NEWSLETTER N. 2 – 2016 - Business Integrity Forum

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NEWSLETTER N. 2 – 2016
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BUSINE SSIN T EG RI T Y.T R ANSPAR E NC Y.I T
TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA
BUSINESS INTEGRITY FORUM
Se ricevi questa brochure informativa, molto probabilmente la tua azienda ha deciso di aderire
all’iniziativa lanciata da Transparency International Italia per aumentare la trasparenza, l’integrità
e la responsabilità del settore economico del nostro Paese: il Business Integrity Forum (BIF),
che riunisce grandi aziende italiane che attraverso il BIF si impegnano a prevenire e combattere
il fenomeno della corruzione nelle pratiche di business adottando e diffondendo strumenti e
pratiche anticorruzione e una maggiore cultura della legalità.
Transparency International Italia (www.transparency.it) è un'organizzazione non
governativa, no profit, che riceve fondi sia pubblici che privati da destinare all’adempimento della
propria missione, ovvero la promozione della trasparenza e il contrasto alla corruzione. Tra i
suoi partner annovera anche aziende che condividono e cercano di promuovere il cambiamento in
direzione di "un mondo in cui governo, politica, affari, società civile e vita quotidiana delle persone
siano libere dalla corruzione" e che si impegnano di conseguenza a rispettare norme e buone
pratiche per il contrasto alla corruzione.
Sono molte le aziende desiderose di partecipare alla lotta alla corruzione e che sono pronte a fare
ordine nelle loro attività, tenendo lontane le persone disoneste e i network corrotti, e che lavorano
per mitigare i rischi a cui sono esposte.
Con questa finalità, negli ultimi 20 anni Transparency International Italia si è impegnata nel
settore privato per elaborare un lavoro di prevenzione della corruzione, assistendo le aziende
nello sviluppo e nell’implementazione di piani anticorruzione specializzati, e di strumenti e
programmi volti ad aumentare la trasparenza.
Per le aziende che si impegnano a combattere la corruzione e a sostenere la lotta globale per una
maggior trasparenza, l’adesione al Business Integrità Forum di Transparency International è un
passo significativo in grado di dimostrare un impegno concreto: l'importanza di questa partnership
si riverbera in tutto il settore, posizionando l’azienda tra i pionieri di un sistema basato sull’integrità,
sulla sostenibilità e su una migliore e più responsabile governance.
IL BUSINESS INTEGRITY FORUM È UN’INIZIATIVA COORDINATA DA TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA
A CUI HANNO ADERITO LE SEGUENTI AZIENDE:
ASSICURAZIONI GENERALI – EDISON – ENEL – FALCK RENEWABLES – ITALCEMENTI GROUP – LUXOTTICA
– PIRELLI – TIM – TERNA – KPMG – SALINI IMPREGILO - SNAM – VODAFONE
N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6
IMPRESA, ETICA E LIBERTÀ
Non è un caso che oggi, dopo la crisi finanziaria che ha
duramente colpito la nostra società, l’uomo ritorni
a scoprire i suoi valori fondanti. Dopo l’euforia
materialista e consumista, dopo la globalizzazione
senza frontiere e senza rispetto della natura e
dell’uomo, che inebriava, siamo caduti in ginocchio,
prostrati: non più invincibili ma umani. Da questa
posizione riscopriamo il valore del contatto con la
terra, il valore dell’aiuto reciproco e dell’etica:
il valore di cosa vogliamo realmente dalla vita e
dalla nostra esistenza.Così riscopriamo ciò che ci ha
unito, ciò che ci ha spinti a migliorare a evolverci, il
fondamento stesso della società.
Nella transizione dal Paleolitico al Neolitico l’uomo
ha saputo scegliere tra il nomadismo errante basato
sulla caccia e la raccolta predatoria, senza disegno
ne progetto e la stanzialità basata sull’agricoltura
e sull’embrione di società comune organizzata. E’
stato un passo straordinario in quanto l’agricoltura
e l’allevamento
richiedono organizzazione,
previsione, tenacia oltre all’unione di una
comunità e il rapporto con il suo territorio. Ogni
volta che l’uomo dimentica questo passaggio chiave
e deriva verso l’egoismo, ogni volta che sceglie l’io
rispetto al noi, si allontana dalla base stessa dello
sviluppo. Le imprese che si potevano già trovare
in forma arcaica nella conduzione dell’agricoltura
e nella specializzazione delle attività artigianali si
trovavano ad essere parte integrate di quelle società
nascenti.
Così nei secoli, i nuclei urbani che si sviluppavano
erano in simbiosi con le attività delle imprese: l’attività
d’impresa sviluppava le professionalità e generava
ricchezza che veniva distribuita alimentando un
tessuto sociale. Allo stesso tempo il nucléo urbano
che cresceva forniva clienti, mano d’opera, difesa
e organizzazione alle imprese. Si costituiva una
cultura civile. Così troviamo che in età antica “La
città, finché visse libera da dominazioni esterne,
non fu soltanto una struttura economico sociale e
un ceto politico ma anche un orizzonte di vita entro
cui il singolo e i gruppi davano un senso alla propria
esistenza”.
Se l’impresa era apprezzata, equa, avveduta,
sopravviveva nel tempo e cresceva e questo era
possibile solo se era formata da uomini e donne
che alimentavano e condividevano questi valori.
Questi stessi elementi si potevano trovare quindi
nella società in cui l’impresa era inserita. Simonde
de Sismondi che studiò le Repubbliche italiane a
partire dal IX secolo ne Les Républiques Italiennes
scrive: “Non appena si entrava in uno Stato Libero,
si poteva contar di trovarvi la lealtà nei negoziati e
nei trattati, lo zelo per il bene di tutti nelle alleanze,
il coraggio e la costanza nelle avversità, la liberalità
dei più ricchi verso i più poveri nelle calamità,
l’energia del popolo per reprimere le ingiustizie e
le violenze. Al contrario, entrando negli Stati dei
Tiranni, vi si trovava un governo che si sosteneva
mediante il crimine, la perfidia e la corruzione…
L’assassinio, l’avvelenamento e la corruzione vi
erano mezzi comuni di governo”. Se lo spirito
d’impresa è ancora così vivo nel nostro tessuto
economico ed esprimiamo delle grandi eccellenze
sia nel campo manifatturiero che dei servizi e delle
infrastrutture, è perché le nostre radici affondano in
questo substrato e possiamo continuare ad esserne
orgogliosi testimoni nella nostra attività quotidiana.
L’Impresa e la Società, oggi più che mai, sono
simbiotiche. Entrambe hanno bisogno e si sviluppano
nella libertà, nell’etica e nel rispetto del proprio
territorio attingendo e generando le migliori risorse
e attivando le dinamiche più virtuose. Ogn’uno di
noi può e deve svolgere questo ruolo straordinario
non solo di vigilanza ma di motore per riscoprire,
rivalutare e diffondere all’interno delle proprie
organizzazioni una vera e propria cultura della
trasparenza, dell’integrità e della libertà a vantaggio
dell’intera comunità.
Michelangelo Anderlini
Vice Presidente
Transparency International Italia
ETIC A A L C E N TRO
INTEGRITÀ E RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE
La responsabilità sociale delle imprese - o più
correttamente
la
responsabilità
sociale
delle organizzazioni,
da quando
nel
2010
l’ISO
(Organizzazione Internazionale per la
Standardizzazione) ha adottato le linee guida
internazionali in materia - è ormai pienamente
riconosciuta nella sua importanza come fattore di
competitività in particolare aziendale nelle economie
di mercato. Perché allora interrogarsi ancora sui suoi
aspetti e caratteristiche, quando avrebbe forse più
senso dedicarsi al suo approfondimento e diffusione?
Per due motivi, che hanno direttamente a che fare con
gli aspetti fondanti della RSO.
In primo luogo perché é proprio da queste “carenze
strutturali” originano pericolose derive come i
cosiddetti whitewashing e greenwashing, e con loro
gli scandali e polemiche che minano alla radice la
credibilità anche e soprattutto delle organizzazioni
realmente responsabili, unendo al danno la beffa.
Questo punto, sufficientemente chiarito in letteratura
ma non metabolizzato da spin doctors e “maghi”
del marketing e della comunicazione, e’ che la
responsabilità sociale è una prassi, non una teoria.
Così come le strutture economiche e sociali mutano
nel tempo, infatti, variano anche le modalità di
adattamento e interpretazione delle pratiche più
rilevanti per una data organizzazione in un territorio
e momento storico. Diversamente, la discrasia tra
l’applicazione acritica di una teoria e il contesto
concreto della vita aziendale e organizzativa genera
un evidente contraddizione, separando l’azione dalla
responsabilità. Non esiste una “taglia unica”, quindi
per l’impegno aziendale e organizzativo, ma ci vuole
una paziente interpretazione adattiva, per dare vita
a una prassi evolutiva specificamente legata a ciascun
contesto, in assenza della quale non si genera alcun
beneficio né per l’azienda, né per la società.
Il secondo aspetto è ancora più profondo e ignorarlo
equivale a costruire sulla sabbia, con la certezza di un
crollo disastroso. Tutto l’edificio della responsabilità
sociale delle organizzazioni si basa sul valore fondante
del rispetto della legge (nella parola della prima
Comunicazione della Commissione UE le attività “over
and above the law”, dando per scontato l’obbligo
di aderire ai vincoli di legge). Senza di esso, non di si
tratta mai di una “responsabilità sociale” del tutto
presunta, ma di una illegale e illegittima manipolazione
della percezione dei mercati e dei cittadini, finalizzata
a sostituire agli obblighi civici e sociali (che valgono
per tutti) degli elementi spesso pleonastici e quasi
ornamentali, scelti ad arte per intorbidire le acque
e distrarre dal mancato rispetto degli impegni civici
condivisi. Pertanto, il rispetto di tutte le leggi nazionali
valide, il corretto, completo e puntuale pagamento
delle tasse dovute, così come l’ottemperare ai trattati
e alle norme internazionali sono una pre-condizione
ineludibile a qualsiasi presunzione di impegno
socialmente responsabile da parte di chiunque.
Esistono infatti solo due tipi di impegni nazionali e
internazionali ai quali le imprese devono assoggettarsi
indistintamente e senza eccezione alcuna, per i quali
vale addirittura la regola della extra-territorialità,
in riconoscimento della estrema gravità, tale da dover
consentire e autorizzare il perseguimento e il puntuale
sanzionamento delle infrazioni persino oltre gli stessi
confini nazionali dove normalmente si estingue
l’azione legale.
Sono i crimini contro l’umanità e la corruzione.
Non esiste quindi alcuna responsabilità sociale
senza l’impegno, l’azione, la lotta attiva contro la
corruzione, a tutti i livelli. Non solo per motivi etici, ma
anche per istinto di conservazione. La corruzione attiva
e passiva porta inevitabilmente al crollo fragoroso
di aziende e organizzazioni, in quanto il valore
fondamentale dell’economia è la fiducia. Senza di
essa, non c’è economia ne’ mercato, ma solo pirateria,
criminalità e dominio del più forte. La corruzione mina
alla radice la fiducia di tutti e distrugge dall’interno
l’intera economia.
Nel medio termine, a volte persino nel breve, la
distruzione della fiducia porta al crollo economico
vero e proprio, perché senza certezza del diritto e del
rispetto delle regole viene meno l’incentivo a rischiare
ed esporsi svolgendo e intraprendendo attività
economiche. Purtroppo saranno necessari ancora
molte crisi e fallimenti prima che questa semplice verità
sia pienamente compresa in tutte le organizzazioni.
L’integrità è una qualità che viene meno nella sua
interezza quando decade in un qualsiasi momento
dell’agire aziendale, ma l’impresa è rischio; è
soprattutto rischio. Queste organizzazioni - e aziende
- hanno chiaramente inteso che se al loro interno non
vi è il rispetto formale e sostanziale delle regole, non vi
è il rischio, ma la concreta possibilità di fare una brutta
fine. Ne sarebbe compromessa la sopravvivenza
stessa delle attività aziendali. Sempre di responsabilità
si tratta quindi, questa volta non verso l’esterno,
ma verso l’interno: verso i propri soci, azionisti,
amministratori e lavoratori. Verso la stessa azienda e
organizzazione, che è ben più della somma delle parti
che la compongono. Si tratta della responsabilità di
svolgere bene le proprie attività, nel rispetto di tutti gli
obblighi dovuti, facendo anche quel passo in più che
consente di prevenire l’insorgere di problemi e criticità.
La vera e propria responsabilità sociale, nel senso più
completo del termine.
Sergio Valentini
Membro Comitato Esecutivo
Transparency International Italia
N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6
BUSINESS INTEGRITY FORUM
Il 2016 ha visto la partenza effettiva del Business
Integrity Forum (BIF) promosso da Transparency
International Italia con la partecipazione di 12 tra le
più importanti aziende italiane e il coordinamento
di Transparency International, network leader
mondiale nella lotta alla corruzione, attivo in oltre
100 nazioni.
Aderiscono a questo progetto le aziende italiane che,
già attive sui temi dell’integrità e della trasparenza,
si impegnano a combattere la corruzione e
a sostenere la lotta alla stessa nelle pratiche di
business e collaborano con il network in progetti
comuni di diffusione culturale, di comunicazione e
adozione di strumenti di contrasto alla corruzione.
Oltre allo scambio di esperienze e all’implementazione
di progetti di formazione e sistemi di segnalazione
(whistleblowing) tra i più completi e innovativi apparsi
nel panorama nazionale, il BIF ha concentrato i propri
sforzi in un progetto comune in grado di innalzare il
livello di fattiva promozione dell’etica, della trasparenza
e dell’integrità a livello di sistema Paese.
Da questa collaborazione è nato il PMI Integrity
Kit, ovvero Strumenti d’Integrità per piccole e medie
aziende, grazie al generoso impegno delle aziende
BIF che hanno finanziato e collaboratoallo sviluppo
di strumenti capaci di rafforzare il grado di integrità
e delle capacità comunicative su questo tema da
diffondere all’interno della propria supply-chain,
ovvero verso le aziende che hanno con esse rapporti
commerciali o di collaborazione.
La PMI ha “valori di fatto” che meritano miglior
comunicazione e concretizzazione in strumenti
d’integrità in grado di tradursi in reali fattori di
competitività in un mondo sempre più attento alle
istanze dell’etica e della trasparenza.
L’intento è quello di generare uno spirito di
emulazione e una partecipazione a questo
processo in grado di migliorare la fiducia e la
reputazione delle aziende all’interno del Paese
stesso e proporre oltre confine modelli di eccellenza
italiana anche su questi temi.
Il progetto è stato presentato ad istituzioni, aziende,
associazioni e protagonisti della società civile, lo scorso
13 ottobre, presso la sede de Il Sole 24 Ore a Milano
durante il Business Integrity Forum National Event,
con la partecipazione alla tavola rotonda del Ministro
Alfredo Durante, Coordinatore Attività Internazionali
Anticorruzione del Ministero Affari Esteri.
La diffusione del PMI Integrity Kit è in atto tra le
aziende che compongono la supply-chain delle
aziende BIF e proseguirà fino al 31 gennaio 2017.
A inizio marzo, raccolti numeri ed esperienze delle
prime implementazioni, il BIF ne proporrà in seguito
ampia diffusione nel Paese.
“L’INTEGRITÀ DIVENTA
FRONTIERA DI COMPETITIVITÀ
IN GRADO DI ACCRESCERE
FIDUCIA E REPUTAZIONE ALLE
AZIENDE ITALIANE”
BIF NATIONAL EVENT - MILANO
ETIC A A L C E N TRO
ONU SDG17 AGENDA 2030 PER TRASFORMARE IL MONDO
È noto da tempo come il fenomeno della corruzione
valichi l’ambito strettamente legale ed economico
per espandere il proprio impatto su altre dimensioni.
L’attenuazione della sua diffusione e il suo fattivo
contrasto sono elementi ineludibili per favorire
l’attrazione di capitali e investimenti e per rimuovere
un diffuso senso di sfiducia riguardo alla gestione
delle opere e dei denari pubblici.
Oltre a ciò è necessario poter pensare che
quanto è presente sul mercato abbia un concreto
valore e non sia frutto di accordi truffaldini o di
scorrette valutazioni perché in molti casi prodotti
e realizzazione di opere interagiscono con l’attività
dell’uomo e la sua sicurezza.
Queste
più
ampie
implicazioni
portano
l’anticorruzione ad essere parte determinante
dall’esteso ventaglio del tema della Sostenibilità,
che, nato in riferimento all’ambiente, ha velocemente
allargato il proprio orizzonte per abbracciare le
frontiere dei diritti umani e della giustizia sociale.
Seguendo il solco tracciato dall’iniziativa UNGC
United Nation Global Compact posta in essere con
il proposito di incoraggiare le aziende di tutto il
mondo ad adottare politiche sostenibili e inclini alle
tematiche della responsabilità sociale d’impresa, le
Nazioni Unite hanno proposto in questo tempo il
progetto SDG17 Sustainable Development Goals.
Si tratta di un grandioso progetto che propone a
governi, settore privato e società civile, dei concreti
obiettivi da raggiungere nei prossimi 15 anni (entro
il 2030) sui fronti della lotta alla povertà, salvaguardia
del pianeta, assicurare la prosperità a tutti.
In agenda 17 macro obiettivi di sviluppo sostenibile
nell’alveo del programma “obiettivi per trasformare
il nostro mondo”, tra essi spicca il Goal 16: Peace
Justice and Strong Institution che promuove la
realizzazione di una società giusta, pacifica, inclusiva.
Ognuno di questi obiettivi è strutturato e composto
da specifici targets, all’interno del Goal 16 ben 4
di questi, ovvero 3. Giustizia equa, 4. Flussi di
finanziamenti illeciti, 5. Sostanziale riduzione
della corruzione e delle tangenti in tutte le sue
forme e 10. Diritto alle informazioni, chiamano
in causa direttamente tutti coloro che si occupano
di trasparenza, integrità, anticorruzione, nel settore
pubblico e privato, spostando il focus del contrasto
del fenomeno corruttivo da salvaguardia della legalità
ad azione in grado di ampliare il respiro dell’opera
verso traguardi di più ampia trasformazione della
società.
N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6
ALAC - ALLERTA ANTICORRUZIONE
Le aziende che aderiscono al Business
Integrity Forum supportano economicamente
il servizio ALAC - Allerta Anticorruzione di
Transparency International Italia, che offre
assistenza gratuita a tutti i cittadini vittime o
testimoni di corruzione.
Nei primi due anni di vita, ALAC ha raccolto oltre
290 segnalazioni provenienti da tutta Italia ed
ha aiutato i segnalanti a sporgere denuncia e
a tutelarsi contro eventuali ritorsioni lavorative.
Lo staff di ALAC aiuta quotidianamente tutti
quei cittadini in difficoltà che non sanno
a chi rivolgersi per segnalare i reati di cui
sono venuti a conoscenza, un po’ per sfiducia
e molto per paura. Garantendo il più totale
anonimato, raccogliamo le informazioni
e aiutiamo a circostanziare e dettagliare le
segnalazioni, così da poterci sostituire - se serve
- al testimone liberandolo così dall’angoscia di
subire vendette o ritorsioni per il suo operato.
298
PROTEGGIAMO LE
#VOCIDIGIUSTIZIA
Abbiamo lanciato una petizione importante
che ha già raggiunto ottimi risultati, arrivando
a superare le 43.000 firme.
Aggiungi la tua voce per chiedere che il
Parlamento Italiano tuteli i whistleblower,
coloro che hanno il coraggio di denunciare gli
illeciti di cui sono testimoni in azienda e che
rischiano il proprio posto di lavoro e a volte
anche la vita.
LA TROVI SU CHANGE.ORG
I 3 SETTORI MAGGIORMENTE COINVOLTI
SEGNALAZIONI
21,5% PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
17,5% SANITÀ
6% EDILIZIA
32,4%
UOMINI
13,6%
DONNE
53,6%
ANONIMI
LE 3 PRATICHE PIÙ RICORRENTI
14,4% FAVORITISMI
13,4% FRODE
55% TESTIMONI 42% VITTIME 3% ALTRO
10,7%ABUSO DI FUNZIONI PUBBLICHE
ETIC A A L C E N TRO
GLOBAL CORRUPTION BAROMETER
Il Barometro è un sondaggio che si rivolge direttamente ai cittadini, approfondendo la loro percezione
della diffusione della corruzione in diversi settori come politica, magistratura, settore privato e istituzioni
pubbliche. Ideato nel 2003 da Transparency International in collaborazione con Gallup International, il Global
Corruption Barometer un sondaggio d’opinione sulla corruzione e solo quest’anno ha intervistato circa 60.000
persone, attraversando 42 Paesi in Europa e Centro Asia. Le risposte che emergono sono sempre molto
interessanti e ne potete trovare alcune qui:
N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6
PREMIO GIORGIO
AMBROSOLI 2017
La V edizione del Premio Giorgio Ambrosoli
avrà luogo a Milano il 16 gennaio 2017.
Il Premio, divenuto ormai un appuntamento
tradizionale del mondo dell’anticorruzione,
assegna riconoscimenti a persone, o gruppi
di persone - in particolare della pubblica
amministrazione e delle imprese - che su tutto
il territorio nazionale si siano contraddistinti
per la difesa dello stato di diritto tramite
la pratica dell’integrità, della responsabilità e
della professionalità, pur in condizioni avverse
a causa di “contesti ambientali”, o di situazioni
specifiche, che generavano pressioni verso
condotte illegali.
Il Premio vuole essere un omaggio alla
memoria di Giogio Ambrosoli, avvocato
italiano assassinato l’11 luglio 1979 da un
sicario ingaggiato dal banchiere siciliano
Michele Sindona, sulle cui attività Ambrosoli
stava indagando, nell’ambito dell’incarico di
commissario liquidatore della Banca Privata
Italiana dello stesso Sindona.
Sulla figura di Giorgio Ambrosoli molto è
stato detto e scritto, ma suggeriamo a chi
volesse approfondirne la storia il libro Un eroe
borghese di Corrado Staino, da cui nel 1995
Michele Placido ha tratto l’omonimo film.
*le infografiche si riferiscono al contesto italiano
ETIC A A L C E N TRO
© wired.it
EDWARD SNOWDEN: EROE O TRADITORE?
È finalmente uscita anche nelle sale italiane l’ultima
fatica cinematografica di Oliver Stone, “Snowden”,
dedicato al tecnico informatico, Edward Snowden da
cui il titolo, ex dipendente della Central Intelligence
Agency (CIA) responsabile di aver rivelato
pubblicamente informazioni segrete governative
su alcuni programmi di intelligence che prevedono
l’intercettazione generalizzata delle comunicazioni
telefoniche, sms e mail, di praticamente tutti i
cittadini del mondo.
Ex tecnico della CIA e collaboratore della Booz
Allen Hamilton (azienda di tecnologia informatica
consulente della NSA, la National Security Agency),
Edward Snowden decise infatti nell’estate del
2013 di non poter più tenere per sé tutto ciò di
cui era venuto a conoscenza nel corso della sua
attività lavorativa. Contattò quindi il giornalista del
quotidiano britannico The Guardian Glenn Greenwald
e gli confidò tutto ciò che sapeva sui programmi di
sorveglianza di massa del governo statunitense e
britannico, fino ad allora tenuti segreti.
La scelta di Snowden, che lo fa riconoscere dal mondo
ma non dal suo Governo come un whistleblower,
nasce dall’esigenza di “informare il pubblico su ciò
che viene fatto in loro nome e quello che è fatto
contro di loro”. Le sue rivelazioni riguardano alcune
fra le violazioni più significative della storia della
NSA. Non solo tutti i cittadini europei ed americani
sono intercettati e sorvegliati indiscriminatamente
dal Governo USA, ma addirittura Capi di Stato e
Primi Ministri sono finiti loro malgrado nella rete
tesa dall’NSA.
Come è facile immaginare, il Governo degli Stati
Uniti non ha però apprezzato il gesto di Edward
Snowden e il 14 giugno 2013 i procuratori federali
degli Stati Uniti hanno presentato una denuncia
contro di lui, resa pubblica il 21 giugno, con accuse
di furto di proprietà del governo, comunicazione non
autorizzata di informazioni della difesa nazionale e
comunicazione volontaria di informazioni segrete
con una persona non autorizzata. Le ultime due
accuse sono sottoposte alla legislazione sullo
spionaggio.
Il 29 ottobre 2015 il Parlamento europeo con 285
voti a favore contro 281 contrari, ha chiesto agli
Stati Membri di offrire protezione e di ritirare
ogni impugnazione penale nei confronti di
Edward Snowden ed evitare che venga concessa
l’estradizione o consegna a Paesi terzi “riconoscendo
il suo statuto di informatore e di difensore
internazionale dei diritti umani”.
Da qualche mese è stata anche lanciata una
petizione intitolata “Pardon Snowden” (https://
pardonsnowden.org/) per chiedere a Obama di
concedere la grazia a Snowden prima di cessare il
suo mandato presidenziale.
Segnaliamo infine che oltre al film di Oliver Stone
appena uscito nei cinema italiani, esiste anche il
documentario “Citizenfour” diretto da Laura Poitras
che tratta del caso di Snowden e che ha vinto l’Oscar
al miglior documentario all’edizione degli Oscar del
2015.
N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6
CORTI NON CORROTTI
La corruzione ha diversi volti, spesso poco conosciuti.
Il contest “Corti non Corrotti” è stato realizzato per
alzare l’allerta sui rischi e le conseguenze di questo
fenomeno, in particolare per il mondo delle imprese.
Il concorso che Transparency International Italia
ha promosso con Unioncamere Lombardia e la
collaborazione di Lombardia Film Commission,
aveva come obiettivo la realizzazione di tre
cortometraggi su altrettanti temi specifici, inerenti
alla corruzione. Per ogni categoria ha vinto una
sceneggiatura che poi ha avuto l’opportunità di
esser realizzata.
La prima, vinta dal gruppo capitanato da Vincenzo
Massimo Maesano, aveva come focus la corruzione
tra imprese private e pubblica amministrazione e ha
visto la realizzazione del corto pulito ed essenziale
La vera differenza è dire di no. La seconda, che ha
premiato lo scritto di Alessandro Tavola, si incentra
sui danni della corruzione e le sue vittime, realizzata
nel video crudo e onirico Lacchè. Mentre la terza,
per la quale è stato selezionato Marco Trussardi,
riguarda le influenze illecite e pratiche di lobbying
opaco, realizzata nel corto Lenti, nato dalla filosofia
dell’etica.
I tre splendidi Corti sono visibili sul canale Youtube
di Transparency International Italia e meritano di essere visti.
B USI N E SSI N TE GR I TY.TRA NSPA RENCY.IT
Associazione contro la corruzione
Transparency International Italia
P.le Carlo Maciachini 11 -20159 Milano – Italy
Tel. +39 02 40093560 - [email protected] - www.transparency.it