Comunicato stampa - Marta dell`Angelo

Corpi di donne in piedi, sedute, inginocchiate, sdraiate, che si stirano, che ballano, che corrono, che
saltano, che si piegano, che si girano, che si riposano, che si lavano, che si vestono, che prendono il
sole, che gattonano, che si alzano, che si inginocchiano, che si espongono, che si coprono, che si
toccano, che si muovono, che si riposano, che cadono, che si abbracciano, che giocano a palla, che
si allungano, a colori o in bianco e nero, corpi antichi, corpi moderni e contemporanei questo
riunisce l’Antologia delle Posizioni creata da Marta dell’Angelo. L’artista da anni raccoglie
compulsivamente immagini di corpi nudi e poco vestiti come a voler creare un catalogo infinito
delle posizioni che il corpo umano può assumere. Questa antologia delle posizioni, un’opera d’arte
in forma di libro, un papiro contemporaneo in cui un rotolo di carta lungo più di duecento metri
raccoglie e in qualche modo ordina l’archivio delle rappresentazioni corporee nasce quindi quasi
per caso.
Guardando le immagini nel loro insieme sembra di assistere al lento scorrere dei frame di un film
muto che attraverso i movimenti di migliaia di protagoniste (gli uomini ritratti sono una decina)
raccontano le possibilità motorie del corpo umano. Queste immagini nel loro complesso diventano
un catalogo antropologico del corpo femminile nella società e della sua immagine. Infatti
indifferentemente dal contesto da cui sono tratte (riviste di moda, manuali di storia dell’arte, riviste
d’epoca e giornali porno, manuali di sport o antropologia, o libri illustrati di vario genere) ci
raccontano come è stato visto e rappresentato il corpo femminile e come alcune posizioni siano
degli archetipi che ritroviamo simili in contesti diversi. Questi corpi catturati dall’immagine
fotografica mostrano come la percezione della figura umana sia implicitamente la percezione che
ognuno ha dell’altro senza distinzione di genere o età.
Il lavoro di Marta dell’Angelo spesso si concentra sul corpo e sulle sue rappresentazioni, infatti
l’Antologia delle Posizioni deve essere letta in relazione al Manuale della Figura Umana, (2007) un
libro che raccoglieva immagini e testi arbitrariamente scelti dall’artista per parlare del corpo e della
sua rappresentazione. In questo caso però la genesi dell’opera è importante. L’Antologia delle
Posizioni non è un libro riproducibile in molteplici esemplari, ma un’installazione ambientale in
forma di libro. L’artista ha selezionato fisicamente le immagini ritagliando le pagine da giornali,
riviste, manuali e libri e le ha scansionate una ad una (sono migliaia) per poi lavorare digitalmente
alla composizione di una sequenza di corpi in movimento, una specie di film muto del corpo. Ma il
fatto che il lavoro sia nato da un rapporto tattile e reale con le immagini ha spinto l’artista a montare
fisicamente le fotografie originali da lei ritagliate in una serie apparentemente infinita d’immagini
che creano un loop continuo di posizioni come se non ci fosse un inizio ed una fine. Questa
sequenza quasi cinematografica non può essere letta o vista in maniera statica, seduti ad un tavolo,
ma viene vissuta fisicamente nello spazio in piedi seguendo un foglio di 203 m scorrere a
fisarmonica davanti a noi. Saranno appunto due signore, altri due corpi di donna, nella serata
inaugurale ad aprire e chiudere il ‘libro’ in una specie di danza perenne in cui l’identità delle
singole protagoniste rappresentate diventa irrilevante nella fluidità delle loro posizioni. Benché la
serie d’immagini presupponga il movimento è importante soffermarsi sulla qualità dell’immagine
fotografica che favorisce un processo d’identificazione con le singole posizioni del corpo e una
plasticità quasi scultorea che lo scorrere della pellicola avrebbe cancellato. Questa installazione
presuppone infatti il corpo dello spettatore e l’inconscia abitudine di ognuno di vedere e
immaginare il proprio corpo dall’esterno, congelato in immagini statiche, come in una serie infinita
di fermo-immagine.
A differenza di ciò che si potrebbe pensare non vi è nulla di aggressivamente femminista in questo
lavoro, infatti è come se l’artista attraverso questa collezione di corpi riuscisse a trovare quel
difficile equilibrio tra l’autorappresentazione e il voyeurismo. Scorrendo le immagini
dell’Antologia delle Posizioni, nei loro diversi formati e contesti ci si perde in un mondo parallelo
in cui sembra che le donne abbiano riacquisito la libertà di vivere il proprio corpo senza
preoccuparsi degli sguardi esterni, anzi trasformate in ‘baccanti’ contemporanee esibiscono con
gioia le proprie nudità. Vi è una leggerezza in questo lavoro di Marta dell’Angelo che le permette di
giocare con un tema come quello della rappresentazione del corpo femminile carico di tabù e
stereotipi. È interessante come l’artista abbia scelto di non cancellare il contesto originario in cui ha
trovato le immagini ma al contrario riesca attraverso queste fratture visive a rendere più dinamico lo
scorrere delle immagini senza però arrestare il flusso narrativo. Con questo lavoro l’artista riesce a
restituire al nudo una purezza ed una dignità classica scomparsa nella società contemporanea in cui
il corpo femminile viene volgarmente esibito per vendere qualsiasi cosa. Ipnotizzati dai corpi nudi
che si muovono lentamente davanti a noi, non possiamo non rimanere sedotti da questa
rappresentazione corale, che attraverso un’antologia di posizioni ci mostra la bellezza del corpo
femminile.
Ilaria Bonacossa