Guida alla progettazione: Esempio di progetto degli impianti elettrici

La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Guida alla progettazione:
Esempio di progetto degli impianti elettrici in un’autocarrozzeria
Pubblicato il
17/02/2008
Aggiornato al:
09/02/2009
di Gianfranco Ceresini – Enzo Maghenzani
1 Generalità
Questa guida, suddivisa in tre parti, vuole essere un ausilio alla progettazione dei locali destinati ad
autocarrozzerie. Come ci ricorda la legge 122/92, le carrozzerie rientrano in generale nelle attività di
autoriparazione, le quali comprendono “tutti gli interventi di sostituzione, modificazione e ripristino di
qualsiasi componente, anche particolare, dei veicoli e dei complessi di veicoli a motore, nonché
l'installazione, sugli stessi veicoli e complessi di veicoli a motore, di impianti e componenti fissi”. La
stessa legge 122/92 distingue le attività di autoriparazione in attività di meccanica e motoristica,
carrozzeria, elettrauto e gommista. All’interno delle autocarrozzerie si possono trovare locali di
differente natura con classificazioni ai fini elettrici anche molto diverse fra di loro: si può andare dal
rischio esplosione (es. le cabine di verniciatura), al maggior rischio in caso di incendio, fino al locale
ordinario.
La guida, come le precedenti presentate negli anni passati, si snoda su tre livelli: una prima trattazione
generale sulla documentazione di progetto in base alla guida CEI 0-2, una seconda trattazione
specifica sulle caratteristiche e peculiarità richieste nella progettazione ed installazione degli impianti
nelle carrozzerie, ed un ultima parte che, a titolo di esempio, presenta un vero e proprio progetto di
una carrozzeria realizzato nel 2006, contenente la relazione tecnica, le tavole planimetriche dei locali
e gli schemi dei quadri elettrici.
Figura 1 – Autocarrozzeria con cabina di verniciatura (Cmc)
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Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia
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Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e
omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
2 Documentazione di progetto
La documentazione di progetto deve precedere ed accompagnare l’esecuzione degli impianti elettrici
di nuova realizzazione e degli impianti esistenti soggetti a
trasformazione o ampliamento. La
documentazione di progetto ha lo scopo di permettere la realizzazione, la valutazione, l’esercizio e la
verifica degli impianti.
Della documentazione di progetto si occupa la guida CEI 0-2, la quale prevede
tre livelli di
progettazione:
•
Il progetto preliminare: è necessario per un corretto coordinamento dell’impianto elettrico con gli
impianti tecnologici e con i lavori edili; fornisce indicazioni sulle caratteristiche qualitative,
quantitative e funzionali dei lavori e una visione di massima delle prestazioni e dei costi
dell’impianto;
•
Il progetto definitivo: viene redatto in funzione delle indicazioni contenute nel progetto
preliminare e fornisce tutti i dati che servono ad ottenere il rilascio della concessione edilizia o
autorizzazioni similari.
•
Il progetto esecutivo: stabilisce nei minimi dettagli impiantistici i lavori che dovranno essere
messi in opera. Il progetto deve essere sviluppato con riferimento al progetto definitivo e alle
eventuali prescrizioni maturate in sede di discussione della concessione edilizia. Restano esclusi
dal progetto esecutivo i piani operativi per le attività di cantiere.
Va fatto notare che la stesura del progetto seguendo i tre livelli sopraindicati è obbligatoria per i
soli lavori pubblici soggetti alla legge 109/94 e al DPR 554/99 mentre può essere semplificata per
gli impianti privati. Vediamo ora le documentazioni previste dai tre livelli di progettazione.
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Documentazione del progetto preliminare
•
Relazione illustrativa: riporta in modo chiaro e preciso le informazioni che non sono specificate
sui disegni ma che incidono sulle scelte e sulla buona riuscita del progetto. Generalmente
contiene:
• una descrizione di massima del progetto;
• la descrizione delle motivazioni che hanno portato alle soluzioni prescelte, in relazione
alle caratteristiche e alle finalità dell’intervento (eventualmente confrontate con altre
possibili soluzioni);
• i criteri
per la stesura del progetto definitivo, con riferimento alle problematiche
inerenti la gestione e la manutenzione;
• le indicazioni cronologiche (cronoprogramma) delle fasi di lavorazione;
• le informazioni utili a garantire l’accessibilità, l’utilizzo e la manutenzione degli impianti
esistenti.
•
Relazione tecnica: descrive lo sviluppo degli studi tecnici massima e i requisiti e le prestazioni
che si vogliono conseguire. Generalmente contiene:
•
•
i dati di progetto;
•
i criteri seguiti nella scelta delle soluzioni impiantistiche adottate.
Planimetria generale: sulla planimetria generale devono essere riportati:
• la posizione dove è collocata la cabina elettrica e gli altri locali tecnici
• l’indicazione dei percorsi principali delle condutture elettriche e delle dotazioni
principali.
•
Schema elettrico generale: può essere uno schema di sistema, uno schema a blocchi o di
principio. E’ redatto in relazione alle esigenze delle utenze da alimentare e delle sorgenti di
energia disponibili (es. alimentazione esterna, autoproduzione, ecc.) e descrive le principali
relazioni o connessioni tra i componenti.
•
Piano di sicurezza: da stendere quando richiesto
da disposizioni legislative o dall’incarico
ricevuto limitatamente a quanto connesso con le opere elettriche.
•
Calcolo sommario delle spese: il documento contiene la stima dei costi valutata per blocchi di
impianti come, ad esempio cabine elettriche, linee principali, quadri, impianti di distribuzione,
impianti utilizzatori, ecc.
Documentazione del progetto definitivo
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omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
•
Relazione descrittiva: generalmente contiene:
 la descrizione (se esiste il progetto preliminare ne deve essere fatto espresso riferimento)
dei metodi adottati per definire le scelte di progetto, dei materiali e delle relative
prestazioni, dei criteri seguiti nella progettazione degli impiantii, con particolare riferimento
alla sicurezza, alla funzionalità e all’economia di gestione;
 le considerazioni riguardanti l’ambiente e i luoghi con caratteristiche particolari (di
interesse storico, artistico ed archeologico, ecc..);
 le giustificazioni per eventuali scelte progettuali che si discostano dalle
indicazioni
contenute nel progetto preliminare;
 quando richiesto per le opere pubbliche, informazioni circa il tempo occorrente per la
stesura del progetto esecutivo.
•
Relazione tecnica: fornisce le soluzioni da adottare in sede di progettazione esecutiva e
generalmente contiene:
 l’identificazione dell’opera, (committente, ubicazione, attività oggetto dell’incarico);
 i dati di progetto;
 criteri di scelta delle soluzioni impiantistiche elettriche (protezione contro le sovracorrenti,
le sovratensioni, contro i contatti diretti, i contatti indiretti, uso dei ferri del calcestruzzo e
delle strutture metalliche quali elementi del dispersore di terra, ecc..);
 i metodi adottati nella scelta e nel dimensionamento dei componenti più importanti
soprattutto quelli implicati in problemi di sicurezza;
 le motivazioni tecniche che hanno condotto a determinate soluzioni impiantistiche per
protezione contro le scariche atmosferiche (individuazione e classificazione del volume da
proteggere, calcolo della probabilità di fulminazione, categoria dell’impianto di protezione);
 la descrizione delle caratteristiche di sicurezza degli impianti e dei componenti elettrici in
presenza di ambienti a maggior rischio in caso d’incendio;
 la descrizione delle caratteristiche di sicurezza degli impianti e dei componenti elettrici per
i locali ad uso medico;
 la descrizione delle caratteristiche di sicurezza degli impianti e dei componenti elettrici,
per i luoghi con pericolo di esplosione;
 l’elenco dei documenti allegati forniti dal committente o da terzi, anche in riferimento ai
dati di progetto;
 l’elenco dei documenti prodotti e che costituiscono la documentazione del progetto
definitivo;
 i riferimenti all’applicazione o meno delle prescrizioni della presente guida;
 altre eventuali informazioni.
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•
Elaborati grafici: descrivono le principali caratteristiche delle opere da realizzare. Generalmente
contengono gli schemi elettrici ed il dimensionamento di massima dei singoli impianti, le
planimetrie ed eventuali sezioni in scala adeguata.
 Schemi elettrici: Gli schemi elettrici sono documenti di disposizione funzionale e possono
essere schemi di sistema, unifilare o multifilare, eventualmente integrati da schemi a
blocchi.
 Planimetrie ed eventuali sezioni: rappresentano i componenti elettrici nella loro posizione
di installazione. Le condutture non devono essere indicate ma possono essere mostrati i
percorsi delle condutture di distribuzione principali. Per i segni grafici da utilizzare nei
disegni d’installazione si può far riferimento alle specifiche norme CEI ed UNI.
 Calcoli preliminari (relazione illustrativa): contiene i criteri e le modalità di esecuzione dei
calcoli ma non necessariamente i calcoli stessi. I calcoli preliminari degli impianti devono
consentire il dimensionamento e la definizione delle caratteristiche delle apparecchiature.
 Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici: descrive le prestazioni degli
elementi previsti nel progetto e le caratteristiche dei materiali e dei componenti previsti.
 Computo metrico: elenca in modo più o meno particolareggiato i componenti previsti
nell’impianto e le attività previste per la messa in opera dell’impianto.
 Computo metrico-estimativo: si ottiene applicando all’elenco dei materiali e delle attività
del computo metrico i prezzi unitari ricavati dai prezziari e dai listini.
 Quadro economico: riassume i costi delle opere ed è espressamente richiesto per le
opere pubbliche.
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Documentazione del progetto esecutivo
il progetto esecutivo deve contenere tutti i dettagli necessari a definire le opere ed i criteri adottati
nelle scelte e nei dimensionamenti. I documenti che lo compongono sono i seguenti:
•
Relazione generale: descrive in modo particolareggiato, se necessario con specifici riferimenti
agli elaborati grafici e al capitolato speciale d’appalto, i criteri progettuali esecutivi e la procedura
che permette di trasporre sul piano costruttivo le soluzioni tecnologiche previste dal progetto
definitivo.
•
Relazione specialistica: La relazione specialistica si sviluppa, con informazioni più dettagliate, a
partire dalla relazione tecnica del progetto definitivo descritta al punto precedente. Può essere una
sola oppure può essere suddivisa in più relazioni tecniche (specifiche per ambienti e applicazioni
particolari) che fanno capo ad una relazione tecnica generale. Oltre alle informazioni della
relazione tecnica del progetto definitivo in genere contiene:
 l’elenco delle utenze elettriche;
 i dati del sistema di distribuzione come tensione, frequenza, fasi, stato del neutro, tipo
di alimentazione, cadute di tensione e correnti di guasto nei diversi punti dell’impianto,
ecc..;
 i criteri di dimensionamento con gli eventuali riferimenti ai calcoli;
 la descrizione dei carichi elettrici;
 le caratteristiche generali dell’impianto elettrico, come le misure di sicurezza adottate,
la necessità di manutenzione, ecc..;
 la descrizione delle misure di protezione contro i contatti diretti e indiretti;
 la descrizione delle misure di protezione conto le sovratensioni;
 i dati dimensionali relativi all’illuminazione artificiale sia normale sia di sicurezza ed
eventualmente all’illuminazione di emergenza;
 i criteri di scelta e dimensionamento degli impianti e dei componenti elettrici in
funzione delle condizioni ambientali di installazione (ambienti a maggior rischio in
caso d’incendio, locali medici, luoghi con pericolo di esplosione,ecc..);
 i criteri di scelta e dimensionamento degli impianti di protezione contro le scariche
atmosferiche;
 l’elenco dei documenti forniti dal committente o da terzi con gli opportuni riferimenti ai
dati di progetto;
 l’elenco riassuntivo dei documenti costituenti la documentazione del progetto
esecutivo;
 altre eventuali informazioni.
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
•
Schema dell’impianto elettrico: è un documento che descrive le principali caratteristiche
dell’impianto e le modalità di realizzazione. Potrebbe riportare ad esempio le seguenti
informazioni:
 il tipo di impianto;
 l’ambiente di installazione;
 il grado di protezione IP che devono possedere i componenti elettrici;
 le caratteristiche dei componenti elettrici e dell’impianto per quanto riguarda la
protezione contro i contatti indiretti;
 le caratteristiche dei componenti elettrici per quanto concerne la protezione contro i
contatti diretti;
 la tipologia e le caratteristiche di eventuali circuiti ausiliari (impianti citofonici, impianti
di segnalazione e di allarme, impianti di antenna TV,ecc..);
 le predisposizioni per impianti diversi come ad esempio gli impianti telefonici.
•
Elaborati grafici: Gli elaborati grafici del progetto esecutivo costituiscono una evoluzione di
quelli del progetto definitivo. Descrivono le caratteristiche dell’intervento da realizzare e
comprendono:
a) schemi di sistema;
b) schemi elettrici;
c) schemi d’installazione e disegni planimetrici;
d) particolari costruttivi e dettagli d’installazione;
e) altri elaborati necessari.
•
Calcoli esecutivi,
tabelle e diagrammi di coordinamento delle protezioni: i criteri, le
modalità di esecuzione e i risultati dei calcoli di dimensionamento degli impianti sono descritti
in una relazione
in modo da consentirne una facile consultazione e lettura. I dati e i
diagrammi di coordinamento dei vari dispositivi possono essere raccolti in tabelle. I dati così
raccolti permettono di definire le caratteristiche più significative dei dispositivi di interruzione,
dei dispositivi di protezione dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori e, quando richiesta, di
verificare la selettività dei dispositivi di protezione. Possono essere omessi i calcoli relativi ai
singoli circuiti, ma devono essere indicati i criteri seguiti per la verifica di tutti i circuiti.
•
Piano di manutenzione: organizza e pianifica l’attività di manutenzione. E’ complementare
al progetto esecutivo e si prefigge come scopo di mantenere il più possibile le caratteristiche
iniziali di funzionalità, sicurezza, efficienza, ecc.. nel tempo.
•
Elementi per il piano di sicurezza e di coordinamento: sono documenti complementari al
progetto richiesti dal Dlgs 494/96 per le opere pubbliche che prevedono l’analisi e la
valutazione dei rischi insiti nel particolare tipo di lavorazioni alla realizzazione dell’opera.
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
•
Computo metrico: riporta l’elenco dei componenti e delle attività previste per la realizzazione
dell’impianto. La sua stesura si sviluppa a partire dal computo metrico redatto in sede di
progetto definitivo e ne costituisce l’integrazione e l’aggiornamento.
•
Computo metrico-estimativo: costituisce l’elenco dei componenti e delle attività previste per
la realizzazione dell’impianto. La sua stesura si sviluppa a partire dal computo metrico redatto
in sede di progetto definitivo e ne costituisce l’integrazione e l’aggiornamento. Il computo
metrico-estimativo viene elaborato applicando alle quantità delle lavorazioni, rilevate dal
computo metrico del progetto esecutivo di cui al punto precedente, i prezzi unitari.
•
Per le opere pubbliche, a completamento di quanto indicato, sono infine richiesti altri
documenti come il quadro economico, il cronoprogramma, il quadro dell’incidenza della
mano d’opera, il capitolato speciale d’appalto e lo schema di contratto.
Dati di progetto
La base dei dati di progetto è necessaria per lo sviluppo degli elaborati e deve quindi essere nota
prima di iniziare il progetto (se i dati variano durante le fasi di elaborazione si potrebbe presentare la
necessità di dover rifare completamente il progetto). L’acquisizione di tali dati dipende spesso
dall’esperienza e richiede tempo e competenza soprattutto perché queste informazioni non sono
sempre note al progettista. In questi casi il progettista può, sulla base della sue conoscenze, decidere
autonomamente i dati da introdurre per l’elaborazione del progetto ma solo, per evitare future
contestazioni, dopo averli sottoposti al committente e averne ricevuto l’approvazione scritta.
I dati di progetto possono essere:
•
di carattere generale (estremi del committente, estremi del progettista, elenco delle norme e
guide tecniche impiantistiche di riferimento, ecc..);
•
relativi all’opera (destinazione d’uso, barriere architettoniche, caratteristiche ai fini della
classificazione e valutazione dei rischi, ecc..);
•
relativi alle influenze esterne (temperatura ambiente, umidità relativa, altitudine, presenza di
corpi solidi estranei, presenza di liquidi, caratteristiche del terreno, ventilazione dei locali, dati
relativi al vento, carico di neve, effetti sismici, condizioni ambientali speciali);
•
relativi all’impianto elettrico (tipo d’intervento - nuovo impianto o trasformazione-ampliamento
di un impianto esistente -, dati dell’alimentazione elettrica, cadute di tensione massime
ammesse, misurazione dell’energia elettrica, elenco e ubicazione dei carichi, illuminazione
artificiale).
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Requisiti formali della documentazione di progetto
Deve essere approntata una documentazione di progetto semplice, ma nello stesso tempo il più
possibile efficace.
In relazione al contenuto può essere suddivisa in:
•
informazioni di funzione, es. schema, tabella;
•
informazioni di ubicazione, es. schema, tabella, disegno;
•
dati tecnici, es. schema, tabella;
•
informazioni delle connessioni, es. schema, tabella, disegno.
Il supporto di tale documentazione può essere di diverso tipo:come ad esempio, carta, microfilm,
(nastro o disco magnetico), CD, ecc. purché il formato sia leggibile anche quando stampati.
Per quanto possibile i formati della carta, le unità di misura, i simboli letterali, la terminologia e i segni
grafici devono essere quelli unificati dalle norme UNI e CEI in vigore.
E’ comunque possibile utilizzare simboli letterali, terminologia e segni grafici anche diversi purché il
corrispondente significato sia riportato in una apposita legenda.
Le dimensioni dei documenti cartacei devono essere in accordo con la serie internazionale
“A” secondo le norme UNI e ISO. Sono consigliati i formati: A4 per i documenti descrittivi (es.
relazioni) e da A0 ad A3 per i documenti grafici (disegni). E’ sconsigliato l’uso del formato A5.
Le scale consigliate per i disegni sono:
•
1: 1000 per i disegni planimetrici complessi;
•
1: 100 per i disegni d’installazione;
•
1: 50 per i dettagli d’installazione.
I documenti devono contenere dei riquadri con riportati almeno:
•
il logotipo;
•
il nome del proprietario del documento stesso;
•
il titolo del documento con i riferimenti del progetto (es. cliente, località, impianto);
•
il numero di progetto e di pagina;
•
la revisione e la relativa data;
•
il livello di progetto cui si riferisce ciascun documento (es. preliminare, definitivo, esecutivo);
•
il nome del responsabile della esecuzione, verifica e approvazione del documento;
•
il formato del supporto cartaceo;
•
il nome del file quando il documento è registrato su supporto informatico.
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
3 Progettazione ed installazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Classificazione delle carrozzerie e necessità della progettazione dell’impianto elettrico
L’appendice GF-2 della Guida CEI 31-35/A del maggio 2007, è dedicata alla classificazione dei luoghi
di ricovero autoveicoli ossia alle autofficine, categoria generale alla quale appartengono anche le
carrozzerie. In questa appendice vengono elencate una serie di condizioni, soddisfatte le quali è
possibile escludere il rischio esplosione all’interno della carrozzeria (anche se rimane comunque da
valutare il rischio incendio).
Il termine autofficina è utilizzato per tutta una serie di locali nei quali si svolgono operazioni anche
piuttosto differenti tra loro e che comportano una diversa attenzione per quanto riguarda il rischio
esplosione. Sicuramente una officina di riparazione autoveicoli può essere definita come “un’area
coperta destinata alle lavorazioni di riparazione e manutenzione di autoveicoli” (DM 1/2/86). possiamo
anche dire che “l'attività di autoriparazione comprende tutti gli interventi di sostituzione, modificazione
e ripristino di qualsiasi componente, anche particolare, dei veicoli e dei complessi di veicoli a motore,
nonché l'installazione, sugli stessi veicoli e complessi di veicoli a motore, di impianti e componenti
fissi, mentre non comprende le attività di lavaggio, di rifornimento di carburante, di sostituzione del
filtro dell'aria, del filtro dell'olio, dell'olio lubrificante e di altri liquidi lubrificanti o di raffreddamento.
L'attività di autoriparazione si distingue nelle attività di meccanica e motoristica, carrozzeria, elettrauto
e gommista” (Legge 122/92).
La guida 31-35/A non prende invece in considerazione (cioè esclude dal suo campo di applicazione)
come officine una tipologia di locale che invece è presente nelle carrozzerie: le cabine di verniciatura.
Infatti per tali tipi di locali esiste una normativa specifica (UNI EN 12215) che permette la
classificazione delle zone pericolose: di questo ne tratteremo in un capitolo a parte.
L’appendice GF-2 della Guida CEI 31-35/A per distinguere le diverse attività che si svolgono nelle
officine, indipendentemente dal numero di autoveicoli presenti, le suddivide in due categorie:

Officine di tipo A: sono quelle nelle quali non si interviene sui circuiti dei carburanti, non si
eseguono lavorazioni a caldo e non sono presenti le classiche fosse di riparazione autoveicoli;

Officine di tipo B: sono tutte quelle officine in cui almeno una delle tre condizioni precedenti non
è soddisfatta, quindi si effettuano interventi sui circuiti dei carburatori e/o si eseguono lavorazioni
con sviluppo di calore che potrebbero originare sorgenti di accensione (es. creazione di superfici
calde, fiamme calde, scintille di origine meccanica per attriti, urti o abrasioni), e/o sono presenti le
fosse per le riparazioni.
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Risulta abbastanza naturale considerare le carrozzerie come officine di tipo A. Le condizioni per poter
affermare di avere una carrozzeria priva di rischio esplosione (cabina di verniciatura esclusa) sono
quindi quelle elencate dall’esempio della guida CEI 31-35/A per le officine di tipo A e sono le seguenti:
1. Il carburante utilizzato dagli autoveicoli sia benzina o gas di petrolio liquefatto (GPL) o gas
naturale compresso (GNC ossia metano), o anche una combinazione di due fra questi
carburanti;
2. Le sostanze infiammabili presenti, oltre al carburante contenuto nei serbatoi degli autoveicoli,
non siano in quantità tali da poter formare atmosfere esplosive (l'olio lubrificante non presenta
pericolo di esplosione in quanto ha una temperatura di infiammabilità superiore ai 200 ° C );
3. Siano attuate le prescrizioni del DM 1 febbraio 1986 con particolare riferimento all'efficacia
della ventilazione sia naturale, sia, quando richiesta, artificiale. Si ricorda che la presenza del
Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) garantisce il rispetto del DM 1/2/86. Il CPI è previsto
per le autofficine con capienza superiore a 9 autoveicoli (Attività 72 del DM 16/02/82);
4. Gli autoveicoli non sottoposti a riparazione siano ordinariamente a motore spento e dispositivo
di avviamento (chiave) disinserito o nella posizione di riposo;
5. La posizione dei carica-batterie deve essere tale da mantenere una concentrazione di
idrogeno nell’aria inferiore al 4%. Durante la fase di carica, viene infatti sviluppato idrogeno
che potrebbe formare con l’ossigeno dell’aria un’atmosfera potenzialmente esplosiva. Per
mantenere bassa questa concentrazione bisogna ventilare la zona occupata dai caricabatterie o in maniera naturale o in maniera forzata. Per il calcolo dettagliato della portata d’aria
di ventilazione necessaria, bisogna rifarsi alla norma CEI EN 50272-3 (CEI 21-42). In ogni
caso deve essere garantita una distanza minima di 0,5 m tra la zona di ricarica ed eventuali
sorgenti di accensione quali fiamme, scintille, archi o dispositivi incandescenti;

Devono essere osservati una serie di comportamenti che vanno nella direzione di ridurre il
rischio esplosione:

Formare il personale dell’officina, oltre che dotarlo di idonee attrezzature di lavoro, riguardo al
rischio di determinate lavorazioni;

Pulire frequentemente l’officina ed avere sempre a disposizione sabbia o materiale inerte
simile per neutralizzare il prima possibile le eventuali pozze di carburante che dovessero
formarsi;

Raffreddare le parti calde di un motore prima di intervenire su di esso;

Scollegare il morsetto negativo della batteria prima di intervenire elettricamente sull’impianto
dell’autoveicolo;

Non fumare;
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omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria

Aerare sufficientemente l’ambiente;

Tenere il più possibile lontano le eventuali sorgenti di accensione dalle zone potenzialmente
pericolose (es. non avvicinare fiamme libere e/o scintille dalle batterie, e non portare a
contatto superfici calde come i tubi di scarico con sostanze infiammabili);
6. Non avvengano operazioni di riempimento e svuotamento dei serbatoi di carburante;
7. Non accedano autoveicoli con evidenti perdite di carburante senza l’autorizzazione del
responsabile dell’officina e senza che siano presi provvedimenti adeguati per limitarne i danni
(es. rapida neutralizzazione con l’uso di sabbia delle pozze di carburante).
Se tutte le condizioni elencate sono rispettate, allora la carrozzeria non è da considerare con pericolo
di esplosione. Se invece anche solo una delle condizioni previste non è rispettata, occorre classificare
le varie zone secondo le procedure indicate nella norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30).
Poiché il rispetto delle condizioni che garantiscono l’assenza del rischio esplosione dipendono dal
gestore della carrozzeria è bene che il progettista inserisca tali condizioni tra i dati di progetto e che le
faccia firmare dal committente per accettazione.
Ipotizzando di essere giunti alla conclusione che la nostra carrozzeria non è a rischio esplosione,
dobbiamo in subordine valutare il rischio incendio. L’autocarrozzeria è a maggior rischio in caso di
incendio se la classe antincendio del compartimento considerato è pari o superiore a 30. Al di là di
questo calcolo, si possono considerare a maggior rischio in caso di incendio anche le officine che
prevedono il CPI (attività 72 del DM 16/2/82) cioè quelle per la riparazione di autoveicoli (meccanico,
carrozziere, elettrauto, gommista) con capienza superiore a 9 autoveicoli.
Se la carrozzeria soddisfa tutte le condizioni previste per l’assenza del rischio esplosione e la sua
classe di compartimento antincendio è inferiore a 30, viene classificata come un locale ordinario.
Il progetto è necessario se la carrozzeria viene classificata a rischio esplosione o a maggior rischio in
caso di incendio. Se invece viene classificata come locale ordinario, il progetto viene richiesto se la
carrozzeria ha una superficie superiore ai 200 m2 o se la potenza contrattuale supera i 6 kW (art. 5
comma 2c del DM 37/08).
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Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e
omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Classificazione delle cabine di verniciatura
La cabina di verniciatura nel suo complesso non rientra nell’ambito di applicazione della direttiva Atex
94/9/CE e di conseguenza non deve essere marcata CE Atex, ma lo devono essere invece (a partire
dal 1 luglio 2003 come stabilito dal DPR 126/98) i suoi componenti elettrici installati nelle zone
pericolose, sia che siano all’interno o all’esterno della cabina. Questa è la sintesi di un parere ufficiale
da parte della Commissione Atex (punto 4.1.2.2 della guida all’applicazione della direttiva Atex) il
quale afferma: “le cabine sono descrivibili come un'area chiusa dove un operatore può lavorare
all’interno o all’esterno e possono essere definite come "semplici scatole". La "scatola", in assenza di
sorgenti di innesco e non destinata all'uso in atmosfera potenzialmente esplosiva, non rientra
nell'ambito di applicazione della direttiva ATEX 94/9/EC. In condizioni operative si viene a formare
un'atmosfera potenzialmente esplosiva e la zona chiusa, le aperture e i sistemi di recupero, sono
normalmente classificate secondo le opportune zone pericolose. L'apparecchiatura, i sistemi di
protezione e i componenti destinati all'utilizzo in queste zone, compresi i dispositivi esterni di controllo
e di sicurezza che contribuiscono all'uso in sicurezza dei primi, rientrano nell'ambito di applicazione
della direttiva ATEX 94/9/EC. In sintesi, le cabine di verniciatura, intese nella loro unità, non rientrano
nell'ambito di applicazione della direttiva ATEX 94/9/EC e quindi ad esse non possono essere
applicate le speciali marcature relative alla protezione contro le esplosioni o le altre marcature
specificate nell'allegato II EHSR 1.0.5. della direttiva”.
Della classificazione in zone pericolose delle cabine di verniciatura si occupa la norma UNI EN 12215
“Impianti di verniciatura – Cabine di verniciatura per l’applicazione di prodotti vernicianti liquidi –
Requisiti di sicurezza”.
La norma si applica alle cabine di verniciatura per l’applicazione di prodotti vernicianti liquidi organici
e tratta tutti i pericoli significativi, pertinenti le cabine stesse, quando utilizzate secondo l’uso proprio e
nelle condizioni previste dal fabbricante. Una cabina di verniciatura è un insieme costituito impedito da
differenti componenti tra loro collegati e riuniti all’interno di una struttura parzialmente o totalmente
chiusa (delimitata da pareti, definita spazio): ventilazione forzata per mezzo di una o più ventole; filtro
a secco o sistemi di lavaggio ad umido; dispositivi di misurazione e di comando; impianto di
riscaldamento dell’aria di ventilazione; dispositivi automatici antincendio; dispositivi di allarme;
apparecchiature elettriche. Sono escluse dalla norma invece:

le aree di verniciatura (spazi per l’applicazione di prodotti vernicianti liquidi organici che sono
limitati soltanto da una parete laterale utilizzata per l’estrazione dell’aria di scarico);

le cabine di verniciatura combinate (norma EN 13355);

le pareti che delimitano le cabine di verniciatura, se parti integranti dell’edificio;

la stanza di lavoro o l’edificio utilizzato per la verniciatura a spruzzo di articoli di grandi dimensioni
(per esempio: aerei);
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omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria

le apparecchiature di verniciatura utilizzate nelle cabine di verniciatura trattate nelle norme EN
1953, EN 50050 e EN 50176;

le cabine di verniciatura che sono parte di installazioni complesse.
Cabina di verniciatura (Cmc)
Poiché il rischio esplosione può verificarsi quando la concentrazione di sostanze infiammabili nell’aria
supera il limite inferiore di esplodibilità (LEL) e se è presente una sorgente di innesco, i requisiti
richiesti dalla norma UNI EN 12215 per prevenire il rischio esplosione nelle cabine di verniciatura sono
due:
a. Mantenere la concentrazione delle sostanze infiammabili al di sotto del LEL per mezzo di una
ventilazione forzata;
b. Eliminare o ridurre le sorgenti di innesco;
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Si dovranno inoltre prendere opportune precauzioni per eliminare le perdite di gas combustibile, al fine
di evitare possibili esplosioni, ad esempio: convezione naturale, pre e post-ventilazione, prove di
tenuta, monitoraggio gas, etc.
LEL sta per limite inferiore di esplodibilità: affinché possa avvenire un'esplosione occorre che nella
miscela comburente-combustibile, quest'ultimo non scenda al di sotto di una certa percentuale (ad
esempio 1,5 % per l'acetilene), che viene chiamata appunto LEL.
Sostanze infiammabili che aumentano la concentrazione al di sopra del livello normale sono ad
esempio le seguenti:

vapori di solventi derivanti dal processo di essiccazione istantanea;

gas derivanti da combustibili e/o prodotti della combustione del sistema di riscaldamento;

gas liberati dai depositi;

gas combustibili del riscaldamento;

vapori di solventi derivanti da perdite da tubi o raccordi rotti;

liquidi pulenti;

vapori di solventi derivati dal processo di ricircolo nelle cabine di verniciatura automatiche.
Invece esempi di sorgenti di accensione possono essere:

le superfici bollenti (per es. di sistemi di riscaldamento, apparecchiature elettriche);

i sistemi di riscaldamento;

le scintille provocate da energia indotta in modo meccanico (es. ventilatori, trasportatori, ecc.);

le scariche elettrostatiche;

le scintille elettriche;

la saldatura e altri fonti di energia termica utilizzate durante la manutenzione e la pulizia.
a. Limitazione della concentrazione di sostanze infiammabili
La norma UNI EN 12215 prevede due possibili situazioni di valori limite di concentrazione all’interno
delle cabine di verniciatura che devono essere usate per classificare le zone pericolose e per
determinare quali dispositivi elettrici installare:
1. Nelle cabine di verniciatura con operatore, la concentrazione di sostanze infiammabili deve
essere limitata al massimo ad un valore pari al 25% del LEL;
2. Nelle cabine di verniciatura senza operatore, la concentrazione di sostanze infiammabili deve
essere limitata al massimo ad un valore pari al 50% del LEL; questo si applica anche agli
impianti di ricircolo dell’aria
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Il calcolo della concentrazione delle sostanze infiammabili nella cabina può avvenire attraverso
semplici formule riportate nell’appendice B della norma. Se fosse sconosciuto il valore (da utilizzare
nei calcoli) del LEL dei solventi infiammabili utilizzati in cabina, la norma UNI EN 12215 suggerisce di
3
utilizzare il valore di 40 g/m .
La classificazione in zone pericolose, che è una parte integrante del concetto di sicurezza per la
prevenzione dell’esplosione, deve essere effettuata in funzione della concentrazione delle sostanze
infiammabili presenti in cabina nel modo indicato in tabella 1. Si può notare che come minimo una
cabina viene classificata come zona 2.
Concentrazione delle sostanze
Estensione della zona
infiammabili presenti in cabina
zona
Concentrazione < 25% LEL
Tutto il volume interno (Vint) alla cabina
(ad esempio con LEL = 40 g/m3, la
compresi i volumi interni delle tubazioni di
concentrazione deve essere minore di 10
ricircolo ed espulsione dell’aria. Il volume
3
g/m )
Tipo di
2
esterno (Vext) entro la distanza di 1 metro
dalle aperture permanenti (*).
25% LEL ≤ Concentrazione ≤ 50%
Tutto il volume interno (Vint) alla cabina
LEL
compresi i volumi interni delle tubazioni di
3
(ad esempio con LEL = 40 g/m , la
ricircolo ed espulsione dell’aria.
1
concentrazione deve essere compresa tra
10 e 20 g/m3)
25% LEL ≤ Concentrazione ≤ 50%
Il volume esterno (Vext) entro la distanza di
1 metro dalle aperture permanenti (*).
LEL
2
3
(ad esempio con LEL = 40 g/m , la
concentrazione deve essere compresa tra
10 e 20 g/m3)
(*) Le porte non sono considerate aperture permanenti
Tabella 1 – Procedura di classificazione delle cabine di verniciatura in funzione della concentrazione
delle sostanze infiammabili presenti
Se la concentrazione calcolata dei solventi infiammabili è pari o superiore al 25% del LEL, la cabina di
verniciatura deve essere equipaggiata o con dispositivi antideflagranti, oppure con un dispositivo di
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
rilevazione e controllo della concentrazione il quale possa interrompere l’erogazione di sostanze
infiammabili se la concentrazione risulta pari o superiore al 50% del LEL:
Esempio di classificazione delle zone in una cabina di verniciatura ad apertura frontale (EN 12215)
b. Eliminazione o riduzione delle sorgenti di innesco
Al fine di prevenire il pericolo di un’atmosfera pericolosa, la scelta dei dispositivi e delle
apparecchiature elettriche e non elettriche deve garantire l’eliminazione del rischio di innesco in ogni
parte della cabina classificata come zona pericolosa. Poiché, come visto, al minimo la cabina viene
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
classificata come zona 2, è evidente che le apparecchiature presenti all’interno di una cabina devono
avere come minimo una marcatura Atex di categoria 3 (vedi tabella 2).
Tipo di zona
Caratteristiche delle apparecchiature presenti
nelle zone pericolose
Apparecchiature elettriche di categoria 2G conformi alle
norme EN 60079-0, EN 50015, EN 50016, EN 50017, EN
1
60079-1, 60079-7, EN 50020, EN 60079-18 ed EN 60079-25.
Apparecchiature non elettriche di categoria 2G conformi alle
norme EN 13463-1 ed EN 13463-5
Apparecchiature elettriche di categoria 3G conformi alle
norme EN 60079-0 ed EN 60079-15
2
Apparecchiature non elettriche di categoria 3G conformi alle
norme EN 13463-1 ed EN 13463-5
Tabella 2 – Caratteristiche delle apparecchiature elettriche e non elettriche, da installare all’interno
delle zone pericolose classificate nelle cabine di verniciatura
Per le apparecchiature elettriche devono essere prese in considerazione le seguenti misure di
sicurezza:

Tutte i componenti conduttivi devono essere interconnessi e collegati a terra;

Per i dispositivi di illuminazione, installati dietro a pannelli trasparenti antiurto, collegati
ermeticamente alla struttura della cabina in modo da evitare la fuoriuscita di vapori di solventi
dall'interno della stessa, è sufficiente un grado di protezione IP 54;

Per i motori situati all’esterno delle cabine di verniciatura deve essere usato almeno il grado di
protezione IP 44. I motori non devono essere posizionati all’interno delle tubazioni di espulsione
dell’aria;

Si devono evitare scariche elettrostatiche indesiderate adottando le misure di messa a terra e
interconnessione specificate nella norma EN 50176
18
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Tutte le apparecchiature non elettriche installate e situate in atmosfere potenzialmente esplosive
devono essere sottoposte ad una valutazione del pericolo di innesco in conformità a quanto previsto
all’articolo 5.2 della norma EN 13463-1 per assicurare la protezione richiesta. In particolare devono
essere prese in considerazione le seguenti misure di sicurezza:

Devono essere evitate scariche elettrostatiche

I ventilatori per il ricircolo e l’espulsione dell’aria devono essere protetti in accordo con il progetto
di norma prEN 14986

Le superfici calde di tutti gli apparecchi all'interno della cabina di verniciatura non devono poter
produrre l'accensione di aerosol di vernici e vapori di solventi. Le temperature ammissibili di tali
superfici sono indicate nell’articolo 6.4.2 della norma EN 1127-1
Rischio esplosione nelle cabine di verniciatura
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Protezione contatti diretti e indiretti
Ipotizzando che l’autocarrozzeria venga classificata come ambiente ordinario, le disposizioni sono
quelle classiche previste dalla norma CEI 64-8, ossia per i contatti diretti l’isolamento delle parti attive,
l’utilizzo di Involucri o barriere con grado di protezione minimo IPXXB (IPXXD per le superfici
orizzontali superiori a portata di mano) e la protezione addizionale mediante interruttori differenziali
con Idn non superiore a 30 mA. Per quanto riguarda i contatti indiretti si preferisce la modalità con
interruzione automatica dell'alimentazione attraverso l’impiego di dispositivi differenziali con Idn non
superiore a 30 mA. Deve essere verificata la relazione UL<= RE x Idn dove: UL = tensione limite di
contatto (50 V), RE = resistenza di terra, Idn = corrente nominale del dispositivo differenziale.
Cavi e condutture
I cavi possono essere normali N07V-K, FROR 450/750V con l’avvertenza di usare condutture
incassate nelle pareti e nel pavimento, o in tubi e condotti di adeguata robustezza (es. tubi metallici)
installati a parete, o ubicate in alto, e comunque ad un'altezza non inferiore a 1,5 m dal pavimento (i
componenti dell'impianto elettrico non devono essere sottoposti a rischio di danneggiamento
meccanico da parte degli autoveicoli)
Quadri
Il quadro può essere del tipo ad uso domestico e similare, rispondente alla norma CEI 23-51, se la
corrente nominale Inq in entrata non è superiore ai 125 A, la tensione nominale non è superiore ai 440
V e la corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione non supera i 10 kA oppure i 15 kA
quando il quadro è protetto mediante dispositivo limitatore. Se le condizioni precedenti non sono
verificate occorre realizzare un quadro rispondente alla norma CEI 17-13/1.
20
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Prese a spina
Poiché i componenti dell'impianto elettrico non devono essere sottoposti a rischio di danneggiamento
meccanico da parte degli autoveicoli, l’appendice GF-2 della guida CEI 31-35/A richiede:

L’installazione di interruttori e prese a spina ad un'altezza non inferiore a 1,5 m dal pavimento.

L’installazione di un numero di prese a spina sufficiente ad evitare il ricorso a prolunghe.
Quota di installazione minima per interruttori e prese a spina all’interno delle officine
Comando di emergenza
Il comando di emergenza va installato se la carrozzeria ha una capienza superiore a 9 autoveicoli
(voce 72 del DM 16/02/82) oppure se la carrozzeria viene classificata come luogo con pericolo di
esplosione (questo vale anche per la singola cabina di verniciatura). Infatti la norma CEI 31-33 (CEI
EN 60079-14), all’art. 8.1 prevede che “ per motivi di emergenza, al di fuori del luogo pericoloso
devono essere previsti uno o più dispositivi atti a interrompere le alimentazioni elettriche del luogo
21
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
pericoloso. La costruzione elettrica che deve continuare a funzionare per prevenire pericoli aggiuntivi
non deve essere compresa nel circuito di arresto di emergenza; essa deve costituire un circuito
separato”.
Protezione dalle scariche atmosferiche
Occorre effettuare la valutazione del rischio in base alle norme CEI 81-10.
Livello di illuminamento richiesto
La norma UNI EN 12464-1 prevede i seguenti livelli di illuminamento medio: per operazioni di
smontaggio e assemblaggio 500 lx, per operazioni di verniciatura 750 lx, per operazioni di ispezione e
ritocco 1000 lx. I livelli sono riferiti all’area di lavoro.
Verifiche:
Se il locale viene classificato come ordinario, occorre, terminato l’impianto effettuare da parte di una
persona esperta, competente in lavori di verifica (completata la verifica deve essere preparato un
rapporto) una serie di verifiche iniziali
•
Esame a vista
•
Verifica della continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali
•
Misura della resistenza di isolamento dell'impianto elettrico
•
Verifica della protezione per separazione nel caso di circuiti SELV o PELV e nel caso di
separazione elettrica
•
Verifica della protezione mediante interruzione automatica dell'alimentazione
•
Prove di polarità
•
Prove di funzionamento
•
Misura della caduta di tensione (se l’autofficina è molto estesa)
•
Misura della resistenza dell'impianto di terra
Dopo le verifiche iniziali, devono poi essere devono essere effettuate delle verifiche periodiche ad
intervalli di tempo tali da non compromettere la sicurezza d'uso dell'impianto, e che devono
comprendere almeno:
•
Esame a vista
•
Misura della resistenza di isolamento
•
Prova della continuità dei conduttori di protezione
22
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•
Prove per la protezione contro i contatti indiretti, incluse le prove di funzionamento dei
dispositivi differenziali
Inoltre, poiché l’autocarrozzeria è anche normalmente un luogo di lavoro (con la presenza di almeno
un lavoratore così come viene definito dal Dlgs 81/08), occorre effettuare, a cura di ASL/ARPA od
Organismo abilitato le verifiche previste dal DPR 462/01. Il verificatore dovrà rilasciare regolare
verbale che deve essere custodito dal titolare ed esibito a richiesta degli organi di vigilanza)
•
Verifica dell'impianto di terra effettuata ogni 5 anni se locale ordinario, ogni 2 anni se a
maggior rischio in caso di incendio.
•
Nel caso in cui la carrozzeria fosse classificata come luogo con pericolo di esplosione, verifica
ogni 2 anni delle apparecchiature elettriche installate nelle aree classificate come zone 0 o 1.
23
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
4 Progetto di una autocarrozzeria (progetto realizzato nel 2006)
Premessa: a seguire la relazione tecnica, negli allegati troverete planimetria e quadri del progetto.
OGGETTO E SCOPO
La presente relazione ha lo scopo di individuare le norme tecniche e i criteri costruttivi da adottare per
gli impianti elettrici di nuova realizzazione di un edificio sito in ……………….. adibita ad
autocarrozzeria della ………………
ELENCO DEGLI ELABORATI DI PROGETTO

Relazione Tecnica

Planimetria Distribuzione F.M. – Illuminazione – Messa a terra

Quadro Interruttore Generale – QIG –

Quadro generale distribuzione – QGD –

Quadro uffici – QUF –
NORME GENERALI
Le caratteristiche e la consistenza degli impianti elettrici, nonché dei loro componenti, dovranno
essere corrispondenti alle Leggi e Norme CEI vigenti. Per cui, in osservanza a quanto previsto dalla
Legge 1 Marzo 1968 - N° 186, pubblicata sulla G.U. N° 77 del 23 Marzo 1968, tutti gli impianti elettrici
oggetto della presente relazione, dovranno essere realizzati in perfetto accordo con la Legge
sopraccitata. In particolare gli impianti, a secondo del tipo d'uso e destinazione, dovranno essere
conformi alle seguenti norme, con relative varianti, appendici ed errata corrige, se applicabili:
- CEI 17-13 Parte 1-2-3-4- (fasc. 4565 - anno 1998): Apparecchiature assiemate di protezione e di
manovra per bassa tensione (quadri B.T.).
- CEI 23-51 (FASC. 2731- anno 1996): Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei
quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare;
- CEI 64-8/1 (fasc. 6869 - anno 2003): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a
1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parte 1: Oggetto, scopo e principi
fondamentali.
- CEI 64-8/2 (fasc. 6870 - anno 2003): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a
1000 V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Parte 2: Definizioni.
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- CEI 64-8/3 (fasc. fasc. 6871 - anno 2003): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Parte 3: Caratteristiche
generali.
- CEI 64-8/4 (fasc. fasc. 6872 - anno 2003): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Parte 4: Prescrizioni per la
sicurezza.
- CEI 64-8/5 (fasc. fasc. 6873 - anno 2003): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Parte 5: Scelta ed
installazione dei componenti elettrici.
- CEI 64-8/6 (fasc. fasc. 6874 - anno 2003): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Parte 6: Verifica.
- CEI 64-8/7 (fasc. fasc. 6875 – anno 2003): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Parte 7: Ambienti ed
applicazioni parti - CEI 64-12 (fasc. 2093 G – anno 1993): Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra
negli edifici per uso residenziale e terziario.
- CEI 64-14 (fasc. 2930 – anno 1996): Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori.
- CEI 81-1 (fasc. 2697 - 1995): Protezione delle strutture contro i fulmini.
- CEI 81-4 (fasc. 2924 - anno 1997): Valutazione del rischio dovuto al fulmine.
Oltre ad essere rispondenti alle norme CEI, gli impianti elettrici, dovranno essere eseguiti secondo
quanto previsto dalle seguenti leggi, decreti e circolari ministeriali:
- D.P.R. del 27 aprile 1955 n. 547 (per la prevenzione degli infortuni sul lavoro);
- Legge del 18 ottobre 1977 n. 791 (garanzia di sicurezza che deve avere il materiale elettrico per
tensioni di utilizzo al di sotto di 1000V);
- Legge del 1978 n. 833 (coordinamento generale per la sicurezza sul lavoro);
- Legge del 28 marzo 1991 n. 109 (nuove disposizioni in materia di allacciamenti e collaudi degli
impianti telefonici interni).
- D.M. del 23 maggio 1992 n. 314 ( Regolamento recante disposizioni di attuazione della legge 28
marzo 1991 n. 109).
- Legge del 5 marzo 1990 n. 46 (norme per la sicurezza degli impianti);
- D.Lgs. del 19 settembre 1994, n. 626 (sicurezza ed igiene del lavoro).
- D.Lgs. del 25 novembre 1996, n. 626 (direttiva bassa tensione).
- D.P.R. del 24 luglio 1996, n. 459 (direttiva macchine).
- D.Lgs. del 4 dicembre 1992, n. 476 (direttiva compatibilità elettromagnetica).
- D.Lgs. del 14 agosto 1996, n. 493 (direttiva segnaletica di sicurezza).
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Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia
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Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e
omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Al termine dei lavori, dovrà essere rilasciata al Committente la dichiarazione di conformità, ai
sensi dell'Art. 9 della suddetta Legge 46/90.
CARATTERISTICHE DEI CIRCUITI E DEI MATERIALI
Generalità
Il sistema elettrico in bassa tensione sarà del tipo "TT".
Le caratteristiche dell'alimentazione elettrica dovranno essere le seguenti:
- 3 fasi + neutro / fase + neutro
- tensione concatenata (fase-fase) = 400 V
- tensione stellata (fase-neutro) = 230 V
- frequenza = 50 Hz
- fattore di potenza ≥ 0,9
- potenza richiesta = 50kW
Caduta massima di tensione e portata massima di corrente
La caduta massima di tensione per ogni circuito, quando sia inserito il carico nominale, non dovrà
essere superiore al 4% della tensione a vuoto per tutti i circuiti. Comunque, la densità di corrente nei
vari conduttori, non dovrà essere mai superiore a quanto ottenuto dall'applicazione delle tabelle UNEL
35024/1/2 per i cavi posati in aria e UNEL 35026 per i cavi interrati.
Per la corretta applicazione delle tabelle UNEL 35024/1/2 è importante rispettare le condizioni di posa
previste in fase di calcolo, anche per quanto riguarda il distanziamento dei cavi o il loro
raggruppamento in strati o fasci.
Sezioni minime dei conduttori
Il dimensionamento dei conduttori attivi dovrà essere effettuato in modo da soddisfare le esigenze di
portata e resistenza ai corto circuiti ed i limiti ammessi per caduta di tensione; le sezioni minime non
dovranno essere comunque inferiori a quelle di seguito specificate:
- Conduttori attivi (escluso il neutro)
- 1,5 mm² per i circuiti di illuminazione;
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
- 1,5 mm² per i circuiti prese da 10A;
- 2,5 mm² per i circuiti prese da 16A;
- 0,5 mm² per i circuiti di comando e segnalazione.
- 0,75 mm² per le connessioni flessibili con cavi (con e senza guaina).
- Conduttori di neutro
L'eventuale conduttore di neutro avrà la stessa sezione dei conduttori di fase:
- nei circuiti monofase a due fili, qualunque sia la sezione dei conduttori;
- nei circuiti polifase (e nei circuiti monofase a tre fili) quando la sezione dei conduttori fase sia
inferiore od uguale a 16 mm² se in rame.
- nei circuiti polifase, i cui conduttori di fase abbiano una sezione superiore a 16 mm² (rame), il
conduttore di neutro avrà una sezione inferiore a quella dei circuiti di fase se saranno soddisfatte
contemporaneamente le seguenti condizioni:
- la corrente massima, comprese le eventuali armoniche, che si preveda possa percorrere il
conduttore di neutro durante il servizio ordinario, non sia superiore alla portata massima ammissibile
nel conduttore stesso;
- la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16 mm² se in rame.
In ogni caso il conduttore di neutro dovrà essere protetto contro le sovracorrenti.
- Conduttori di protezione
Il dimensionamento del conduttore di protezione dovrà essere effettuato applicando la seguente
formula:
dove:
Sp = sezione del conduttore di protezione (mm²);
I = valore efficace della corrente di guasto che può percorrere il conduttore di protezione per un
guasto di impedenza trascurabile (A);
t = tempo di intervento del dispositivo di protezione (s);
K = fattore variabile in base al tipo di conduttore e di isolante.
In alternativa a quanto sopra il conduttore di protezione dovrà essere dimensionato in base alla tabella
54F delle norme C.E.I. 64-8 (fasc. 4135).
- Conduttori di terra
Il conduttore di terra è il conduttore che collega il nodo principale di terra al dispersore o i dispersori tra
loro. Il dimensionamento del conduttore di terra dovrà essere effettuato:
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
- se è prevista la protezione meccanica e contro la corrosione come indicato per il conduttore di
protezione.
- se non è prevista la protezione meccanica e contro la corrosione in base alla tabella 54A delle norme
C.E.I. 64-8 (fasc. 4135).
- Conduttori equipotenziali principali
I conduttori equipotenziali principali devono avere una sezione non inferiore a metà di quella del
conduttore di protezione di sezione più elevata dell’impianto, con un minimo di 6 mm². Non è richiesto,
tuttavia, che la sezione superi i 25 mm² se in rame o una sezione di conduttanza equivalente se di
materiale diverso (CEI 64-8 art. 547.1.1).
- Conduttori equipotenziali supplementari
Un conduttore equipotenziale supplementare che colleghi due masse, deve avere una sezione non
inferiore a quella del più piccolo conduttore di protezione collegato a queste masse.
Un conduttore equipotenziale supplementare che connette una massa ad una massa estranea, deve
avere una sezione non inferiore alla metà della sezione del corrispondente conduttore di protezione
(CEI 64-8 art. 547.1.2).
Per il dimensionamento dei collegamenti equipotenziali supplementari si devono rispettare anche le
norme che ne richiedono la realizzazione per gli ambienti specifici.
Tipo ed isolamento dei conduttori
I tipi dei conduttori da impiegare negli impianti dovranno essere quelli con marchio armonizzato CEE,
e precisamente:
- N07V-K (C.E.I. 20-22 II) per i circuiti di illuminazione, forza motrice, segnalazione e comando posati
all'interno di tubi protettivi e canale in materiale termoplastico e per il cablaggio interno di quadri.
- FG70R (C.E.I. 20-22 II) per i circuiti di illuminazione, forza motrice, segnalazione e comando posati
all'interno di tubi protettivi, canale o passerelle metalliche.
Colori distintivi dei conduttori
I conduttori impiegati nell’esecuzione degli impianti dovranno essere contraddistinti dalle colorazioni
previste nelle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL. In particolare i conduttori di neutro e di terra
dovranno essere contraddistinti rispettivamente ed esclusivamente con il colore BLU CHIARO e con il
bicolore GIALLOVERDE.
Gli impianti di classe 0 ed i circuiti di comando e segnalazione a 24 V avranno i conduttori
contraddistinti da colori diversi da quelli sopraelencati in modo da renderli facilmente identificabili e
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
distinguibili da conduttori di impianti di classe diversa. Nel caso s’impieghino cavi o conduttori aventi
rivestimento isolante di un'unica colorazione dovranno essere contrassegnate le fasi, il neutro e il
conduttore di terra con opportuni segnafili colorati.
Condutture portatavi
I conduttori dovranno essere sempre protetti meccanicamente. Dette protezioni dovranno essere
eseguite con:
- sistemi di tubi per posa interrata, a norme CEI EN 50086-2-4 (23-46);
- sistemi di tubo in PVC autoestinguente rigido, serie pesante a norme CEI EN 50086-2-1 (23-54) , per
posa in vista, di colore grigio;
- sistemi di tubo in PVC autoestinguente pieghevole serie pesante a norme CEI EN 50086-2-2 (2355), per posa incassata a parete o a pavimento, di colore nero, grigio, verde, azzurro e viola (N.B: il
tubo da annegare nel calcestruzzo nel l’edilizia prefabbricata deve essere di tipo autorinvenente ed
autoestinguente);
- sistemi di tubo flessibile (guaina) in PVC autoestinguente a norme CEI EN 50086-2-3 (23-56), per
allacciamenti in vista;
- sistemi di canali metallici ad uso portacavi a norme CEI 23-31 con grado di protezione minimo IP4X.
I tubi protettivi ed i canali portacavi dovranno avere un grado di riempimento tale da facilitare le
operazioni di infilaggio ed eventuale sfilaggio dei conduttori. Comunque le tubazioni dovranno essere
un diametro interno minimo di 13 mm. I tubi protettivi dovranno essere posati in modo da consentire
un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale
condensa) o verticale. Le curve dovranno essere realizzate con gli appositi raccordi o scatole. Potrà
essere eseguita, dove indispensabile, la piegatura dei tubi protettivi rigidi evitando il danneggiamento
dei tubi e la pregiudicazione della sfilabilità dei conduttori. Tutti i sistemi tubi dovranno essere di serie,
corredati di scatole di derivazione in quantità tale da rendere agevoli le operazioni di infilaggio e
sfilaggio dei conduttori.
Scatole di derivazione
Le scatole di derivazione dovranno essere in PVC autoestinguente con grado di protezione adeguato
all'ambiente in cui dovranno essere poste. Il coperchio dovrà essere f issato con viti e dovrà essere
apribile solo con attrezzo. Non dovranno essere utilizzati coperchi montati a pressione. Tutte le
derivazioni dovranno essere eseguite in dette scatole facendo uso di morsetti isolati che eviteranno il
danneggiamento dei conduttori all'atto del serraggio. In caso contrario i conduttori dovranno essere
provvisti di puntali a pressione. Non dovranno essere eseguiti derivazioni e/o giunzioni tramite
semplice attorcigliamento e nastratura o con morsetti MAMMUT. Il posizionamento delle scatole di
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
derivazione dovrà essere particolarmente curato in modo da non danneggiare l'estetica degli ambienti.
In tutte le scatole di derivazione da parete e da esterno, l'interconnessione scatola-tubo o scatolaguaina,
dovrà
essere
sempre
realizzata
con
raccordo
pressatubo
in
materiale
isolante
autoestinguente.
CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI
Il locale oggetto della presente progettazione con utilizzo come carrozzeria viene classificato come
ambiente di tipo ordinario. La cabina di verniciatura, quale locale con zone pericolose, è gia fornita di
idoneo impianto di aspirazione certificato. Il locale tintometro non è classificato in quanto sono
utilizzate vernici senza particolari solventi e comunque del tipo ad acqua.
L’impianto di riscaldamento sarà eventualmente realizzato In futuro utilizzando generatori di calore a
gas metano con bruciatori esterni. Anche le zone di lavorazione particolare sono previsti con idonei
sistemi di aerazione. Gli impianti elettrici sono comunque realizzati con un grado di protezione minimo
IP 44/55. Gli impianti elettrici sono stati progettati e devono essere realizzati in base alla suddetta
classificazione.
DESCRIZIONE DELLE OPERE
Alimentazione e Quadri elettrici
L’alimentazione viene derivata dal contatore sito esternamente dovrà essere installato un interruttore
generale magnetotermico differenziale selettivo a protezione delle linee di alimentazioni generali
completo di bobina di sgancio di emergenza.
In idonea posizione del locale è prevista l’installazione del Quadro Generale di Distribuzione (QGD)
per la protezione delle linee di distribuzione di forza motrice e di illuminazione.
Tale quadro dovrà essere realizzato con carpenteria di lamiera metallica verniciata, con porta piena e
pannelli modulari interni. I pannelli modulari dovranno essere provvisti di feritoie per consentire
l'accessibilità alle leve di comando degli interruttori e dovranno essere apribili soltanto tramite attrezzo.
Ogni linea in partenza dovrà essere protetta da interruttore magnetotermico o magnetotermico
differenziale con potere di interruzione non inferiore alla corrente di corto circuito presunta nel punto di
installazione.
Gli interruttori differenziali puri dovranno essere coordinati con gli interruttori magnetotermici per
raggiungere un potere di interruzione nominale condizionale uguale o superiore alla corrente di
cortocircuito presunta nel punto di installazione. Tutte le apparecchiature dovranno essere di tipo
modulare per innesto su guida DIN. Ogni interruttore dovrà essere identificabile mediante targhetta
recante l'indicazione del circuito interessato. Ogni apparecchio dovrà essere opportunamente siglato e
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
detta siglatura dovrà essere riportata sullo schema del quadro. Le linee in partenza dovranno essere
attestate su apposite morsettiere in materiale isolante non igroscopico. Per i locali uffici e spogliatoio è
previsto un quadro locale uffici QUF in esecuzione da incasso.
.
Ogni quadro dovrà essere dotato di targa con i dati del costruttore e del quadro stesso, nonché della
dichiarazione di conformità qualora il costruttore sia diverso dall’installatore; quanto sopra in
conformità alle norme CEI 17-13 e 23-51.
Gli involucri dovranno essere realizzati in conformità alla norma CEI 17-71 oppure CEI 23-48 e CEI
23-49 se di uso domestico e similare.
All’interno dei quadri ed all’esterno (fronte) dovranno essere installati dei necessari dispositivi
segnaletici (cartelli) con lo scopo di:
- vietare comportamenti che possono causare pericoli (segnali di divieto);
- avvertire del la presenza di un pericolo (segnali di avvertimento);
- prescrivere determinati comportamenti (segnali di obbligo);
- fornire informazioni diverse dalle suddette (segnali di divieto).
Gli interruttori differenziali dovranno essere provati mensilmente con tasto di prova come indicato dal
costruttore.
Rifasamento
Il rifasamento dell’impianto dovrà essere realizzato con un quadro automatico centralizzato in grado di
portare il fattore di potenza (cosφ) ad un valore superiore a 0,9. La regolazione dovrà inserire gruppi di
condensatori suddivisi su più gradini.
Dopo la messa in funzione dell’impianto e periodicamente, si dovrà verificare sulle fatture dell’ente
fornitore di energia elettrica la corretta regolazione del quadro di rifasamento.
Canalizzazioni e linee principali di distribuzione
Le canalizzazioni principali all’interno del fabbricato devono essere costituite da:
- passerelle in acciaio zincato verniciato;
- tubazioni PVC rigido da esterno e da incasso.
All’interno delle canalizzazioni dovranno essere posate le linee principali di distribuzione costituite da
cavi isolati in PVC con guaina esterna in gomma di qualità G7 tipo FG7(O)R non propaganti l’incendio
secondo la Norma CEI 20-22 II.
Il cavo che alimenta il pulsante di sgancio dovrà essere del tipo resistente al fuoco secondo la Norma
CEI 20-36 (Se non a sicurezza positiva).
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Le linee di alimentazione saranno conformi al punto “Tipo e isolamento dei conduttori”. All’interno delle
tubazioni PVC interne sono posate le linee di distribuzione costituite da conduttori isolati in PVC tipo
N07V-K non propaganti l’incendio secondo la Norma CEI 20-22 II.
Impianto di illuminazione
L’impianto di illuminazione dovrà essere realizzato:
- Per i locali di lavorazione utilizzando elementi prefabbricati componibili IP55 (blindoluce) a tre
conduttori (3P+N+T) , dotati di prese di derivazione sui lati . Lo staffaggio dovrà essere fatto a
sospensione. L’alimentazione degli apparecchi illuminanti dovrà essere realizzata con apposite prese
di derivazione, con contatti mobili , dotate di fusibile e complete di cavo.
- Per gli uffici e spogliatoi sotto traccia con tubazione in PVC corrugata flessibile autoestinguente serie
pesante, conduttori isolati in PVC non propagante l’incendio secondo le norme CEI 20-22 II tipo
N07VK, in alcuni servizi igienici.
Gli apparecchi illuminanti previsti sono:
- plafoniere fluorescenti lineari con corpo in acciaio e schermo in policarbonato infrangibile, grado di
protezione IP 65.
- plafoniere fluorescenti lineari con corpo in lamiera di acciaio inox e schermo lamellare tipo Dark Light
IP 20;
- apparecchi illuminanti con lampada ad incandescenza per i locali di servizio e i piccoli passaggi.
I comandi saranno:
- locali su apposite pulsantiere con apparecchi della serie civile componibile posti entro apposite
scatole incassate con supporto isolante e placca in resina e guaina PVC di protezione per gli ambienti
di lavorazione.
Tutte le plafoniere con lampade fluorescenti e i corpi illuminanti con lampade a scarica dovranno
essere rifasate in modo da ottenere un fattore di potenza non inferiore a 0,9; inoltre, le lampade
fluorescenti dovranno essere del tipo ad alto rendimento e avere le seguenti caratteristiche:
- potenze utilizzate: 58 W
- tonalità di luce: BIANCHISSIMA
- grado resa colori: 1B
- flusso luminoso: 58W - 5200 lm
Si raccomanda di eseguire la periodica pulizia degli apparecchi illuminanti e sostituzione delle
lampade per mantenere inalterato il livello di illuminamento. Il grado di illuminazione previsto per la
zona lavorazione è oltre 300 lux e 500 lux nelle zone box (verifica allegata)
Impianto di illuminazione di sicurezza
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
L’impianto di illuminazione di sicurezza ha lo scopo di illuminare:
- le vie di fuga,
- le uscite di sicurezza,
- le grandi aree,
al mancare dell’illuminazione ordinaria.
L’impianto è realizzato con gli stessi criteri costruttivi descritti per l’impianto di illuminazione normale.
È previsto l’utilizzo di apparecchi di tipo autonomo completi di batterie con autonomia minima di 1 h,
inverter e gruppo di commutazione automatica al mancare dell’energia di rete.
Dovrà essere prevista la scarica completa delle batterie ogni 6 mesi per evitare fenomeni di
polarizzazione che ne comprometterebbero l’autonomia, le stesse devono essere sostituite ogni
quattro anni circa secondo le indicazioni del costruttore.
Impianto di forza motrice
L’impianto di forza motrice ha lo scopo di realizzare l’alimentazione elettrica del quadro uffici, ai
pannelli presa ed quadri di bordo macchina. L’impianto dovrà essere realizzato:
- passerelle metalliche portatavi csd;
- a vista con tubazione in PVC rigida autoestinguente serie pesante, conduttori isolati in PVC non
propagante l ’ incendio secondo le norme CEI 20-22 II tipo N07V-K;
- sottotraccia con tubazione in PVC corrugata flessibile autoestinguente serie pesante, conduttori
isolati in PVC non propagante l ’ incendio secondo le norme CEI 20-22 II tipo N07V-K;
La consistenza e la disposizione delle prese è indicata sugli elaborati di progetto.
Impianto di terra e protezione dalle scariche atmosferiche
L’impianto di terra opportunamente coordinato con i dispositivi di protezione (interruttori automatici e/o
differenziali) ha lo scopo di proteggere dai contatti indiretti. L’impianto di terra dovrà collegare tutte le
masse e le masse estranee ai dispersori attraverso i conduttori di protezione, i conduttori
equipotenziali, il nodo principale di terra e i conduttori di terra.
I conduttori di protezione dovranno essere distribuiti insieme alle linee principali e ai circuiti utilizzatori,
faranno capo ai collettori di terra dei quadri di distribuzione e da questi al nodo principale di terra
realizzato nel collettore esterno al Quadro Interruttore Generale.
L’impianto di protezione così realizzato è stato collegato all’impianto disperdente esterno costituito da
una rete di corda di rame nuda interrata da 35 mm² posata lungo il perimetro del fabbricato.
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La progettazione degli impianti elettrici in una carrozzeria
Per quanto riguarda l’impianto di protezione da scariche atmosferiche, è stato eseguito il calcolo delle
probabilità di fulminazione diretta ed indiretta per l’edificio e per le linee entranti. Dal suddetto calcolo
le strutture risultano autoprotette.
VERIFICHE E MANUTENZIONE
Prima della messa in servizio l’impianto dovrà essere sottoposto alle verifiche iniziali e
successivamente (ove previsto) alle verifiche periodiche.
In questo capitolo si vuole inoltre informare il committente sulla necessità di una periodica
manutenzione degli impianti per mantenere inalterato il livello di sicurezza nel tempo, tale
manutenzione deve essere eseguita da personale competente come richiesto dalla legge 46/90 art.
10.
In particolare gli impianti dovranno essere eserciti nel rispetto delle seguenti norme:
- CEI 11-27 (fasc. 3408 R - anno 1997): Esecuzione dei lavori elettrici a tensione nominale non
superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua.
- CEI 11-48 (fasc. 4805 - anno 1998): Esercizio degli impianti elettrici.
I “lavori elettrici”, compresi la sostituzione di lampade e fusibili, devono essere eseguiti da personale
addestrato.
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