VISIONI DEL SUONO LIVING LAB MUSIC 2012 III edizione Auditorium Cesare Pollini via Cassan 17 - Padova I concerti sono promossi da realizzati da in collaborazione con V E R S I O N E P O S I T IVA - Q UA D R I C R O M I A amaranto: c20%; m100%; y100%; k26% nero: c0%; m0%; y0%; k85% centro di ateneo per i musei Si ringraziano Marilina Baratella, Iles Braghetto, Alessandro Bressanello, Valentina Confuorto, Patrizia Lionetti, Mirco Bosi, Giovanni Marchesini, Maria Nevilla Massaro, Cristiana Rossato, Michele Sambin, Daniele Scambia e il Personale ATA del Conservatorio "C. Pollini" Progetto grafico del Servizio Relazioni pubbliche - Università di Padova Catalogo a cura di Aldo Orvieto Informazioni Conservatorio di Musica “Cesare Pollini” Via Eremitani, 18 - 35121 Padova tel 049 8750648 - 049 8763111 - 049 8759880, fax 049 661174 [email protected] - [email protected] www.conservatoriopollini.it - www.sampl-lab.org Ingresso libero CONCERTI GIOVEDÌ 26 APRILE 2012, ORE 18 VISIONI DEL SUONO Atrocissime tange di Wolfango Dalla Vecchia con Valentina Confuorto mimo, Daniele Scambia percussioni regia teatrale di Alessandro Bressanello, regia del suono di Alvise Vidolin Levitazioni un progetto coreografico di Margherita Pirotto ispirato all’omonimo ciclo pittorico di Cristina Cocco Musiche di Nine inch nails, Meredith Monk, Carlo Carcano Francesco Grani e Daniele Scarano spatial rendering Carlo Carcano regia del suono VENERDÌ 18 MAGGIO 2012, ORE 18 FIGURAZIONI DEL SUONO Musiche di Fausto Razzi, Giacinto Scelsi, Franco Evangelisti, Adriano Guarnieri, Marco Stroppa mariaelena fincato contralto Maria Letizia Gorga attrice Aldo Orvieto pianoforte Alvise Vidolin e Nicola Bernardini regia sonora e live electronics GIOVEDÌ 31 MAGGIO 2012, ORE 18 FONTI MATERICHE DEL SUONO Musiche di James Dashow, Annie Fontana, Maura Capuzzo, Jean Claude Risset, Louis Andriessen Silvia Pollet soprano Caterina Pavan, Elia Guglielmo e Veronica La Malfa flauto Chiara Pittarella clarinetto Giovanni Pedrazzoli violino Nastassjia Masseria violoncello Federico Marchionda pianoforte Irene Bianco e Vanni Vespani percussioni Dario Khademi e Matteo Polato live electronics Maura Capuzzo, Matteo Mancini, Dante Felpati, Daniele Scarano regia sonora 3 IL LIVING LAB MUSIC DI SaMPL PER VISIONI DEL SUONO La mostra Visioni del Suono si propone di documentare, con una ricca e spettacolare articolazione di contenuti scientifico-tecnologici, il ruolo di primaria importanza che la città di Padova ha svolto per quasi mezzo secolo nella storia della musica contemporanea in Italia, dagli anni ‘60 ai nostri giorni. Grazie ad alcuni pionieri quali Giovanni De Biasi, Alvise Vidolin, Giovanni De Poli, la pianista e compositrice Teresa Rampazzi ed il compositore Wolfango Dalla Vecchia - oggi riconosciute figure di fama internazionale - il Conservatorio “Cesare Pollini” e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova strinsero un fruttuoso patto di collaborazione. La nascita di uno dei primi Corsi di Musica Elettronica nella storia dei Conservatori italiani e l’istituzione del Centro di Sonologia Computazionale resero Padova una delle sedi di maggior prestigio internazionale per la ricerca, la produzione e la didattica nel campo dell’informatica musicale. Tale contributo ha una rilevanza storica di primaria importanza e Padova viene riconosciuta come una delle città cardine per lo sviluppo delle risorse informatiche per la musica fin dagli albori di questa neonata disciplina. Le prestigiose collaborazioni con alcuni dei maggiori compositori della seconda metà del Novecento quali Luigi Nono, Salvatore Sciarrino, Aldo Clementi, Adriano Guarnieri, Marco Stroppa - e molti altri sono del resto lo specchio dell’eccellenza della ricerca sviluppata in questa città. Il laboratorio SaMPL, nato nel 2009 in seno al Conservatorio “Cesare Pollini” in stretta sinergia con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, rappresenta il naturale sviluppo e l’ideale prosecuzione dell’esperienza del CSC. Il contributo del Laboratorio SaMPL alla mostra Visioni del suono ripropone oggi – a molti anni dalla loro creazione nei laboratori del CSC – alcune tra le produzioni musicali storiche più significative della ricerca sull’informatica musicale in tre concerti che documentano quell’attenzione al Contemporaneo che Padova ha fortemente contribuito a creare. Apre la rassegna la recente produzione multimediale di Cristina Cocco, pittrice che si è ispirata alle ninfee dell’Orto Botanico, l’affascinante spazio espositivo che ospita la mostra Visioni del Suono. Una ghirlanda di omaggi alle figure che più intensamente hanno lavorato a Padova alle loro composizioni elettroniche – Wolfango Dalla Vecchia, James Dashow, Marco Stroppa e Fausto Razzi – si coniuga con un importante nuovo lavoro dello stesso Razzi che onorerà questa importante occasione celebrativa. Due recentissime produzioni del Laboratorio SaMPL, le opere per voce ed elettronica delle compositrici venete Annie Fontana e Maura Capuzzo, saranno presentate nel concerto conclusivo, il 31 maggio 2012, come “ultimo testimone” dello spirito di ricerca e dell’entusiasmo per l’innovazione che hanno caratterizzato il significativo contributo dei musicisti e degli scienziati padovani. (Nicola Bernardini) 4 Giovedì 26 Aprile 2012, ore 18 VISIONI DEL SUONO Wolfango Dalla Vecchia (1923 - 1994) Atrocissime tange (1981) per mimo, percussioni ed elettronica Pàrodos – Kleinen Marsch – Variationen – Grossen Marsch – Solo – Exodos Valentina Confuorto mimo Daniele Scambia percussioni Alvise Vidolin regia del suono Alessandro Bressanello regia teatrale Cristina Cocco (1967) / Margherita Pirotto (1976) / Carlo Carcano (1970) Levitazioni (2011) per danzatori e fixed media Un progetto coreografico di Margherita Pirotto ispirato all’omonimo ciclo pittorico di Cristina Cocco musiche di Nine inch nails, Meredith Monk, Carlo Carcano in collaborazione con Spazio D. e Laboratorio Culturale Caleidoscopio Margherita Pirotto coreografie Andrea Cravotta, Cristina Cocco, Alessandro Martinello, Monica Polonio danzatori Francesco Grani e Daniele Scarano spatial rendering Carlo Carcano regia del suono 5 Wolfango Dalla Vecchia Atrocissime tange Pur strutturandosi su intervalli, serie melodiche, serie accordiche e strutture metriche interamente inventati ex novo, è stato composto come qualsiasi altra musica tradizionale programmando il computer in modo da riprodurre i processi compositivi fondamentali della creazione musicale, indipendentemente dal tipo di linguaggio prescelto. L’autore è partito da un copione di azione mimata in cui si narra cattura, tortura e morte di un perseguitato a causa di giustizia, per stendervi sopra una specie di “colonna sonora” della quale è stato precisato ogni dettaglio. Il nastro è stato realizzato presso CSC dell’Università di Padova (avvalendosi dei programmi EMUS di elaborazione di strutture musicali, e MUSIC5 di sintesi del suono) da Alvise Vidolin la cui collaborazione è andata oltre al puro fatto tecnico tanto perfetta è risultata l’intesa con l’autore. Per l’esecuzione mediante elaboratore Alvise Vidolin ha messo a punto un insieme di subroutine di interpretazione per il programma EMUS inteso a sfruttare una serie ai processi automatici, estendendoli e applicandoli direttamente al campo compositivo. (Wolfango Dalla Vecchia) Carlo Carcano Levitazioni Levitazioni, un viaggio nell’ignoto che parte dalla materia calda di un corpo morto e si trasforma in segni di luce che sfilano uno sull’altro tesi a trovare, senza svelarsi, una forma. Un corpo senza vita adagiato nell’acqua che nella morte si vaporizza in un segno e si moltiplica nella risalita dell’ascensione risucchiato dal coro degli angeli. I corpi nell’acqua sono restituiti alla loro origine nel galleggiamento nel liquido amniotico da cui provengono in quell’ombelico che lo collegava alla madre e che nella Levitazione si trasforma in un unico segno che si moltiplica liberandosi dal corpo e viaggia, agitato dal vento, senza peso e senza gravità. Materia e spiritualità dialogano in un costante trasferimento di ruoli, in uno scambio di testimone in cui il viaggio si trasforma nella cecità e nella certezza dell’ignoto. L’ultimo segno della Levitazione si gonfia creando figure di luce che viaggiano come comete d’argento risucchiate dal respiro profondo del cielo notturno. Levitazioni sono un dialogo continuo, un flusso tra due linguaggi artistici: la danza e la pittura. In scena il corpo e la tela: i segni nello spazio creati dal movimento evocano quelli della mano sulla superficie pittorica. La ricerca è verso quel momento in cui avviene la creazione, in cui corpo e colore divengono materia soggetta al tempo e allo spazio. (Cristina Cocco) 6 Venerdì 18 Maggio 2012, ore 18 FIGURAZIONI DEL SUONO Fausto Razzi (1932) A voi che lavorate sulla terra (1982) Aria per voce e nastro magnetico su testo di Alfonso Gatto (*) Giacinto Scelsi (1905-1988) Aitsi (1974) per pianoforte amplificato Franco Evangelisti (1926-1980) Proiezioni sonore, strutture per pianoforte (1955/56) Adriano Guarnieri (1947) Sospeso d’incanto n° 2 (2006) per pianoforte e live electronics Marco Stroppa (1959) Traiettoria … deviata da Traiettoria (1982/88) per pianoforte e nastro magnetico Fausto Razzi (1932) Frammento 5 (2012) per voce, pianoforte e suoni elaborati su testi di Mario Quattrucci (**) Commisione SaMPL, Prima esecuzione assoluta Mariaelena Fincato contralto (*) Maria Letizia Gorga attrice (**) Aldo Orvieto pianoforte Alvise Vidolin e Nicola Bernardini regia sonora e live electronics 7 Fausto Razzi A voi che lavorate sulla terra Scritto nel 1982 su commissione LIMB Biennale di Venezia. La voce viene trattata con una tecnica che passa dalla emissione ferma (non vibrata) ad un’emissione che ricerca la presenza di armoniche diverse, a seconda della risonanza della cavità orale. Per quanto riguarda i suoni elaborati, si è utilizzato sia il Music V per terne di suoni sinusoidali caratterizzate da minime differenze in Hz (per ottenere battimenti variabili nel tempo), sia la modulazione di frequenza mediante l’algoritmo del sistema ICMS realizzato al CSC di Padova da Graziano Tisato. Per la prima versione presentata trent’anni fa alla Biennale la sintesi digitale fu realizzata da Daniele Torresan. (Fausto Razzi) Giacinto Scelsi Aitsi Aitsi, invita all’ascolto dei nuovi mondi sonori germinati da un unico suono di pianoforte, attorno al quale si agglomerano cluster sempre cangianti in estensione e numero di altezze (i cluster si estendono fino a 30 semitoni consecutivi) il cui sviluppo sonoro si articola in durate molto varie (da 1 a 15 secondi); l’esito finale della risonanza pianistica confluisce sempre alla sola nota fa (proposta in varie trasposizioni sulla tastiera): quasi ad esplorare le grandi possibilità espressive prodotte dal continuum simultaneo delle altezze che si modifica fino a conquistare la “purezza” della sola nota fa. La versione che presenteremo affronterà il problema delle gestione della risonanza e delle distorsione nello spazio scenico nel pieno rispetto delle volontà dell’Autore ma attraverso sofisticati metodi di controllo in tempo reale. (Aldo Orvieto) Franco Evangelisti Proiezioni sonore Le Proiezioni sonore (dedica: a Karlheinz Stockhausen; prima esecuzione: David Tudor, Darmstadt, 1958) sono state scritte con l’intenzione di poter collegare la musica strumentale alla musica elettronica quest’ultima intesa come passaggio di uno sviluppo logico ed estetico. Lo svolgimento continuo del totale cromatico su differenti proporzioni, il susseguirsi di strutture determinate a strutture a suoni misto-determinate, costituiscono lo sforzo teso a realizzare un certo tipo di sonorità che allaccia le ultime possibilità della musica strumentale, in senso tradizionale, al mondo del suono apertoci dalla musica elettronica. L’interprete è libero di dare l’ampiezza allo sviluppo generale dell’opera tenendo presente che il continuo è formato da strutture semplici ciascuna con il proprio valore espressivo. Così, le singole struttu- 8 re sono separabili da uno spazio determinato a piacere dall’esecutore ma nell’opera esisteranno sempre unite, una in funzione dell’altra, presentandosi come unità e totalità. (Franco Evangelisti) Adriano Guarnieri Sospeso d’incanto n° 2 Sospeso d’incanto n. 2 (2006), è un brano strettamente legato nella sua proliferazione al 2° pianoforte che viene qui rappresentato dal live electronics; ampliamenti acustici, polifonie intrecciate nello spazio, big bang di “massiva” presenza sonora, si stagliano di continuo grazie al dialogo fittissimo fra il pianoforte ed il suo ego: il live electronics. La forma si sfilaccia come un unicum, senza soluzioni di continuità. L'articolazione della materia sonora in un tempo sospeso rende il brano lievitato temporalmente: in somma un preludio di ampio spessore timbrico che richiama nell’immaginifico i grandi preludi corali per organo di Bach. (Adriano Guarnieri) Marco Stroppa Traiettoria deviata Traiettoria deviata è il primo brano di un trittico per pianoforte e suoni elettronici composto da Marco Stroppa negli anni 1982-84 che si articola in tre parti: Traiettoria Deviata (1982), Dialoghi (1983) e Contrasti (1984). I suoni elettronici sono tutti di natura sintetica e sono stati creati al CSC dell’Università di Padova. Durante l’esecuzione il pianoforte è amplificato mediante due diffusori posti ai lati dello strumento stesso, mentre l’elettronica proviene da un sistema di diffusori posto attorno al pubblico più un altoparlante piazzato sotto il pianoforte e rivolto verso la tavola armonica. Sono previste due tipologie di spazio: un piccolo volume in cui i suoni elettronici interagiscono con il pianoforte in area locale, in una sorta di mimesi con i suoni acustici naturali, e un grande volume, che riempie tutta la sala di suoni elettronici i quali si sviluppano autonomamente su vari piano dello spazio agendo in dialogo o in contrasto con il pianoforte solista. Traiettoria deviata fu inizialmente concepito come brano per pianoforte solo, una sorta di esplorazione strutturata di alcuni ambiti sonori prodotti dallo strumento, come si evince all’ascolto dell’inizio del brano. Ben presto, però, l’autore sentì l’esigenza di espandere le possibilità dello strumento oltre i suoi limiti fisici e trovò nei suoni elettronici la linfa musicale che gli consentì di ampliare e completare il percorso compositivo. (Marco Stroppa) 9 Fausto Razzi Frammento 5 Frammento 5 è un lavoro della durata di circa un quarto d’ora, scritto nel 2012 su commissione del Laboratorio SaMPL di Padova per due strumenti dal vivo, voce e pianoforte (quest’ultimo suonato come un pianoforte classico), ai quali si aggiunge una serie di suoni in vario modo elaborati. Il testo è costituito da alcuni frammenti tratti dalla raccolta “Una Cronaca” di Mario Quattrucci, scritta nel 1991 e centrata sulla figura di Antonio Gramsci. (Fausto Razzi) 10 Giovedì 31 Maggio 2012, ore 18 FONTI MATERICHE DEL SUONO James Dashow (1944) Oro argento & legno (1987) per flauto ed elettronica (*) Annie Fontana (1955) Wassar (2012) per voce femminile e fixed media Commisione SaMPL, Prima esecuzione assoluta Jean Claude Risset (1938) Passages (1982) per flauto ed elettronica (**) Maura Capuzzo (1968) Come arriva l’amore, così ti si libera il naso. Improvvisamente e a caso (M. Lotter) (2012) per voce femminile ed elettronica Commisione SaMPL, Prima esecuzione assoluta Louis Andriessen (1939) Zilver (1994) per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte, vibrafono, marimba e glockenspiel (***) Silvia Pollet soprano Caterina Pavan (*), Elia Guglielmo (**), Veronica La Malfa (***) flauti Chiara Pittarella clarinetto Giovanni Pedrazzoli violino Nastassjia Masseria violoncello Federico Marchionda pianoforte Irene Bianco e Vanni Vespani percussioni Dario Khademi e Matteo Polato live electronics Maura Capuzzo, Matteo Mancini, Dante Felpati, Daniele Scarano regia sonora 11 James Dashow Oro argento & legno La forma di Oro argento & legno si può assimilare a quella di un concerto sinfonico liberamente trasformato e re-interpretato; cinque sezioni, ciascuna con la sua caratterizzazione di tessitura, timbro e ritmo definiscono la curva della composizione. La principale forza unificante tra le sezioni è l’ambito sonoro creato dagli intervalli proposti dal flauto; materiale che viene trasformato nei suoni elettronici con vari metodi, con il risultato che ci sono (almeno) due versioni dello stesso materiale musicale fondamentale che procedono in parallelo, una specie di contrappunto in trasformazione. Oro argento & legno è stato scritto per Marzio Conti a cui è dedicato. Il titolo si riferisce ai tre materiali con cui sono costruiti i tre strumenti di Conti: un flauto d’oro, un flauto in sol argentato, e un ottavino di legno: materiali che determinano la qualità del suono degli strumenti e perciò hanno considerevole influenza sul tipo di timbri di base scelti per il pezzo. La parte per computer è stata generata al CSC dell’Università di Padova usando il linguaggio di sintesi del suono MUSIC360 di B. Vercoe in una versione ampliata dall’Autore. (James Dashow) Annie Fontana, Wassar Il centro attorno al quale ruota tutta la composizione è il racconto in lingua cimbra di un’anziana donna di Mezzaselva (località dell’Altopiano di Asiago) che, tornata da una visita a Venezia, trasmette alle sue nipoti le suggestioni e le immagini raccolte durante il suo viaggio. I due paesaggi sonori, sopra i quali si muove la linea narrante del canto, sono: l’Altopiano di Asiago, con la sua lingua, le sue tradizioni (filastrocche, cantilene) e Venezia con i rumori d’acqua, vaporetti, campane, ecc. Tutti questi elementi vivono come frammenti di ricordi; prima galleggiano, poi piano piano si immergono fino a trasfigurarsi. Le voci registrate sono quelle di alcuni abitanti dell’altopiano di Asiago e del cantautore Pierangelo Tamiozzo; il paesaggio sonoro veneziano è stato creato con registrazioni effettuate dagli studenti della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. (Annie Fontana) Jean Claude Risset Passages Passages è stato commissionato dal LIMB, Biennale di Venezia, per la International Computer Music Conference del 1982. Il nastro è stato sintetizzato mediante elaboratore a Marsiglia (Faculté de Luminy e LMA, CNRS) con un minielaboratore Télémecanique 11600, utilizzando il programma MUSIC V. 12 Il titolo si riferisce ai mutamenti nell’ambiente sonoro creati dall’elaboratore. Il flauto passa da un paesaggio sonoro all’altro: legamenti rumorosi, con distribuzioni spettrali simili a quelle rilevate in fenomeni di turbolenza; contorni fluidi di rumore, che terminano in altezze chiare; scansioni armoniche; vibrati che si trasformano insidiosamente quasi in trilli; frammenti seriali, come rovine storiche; battute ritmiche, come per parate o danze; flussi inarmonici vigorosi, che si raggelano poi in campane immaginarie; note che si tramutano in voci. Di fronte a questo cangiante scenario, il flauto si trattiene, ma varia modi e umori, ora immergendosi nel paesaggio sonoro, ora ponendosi in contrasto con esso. (Jean Claude Risset) Maura Capuzzo, Come arriva l’amore, così ti si libera il naso. Improvvisamente e a caso. (M. Lotter) (2012) “... ma piace anche la pasta in brodo, piacciono i complimenti e il colore azzurro, piace una vecchia scarpa, piace averla vinta, piace accarezzare un cane... ma cosa è mai la poesia? Più di una risposta incerta è stata già data in proposito. Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo come alla salvezza di un corrimano.” (Wislawa Szymborska) Louis Andriessen Zilver (1994) Zilver di Louis Andriessen contrappone due fronti sonori, marcatamente differenziati: un primo gruppo di strumenti a percussione determinata costituito da marimba, vibrafono, glockenspiel, pianoforte; un secondo di strumenti melodici costituito da flauto, clarinetto, violino e violoncello. Il primo gruppo, si muove per strutture accordali con articolazione di “staccato”, timbro tagliente e dinamiche spesso estremamente violente. Il secondo gruppo adotta dinamiche molto meno accentuate, con articolazione “sempre legatissimo” e prevalenza costante della linea acuta affidata al flauto. Una dialettica ritmica assai complessa contrappone i processi (costituiti da pattern in perenne evoluzione) dei due gruppi strumentali in tutto il brano, con grande e meticolosa geometria costruttiva. La particolare natura del lavoro ha dato a SaMPL l’idea di favorire l’ascolto dei fronti sonori contrapposti attraverso un diffusione trasparente nello spazio dei suoni di natura melodica, che si contrapporranno a una emissione fortemente localizzata dei suoni di natura percussiva. (Aldo Orvieto) 13 Biografie degli Autori Louis Andriessen, compositore olandese, figlio d’arte, studiò con il padre, con Kees van Baaren e con Luciano Berio. Ai primi lavori dodecafonici segue una esplorazione delle possibilità politonali del jazz, il cui influsso, unito agli stimoli dell’avanguardia olandese e alla tensione verso nuove forme d’impegno politico, hanno dato impulso a una ricerca dai molteplici riferimenti, da Stravinskij a Ives al minimalismo statunitense. Si è ispirato alla pittura di P. Mondrian (De stijl, 1985), e alla poesia medievale in Hadewijch (parte del ciclo De Materie, 1988). Ha collaborato a vari progetti con il regista P. Greenaway e affrontato varie forme di teatro anticonvenzionale, nelle opere multimediali di The new math(s) (2000) e Inanna (2003). Maura Capuzzo dopo gli studi con Chiara Benati, Giovanni Bonato, Nicola Bernardini si è perfezionata con Salvatore Sciarrino, Francesco Valdambrini, Mauro Bonifacio. Ha vinto l’ European Women Composers Contest (Nymegen-Holland, 1997). Sue composizioni sono state eseguite in Festival Internazionali: Musikpodium (Zurigo, 2009), MiTo (Milano, 2008) ISCM Festival (Hong Kong, 2007), Nuovi Orizzonti sonori (2011) MOAproject (2011) e trasmesse da Radio3, WDR3 (Germania), Radio Vaticano, Radio4 (Hong Kong), Radio DRS2 (Svizzera tedesca), Sveriges Radio P2 (Svezia). Ha pubblicato per la casa editrice tedesca Ferrimontana e l’italiana Ars Pubblica. Suoi lavori sono stati incisi da Velut Luna e dall’editore svizzero Altrisuoni. Carlo Carcano ha studiato ingegneria informatica all’Università di Padova; composizione al Conservatorio di Padova e all’Accademia di Santa Cecilia a Roma, musica elettronica all’IRCAM di Parigi e al Centro Temporeale. Sue musiche sono state commissionate ed eseguite in vari paesi, in occasioni come Musik-Biennale Berlin, Festival Aix-en-Provence, De Eijsbreker Amsterdam, Voix Nouvelles Paris, Gaudeamus Music Week Amsterdam, Siren Musikdagar Göteborg, Bàrtok Festival, Array Music Toronto, Wetterfest Wien. La sua opera Cuore è stata presentata all’OpéraBastille Paris, all’Opéra de Massy, all’Opéra de Lille, all’ Opéra de Nantes. Ha diretto l’orchestra della RAI al Festival di Sanremo in varie occasioni. Cristina Cocco, diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vive e lavora a Padova. La non comune padronanza del mezzo pittorico conduce l’artista a dipingere nei modi di un aggiornato e personale naturalismo, mediato dalla lezione dell’informale gestuale. La sua ricerca si incentra sul concetto di natura contemporanea e sulle molteplici implicazioni legate al disfacimento della materia agendo sulla soglia in cui l’informale della pittura si rispecchia nell’informe della natura. Tra le mostre più importanti: Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista (Venezia, 1989); 76° Mostra-Concorso Bevilacqua La Masa (Padova, 1991); Biennale nazionale di pittura (Modena 1992); personale al Teatro Verdi (Padova, 1993); effige del Rettore dell’Università di Padova (1994); Ninfee presso le Scuderie di Palazzo Moroni (Padova, 2006); Evoluzione, Orto Botanico (Palermo, 2010). Wolfgango Dalla Vecchia, nato a Roma nel 1923, si trasferì giovanissimo a Padova, dove si diplomò in organo presso il locale Istituto Musicale nel 1942. A partire dal 1944 continuò lo studio dell’organo a Roma con Fernando Germani, e di composizione con Goffredo Petrassi. Fu titolare della cattedra di Composizione del Conservatorio di Venezia per tredici anni; primo Direttore del neonato Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, ne fu poi docente di Composizione fino al 1993. A Vicenza dal 1970 al 1976 promosse il “Seminario di studi e ricerche sul linguaggio mu- 14 sicale”, al quale parteciparono anche Stockhausen, Kagel, Berio, Nono, Manzoni, Ferneyhough. La sua attività concertistica come organista e improvvisatore all’organo fu costante ed apprezzata. Le sue musiche sono state presentate in importanti festival di musica contemporanea; di particolare rilievo le composizioni per orchestra destinate ai Solisti Veneti. James Dashow ha dedicato la sua principale attività compositiva alla computer music in una trentennale attività di ricerca, del linguaggio di sintesi MUSIC30 e del suo metodo di composizione, il Sistema Diadi. Ha scritto articoli teorici e di analisi per le riviste Perspectives of New Music, Computer Music Journal, La Musica, Interface. Ha vinto numerosi premi, ricevuto commissioni, tenuto masterclass presso prestigiose Istituzioni in tutto il mondo; di particolare rilievo l’attività didattica al MIT e alla Princeton University. Per molti anni ha condotto il programma radiofonico Il Forum Internazionale di Musica Contemporanea per la RAI Radio 3. I suoi lavori sono editi da BMG Ariola - RCA, Wergo, EdiPan, Capstone, Neuma, ProViva, CRI, Scarlatti Classica, BVHAAST e Centaur. Franco Evangelisti, frequenta a Roma negli anni 1945/8 la Facoltà di ingegneria, studia composizione con Daniele Paris e partecipa ai Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt nel decennio 1952/62; nel 1959 è tra i promotori della Settimana Internazionale di Nuova Musica a Palermo. L’anno seguente, insieme con altri musicisti italiani, fonda l’Associazione Nuova Consonanza e successivamente l’omonimo Gruppo di Improvvisazione. Docente del corso sperimentale di Composizione elettronica presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia fino al 1972 è nominato nel 1974 docente di Musica elettronica presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Poco prima della morte, alla fine del 1979, dopo quasi vent’anni di lavoro, completa il libro Dal silenzio a un nuovo mondo sonoro. Annie Fontana, nata a Milano nel 1955, ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, diplomandosi in composizione, pianoforte e organo e composizione organistica. Dal 1977 ha insegnato Composizione all’Istituto Musicale pareggiato “A. Peri” di Reggio Emilia e attualmente è titolare della cattedra di Elementi di composizione per Didattica presso il Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova. Ha presentato le sue opere sempre con grande successo di critica e di pubblico, in Italia e all’estero, e vinto numerosi premi nazionali e internazionali. Adriano Guarnieri, ha studiato al Conservatorio di Bologna con Giacomo Manzoni e Tito Gotti. Ha insegnato composizione presso i Conservatori di Firenze, Pesaro, Milano e Bologna. I suoi primi lavori mantengono un forte legame con l’impronta strutturalista, propria degli anni della sua formazione, presto abbandonata a favore di un materismo irrequieto e lirico al contempo. Negli anni Novanta si interessa ai problemi di spazializzazione del suono mediante live electronics. Fra le composizioni più recenti l’opera-video Medea (Venezia, 2002, Premio Abbiati 2003), La terra del tramonto (OSNR Torino, 2004) la Pietra di Diaspro (Teatro dell’Opera di Roma, 2007) e Tenebrae (Ravenna Festival, 2010). Margherita Pirotto, si laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Padova, con il massimo dei voti e la lode con una tesi di danza su Simone Forti (artista e danzatrice della post modern dance americana). La sua formazione spazia dal teatro danza (studia con Malou Airaudo, Susanne Linke, Reinhil Hoffmann, Urs Dietrich, Giorgio Rossi, Lindsay Kemp) al release, work on the 15 floor, contact improvisation (studia con Michal Mualem, Sasha Waltz, Khosro Adibi, Virgilio Sieni). Lavora come danzatrice con coreografi e registi teatrali: Mauro Bigonzetti (Aterballetto), Fabrizio Montecchi (Teatro GiocoVita), Roberto Paci Dalò (Giardini Pensili), Laura Pulin. Come performer lavora con Simone Forti e con artisti visivi. Di particolare rilievo la sua collaborazione con Cristina Cocco e Dora Garcia per la Biennale Arte (Venezia, 2011). Nel 2011 ha anche formato la compagnia Aleph Company. Fausto Razzi, è nato a Roma nel 1932. La sua produzione comprende lavori basati su testi letterari (in particolare di Edoardo Sanguineti), lavori strumentali ed elettroacustici. Risale al 1971-73 il suo primo lavoro di computer music, Progetto per una composizione elettronica, realizzato poi nel 1978 alla Facoltà di Fisica dell’Università di Napoli con il primo modello di processore ideato da Peppino Di Giugno e con la collaborazione di Enrico Chiarucci. Nel 1976 ha fondato il Gruppo Recitar Cantando per l’esecuzione della letteratura vocale del primo Seicento italiano. Ha insegnato composizione nei Conservatori dell’Aquila e Pesaro, ha collaborato e collabora con varie riviste di musica e letteratura e fa parte della Giuria dell’antipremio letterario “Feronia”. Jean-Claude Risset, studia composizione con André Jolivet, compie studi scientifici all’ Ecole normale supérieure, ove si laurea in fisica 1967. Ha pubblicato un catalogo di suoni di sintesi realizzati mediante elaboratore (1969) e successivamente uno studio per la sintesi dei suoni (1970/71). Dal 1975 al 1979, ha assunto la direzione del dipartimento di informatica all’Ircam di Parigi. Ha insegnato all’Università di Stanford e, nel 1989, è stato compositore residente al MIT di Boston. La vita artistica è stata ricca di premi e riconoscimenti tra i quali: SACEM (1981), Golden NICA (1987), Grand Prix National de la Musique (1990), Euphonie d’Or (1992), Prix Science pour l’Art L.V.M.H. (1994), Grand Prix Musica Nova (Prague, 1996), Prix Magistère, Bourges (1998). Numerose le pubblicazioni in prestigiose riviste internazionali e le onorificenze: medaglia d’argento (1986) e d’oro (1999) del CNRS, dottore honoris causa dell’Università di Edimburgo (1994). Giacinto Scelsi, studiò a Roma, poi a Ginevra con Köhler, infine a Vienna con Klein (1935/36), dove conobbe la tecnica dodecafonica. Fino al 1950 soggiornò a più riprese a Parigi, a Londra e in Svizzera. Negli anni Quaranta si dedicò allo studio del pensiero orientale e si allontanò progressivamente dai metodi tradizionali di composizione propri della cultura occidentale, dodecafonia compresa. Negli anni Sessanta collaborò con il gruppo di Nuova Consonanza. Condusse una vita estremamente ritirata e schiva e rimase fino alla morte quasi sconosciuto in Italia. Scelsi considerava il proprio ruolo come quello del medium attraverso il quale la musica doveva fluire; approdò così a un linguaggio e a una concezione della composizione del tutto originali, che rendono di difficile applicazione per le sue musiche le usuali categorie analitiche. Marco Stroppa, compositore, ricercatore e didatta; ha studiato composizione con Renato Dionisi e Azio Corghi, musica elettronica con Alvise Vidolin. Dal 1984 al 1986 si perfeziona presso il Media Laboratory del Massachussetts Institute of Technology di Cambridge. Collabora dal 1980 al 1984 con il Centro di Sonologia Computazionale (CSC) dell’Università di Padova. Dal 1982 Pierre Boulez lo invita all’IRCAM, presso il quale dirige anche il dipartimento di Ricerca fra il 1987 e il 1990. Nel 1999 vince la cattedra di professore di composizione e di musica informatica presso la Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Stoccarda, succedendo a Helmut Lachenmann. Ha anche insegnato presso il Conservatoire National Supérieur di Parigi e di Lyon. Vincitore di numerosi premi, Marco Stroppa ha pubblicato numerosi saggi su diverse riviste internazionali. 16