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LA CIVILTA’ DEI SUPERLUOGHI. Notizie dalla metropoli quotidiana
Damiani Editore, pagg. 200
Moreno Maggi photographer
ETNAPOLIS
a CATANIA
STAZIONE TERMINI a ROMA
Il
volume
“La
civiltà
dei
superluoghi” nasce dall’attività di
ricerca che la Provincia – in
collaborazione con il Comune di
Bologna - ha attivato a partire
dalla
primavera
del
2006,
coinvolgendo numerosi studiosi e
professionisti italiani e stranieri,
per riflettere sullo sviluppo di
quei contesti urbani che nel ‘900
venivano definiti “non luoghi”. Il
libro focalizza l’attenzione su
outlet,
centri
terziari
dell’interscambio,
aeroporti,
stazioni
ferroviarie,
fashion
district, centri commerciali, quei
nuovi spazi di successo ad
altissimo livello di frequentazione
che
stanno
trasformando
il
territorio metropolitano. I saggi
presentati nelle pagine del libro
avanzano ipotesi per rispondere
alle
problematiche
di
pianificazione
e
di
governo
innescate dai “superluoghi” e per
capire se questi nuovi spazi
multifunzionali siano i laboratori
urbani del ventunesimo secolo. In
tre
distinte
sezioni
multidisciplinari,
“Sguardi”,
“Rappresentazioni” e “Geografie”,
viene ricostruita la fenomenologia
dei “superluoghi”, raccogliendo
schede, dati e interviste. Un
abbondante
e
qualificato
corollario
iconografico
accompagna i testi, con contributi
fotografici di Francesco Jodice,
Alessandra
Chemollo,
Fulvio
Orsenigo, Andrea Botto, Moreno
Maggi, Mariella Boccadoro e
Salvatore Gozzo.
PARCO LEONARDO
a FIUMICINO (ROMA)
Il volume LA CIVILTÀ DEI SUPERLUOGHI è stato presentato sabato 13 ottobre a Bologna,
nell’ambito dell’omonima manifestazione organizzata dall’Assessorato alla Pianificazione
Territoriale e Trasporti della Provincia di Bologna, in programma fino al 7 novembre.
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L’ARCHITETTO DEL MESE di Roberto Malfatti
presS/Tarticolo
RILIEVO FOTOGRAMMETRICO DEL MUSEO GUGGENHEIM DI BILBAO.
MODELLAZIONE CON SOFTWARE CATIA E STUDIO DELLA TOPOGRAFIA VIRTUALE
PER IL CONTROLLO DELLE COSTRUZIONI COMPLESSE. di Francesco Alberto Ieva
“L’architettura dipende dal proprio tempo, è la cristallizzazione della sua intima struttura, il
graduale dispiegamento della sua forma” Mies Van Der Rohe.
Oggi le città contemporanee sono luoghi caotici dove la frenesia della società porta ad una
distrazione dai luoghi, perciò le figure architettoniche si possono evidenziare solo quando questi
rappresentano qualcosa e si autoevidenziano dal contesto. L’architettura contaminata da alcuni
Blob formali raffigura lo spazio nella sua forma irregolare caotica ma sempre abitabile, dove la
geometria dell’edificio non è solo elemento rappresentativo ma è anche statico che va risolto e
costruito con l’aiuto della moderna tecnologia messa a nostra disposizione.
L’architettura viene disegnata da alcuni software più o meno specialistici cosi da ottimizzare la
comunicazione progettuale sia verso il cliente che verso gli operatori interessati e lo stesso
permette il disegno di forme interessanti dando spazio alla libertà di espressione e immaginazione
del progettista.
Ma solo la simulazione e l’analisi del processo di costruzione, grazie ai modelli geometrici, possono
sostenere le grandi e complesse strutture architettoniche. Infatti, lo scopo della simulazione è di
offrire un appoggio al progettista ed all’impresa per la fase di progettazione e di costruzione.
Nello stesso tempo, l’aspetto fondamentale per la costruzione di edifici con forme particolari è non
solo la soluzione statica della struttura con la sua normativa, ma soprattutto è la sua realizzazione
ed il controllo in cantiere così da gestire i costi di cantiere.
Nel panorama dei software dediti al disegno ci sono svariati esempi, come Rhino, Form Z, 3D Max
o Maya, che possono disegnare, secondo le regole dell’architetto progettista, forme più o meno
complesse; mentre software come Sismicad, Strauss, Ansys o altri ad elementi finiti possono
calcolare la struttura.
Negli ultimi anni si sta diffondendo, grazie all’esperienza dello studio di
Gehry, l’uso del CATIA programma che non solo disegna ma anche analizza la struttura ed è,
inoltre, capace di interagire con le varie strumentazioni come quella del controllo spaziale e di
produzione industriale.
Nel tempo in cui viviamo, con questi modellatori lo spazio 2d si è dilatato nello spazio dove la
tecnica di digitalizzazione incomincia ad esplorare una nuova frontiera nel campo della realtà
virtuale e mediante questa potenzialità l’architetto può addentrarsi nella pura teoria creativa dove
solo l’immaginazione del progettista può essere tradotta in disegni.
Pertanto, ogni rappresentazione architettonica ha la funzione di catturare lo sguardo, lo dirige
verso di se, seducendo la prospettiva urbana di uno spazio della città.
"La fotogrammetria rappresenta ormai uno strumento di acquisizione di dati metrici e tematici tra i
più affidabili e più immediati, e va estendendo sempre più la sua diffusione e le sue applicazioni.
Essa costituisce infatti una procedura di rilevamento, prospezione e documentazione - di rara
efficacia -delle realtà territoriali, ambientali, urbane e architettoniche. Tali peculiari caratteristiche,
non invasive e non distruttive, la qualificano meglio di ogni altra metodologia di rilevamento e
prospezione nella individuazione e misura delle più minute modificazioni morfologiche degli oggetti
considerati, e nella lettura dei vari aspetti specifici della loro definizione spaziale, talvolta non
evidenti alla normale osservazione visuale. Inoltre le nuove modalità fotogrammetriche nella
rappresentazione e nella documentazione degli oggetti considerati consentono descrizioni grafiche
e numeriche più pertinenti e assicurano la possibilità di istituire periodici e sistematici controlli dei
loro stati di consistenza ai fini della salvaguardia e conservazione. Queste caratteristiche della
metodologia fotogrammetrica la rendono particolarmente utile nel settore dei beni culturali." [M.Fondelli – Trattato di Fotogrammetria urbana e architettonica - Ed. Laterza ]
Tuttavia la fotogrammetria non deve essere considerata, soprattutto nell'ambito dei rilievi
architettonici, più di quello che essa sia in realtà: la fotogrammetria è un mezzo per giungere a
delle informazioni metriche che costituiscono semplicemente il primo passo verso la conoscenza e
la documentazione dell'architettura; essa permetterà semplicemente di sviluppare in maniera più
dettagliata le successive operazioni di analisi, progetto ed intervento.
L’ultimo sviluppo della fotogrammetria è la fotogrammetria digitale, e la tendenza è quella di
andare verso immagini digitali con l’uso sempre più sviluppato dei computer, anche se le macchine
da presa tradizionali hanno una definizione superiore a qualsiasi camera digitale.
Oltre al procedimento fotogrammetrico illustrato in questo lavoro, vengono anche analizzate
alcune delle problematiche di rilievo fotogrammetrico ed analizzate alcune soluzioni riscontrati
durante il rilievo e la restituzione.
L’edificio Guggenheim complesso nelle sue forme e materiali evidenzia nettamente alcune
problematiche di luminosità riflessa e di angolazione di rilievo. Tali problemi possono essere risolte
grazie all’uso della tecnologia di filtraggio di immagini fotografiche e con regole di posizionamento
delle fotocamere e dei strumenti topografici durante il rilievo.
La stessa tesi da anche la possibilità di studiare lo strumento topografico attraverso una
nuova visione , non più per il rilievo di un edificio preesistente ma anche come strumento per la
determinazione di una coordinata di controllo per l’assemblaggio di una struttura complessa.
Tale tecnologia è fondamentale per realizzare edifici con nuove forme che hanno il solo
scopo di rendere reale una forma libera da ogni regola precostituita .
Da qui è utile ricordare la frase :
Il limite non consiste nella fine di qualcosa ma, come i Greci avevano già capito, nel punto dove
qualcosa comincia ad asserire la propria presenza. (M. Heidegger)
Uno dei problemi riscontrati durante il rilievo del museo Guggenheim è stato quello di effettuare il
rilievo in condizioni climatiche diverse, ossia con cielo sereno e con cielo nuvoloso.
Tali condizioni climatiche hanno evidenziato subito una particolare riflessione della luce sul museo.
Uno strumento che può facilmente illustrare e raccontare le differenze di una fotografia è l’uso
degli istogrammi che rappresentano graficamente le varie tonalità presenti nell’immagine e non
tengono conto della distribuzione spaziale dei pixel.
Importante è per il nostro lavoro quello di leggere gli istogrammi dei livelli di luminosità delle
fotografie cosi da capire le differenze.
La lettura del diagramma è nell’asse orizzontale viene rappresentato, all’estrema sinistra , la
qualità di nero pieno e all’estrema destra, di bianco pieno. L’asse verticale mostra invece il numero
di pixel dell’immagine a ciascun livello di luminosità.
Nelle immagini qui riportate ottenute con il Photoshop viene evidenziato l’istogramma della
luminosità delle immagini.(Fig.1-3)
Fig.1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Mettiamo a confronto sia gli istogrammi che le proprietà di entrambe le immagini usate per la fase
di restituzione con il software Photomodeler 5 e cerchiamo di capire in cosa si differenziano.
Entrambe le immagini sono state scattate in condizioni di luminosità varia ossia con cielo nuvoloso
e con cielo sereno.
Dalla definizione di istogramma, precedentemente illustrata, vediamo che nella fig.1 l’istogramma
presenta una caratteristica di notevole presenza di pixel neri , mentre nella fig. 3 si evidenziano
un numero maggiore di pixel bianchi.
Mentre le proprietà delle immagini (fig.2,4) si evidenzia due differenze nella voce “apertura
dell’obbiettivo con valore” f/9,9 per la prima foto mentre per la seconda con valore f/7,1.
Dobbiamo ricordarci che si definisce "F-number" di un obiettivo, il rapporto fra la focale ed il
diametro del diaframma.
Il rapporto fra queste due grandezza fornisce una chiara indicazione della quantità di luce che
l'obiettivo veicola verso il sensore della telecamera.
Durante la mia ricerca ho avuto modo di studiare il lavoro svolto dal professor Paul Debevec
dell’”University of Southern California Institute for Creative Technologies Graphics Laboratori”, il
quale ha studiato la riflessione del partenone ad Atene cosi da ottenere un sistema di filtraggio
delle immagini utile a pulire le varie foto rilevate. Dobbiamo anche dire che nella fotogrammetria
digitale un elemento importante per ottenere dei risultati soddisfacenti è proprio quello di usare
immagini scattate in situazione climatica simile se non la stessa.
Il processo di registrazione dell'illuminazione globale del sito ha avuto come scopo di calcolare i
colori della superficie della scena resa sotto l'illuminazione naturale del luogo attraverso l’uso della
fotografia.
Viene cosi misurato il BRDFs delle superfici della scena con modelli di riflessione Lambertiana della
superficie.
Un secondo problema rilevato durante la fase di restituzione del museo Guggenheim con il
software Photomodeler 5 è stato quello di non riuscire a calcolare alcuni punti della superficie
nonostante questi fossero ben visibili nelle immagini a nostra disposizione.
Questo è evidente se andiamo ad analizzare in pianta il posizionamento delle nostre stazioni di
rilievo. Infatti le 20 stazioni topografiche(Fig.5) non sono posizionate in un solo piano ma a quote
diverse e nello stesso tempo non sono alla stessa distanza dal centro del museo quindi non hanno
uno stesso raggio di rilievo.
Fig.5
Se sovrapponiamo una immagine satellitare del luogo con la pianta della dislocazione delle
fotocamere e stazione totale ottenute dal Photomodeler, possiamo subito notare che il sito ha
limitato il nostro rilievo avendo edifici circostanti e la presenza del fiume Narvion.(Fig.6)
Fig.6
Per trovare una giustificazione a questa regola di rilievo ho fatto riferimento allo studio svolto dalla
NASA dov’è stato fatto il rilievo fotogrammetrico di un paraboloide di materiale leggero e
gonfiabile.
E’ stato interessante paragonare il rilievo di questa struttura con il rilievo del Guggenheim, per
entrambe le strutture sono stati usati gli stessi strumenti di rilievo, ossia una fotocamera digitale
ad alta risoluzione ed una stazione totale, cosi come software fotogrammetrico è stato usato il
Photomodeler 5.
La tesi svolta dalla NASA è stata sia quella di descrivere l’efficacia della fotogrammetria nel
misurare una struttura leggera e gonfiabile come la parabola di diametro 5m con la funzione di
raccogliere i raggi solari,sia di evidenziare i limiti della stessa fotogrammetria e trovarne le
soluzioni per i problemi riscontrati.
Per la
triangolazione sono state fatte più fotografie per la precisione 4 utili alla
restituzione.(Fig.a,b,c,d)
a) Upper-Left Camera Position (Camera 1)
(Camera 2)
c) Lower-Left Camera Position (Camera 3)
4)
b)
Upper-Right
Camera
Position
d) Lower-Right Camera Position (Camera
Altro elemento importante per il rilievo fotogrammetrico è la corretta posizione della fotocamera
poiché a seconda del software usato per la restituzione fotogrammetrica è necessario effettuare
fotografie in posizioni ben precise, ad esempio in stereoscopia e quindi fare fotografie in parallelo
ad un distanza minima oppure in monoscopia con fotografie fatte a raggiera attorno al nostro
oggetto.
Per quanto riguarda quest’ultima tipologia di rilievo l’angolazione ottimale per il rilievo secondo il
manuale del Photomodeler, software di restituzione, è quello di fare fotografie concentriche con
angoli pari a 90° cosi da avere errori bassi mentre non si possono fare fotografie con angoli
inferiori a 15° e non superiori a 165°, poiché in tali situazioni vi è un errore maggiore del risultato.
Da verifiche fatte si è notato che con angolazioni di ripresa pari a 90° vi è un ottimo risultato
mentre con angolazioni ad esempio pari a 10° il risultato è inferiore.
Il risultato ottenuto è che lungo il piano verticale c’era la necessita di avere fotografie scattate con
angoli pari a 33.6° mentre lungo il piano orizzontale c’era la necessità di avere foto scattate con
angoli pari a 58.5° per avere risultati ottimali.(Fig7-8)
Fig.7
Immagine del posizionamento delle fotocamere e della stazione totale per il rilievo della struttura
Fig.8
Final Three-Dimensional Target Locations and Camera Positions Displayed in the 3D Viewer
I risultati da noi ottenuti con il PHOTOMODELER 5sono stati trasferiti nel software CATIA V5R14 e
poi elaborati .
La nuvola dei punti ottenuti dalla restituzione hanno come riferimento spaziale i punti di
stazionamento e questi una volta riportati in CATIA avevano come conseguenza un complesso
sistema di calcolo, poiché ogni ulteriore punto o linea o superficie disegnata doveva essere
ricalcolata in base a i diversi sistemi di riferimento (Nel nostro caso i sistemi di riferimento sono 20
pari alle stazione di rilievo da noi effettuate).
Quindi unna delle prime operazioni da noi effettuate è stato quello di determinare un unico sistema
di riferimento cosi da diminuire i tempi di calcolo.
Qui di seguito poniamo alcune delle elaborazioni fatte con il CATIA sul museo
Guggenheim.(Fig.9,10,11,12).
Mentre nelle immagini successive si illustrano le elaborazioni successive in cad
3d(Fig.13,14,15,16).
Fig.9
Fig.10
Fig.11
Fig.12
Fig.13
Fig.14
Fig.15
Fig.16
Oggi le costruzioni più complesse hanno la necessità di utilizzare nuove tecnologie per poter
realizzare le varie forme e ciò può avvenire attraverso la misurazione di coordinate con l’utilizzo di
apparecchiature come i teodoliti, le stazioni totali e i laser tracker.
L’utilizzo di questi strumenti è dettato dalla necessità di migliorare e di ottimizzare i costi di
costruzione, importanti per la realizzazione.
Molti lavori di misurazione vengono effettuati senza conoscere i contributi degli errori di un
operatore e l'incertezza e la variabilità del piano di misurazione dell’ambiente.
L’utilizzo del software Spatial Analyzer è stato sperimentato con successo per la costruzione di una
struttura civile, dove è presente una maggior difficoltà, poiché la costruzione avviene in ambiente
esterno quindi con condizioni variabili e con una forte interazione con altre attività di cantiere.
L’edificio in questione è la sala di concerto Walt Disney a Los Angeles, CA. Questa sala di concerto
ha un sovrastruttura esteriore ricoperta da lastre di acciaio Figura 17
Fig.17
Per realizzare la forma architettonica del WDCH, è stato necessario costruire e posizionare
numerosi e complessi appoggi strutturali per i fogli di acciaio.
Per questo motivo è stato utile determinare anticipatamente dei punti di controllo utili a
determinare la giusta posizione della struttura.
Come strumenti di misurazione sono stati usati 7 stazioni totali posizionati in punti
strategici(Fig.18,19) e sono stati determinati 285 punti di controllo per le posizioni della superficie
più critica.
L’osservazione delle immagini del WDCH mostra una capacità riflessiva dell'acciaio e quindi la
necessità di avere un corretto allineamento per mantenere le proprietà visuali.
Per fare questo è stato necessario realizzare dei giusti appoggi strutturali per i fogli di acciaio
durante la costruzione ed è stato usato un sistema di misurazione di coordinate.
Fig.18
Fig.19
Lo strumento topografico oggi viene usato prevalentemente per il rilievo delle strutture già
esistenti. Una tecnica frequentemente utilizzata è, ad esempio, la fotogrammetria nella quale
attraverso l’interazione tra prese fotografiche e rilievo topografico è possibile generare dei 3d reali
utili nel campo del restauro e nella documentazione architettonica.
Altro utilizzo tipico della topografia è quello di identificare direzioni di lavori nel campo
dell’ingegneria civile come accade nella costruzione di ponti, dighe, gallerie e strade.
La tecnologia del Surveying 3d è una evoluzione di questa metodica, ossia si intende parlare del
controllo topografico in un ambiente virtuale in cui viene rilevato il disegno 3d di un fabbricato;
ottenuta una nube dei punti rilevati in questo ambiente si riescono a simulare gli effetti degli errori
delle apparecchiature di rilievo, rispetto a delle coordinate certe e, quindi, a identificare altre
coordinate in uno spazio, con la funzione di guida e controllo della costruzione.
Aspetto fondamentale del processo di simulazione è quello del posizionamento delle stazioni di
presa in luoghi ben visibili da più punti, in modo tale da ottenere un controllo migliore del rilievo.
A seconda di cosa si misura e degli strumenti usati vi è un differente risultato, che caratterizza la
struttura.
Difatti, i sistemi laser possono dare direttamente coordinate spaziali posti in singoli
luoghi, mentre per una stazione totale o teodolite è necessario una serie di strumenti che insieme
racchiudono una poligonale dove poi individuare le coordinate.
Questo metodo non è isolato da fattori esterni come sono la tecnica dell’operatore, la temperatura
e l’ambiente di rilievo, fattori i quali vengono inglobati nella configurazione degli strumenti con
l’interfaccia software così da fluidificare l’errore.
Uno dei software usati in questo campo è lo Spatial Analyzer della Kinematics, che determina le
coordinate spaziali virtualmente guidando e controllando la realizzazione delle strutture complesse.
Il software in questione ha la possibilità di gestire un numero considerevole di punti rilevati da
ottenere il massimo del risultato nel minor tempo possibile.
Poiché ogni strumento di presa topografica ha una sua calibrazione, questo software permette di
compensare la calibratura totale secondo i probabili errori si calibratura.
Questa tecnologia nasce nel mondo della meccanica e dell’aereonautica, ove nell’assemblaggio di
strutture, come le carlinghe di aerei, e nella movimentazione di strutture di grandi dimensioni sono
tollerati soltanto errori minimi, a pena di totale carenza di funzionamento del sistema. Il software
funziona caricando la struttura del 3d nel programma, vengono quindi scelti prima gli strumenti di
rilievo e in seguito individuate le posizioni di stazione in una pianta del sito, che farà da base per il
successivo riposizionamento in cantiere degli stessi strumenti.
Sia la strumentazione che il software rendono l’analisi della struttura più specifica, poiché i dati
ottenuti permettono di rispondere alle varie esigenze del cantiere come la forma o la tipologia del
materiale usato, risolvendo eventuali problematiche dello stesso oggetto.
Questa tecnologia affiancata all’utilizzo del software CATIA, ha reso possibile la creazione di pezzi
speciali e complessi in officina per poi essere posizionati nel giusto spazio, rispondendo sia alla
forma architettonica sia a quella statica progettata.
L’importanza del software di analisi spaziale è la calibrazione dello strumento che influenza
l’algoritmo della misurazione, mentre i parametri immessi determinano la possibilità di movimento
dello strumento oppure le condizioni atmosferiche di rilievo.
Dunque, lo scopo del software è quello di creare un sistema di misurazione tale da descrivere in
maniera reale quali siano i valori di incertezze misurabili così da poter risolvere a monte i vari
problemi di costruzione e di montaggio; ciò porta ad una ottimizzazione delle spese e nello stesso
tempo al controllo e verifica secondo il progetto, non isolando lo strumento dall’ambiente di
misurazione e includendo ogni aspetto anche quello climatico.
Questa tecnologia è affiancata ad un altro aspetto fondamentale della realizzazione, cioè quello
della gestione dei tempi di costruzione.
Avendo la struttura una geometria non regolare e non potendo essere assemblata a gravità, ma
solo con l’aiuto di temporanee strutture di supporto, è necessario organizzare al meglio il cantiere,
perciò è stato messo a punto un software chiamato 4d, che ha la funzione di organizzare e mettere
in comunicazione le varie parti, che sono oggetto di progettazione e di esecuzione. Gli obiettivi di
tale software sono la creazione di modelli 4d (Fig.20) nei quali non solo le coordinate x, y, z, ma
anche il tempo, migliorano l’organizzazione del lavoro.
Fig.20
In particolare, il software messo a punto dal CIFE dell’Università di Stanford durante la lavorazione
del WDCH dell’architetto Frank Gehry, permette di confrontare le interferenze dei vari lavori.
Inoltre, esso consente di ottenere un altro vantaggio importante, quello della possibilità di
realizzare una migliore comunicazione tra imprese e progettisti, con la conseguenza di ottimizzare
i rapporti tra i vari soggetti.
Il software in questione ha la possibilità di proiettare in camere virtuali (Fig.21) l’edificio in scala
reale così da meglio evidenziare le problematiche di lavoro e, nello stesso tempo, studiare come
risolvere difficoltà di assemblaggio strutturale e come creare strutture temporanee per la
realizzazione delle parti della struttura.
Fig.21
Anche Choisy ha affermato che: “... nel momento in cui si realizza un preciso e necessario accordo
fra tipologia architettonica , tipologia strutturale e tecnologia costruttiva , allora si potrà assistere
alla nascita di una nuova grande architettura … la forma sta alla sua struttura come l’esperienza
all’idea”.
Possiamo quindi sostenere che la realtà virtuale permette di poter avere una cognizione migliore di
ogni aspetto sia dal punto di vista formale, che soprattutto nell’analisi della struttura e delle varie
componenti impiantistiche.
Il tutto può essere semplicemente risolto con un’analisi spaziale virtuale dell’oggetto in 3d per poi
controllare e/o guidare, attraverso le coordinate spaziali determinate virtualmente, l’assemblaggio
della struttura.
In sostanza, nella fase di progettazione è importante avere la possibilità di analizzare ogni aspetto
costruttivo, poiché la forma, la struttura, i costi e la sicurezza sono fondamentali in un progetto,
che voglia soddisfare appieno la richiesta del committente.
È fondamentale per i progettisti creare ambienti di lavoro dove solo con la conoscenza e con la
tecnologia sia possibile realizzare forme architettoniche nuove.
Lo studio di Gehry è un esempio mirabile di gestione della progettazione, in cui non solo si
producono idee formali, ma si cerca anche di risolvere i problemi interagendo con i vari soggetti:
impresa, committente e progettista.
Le Corbusier chiese a S. Dali: “come sarà l’architettura del futuro?”, egli rispose: “molle e
commestibile”.
(Si ringrazia il prof. Ing. Gabriele Fangi docente presso l’Università Politecnica delle Marche per la
disponibilità a realizzare tale lavoro di tesi)
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