Successo per caso. Dieci pezzi facili - Guido Michelone, 18.01.2014 Storie/Canzoni ispirate da eventi strani e inaspettati. Dai Beatles ai Nirvana. Brani nati in circostanze insolite e diventati vere e proprie hit mondiali per ragioni fortuite. Pezzi che hanno contribuito a dare fama ad artisti semisconosciuti e a lanciare stili e generi Cè una sequenza nel film Totò a colori (1952), in cui il comico napoletano, nelle vesti di un improbabile compositore avanguardista, incarna i più frusti stereotipi dellispirazione musicale: la mattina, appena sveglio, apre la finestra che dà sul giardino, ascolta i fringuelli cinguettare su un ramo fiorito, quindi si siede al pianoforte e si mette a scrivere sullo spartito le note «rubate» agli uccellini. Scardinando questi paradossi che di proposito ridicolizzano i cascami arcadico-romantici che ancora, negli anni Cinquanta, ammantano gli ideali del musicista dotto, il rock da allora a oggi si nutre di ben altre fonti per limmaginario creativo, guardando con occhi smaliziati la cruda realtà odierna, spaziando, a livello di contenuti letterari, tra gli argomenti più futili, banali, scabrosi che si possano pensare. Ecco dunque un campionario di dieci brani ispirati da eventi strani, inaspettati, talvolta incredibili o inverosimili, grazie ai quali si arriva a grandissimi successi mondiali, nonostante il pragmatismo delle situazioni. The Carpenters – Weve Only Just Begun Paul Williams è il songwriter per eccellenza dellera contemporanea e uno dei pochi a vincere un Grammy, un Golden Globe e un Oscar con un proprio canzoniere. È lui il protagonista del Fantasma del palcoscenico in versione rock ed è lui il «ragazzo» che scrive The Rainbow Connection per il Muppet Movie; decine di artisti dai Seventies a oggi registrano le sue canzonette. Ma la hit che per prima determina la svolta nella carriera è quella composta per i Carpenters nel 1970, che trae la romantica ispirazione da uno spot per una banca. Da perfetto sconosciuto nel business, Williams cofirma un jingle di circa un minuto per la Crocker Bank: lo spot affronta il tema del matrimonio con lo slogan: «Tu hai una lunga strada da percorrere. Vorremmo aiutarvi a intraprenderla». Il jingle ottimista di Williams di fatto è in pratica il primo minuto della canzone che alla fine scriverà, cercando un protagonista maschile vocale. La neonata band formata dai fratelli Richard e Karen Carpenter, visto lo spot, conquistata dalla melodia, chiede che Williams scriva una versione allungata per poterla registrare come The Carpenters. Nel luglio del 1970, i due ottengono il primo hit con un romantico vocalismo in (They Long to Be) Close to You di Burt Bacharach e, tre mesi dopo, Williams rielabora il jingle bancario in Weve Only Just Begun per farlo diventare il secondo grande successo del duo del Connecticut, che si piazza secondo in classifica. Il successo del brano permette un balzo in avanti alla carriera di Williams medesimo e, in aggiunta agli onori di cui sopra, non solo viene inserito nella Songwriters Hall of Fame nel 2001 ma, otto anni dopo, è addirittura eletto Presidente della Ascap, maggior organizzazione professionale di autori di canzoni. Michael Sembello – Maniac Un altro songwriter, Michael Sembello, raggiunge il successo come artista con una canzone che gli consente di vivere di rendita per almeno un paio di decenni: Maniac è il primo singolo dalla colonna sonora del film Flashdance, exploit da box office per un musical allepoca amato alla follia da pubblico e critica. Il brano si aggiudica persino il primo posto nella hit del 1983, anno in cui le classifiche di Billboard sono affollate da nuove superstar in stile Mtv; Maniac è però in grado di distinguersi per almeno due buone ragioni: il videoclip risulta innovativo (tra i primi a utilizzare spezzoni da un film), il ritmo diventa pulsante e larrangiamento è efficace grazie ai toni leggermente ambrati. Nominato per un Academy Award rimane ancora, trentanni dopo, la canzone di una colonna sonora dagli incassi più alti. Lispirazione per il pezzo arriva dal famigerato Maniac, film horror del 1980 per la regia di William Lustig. Sembello e il paroliere Dennis Matkosky sono grandi fan della pellicola, e per questo scrivono per la canzone un testo molto diverso da ciò che vedrà la luce come versione finale. Anche se forse non si saprà mai il significato autentico della canzone, Sembello rivela pubblicamente che il coro in origine intona: «È un maniaco, maniaco, questo è sicuro/egli ucciderà il vostro gatto con le unghie alla porta». Phil Ramone, produttore dello score di Flashdance, ascolta il demo e si innamora della melodia, ma suggerisce inevitabilmente una modifica del testo. Il contenuto del brano viene quindi rielaborato per narrare di una ragazza che è solo «maniaca» per i balli moderni e il resto è storia. La vicenda occupa ancora i pensieri di Sembello stesso, come si vede negli extra della riedizione in dvd del lungometraggio. Nirvana – Smells Like Teen Spirits Canzone che non necessita di presentazioni, Smells Like Teen Spirit fa conoscere i Nirvana al mondo intero, cambiando in pratica per sempre la storia della musica pop. Si tratta di un brano che si potrebbe definire «generazionale» almeno per una volta nella vita, dato che si tratta della cosiddetta Generazione X, altrimenti nota come «massa brulicante di fannulloni», le cui ispirazioni risultano casuali, pressapochiste e senza senso, come forse ci si potrebbe aspettare. Per cominciare, il famoso ritornello «ora siamo qui, fateci divertire» è solo qualcosa di malandrino che il frontman Kurt Cobain ama dire quando arriva a una festa. Cobain dichiara, altresì, più di una volta, che la canzone è un palese tentativo di scopiazzare i Pixies, una delle sue rock band preferite. La struttura dinamica «morbida, morbida e forte, morbida morbida e forte» viene presa direttamente dal gruppo bostoniano. Ma il titolo del brano, in apparenza senza senso o fuori schema (come gran parte del resto della canzone) viene direttamente ispirato da Kathleen Hanna, cantante delle Bikini Kill, la cui batterista Tobi Vail esce con Kurt nel periodo in cui scrive Smells Like Teen Spirit. Hanna scarabocchia la frase «Kurt Smells Like Teen Spirit» (letteralmente «Kurt profuma di spirito giovanile») sulla parete del proprio appartamento, dopo una notte di bagordi, trascorsa con Cobain stesso, per scoprire poi che, al risveglio, Kurt la prende come un complimento per il suo animo ribelle. Lei invece vuole ridicolizzarlo dopo una discussione su anarchia e punk, conclusasi tra alcol e spinelli. La cosa lì per lì passa inosservata: lui non lo sa e lo scoprirà solo qualche tempo dopo che Teen Spirit è semplicemente la marca di deodorante di Tobi Vail. Sembra dunque paradossale che il brano destinato a conquistare i cuori e le menti delle ventenni in tutto il mondo si riferisca direttamente a un prodotto da supermercato per adolescenti. Chic – Le Freak Nile Rodgers è una leggenda musicale. Dopo un «viaggio» di due giorni con Timothy Leary, è ricoverato nello stesso ospedale di un altro celebre artista tossicodipendente, Andy Warhol, e appena uscito si trova a duettare in jam session con Jimi Hendrix. Poi oltre suonare la chitarra e comporre per il quartetto Chic (una delle band di culto della discomusic) diventa un produttore assai influente per artisti pop del calibro di David Bowie e Madonna; ma non è sempre una leggenda, come insegna la genesi di uno dei brani più illustri degli stessi Chic. Grace Jones, cantante, attrice e modella, una sera invita Rodgers e Bernard Edwards (suo sodale nella band) a fare due salti in discoteca, allo Studio 54 di New York, locale noto come la «Grand Central Station delle droghe». Vi arrivano dalla porta sul retro su indicazioni della Jones, perché lingresso ufficiale è a loro negato dallusciere. Più tardi si intrattengono amichevolmente nellappartamento di Rodgers ed è lì che improvvisa il riff di Le Freak e lo slogan «Awwwww, fuck off!», diretto allo Studio 54 in generale e al buttafuori in particolare. Rendendosi conto che stanno scrivendo una grande canzone, ma che non ha alcuna possibilità di essere trasmessa in radio, Rodgers prende in prestito una frase gergale usata per tra chi faceva uso di lsd: «Freak Out!» rimpiazza la parolaccia e la canzone è pronta. Le Freak diventa subito un hit da primo posto in classifica e rimane un funky/disco classico: il tutto grazie a un «gorilla». Run-Dmc – Walk this Way Nel 1986 il rap è ancora considerato una moda passeggera nella maggior parte del mondo occidentale. Dopo due album che diventano un punto di riferimento per un nuovo modello sonoro ed estetico nella musica afroamericana, i Run-Dmc, trio proveniente dal quartiere Queens di New York, sono sul punto di diventare artisti internazionali, ma il loro terzo album, il monumentale Raising Hell, manca di un singolo che spacchi. Nel decennio precedente lapertura di due battute alla batteria sul ritmo di Walk this Way degli Aerosmith era stata alla base di molti rap. Quella battuta mid-tempo era perfetta per rapparci sopra e i Run-Dmc accarezzano lidea di utilizzare queste cadenze per un brano del loro nuovo album. Il produttore Rick Rubin suggerisce così di farne una cover. Con grande disappunto della band (che non ha idea di chi siano gli Aerosmith, non conoscono la canzone e, al primo ascolto, la respingono come «hippie incomprensibile»), Rubin invita il cantante Steven Tyler e il chitarrista Joe Perry degli Aerosmith a collaborare, fino a concordare diversi punti assieme. Il risultato catapulta i Run-Dmc nello star system mondiale, resuscitando altresì la carriera un po flaccida del gruppo hard rock: Walk this Way può essere considerata come la canzone che ha dato fama e importanza a un genere musicale di nicchia come il rap, e il tutto grazie allidea, allora radicale, di uninterazione fra due sonorità molto diverse tra loro. The Hillside Singers/The New Seekers – Id Like to Teach the World to Sing Bill Backer dirigente del settore pubblicitario della Coca-Cola ha unispirazione geniale in attesa di un volo in ritardo fra Stati Uniti e Irlanda nel gennaio del 1970. Osservando in un bar i cittadini della verde isola ridere per le amenità sulle bottigliette della celebre bibita gassata, comincia a vedere il prodotto che deve reclamizzare non come una bevanda dolce aromatizzata, bensì alla stregua di un legame comune tra la gente del mondo. Il lampo creativo di Backer conduce al famoso spot «in cima alla collina» con il jingle »Id like to buy the world a Coke» (Mi piacerebbe comprare una Coca-Cola nel mondo), una lirica che Backer scribacchia su un tovagliolo, mentre è seduto in quel caffè in attesa dellaereo. Lo spot diventa così incredibilmente popolare (dal novembre 1971 la Coca-Cola riceve 100mila lettere di complimenti) che la gente chiama le stazioni radio chiedendo di ascoltare la versione completa del jingle; dato che ancora manca una versione definitiva, lazienda decide di convocare un gruppo di autori per scrivere un testo esaustivo. Arrivano quindi due differenti versioni: la prima da un gruppo di musicisti di studio soprannominato The Hillside Singers, la seconda dalla nota folk band The New Seekers, che ottengono rispettivamente il tredicesimo e il settimo posto nelle classifiche di Billboard con il brano I’d Like to Teach the World to Sing (senza riferimenti alla Coke nei testi). Decenni più tardi, lannuncio sonoro è costantemente monitorato tra i più popolari e influenti di ogni tempo, addirittura lo spartito dellazzeccato jingle di Backer continua a vendere bene in tutto il mondo. The Beatles – Come Together È un segreto di Pulcinella che la rock band più famosa di tutti i tempi sia po svitata o pazzerella, a cominciare da John Lennon, desideroso, con sincera passione, di lasciare un profondo segno umoristico, declinandolo in pratica in tutto ciò che realizza, dalle canzoni ai gesti, dai racconti ai disegni. Il brano trainante di Abbey Road, il canto del cigno per i quattro (Let It Be uscirà dopo, sebbene fu registrato prima) è Come Together, che risulta una composizione sui generis, dal testo quasi impenetrabile che inizia con una frase rubata, parola per parola, a un rock’n’roll di Chuck Berry («Here come ol flat-top»). Mentre i versi sono liberamente disseminati di termini fuori contesto e frasi senza senso, il coretto implora: «Venite insieme, proprio ora, su di me»; sembra quasi un grido di battaglia fuori luogo in una lirica messa insieme da non-sequitur, ovvero da mancanza di logica; ma cè una buona ragione per tutto ciò: grido di battaglia è quello che la canzone in origine vuole essere. Come Together risulta infatti lo slogan della campagna sulllsd da parte del teorico Timothy Leary, che entra in competizione con Ronald Reagan nel 1970 per le elezioni a governatore della California. Lennon, ovviamente un fan convinto dellacido lisergico, invita Leary e consorte al «bed- in» di Montréal, dove assieme a Yoko Ono sta protestando, dal letto di un albergo, contro la guerra in Vietnam. Timothy allora chiede a John di scrivere una canzone a tema per la campagna politica utilizzando proprio tale slogan. Lennon ne esegue una prima versione in un paio di stazioni radio californiane, ma non se ne fa nulla, e decide quindi che in realtà utilizzerà la musica in altro modo. Grazie a un aumento del ritmo che si fa più sinuoso e alla linea funk del basso di Paul McCartney, il missaggio in studio porta a esiti convincenti per Come Together, così da farla inserire in apertura di Abbey Road. E in seguito Lennon avrà più volte modo di dichiarare come Come Together fosse una delle sue canzoni preferite The Beatles – Taxman I Beatles sono allepoca ragazzi molto irriverenti, e anche quello in apparenza più serio, il chitarrista George Harrison, risulta in realtà incline a eccessi, stravaganze e smargiassate. Noto per essere un autore di seconda fascia nel gruppo (di sicuro dietro Lennon e McCartney) e firmatario di massimo due canzoni per album (un’impasse che provocò una gigantesca reazione con il triplo album solo All Things Must Pass appena dopo lo scioglimento della band), le abilità compositive di Harrison emergono nel corso del 1966, quando un suo brano arriva ad aprire (e connotare) uno dei migliori album dei Fab Four, Revolver. La canzone, Taxman, ha un soggetto letterario che va dritto al cuore di tutte le rockstar inglesi del tempo: la sconcertante «supertax», un’imposta sul reddito che andava a toccare gli introiti milionari degli artisti britannici più celebri. Una fabbrica di soldi come i Beatles non poteva quindi sfuggire alla scure del governo, che impose una tassa del 95% per cento sui loro introiti: non a caso, tra i musicisti, nascono decine di «esuli fiscali» che lavorano in Gran Bretagna ma vivono in paesi dove le leggi fiscali sono più favorevoli. Al «sopruso» Harrison rispose con questa canzone il cui incipit mette subito in chiaro il pensiero, «Lasciati dire come andrà/Uno per te, diciannove per me/Perché sono luomo delle tasse», mentre i cori non vanno tanto per il sottile e chiamano in causa, per nome, il leader del partito laburista Harold Wilson e quello dei conservatori Edward Heath. Tuttavia la genesi musicale della canzone è tanto semplice quanto stupida: Harrison è un grande appassionato dello show televisivo Batman, e il leitmotiv ispira direttamente la composizione. Creedence Clearwater Revival – Green River Benché si presentino come paladini del «bayou rock» o «swamp rock» i Creedence Clearwater Revival non vengono affatto dalla Louisiana o da zone limitrofe: il gruppo è di Bakersfield, California. Il cantante e autore John Fogerty dalla voce roca e sporca aiuta a «vendere» canzoni (da Born on the Bayou a Green River), che, pur vicine alla musica delle paludi, nascono da un luogo dinfanzia nei pressi di Winters (California), dove John e il fratello Tom (chitarrista) si ritrovano di frequente. Tuttavia non esiste Green River in California e nemmeno in Louisiana. Il titolo della canzone non proviene da un fiume reale, ma da una marca di bibite (inventata nel 1919) che Fogerty ricorda sin da bambino. In unintervista del 1993, a Rolling Stone, John rivela: «Ci sono queste bottiglie: il mio gusto preferito è chiamato Green River. È di colore verde, aromatizzato al limone, e basta prendere un bicchiere, tirare fuori del ghiaccio, versare un po di sciroppo e dellacqua frizzante, e si ha un autentico ’fiume verde’». Questa bevanda, venduta anche in lattine, nasce durante il proibizionismo e per un bel po di tempo negli Stati Uniti è seconda in popolarità solo alla Coca-Cola; viene ancora realizzata come soft drink, nonostante lassenza di pubblicità televisiva: «Come on home to Green River» («Vieni a casa a Green River») sarebbe un jingle impressionante. Dire Straits – Money for Nothing Il testo Money for Nothing, successone dei Dire Straits, sembra cantato dalla prospettiva di un fattorino che consegna elettrodomestici («Dobbiamo installare forni a microonde/Consegne di cucine su misura/Dobbiamo spostare questi frigoriferi/Dobbiamo spostare queste tv a colori» dice il ritornello) che non è esattamente una rigogliosa fonte ispirativa per gli autori di brani rock. Considerando il sentimento generale del testo che le rockstar sono ricche e pigre e soprattutto che vengono pagate con oscene quantità di denaro per qualcosa che anche una scimmia potrebbe fare Money for Nothing può essere considerato uno dei pezzi più ironici mai scritti nella storia della popular music. Il cantante, chitarrista e compositore Mark Knopfler in realtà inizia la lirica proprio in un negozio di elettrodomestici, sulla base di una conversazione tra due dipendenti, che intercetta per caso. Molte espressioni di tale dialogo restano inalterate nella canzone, quasi riprodotte parola per parola, mentre i commessi stanno guardando alcuni videoclip su Mtv; Knopfler in tal senso pensa che la loro lingua suoni «più reale» rispetto a ciò che potrebbe scrivere in merito: «Guardali gli yo-yo/È il modo in cui lo fai/Suoni la chitarra su Mtv/Questo non è lavorare/È il modo in cui lo fai/Soldi a palate e fighette gratis». Grazie al testo divertente e per nulla convenzionale e grazie alla video-animazione digitalizzata (una delle prime grazie al supercomputer Cray MP- 1) e grazie soprattutto a un riff di chitarra tra i più focosi del rock, la canzone sale vertiginosamente e direttamente alla posizione numero uno delle classifiche mondiali, diventando una rock song popolarissima. Così i due commessi del negozio lamentandosi della vita e di come sia facile essere miliardari per le stelle della musica, non si accorgono che proprio una ricca rockstar sembra essersi appollaiata lì vicino per origliare la conversazione e per sublimarla prontamente in testo da top ten che vale esattamente un trilione di dollari, risultando un best seller epocale in un decennio che vede la concorrenza di Thriller o Purple Rain, nonché degli album di Bruce Springsteen o Madonna. La morale della favola? Mai parlar male delle rockstar in pubblico, non si sa mai se qualcuno alle spalle è già pronto a scrivere il prossimo tormentone. © 2017 IL NUOVO MANIFESTO SOCIETÀ COOP. EDITRICE