IL BUSINESS PLAN Uno strumento strategico in evoluzione Ing. Federico Della Bella, MBA Consulente e docente strategia e marketing Ordine dei Commercialisti di Novara Novara, 6 dicembre 2016 Presentazione Bio Federico Della Bella, MBA Strategic Innovation and Marketing in the Digital Age Strategy and Marketing Advisor and Lecturer MBA, Telecommunications Engineer Website LinkedIn Blog Contact http://www.federicodellabella.com https://www.linkedin.com/in/federicodellabella https://medium.com/@federicodellabella [email protected] 10 + years of experience in Media & Entertainment as Marketing Manager and Business Analyst Senior Strategic and Marketing Manager on innovation, marketing, and digitalization Professor of Marketing and Business Planning in first class universities Co-founder of a digital fashion e-commerce company www.federicodellabella.com 2 Attività Business Analytics Marketing Strategy & & & Planning Communication Digital Mercati Media Digital & & Entertainment Ecommerce Education Advisory Strategic Innovation & Marketing Strategic Innovation, Digital Transformation, Marketing Planning and Direction, Business Planning, Innovation Workshops, Customer Engagement, Digital Marketing, Content Marketing, Investors’ Relations Worked with: European Union Project, Fondazione Olivetti, Fondazione Bassetti, ABB, Digital 360, P4I, TWG Consulting, Fondazione AIB, ISFOR 2000, Fondazione AIB, Contrasto, Thomson Reuters, New York Times, Magnum Photos, RCS, Mondadori, Mediaset, Conde Nast, etc. Training Corporate Training Corporate education programs on strategy, business planning and lean startup, marketing and straetgy. Partners: Fondazione Olivetti, Fondazione AIB, Isfor 2000, Polidesign, MIPPolitecnico di Milano, CFP Bauer, AFOL Academy Training Marketing and Strategy, Business Planning courses Universities: Politecnico di Milano, MIP-Politecnico di Milano, IES Abroad, NABA Startup & Digital Wardroba co-founder • 80+ brands worldwide distribution • Independent brands hub • B2C e-commerce & B2B digital showroom • International distribution • Communication • Fund raising • Business Planning • General Management www.federicodellabella.com PARTE I UN MONDO IN RAPIDA EVOLUZIONE 8 1. Storia di Andrea Andrea è un giornalista e dirige L’Eco di Valdichiari, un giornale locale molto amato. Inizio anni 90. Andrea frequenta il liceo e scrive per il giornale della scuola. Seconda metà anni 90. Andrea fa l’università e collaborare con alcune testate locali, scrive di cronaca e costume. Anni 2000. Andrea fa tutta la gavetta, infine diventa giornalista professionista, diventando ben presto caporedattore. Nel 2007, a tempo di record, diventa direttore dell’Eco di Valdichiari. Dal 2008, il giornale perde il 10% di lettori all’anno, registrando anche un calo della pubblicità. Nel 2016, L’Eco di Valdichiari ha una tiratura pari al 50% di quella che aveva nel 2008. 9 2. Storia di Francesca Francesca è una giovane imprenditrici. Dirige una piccola azienda di famiglia nel settore dell’abbigliamento. Da generazioni, la famiglia di Francesca si occupa di vendita al dettaglio nel settore dell’abbigliamento e degli accessori per donna. Per anni, il negozio di famiglia, Eleganti Fantasie, ha venduto a una clientela affezionata e fedele, che, a ogni cambio di stagione, si presentava compatta a vedere cosa c’era di nuovo. La capacità di Francesca è la selezione dei fornitori e dei prodotti, scelti con gusto e stile. Eleganti Fantasie si trova nel centro storico pedonale di una ricca città dell’Italia centrale. Più recentemente, la clientela è cambiata e le vendite sono calate del 30%: lo struscio domenicale si è trasferito nel centro commerciale appena fuori città, dotato di ampio parcheggio; mentre le ragazzine si riversano in massa da Zara ed H&M, che offrono ogni settimana qualcosa di nuovo. I più tecnologici, cercano sconti e offerte su Yoox, Asos e altri e-commerce. 10 3. Storia di Alessandra e Luca Alessandra e Luca hanno ereditato dai genitori la Movimentazione Spa, una società che produce e vende gru, montacarichi, betoniere e altri strumenti per l’edilizia e le costruzioni. La Movimentazione Spa è una tipica azienda famigliare, fondata dal nonno di Alessandra e Luca, partito come carpentiere. Il padre di Alessandra e Luca l’ha sviluppata e fatta crescere, negli anni 70 e 80, fino a farla diventare negli anni 90 e 2000 una solida media azienda italiana. Dal 2008, le cose sono rapidamente peggiorate. Le ditte costruttrici, tipiche clienti della Movimentazione Spa, sono entrate in sofferenza, alcune sono uscite dal mercato, lasciando crediti non pagati. Tra il 2009 e il 2016, il fatturato è calato del 40% 11 4. Storia di Valeria Valeria ha sempre avuto la passione per la giustizia. Dopo il liceo ha conseguito una laurea in legge e iniziato il praticantato presso un importante studio professionale e ottenere così l’abilitazione. Una volta avvocato, Valeria ha intrapreso il lungo cursus honorum per diventare partner dello studio. Lo studio, per anni il più importante della città, registra da alcuni anni un andamento meno brillante. In particolare, si riscontra una forte pressione sui prezzi. Un gruppo di giovani professionisti ha lanciato la piattaforma avvocatidigitali.it, dove i clienti possono chiedere preventivi e confrontarli. La maggiore trasparenza e concorrenza sta erodendo i margini di un’attività un tempo molto redditizia. 12 TUTTO E’ CAMBIATO IN QUESTI ANNI GLOBALIZZAZIONE RIVOLUZIONE DIGITALE RE-INTERMEDIAZIONE DISINTERMEDIAZIONE IPER COMPETIZIONE (CROSS SETTORIALE) 13 I MEDIA, AD ESEMPIO… 14 QUALI CONSEGUENZE PER LE IMPRESE ITALIANE? In queste condizioni, le inefficienze, le carenze nella pianificazione e nell’analisi strategica possono essere fatali. Cosa possono fare, come possono reagire al declino delle proprie attività Alessandra, Valeria, Luca, Francesca e Andrea? 15 NUOVI STRUMENTI NUOVI APPROCCI Il mutato scenario induce le imprese a ripensare i propri approcci, a rivedere gli strumenti per creare nuovi prodotti e servizi, per analizzare il contesto e prevenire le minacce, per pianificare e controllare le attività. I professionisti svolgono un ruolo fondamentale, accompagnando le imprese lungo questo percorso. 16 COSA OCCORRE PER CREARE, PIANIFICARE, CONTROLLARE? BUSINESS PLAN BUSINESS MODEL LEAN STARTUP CUSTOMER DEVELOPMENT CUSTOMER JOURNEY 17 PARTE II IL BUSINESS PLAN: MOTIVAZIONI 18 COSA E’ IL BUSINESS PLAN? Un documento scritto che descrive nel dettaglio come un nuovo business (una nuova attività) raggiunge i propri obiettivi. Un documento scritto in cui si trova la descrizione di un nuovo business dal punto di vista della strategia, del marketing, delle operations, dei prospetti economicofinanziari. 19 QUANDO SERVE REALIZZARE UN BUSINESS PLAN? IMPRESA CONSOLIDATA Al lancio di un nuovo progetto, prodotto, apertura di un nuovo mercato ... STARTUP Al lancio di una nuova iniziativa imprenditoriale Il BP non è un documento da scrivere una volta per tutte, ma da utilizzare per controllare le attività e per essere aggiornato e modificato. 20 LANCIO NUOVA INIZIATIVA QUALE APPROCCIO Classic Established company Tools New BP LLP? BP? LLP Type of company Startup 21 OBIETTIVI I PIANIFICAZIONE • Valutare nuovo investimento • Valutare la profittabilità e la fattibilità di alcuni processi • Raccogliere fondi e clienti • Gestione del rischio • Controllare l’andamento 22 OBIETTIVI II COMUNICAZIONE Interna • Team • Attuali impiegati Esterna • Investitori • Portatori d’interesse (stakeholder) 23 A CHI E’ DESTINATO IL BUSINESS PLAN Chi prende le decisioni AD Direttore Generale Manager (prima linea / cda) Investitori Azionisti … 24 CHI REDIGE IL BUSINESS PLAN Imprenditore AD Direttore Generale Manager (prima linea / cda) Consulenti esterni? 25 IL BUSINESS PLAN IN 12 PASSI 1. 2. 3. Definire chiaramente l’attività Descrivere lo stato dell’arte Descrivere il mercato, la competizione, il posizionamento 4. Definire chiaramente gli obiettivi nel periodo di tempo interessato 5. Sviluppare una strategia per il raggiungimento degli obiettivi 6. Identificare rischi e opportunità 7. Sviluppare una una strategia per limitare i rischi e sviluppare le attività 8. Trasformare i piani strategici in un piano operativo 9. Stimare le future vendite, i costi e il fabbisogno finanziario 10. Documentare le cose chiaramente. 11. Ottenere l’approvazione 12. Utilizzarlo come uno strumento per di controllo. 26 QUALCHE CONSIGLIO PRATICO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Raccontare una storia Essere concisi Documentare e supportare ogni affermazione con le fonti e i riferimenti Ricordarsi che il team è almeno tanto importante quanto i numeri Utilizzare un layout chiaro e ordinato Utilizzare una struttura solida; es.: preambolo, corpo, conclusioni ... a piacere … 27 AFFIDABILITA’ DEI DATI 1. 2. 3. Risultati passati Dati di mercato, concorrenti, comparable Ipotesi da suffragare 28 PARTE III I CAPITOLI DEL BUSINESS PLAN 29 I CAPITOLI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Introduzione Prodotto / Servizio Piano Strategico Piano Marketing Piano Operativo Piano Economico-Finanziario Gestione del rischio 30 ALCUNE COSE DA RICORDARE Le sezioni sono tutte collegate tra di loro e ciascuna sezione deve essere coerente con tutte le altre Ogni sezione ha impatto su tutte le altre Il processo è iterativo: al completamento di una sezione, occorre verificare gli impatti su ogni aspetto del piano Definire chiaramente gli obiettivi generali (livello corporate) e a livello locale (di singola sezione, ovvero dipartimento, ecc.). Allineare i secondi ai primi. Il business plan deve offrire una visione complessiva su un’intera nuova iniziativa di business, ovvero su un’intera impresa 31 GLI ARGOMENTI FONDAMENTALI Executive Summary: sintesi dell’intero piano Capitolo 1 – Introduzione: presentazione dell’impresa, del prodotto, del mercato Capitolo 2 – Prodotto / servizio: quali vantaggi offre, quali caratteristiche Capitolo 3 – Strategia: analisi competizione; piano per ottenere un vantaggio competitivo Capitolo 4 - Marketing: chi sono i clienti e come sono raggiunti, coinvolti e serviti Capitolo 5 – Piano Operativo: traduzione del piano strategico in azioni Capitolo 6 – Piano EcoFin: fatturati e costi, flussi di cassa e fabbisogno finanziario Capitolo 7 – Gestione del rischio: i fattori di rischio, come ridurli o mitigarne l’impatto 32 EXECUTIVE SUMMARY L’Executive Summary è un riassunto breve e denso di informazioni, dell’intero business plan; contiene le informazioni fondamentali afferenti a ciascuno dei capitoli dell’intero documento. Deve essere lungo non più di 2-3 pagine e deve permettere al lettore di farsi una prima idea sul tipo di prodotto e servizio offerto, sul mercato di riferimento e i clienti target, sulla società e le risorse umane, sui risultati passati e le aspettative per il futuro. Includere informazioni sui risultati passati, presenti e aspettative future, sulla proposta di valore e i prodotti e servizi realizzati, sul modello di business, sul mercato di riferimento e il vantaggio competitivo; descrivere la strategia competitiva e di mercato, il team e i principali indicatori economico-finanziari 33 MODELLO DI BUSINESS 34 MODELLO DI BUSINESS “Il modello di business (in inglese, business model) indica il modo in cui un’impresa o un’organizzazione, crea, distribuisce e cattura valore.” Alex Osterwalder, Yves Pigneur “Business Model Generation” 35 BUSINESS MODEL CANVAS © Alex Osterwalder 36 BUSINESS MODEL CANVAS Quincy Apparel Produttori Fornitori materie prime Creatori dei campioni Magazine Disegnare gli abiti Gestire Fornitori Presentazioni Vestiti professionali taglie innovative alla moda a un costo accessibile Responsabile produzione Affordable luxury Designer Innovativo schema taglie Università Relazione personale e dedicata (lettera a mano a ogni cliente) Referral (reward) Sito web Stampa Passa-parola Trunk Show (vendita itinerante) Infrastruttura Vendite dal sito web Resi / Inventario Vendite dai trunk show Giovani professioniste Neo-laureate al primo impiego Studentesse ultimo anno università Ivy League 37 COPERTINA Nome della società Sito web (se rilevante) Titolo (es.: business plan) Data redazione Livello di privatezza Versione 38 CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE 39 CAPITOLO 1 INTRODUZIONE L’introduzione permette al lettore di inquadrare le informazioni fondamentali sull’impresa o sull’attività. Informazioni incluse nell’introduzione: • Assetto societario, dati anagrafici • Elementi della governance • Risultati di sintesi dell’ultimo esercizio, dell’ultimo periodo precedente • Prodotto e mercato di riferimento • Elementi di organizzazione e competenze Al termine di questo capitolo, il lettore dovrebbe essersi fatto una prima idea sull’impresa, avendone compreso il mercato di riferimento e i prodotti e servizi erogati e i principali elementi organizzativi e di governance, oltre alle dimensioni e all’assetto societario. 40 CAPITOLO 2 – PRODOTTI E SERVIZI 41 CAPITOLO 2 PRODOTTI E SERVIZI In questo capitolo sono presentati i prodotti e i servizi realizzati dall’impresa. I prodotti sono descritti anzitutto dal punto di vista del vantaggio e del valore offerto a clienti e utilizzatori. Cose da includere: • Valore e vantaggi per l’utente • Descrizione fisica e tecnica (includendo fotografie, schemi, diagrammi) • Tipi e modi di utilizzo • Posizionamento del prodotto in mappa percettiva (variabili: costo, qualità di performance, qualità conformità, caratteristiche, funzionalità, valori, associazioni mentali, immagine, servizi) • Fase del ciclo di vita del prodotto • Mappa esperienza utente 42 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI VALORE E VANTAGGIO PER L’UTENTE Descrivere in linguaggio non tecnico quali sono i vantaggi e il valore che gli utenti possono trarre dall’utilizzo del prodotto e servizio. Esempio: automobile ibrida da città • • • • • • • • risparmio energetico comportamento green maneggevolezza nel traffico facilità di parcheggio servizio di assistenza al cliente servizio di finanziamento per l’acquisto valutazione dell’usato … Focalizzarsi sui vantaggi che fanno preferire il prodotto a quello dei concorrenti. La ragione di esistere di un prodotto risiede nel vantaggio di prezzo e/o di qualità offerto 43 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI DESCRIZIONE FISICA E TECNICA Descrivere il prodotto o il servizio con dettagli tecnici (materiali, componenti, struttura). Se possibile, mostrare disegni tecnici, modelli, riproduzioni, fotografie. L’obiettivo è rendere la descrizione più tangibile possibile. Descrivere le tecnologie utilizzate, in particolare se differenziali. Segnalare la presenza di brevetti e altre forme di protezione della proprietà intellettuale. Specificare in quale fase di sviluppo si trova il prodotto (prototipo, prodotto maturo e sul mercato, concept, …) 44 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI DESCRIZIONE FISICA E TECNICA Esempio: screenshot di un applicativo digitale 45 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI Posizionamento: Mappe percettive (esempio con alcuni brand moda) Prezzo contemporaneo alto basso classico Stile 46 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI Ciclo di vita del prodotto Sales / Profits Il ciclo di vita ha implicazioni sul fatturato e sul margine, oltre che sulle iniziative di marketing più adatte alla promozione Time 47 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI Ciclo di vita del prodotto: esempi pratici 48 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI Ciclo di vita del prodotto: esempi pratici 49 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI Curva dell’innovazione 50 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI PERFORMANCE Innovazione incrementale e innovazione “disruptive” 1st intro of a new disruptive technology 2nd intro of a new disruptive technology TIME 51 DIFFERENZIAZIONE DIMENSIONI Forma, aspetto Funzionalità Personalizzazione Qualità di performance Qualità di conformità Durabilità Affidabilità Manutenibilità Stile Design (aspetto, ergonomia) 52 DIFFERENZIAZIONE ATTRAVERSO I SERVIZI Processo di ordinazione Finanziamento Consegna Installazione Training del cliente Servizi di consulenza Manutenzioni e riparazioni Gestione del reso 53 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI Dal prodotto al servizio all’esperienza 54 CAPITOLO 2 : PRODOTTI E SERVIZI Mappa dell’esperienza dell’utente (customer journey map) 55 CONSIGLI PRATICI CAPITOLO 2 PRODOTTI SERVIZI • Essere molto dettagliati in fase di startup e per prodotti totalmente nuovi • Definire il posizionamento del nuovo prodotto nel portfolio di prodotti • Cominciare con un paragrafo di descrizione complessiva, per inquadrare il prodotto, dettagliare nel seguito • Elencare tutti i prodotti e servizi in portfolio • Evidenziare l’importanza di ciascun prodotto / servizio e il ruolo nel portfolio • Aggiungere foto, schemi, disegni, visualizzazioni che rendano prodotti e servizi tangibili • Descrivere l’utilizzo da parte degli utenti (customer journey map) 56 QUINCY APPAREL IL PRODOTTO SCHEMA DI TAGLIE INNOVATIVO 57 CAPITOLO 3 – PIANO STRATEGICO 58 La strategia è il cuore del business plan. CAPITOLO 3 PIANO STRATEGICO La strategia indica la direzione e orienta tutte le decisioni sottostanti. La strategia definisce i confini degli scopi e delle attività dell’impresa. Obiettivo della strategia è creare e proteggere un vantaggio competitivo. Secondo Porter, la strategia attiene la creazione di un posizionamento unico, attraverso la definizione di una differenziante serie di attività. La strategia implica scelte di compromesso su cosa fare e cosa non fare. La strategia di successo combina attività diverse e le allinea agli obiettivi. La strategia non è redatta una volta per tutte, ma deve essere aggiornata 59 costantemente. REDAZIONE DEL PIANO STRATEGICO La redazione del piano strategico può essere modellizzata in 5 fasi. Ciascuna fase è interdipendente con tutte le altre. Il processo di creazione della strategia non è lineare, ma iterativo. 1. Definizione di Valori, Visione, Missione, Obiettivi (S.M.A.R.T.) 2. Analisi strategica (interna ed esterna) 3. Analisi SWOT 4. Strategia deliberata (definizione del vantaggio competitivo da perseguire e del set di azioni da sviluppare per perseguirlo) 5. Controllo (metriche) 60 VALORI, VISIONE, MISSIONE, OBIETTIVI VALORI: in cosa l’impresa crede (es.: integrità, eccellenza, qualità totale, soddisfazione dei clienti, innovazione, efficienza, inclusione, tolleranza, impatto ambientale, …) VISIONE: dove l’impresa vuole arrivare nel lungo periodo. Deve essere aspirazionale, sufficientemente larga da ispirare e permettere di orientare le attività senza limitarle. Si rivolge non solo ai clienti, ma più ampiamente alla società intera, a portatori di interesse interni (es.: dipendenti) ed esterni (clienti, fornitori, opinione pubblica, ecc.) MISSIONE: la ragione per cui l’impresa è sul mercato oggi. Rispetto alla Visione è più strettamente legata alle attuali attività e al vantaggio offerto ai clienti. OBIETTIVI: precisano la missione e indicano milestone quantitative da raggiungere per realizzare la missione e proseguire lungo il cammino della visione. Gli obiettivi devono essere S.M.A.R.T. : specifici, misurabili, raggiungibili (attainable), rilevante (coerente con la missione), definite nel tempo. 61 VALORI, VISIONE, MISSIONE, OBIETTIVI AMAZON VISION “To be Earth’s most customer-centric company, where customers can find and discover anything they might want to buy online.” (fonte: Amazon website) AMAZON MISSION “We strive to offer our customers the lowest possible prices, the best available selection, and the utmost convenience.” (fonte: Amazon website) MICROSOFT VALUES • Innovation • Diversity and inclusion • Corporate Social Responsibility • Philanthropies • Environment • Trustworthy Computing Link: https://www.microsoft.com/en-us/about/values 62 ALCUNI POSSIBILI OBIETTIVI CENTRALI OBIETTIVI • • • • • • • • • • Massimizzazione valore per gli azionisti Massimizzazione profitto Massimizzazione dividendi Massimizzazione quota di mercato Massimizzazione del valore delle attività (asset) Minimizzazione del rischio Posizionamento per una acquisizione Costruzione di un impero (numero dipendenti, fatturato, clienti, mercati, ecc.) Stabilità e crescita Valore per i portatori di interesse e CSR Una volta definito l’obiettivo centrale dell’impresa, gli obiettivi specifici possono essere definiti in coerenza con esso. L’impresa può avere obiettivi diversi nelle diverse fasi della sua vita. 63 ANALISI STRATEGICA Obiettivi dell’analisi strategica OBIETTIVI DELL’ANALISI STRATEGICA • Identificare opportunità presenti nel mercato o, più in generale, nella società • Identificare aree di mercato non servite, clienti e bisogni non soddisfatti, desideri non realizzati, tecnologie non sfruttate o applicabili con profitto • Identificare possibili minacce rispetto al proprio posizionamento, alle fonti del proprio vantaggio competitivo (esempio: una tecnologia innovativa emergente) • Identificare le competenze distintive, le capacità, le tecnologie, le risorse che un’azienda possiede e che possono fare la differenza • Fornire informazioni per decidere se e con quale posizionamento entrare in un mercato • Isolare i fattori critici di successo (KSF – Key Success Factor) nel mercato scelto • Identificare le possibili fonti di vantaggio competitivo 64 ANALISI STRATEGICA OTTENIMENTO DEL VANTAGGIO COMPETITIVO DEFINIZIONE DI VANTAGGIO COMPETITIVO (Michael Porter) Un’impresa possiede un vantaggio competitivo quando è in grado di realizzare e mantenere nel tempo livelli di profitto superiori rispetto a quelli dei propri concorrenti nello stesso comparto industriale. Esistono due tipi di vantaggio competitivo: • Vantaggio di costo: quando l’impresa offre ai clienti un valore comparabile a quello dei concorrenti, sostenendo un costo inferiore • Vantaggio di differenziazione: quando l’impresa realizza servizi a un costo paragonabile a quello dei competitori ma considerato di valore superiore Tutte le strategie possibili possono ricadere in queste due macro-categorie. L’analisi strategica deve fornire indicazioni per la creazione di questo vantaggio. 65 FONTI DI VANTAGGIO COMPETITIVO ESEMPI DI VANTAGGIO COMPETITIVO • • • • • • • • • • • • • • • Economie di scala Economie di scopo Economie di apprendimento Saturazione della capacità produttiva Localizzazione Accesso ai canali distributivi Forza R&S Brevetti, licenze, segreti industriali, copyright Diritti esclusivi di rivendita Capitali Mezzi di produzione Qualità del prodotto Relazione con i clienti Accesso esclusivo materie prime, componenti Facilità di finanziamento del circolante 66 ANALISI STRATEGICA MODELLO DI ANALISI Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria Vantaggio Competitivo Competizione e Fattori chiave di successo Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 67 ANALISI STRATEGICA ANALISI ESTERNA – FATTORI SOCIALI, ECONOMICI, POLITICI, TECNOLOGICI Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria Vantaggio Competitivo Competizione e Fattori chiave di successo (KSF) Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 68 ANALISI STRATEGICA ANALISI ESTERNA – PEST ANALISI PEST P - Fattori “Politici” (regolamentari) E – Fattori Economici Monopoli Tassazione Legislazione Commercio estero Regole e costo del lavoro Stabilità ambientale e del governo Leggi protezione ambientale, protocolli Ciclo affari PIL (tendenza) Tasso interesse, tasso di cambio Inflazione, disponibilità monetaria Tasso disoccupazione e reddito medio Costo e disponibilità energia S – Fattori Sociali T – Fattori Tecnologici Demografia, distribuzione reddito Mobilità sociale Stili di vita (tendenze, variazioni) Attitudini verso lavoro e tempo libero Livello di scolarizzazione Attitudine al consumo Tecnologie emergenti, diffusione tecnologie Spesa governativa in ricerca Protezione e costo brevetti Ricerca di base Velocità del trasferimento tecnologico Tasso di obsolescenza 69 PEST COME USARE INFORMAZIONI ANALISI PEST • Elencare tutti i possibili fattori presenti nella società con un impatto sull’attività • Identificare la probabilità di occorrenza • Definire l’impatto atteso, in una scala in cui -5 significa impatto fortemente negativo, e +5 impatto fortemente positivo • Identificare una soglia di prodotto occorrenza X impatto sopra la quale considerare subito i fatto (per primi i fattori con l’impatto maggiore e la più alta probabilità di occorrenza) • Tenere sotto controllo tutti i fattori, alcuni potrebbero incrementare la probabilità di occorrenza o l’impatto 70 ANALISI STRATEGICA ANALISI ESTERNA – STRUTTURA DEL SETTORE E COMPETIZIONE Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria e competizione Vantaggio Competitivo Fattori chiave di successo (KSF) Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 71 OBIETTIVI STRUTTURA INDUSTRIA E COMPETIZIONE • Comprendere la struttura dell’industria, il livello di competizione e la profittabilità delle imprese lungo la supply chain • Identificare la propria posizione lungo la supply chain • Comprendere chi sono i diversi attori (clienti, fornitori, concorrenti, fornitori di prodotti sostitutivi e complementari) e il loro potere relativo • Identificare chi entra e chi esce dall’arena competitiva • Classificare il settore sulla base del livello di competizione 72 ANALISI STRATEGICA ESTERNA STRUTTURA DELL’INDUSTRIA E COMPETIZIONE Esistono 3 tipi di competizione • Diretta: tra imprese che offrono prodotti simili che soddisfano i medesimi bisogni. La scelta avviene sulla base del brand e del prezzo. Es.: due pacchetti vacanze con due agenzie diverse • Sostituti: tra imprese che offrono prodotti diversi ma che soddisfano gli stessi bisogni o svolgono la medesima funzione. La scelta tiene conto non solo del brand e del prezzo, ma anche del modo in cui la soluzione è offerta o il bisogno soddisfatto. Es.: un pacchetto di un’agenzia e un servizio digitale di home-swap (scambio di case) • Indiretta: tra imprese che offrono prodotti diversi che soddisfano bisogni diversi; la competizione avviene a livello di cattura dell’interesse, del tempo e delle risorse finanziarie del cliente. Es.: una agenzia di viaggi e un abbonamento in palestra 73 ANALISI STRATEGICA ESTERNA STRUTTURA DELL’INDUSTRIA E COMPETIZIONE CLASSIFICAZIONE DEI MERCATO SULLA BASE DEL LIVELLO DI COMPETIZIONE Concorrenza perfetta Oligopolio Duopolio Monopolio Concentrazione Basso Alto – molto alto Estremo Barriere Nessuna Medie-alte Molto alte Differenziazione prodotti Commodity Differenziazione dei prodotti Flusso informativo Nessuno ostacolo al flusso informativo Flusso informativo non perfetto 74 ANALISI STRATEGICA ESTERNA STRUTTURA DELL’INDUSTRIA E COMPETIZIONE IDENTIFICARE LA POSIZIONE DELL’IMPRESA NELLA SUPPLY CHAIN 75 ANALISI STRATEGICA ESTERNA STRUTTURA DELL’INDUSTRIA E COMPETIZIONE IL MODELLO DELLE 5 FORZE (+ 1) DI PORTER POTENZIALI ENTRANTI FORNITORI SOSTITUTI RIVALITA’ INTERNA CLIENTI SOSTITUTI 76 RIVALITA’ INTERNA FATTORI DA CONSIDERARE • • • • • • • • • • • • Tasso crescita del settore Concentrazione Diversità dei competitori Differenziazione dei prodotti Eccesso di capacità produttiva Barriere all’uscita Economie di scale Struttura dei costi (fissi contro variabili) Fabbisogno di capitale Peso del brand Complessità informativa (trasparenza) Accesso canali distributivi esclusivi Sulla base della valutazione di ogni singolo fattore si può giudicare il livello della competizione nel settore: basso, medio, alto 77 SOSTITUTI FATTORI DA CONSIDERARE • • • • Rapporto prezzo / performance Costi di transizione (switching costs) Lock – in Propensione dei clienti alla sostituzione Sulla base della valutazione di ogni singolo fattore si può giudicare il rischio di sostituzione. 78 COMPLEMENTI FATTORI DA CONSIDERARE • Importanza del prodotto complementare • Crescita vendite prodotto complementare • Andamento prezzi prodotti complementari Es.: mobile app e telefoni mobili 79 POTENZIALI ENTRANTI FATTORI DA CONSIDERARE Barriere all’ingresso • • • • • • • • Economie di scala Differenziazione dei prodotti Identità e forza del brand Costi di transizione Fabbisogno di capitali Accesso esclusivo ai canali distributivi Politiche governative Vantaggio assoluto di costo (curva di apprendimento, accesso esclusivo materie prime, …) Sulla base della valutazione di ogni singolo fattore si può giudicare la minaccia posta dai potenziali entranti. 80 FORNITORI FATTORI DA CONSIDERARE Potere negoziale dei fornitori Differenziazione degli input Costi di transizione Presenza di input sostitutivi Concentrazione dei fornitori Volume generato con il singolo fornitore Costo della materia prima rispetto al totale del costo del prodotto • Impatto degli input sulla differenziazione del prodotto • Rischio di integrazione verticale a valle e a monte • • • • • • Sulla base di queste valutazioni, è possibile valutare il potere negoziale dei fornitori. 81 FATTORI DA CONSIDERARE CLIENTI Potere negoziale dei clienti • Concentrazione relativa dei clienti • Volume d’acquisto • Costi di transizione • Trasparenza informativa • Capacità di integrazione verticale a monte • Presenza di prodotti sostituti Sensitività al prezzo • Prezzo / totale acquisti • Differenziazione dei prodotti • Impatto del brand • Profitto del compratore • Incentivi per chi prende decisioni (b2b) Sulla base di queste valutazioni, è possibile valutare il potere negoziale dei clienti e la loro sensitività al prezzo 82 ANALISI STRATEGICA ESTERNA FATTORI CHIAVE DI SUCCESSO Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria e competizione Vantaggio Competitivo Fattori chiave di successo (KSF) Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 83 FATTORI CHIAVE DI SUCCESSO (KSF) FATTORI CHIAVE DI SUCCESSO I fattori chiave di successo in un settore sono quelle caratteristiche o risorse necessarie a competere e che devono essere possedute per realizzare performance finanziarie superiori. I KSF possono essere: • Un talento o una competenza • Un’attività che deve essere realizzata per soddisfare i clienti Per scoprire i KSF nel proprio settore, porsi due domande: • Cosa vogliono i clienti? • Quali risorse occorrono per competere con successo? Per identificarle procedere con • Analisi della domanda • Analisi della competizione 84 ANALISI STRATEGICA ESTERNA FATTORI CHIAVE DI SUCCESSO (KSF - KEY SUCCESS FACTORS) ESEMPIO – INDUSTRIA DELLA MODA COSA VOGLIONO I CLIENTI? • Scegliere in un catalogo molto ampio • Trovare offerte e sconti • Essere ispirati, sentirsi bene con i propri vestiti e accessori • Trovare sempre qualcosa di nuovo COMPETIZIONE IMPRESE • Nessuna barriera ingresso • Competizione alta tra i produttori • Competizione alta tra i distributori • Nessun costo di transizione per il cliente • Alto rischio imitazione / contraffazione FATTORI CHIAVE DI SUCCESSO Forza del brand Differenziazione del prodotto e dell’immaginario Inventario e rotazione magazzino Canali distributivi e di comunicazione Supply chain efficiente e affidabile 85 ANALISI STRATEGICA INTERNA VALORI, VISIONE, MISSIONE Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria e competizione Vantaggio Competitivo Fattori chiave di successo (KSF) Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 86 ANALISI INTERNA L’obiettivo dell’analisi interna è identificare le fonti del vantaggio competitivo proprie e quelle dei propri concorrenti. Una volta identificati i concorrenti più interessanti, analizzarli secondo tre dimensioni: • Chi sono e dove vogliono andare, ricavando la loro visione, missione e i valori enunciati • Quali sono le fonti di vantaggio competitivo • Quale ruolo giocano le risorse e le competenze Nel seguito, si presenta, brevemente ciascuna dimensione dell’analisi 87 ANALISI STRATEGICA INTERNA VALORI, VISIONE, MISSIONE Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria e competizione Vantaggio Competitivo Fattori chiave di successo (KSF) Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 88 VALORI VISIONE MISSIONE VALORI, VISIONE, MISSIONE Analizzare le aziende concorrenti rispetto alle • Cose in cui credono (VALORI) • Dove vogliono andare (VISIONE) • Su cosa competono oggi (MISSIONE) Confrontare queste enunciazioni e dichiarazioni di intenti con le azioni reali e paragonarle alle proprie. Attraverso questa analisi si conoscono meglio le motivazioni profondo che guidano l’azione dei propri concorrenti. 89 ANALISI STRATEGICA INTERNA VANTAGGIO COMPETITIVO Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria e competizione Vantaggio Competitivo Fattori chiave di successo (KSF) Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 90 VANTAGGIO COMPETITIVO Secondo Porter, sono due le fonti di vantaggio competitivo (caratteristiche o azioni che permettono di ottenere un profitto maggiore dei propri concorrenti): • Vantaggio di costo • Vantaggio di differenziazione Per identificare le fonti del vantaggio competitivo, occorre analizzare la catena del valore, ossia la sequenza di processi e attività che creano valore per il cliente finale (attività primarie) o che permettono all’impresa di realizzare le attività primarie (attività di supporto). Il primo passo è dividere l’intero set di attività realizzate nelle sue componenti base, identificando per ciascuna una fonte di vantaggio di costo o di differenziazione. 91 ANALISI STRATEGICA INTERNA VANTAGGIO COMPETITIVO: 2 MODELLI MODELLO 1 – LA CATENA DEL VALORE DI PORTER Il primo modello è la classica catena del valore di Porter. Azioni: • Identificare le attività chiave • Dividerle in primarie e di supporto • Individuare vantaggio di costo o di differenziazione di ciascuna • Sommare tutte le attività rispetto al valore aggiunto meno i costi per determinare il margine 92 ANALISI STRATEGICA INTERNA VANTAGGIO COMPETITIVO: 2 MODELLI MODELLO 2 – LA SCALA DEL VALORE • Identificare il valore generato da ogni attività • Fare lo stesso con i costi • Alcuni concorrenti hanno una colonna del valore molto alta (vantaggio di differenziazione) • Altri hanno un colonna dei costi molto bassa (vantaggio di costo) 93 ANALISI STRATEGICA INTERNA VANTAGGIO COMPETITIVO Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria e competizione Vantaggio Competitivo Fattori chiave di successo (KSF) Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 94 VANTAGGIO COMPETITIVO MARKETING INTELLIGENCE Informazioni quantitative • Fatturati • Margine lordo • Margine operativo • Margine netto • Ritorno del capitale • Struttura dei costi Struttura organizzativa • Modello (funzionale, divisionale, matrice, …) • Decisori e processo decisionale • Proprietà e management Infrastruttura • Marchi, brevetti • Impianti, macchinari • Linee produttive e distributive 95 Risorse e competenze CORE COMPETENCE APPROACH Il vantaggio competitivo può essere determinato da competenze e risorse chiave (core competences). Competenze e risorse sono considerate core, e dunque fonte di vantaggio competitivo, se soddisfano il modello VRIN: V – VALUABLE (di valore) Se sono rilevanti (per i clienti) e scarse R – RARE (rare) I – INIMITABLE (non imitabili) Uniche, dipendono da un percorso (di formazione), difficili da identificarne la causalità, deterrente economico (il mercato non accetta nuovi player) N – NON SUBSTITUBLE (non sostituibili) 96 Dove cercare le Competenze Chiave AREE COMPETENZE CHIAVE • R&S • Sviluppo prodotto • Gestione della catena distribuzione (Supply Chain) • Produzione • Capacità del management • Gestione dell’inventoria • Branding • Canali distributivi e di marketing • Market Intelligence e comprensione del mercato • Tecniche di vendita • Gestione delle informazioni • Capacità negoziali • Gestione delle operation 97 ANALISI SWOT INDIVIDUAZIONE PUNTI DI FORZA DEBOLEZZA, OPPORTUNITA’ E MINACCE Analisi Esterna Analisi Interna Contesto economico, sociale, tecnologico Valori, Visione, Missione Struttura dell’industria e competizione Vantaggio Competitivo Fattori chiave di successo (KSF) Risorse e Competenze ANALISI SWOT Punti Forza Debolezze Opportunità Minacce 98 ANALISI SWOT INDIVIDUAZIONE PUNTI DI FORZA DEBOLEZZA, OPPORTUNITA’ E MINACCE S – STRENGHTS (punti di forza) W – WEAKNESSES (debolezze) Es.: specializzazione marketing; nuovo prodotto innovativo; localizzazione delll’attività; qualità dei processi; forza del brand; accesso canali distributivi, ecc. Es.: scarsa reputazione; focus strategico poco chiaro; brand debole; scarso accesso mercati internazionali, ecc. O – OPPORTUNITIES (opportunità) T – THREATS (minacce) Es.: contesto favorevole al nuovo prodotto; tecnologie emergenti favorevoli ai prodotti dell’impresa; attitudini e desideri favorevoli; mercati di riferimento in crescita, ecc. Es.: nuovi entranti; tecnologie emergenti sfavorevoli al modello di business; modifiche regolamentari sfavorevoli, ecc. 99 DEFINIZIONE DELLE STRATEGIE 1. MITIGARE MINACCE E DEBOLEZZE SFRUTTARE OPPORTUNITA’ E PUNTI DI FORZA Terminata l’analisi SWOT, l’impresa sviluppa strategie e azioni per mitigare minacce e debolezze e sfruttare opportunità e punti di forza. 2. CREARE UN POSIZIONAMENTO UNICO L’impresa può dedicarsi costruendo un posizionamento unico, in grado di sostenere il vantaggio competitivo. 3. DEFINIRE VANTAGGIO COMPETITIVO DI BASE Vantaggio di costo vs. Differenziazione / Focus 4. DEFINIRE LA STRATEGIA DI BASE • Soddisfare pochi bisogni di tanti clienti • Soddisfare molti bisogni di pochi clienti • Soddisfare molti bisogni di tanti clienti in un mercato ristretto (Focus) 100 LA STRATEGIA La strategia corporate deve essere declinata nelle diverse aree funzionali. Strategia competitiva Strategia organizzativa Strategia produttiva Strategia finanziaria ed economica Strategia di comunicazione 5 PASSI PER LA DEFINIZIONE DELLA STRATEGIA COMPETITIVA 1. Identificare le principali fonti di vantaggio competitivo 2. Descrivere il vantaggio competitivo 3. Definire la strategia per sfruttare il vantaggio 4. Definire obiettivi specifici 5. Identificare i risultati attesi La strategia offre le linee guida per la pianificazione operativa, non definisce cosa fare domani. 101 ALCUNE STRATEGIE COMPETITIVE DI BASE STRATEGIE DI INTEGRAZIONE • Integrazione a monte • Integrazione a valle • Integrazione orizzontale STRATEGIA MARKET INTENSIVE • Penetrazione mercato • Sviluppo di mercato • Sviluppo prodotto STRATEGIA DI DIVERSIFICAZIONE • Concentrica • Orizzontale • Conglomerato STRATEGIA DIFENSIVA • Joint-venture • Riduzione costi • Disinvestimento 102 STRATEGIE DI OGNI DIPARTIMENTO STRATEGIA DI PRODUZIONE STRATEGIA R&S STRATEGIA PRODUZIONE STRATEGIA MARKETING E VENDITE STRATEGIE AMMINISTRAZIONE E SUPPORTO 103 VALUTAZIONI DELLE STRATEGIE CRITERI PER LA VALUTAZIONE DELLE STRATEGIE: • • • • • • • ROI – Ritorno dell’investimento Controllo (minimizzazione del rischio) Controllo e proprietà Potenziale crescita Stabilità risorse umane Prestigio e brand CSR – Corpoate Social Responsibility (Responsabilità sociale d’impresa) 104 CAPITOLO 4 – MARKETING 105 MARKETING Se la strategia decide l’ingresso dell’impresa nel mercato, il vantaggio competitivo da perseguire, la definizione degli obiettivi e delle macro-azioni volte a conseguirlo, il marketing ha quattro compiti fondamentali: • Raccogliere informazioni dal mercato, analizzando e comprendendo la domanda esistente o latente e paragonandola ai concorrenti (Analisi della domanda e della competizione) • Identificare gruppi omogenei di clienti da raggiungere con la propria offerta (STP – Segmentazione, Target, Posizionamento) • Costruire e rafforzare il brand • Tradurre il posizionamento in un’offerta tangibile per i clienti (MARKETING OPERATIVO 4P) 106 MARKETING ANALISI DELLA DOMANDA • • • • • • Stime dalla domanda di mercato (potenziale, qualificata, disponibile, servita, penetrata) Identificare l’evoluzione bisogno – desiderio – domanda Isolare gli stimoli interni (attività di marketing delle imprese del settore) ed esterni (ogni altra fonte di informazione) che influenzano la domanda Comprendere i fattori che influenzano i processi di acquisto (percezioni, motivazioni, attitudini, apprendimento) Fasi del processo d’acquisto (riconoscimento del problema, ricerca informazioni, valutazione alternative, decisione d’acquisto, comportamento post-acquisto) Ruoli durante il processo di acquisto (iniziatore, influenzatore, decisore, acquirente, utilizzatore) 107 STIMA DELLA DOMANDA Modelli di stima Obiettivo Stima dimensione mercato Quantitativo Metodo dei coefficienti Qualitativo Ricerca desktop Stima domanda nuovo prodotto Modello diffusione Modelli epidemiologici Gaussiani Modelli adozione Stima domanda per prodotto Serie temporali Regressione Lineare Test Mercato Ricerca di Mercato 108 SEGMENTAZIONE DEFINIZIONE Tramite la segmentazione, l’impresa divide il mercato in sotto-gruppi con differenti profili di domanda, internamente omogenei e differenti rispetto a tutti gli altri, per bisogni o benefici cercati, ovvero per le iniziative di marketing specifiche da adottare per essere raggiunti. MOTIVAZIONI E OBIETTIVI • I mercati sono troppo ampi • I clienti sono troppo diversi tra di loro: hanno diverse esigenze, bisogni, desideri CARATTERISTICHE DI UNA BUONA SEGMENTAZIONE • Misurabilità • Accessibilità • Omogeneità interna • Importanza • Durata VANTAGGI DELLA SEGMENTAZIONE • Riduzione della diversità • Focalizzazione • Creazione barriere ingresso • Incremento soddisfazione dei clienti 109 • Maggiore controllo iniziative di marketing SEGMENTAZIONE MACRO CRITERI SEGMENTAZIONE PER PRODOTTO PER CLIENTE CRITERI SEGMENTAZIONE CLIENTE B2C • Caratteristiche del consumatore (sociodemografica, geografica, psicografica) • Comportamento del cliente (utilizzo prodotto, processo d’acquisto) • Bisogno del cliente (beneficio perseguito) CRITERI SEGMENTAZIONE CLIENTE B2B • Caratteristiche del consumatore (sociodemografica, geografica) • Comportamento del cliente (utilizzo prodotto, processo d’acquisto) • Bisogno del cliente (beneficio perseguito 110 TARGET Identificazione del target, rispetto a: • • • • • Dimensione Tasso di crescita atteso Posizionamento competitivo Costo per raggiungere il mercato Compatibilità con gli obiettivi e le risorse dell’impresa 111 TARGET alta Segmenti interessanti, ma che richiedono forti investimenti Segmenti con un’alta priorità Target principale Segmenti di nessun interesse Segmenti da difendere solo per sfruttare le competenze dell’impresa. Obiettivo cash cow bassa Attrattività del segmento Scelta del target alta bassa Compatibilità del segmento con le risorse e competenze dell’impresa 112 STRATEGIE DI MARKETING TARGET • Indifferenziato (un solo piano marketing per tutto il mercato); perseguire leadership di costo • Differenziato (diversi piani per i diversi segmenti), perseguire differenziazione • Concentrato (focalizzazione su un singolo segmento), perseguire focalizzazione VARIETA’ SEGMENTI TARGET • • • Marketing di massa Marketing segmentato Marketing di nicchia 113 TARGET Nuovo mercato Mercato esistente Strategie di crescita – modello di Ansoff PENETRAZIONE SVILUPPO PRODOTTO SVILUPPO MERCATO DIVERSIFICAZIONE Prodotti attuali Nuovi prodotti 114 QUINCY APPAREL TARGET IN EVOLUZIONE FASE 1: 3 SEGMENTI TARGET E 3 COLLEZIONI GIOVANI PROFESSIONISTE à BOARDROOM COLLECTION NEOLAUREATE à OFFICE COLLECTION STUDENTESSE à BOARDROOM COLLECTION FASE 2: ELIMINAZIONE SEGMENTI NON REDDITIZI E COLLEZIONI NEOLAUREATE à OFFICE COLLECTION STUDENTESSE à BOARDROOM COLLECTION NUOVO TARGET GIOVANI PROFESSIONISTE à BOARDROOM COLLECTION 115 QUINCY APPAREL TARGET IN EVOLUZIONE FASE 3 – NUOVI SEGMENTI TARGET 116 POSIZIONAMENTO Il posizionamento si riferisce al concetto di spazio occupato nella mente del cliente, a quali associazioni mentali e riferimenti i clienti collegano l’impresa e i suoi prodotti. L’attività di posizionamento ha come obiettivo la costruzione dell’immagine per occupare un posto distintivo nella mente del target. Il posizionamento è “trasmesso” al cliente tramite le leve del Marketing Mix (4P) • • • • Prodotto Prezzo Punto vendita (canale, distribuzione) Promozione (comunicazione) 117 POSIZIONAMENTO CARATTERISTICHE DI UN POSIZIONAMENTO DI SUCCESSO • • • • • • • Diretto a un target specifico Corrisponde a categorie mentali già esistenti nella mente dei consumatori Rilevante per il segmento target Circoscritto, definitivo Semplice, chiaro, univoco Capace di comunicare (secondo la percezione del cliente) un vantaggio esclusivo, o comunque superiore rispetto ai concorrenti Durevole 118 QUINCY APPAREL POSIZIONAMENTO UNO SPAZIO VUOTO SPESSO VUOL DIRE CHE NON C’E’ IL MERCATO! LA QUALITA’ DEL LUSSO A UN PREZZO ACCESSIBILE SISTEMA INNOVATIVO DI TAGLIE (MISURE MULTIPLE 119 MARKETING OPERATIVO Modello 4 P – Marketing Mix Prodotto Prezzo Descrizione valore per i clienti Descrizione tecnica e fisica Fase di adozione e ciclo Strategie di prezzo Definizione del prezzo Tattiche di prezzo Canali distributivi Funzioni del canale Layout del canale Partner di canale Comunicazione Communication Mix ADV Sponsorship & PR Personal Selling Direct Marketing Sales Promotion 120 QUINCY APPAREL MARKETING MIX PRODOTTO Lusso accessibile Innovativo schema taglie Reso gratuito PREZZO Prezzo $ 500 vestito formale CANALI Trunk show Sito web Relazione personale e dedicata al cliente COMUNICAZIONE Trunk show / Stampa Passa-parola Personal selling 121 CAPITOLO 5 – PIANO OPERATIVO 122 PIANO OPERATIVO La strategia ha indicato la direzione e la cornice di riferimento da seguire. Il marketing ha analizzato clienti e concorrenti e costruito un posizionamento differenziante per l’impresa agli occhi del target e trasferito ai clienti attraverso il marketing mix. Il piano operativo sostanzia la strategia in un piano operativo. 123 PIANO OPERATIVO LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DEL PIANO OPERATIVO 1. Dividere l’intero progetto nelle componenti più piccole 2. Identificare per ogni attività il fabbisogno di risorse (umane, tecnologiche, finanziarie) e i tempi di realizzazione 3. Identificare il cammino critico e I collegamenti tra le attività 4. Ordinare le attività, dando priorità alle attività più critiche e con un rischio più alto 5. Definire obiettivi misurabili per ogni attività 6. Assegnare le responsabilità 7. Definire un sistema di tracciamento e di reporting per ogni obiettivo 8. Favorire una cultura che incoraggiare la proposizione dei problemi 9. Eseguire il piano 10. Misurare le performance e apportare le modifiche 124 QUINCY APPAREL IL PIANO OPERATIVO – COSA NON FUNZIONA LANCIO CON TROPPE LINEE DI PRODOTTO INESPERIENZA NEL DESIGN DEI PRODOTTI ERRORI NELLE MISURE STANDARD DIFFICILE GESTIONE DELLA SUPPLY CHAIN DIFFICILE RELAZIONE CON I CREATORI DI CAMPIONI SCARSA QUALITA’ ALCUNI MATERIALI ALTRI MATERIALI ESAURITI TRA UNA COLLEZIONE E L’ALTRA PRODOTTO DIVERSO DA COME ATTESO ERRORE NELLA SELEZIONE DEL TEAM 125 CAPITOLO 6 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO 126 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO Focalizzazione sulle principali metriche che devono essere stimate prima del lancio di una nuova iniziativa imprenditoriale, sia all’interno di un’impresa più grande, sia in fase di startup. Il Piano Economico Finanziario permette di valutare quanto i piano strategico ed esecutivo sono realizzabili. Stime da eseguire: • Previsione delle vendite (sales forecast) • Stima dei costi • Previsioni dei flussi di cassa Identificando: • Profittabilità (vendite e costi, conto economico) • Fabbisogno finanziario (Cash Burn Rate) • Valore dell’investimento: VAN (Valore attuale netto) 127 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO Cosa stimare • Previsioni di vendita • Costi produzione e operativi • Investimenti Documenti del bilancio • Conto economico • Stato patrimoniale • Rendiconto finanziario Orizzonte temporale • Risultati passati • Risultati correnti • Previsione risultati futuri Dati a disposizione • Risultati storici • Valori di mercato • Ipotesi 128 MODELLI PREVISIONALI TECNICHE QUALITATIVE Metodo Delphi (questionari a esperti) Ricerche di mercato Panel / Focus Group Previsioni / visionari Analogie storiche (metodi comparativi) SERIE STORICHE Media mobile Esponenziale smorzata MODELLI CAUSALI Regressione lineare Input-output 129 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO PREVISIONE VENDITE Un approccio passo-passo 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Descrivere la logica per la previsione Mostrare, con dati storici o comparable, che il metodo funziona Introdurre dati storici, di mercato e ipotesi Sviluppare il modello Rivedere il modello sulla base dei risultati Mostrare le previsioni Mostrare i rischi e i possibili scenari alternativi Inserire la previsione di vendita nel conto economico 130 MODELLI PREVISIONALI MODELLO CAUSALE Input = iniziative marketing – Output = vendite Stima delle vendite come esito delle attività di marketing e comunicazione Approccio basato sulle metriche per una piattaforma digitale 1. Definizione dei principali canali di comunicazione e dell’investimento su ciascun canale (es.: marketing diretto, social media, motori di ricerca, …) 2. Stima del numero di utenti raggiunti, tramite CPM 3. Identificazione del CTR (click-through-rate) e dei visitatori del punto vendita 4. Determinazione del CONVERSION RATE (numero acquisti / numero visitatori) 5. Determinazione dello scontrino medio 6. Tasso di fedeltà dell’utente acquisito 7. Numero medio di acquisti dell’utente fedele 8. Determinazione del costo di retention del cliente fedele 9. Determinazione fatturato, costo di produzione 10. Determinazione costo di acquisizione clienti e valore del cliente (customer lifetime value 131 MODELLI PREVISIONALI MODELLO CAUSALE Input = iniziative marketing – Output = vendite INVESTIMENTO MARKETING = € 10.000 CPM (Costo per 1.000 utenti) = € 0,01 Audience raggiunta = INV.MARKETING / CPM = 1.000.000 persone CTR = 10% Visitatori = Audience X CTR = 1.000.000 X 10% = 100.000 visitatori CONVERSION RATE = 1% Clienti acquisiti = Visitatori X CONVERSION RATE = 100.000 X 1% = 1.000 clienti 132 MODELLI PREVISIONALI MODELLO CAUSALE Input = iniziative marketing – Output = vendite ALCUNE METRICHE CAC = Costo Acquisizione Cliente = Investimento Marketing / Clienti Acquisiti = € 10.000 / 1.000 = € 10 Scontrino medio = € 100 Margine contribuzione medio = 50 € Numero medio acquisti a utente nel periodo = 2 CLV = Margine Contribuzione X Nr. Acquisti = € 50 X 2 = € 100 CAC << CLV à FUNZIONA! 133 QUINCY APPAREL METRICHE REALI ED ERRORI DI PIANIFICAZIONE VENDITE REALI E CLIENTI $ 42 K (ottobre year 2, 2012) e 62 K a novembre Novembre: 491 clienti; 17% clienti fedeli, che tornano MARGINE LORDO 25% invece del 53% stimato TASSO DI RESO 35% (invece dello stimato 20%) LIQUIDITA’ Esaurimento fonti di finanziamento. Impossibile nuova collezione 134 MODELLI PREVISIONALI SERIE STORICHE Una serie storica di una variabile x (es.: le vendite) è una serie di valori della variabile rilevati nel tempo 135 MODELLI PREVISIONALI SERIE STORICHE LE COMPONENTI DI UNA SERIE STORICA 1. Tendenza (trend): tendenza di fondo della serie storica T(t) 2. Ciclo: quello che rimane della serie storica eliminando la tendenza (andamento altalenante): C(t). Se il ciclo è lungo, difficile distinguerlo dal trend 3. Ciclo di breve periodo (all’interno dell’anno), definito anche stagionalità S(t) 3. Componenti casuale / erratica : E(t) Occorre “decomporre” la serie storica nei suoi elementi Modello additivo: Y(t) = T(t) + C(t) + S(t) + E(t) Modello moltiplicativo: Y(t) = T(t) * C(t) * S(t) * E(t) 136 MODELLI PREVISIONALI SERIE STORICHE LE COMPONENTI DI UNA SERIE STORICA Uno dei metodi per decomporre una serie storica è l’applicazione della media mobile, che depura la serie dalla componente di stagionalità e di casualità. La media mobile è una media aritmetica che deve essere applicata a un periodo che deve corrispondere al ciclo stagionale. Esempio: se la stagionalità è annuale, il numero di periodi per la media mobile è pari a 13 mesi. MEDIA MOBILE SEMPLICE Stima del valore t-esimo, eliminando i fattori di stagionalità e casualità, sommando i 2k + 1 elementi e dividendo per 2k+1 prima e dopo l’elemento t-esimo, rimangono componente di trend e ciclica (trend-ciclo) = T(t) + C(t) à S(t) + E(t) = y – 137 MODELLI PREVISIONALI MODELLO CAUSALE - REGRESSIONE LINEARE Modello previsionale che permette di stimare una variabile dipendente a partire da una variabile indipendente. Metodo di stima: metodo dei minimi quadrati, minimizzazione dello scarto quadratico medio. y = variabile dipendente x = variabile indipendente m = inclinazione (coefficiente angolare) q = intercetta err = errore y’ = m*x + q m y’ = m*x +q + err q x 138 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO Previsione Vendite (sales forecast) METODO DEI COEFFICIENTI – STIMA DEL MERCATO TOTALE Prodotto di consumo non durevole Esempio: pannolini per bambini Dati Q = Quantità pannolini totali venduti q = quantità pannolini per bambino / anno N = numero bambini sotto i 3 anni h = tasso bambini che usano il pannolino Q=n* h* q 139 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO Previsione Vendite (sales forecast) METODO DEI COEFFICIENTI – STIMA DEL MERCATO TOTALE Prodotto di consumo non durevole collegato a un bene durevole Esempio: Detergente (pastiglie) per lavastoviglie Dati N = numero famiglie e = tasso (%) famiglie che possiedono una lavastoviglie f = numero di lavaggi alla settimana q = numero pastiglie a lavaggio Q = Quantità pastiglie vendute a settimana Q=N*e*f*q 140 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO Previsione Vendite (sales forecast) METODO DEI COEFFICIENTI – STIMA DEL MERCATO TOTALE Prodotto di consumo - bene durevole Esempio: Televisore Dati Q = primo acquisto + sostituzione n = numero famiglie ∆n = variazione nr famiglie = nuove famiglie – famiglie estinte e = nr. televisori per famiglia ∆e = variazione nr. televisori per famiglia t = numero attuale televisori v = vita media di un televisori s = tasso sostituzione Q = [(n x ∆e) + (∆n x e)] + [t x (s+1/v)] 141 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO Previsione Vendite (sales forecast) METODO DEI COEFFICIENTI – STIMA DEL MERCATO TOTALE Prodotto di consumo - bene durevole Esempio: Televisore Dati Q = primo acquisto + sostituzione n = numero famiglie = 4,2 M ∆n = variazione nr famiglie = nuove famiglie – famiglie estinte = 35 K e = nr. televisori per famiglia = 1,2 ∆e = variazione nr. televisori per famiglia = 2% t = numero attuale televisori = 1,2 * 4,2 M = 5 M v = vita media di un televisori = 10 anni s = tasso sostituzione = 5% Q = 197 K televisori all’anno 142 QUINCY APPAREL LE PRIME STIME CANALI DI VENDITA 85% vendite total da e-commerce 15% trunk show FUND RAISING Raccolta di $ 950 K + $ 400 K in debito convertibile e quota capitale TAM – MERCATO TOTALE 5 Milioni clienti target in USA che spendono $ 1,9 miliardi / anno OBIETIVI DI VENDITA Vendite a 4 anni : $ 52 milioni 57% Gross Margin $ 18 milioni EBITDA 143 QUINCY APPAREL STIMA VENDITE FUTURE VENDITE - STIMA VENDITE FUTURE 144 QUINCY APPAREL METRICHE REALI SONDAGGIO INIZIALE 57% degli intervistati considera la vestibilità il fattore numero 1 per la decisione d’acquisto 80% degli intervistati ha comunque nella vestibilità un problema MINIMUM VIABLE PRODUCT Primo trunk show (pre-ordinazioni): 50 su 200 partecipanti (25%) fanno ordine Prezzo medio $ 350 PIANO VENDITE DA E-COMMERCE 85% vendite totali / Vendite dirette e di persona presso i college 15% FUND RAISING Raccolta di $ 950 K + $ 400 K in debito convertibile e quota capitale 145 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO Budget dei costi Un approccio passo-passo 1. 2. 3. 4. Determinare gli investimenti e l’ammortamento degli asset Determinare i costi di produzione Determinare i costi operativi, divisi per area funzionale o divisione Inserire nel conto economico 146 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO Budget dei costi Classificazione dei costi 1. Costi variabili e fissi 2. Costi vincolati e costi discrezionali 3. Costi semivariabili 147 BUDGET DEI COSTI Costo del prodotto (COGS) Costi operativi (divisi per are funzionali; all’interno di aree funzionali in costo del lavoro e costo dei servizi, fino a stimare il costo del singolo FTE - full time equivalent) Costi ammortamento Costi finanziari Tasse Profitto (perdita) 148 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO CONTO ECONOMICO CONTO ECONOMICO Vendite - Costo del prodotto (COGS = materie prime + lavoro diretto) Margine Lordo (Gross Margin) Gestione industriale - Costi operativi - Marketing - G&A (costi amministrativi e generali) - Sviluppo IT - Costo Lavoro indiretto EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation, Amortization Gestione operativa - Ammortamento EBIT (Earnings Before Interest and Taxes) - Interessi EBT (Earnings Before Taxes) - Tasse Gestione finanziaria Gestione fiscale Profitto (perdita) 149 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO STIMA DEL FABBISOGNO FINANZIARIO ESEMPIO: QUAL E’ IL FABBISOGNO FINANZIARIO? Incassi Capex (cash) Spese Correnti Monthly Cash Burn Cumulated Cash Burn Rate Gen FEb Mar Apr Mag Giu Lu Ag Se Ot Nov Dec 0 0 0 50 50 100 100 500 500 600 900 900 -100 -100 -250 0 0 0 0 0 0 0 -500 -500 -50 -50 -50 -250 -250 -250 -150 -200 -200 -400 -300 -300 -150 -150 -300 -200 -200 -150 -50 +300 +300 +200 +100 +100 -150 -300 -600 -800 - 1.000 - 1.150 -1.200 -900 -600 -400 -300 -200 150 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO STIMA DEL FABBISOGNO FINANZIARIO – CASH BURN RATE ESEMPIO: QUAL E’ IL FABBISOGNO FINANZIARIO? PICCO DELLA CASSA BRUCIATA CUMULATA Incassi Capex (cash) Spese Correnti Monthly Cash Burn Cumulated Cash Burn Rate Gen FEb Mar Apr Mag Giu Lu Ag Se Ot Nov Dec 0 0 0 50 50 100 100 500 500 600 900 900 -100 -100 -250 0 0 0 0 0 0 0 -500 -500 -50 -50 -50 -250 -250 -250 -150 -200 -200 -400 -300 -300 -150 -150 -300 -200 -200 -150 -50 +300 +300 +200 +100 +100 -150 -300 -600 -800 - 1.000 - 1.150 -1.200 -900 -600 -400 -300 -200 151 CAPITOLO 7 PIANO ECONOMICO FINANZIARIO 152 ANALISI DEL RISCHIO INDICATORI ECONOMICO FINANZIARI • Indici di liquidità • Indici di profittabilità • Indici di indebitamento • Indici di performance operativa • Indici di flusso di cassa • Indici di investimento ANALISI WHAT-IF BREAK-EVEN CASO PEGGIORE VAN (Valore Attualizzato Netto) 153 ANALISI DEL RISCHIO BREAK-EVEN ANALYSIS Il punto di break-even è il punto in cui la quantità venduta fa realizzare profitto nullo. PUNTO BREAK-EVEN PROFITTO = 0 Π = 𝑝 − 𝑐& ∗ 𝑄 − 𝐶+ = 0 𝑄-. = 𝐶+ (𝑝 − 𝑐& ) 154 ANALISI DEL RISCHIO BREAK-EVEN ANALYSIS - ESEMPIO Caso 1 Caso 2 𝐶+ = € 1.000 𝐶+ = € 1.000 𝑐& = € 50 𝑐& = € 50 𝑃 = € 100 𝑃 = € 200 6 <=== 𝑄-. = (8 97 : ) = (<== 9>=) = 20 ; 6 <=== 𝑄-. = (8 97 : ) = (@== 9>=) = 6,7 = 7 ; Caso 3 Caso 4 𝐶+ = € 1.000 𝐶+ = € 2.000 𝑐& = € 80 𝑐& = € 80 𝑃 = € 100 𝑃 = € 100 6 <=== 𝑄-. = (8 97 : ) = (<== 9B=) = 50 ; 6 @=== 𝑄-. = (8 97 : ) = (<== 9B=) = 100 ; 155 QUINCY APPAREL ANALISI DEL RISCHIO E STIMA ? Realizzati scenari WHAT – IF o WORST CASE sul tasso di reso? Come considerata la difettosità dei materiali e semilavorati acquistati? Definito il cash flow necessario nel worst case? Realizzati scenari WHAT – IF per la selezione dei fornitori? Come gestito il rischio fornitori? … 156 BUSINESS MODEL CANVAS Quincy Apparel – Dove non funziona? Produttori Fornitori materie prime Creatori dei campioni Magazine Disegnare gli abiti Gestire Fornitori Presentazioni Vestiti professionali taglie innovative alla moda a un costo accessibile Responsabile produzione Affordable luxury Designer Innovativo schema taglie Università Relazione personale e dedicata (lettera a mano a ogni cliente) Referral (reward) Sito web Stampa Passa-parola Trunk Show (vendita itinerante) Infrastruttura Vendite dal sito web Resi / Inventario Vendite dai trunk show Giovani professioniste Neo-laureate al primo impiego Studentesse ultimo anno università Ivy League 157 BUSINESS MODEL CANVAS Quincy Apparel – Dove non funziona? Produttori Fornitori materie prime Creatori dei campioni Magazine Disegnare gli abiti Gestire Fornitori Presentazioni Vestiti professionali taglie innovative alla moda a un costo accessibile Responsabile produzione Affordable luxury Designer Innovativo schema taglie Università Relazione personale e dedicata (lettera a mano a ogni cliente) Referral (reward) Sito web Stampa Passa-parola Trunk Show (vendita itinerante) Infrastruttura Vendite dal sito web Resi / Inventario Vendite dai trunk show Giovani professioniste Neo-laureate al primo impiego Studentesse ultimo anno università Ivy League 158 PER CONCLUDERE La pianificazione strategica è diventata sempre più importante Pianificare le attività è diventato sempre più difficile in contesti turbolenti Il Business Plan è un ottimo strumento, in contesti stabili In contesti più mutevoli, considerare altri approcci, come Lean Startup 159 Prossimo Incontro Martedì 13 dicembre 2016 h. 14.30 presso Sede Ordine PIANIFICAZIONE AVANZATA Dall’approccio Lean alle metriche Ing. Federico Della Bella, MBA Consulente e docente strategia e marketing Ordine dei Commercialisti di Novara Novara, 13 dicembre 2016 GRAZIE Ing. Federico Della Bella, MBA Consulente e docente strategia e marketing www.federicodellabella.com