Palestina
Nome ufficiale: Palestine
Lingua ufficiale: arabo
Capitale: Gerusalemme
Superficie: 6.220 kmq
Fuso orario: 2 ore avanti rispetto
all’orario del Meridiano di Greenwitch; 1 ora
avanti rispetto all’Italia (stesso orario del
Meridiano con l’ora legale)
La Palestina si trova nel territorio di Israele e consiste di due parti distinte, la più grande
Cisgiordania a nord-est del Mar Morto e la Striscia di Gaza, più piccola e che si estende lungo il Mar
Mediterraneo arrivando al confine con l'Egitto a sud-ovest.
La Palestina non è ancora una Nazione a tutti gli effetti, visto che si sta cercando di risolvere la
questione in questi decenni per via diplomatica, anche se i vari scontri a fuoco con Israele non
facilitano la risoluzione definitiva di questa complicata situazione.
Informazioni Generali
Superficie
I Territori Palestinesi si compongono di due zone distinte: West Bank (Cisgiordania) che include
Gerusalemme est, approssimativamente 5.800 Km2 e Gaza approssimativamente 365 Km2
Capitale
Gerusalemme (proclamata nel novembre del 1988 dall’Autorità Nazionale Palestinese) 364.000
abitanti
Altri centri principali
Gaza City (535.000 ab.), Khan Younis (296.000 ab.), Nablus (320.000 ab.), Hebron (552.000 ab,), Rafah
(181.000 ab.), Deir al Baleh (221.000 ab.), Tulkarm (158.000 ab.), Ramallah e Al-Bireh (280.000 ab.),
Jenin (257.000 ab.), Betlemme (176.000 ab.), Qalqilliya (91.000), Salfit (60.000), Tubas (50.000), Jericho
(42.000).
Popolazione
La popolazione totale dei Territori Palestinesi a fine del 2007 dovrebbe essere circa 3.820.000, inclusi
190.000 abitanti a Gerusalemme Est.
In aggiunta, vanno considerati approssimativamente 213.000 Coloni Israeliani che risiedono a ovest del
Muro e 67.000 a Est.
Lingua
Arabo; l’inglese è tuttavia largamente utilizzato. L’ebraico è parlato a Gerusalemme Est e nelle zone
circostanti la West Bank.
Religione
Musulmana sunnita, con una consistente minoranza cristiana; presenza ebraica negli insediamenti.
Moneta
Non esiste una moneta nazionale. Attualmente le monete utilizzate sono: nella West Bank
(Cisgiordania) il Dinaro Giordano (JD) diviso in 100 Piastre (1 piastra è divisa in 10 Fils) e il Nuovo Shekel
israeliano (NIS) diviso in 100 agorot.
Il tasso di cambio ufficiale del Nuovo Shekel israeliano a novembre 2009 era di 5.63479per 1 euro e di
3.7781 per 1 dollaro; mentre il tasso di cambio annuale per il 2008 è stato di 5.25571 per 1 euro e di
3.5843 per 1 dollaro.
Nella Striscia di Gaza è usato prevalentemente il Nuovo Shekel israeliano (NIS).
Forma di governo:
Governo provvisorio affidato alla Palestinian Authority
Paesi Confinanti:
Israele: a Nord, Ovest e Sud (Cisgiordania) e a Est ( Striscia di Gaza)
Giordania ad est (Cisgiordania)
Egitto a Sud ovest (Striscia di Gaza)
Clima:
Mediterraneo- arido
Fiumi Principali:
Giordano 253 Km (tratto palestinese; tot 360 Km)
Monti Principali:
Tall Asur 1022 m
PAESAGGIO
Geografia
La Palestina storica costituisce la parte occidentale delle terre coltivabili di quella che è nota come
la Mezzaluna fertile, che piega attorno al deserto siriano. Tra il mare e il deserto, la topografia
cambia continuamente, e spesso in netto contrasto, per i numerosi movimenti nella formazione
della superficie e per la giustapposizione di due differenti fronti climatici subtropicali: clima
mediterraneo e desertico. Dalle vaste pianure che dominano il nord alle pianure costiere a ovest, a
est la terra si solleva in inaspettati rilievi. Le montagne della Cisgiordania, con la loro vetta più alta
a Jabal al-Assur (1015 m, nella regione di Ramallah), offrono un’ampia varietà di paesaggi. La
catena montuosa è solcata da profonde vallate (wadis), ricche di coltivazioni e vegetazione
spontanea. Più a est, le colline arrotondate precipitano nella Valle del Giordano e nel Mar Morto,
che a 400 m sotto il livello del mare è il punto più basso sulla Terra. La sua eccezionale
concentrazione di sale (290 g per litro in superficie) produce un effetto insolito quando si nuota. A
sud si estende il Negev (Naqab), un deserto roccioso e montagnoso. La Valle del Giordano è una
continuazione della faglia afro-siriana che separa la zolla tettonica africana da quella asiatica. Lo
spostamento di queste zolle ha creato una straordinaria depressione costituita di tre parti: la faglia
africana orientale, il Mar Rosso e la faglia del Mar Morto, che continua fino alle montagne del
Libano. Al di là del Giordano, la formazione rocciosa sta scorrendo in direzioni opposte (1 cm
all’anno). La corrispondenza tra le formazioni geologiche è perfettamente visibile ogni 105
chilometri. Ne sono un buon esempio le miniere di rame di Feinan in Giordania (a nord di Shobak)
e le loro miniere gemelle di Timna nell’Arava (20 km a nord del Golfo di Aqaba).
I
territori
della
Cisgiordania
e
la
Striscia
di
Gaza
Il movimento sionista fu consacrato dalla creazione dello Stato di Israele il 14 maggio 1948. I suoi
confini assorbirono il 78% dei territori della Palestina storica (26.000 km2); la Cisgiordania e Gaza,
con superfici rispettivamente di 5.820 km2 e 365 km2, costituiscono i territori rimanenti (22%).
Nel punto più vicino alla Cisgiordania, a Tarqumia, la Striscia di Gaza dista 50 km, mentre Qalqilia
nella Cisgiordania è a meno di 20 km dal Mediterraneo. La pianura costiera di Gaza presenta dune
di sabbia e fertili sedimenti sabbiosi. Fatta eccezione per il travertino (una pietra calcarea porosa,
in arabo kurkar), in questa regione non ci sono altre rocce. Al contrario, la Cisgiordania è dominata
da basse montagne: il Monte Jarzim (881 m), il Monte Nabi Samuel (875 m) e il Monte Masharif o
Monte Scopus (825 m). Le rocce sono composte principalmente di sedimenti marini (calcare e
dolomite). La loro porosità permette all’acqua di penetrare fino agli strati non porosi, fornendo in
tal modo acqua alle numerose falde acquifere della regione.
Flora e fauna
L’ulivo pianse, il melograno si piegò, il limone appassì nel giardino
I mari spazzati via dal vento, i fiumi in furia, gli uccelli piansero l’amore per la libertà degli uomini
(…)
Rima Nasir Tarazi, The Dreams of My People, 1985
Adattandosi a habitat differenti (mediterraneo, semiarido, pianura costiera) la flora e la fauna
sono rappresentate in tutta la loro diversità. Qui in un’area relativamente piccola sono state
individuate oltre 2.800 specie di piante. Nell’ultimo secolo c’erano ancora ampie aree boschive,
sacrificate con la costruzione della ferrovia. Oggi la campagna è dominata da alberi da frutta (ulivi,
mandorli, aranci, albicocchi, etc.), mentre specie selvatiche come pini, cipressi, carrubi, acacie e
terebinti crescono solo in alcune regioni (la Galilea e il Monte Carmelo), alle periferie dei villaggi e
nei wadis.
Le vaste zone montane desertiche o semidesertiche offrono rifugio a diverse specie selvatiche,
alcune delle quali possono essere osservate al mattino presto o al crepuscolo nei wadis. Lo
stambecco nubiano (Capra ibex nubiana) e la gazzella dorcas (Gazzella dorcas) sono comuni sulle
colline della Cisgiordania. Nel wadi Araba, tra le specie più numerose e avvicinabili vi sono un’altra
gazzella (Gazella gazella) e la procavia delle rocce (Procavia capensis), della famiglia delle
marmotte. Qui vivono anche i predatori: i lupi (Canis lupus) sono comuni nella aree disabitate, le
pantere (Panthera pardus) abitano le aride colline a sud di Hebron e la iena striata (Hyaena
hyaena) vive nei pressi di villaggi lontani dove talvolta se ne può udire il lamento.
L’albero
di
ulivo
Simbolo per eccellenza della Palestina, l’albero di ulivo testimonia il profondo legame dei
palestinesi con la loro terra e occupa un posto antichissimo nelle loro attività agricole. La
coltivazione di alberi di ulivo e la produzione di olio sono attestate sin dal neolitico; a Gerico sono
state rinvenute antiche giare per l’olio anteriori al 6000 a.C. Nell’antica città di Ekron (Tel Miqne) è
stato rinvenuto oltre un centinaio di torchi risalenti all’età del ferro; si stima che la capacità di
produzione della città filistea fosse di mezzo milione di litri di olio di oliva all’anno. Il paesaggio
stesso è stato scolpito dalla coltura degli ulivi, con la creazione di terrazze per il contenimento
dell’acqua piovana. La tradizionale coltivazione dell’albero di ulivo è un modo di vivere tanto nella
Cisgiordania come in Galilea. Sulle colline della Cisgiordania ci sono circa 10 milioni di alberi di
ulivo. Gli ulivi rappresentano l’80% delle terre coltivate della Cisgiordania e di Gaza. L’olio di oliva
costituisce il 15%-19% dei prodotti agricoli palestinesi, a seconda della stagione. Nel 2004 si stima
siano state prodotte 30.000 tonnellate di olio da 151.000 tonnellate di olive e 11.426 tonnellate di
olive in salamoia; a causa delle limitazioni di movimento, tuttavia, l’esportazione di olio di oliva
palestinese nei paesi arabi è quasi cessata. Di fatto, dei 227 frantoi degli OPT, soltanto 215 sono
attivi; a seguito del declino economico, di questi 62 sono stati temporaneamente chiusi.
STORIA
Preistoria
Le tracce più antiche di ominide nel Vicino Oriente sono frammenti di ossa risalenti a 1.4 milioni di
anni fa (paleolitico inferiore), rinvenuti a Tel ‘Ubeidiya nella Valle del Giordano (a nord di Bissan).
Si pensa appartengano a gruppi legati all’Homo erectus, che migrò dall’Africa all’Asia e all’Europa
lungo la faglia afro-siriana. Resti dell’Homo erectus sono rari. La recente scoperta di un
frammento di teschio dell’«uomo della Galilea» nella grotta di Zuttiyeh (a nord del lago di
Tiberiade) ci dice qualcosa di lui. Il frammento è di 250.000-300.000 anni fa e apparterrebbe,
secondo alcuni studiosi, all’antico Homo sapiens sapiens. Del paleolitico medio (100.000-35.000
anni fa) esistono testimonianze archeologiche molto più ricche, ma questo solleva complesse
questioni sulla parallela e/o mista evoluzione dell’uomo di Neanderthal (Homo sapiens
neandertaliensis) e dell’uomo moderno (Homo sapiens sapiens); durante questo lungo periodo le
loro culture materiali si assomigliavano (utilizzo del fuoco – noto all’Homo erectus – pietra focaia,
attrezzi, riti di sepoltura ecc.). A Kebara (a sud del Monte Carmelo) sono state ritrovate ossa
dell’uomo di Neanderthal datate fino a 150.000 anni fa; altre, di gran lunga più recenti, sempre
rinvenute a Kebara e ad Amud, hanno 58.000 anni. Questi ritrovamenti sono dunque
contemporanei all’uomo moderno, mentre i resti più antichi, di circa 92.000 anni, sono stati
rinvenuti nei siti della grotta di es-Skhul e Jabal Qafzeh. Queste scoperte suggeriscono una precoce
differenziazione dell’uomo moderno (Homo sapiens sapiens) in Palestina – resti simili sono stati
rinvenuti in Etiopia e Sud Africa – e la simultanea presenza dell’uomo di Neanderthal (Homo
sapiens neandertaliensis). Perché l’uomo di Neanderthal sia scomparso resta un enigma, sebbene
alcuni storici pendano per la teoria dell’assorbimento genetico. Durante il paleolitico superiore le
culture della pietra si sono diversificate molto più velocemente. Intorno al 12500 a.C, con lo
sviluppo della cultura natufiana che si diffuse in tutto il Vicino Oriente, si avvicendò una nuova era.
Le comunità natufiane formarono i primi villaggi stanziali con strutture permanenti e guardine.
Accanto a queste popolazioni sedentarizzate di recente c’erano comunità itineranti (seminomadi),
che popolavano principalmente le regioni periferiche (Negev e Transgiordania). Una volta
stanziatesi in un posto, queste popolazioni cominciarono a civilizzare il loro ambiente e a produrre
beni necessari al sostentamento. Questo fenomeno dell’età della pietra nuova si verificò più o
meno allo stesso ritmo in tutta la Mezzaluna fertile. Tra il 9500 e l’8000 a.C. in Palestina si
coltivavano cereali. Più tardi, intorno al 7500 a.C., nell’Anatolia del Sud (Turchia sudorientale) e
nello Zagros (Iraq e Iran), si cominciarono ad addomesticare gli animali. La sedentarizzazione
sembra essere stata il fattore principale di questi cambiamenti; altre significative innovazioni
furono la comparsa di nuove tecniche come la produzione di terracotta (intorno al 6000 a.C.),
nuove strutture sociali (la costruzione di ampie case rettangolari, per esempio, riflette
un’organizzazione collettiva e gerarchica più complessa di quelle precedentemente conosciute), e
una religione che adorava gli dèi.
Settori Produttivi:
Anche se risulta difficile reperire dati economici aggiornati relativi alle attività produttive dei
Territori Occupati, è comunque possibile affermare che tutte le voci della modesta economia
palestinese erano in costante crescita almeno fino alla fine degli anni ’90, ad eccezione
dell`agricoltura che lentamente cede il passo all`industria ed ai servizi che hanno notevolmente
aumentato
il
loro
peso
come
componenti
del
PIL.
Lo scoppio della nuova “intifada” degli anni 2000 ha avuto un significativo impatto su tutti i settori
produttivi palestinesi, ed in particolare sul già modesto settore manifatturiero e sul settore delle
costruzioni. Reggono invece i servizi, mentre l’agricoltura cerca di mantenere i livelli produttivi che
tuttavia non appaiono nemmeno sufficienti a coprire il fabbisogno della popolazione.
Interscambio
L’entità dell’interscambio dell’Italia con i Territori Palestinesi non è quantificabile, considerando
l`andamento altalenante generale dell’economia nell`area israeliana e palestinese. I territori
palestinesi sono inseriti nella linea doganale israeliana, per cui non è sempre facile discernere i dati.
Il saldo commerciale risulta attivo per l’Italia e complessivamente il volume degli scambi è stato in
diminuzione nel 2005 rispetto al 2004 per quanto riguarda l`export, mentre l’import ha registrato un
aumento.
Sotto il profilo della composizione merceologica, le importazioni italiane dalla Palestina anche nel
2003, confermando il trend degli anni precedenti, sono concentrate nella voce relativa ai materiali
lapidei, seguita dai prodotti in legno, sughero e paglia e prodotti dell’industria manifatturiera, con
una
certa
importanza
anche
degli
acquisti
di
prodotti
alimentari.
Le voci più rilevanti dell’export italiano verso i Territori Palestinesi sono quelle relative ai prodotti
alimentari insieme agli autoveicoli. L’Italia nel 2003 ha però venduto alla Palestina anche notevoli
quantità di gioielli e prodotti dell’oreficeria, utensili, apparecchi e macchine in genere.
Informazioni di viaggio
Prefisso internazionale
00 970 prefisso per il Paese;
00 972 è il prefisso per Israele, ed è molto usato.
Documenti
Per l’ingresso nei Territori Palestinesi è richiesto il passaporto in corso di validità. Per soggiorni di
durata inferiore ai 90 giorni non è richiesto il visto.
Si precisa che non è possibile giungere nei Territori Palestinesi senza transitare per frontiere israeliane
e quindi tutti i visitatori devono conformarsi alla normativa d`ingresso di Israele.
Settimana lavorativa
La settimana lavorativa è di sei giorni e Venerdì è il giorno di chiusura ufficiale. Possono essere presi
degli accordi speciali per altri giorni, come la domenica. La giornata lavorativa comincia alle 08.00 e
finisce alle 16.00 per un totale di 48 ore settimanali.
Principali festività
Le principali feste nazionali sono:
3-5 ottobre 2008 (Eid al-Fitr, fine del Ramadan);
8 dicembre 2008 (Eid al Adha);
25 dicembre (Natale);
1° gennaio 2009 (Capodanno);
20 gennaio 2009 (Nuovo anno islamico);
9 marzo (compleanno del Profeta);
1 maggio (Festa dei lavoratori);
20 luglio (Ascensione del Profeta);
21 settembre (Eid al Fitr Fine del Ramadan);
15 novembre (Festa dell’Indipendenza).
Le festività islamiche variano secondo il calendario lunare. Dal momento che il calendario lunare Hijra
è più corto di 11 giorni rispetto al calendario Gregoriano, ogni anno le feste islamiche cadono
approssimativamente 11 giorni prima dell’anno precedente. Le date precise sono comunque
conosciute solo poco prima della loro celebrazione, dal momento che dipendono dalle fasi lunari.