le abilita` motorie - Corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive

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L’ABILITA’
Mechling (1987) definisce l’abilità come un elemento dell’attività umana cosciente, eseguito in gran parte in
modo automatico, che si sviluppa ampiamente attraverso l’esercizio.
Per Meinel le abilità sono azioni che vengono consolidate prevalentemente con l’esercizio ripetuto, che si
svolgono, almeno in parte, automaticamente, cioè senza che l’attenzione venga intenzionalmente
concentrata su di esse.
Blume precisa che in una abilità la coordinazione è talmente perfezionata e consolidata che il compito di
movimento viene svolto con molta sicurezza
CAPACITA’ COORDINATIVE
CAPACITA’ CONDIZIONALI
CAPACITA’ MOTORIE
ABILITA’ MOTORIE
PRESTAZIONI MOTORIE
Le abilità motorie sono:
1. GENERALI: si strutturano nel corso dell’evoluzione a seguito dei processi di apprendimento,
controllo, adattamento e trasformazione degli schemi motori di base, di cui sono l’esaltazione.
2. SPECIFICHE: fondate su quelle generali, rappresentano le tecniche utilizzate per lo svolgimento di
precisi compiti.
N.B. In ambito sportivo le abilità specifiche si configurano come ABILITA’ MOTORIE SPORTIVE e si
distinguono in:
ABILITA’ TECNICHE: costituite da azioni di tipo specifico, proprie delle diverse discipline,
definite TECNICHE SPECIALISTICHE ( ad esempio i fondamentali individuali: palleggio,
passaggio, tiro)
ABILITA’ TATTICHE strettamente collegate a quelle tecniche, delle quali rappresentano la
capacità di utilizzo, in modo variabile e combinato ed in relazione alla disciplina praticata (si
manifestano segnatamente nelle attività con situazioni mutevoli, come i giochi di squadra)
ABILITA’ MOTORIE
ABILITA’ MOTORIE
SPECIFICHE
ABILITA’ TECNICHE
ABILITA’ MOTORIE SPORTIVE
ABILITA’ TATTICHE
Secondo Meinel il processo di apprendimento delle abilità motorie comprende TRE FASI:
1. FASE DELLA COORDINAZIONE GREZZA:
Il movimento è compreso in modo globale; la sua rappresentazione mentale è ancora imperfetta per
mancanza di elementi nella memoria motoria. L’attivazione dei processi di ricezione ed
elaborazione delle informazioni da parte dei vari analizzatori, in particolare di quello cinestesico, è
parziale, di conseguenza l’individuo controlla e regola il movimento in modo impreciso, soprattutto
con il circuito regolatorio esterno,tramite informazioni visive ed acustiche (spesso fornite
dall’insegnante o allenatore). Il movimento è poco fluido ed armonico, presenta ampiezza di
spostamenti dei segmenti spesso poco conforme al movimento stesso, con errata applicazione
della forza (ipertonia). Solo la continua ripetizione consente di acquisire una forma grossolana del
movimento. Questa fase inizia con la comprensione del compito, in cui è molto importante
presentare all’allievo il modello di movimento, attraverso dimostrazioni precise e più volte ripetute
(fissazione mnemonica dell’immagine) sostenuta da indicazioni verbali selezionate con cura,
evitando di eccedere in dettagli, che saranno utili in seguito.
CHIAREZZA,PRECISIONE E CONCISIONE dell’informazione da parte dell’insegnante. Occorre
ricercare esercitazioni facilitate, globali e non analitiche, ma precise affinchè l’allievo possa ricevere
tutte le riafferenze cinestesiche, indispensabili per una precisazione del programma motorio e per la
regolazione del movimento.
2. FASE DELLA COORDINAZIONE FINE
Si perfeziona sempre più la propria azione, con un miglior controllo favorito da una
rappresentazione mentale più precisata e dall’attivazione più selettiva del circuito regolatorio
interno (analizzatore cinestesico, tattile, vestibolare, con reafferenze in grado di dirigere l’azione).
Ciò determina una miglior sinergia muscolare, un miglior tono muscolare di applicazione ed un
miglior equilibrio. Lo sviluppo della coordinazione fine avviene e va sostenuto in virtù di continue
ripetizioni, con carattere di stabilità, evitando variazioni che potrebbero provocare problemi di
adattamento. In questa fase si assiste spesso ad un momento di stasi, il famoso PLATEAUX DI
APPRENDIMENTO
3. FASE DELLA STABILIZZAZIONE, DELLA COORDINAZIONE FINE E DELLA DISPONIBILITA’
VARIABILE.
E’ questa la fase in cui il movimento viene ulteriormente perfezionato ed eseguito con sicurezza,
efficacia, tempestività, precisione. L’individuo è in grado di elaborare le informazioni cinestesiche e
il movimento è sempre più stabilizzato ed automatizzato. Le proposte avranno il fine di stimolare lo
sviluppo della DISPONIBILITA’ VARIABILE, intendendola come la possibilità di trasformare ed
adattare il movimento efficacemente in relazione alle diverse situazioni operative.
N.B. le abilità motorie sono suscettibili di miglioramento con un allenamento mirato e con il sostegno delle
capacità condizionali.
Tratto da “L’educazione fisica”-ed. Piccin
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