la nuova speranza di maternità per le donne malate di tumore

Preservazione della fertilità: la nuova speranza di maternità per le donne
malate di tumore.
Andrea Borini
Gli ultimi risultati provenienti dalla Banca dati Tumori mostrano come in donne italiane, di
età compresa tra i 15 e i 44 anni, affette da qualsiasi patologia tumorale maligna, ci sia
stata dal 1970 fino al 2009 una riduzione della mortalità dal 27,81 % al 14% con una stima
per il 2010 del 13.63%. E’ invece in aumento l’incidenza: dal 65.06% all’81.24%, con una
stima per il 2010 dell’80.77%.
Preservare la fertilità oggi è la nuova possibilità che viene loro data per poter comunque
avere un figlio, anche se devono sottoporsi ad un trattamento di cura per sopravvivere al
cancro. Molte di queste terapie portano infatti ad uno stato di sterilità irreversibile. Le ovaie
sottoposte ad una radioterapia e a molte delle chemioterapie perdono il loro patrimonio
follicolare portando quindi di fatto alla menopausa.
È quindi importante poter conservare oociti o pezzi di tessuto ovarico da poter utilizzare
dopo la guarigione dal tumore.
Fino a pochi anni fa non era possibile conservare gli oociti ed il tessuto ovarico in modo
tale da preservarne le caratteristiche fisiologiche.
Oggi nel mondo sono nati più di mille bambini utilizzando oociti congelati e tredici
bambini da tessuto ovarico.
Visti i numeri, il congelamento degli oociti sembrerebbe la metodica di prima scelta e forse
l’unica raccomandabile, ma purtroppo vi sono situazioni in cui non vi è tempo per
procedere ad una stimolazione ovarica. Ricordo infatti che per poter congelare oociti è
necessario procedere con una induzione multipla dell’ovulazione, la aspirazione degli
oociti maturi ed il loro congelamento. In tutto sono necessari circa 15 giorni dal momento
della mestruazione. Vi sono tumori in cui non è possibile aspettare questo tempo prima di
procedere con la radio o chemioterapia. Invece per crioconservare il tessuto ovarico non è
necessaria la stimolazione ovarica, quindi il processo è più rapido. Vengono prelevati per
via laparoscopica dei frammenti di corticale ovarica (lo strato dell’ovaio che contiene la
maggior parte di follicoli primordiali) e poi congelati, in modo che, nel momento in cui la
paziente sarà guarita, potranno essere impiantati sull’ovaio.
Il congelamento del tessuto ovarico è quindi la metodica di scelta in queste situazioni. In
più il trapianto di tessuto decongelato sulle ovaie rimaste in sede, ma non più capaci di
ovulazione, può portare ad un ripristino della normale funzione ovarica: ovulazione,
mestruazioni e quindi gravidanza spontanea. Le difficoltà incontrate al momento
riguardano le metodiche di congelamento e quindi di mantenimento della vitalità. Infatti
sino ad oggi sono state ottenute poche gravidanze, ma solo perché i protocolli capaci di
conservare la vitalità del tessuto ovarico dopo congelamento sono stati messi a punto da
poco e normalmente devono passare 5 anni prima di considerare “guarita” la donna.
Oggi sono tanti i casi in cui si è proceduto al congelamento del tessuto, ma pochi quelli in
cui si è potuto procedere con lo scongelamento ed il trapianto. Il futuro sarà diverso.
Uno dei problemi che però esistono è la scarsa conoscenza da parte sia dei medici che
dei pazienti del fatto che la preservazione sia possibile e fattibile. In più molto spesso non
si sa che non è necessario vivere o farsi operare in una città dove è presente un centro in
grado di conservare tessuto. Infatti, vi è la possibilità di posticipare il congelamento fino a
24 ore semplicemente mantenendo in terreno di coltura il tessuto ed il tutto in ghiaccio
secco. Questo consente quindi di effettuare l’intervento di asportazione del tessuto ovarico
nell’ospedale di qualsiasi città e di portare poi il tessuto da conservare in un centro
specializzato di un’altra città.
Il congelamento degli oociti oggi è diffuso in tutto il mondo, sono in aumento i centri che lo
praticano negli Stati Uniti, in Canada, in America del Sud ed in Europa. L’Italia fa ancora la
parte del leone in termini di cicli effettuati e di bambini nati. Come tutti sanno la Legge 40
ha fatto in modo che questa metodica venisse applicata in modo sistematico in diversi
centri in Italia e questo ci ha consentito di far progressi rispetto al passato.
In Italia nel 2007 sono nati 193 bambini da ovociti scongelati secondo i dati del Registro
Nazionale PMA
Nei centri Tecnobios Procreazione ad esempio, sono già 254 i bambini nati da oociti
congelati.