare drasticamente le metodologie analogiche ed analitiche. Grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie sono stati prodotti nuovi sensori in grado di sfruttare tutto lo spettro elettromagnetico attraverso la contemporanea acquisizione di immagini elettroottiche, infrarosse e radar con la possibilità di essere impiegati indipendentemente dalle condizioni di luminosità senza risentire dei fenomeni meteorologici che ne riducono la qualità. Le tecnologie digitali con l’avvento dei satelliti ad alta risoluzione, il cui utilizzo in ambito civile è stato reso possibile grazie anche alla dismissione di tecnologie militari ormai giudicate “superate” dalla direttiva Clinton del 1995, sulla base della complessità dell’utilizzo dei sistemi ed in virtù sia delle diverse metodologie d’impiego che della possibilità e necessità di poter integrare le diverse informazioni provenienti da sensori diversi, hanno portato di fatto a definire una nuova architettura applicativa volta ad evidenziare elementi informativi, quale sintesi tra le metodologie tradizionali e le tecnologie informatiche. In tale prospettiva il termine telerilevamento comincia ad assumere una connotazione nuova, frutto non solo della tradizionale accezione associata all’interpretazione diretta del dato, propria della fotointerpretazione, ma altresì dell’intera metodologia, (acquisizione, elaborazione, integrazione) legata all’esaltazione dell’informazione cercata. Nel sottolineare, pertanto, la caratteristica multidisciplinare del telerilevamento, nel superfici sfruttando l’energia elettromagnetica senso che i tematismi di indagine che ricopre dei corpi, ampliando le capacità percettive del- sono talmente vasti che non esiste un esperto che possa comprenderli interamente, la famil’occhio umano. Il sensore di acquisizione delle informazioni liarità con cui se ne parla non deve essere equiun sistema di misura di tipo indiretto. Lo strumento usato, infatti, misura potenze ricevute per effetto di interazioni tra campi elettromagnetici e mezzo osservato. L’entità e le caratteristiche di queste interazioni sono legate alle proprietà fisiche del mezzo stesso. In altre parole, il telerilevamento è quell’insieme di tecniche di ripresa, elaborazione ed interpretazione di dati che permettono di conoscere a distanza il comportamento delle 52 TECNOLOGIA vocata con l’idea di facilità di utilizzo: le metodologie si studiano e si applicano con pieno rigore scientifico. I dati devono essere correttamente acquisiti, poi trattati per essere interpretati ed utilizzati nei diversi campi applicativi. Inoltre, questi dati devono essere stutturati secondo la scala di utilizzo ed in relazione alle tematiche affrontate. Il telerilevamento militare operativo e geocartografico Consolidatosi durante la seconda guerra mondiale quale strumento per acquisire informazioni sui teatri operativi e per produrre carte topografiche, attraverso la fotointerpretazione e la fotorestituzione, pur con notevoli connotazioni comuni, emerse come problematiche nel corso delle operazioni fuori area, si è sviluppata una dicotomia di applicazioni che ha differenziato il telerilevamento in attività di tipo operativo, nelle componenti tattiche e strategiche e di tipo geocartografico. Gli assetti dedicati a questa attività, attualmente, sono articolati su velivoli AMX e TORNADO con compiti di ricognizione aerea provvisti di appositi pod fotografici con sensori a pellicola bagnata, ottici ed infrarosso, ed organizzati con un segmento di terra per il trattamento del materiale sensibile impressionato e per la successiva attività di fotointerpretazione. Le esigenze della Difesa per quanto riguarda il telerilevamento satellitare sono assicurate dal sistema d’osservazione militare satellitare Helios che rappresenta il primo programma europeo (1993) per l’osservazione sistematica di tutta la superficie terrestre con un sensore ad alta risoluzione L’attività di telerilevamento geocartografico si esplica sostanzialmente presso i tre Centri cartografici delle Forze Armate. (Istituto Geografico Militare, Istituto Idrografico Militare e Centro Informazioni Geotopografiche Aeronautiche). In tale ottica le attività principali connesse alla produzione di cartografia, in relazione ai compiti specifici d’Istituto, trovano un comune denominatore nelle metodologie e tecniche di produzione. In pratica, pur con sistemi differenti, la struttura di definizione dell’acquisizione dell’informazione telerilevata, che va dall’interpretazione ed acquisizione del dato grezzo da aerofotogrammetrie o da immagini satellitari, alla produzione di cartografia analogica o satellitare, segue una metodica ormai standardizzata sia nelle procedure che negli ausili tecnologici, seppur in cerca di definizione nella componente della formazione. In particolare, la strumentazione otticomeccanica, un tempo analogica ed analitica, è stata in parte sostituita da sistemi informatici che, oltre a guidare l’operatore nella maggior parte delle attività di acquisizione del dato, costituiscono parte attiva del processo, alleggerendo notevolmente i carichi di lavoro individuali. Attualmente, un operatore produce con maggiore affidabilità e con un incremento di circa il 20% ciò che dieci anni fa veniva prodotto da tre operatori nello stesso intervallo temporale. Agli studi sulla ricerca di standardizzazioni delle metodiche e delle procedure ad opera del COMIGEO (Comitato Militare Geografico), che si concretizzano nella ricerca di coordinamento dei tre Enti Cartografici per la definizione di formati standard Nazionali in linea con le scelte dei partner NATO, segue la ricerca dell’ottimizzazione delle risorse a supporto 53 TECNOLOGIA dell’attività. In tale ottica l’Aeronautica Militare assicura la copertura aerofotogrammetrica sistematica del territorio nazionale, con il velivolo Piaggio DL3 del 71° Gr. del 14° Stormo di P. di Mare, equipaggiato con camere metri- ormai ampiamente disponibili sul mercato, consentono di colmare il gap operativo del vettore. A sostegno dell’attività operativa, in maniera autonoma, ma sempre più in forma congiunta, gli Enti Cartografici delle F.A., si stanno operando per la produzione di prodotti sempre più vicini e rispondenti alle necessità operative. Nasce così, durante la guerra del Golfo, a seguito della necessità di cartografia a scala 1:50.000, la produzione di cartografia satellitare dove l’azione di estrazione ed esaltazione di tematismi d’interesse, tipica dell’interpretazione telerilevata, si sposava con le geometrie delle rappresentazioni cartografiche. In ultima analisi deve essere considerata la finalità metodologica d’uso del dato telerilevato: come informazione in se per l’aggiornamento conoscitivo del territorio teatro delle osservazioni, oppure come sostegno ed integrazione per il supporto decisionale alle attività di comando e controllo. In tale contesto il telerilevamento appare come disciplina complessa i cui principi, metodologie e risultati, sono la conseguenza di un processo di continue ricerche e sperimentazioni, dove l’elemento umano assume di conseguenza una valenza decisamente rilevante. Il telerilevamento civile che Wild, attraverso una programmazione annuale volta a soddisfare le esigenze di tutti e tre gli Istituti cartografici. Velivolo idoneo a tale attività trova, purtroppo, decisive penalizzazioni a causa della non pressurizzazione che ne limita la capacità operativa intorno ai 12.000 piedi. Non sono previsti upgrade sostanziali al sistema d’acquisizione aerofotografico anche perché i sistemi satellitari commerciali ad alta risoluzione (un metro circa), 54 Lo sviluppo concorrente e la crescita dei Sistemi Informativi Geografici ha fornito un significativo aiuto all’integrazione dei dati telerilevati con altri tipi di dati spaziali. In Italia, con la necessità politica di sviluppare sistemi di monitoraggio per l’osservazione dei cambiamenti nell’uso del suolo, la ricerca e la protezione delle risorse naturali, e di tracciare le interazioni tra biosfera e geosfera, il telerilevamento è diventato, in ambito civile, uno strumento scientifico e tecnologico fondamentale per monitorare le superfici del pianeta. La tecnologia in questione, utilizzata e conosciuta prevalentemente dai due Enti cartografici civili dello Stato per le produzioni cartografiche di competenza (Servizio Geologico dei Servizi Tecnici Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Regioni), TECNOLOGIA sta assumendo, grazie ai sensori satellitari commerciali ad alta risoluzione ed ai sensori iperspettrali (capaci, cioè, di indagare in settori dedicati dello spettro elettromagnetico), informativo sul terreno. Tale pratica applicazione potrebbe risultare di interesse anche per futuri sviluppi applicativi anche in campo militare. Anche il panorama Universitario Nazionale ha dedicato, nei propri percorsi formativi, in virtù anche della recente ristrutturazione didattica, molto spazio al telerilevamento. Non si tratta però solo di facoltà dove lo studio del territorio è alla base della formazione dello studente. Troviamo, infatti, seppur in via sperimentale, la presenza delle scienze telerilevate anche nella facoltà di statistica. La facoltà di Geografia dell’Università La Sapienza di Roma, ad esempio, nel percorso di avvicinamento alle scienze telerilevate, attraverso una convenzione stipulata dall’Aeronautica e l’Università “La Sapienza”, frequenta degli stage annuali di 5 giorni presso il Centro Informazioni Geotopografiche Aeronautiche di Pratica di Mare (Roma) per le tematiche inerenti l’acquisizione e l’elaborazione dei dati grezzi telerilevati. Conclusioni un sviluppo sostanziale in quasi tutti i campi applicativi scientifici. In particolare, i segmenti scientifici e produttivi (Agenzia Spaziale Europea, Agenzia Spaziale Italiana, Consiglio Nazionale delle Ricerche) si stanno concentrando, attraverso tecniche d’estrazione automatica delle informazioni, sull’acquisizione, la raccolta, l’integrazione e l’analisi di informazioni che hanno valore pratico in molti settori di supporto alle decisioni nella gestione delle risorse e per il controllo ambientale. Come pratico esempio si riporta sinteticamente di seguito lo studio condotto dal C.N.R. con il progetto LARA a mezzo di un sensore aviotrasportato denominato MIVIS (multispectral visible and infrared imaging spectrometer), il cui spettrometro, in grado di identificare ed esaltare qualsiasi contenuto Il telerilevamento è, quindi, l’insieme delle tecniche e degli strumenti, dell’hardware e del software che consentono l’analisi interpretativa delle immagini telerilevate di oggetti posti sulla terra da sensori aerei o satellitari. Cosa ci si può aspettare per il futuro. Il Remote sensing, ormai alla base di qualsiasi processo informativo territoriale, ha evidenziato negli ultimi anni nuove possibilità di tecniche di indagine e nuovi orizzonti applicativi; ciò grazie alle nuove innovazioni e possibilità tecnologiche. L’esperto di telerilevamento assume, quindi, una dimensione nuova, frutto di processi metodologici e di una forte e consolidata competenza informatica. Tale figura necessita di una specifica policy nella standardizzazione tanto di procedure quanto di metodologie e format didattici ad esso dedicati. Nell’illustrare questo breve scritto sul telerilevamento, infine, mi piace sottolineare come gli sviluppi futuri prevedano un solo limite: “… la voglia di conoscere”. 55