I disturbi del comportamento alimentare Rappresentano un problema sociosanitario molto importante per tutti i paesi sviluppati Spesso sono in comorbilità con altri disturbi psichiatrici come la depressione, l’abuso di sostanze e i disturbi d’ansia Sono frequenti le complicanze fisiche Comportano un rischio di morte 12 volte maggiore di quello riscontrabile in soggetti sani confrontabili per età I disturbi del comportamento alimentare Netta prevalenza nel sesso femminile: il 15% delle persone con Anoressia o Bulimia sono maschi Esordio: più frequentemente 14-18 anni Nessuna predilezione per il ceto sociale Disturbi del comportamento alimentare Disturbi dell’alimentazione (DSM-IV) 1. Anoressia Nervosa 2. Bulimia Nervosa 3. Disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato “Binge eating” (Alimentazione incontrollata) Epidemiologia dei DCA National Comorbidity Survey Replication - DSM-IV-TR anorexia nervosa • 0.9 % • 0.3 % bulimia nervosa • 1.5 % • 0.5% binge eating disorder • 3.5% • 2.0% Disturbi del Comportamento Alimentare La prevalenza di sindromi parziali e subcliniche è circa 5 volte superiore a quella delle sindromi complete I soggetti con sindromi parziali o subcliniche presentano un consistente grado di psicopatologia, per cui necessitano di attenzione clinica anche in previsione della possibile evoluzione del loro disturbo alimentare Disturbi del comportamento alimentare (DCA) 1. Anoressia Richard Morton (1689): Nervous Consumption William Gull (1873): Anorexia nervosa 2. Bulimia Gerard Russell (1979) ANORESSIA NERVOSA Il termine anoressia significa letteralmente mancanza d’appetito ed è impropriamente utilizzato nella denominazione dell’anoressia nervosa in quanto i soggetti affetti da questa patologia non hanno affatto mancanza di appetito. Al contrario, essi devono mettere in atto sforzi estremi per tenere sotto controllo la loro fame in quanto sono ossessionati dall’idea di essere o diventare grassi. “…Nelle mie prime formulazioni, indicavo tre caratteristiche tipiche del disturbo anoressico: una falsa percezione del proprio corpo …, una confusione circa le proprie sensazioni corporee, e un senso onnicomprensivo di incapacità ...” Bruch, 1984 Come definiamo l’Immagine Corporea? L’immagine corporea include la percezione, l’immaginazione, le emozioni e le sensazioni fisiche riguardanti il nostro corpo L’immagine che abbiamo del nostro corpo non è qualcosa di statico: essa è in continuo cambiamento in relazione con l’umore, l’ambiente e la nostra esperienza fisica. E’ molto più influenzata dall’autostima che da qualunque caratteristica estetica Distorsione dell’Immagine Corporea Può riflettere anomalie della percezione, della valutazione di sé o entrambe le cose Può rappresentare una normale risposta ai cambiamenti improvvisi del corpo (un’amputazione, per esempio) Può essere dovuta a una malattia neurologica o psichiatrica DCA e Distorsione dell’Immagine Corporea La distorsione dell’immagine corporea rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza dei DCA e predice un esito sfavorevole a lungo termine Stice & Shaw, J Psychosom Res 2002; Jacobi et al, Psychol Bull 2004; Keel et al, Am J Psychiatry 2005 DCA e Distorsione dell’Immagine Corporea L’influenza di fattori socioculturali sullo sviluppo dell’immagine corporea è spesso ritenuta responsabile della maggiore prevalenza dei disturbi alimentari tra le donne, in particolare nei Paesi occidentali Numerosi studi hanno riportato associazioni tra una serie di disturbi dell’immagine corporea e comportamenti e attitudini problematiche nei confronto dell’alimentazione Anderson & DiDominico, 1992; Fallon, 1990; Fallon, Katzman, & Wooley, 1994; Rucker & Cash, 1992; StriegelMoore, Silberstein, & Rodin, 1986; Williamson, 1990; Cash & Brown, 1987; Rosen, 1990; Schlundt & Johnson, 1990; Thompson, 1990; Williamson, 1990 Modelli sociali e immagine corporea • L’esposizione alle immagini di corpi femminili proposte dai media e il confronto tra la propria e l’altrui forma del corpo elicitano insoddisfazione per il proprio corpo e stress emotivo (Groesz, Levine, & Murnen, 2002) • Le pazienti con AN, nonostante il basso peso corporeo, riportano elevati levelli di ansia alla vista di modelle magre o di disegni di corpi magri (Friederich et al., 2006; Uher et al., 2005) DCA e Gravidanza Ridotto peso corporeo o presenza di DCA possono interferire con la possibilità di avere una gravidanza: tra le pazienti che richiedono un trattamento per l’infertilità e presentano irregolarità mestruali l’incidenza di DCA è del 58%. Ridotto peso corporeo o presenza di DCA aumentano il rischio di partorire un bambino sottopeso. Anoressia nervosa criteri diagnostici del DSM-IV A. Rifiuto di mantenere un peso corporeo nella norma, con un peso inferiore all’85% di quello atteso in base all’età ed alla statura. B. Paura intensa di aumentare di peso, anche se si è sottopeso. C. Ruolo eccessivo del peso e della figura fisica nel determinare l’autostima e/o distorsione della percezione corporea. D. Amenorrea (assenza di tre cicli consecutivi). Sottotipi: ⇒ Restrittivo ⇒ Purging ANORESSIA NERVOSA Inizio in coincidenza con una dieta Euforia per il calo ponderale raggiunto con rinforzo positivo nella lotta contro la fame e ulteriore calo ponderale (distorsione dell’immagine corporea, negazione della malattia) Scelta di cibi “non pericolosi” a basso contenuto energetico Alimentazione rigida e stereotipata con deficit nutrizionali e alterazioni organiche (amenorrea, disturbi cardio-circolatori, ecc…) Segni precoci di Anoressia Nervosa Quando preoccuparsi Notevole perdita di peso Preoccupazione per il peso, il tipo di alimenti, le calorie, il contenuto in grassi e la dieta in genere Frequenti commenti e ansia circa il sentirsi “grassi” o in sovrappeso nonostante la perdita di peso Negazione della fame Presenza di rituali alimentari (es. mangiare i cibi in un certo ordine, masticazione eccessiva, attenzione alla disposizione dei cibi nel piatto) Segni precoci di Anoressia Nervosa Quando preoccuparsi Frequenti scuse per evitare gli orari dei pasti o le situazioni in cui si mangia Regime di esercizio fisico eccessivo e rigido, a dispetto del tempo, della stanchezza, della fatica, delle malattie ecc. Ritiro rispetto agli amici e alle attività abituali In generale, tutti quei comportamenti che indicano che la perdita di peso, la dieta e il controllo del cibo rappresentano la principale preoccupazione della persona ANORESSIA NERVOSA DECORSO Episodio singolo Episodi ricorrenti con intervalli liberi Decorso cronico PROGNOSI Favorevole in circa i 2/3 dei casi precocemente sottoposti a trattamento “integrato”; sfavorevole nel 40% dei casi Mortalità: 6-20% dei casi (collasso cardiocircolatorio, aritmie cardiache; suicidio nel 2-5% dei casi) Bulimia nervosa - criteri diagnostici del DSM-IV A. Presenza di crisi bulimiche (definite dalla grande quantità di cibo consumata in poco tempo e dal senso di perdita di controllo; spesso precedute da sensazioni spiacevoli). B. Presenza rilevante di metodi compensativi per controllare il peso (vomito, abuso di lassativi e/o diuretici, digiuno, esercizio fisico eccessivo). C. Frequenza di almeno due volte la settimana, negli ultimi tre mesi. D. Ruolo importante del peso e della figura fisica nel determinare l’autostima. E. Il disturbo non si verifica esclusivamente in corso di anoressia nervosa. Sottotipi ⇒ Purging ⇒ Non purging BULIMIA NERVOSA Preferenza per il sesso femminile meno spiccata che per l’AN Età d’esordio più tardiva rispetto all’AN Esordio: in genere con abbuffate periodiche, dopo un periodo di restrizione dietetica Peso corporeo variabile tra una condizione di modesto sottopeso a quella di modesto sovrappeso BULIMIA NERVOSA Disturbi associati Depressione Disturbi da abuso di sostanze Disturbi d’ansia e di personalità BULIMIA NERVOSA DECORSO Episodi ricorrenti in occasione di eventi stressanti Decorso cronico Episodio singolo PROGNOSI Favorevole nella maggior parte dei casi che completano un trattamento “integrato” Disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificato Assenza di uno o più criteri diagnostici codificati nel DSM-IV Forme meno severe di DCA? Stadio evolutivo dei DCA? Disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato criteri diagnostici del DSM-IV A. Tutti i criteri per l’anoressia soddisfatti ad eccezione di amenorrea. B. Tutti i criteri della bulimia ma non quello della frequenza. C. Tutti i criteri dell’anoressia sono soddisfatti ma, pur avendo perso molti chili, il peso è ancora nella norma. D. Comportamenti compensativi in assenza di crisi bulimiche e con peso nella norma. E. Ripetuti episodi di masticazione di grandi quantità di cibo senza ingoiare. Binge eating (Alimentazione incontrollata) Criteri diagnostici del DSM-IV A. Presenza di crisi bulimiche. B. Assenza di metodi compensativi per controllare il peso. Epidemiologia Prevalenza nella popolazione generale: 0.7% - 4% Prevalenza tra coloro che si sottopongono a programmi di controllo del peso: 15% - 50% (in media: 30%) Prevalenza leggermente maggiore tra le femmine che tra i maschi (rapporto 3:2) Insorgenza nella tarda adolescenza o nella terza decade di vita Rapporti tra Binge Eating Disorder e Obesita’ Le persone con binge eating disorder che si rivolgono alle strutture sanitarie presentano di solito gradi variabili di obesita’; non raramente sono “grandi obesi” La presenza del binge eating disorder si associa ad un piu’ probabile insuccesso della terapia dietetica e chirurgica dell’obesita’ (dropout più frequente, minore perdita di peso, più rapido recupero del peso) Binge Eating Disorder Episodi (o giornate) ricorrenti di alimentazione incontrollata con: 1) ingestione di grandi quantità di cibo 2) sensazione di perdita del controllo nel mangiare Assenza di comportamenti sistematici di compenso (vomito autoindotto, abuso di lassativi, digiuni, esercizio fisico eccessivo) Aumento del peso corporeo (non raramente con “weight cycling”) Sentimenti di sconfitta, di colpa, di disgusto verso se stessi in rapporto con le abbuffate L’indice di massa corporea (IMC) L'Indice di Massa Corporea detto anche IMC o BMI (dall'inglese: Body Mass Index) è un numero che esprime il rapporto esistente tra il peso in chilogrammi di una persona ed il quadrato della sua altezza espressa in metri. L'IMC è considerato un indice molto più attendibile del solo peso corporeo per definire le caratteristiche fisiche di una persona. Per questo motivo viene di solito usato per la diagnosi delle patologie nutrizionali. Calcolo dell’indice di massa corporea (IMC) Per calcolare il vostro IMC: 1) Prendete il vostro peso in chilogrammi. 2) Dividetelo per la vostra altezza espressa in metri e moltiplicata al quadrato. 3) Il risultato sarà il vostro IMC. La formula è: IMC= _Peso (kg)_ Altezza (m)2 IMC= _ 45___ = __45_ = 15,5 1,70 x 1,70 2,89 • • • • • Normale se compreso fra 18,5 e 25.0 Ai limiti se fra 17,5 e 18,4 Sottopeso se < 17,5 Sovrappeso se si colloca fra 25,1 e 30. Obesità > 30. La Classificazione dei Disturbi Alimentari BMI (1) Sottopeso Normopeso 17.5 18.5 Soprappeso 25 BMI Kg/m2 Assenza di cicli mestruali Milos 2006 Problemi diagnostici nei disturbi dell’alimentazione Sebbene alcuni dati clinici confermino gli schemi nosologici correnti, altri dati suggeriscono che vi sia una notevole sovrapposizione tra AN, BN e EDNOS Fairburn & Harrison, Lancet, 2003 Remissioni 1 anno Follow-up AN: 9% BN: 24% EDNOS: 31% p < .05 2.5 anni Follow-up AN: 22% BN: 31% EDNOS: 52% p < .05 Milos et al, 2006 DCA e danni organici I danni organici da DCA sono la conseguenza di: malnutrizione sia quantitativa (restrizione alimentare) sia qualitativa (incorretta scelta degli alimenti) DCA e danni organici I danni organici da DCA sono la conseguenza di: comportamenti compensatori (vomito, abuso di diuretici e/o lassativi) posti in atto per cercare di controllare il peso corporeo Binge Eating Disorder Complicanze Mediche Correlate con l’Obesità: • Diabete mellito • Patologie cardiovascolari • Dislipidemia • Osteoartrosi • Colelitiasi • Insufficienza respiratoria • Malattie neoplastiche L’incidenza aumenta parallelamente al grado d’obesità Frequenza e Mortalità • La frequenza delle complicanze mediche è tanto maggiore quanto più precoce è l’età di insorgenza del DCA • La mortalità per complicanze mediche nell’AN è di circa il 15% Continuum tra le Complicanze Mediche Alterazioni Renali Alterazioni Cardiache Alterazioni Idroelettrolitiche Alterazioni Cardiovascolari • Si verificano in circa il 90% delle pazienti con AN • Meccanismi adattativi (asintomatici entro certi limiti): – Bradicardia (da ipertono vagale) – Ipotensione arteriosa (da ipovolemia) • Secondarie alla malnutrizione: – – – – riduzione del volume del cuore senza modificazioni della sua forma (cuore a goccia), Riduzione della massa ventricolare Prolasso della valvola mitrale e tricuspidale (disproporzione ventricolo-valvolare) Stravasi pericardici asintomatici • Secondarie alle alterazioni idroelettrolitiche (ipopotassiemia e ipomagnesiemia): – Aritmie severe con collasso cardio-circolatorio • Segni elettrocardiografici più comuni: – riduzione del voltaggio – allungamento del QRS e del tratto QT – depressione dell’onda T e del tratto ST e inversione dell’onda T con occasionali onde U Fattori di Vulnerabilità per le Alterazioni Cardiovascolari • Durata, severità e rapidità del calo ponderale – Soprattutto riduzione >25% del peso ideale • Tipo di comportamenti purgativi (gravità ascendente): – Vomito autoindotto – Abuso di lassativi – Abuso di diuretici • • • • Durata e intensità dei comportamenti purgativi Attività fisica eccessiva (associata ai precedenti) Malattie organiche concomitanti (diabete mellito) Età avanzata o preesistente malattia cardiaca Alterazioni della cute e degli annessi • Cute distrofica e secca, fredda con un colorito giallognolo (ipercarotinemia), o bruno (come carta invecchiata o come se fosse sporca) (cheratinizzazione); • Presenza di sottile peluria (lanugo) soprattutto in corrispondenza della faccia, del labbro superiore, della schiena, delle braccia e delle gambe. • Capelli fragili e cadenti. • Segno di Russell: callosità con iperpigmentazione, in corrispondenza delle articolazioni metacarpo-falangee Alterazioni della cute e degli annessi • Presenza di petecchie, soprattutto in regione peripalpebrale, o emorragie congiuntivali • Lesioni infiammatorie in regione periorale • Edema periferico benigno (durante la fase di rialimentazione) • Edema severo, secondario all’abuso cronico di lassativi con conseguente iponatriemia e ipovolemia, che può rapidamente portare a collasso cardiovascolare, infarto renale e pericolo di vita Alterazioni Gastro-enteriche Secondarie al vomito • Erosione dello smalto dentale, soprattutto sulla superficie palatale e linguale dei denti • carie dentali e gengiviti irritative • ipertrofia delle ghiandole salivari (sialoadenosi), bilaterale, che interessa soprattutto le parotidi • esofagiti, erosioni ed ulcere della giunzione gastro-esofagea (anche da reflusso per atonia del cardias) • aumento dell’amilasi serica, correlata con la frequenza del vomito (tale amilasi è prevalentemente di origine salivare) Secondarie all’abuso di Lassativi •Atonia e rallentamento del transito nel colon con stipsi secondaria • Lesioni coliche: – infiammazione, – melanosi (dovuta all’antrace presente nei lassativi) – colon catartico, caratterizzato da ispessimento, atrofia e ulcerazioni superficiali della mucosa, cisti e infiltrazione di cellule mononucleate nella sottomucosa. Alterazioni Gastro-enteriche Anoressia Nervosa • Atonia e atrofia muscolatura gastrica • Ritardo nello svuotamento gastrico (precoce senso di ripienezza gastrica) • Stipsi – drastica restrizione alimentare – rallentamento del transito nel colon – peggiorata dall’abuso di lassativi • Compromissione della funzionalità epatica con elevazione delle transaminasi, epatomegalia e steatosi • Alterazioni pancreatiche – morfologiche (riduzione delle cellule acinari, aumento del tessuto fibroso interstiziale, dilatazione dei dotti) – funzionali (riduzione della secrezione stimolata degli enzimi pancreatici) • Pancreatiti – più frequenti nel corso della rialimentazione – secondarie al ristagno duodenale con conseguente reflusso duodeno-pancreatico. Bulimia Nervosa • Disfagia o odinofagia da alterata motilità esofagea o da lesioni infiammatorie • Aumento della capacità gastrica in relazione alla cronicità delle abbuffate • Rotture esofagee secondarie all’ingestione di massive quantità di cibo (rare) Alterazioni Metaboliche • • • • • Ipoglicemia (asintomatica) con alterata sensibilità all’insulina (?) Ipercolesterolemia con aumento del colesterolo LDL Chetosi, chetonuria (da catabolismo adiposo) con iperuricemia Iperazotemia (da catabolismo proteico) Ipoproteinemia (globuline) con riduzione dei livelli di alcuni aminoacidi (TRP) • Riduzione dei livelli di zinco (induce a sua volta anoressia, perdita di peso, ritardo nella crescita corporea e nello sviluppo sessuale e alterazioni cutanee) Alterazioni Elettrolitiche • Comuni a tutte le forme di DCA in cui siano presenti vomito e/o abuso di diuretici o lassativi – Alcalosi metabolica (27.4%) – Ipocloremia (23.8%) – Ipopotassiemia (13.7%) – Iponatremia (5.4%) – Ipomagnesemia (25%) – Ipofosfatemia Alterazioni Ematologiche • Leucopenia con riduzione soprattutto dei neutrofili e linfocitosi si verificano in circa i 2/3 delle pazienti anoressiche. Esse sono secondarie ad ipoplasia del midollo osseo con trasformazione gelatinosa e, in alcuni casi, necrosi cellulare, dovute ad insufficiente apporto nutritivo. Le modificazioni midollari possono portare anche ad anemia normocitica a normocromica in circa 1/3 delle anoressiche. • Occasionalmente, si può osservare un’anemia macrocitica, dovuta a deficit di vitamina B-12, • Un’anemia microcitica e ipocromica da carenza di ferro. • Una trombocitopenia è presente nel 30% dei casi di AN. N.B. Nella malnutrizione l’emoconcentrazione può far apparire nella norma molti parametri. Una semplice reidratazione provoca in poche ore , in questi casi, una diminuzione dei valori osservati come normali. Questa pseudo normalità può dare a paz. e familiari la illusione di “stare bene”. Complicanze endocrine ⇒ Nell’anoressia è presente amenorrea che non sempre si corregge con il recupero ponderale. Essa è dovuta a ridotta stimolazione ipotalamica della secrezione gonadica ⇒ Ipercortisolemia in presenza di livelli normali di ACTH per ridotta clearance ed aumentata emivita nell’anoressia ⇒ Riduzione e disregolazione vasopressina con lieve poliuria della secrezione di ⇒ Riduzione della T3 per ridotta conversione della T4 (non ha significato clinico, è compensativa) Alterazioni Ossee nell’Anoressia Nervosa Deficit proteico ipoestrogenismo Alterato equilibrio Acido-base ipercortisolismo Ridotti Livelli di Somatomedina C OSTEOPENIA DA RIDOTTA APPOSIZIONE CORTICALE DEMINERALIZZAZIONE/OSTEOPOROSI FRAGILITA’ OSSEA E FRATTURE Alterazioni Muscolari • L’apparato muscolare appare ipotrofico, soprattutto ai cingoli, nonostante l’iperattività fisica delle pazienti anoressiche. • Biopticamente è possibile osservare una miopatia primitiva con prevalente atrofia delle fibre di tipo II • A livello ematico, si può avere un aumento della creatinafosfochinasi. Alterazioni Morfofunzionali del Cervello nell’Anoressia Nervosa • TAC e RMN: ampliamento degli spazi extracorticali e/o dei ventricoli cerebrali durante la fase di calo ponderale e loro completa reversibilità dopo il recupero del peso corporeo (pseudoatrofia ) • PET: ipometabolismo assoluto e relativo delle aree corticali e ipermetabolismo relativo dei nuclei caudati e delle aree frontali inferiori durante la fase di emaciazione. Normalizzazione col recupero di peso corporeo. Alterazioni Morfofunzionali del Cervello nella Bulimia Nervosa • TAC e RMN: ampliamento dei solchi corticali, delle cisterne e dei ventricoli cerebrali in fase acuta di malattia • PET: inversione dell’asimmetria fisiologica in base alla quale il metabolismo relativo dell’emisfero destro è superiore a quello dell’emisfero sinistro La Sindrome da Rialimentazione RIALIMENTAZIONE Preesistente Compromissione Massa muscolare cardiaca Glucosio introdotto con gli alimenti Promuove il passaggio dei fosfati nello Spazio intracellulare AUMENTO DEL VOLUME CIRCOLATORIO Collasso Cardiocircolatorio POTENZIAMENTO IPOKALIEMIA, IPOMAGNESEMIA E IPOFASFATEMIA L’Equipe terapeutica CONCLUSIONI-III Medico di Base Dietologo Nutrizionista •Conoscenze necessarie per porre diagnosi di DCA •Diagnosi differenziale con patologie organiche •Riconoscimento delle possibili complicanze mediche •Trattamento adeguato delle complicanze mediche •Monitoraggio delle condizioni clinico-nutrizionali Psichiatra Internista Anoressia e Bulimia: fattori di rischio Disturbi ad eziologia complessa Fattori genetici e ambientali interagiscono l’uno con l’altro nella patogenesi Anoressia e Bulimia: fattori di rischio Fattori di rischio • • • • Genetici Biologici Psicosociali Altro (età, sesso) Anoressia e Bulimia: fattori di rischio Genetici • Studi sui gemelli hanno stimato che circa il 50% del rischio può essere attribuito a fattori genetici • Gli studi su possibili geni candidati hanno portato a risultati contraddittori Anoressia e Bulimia: fattori di rischio – Alcune complicanze perinatali aumentano il rischio di sviluppare una AN in modo significativo e indipendente. • • • • Anemia, diabete, pre-eclampsia in gravidanza Problemi cardiaci neonatali Infarti placentari Iporeattività neonatale. Alcune di queste complicanze sono le stesse implicate nella schizofrenia Anoressia e Bulimia: fattori di rischio – Nella bulimia le complicanze che sembrano avere un ruolo significativo sono: • basso peso neonatale per età gestazionale • presenza di infarti placentari • iporeattività neonatale • difficoltà alimentari precoci. Il basso peso neonatale aumenta il rischio di sviluppare depressione, obesità e malattie cardiovascolari Disturbi del comportamento alimentare Caratteristiche della personalità che predispongono allo sviluppo dei DCA: scarsa autostima incapacità a riconoscere e distinguere le emozioni tendenza al perfezionismo “…L’insicurezza circa le proprie capacità in numerosi campi conduce questi pazienti a valutarsi in larga misura in base all’aspetto fisico ed al peso. Ciò è in parte dovuto al fatto che l’aspetto fisico, e soprattutto il peso, sembra più controllabile di molti altri aspetti della vita, e in parte perché la dieta e la perdita di peso sono rinforzati socialmente” Fairburn, 1997 Il trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione Il trattamento dell'anoressia nervosa • Non vi sono sufficienti evidenze di efficacia clinica dei trattamenti farmacologici sulle dimensioni psicopatologiche specifiche (Kaplan et al, 2002; Steinhausen, 2002; Walsh, 2002; Aigner et al, 2011) • Sono ancora pochi gli studi che documentano l’efficacia della psicoterapia (con l’unica eccezione della terapia familiare per i casi di AN adolescenziale con esordio recente) (Kaplan et al, 2002; Steinhausen, 2002; Walsh, 2002; Herpertz et al, 2011) Il trattamento dell'anoressia nervosa • Il counselling nutrizionale è efficace nel promuovere l’incremento di peso e nel migliorare lo stato nutrizionale nel breve periodo (Serfaty et al, 1999; Wilson, 2002; Pike et al, 2003; Herpertz et al, 2011) • La psicoterapia cognitiva è superiore al counselling nel prevenire le ricadute e migliorare gli aspetti psicopatologici e medici della sindrome (Serfaty et al, 1999; Wilson, 2002; Pike et al, 2003; Herpertz et al, 2011) Il trattamento della bulimia nervosa (BN) Per la bulimia nervosa (BN) molti studi documentano la superiorità (in termini di efficacia e di prevenzione delle ricadute) della psicoterapia cognitiva rispetto al trattamento farmacologico e ad altre forme di psicoterapia (Walsh et al, 1997; Whittal et al, 1999; Agras et al, 2000; Hay e Bacaltchuk, 2002; Wilson e Fairburn, 2002; Aigner et al, 2011; Herpertz et al, 2011) Il trattamento della bulimia nervosa (BN) • Viene riportata un'elevata percentuale (dal 25 al 40%) di interruzione prematura del trattamento (Blouin et al, 1995; Waller et al, 1997; Steel et al, 2000; Murphy et al, 2010) • Inoltre, i soggetti con BN che normalizzano il pattern alimentare rappresentano circa il 50% di coloro che completano il trattamento, e solo il 29% di tutti i pazienti reclutati (Agras et al, 2000; van Furth, 2003; Murphy et al, 2010) Herpertz et al, 2011 Il trattamento integrato dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Le linee guida più recenti sul trattamento dei DCA (American Psychiatric Association Practice Guidelines, Yager et al, 2005; 2006; Aigner et al 2011) sottolineano la necessità di stabilire dei percorsi integrati di trattamento per stabilizzare le condizioni fisiche dei pazienti e favorire l’aderenza al trattamento psicologico. Il trattamento integrato dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Non semplice somma degli interventi L’intervento ospedaliero, il counselling nutrizionale e la psicoterapia devono essere articolati come fasi di un piano unico Gli operatori devono discutere e rendere compatibili gli interventi (formazione dell’équipe terapeutica) per stabilizzare le condizioni fisiche dei soggetti consentire una riformulazione psicologica durante le fasi iniziali del trattamento del problema Il trattamento integrato dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Se vi sono emergenze mediche ⇒ ricovero presso un reparto specializzato per la stabilizzazione clinica. Correzione degli squilibri idroelettrolitici e rinutrizione se necessaria (34-45 Kcal/Kg di peso desiderabile per le anoressiche; 25-35 Kcal/Kg nelle bulimiche) ⇒ Il personale paramedico deve essere istruito alla corretta gestione del problema (attraverso un training ad hoc e l’invito ad attenersi ad una serie di norme comportamentali, quali chiudere i bagni per due ore dopo i pasti, osservare senza atteggiamenti giudicanti) Il trattamento integrato dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Condizioni per la nutrizione con sondino nasogastrico ⇒ BMI < 14 per l’anoressia restrittiva ⇒ BMI < 15 per l’anoressia nervosa con abbuffate e purging ⇒ Frequenza cardiaca < 45-50 bpm a riposo ⇒ Ipotensione grave ⇒ Grave riduzione di K, Na, Ca ⇒ Ipoglicemia severa (40-45 mg/dl) ⇒ Alterazione della funzionalità renale, epatica o pancreatica Il trattamento integrato dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Se non vi sono emergenze mediche ⇒ Trattamento ambulatoriale, possibilmente presso strutture con esperienza specifica ⇒ Integrazione dei diversi tipi di trattamento (counselling nutrizionale, psicoterapia strutturata, farmacoterapia, trattamento delle comorbilità mediche che non richiedono il ricovero) Il trattamento integrato dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Integrazione delle figure professionali ⇒ Diverse figure professionali (nutrizionisti, internisti, etc.) fanno parte dell’équipe terapeutica per i DCA. Tutti dovrebbero avere una conoscenza di base degli aspetti psicologici e socio-culturali implicati nell’alimentazione e delle tecniche comportamentali per promuovere il cambiamento nei pazienti affetti da DCA. ⇒ La presenza di professionisti con tali competenze ed esperienza nel trattamento dei DCA migliora l’esito del trattamento stesso. Le diverse figure professionali dovrebbero essere coinvolte in tutte le modalità e fasi del trattamento sia ospedaliero che ambulatoriale. Fattori associati a esito negativo Nell’anoressia la mortalità è risultata associata ad un peso corporeo inferiore a 35 kg al primo contatto e più di una ospedalizzazione (Halvorsen et al, 2004; Chakraborty & Basu, 2010) Altri fattori associati ad esito negativo nell’anoressia sono: l’abuso di alcool o sostanze e un peggiore adattamento psicosociale (Keel et al, 2003; Chakraborty & Basu, 2010) Il trattamento integrato dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Alcuni autori hanno proposto l'introduzione di tecniche per aumentare la motivazione come una fase specifica del trattamento dell'AN (Treasure et al, 1999; Feld et al, 2001; Murphy et al, 2010) Integrazione di counselling nutrizionale e psicoterapia strutturata • Il counselling nutrizionale focalizza l’attenzione del paziente sui fattori cognitivi direttamente correlati al cibo, al peso e all’aspetto fisico Facilmente integrabile con la farmacoterapia e l’intervento ospedaliero • Non si occupa dei fattori psicologici (problemi interpersonali ed emotivi del paziente) Rischio di impedire la riformulazione psicologica del disturbo, essenziale per motivare il paziente alla successiva psicoterapia cognitiva La psicoterapia cognitiva dei DCA • • • Considerata la psicoterapia di elezione nella Bulimia Nervosa. L’aderenza al trattamento è uno dei punti critici, data una quota significativa di drop-out. Sono in corso una serie di adattamenti per rendere la CBT-BN più adatta alle pazienti con anoressia o con maggiore gravità del quadro clinico. Enhanced cognitive behavioral therapy for eating disorders (Murphy et al, 2010) • • • • “Enhanced” cognitive behavioral therapy (CBT-E) si basa sulla teoria transnosografica. Mirata al trattamento della psicopatologia comune a tutti i DCA, piuttosto che uno specifico disturbo. Viene denominata “enhanced” perchè usa una varietà di nuove strategie e procedure per migliorare l’esito dei DCA, in particolare agendo sugli ostacoli alla motivazione al cambiamento. Sono previsti moduli per il perfezionismo, l’autostima e le difficoltà interpersonali. Enhanced cognitive behavioral therapy for eating disorders (Murphy et al, 2010)