IL POSTO DELL'AMORE NEGATO. SESSUALITÀ E PSICOPATOLOGIE SEGRETE
LEONARDO BOCCADORO - SABINA CARULLI (EDIZIONI TECNOPRINT 2008)
Riferimento bibliografico:
Boccadoro L., Carulli S.
Il posto dell'amore negato. Sessualità e psicopatologie segrete.
Edizioni Tecnoprint, Ancona, 2008. ISBN 9788895554037
Vengono riportati alcuni paragrafi del testo originale:
Indice, Prefazione, Introduzione dei capitoli e
Considerazioni finali.
1
IL POSTO DELL'AMORE NEGATO. SESSUALITÀ E PSICOPATOLOGIE SEGRETE
LEONARDO BOCCADORO - SABINA CARULLI (EDIZIONI TECNOPRINT 2008)
INDICE
Prefazione ......................................................................
Introduzione ..................................................................
8
10
Cap. 1
Criminologia e istituzioni totali
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
Introduzione .................................................................
Criminologia e criminalità ............................................
Le istituzioni totali ........................................................
Il carcere .........................................................................
Le comunità ...................................................................
Le patologie della pena .................................................
13
15
18
19
24
33
Cap. 2
Il Sé e la socializzazione nel mondo dell’internato
Introduzione ..................................................................
2.1 Psicologia del Sé e organizzazione deviante ............
2.2 Identità, destrutturazione e ricostruzione dell‟identità
2.3 Ristrutturazione di un diverso Sé
nelle istituzioni totalizzanti ..........................................
2.4 I processi e i modelli di socializzazione .....................
2.5 Prototipi di socializzazione ..........................................
2.6 Socializzazione primaria ...............................................
2.7 Socializzazione secondaria ...........................................
50
51
57
64
65
68
70
72
Cap. 3
Affettività, sessualità e relazionalità
3.1
3.2
3.3
3.4
Introduzione .................................................................
Affetti negati, maltrattati e umiliati ............................
Sessualità, istituzioni e fattori correlati ......................
Isolamento ed effetti patogeni ....................................
Le condotte devianti .....................................................
2
77
79
85
94
97
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3.5 Gruppi sociali e devianza ............................................
3.6 Le parafilie ......................................................................
102
108
Cap. 4
L’impianto della ricerca
Introduzione ..................................................................
4.1 Tipologie e metodi di indagine ...................................
Schema 1. Fattori di predizione della violenza giovanile .....
Schema 2. Caratteristiche delle principali tecniche d’indagine
4.2 Lo strumento e il metodo della ricerca ......................
4.3 Il campione della ricerca ..............................................
4.4 Commenti rilevati dai questionari ..............................
4.5 Il referto edito dal programma software del test .....
4.6 Valutazione di impatto emozionale ...........................
115
117
118
123
124
130
135
137
141
Cap. 5
Risultati della ricerca
Introduzione ..................................................................
5.1 Dati dell‟aggregato campionario .................................
Schema 3. Tabella IMC (v.i.).............................................
5.2 Scoring delle aree di indagine ......................................
5.3 Tratti critici emergenti dall‟aggregato ........................
5.4 Elementi caratteristici del campione ..........................
5.5 Analisi delle Aree di disagio ........................................
5.6 Analisi dei Tratti critici emergenti ..............................
5.7 Considerazioni finali .....................................................
144
145
150
154
160
166
169
173
190
Appendice .............................................................................
194
Bibliografia ...........................................................................
232
3
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Prefazione
Pensare ai segregati è ancora un altro tentativo per riflettere sui
soggetti e su un “luogo” che da sempre mi hanno affascinato,
attratto, accompagnato nel corso della mia vita professionale.
Dopo anni di studio, di intervento e di operatività come criminologo, rivedo alcune problematiche rimaste profonde e attuali
ancora oggi, e tra quelle maggiormente complesse mi sorge ancora vivo e direi, irrisolto, un interrogativo “Si può amare nelle
istituzioni segreganti?”
Questo testo cerca delle risposte, riportando all‟attenzione
l‟indagine e l‟analisi di una delle condizioni maggiormente restrittive della libertà, quali il Carcere e le Comunità chiuse.
Come fare? Da sempre ho rifiutato soluzioni come quelle delle
“celle dell‟amore” o l‟utopica pretesa di spazi verdi con annesse
zone riservate all'intimità. In ciò confortato anche da precisi e
netti rifiuti da parte degli stessi internati in rispetto della loro
dignità di persone.
La soluzione del problema, a mio parere, va cercata in spazi più
ampi, e in permessi, ove possibile, da concedere ai ristretti
nell‟ambito delle loro relazioni familiari e sociali: da vivere
quindi all‟esterno delle mura di contenimento.
Partendo da una descrizione storica delle Istituzioni totalizzanti,
e dai rischi in esse esistenti, gli autori indagano gli effetti della
restrizione della libertà a livelli primari della vita di ciascuno,
quali l'affettività, la sessualità e gli aspetti relazionali dei soggetti
relegati.
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Di fronte all‟importanza da tempo evidenziata nonché attribuita
al reinserimento di chi ha deviato, e accanto all‟attenzione delle
conseguenze di una vita separata dalla società, questo testo si
colloca in posizione centrale e innovativa circa l‟interesse per
l‟identità dei devianti, nella specificità dei suoi aspetti più salienti, dando spazio a dinamiche importanti, come l‟affettività, la
sessualità e le relative patologie, all‟interno delle strutture deprivanti della libertà personale.
Credo che questo testo sia un‟importante analisi che tenta di
riportare all‟attenzione un tema che nonostante anni di pareri
contrastanti, rischia di essere confinato ai soli ambienti accademici, e che pertanto oggi leggo con piacere ed interesse.
Anche perché proiettato nel senso di una più autentica civiltà,
anche giuridica.
Prof. Carlo Serra
Docente di Criminologia
Università “La Sapienza” di Roma
e di Psicopatologia generale
Università Roma Tre
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Introduzione
Il focus concettuale del presente lavoro è costituito dallo studio
e dall‟approfondimento delle caratteristiche ed implicazioni che
la dimensione affettiva e i suoi correlati sessuali e relazionali,
possono assumere nelle istituzioni segreganti (definite anche
“istituzioni totali”1).
L‟idea di sottoporre ad indagine i vissuti affettivi dei soggetti
che si trovano in condizione di privazione della libertà, è nata
dalla constatazione che la sessualità, la relazionalità e le varie
forme psicopatologiche sono state ampiamente studiate ed approfondite nel mondo esterno alle istituzione totali, infatti, nel
corso degli ultimi anni un rilevante numero di ricerche ha esplorato questi fattori, descrivendoli in ogni loro aspetto, forma, espressione, implicazione e tipologia.
All‟interno delle associazioni segreganti, invece, l‟analisi delle
aree psicosessuali e socioaffettive non ha potuto trovare un
analogo approfondimento. Questo si è verificato per varie ragioni, sia perché è difficile parlare vis à vis di aspetti intimi e delicati con una persona che si trova in condizione di disagio situazionale e restrizione della libertà personale, sia perché fino
ad ora non erano disponibili metodiche che garantissero uniformità, attendibilità e standardizzazione dell‟indagine.
Nell‟ambito degli accertamenti e degli screening è necessario che i
parametri della ricognizione e i dati della ricerca siano rilevati in
modo uniforme e sistematico, ossia siano indipendenti dal setting, dalla personalità, dalle modalità operative, dalla qualifica e
dalle competenze specifiche dei professionisti del settore (medici, psicologi, sociologi, educatori, assistenti sociali, ecc.)2.
Oggi questo gap ha trovato una efficace soluzione grazie alle
notevoli conoscenze acquisite in materia e alla disponibilità di
strumenti e metodologie che possono garantire una analisi obiettiva, approfondita e al contempo rispettosa della privacy e
della sensibilità dei soggetti coinvolti nell‟indagine.
1
2
Goffman E., Asylums, 1968, Einaudi, Torino.
Robert M. (a cura di), La ricerca scientifica in psicologia, 1989, Laterza, Bari.
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Il reattivo ritenuto idoneo per la ricerca in oggetto è stato identificato nel questionario italiano Sesamo_Win3 (Sexrelation Evaluation Schedule Assessment Monitoring), uno strumento che può
essere somministrato in forma anonima ed in seguito elaborato
tramite un software specifico. La metodica di indagine, standardizzata sulla popolazione italiana, consente di comporre e decodificare, tecnicamente ed in modo strutturato, un profilo psicosessuale e socioaffettivo, permettendo allo stesso tempo di
limitare al minimo indispensabile l‟invasività nella sfera intima e
privata del soggetto osservato. L‟impianto della ricerca è illustrato nel Quarto capitolo, dove, per completezza di informazione e verifica, vengono riportati alcuni commenti che gli ospiti
dei vari istituti, che si sono offerti di partecipare volontariamente allo screening, hanno scritto nel loro questionario al termine
della compilazione.
Non potendo la ricerca fondarsi su un campione numeroso e
altamente rappresentativo della popolazione esaminata, non potrà assolvere un “disegno di tipo sperimentale”4 ma avrà
un‟impronta che si orienterà maggiormente sul versante
dell‟indagine conoscitivo-preliminare.
Dopo aver preso in esame la nascita della criminologia, i fattori
determinanti la criminalità e le psicopatologie legate agli ambiti
reclusivi, il testo prende in considerazione le varie modalità di
costruzione dell‟identità “deviante”, iniziando dal processo di
strutturazione del Sé e dalla socializzazione, ambiti entro cui si
realizza la formazione dell'identità primaria della persona.
L‟identità può essere definita come “quel sentimento di continuità che il soggetto prova, pur nella pluralità delle esperienze
del sé, in differenti contesti spaziotemporali e nella contraddittorietà e discordanza delle rappresentazioni ed immagini presentate a se stesso ed agli altri”5.
Boccadoro L., SESAMO_Win. Sexrelation Evaluation Schedule Assessment Monitoring On Windows, 2002, Giunti O.S., Firenze.
4 Ercolani A.P., Areni A., Mannetti L., La ricerca in psicologia. Modelli di indagine e
analisi dei dati, 2004, Carocci, Roma.
5 Turchi G.P. (a cura di), Tossicodipendenza. Generare il cambiamento tra mutamento
di paradigma ed effetti pragmatici, 2002, UPSEL, Padova.
3
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Il processo di individuazione, inteso come costruzione sociale,
viene analizzato quale risultato della partecipazione
dell‟individuo al “processo sociale”6, recepito anche come destrutturazione dell‟identità e risocializzazione all‟interno di
strutture segreganti.
Vengono quindi analizzati i processi di cambiamento e le contingenze che determinano l‟attributo negativo dello “stigma”7,
condizione che segna una persona come “diversa” e socialmente
mal adattata, fino ad arrivare alle trasformazioni, spesso in senso regressivo e disfunzionale, dell‟individuo segregato che, inevitabilmente, coinvolgono anche gli aspetti intrapsichici relativi
all‟affettività, alla sessualità e alla relazionalità.
“Tutta l‟esistenza dell‟uomo è, del resto, contrassegnata dalla
centralità della sfera relazionale e questo implica che la sfera
emotiva deve essere compresa facendo riferimento alla combinazione delle dinamiche interattive, del contesto di appartenenza e della realtà esterna [...] le emozioni risultano influenzate in
modo determinante dal contesto in cui si esplicano, e [...] richiedono all‟individuo come una riorganizzazione della propria
esperienza”8; pertanto, nel Terzo capitolo vengono considerati
e analizzati quegli aspetti sessuali e relazionali disfunzionali che,
nella parte Quinta del volume, saranno puntualmente rintracciati nella popolazione presa in esame.
Mead G.F., Mente, Sé e Società, 1966, Universitaria, Firenze.
Serra C., Psicologia penitenziaria, 2003, Giuffrè, Milano
8 Serra C., Il posto dove parlano gli occhi, 2004, Giuffrè, Milano.
6
7
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Capitolo 1
Criminologia e istituzioni totali
Introduzione
Riferendosi alla materia criminologica, Carlo Serra rileva che:
“Parliamo di una disciplina complessa, in movimento, perché
così è la natura umana e sempre diverso è il palcoscenico in cui
gli attori si muovono. [...] Il rischio della criminologia è quello
di parlare «intorno», senza sapere forse bene di cosa si stia parlando. Tutti sanno cosa fa un medico, un avvocato, un commercialista, ecc., mentre molta incertezza e confusione persiste
intorno al criminologo”9.
La stessa confusione e indeterminatezza si potrebbe rinvenire
nel concetto di istituzioni totali, poiché nel tempo, dopo la definizione coniata da Goffman nel 1961, sono proliferate e si sono
diversificate molte strutture che ricadono nei confini di questa
dizione.
In questo capitolo saranno affrontate, seppure sinteticamente,
le tematiche riguardanti gli humus che generano la devianza, le
patologie che possono condurre al crimine e quelle che traggono origine dall‟istituzionalizzazione.
Il modello sociologico predominante negli anni „50, si basava
essenzialmente sull'impiego degli strumenti statistici per analizzare
la società e i modi con cui gli organi di governo amministravano
i vari aspetti della vita sociale, comprese le strutture gestite direttamente dallo stato (scuole, ospedali, caserme, prigioni, ecc.);
infatti, proprio in quel periodo sono nati vari test utilizzati, ad
esempio, per valutare l‟intelligenza e le capacità degli studenti,
come pure, nel settore militare, per vagliare le prestazioni e
l‟affidabilità dei soldati.
Il sociologo canadese Erving Goffman si differenziò da questo
modello induttivo conducendo innovative ricerche sull'interazioni9
Serra C. (a cura di), Nuove proposte di criminologia applicata, 2005, Giuffrè, Milano.
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smo e sul controllo sociale, sulla devianza e sul crimine: studi
basati sul metodo dell‟osservazione diretta (oggi esteso anche alla
psicologia ambientale ed ecologica10). A questo proposito, nel campo
della sociologia e della psicologia sociale, si sono affermate come pietra miliare le sue “osservazioni partecipanti” all'interno
degli ospedali psichiatrici. Queste ricerche hanno rappresentato
il primo tentativo di comprendere in quale modo l'identità sociale dei malati (e per estensione, delle persone private della libertà) si trasforma all'interno di un‟istituzione totale, il cui intento è quello di rimodellare la personalità del soggetto, spogliandolo dei suoi precedenti attributi. Goffman ha definito le
istituzioni totali come “il luogo di residenza e di lavoro di gruppi di persone che - tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo - si trovano a dividere una situazione
comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso
e formalmente amministrato”11.
La fenomenologia delle istituzioni totali, le forme di devianza e
le manifestazioni patologiche, sono concetti da utilizzare come
incipit per l‟esplorazione di ulteriori ambiti che appartengono e
si sviluppano intorno al connubio uomo-crimine, sia in relazione alle motivazioni sociali, sia in riferimento alle determinanti
psicodinamiche che portano l‟individuo ad incontrarsi, spesso
fatalmente, con l‟istituzione totalizzante.
Capitolo 2
Il Sé e la socializzazione nel mondo dell’internato
Introduzione
Questo capitolo fa riferimento alla psicologia del Sé, intesa come entità nucleare dell‟apparato psichico individuale che agisce
Francescato D., Tomai M., Ghirelli G., Fondamenti di psicologia di comunità,
2002, Carocci, Roma.
11 Goffman E. , 1968, op.cit.
10
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in modo conscio e inconscio sugli aspetti cognitivi ed affettivi
della persona, in relazione allo sviluppo dell‟Io e alla sua integrazione nel tessuto sociale.
Il Sé è una dimensione intrapsichica che si realizza a partire dalle relazioni primarie con le figure parentali e si consolida nelle
interazioni sociali attraverso un continuo processo di negoziazione con l‟ambiente. Un Sé dissociato, o anche solo non ben
integrato, può produrre varie forme di patologia e di comportamenti devianti, ne sono un esempio i disturbi dell‟umore e le
patologie borderline, spesso implicati nelle condotte criminose,
come segnalato da molteplici teorie fra cui la frustrazioneaggressione12 di Dollard, l‟anomia13 di Merton e la formazione della
personalità dei serial-killer14 di Hickey.
Interferenze sopraggiunte nei processi di identificazione ed individuazione, che concorrono alla formazione dell'identità fin
dai primi anni di vita, possono portare a condotte criminose e
personalità devianti croniche, a partire da quella identità negativa
assegnata attraverso il processo di etichettamento: uno stigma
che trova conferma a partire dai processi di significazione che si
realizzano, ad esempio, nelle esperienze precoci di prisonizzazione.
I modelli di socializzazione trovano il loro punto di riferimento
nella realtà costruita socialmente, una oggettività che induce
l‟individuo a procedere gradualmente dalla relazione diadica
madre-figlio alla relazione di gruppo. Varie teorie possono essere asservite alla interpretazione e valorizzazione del processo di
socializzazione: il comportamentismo (behaviorismo), il cognitivismo, il funzionalismo, l‟indirizzo psicanalitico e quello sistemico relazionale.
Se nella socializzazione primaria è l‟interiorizzazione delle figure
significative a costituire il nucleo fondamentale della sua vita,
Dollard J., Miller N.E., Doob L.W., Mowrer L.H., Sears R.R, Frustrazione e
aggressività, 1967, Editrice Universitaria, Firenze.
13 Merton R.K., Teoria e struttura sociale, 3 voll., 2000, Il Mulino, Bologna.
14 Hickey E.W., Serial murderers and their victims, 1991, Wadsworth, Belmont,
CA.
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nella socializzazione secondaria, sia che essa venga scelta deliberatamente o sia imposta dall‟istituzionalizzazione, l‟individuo si
incontra con nuovi mondi sociali ed è costretto a ristrutturare la
sua esistenza attraverso un adattamento psicologico che, nel caso dell‟internamento, può assumere forme diverse che vanno
dalla regressione alla sfida, dalla colonizzazione alla conversione.
Capitolo 3
Affettività, sessualità e relazionalità
Introduzione
In accordo con l‟approccio di tipo sistemico integrato, i concetti di affettività, sessualità e relazionalità sono considerati in
stretta dipendenza reciproca e sono parti integranti della struttura ontogenetica della persona, intesa come unità biopsicosociale15.
Questa teoria contempla una visione non parcellizzata bensì
complessiva dell‟uomo: “non si può disgiungere il comportamento sessuale di un individuo dalla sua personalità globale [...]
il comportamento sessuale di un individuo riflette la sua personalità, così come la personalità di un individuo è l'espressione
del suo atteggiamento sessuale”16.
Il comportamento sessuale umano non è solo dettato
dall‟istinto o da una stereotipia di condotte, come accade
nell‟animale, ma è influenzato da un lato dall‟attività mentale
superiore e dall‟altro dalle caratteristiche sociali, culturali, educative e normative dei luoghi in cui i soggetti sviluppano e realizzano la loro personalità. La sfera sessuale richiede quindi
un‟analisi fondata sulla convergenza di varie linee di sviluppo,
comprendenti l‟affettività, le emozioni e le relazioni17.
Bertini, M., Psicologia e salute, 1988, NIS, Roma.
Lowen, A., Amore e orgasmo, 1977, Feltrinelli, Milano.
17 Cassano G., et al., Trattato italiano di psichiatria, vol. 2, 1999, Masson, Milano.
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“Come la vista per i colori, l'udito per i suoni, il tatto per le superfici, così la sessualità non è un punto di passaggio o uno
strumento per la manifestazione dell'esistenza, ma è l'espressione dell'esistenza, nel senso che esprime il modo in cui l'esistenza si relaziona ai corpi e al mondo [...] la sessualità non è un'infrastruttura biologica, ma una dimensione che attraversa da parte a parte l'esistenza”18.
L‟affettività è intesa come sfera dei sentimenti e delle emozioni
ed è coinvolta in diversi contesti: la famiglia, la coppia, il gruppo; ambiti in cui si sperimentano variegati stati d‟animo e vissuti
che si definiscono per “qualità, intensità e durata”19, inoltre, le
prime forme di attaccamento diventano il prototipo rispetto a
cui si organizzano le successive relazioni affettive20.
Nella sfera affettiva si distinguono:
– i sentimenti, espressioni elaborate, e spesso irrazionali, della
vita affettiva che nascono dal rapporto con persone e situazioni;
– le emozioni, ossia sensazioni di natura piacevole o meno, ma
a differenza dei sentimenti implicano una reazione fisica e
cognitiva intensa, in risposta ad uno stimolo. Il termine
“emozione” indica un evento multisistemico di breve durata che interessa sia il piano dell‟elaborazione cognitiva (la
verbalizzazione dell‟esperienza oggettiva), sia il piano dei
comportamenti motori e delle risposte fisiologiche21.
Se l‟affettività e la sessualità, nella vita “normale” di una persona libera, possono essere scelte, agite e vissute, sia pure con
sfumature diverse ma in un contesto di libero arbitrio, la situazione cambia radicalmente nell‟esperienza delle persone deprivate della libertà personale.
Galimberti U., La parodia dell'immaginario, in Pasini W., Crépault C., Galimberti U., 1988, L'immaginario sessuale, Cortina, Milano.
19 Galimberti U., 1999, op. cit.
20 Carli L. (a cura di), Attaccamento e rapporto di coppia, 1995, Cortina, Milano.
21 D‟Urso V., Trentin R., Introduzione alla psicologia delle emozioni, 1998, Laterza,
Roma.
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Capitolo 4
L’impianto della ricerca
Introduzione
L‟osservazione scientifica della personalità (come previsto dalla
Legge 354/75) è detta momento diagnostico quando è finalizzata
alla raccolta delle informazioni e dei segni clinici, dei fattori
somatici e psicologici patognomonici, dei tratti della personalità
e delle caratteristiche socioambientali; l‟insieme di questi dati
può essere asservito alla valutazione clinica di un individuo o di
un gruppo di soggetti.
La semeiotica (o semeiologia) è la scienza che studia la relazione
tra i segni e le malattie, ossia come osservare, raccogliere ed elaborare quelle indicazioni colte dal clinico nella valutazione
delle condizioni di un soggetto; l‟etimo deriva dal greco "semeion" (segno) e "tékhné" (arte) o “logos” (ragionamento,
spiegazione).
È opportuno fare una distinzione fra i segni e i sintomi, poiché: i
segni sono elementi obiettivi, rilevabili o interpretabili come tali
direttamente dal clinico, mentre i sintomi sono indicazioni espresse dal paziente come vissuti soggettivi e introspettivi.
L‟osservazione scientifico-anamnestica può essere articolata su
più piani22:
• il colloquio clinico è una relazione di tipo verbale per indagare e
comprendere l‟eventuale presenza di difficoltà e di fattori che
giocano, o hanno giocato, un ruolo fondamentale nella genesi
del disagio;
• i reattivi mentali, sono prove standardizzate che evidenziano
caratteristiche peculiari e stati psichici dell‟individuo, con metodi obiettivi o proiettivi;
• l‟inchiesta sociale, è una indagine condotta sull‟ambiente di vita
del soggetto da cui si ricavano informazioni relative
all‟ambiente macro e microsociale nel quale vive ed è vissuto;
22
Ponti G., 1999, op. cit.
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• l‟esame comportamentale, analizza e descrive le condotte e le
modalità comportamentali del soggetto in osservazione;
• i dati documentali, si ottengono con il reperimento di informazioni sulla vita del soggetto, attraverso sorgenti informative
quali banche dati, archivi o documenti che lo riguardano.
L‟osservazione psicologica e la fase anamnestica si avvalgono
del momento prognostico23 al fine di constatare la presenza di disagi,
sofferenze e malattie, comprendere la patogenesi e la possibile
futura evoluzione in senso patogenetico e/o deviante.
La valutazione, perché risulti attendibile, dovrebbe essere corroborata da più elementi che si integrano fra loro e deve essere
basata su un consistente numero di indici validi e significativi.
A questo proposito è opportuno ricordare che “Il processo di
valutazione in psicologia clinica, almeno inizialmente, non includeva la quantificazione obiettiva e riproducibile degli aspetti
psicopatologici. Descrizioni acute ed interessanti ma caratterizzate da estrema variabilità individuale contraddistinguevano lo
stile di comunicare sui fenomeni psicopatologici tra clinici e ricercatori”24, inoltre “è solo tra la fine degli anni „50 e l‟inizio
degli anni „60 che va affiorando, in psicologia clinica, il bisogno
di sviluppare strumenti di misurazione obiettivi e standardizzati,
sia di gravità che di cambiamento dello stato psicologico come
reazione all‟atteggiamento prevalente in quegli anni, che, ispirato dalla fenomenologia e dalla psicoanalisi, caldeggiava la mancanza di riproducibilità come principio basilare nello studio della psicopatologia. È da allora che la psicologia clinica moderna
enfatizza l‟importanza dell‟uso di strumenti di misurazione e di
valutazione che si fondino sui principi di validità ed attendibilità”25.
Ibidem.
Faravelli C., Assessment of psychopathology, in Psychother Psychosom, 73, 2004.
25 Tomba E., Fava G.V., L’approccio clinimetrico in psicologia clinica, in Rivista di
Psicologia Clinica, 2-3/2006.
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Capitolo 5
Risultati della ricerca
Introduzione
Gli esiti della ricerca sono costituiti dai dati ricavati dal referto
prodotto dall‟elaborazione del questionario Sesamo_Win, somministrato ad ogni soggetto partecipante all‟indagine. La rappresentazione degli elementi emersi dall‟aggregato campionario seguirà la traccia indicata nel Prospetto 2 (v. Appendice).
I referti dei soggetti aderenti allo screening sono stati processati
singolarmente in modo da estrapolare i dati ritenuti idonei a
formare le classi e le tabelle riassuntive da cui saranno dedotti
successivamente i parametri significativi del campione, una rappresentazione che, secondo la statistica descrittiva26, studia i fenomeni collettivi e le caratteristiche con maggiore o minore variabilità ed effettua una rielaborazione ed esposizione dei dati
che, in questo frangente, sono stati estratti tenendo presenti le
misure che caratterizzano il disagio in ambito clinico, affettivosessuale e relazionale, in un campione di soggetti sottoposti a
limitazione della libertà personale.
Nel Par. 5.1 vengono analizzati i dati di carattere generale che
meglio identificano le caratteristiche del campione (v. Tabella 1
e Tabella 1.1).
Al fine di vagliare gli elementi distintivi dell‟aggregato, vengono
effettuate alcune correlazioni sui dati numerici disponibili quali:
l‟età, l‟indice di massa corporea e il tabagismo (un‟abitudine
molto diffusa nelle istituzioni osservate dall‟indagine).
Nel Par. 5.2 sono considerati i parametri numerici in punti Z
(standard) ottenuti da ogni soggetto nelle rispettive aree di indagine. I risultati dell‟aggregato campionario, suddiviso in Maschi
Single e Maschi Coppia (v. Tab. 2 M-S e Tab. 3 M-C), consentono di effettuare una serie di valutazioni sulle aree di maggiore
26
Soliani L., Statistica applicata alla ricerca biologica e ambientale, 2003, Uni.Nova,
Parma.
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sofferenza che emergono dal campione, disagi che possono derivare dalla condizione di internamento e/o dalle motivazioni
che hanno portato questi soggetti ad essere costretti in strutture
di riabilitazione.
Nel Par. 5.3 viene effettuata una valutazione inferenziale del
campione relativamente ai tratti critici assegnati dal test ad ogni
soggetto. I dati sono raccolti in tabelle data-set (impostazione dei
dati in un foglio di calcolo data-sheet) su cui viene resa un‟analisi
di contenuto, ragionata per temi analoghi e sintetizzata nei
"Tratti critici emergenti" (v. Tab. 4 M-S e Tab. 5 M-C).
Nel Par. 5.4 viene eseguita una scansione interpretativa, secondo una prospettiva psicodinamica e sessuologica, delle aree di
disagio e dei tratti critici emersi nel campione: tali fattori possono costituire un elemento consuntivo delle caratteristiche distintive dell‟aggregato e un ulteriore approfondimento secondo
un‟ipotesi patogenetica e patognomonica.
Le aree di disagio (rilevate tramite i valori di cut-off del test 27) e i
tratti critici emergenti dall'aggregato, vengono analizzati singolarmente per darne una chiave di lettura psicopatologica in relazione alle caratteristiche del campione.
5.7
Considerazioni finali
Al termine di questo excursus, relativo ai disagi socio-affettivi e
sessuorelazionali riscontrati nella popolazione presa in esame,
può risultare utile fare una riflessione sull‟opportunità di una
evoluzione nel campo delle istituzioni totali: “essa permetterà che
in prigione [e per estensione in tutti quei luoghi dove esiste una
condizione di segregazione] sia realmente riconosciuta la possibilità di mantenere dei legami affettivi in condizioni di decenza
27
Nota. Per cut-off si intende il punteggio, ottenuto ad un test, oltre il quale si
determina la presenza della caratteristica indagata dal reattivo. Nel
caso del test usato in questa indagine, il raggiungimento o superamento del valore di cut-off in punti Z (standard), indica che l'individuo/gruppo presenta un assodato grado di disagio nell'area specificata.
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e di dignità. […] Si tratta innanzitutto di riconoscere che i detenuti, malgrado le loro difficoltà, sono dei soggetti in divenire e
il loro reinserimento passa anche attraverso la restituzione delle
capacità di avere relazioni con i familiari, che non si riassumono
in una semplicistica sessualità igienica. Probabilmente si tratta
più del diritto all‟affettività che del diritto alla sessualità”28.
Un dato peculiare emerso dall‟indagine è rappresentato dal
connubio che si può rintracciare in due tratti critici enucleati:
l‟alexitimia e le parafilie. Secondo la psicoanalista Joyce Mc
Dougall29, le ricerche neurobiologiche sul sistema limbico inducono ad una riflessione sui punti di contatto tra le cause neurobiologiche e le cause psichiche, una contiguità tramite cui una
realtà biologica può diventare una realtà psichica; tale relazione
troverebbe una particolare attinenza nella condizione del paziente psicosomatico.
La McDougall, attribuendo un significato inconscio alle deviazioni sessuali, asserisce che tali sintomatologie sono la forma
più alessitimica delle espressioni libidiche e che i pazienti affetti
da parafilie sessuali soffrono anche di disturbi psicosomatici30.
L‟Autrice afferma che le due sindromi sono riconducibili agli
stessi meccanismi arcaici della relazione precoce madrebambino, rapporto in cui la madre, inconsciamente, tenta di
controllare (in senso condizionante) la vivacità affettiva e il sé
corporeo del bambino considerandoli come un‟estensione narcisistica di se stessa: ciò diverrebbe fonte di patologia per il
bambino e lo predisporrebbe a problemi psicosessuali futuri e a
vulnerabilità in senso psicosomatico31.
Una nota particolare va inoltre riservata al possibile crossover tra
le tipologie dei disturbi enucleati dall‟indagine e la carriera criminale: "tutte le ricerche cliniche sugli stupratori, a prescindere
dal campione e dai criteri di valutazione, descrivono uomini deGravier B., Lamothe P., La sexualité en prison: un comportament à risque?, in Atti
V° Conferenza internazionale sull’AIDS, Montréal, 1988.
29 McDougall J., Teatri dell'Io, 1988, Cortina, Milano.
30 McDougall J., Eros. Le deviazioni del desiderio, 1997, Cortina, Milano.
31 Lalli N., Lo spazio della mente. Saggi di psicosomatica, 1997, Liguori, Napoli.
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boli, inadeguati, insicuri della propria mascolinità e solitamente
maladattati socialmente [...] il tema del dominio, della cattura,
del controllo e dell'asserzione di virilità [...] disfunzioni sessuali,
tra cui impotenza ed eiaculazione precoce o ritardata, stati d'animo psicologici come l'ansia, la depressione e la rabbia, oltre ai
conflitti riguardanti il sesso"32.
In ultima analisi, dopo aver concluso questa indagine
nell‟universo delle istituzioni totali, si può affermare che i soggetti del campione, appartenenti alla categoria degli individui
che vivono una situazione di restrizione della libertà personale a
causa di un trascorso deviante, presentano sofferenze e disagi in
ambito affettivo, sessuale e relazionale, in misura maggiore rispetto alla popolazione non vincolata in strutture segreganti.
Quello che rimane da esaminare è se questi soggetti sono entrati a far parte del circuito riabilitativo a seguito delle loro caratteristiche affettivo-relazionali deviate, oppure se gli elementi disfunzionali siano stati creati o acuiti dalla condizione reclusiva.
Per verificare questa eventualità sarebbe necessario uno studio
longitudinale che sottoponga ad osservazione coorti di soggetti,
nel momento di ingresso nella struttura e dopo un certo periodo di internamento.
Questo potrebbe costituire un ulteriore obiettivo e un futuro
sviluppo della ricerca indirizzata alla sessualità e all‟affettività
nelle istituzioni totali.
LINK DI APPROFONDIMENTO
http://www.sexology.it
http://it.wikipedia.org/wiki/SESAMO_(test)
http://it.wikipedia.org/wiki/Test_sessuologici
http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine_idiografica
32
Kaplan H.S., 1981, op. cit.
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