Il mondo iperreale attraverso i microscopi ottici Riccardo Dossena Liceo Scientifico “G. Novello” - Codogno (LO) VI Giornata Nazionale di Analisi Non Standard Lucca, 1 ottobre 2016 Cosa sono i microscopi ottici? Fonte: H.J. Keisler, Elementary Calculus Cosa sono i microscopi ottici? Fonte: H.J. Keisler, Elementary Calculus degli strumenti ottici, che a volte ci consentono di ottenere un risultato in modo più rapido e più chiaro che col calcolo. Poiché un arco di circonferenza osservato a un microscopio nonstandard è indistinguibile da un tratto rettilineo, è immediato ricavare che per ogni infinitesimo non nullo δ si ha che sin δ ~ δ . Vi ricordo che abbiamo convenuto di usare il simbolo di uguaglianza in luogo di quello di indistinguibilità, salvo situazioni in cui è utile o necessario fare questa distinzione, e scriveremo semplicemente che sin δ = δ . Cosa sono i microscopi ottici? Sulla circonferenza goniometrica consideriamo, per semplicità, un angolo x del primo quadrante e un incremento infinitesimo dx . Chiamiamo OA e OB i raggi che comprendono l'incremento angolare dx e con A′ e B′ le proiezioni sull'asse delle ascisse rispettivamente di A e di B. Puntiamo allora un microscopio nonstandard in modo da avere l'arco AB nel campo visivo. L'arco AB appare indistinguibile da un segmento rettilineo e i tratti Fonte: G. Goldoni, Il professor Apotema insegna. . . La retta reale e il microscopio standard La retta reale e il microscopio standard La retta reale e il microscopio standard La retta reale e il microscopio standard a+ a− a 7! 0 1 n 1 n 2 n 7! 1 a+ ... 7! −1 7! 2 a+ a− a 7! 0 1 n 1 n 2 n 7! 1 a+ ... 7! −1 7! 2 Ciò si può ottenere con la trasformazione µ : R ! R definita da µ(x ) = x −a 1 n = n(x − a) a+ a− a 7! 0 1 n 1 n 2 n 7! 1 a+ ... 7! −1 7! 2 Ciò si può ottenere con la trasformazione µ : R ! R definita da µ(x ) = x −a 1 n = n(x − a) identificando x con la sua immagine µ(x ) La retta iperreale e i microscopi infinitesimali L’immagine visiva della retta iperreale è identica a quella della retta reale La retta iperreale e i microscopi infinitesimali L’immagine visiva della retta iperreale è identica a quella della retta reale A maggior ragione non possiamo distinguere numeri che differiscono per un infinitesimo ε Per visualizzare la differenza fra c e c + ε introduciamo la trasformazione µ : R∗ ! R∗ definita da µ(x ) = x −c ε Per visualizzare la differenza fra c e c + ε introduciamo la trasformazione µ : R∗ ! R∗ definita da µ(x ) = µ(c) = 0 µ(c + ε) = 1 µ(c − ε) = −1 x −c ε Per visualizzare la differenza fra c e c + ε introduciamo la trasformazione µ : R∗ ! R∗ definita da µ(x ) = µ(c) = 0 µ(c + ε) = 1 µ(c − ε) = −1 x −c ε Per visualizzare la differenza fra c e c + ε introduciamo la trasformazione µ : R∗ ! R∗ definita da µ(x ) = x −c ε µ(c) = 0 µ(c + ε) = 1 µ(c − ε) = −1 e identifichiamo x con la sua immagine µ(x ) Osservazione Qual è l’immagine tramite µ di un numero iperreale come c + ε2 anch’esso infinitamente vicino a c? Osservazione Qual è l’immagine tramite µ di un numero iperreale come c + ε2 anch’esso infinitamente vicino a c? µ(c + ε2 ) = c + ε2 − c =ε ε Osservazione Qual è l’immagine tramite µ di un numero iperreale come c + ε2 anch’esso infinitamente vicino a c? µ(c + ε2 ) = c + ε2 − c = ε ≈ 0 (infinitesimo) ε quindi il numero c + ε2 andrebbe rappresentato nella stessa posizione di c Per capire esattamente qual è l’immagine di un qualsiasi numero iperreale finito è utile considerare la parte standard di µ µ̄(x ) = st(µ(x )) = st x −c ε Per capire esattamente qual è l’immagine di un qualsiasi numero iperreale finito è utile considerare la parte standard di µ µ̄(x ) = st(µ(x )) = st µ̄(c) = 0 µ̄(c + ε) = 1 µ̄(c − ε) = −1 µ̄(c + ε2 ) = 0 x −c ε Per capire esattamente qual è l’immagine di un qualsiasi numero iperreale finito è utile considerare la parte standard di µ µ̄(x ) = st(µ(x )) = st µ̄(c) = 0 µ̄(c + ε) = 1 µ̄(c − ε) = −1 µ̄(c + ε2 ) = 0 x −c ε Microscopio non-standard Siano c ∈ R∗ e ε > 0 infinitesimo. La funzione µ : R∗ ! R∗ , µ(x ) = x −c ε è chiamata lente-ε puntata in c. Il campo visivo di µ è l’insieme Cµ = {x ∈ R∗ | µ(x ) è finito}. Considerando la parte standard di µ, otteniamo la funzione µ̄ : Cµ ! R, µ̄(x ) = st x −c ε chiamata lente-ε ottica puntata in c (o microscopio ottico). Il campo visivo di una lente-ε è l’insieme dei numeri che appaiono nell’immagine attraverso la corrispondente lente ottica µ̄. Di fatto viene rappresentata solo una parte del campo visivo, mediante un cerchio centrato di solito dove viene puntata la lente. Se ε è infinitesimo, ε2 è “ancora più infinitesimo” Se ε è infinitesimo, ε2 è “ancora più infinitesimo” ε2 è infinitesimo, cioè ε rispetto a ε2 è infinitamente il rapporto ε grande Se ε è infinitesimo, ε2 è “ancora più infinitesimo” ε2 è infinitesimo, cioè ε rispetto a ε2 è infinitamente il rapporto ε grande Definizione Dati due infinitesimi non nulli ε e δ, diciamo che ε ε ha ordine superiore rispetto a δ se è infinitesimo; δ ε ha lo stesso ordine di δ se ε è finito non infinitesimo; δ ε ha ordine inferiore rispetto a δ se ε è infinito. δ Cosa si può effettivamente vedere attraverso una lente-ε ottica puntata in c ∈ R∗ ? Cosa si può effettivamente vedere attraverso una lente-ε ottica puntata in c ∈ R∗ ? Si possono distinguere separati da c solo i numeri del tipo c +λ con λ infinitesimo dello stesso ordine di ε. Cosa si può effettivamente vedere attraverso una lente-ε ottica puntata in c ∈ R∗ ? Si possono distinguere separati da c solo i numeri del tipo c +λ con λ infinitesimo dello stesso ordine di ε. λ di ordine inferiore rispetto a ε ⇒ c + λ esce dal campo visivo Cosa si può effettivamente vedere attraverso una lente-ε ottica puntata in c ∈ R∗ ? Si possono distinguere separati da c solo i numeri del tipo c +λ con λ infinitesimo dello stesso ordine di ε. λ di ordine inferiore rispetto a ε ⇒ c + λ esce dal campo visivo λ di ordine superiore rispetto a ε ⇒ c + λ e c appaiono sovrapposti Una lente-ε riesce a separare ε da 0, ma non ε2 che è di ordine superiore rispetto a ε Una lente-ε riesce a separare ε da 0, ma non ε2 che è di ordine superiore rispetto a ε Per separarli serve una lente-ε2 Una lente-ε riesce a separare ε da 0, ma non ε2 che è di ordine superiore rispetto a ε Per separarli serve una lente-ε2 , ma ε esce dal campo visivo Microscopi puntati in microscopi Definizione Un microscopio puntato in un microscopio è una lente applicata in un punto di un’altra lente Microscopi puntati in microscopi Definizione Un microscopio puntato in un microscopio è una lente applicata in un punto di un’altra lente Microscopi puntati in microscopi Definizione Un microscopio puntato in un microscopio è una lente applicata in un punto di un’altra lente Microscopio non-standard in due dimensioni Siano (α, β) ∈ R∗ 2 e ε > 0 infinitesimo. La funzione µ: R ∗2 ∗2 !R , µ(x , y ) = x −α y −β , ε ε è detta lente-ε puntata in (α, β). Il campo visivo di µ è l’insieme Cµ = {(x , y ) ∈ R∗ 2 | µ(x , y ) è finito}. Considerando le parti standard di µ, otteniamo la funzione µ̄ : Cµ ! R , 2 x −α x −β µ̄(x , y ) = st , ε ε detta lente-ε ottica puntata in (α, β) (o microscopio ottico). Funzioni derivabili y = f (x ) derivabile in a Funzioni derivabili y = f (x ) derivabile in a dx incremento infinitesimo dy = f (a + dx ) − f (a) ≈ f 0 (a)dx f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) Funzioni derivabili y = f (x ) derivabile in a dx incremento infinitesimo dy = f (a + dx ) − f (a) ≈ f 0 (a)dx lente-dx su (a, f (a)) (a, f (a)) 7! (0, 0) f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) x − a y − f (a) (x , y ) 7! st , dx dx Funzioni derivabili y = f (x ) derivabile in a dx incremento infinitesimo dy = f (a + dx ) − f (a) ≈ f 0 (a)dx lente-dx su (a, f (a)) (a, f (a)) 7! (0, 0) f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) x − a y − f (a) (x , y ) 7! st , dx dx (a + dx , f (a + dx )) Funzioni derivabili y = f (x ) derivabile in a dx incremento infinitesimo dy = f (a + dx ) − f (a) ≈ f 0 (a)dx lente-dx su (a, f (a)) (a, f (a)) 7! (0, 0) f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) x − a y − f (a) (x , y ) 7! st , dx dx (a + dx , f (a + dx )) 7! st(1, f 0 (a) + ε) 7! (1, f 0 (a)) Funzioni derivabili Consideriamo il punto (a + λ, f (a + λ)) con λ infinitesimo dello stesso ordine di dx f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) x − a y − f (a) (x , y ) 7! st , dx dx Funzioni derivabili Consideriamo il punto (a + λ, f (a + λ)) con λ infinitesimo dello stesso ordine di dx visto attraverso la lente-dx st f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) x − a y − f (a) (x , y ) 7! st , dx dx λ f 0 (a)λ + λε , st dx dx = st λ f 0 (a)λ λε , st + dx dx dx Funzioni derivabili Consideriamo il punto (a + λ, f (a + λ)) con λ infinitesimo dello stesso ordine di dx visto attraverso la lente-dx st f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) x − a y − f (a) (x , y ) 7! st , dx dx λ f 0 (a)λ + λε , st dx dx = st λ f 0 (a)λ λε , st + dx dx dx λ λε è finito e infinitesimo dx dx Funzioni derivabili quindi (a + λ, f (a + λ)) 7! λ λ , f 0 (a) st st dx dx f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) x − a y − f (a) (x , y ) 7! st , dx dx Funzioni derivabili quindi (a + λ, f (a + λ)) 7! λ λ , f 0 (a) st st dx dx λ , si ha che i dx punti di y = f (x ) che rientrano nel campo visivo della lente vengono mandati in posto t = st f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) (t, f 0 (a)t) (x , y ) 7! st x − a y − f (a) , dx dx cioè nel grafico della tangente! Funzioni derivabili La curva e la tangente risultano indistinguibili se viste attraverso una lente-dx puntata in (a, f (a)) f (a + dx ) = f 0 (a)dx + f (a) + εdx (ε infinitesimo) x − a y − f (a) (x , y ) 7! st , dx dx Funzioni derivabili e microscopi puntati in microscopi Funzioni derivabili e microscopi puntati in microscopi Sia f derivabile due volte in a. Puntiamo in (a + dx , f (a + dx )) la lente-dx 2 x − (a + dx ) y − f (a + dx ) (x , y ) 7! st , dx 2 dx 2 e sviluppiamo f (a + dx ) con la formula di Taylor del secondo ordine 1 f (a + dx ) = f (a) + f 0 (a)dx + f 00 (a)dx 2 + ε1 dx 2 2 dove ε1 è infinitesimo. Diamo poi ad a + dx un incremento λ dello stesso ordine di dx 2 . Vediamo, usando ancora la formula di Taylor, qual è l’immagine di (a + dx + λ, f (a + dx + λ)) 1 f (a+dx +λ) = f (a)+f 0 (a)(dx +λ)+ f 00 (a)(dx +λ)2 +ε2 (dx +λ)2 ⇒ 2 ⇒ (a+dx +λ, f (a+dx +λ)) 7! = λ f (a + dx + λ) − f (a + dx ) , dx 2 dx λ f 0 (a)λ + 12 f 00 (a)λ2 + f 00 (a)dx λ , + dx 2 dx 2 ε2 dx 2 + ε2 λ2 + 2ε2 dx λ − ε1 dx 2 + dx 2 e prendendo le parti standard, la lente ottica dà λ λ st , f 0 (a) st dx 2 dx 2 = Lungo la tangente, il punto corrispondente allo stesso incremento (a + dx + λ, f (a) + f 0 (a)(dx + λ)) ha come immagine λ f 0 (a)(dx + λ) − f 0 (a)dx − 12 f 00 (a)dx 2 − ε1 dx 2 , dx 2 dx 2 = = λ λf 0 (a) − 12 f 00 (a)dx 2 − ε1 dx 2 , = dx 2 dx 2 λ λ 1 00 0 = , f (a) 2 − f (a) − ε1 dx 2 dx 2 e prendendo le parti standard, la lente ottica dà λ λ st , f 0 (a) st dx 2 dx 2 1 − f 00 (a) 2 dando ad a + dx incrementi infinitesimi λ dello stesso ordine di dx 2 e ponendo t = st λ dx 2 attraverso la lente-dx 2 ottica funzione ! (t, f 0 (a)t) 1 tangente ! t, f 0 (a)t − f 00 (a) 2 dando ad a + dx incrementi infinitesimi λ dello stesso ordine di dx 2 e ponendo t = st λ dx 2 attraverso la lente-dx 2 ottica funzione ! (t, f 0 (a)t) 1 tangente ! t, f 0 (a)t − f 00 (a) 2 dando ad a + dx incrementi infinitesimi λ dello stesso ordine di dx 2 e ponendo t = st λ dx 2 attraverso la lente-dx 2 ottica funzione ! (t, f 0 (a)t) 1 tangente ! t, f 0 (a)t − f 00 (a) 2 dando ad a + dx incrementi infinitesimi λ dello stesso ordine di dx 2 e ponendo t = st λ dx 2 attraverso la lente-dx 2 ottica funzione ! (t, f 0 (a)t) 1 tangente ! t, f 0 (a)t − f 00 (a) 2 f 00 (a) > 0 ⇒ f concava verso l’alto ⇒ tangente sotto il grafico di f f 00 (a) < 0 ⇒ f concava verso il basso ⇒ tangente sopra il grafico di f Una semplice applicazione Se f è derivabile due volte in a, dove ha un flesso, si ha f 00 (a) = 0 Una semplice applicazione Se f è derivabile due volte in a, dove ha un flesso, si ha f 00 (a) = 0 Una semplice applicazione Se f è derivabile due volte in a, dove ha un flesso, si ha f 00 (a) = 0 il grafico è privo di concavità e anche il secondo microscopio non rileva differenze fra la curva e la tangente Cerchiamo i flessi della curva y = x 3 − 2x 2 Cerchiamo i flessi della curva y = x 3 − 2x 2 consideriamo un incremento infinitesimo dx della variabile indipendente e calcoliamo dy Cerchiamo i flessi della curva y = x 3 − 2x 2 consideriamo un incremento infinitesimo dx della variabile indipendente e calcoliamo dy dy = (x + dx )3 − 2(x + dx )2 − (x 3 − 2x 2 ) = 2 2 = x 3 + 3x 2 dx + 3xdx 2 + dx 3 − 2x − 4xdx − 2dx 2 − x 3 + 2x = = (3x 2 − 4x )dx + (3x − 2)dx 2 + dx 3 dy = dy = (3x 2 − 4x )dx + incremento rilevato dal 1◦ microscopio dy = (3x 2 − 4x )dx + (3x − 2)dx 2 incremento rilevato dal 1◦ microscopio incremento rilevato dal 2◦ microscopio + dy = (3x 2 − 4x )dx + (3x − 2)dx 2 incremento rilevato dal 1◦ microscopio incremento rilevato dal 2◦ microscopio + dx 3 infinitesimo di ordine superiore (trascurato) annullando il termine dello stesso ordine di dx 2 (3x − 2)dx 2 = 0 annullando il termine dello stesso ordine di dx 2 (3x − 2)dx 2 = 0 ⇒ 3x − 2 = 0 annullando il termine dello stesso ordine di dx 2 (3x − 2)dx 2 = 0 ⇒ che è il punto di flesso cercato! 3x − 2 = 0 ⇒ x= 2 3 Questa presentazione è reperibile al sito http://rdossena.altervista.org