01b - Studio e progetto di architettura
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Il concetto di spazio
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I concetti di strutturalismo, di morfologia e tipologia,
utilissimi per considerazioni generali, risultano ancora non
sufficienti quando si deve progettare l’architettura, se non
accompagnati dal concetto di spazio. L’architettura è infatti
modificazione dello spazio: volumi, superfici, linee e loro
articolazioni plastiche e cromatiche concorrono insieme a
creare, all’interno e all’esterno dell’edificio, degli spazi la cui
qualità dipende anche dal rapporto dimensionale con l’uomo.
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Solo negli ultimi cinquant’anni, con l’avvento
dell’Architettura Moderna, la parola spazio è entrata
prepotentemente nel linguaggio architettonico (da Pevsner in
poi).
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La geometria è lo strumento col quale delimitare, tagliare,
precisare, formare lo spazio, che è il materiale base
dell’architettura. Progettare significa costruire un insieme
spaziale: l’insieme spaziale, per essere architettura, deve
rispondere alle caratteristiche di una struttura.
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01 - Studio e progetto di architettura
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La sequenza delle operazioni concettuali del
progetto
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Dall’analisi dei contenuti del tema progettuale si può formare
il modello istituzionale dell’edificio da costruire (cioè in
rapporto alle funzioni sociali che deve svolgere). Si deve poi
analizzare bene il sito su cui deve essere posto l’edificio, con
tutti i vincoli e le potenzialità che gli competono.
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Da questi due elementi si può passare alle ipotesi
tipologiche.
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Da queste, infine, attraverso l’individuazione di un sistema
tecnologico di costruzione ed attraverso la definizione
precisa degli spazi, si dovrebbe arrivare al progetto vero e
proprio, almeno nella forma di abbozzo.
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L’idea progettuale viene controllata attraverso uno strumento
grafico di proiezione, che si può nell’insieme definire
geometria: una geometria del disegno architettonico, dove
la parola disegno riveste il doppio significato di invenzioneprogettazione e di operazione grafica per la costruzionecomunicazione dell’invenzione stessa.
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01 - Studio e progetto di architettura
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I concetti che regolano l’architettura sono dunque
principalmente quello di forma e di spazio.
La forma riguarda i profili, le superfici, l’uso dei solidi
platonici, l’addizione e la sottrazione delle forme (secondo
direzioni centrali, lineari, radiali, a gruppi a griglia),
l’articolazione delle forme. Riguarda anche la percezione e la
psicologia della forma e riguarda la geometria come
economia dello spazio,
Lo spazio deve essere definito (con elementi lineari, con
piani verticali, ad L, ad U, con chiusure); lo spazio ha una
propria qualità, che dipende dal livello di chiusura, dalla luce
e dal punto di vista; lo spazio ha proprie aperture.
Forma e spazio possono essere organizzati (uno dentro l’altro,
intersecati, adiacenti, uniti da spazi comuni), tali
organizzazioni sono lineari, centralizzate, radiali, a gruppi, a
griglia.
Gli spazi riguardano la circolazione al loro interno (entrate,
configurazione dei percorsi, relazioni percorso-spazio, forme
della circolazione).
L’architettura usa la proporzione (modulo, sezione aurea,
ordini, modulor, …)
L’architettura segue principi: asse, simmetria, gerarchia,
elementi regolatori o tracciati guida , ritmo, ripetizione,
trasformazione. Usa la prospettiva.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Figura: interpretazioni
rinascimentali dell’homo
ad circulum vitruviano (a,
b, c) e modello
antropometrico dal
Cesariano.
Proporzioni umane e architettura
In architettura si sono rapportate le proporzioni del corpo
umano con quelle degli edifici. Come il corpo umano ha delle
proprie proporzioni, così l’architettura è ben proporzionata.
Al di là delle interpretazioni rinascimentali, che richiamano
valori simbolici e religiosi oggi non più percepiti, il rapporto
geometrico-proporzionale tra gli spazi architettonici è ancora
fondamentale e va messo in relazione a come l’uomo, nelle sue
dimensioni, percepisce ed usa quello spazio.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Il concetto di modulo
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Un concetto fondamentale legato alla proporzione è quello di
modulo.
Il modulo è “misura”, ovvero elemento, modello e anche
qualità cui riferire, per commisurarlo, ad esso, un insieme
architettonico.
In architettura è un’entità numerica o geometrica e, per
traslato, un pezzo o membratura che semplicemente ripetuto o
composto secondo regole di un grado qualsiasi di complessità,
costituisce un insieme tale da risultare, nel suo complesso,
come in tutte le membrature in cui si articola, commensurabile
al modulo stesso assunto come unità, secondo multipli interi o
frazioni semplici di esso.
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G. Kepes: “ Il termine modulo è indicativo di un ordine.
Dovrebbe rappresentare una griglia concettuale per lavorarvi
dentro, piuttosto che una specifica dimensione o una maglia
rigida. La sua validità è nel fatto che i componenti modulari
sono fra loro in reciproca relazione, come le note in una
tonalità musicale… E’ quest’ordine che rende possibile la
costruzione di un edificio valido. In tale contesto il modulo è
l’elemento base dell’architettura: esso non determina
l’aspetto di un edificio ma procura un’intelaiatura
dimensionale per la sua progettazione…“
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01 - Studio e progetto di architettura
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Il concetto di modulo
Applicazione del modulo su un edificio in stile moderno: Terragni,
Casa del Fascio, Como, 1932-36
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01 - Studio e progetto di architettura
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Il concetto classico di modulo
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Il modulo ha fatto parte con funzione estetica del vocabolario
architettonico fin dall’antichità classica; il modulus introdotto
come elemento di armonia nella costruzione e parametro per
proporzionare la composizione dell’insieme, era derivato di
solito da una specifica parte dell’edificio.
Così il diametro della colonna, nel tempio greco, fu scelto
come unità di misura base (modulo) rispetto alla quale altre
grandezze (altezza della colonna, dell’architrave,
intercolumnio, ecc…) risultavano multipli esatti,
indipendentemente dalle dimensioni reali.
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Su questo concetto di modulo si è basata in modi vari
l’architettura occidentale per secoli.
Così il tatami, standard o stuoia da pavimento (tre piedi per
sei), per dormire o sedere, che realizza il modulo
dell’architettura domestica giapponese.
Il concetto classico di modulo ha portato nel tempo a definire
gli “ordini classici“, cioè modi codificati da trattatisti di
proporzionare le parti ornamentali degli edifici (colonne,
cornici, ecc.) per poi poterle progettare e costruire in rapporto
alle dimensioni reali degli edifici stessi.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Il concetto classico di modulo
Figura: i tre livelli della gerarchia delle parti dell’ordine classico
(piedistallo, colonna , trabeazione) a loro volta suddivise in tre parti.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Ordini classici
Figura: i nomi delle modanature che nell’architettura classica
compongono basi, capitelli e cimase secondo i trattatisti (soprattutto
rinascimentali e neoclassici) ed i modi per ottenerle graficamente.
Listello (filetto, regolo) - astragalo (tondino) - guscio (cavetto) ovolo (echino) - gola diritta e rovescia - scozia - toro
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01 - Studio e progetto di architettura
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Il concetto di modulo
Figura: a destra i cinque ordini architettonici secondo Vignola.
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Ordini classici
Ordine murario romano e
sovrapposizione, a salire, degli
ordini nel Colosseo: dorico, ionico e
corinzio
•Ordini classici
•Applicazione rinascimentale degli ordini: Palazzo Chiericati, Vicenza,
A. Palladio, 1550.
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01 - Studio e progetto di architettura
Edificio in acciaio, elementi di acciaio di facciata come griglia
modulare: arch. Mies van der Rohe, New York.
•Il concetto di modulo oggi
•Oggi il termine modulo comprende due concetti distinti: quello
di unità di misura e quello di fattore geometrico.
•Nel primo caso è un’unità di misura astratta che viene proposta
come dimensione base per il dimensionamento degli elementi
edilizi prodotti industrialmente.
•Il modulo inteso come fattore geometrico, fissa una regola che
serve a coordinare numeri o dimensioni. Nel caso della serie
geometrica, rappresenta la ragione della progressione. Il modulo
può quindi essere visto come “oggetto” o come “misura“.
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01 - Studio e progetto di architettura
Cimitero comunale di
Arezzo,
arch. M. Carmassi
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Il concetto di modulo oggi
Anche il mattone, come modulo base per la costruzione, è sia
materia che forma. Quando si guarda una cortina di mattoni,
oltre ad apprezzare la qualità del materiale in sè, si dovrebbe
subito riconoscere che essa possiede qualità formali (tessitura),
risultanti dalla maglia o dal reticolo della muratura, cioè dalla
dimensione, dalla forma e dalla combinazione degli elementi.
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01 - Studio e progetto di architettura
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La sezione aurea
Le proporzioni della sezione aurea sono state utilizzate molto
nell’architettura classica e rinascimentale ed integrano il
concetto di modulo per gestire le proporzioni.
La sezione aurea è quella parte di un segmento che è la media
proporzionale fra il segmento intero e la parte restante di
esso.
Sia dato un segmento AB, si prenda sul segmento AB un
punto P che divide il segmento AB in due parti disuguali a e b.
Si dice che il punto P è la sezione aurea del segmento AB se il
rapporto tra l'intero segmento AB ed il segmento maggiore a è
uguale al rapporto tra il segmento maggiore a ed il segmento
minore b, se è soddisfatta cioè la seguente relazione: ( a + b )
:a = a:b
Algebricamente risolvendo la proporzione si ottiene la
seguente equazione di secondo grado: a2 - ab - b2 = 0
Se il segmento AB (a+b) è = 1 allora a2 - a(1-a) - (1-a) 2 = 0
1 -a2 - a +1 = 0 risolta dà come soluzioni a = 0,618
il reciproco 1/a dà 1,618
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01 - Studio e progetto di architettura
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La sezione aurea
Metodo grafico per la divisione di un segmento in rapporto
aureo.
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01 - Studio e progetto di architettura
Prospetto di edificio, Le Corbusier.
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La sezione aurea
La proporzione della sezione aurea è basata sul numero a
cui tende la serie conosciuta come serie di Fibonacci (XIII
sec): 1.61803398.
La serie di Fibonacci è una serie di numeri interi: 0, 1, 1, 2,
3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144. Un numero è il risultato dei
due precedenti. Con il tendere della serie all’infinito il
rapporto Fn/Fn-1 tende al numero 1,618…
Le Corbusier rilancia nel XX secolo l’uso della sezione
aurea nella composizione delle facciate di alcuni suoi
edifici. Inoltre usa il numero di Fibonacci per determinare
alcuni rapporti dimensionali tra uomo e spazio e oggetti
architettonici.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Modulo-modulor
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Figura: il modulor di Le Corbusier. Nella logica della serie di
Fibonacci la griglia di Le Corbusier ha tre misure base,
espresse in cm: 113, 70, 43 (70+43=113, ecc.). Le misure
113, 183, 226 sono rapportate a quelle della figura umana alta
183 in posizione eretta.
Ci sono 2 serie proposte da Le Corbusier come fondamentali
per dimensionare gli spazi della casa: la SERIE ROUGE, 5,
11, 16, 27, 43, 70, 113, 183, 296 e la SERIE BLEU 13, 20,
33, 53, 86, 140, 226, 366, 592. Con queste scale si progettano
elementi in relazione con le misure del corpo umano.
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01 - Studio e progetto di architettura
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Processo progettuale in architettura
Da Quaroni (Progettare un edificio …, 1977).
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In definitiva, il processo progettuale può essere visto come
successione alternativa e reiterata di proposizioni e verifiche fra
le sue diverse componenti alle diverse scale.
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Schematicamente la progettazione deve procedere lavorando
prima separatamente sui vertici del triangolo ideale vitruviano
utilitas, firmitas, venustas. Utilitas è l’aspetto funzionale della
costruzione, quello a cui serve; firmitas è l’aspetto della
solidità, della sicurezza, quello che riguarda la tecnologia
impiegata; la venustas è l’aspetto estetico, formale.
Successivamente l’attenzione viene portata sulle
interconnessioni, a due a due, delle tre componenti e quindi,
per successive approssimazioni, viene costruito il triangolo
intero, per formare una sintesi.
La progettazione consiste – dovrebbe consistere – in un
passaggio continuo tra una scala ed un’altra, considerando
come scale quelle che vanno dalla città, a quella del particolare
architettonico.
Per esempio, il lavoro fatto per studiare i particolari di una
finestra con quello eseguito per gli altri dettagli (la base, la
cornice, le finestre dei piani sopra e sotto, le soluzioni di
margine e di angolo) dovrà essere sempre verificato alla scala
dell’insieme. (segue)
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01 - Studio e progetto di architettura
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Processo progettuale in architettura
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Il percorso progettuale più corretto è quello deduttivo diretto,
che parte direttamente dall’analisi: si esaminano le varie attività
che si svolgeranno, valutando le dimensioni metriche degli
spazi in rapporto a quelle del corpo umano, e quelle
psicologiche ed ideologiche. Si passa da schizzi preparatori ad
un disegno di massima e così via discorrendo, attraverso un
cammino incerto e tortuoso. Infatti entrano nel processo molti
elementi (suggestioni, eventi, idee), oltre a quelli dedotti
razionalmente nell’analisi.
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E’ qui che si vede l’impostazione “classicista”, “tradizionale” o
“modernista” del progettista, che concepisce tipi di spazi
diversi in base alla sua cultura ed alla sua inclinazione, oltre
che in base al tipo di architettura che gli è stata insegnata. Qui
entra il concetto di linguaggio. Il linguaggio moderno facilita
l’uso del procedimento “induttivo”, quando cioè nel processo
ideativo intervengono “idee”, “oggetti”, “suggestioni” più o
meno astratte, che si tramutano in ipotesi progettuali (per es. Le
Corbusier ha l’idea della nave per l’Unitè d’Habitation, o Louis
Kahn quella del triangolo).
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In base a quanto sopra detto si può notare come sia importante
lo studio delle costruzioni nella storia per l’elaborazione di un
progetto efficace.
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