B USINES S IN TEG RIT Y F O R U M ETICA AL CENTRO NEWSLETTER N. 2 – 2016 SCOPRI TUTTI I CONTENUTI >> BUSINE SSIN T EG RI T Y.T R ANSPAR E NC Y.I T TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA BUSINESS INTEGRITY FORUM Se ricevi questa brochure informativa, molto probabilmente la tua azienda ha deciso di aderire all’iniziativa lanciata da Transparency International Italia per aumentare la trasparenza, l’integrità e la responsabilità del settore economico del nostro Paese: il Business Integrity Forum (BIF), che riunisce grandi aziende italiane che attraverso il BIF si impegnano a prevenire e combattere il fenomeno della corruzione nelle pratiche di business adottando e diffondendo strumenti e pratiche anticorruzione e una maggiore cultura della legalità. Transparency International Italia (www.transparency.it) è un'organizzazione non governativa, no profit, che riceve fondi sia pubblici che privati da destinare all’adempimento della propria missione, ovvero la promozione della trasparenza e il contrasto alla corruzione. Tra i suoi partner annovera anche aziende che condividono e cercano di promuovere il cambiamento in direzione di "un mondo in cui governo, politica, affari, società civile e vita quotidiana delle persone siano libere dalla corruzione" e che si impegnano di conseguenza a rispettare norme e buone pratiche per il contrasto alla corruzione. Sono molte le aziende desiderose di partecipare alla lotta alla corruzione e che sono pronte a fare ordine nelle loro attività, tenendo lontane le persone disoneste e i network corrotti, e che lavorano per mitigare i rischi a cui sono esposte. Con questa finalità, negli ultimi 20 anni Transparency International Italia si è impegnata nel settore privato per elaborare un lavoro di prevenzione della corruzione, assistendo le aziende nello sviluppo e nell’implementazione di piani anticorruzione specializzati, e di strumenti e programmi volti ad aumentare la trasparenza. Per le aziende che si impegnano a combattere la corruzione e a sostenere la lotta globale per una maggior trasparenza, l’adesione al Business Integrità Forum di Transparency International è un passo significativo in grado di dimostrare un impegno concreto: l'importanza di questa partnership si riverbera in tutto il settore, posizionando l’azienda tra i pionieri di un sistema basato sull’integrità, sulla sostenibilità e su una migliore e più responsabile governance. IL BUSINESS INTEGRITY FORUM È UN’INIZIATIVA COORDINATA DA TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA A CUI HANNO ADERITO LE SEGUENTI AZIENDE: ASSICURAZIONI GENERALI – EDISON – ENEL – FALCK RENEWABLES – ITALCEMENTI GROUP – LUXOTTICA – PIRELLI – TIM – TERNA – KPMG – SALINI IMPREGILO - SNAM – VODAFONE N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6 IMPRESA, ETICA E LIBERTÀ Non è un caso che oggi, dopo la crisi finanziaria che ha duramente colpito la nostra società, l’uomo ritorni a scoprire i suoi valori fondanti. Dopo l’euforia materialista e consumista, dopo la globalizzazione senza frontiere e senza rispetto della natura e dell’uomo, che inebriava, siamo caduti in ginocchio, prostrati: non più invincibili ma umani. Da questa posizione riscopriamo il valore del contatto con la terra, il valore dell’aiuto reciproco e dell’etica: il valore di cosa vogliamo realmente dalla vita e dalla nostra esistenza.Così riscopriamo ciò che ci ha unito, ciò che ci ha spinti a migliorare a evolverci, il fondamento stesso della società. Nella transizione dal Paleolitico al Neolitico l’uomo ha saputo scegliere tra il nomadismo errante basato sulla caccia e la raccolta predatoria, senza disegno ne progetto e la stanzialità basata sull’agricoltura e sull’embrione di società comune organizzata. E’ stato un passo straordinario in quanto l’agricoltura e l’allevamento richiedono organizzazione, previsione, tenacia oltre all’unione di una comunità e il rapporto con il suo territorio. Ogni volta che l’uomo dimentica questo passaggio chiave e deriva verso l’egoismo, ogni volta che sceglie l’io rispetto al noi, si allontana dalla base stessa dello sviluppo. Le imprese che si potevano già trovare in forma arcaica nella conduzione dell’agricoltura e nella specializzazione delle attività artigianali si trovavano ad essere parte integrate di quelle società nascenti. Così nei secoli, i nuclei urbani che si sviluppavano erano in simbiosi con le attività delle imprese: l’attività d’impresa sviluppava le professionalità e generava ricchezza che veniva distribuita alimentando un tessuto sociale. Allo stesso tempo il nucléo urbano che cresceva forniva clienti, mano d’opera, difesa e organizzazione alle imprese. Si costituiva una cultura civile. Così troviamo che in età antica “La città, finché visse libera da dominazioni esterne, non fu soltanto una struttura economico sociale e un ceto politico ma anche un orizzonte di vita entro cui il singolo e i gruppi davano un senso alla propria esistenza”. Se l’impresa era apprezzata, equa, avveduta, sopravviveva nel tempo e cresceva e questo era possibile solo se era formata da uomini e donne che alimentavano e condividevano questi valori. Questi stessi elementi si potevano trovare quindi nella società in cui l’impresa era inserita. Simonde de Sismondi che studiò le Repubbliche italiane a partire dal IX secolo ne Les Républiques Italiennes scrive: “Non appena si entrava in uno Stato Libero, si poteva contar di trovarvi la lealtà nei negoziati e nei trattati, lo zelo per il bene di tutti nelle alleanze, il coraggio e la costanza nelle avversità, la liberalità dei più ricchi verso i più poveri nelle calamità, l’energia del popolo per reprimere le ingiustizie e le violenze. Al contrario, entrando negli Stati dei Tiranni, vi si trovava un governo che si sosteneva mediante il crimine, la perfidia e la corruzione… L’assassinio, l’avvelenamento e la corruzione vi erano mezzi comuni di governo”. Se lo spirito d’impresa è ancora così vivo nel nostro tessuto economico ed esprimiamo delle grandi eccellenze sia nel campo manifatturiero che dei servizi e delle infrastrutture, è perché le nostre radici affondano in questo substrato e possiamo continuare ad esserne orgogliosi testimoni nella nostra attività quotidiana. L’Impresa e la Società, oggi più che mai, sono simbiotiche. Entrambe hanno bisogno e si sviluppano nella libertà, nell’etica e nel rispetto del proprio territorio attingendo e generando le migliori risorse e attivando le dinamiche più virtuose. Ogn’uno di noi può e deve svolgere questo ruolo straordinario non solo di vigilanza ma di motore per riscoprire, rivalutare e diffondere all’interno delle proprie organizzazioni una vera e propria cultura della trasparenza, dell’integrità e della libertà a vantaggio dell’intera comunità. Michelangelo Anderlini Vice Presidente Transparency International Italia ETIC A A L C E N TRO INTEGRITÀ E RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE La responsabilità sociale delle imprese - o più correttamente la responsabilità sociale delle organizzazioni, da quando nel 2010 l’ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione) ha adottato le linee guida internazionali in materia - è ormai pienamente riconosciuta nella sua importanza come fattore di competitività in particolare aziendale nelle economie di mercato. Perché allora interrogarsi ancora sui suoi aspetti e caratteristiche, quando avrebbe forse più senso dedicarsi al suo approfondimento e diffusione? Per due motivi, che hanno direttamente a che fare con gli aspetti fondanti della RSO. In primo luogo perché é proprio da queste “carenze strutturali” originano pericolose derive come i cosiddetti whitewashing e greenwashing, e con loro gli scandali e polemiche che minano alla radice la credibilità anche e soprattutto delle organizzazioni realmente responsabili, unendo al danno la beffa. Questo punto, sufficientemente chiarito in letteratura ma non metabolizzato da spin doctors e “maghi” del marketing e della comunicazione, e’ che la responsabilità sociale è una prassi, non una teoria. Così come le strutture economiche e sociali mutano nel tempo, infatti, variano anche le modalità di adattamento e interpretazione delle pratiche più rilevanti per una data organizzazione in un territorio e momento storico. Diversamente, la discrasia tra l’applicazione acritica di una teoria e il contesto concreto della vita aziendale e organizzativa genera un evidente contraddizione, separando l’azione dalla responsabilità. Non esiste una “taglia unica”, quindi per l’impegno aziendale e organizzativo, ma ci vuole una paziente interpretazione adattiva, per dare vita a una prassi evolutiva specificamente legata a ciascun contesto, in assenza della quale non si genera alcun beneficio né per l’azienda, né per la società. Il secondo aspetto è ancora più profondo e ignorarlo equivale a costruire sulla sabbia, con la certezza di un crollo disastroso. Tutto l’edificio della responsabilità sociale delle organizzazioni si basa sul valore fondante del rispetto della legge (nella parola della prima Comunicazione della Commissione UE le attività “over and above the law”, dando per scontato l’obbligo di aderire ai vincoli di legge). Senza di esso, non di si tratta mai di una “responsabilità sociale” del tutto presunta, ma di una illegale e illegittima manipolazione della percezione dei mercati e dei cittadini, finalizzata a sostituire agli obblighi civici e sociali (che valgono per tutti) degli elementi spesso pleonastici e quasi ornamentali, scelti ad arte per intorbidire le acque e distrarre dal mancato rispetto degli impegni civici condivisi. Pertanto, il rispetto di tutte le leggi nazionali valide, il corretto, completo e puntuale pagamento delle tasse dovute, così come l’ottemperare ai trattati e alle norme internazionali sono una pre-condizione ineludibile a qualsiasi presunzione di impegno socialmente responsabile da parte di chiunque. Esistono infatti solo due tipi di impegni nazionali e internazionali ai quali le imprese devono assoggettarsi indistintamente e senza eccezione alcuna, per i quali vale addirittura la regola della extra-territorialità, in riconoscimento della estrema gravità, tale da dover consentire e autorizzare il perseguimento e il puntuale sanzionamento delle infrazioni persino oltre gli stessi confini nazionali dove normalmente si estingue l’azione legale. Sono i crimini contro l’umanità e la corruzione. Non esiste quindi alcuna responsabilità sociale senza l’impegno, l’azione, la lotta attiva contro la corruzione, a tutti i livelli. Non solo per motivi etici, ma anche per istinto di conservazione. La corruzione attiva e passiva porta inevitabilmente al crollo fragoroso di aziende e organizzazioni, in quanto il valore fondamentale dell’economia è la fiducia. Senza di essa, non c’è economia ne’ mercato, ma solo pirateria, criminalità e dominio del più forte. La corruzione mina alla radice la fiducia di tutti e distrugge dall’interno l’intera economia. Nel medio termine, a volte persino nel breve, la distruzione della fiducia porta al crollo economico vero e proprio, perché senza certezza del diritto e del rispetto delle regole viene meno l’incentivo a rischiare ed esporsi svolgendo e intraprendendo attività economiche. Purtroppo saranno necessari ancora molte crisi e fallimenti prima che questa semplice verità sia pienamente compresa in tutte le organizzazioni. L’integrità è una qualità che viene meno nella sua interezza quando decade in un qualsiasi momento dell’agire aziendale, ma l’impresa è rischio; è soprattutto rischio. Queste organizzazioni - e aziende - hanno chiaramente inteso che se al loro interno non vi è il rispetto formale e sostanziale delle regole, non vi è il rischio, ma la concreta possibilità di fare una brutta fine. Ne sarebbe compromessa la sopravvivenza stessa delle attività aziendali. Sempre di responsabilità si tratta quindi, questa volta non verso l’esterno, ma verso l’interno: verso i propri soci, azionisti, amministratori e lavoratori. Verso la stessa azienda e organizzazione, che è ben più della somma delle parti che la compongono. Si tratta della responsabilità di svolgere bene le proprie attività, nel rispetto di tutti gli obblighi dovuti, facendo anche quel passo in più che consente di prevenire l’insorgere di problemi e criticità. La vera e propria responsabilità sociale, nel senso più completo del termine. Sergio Valentini Membro Comitato Esecutivo Transparency International Italia N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6 BUSINESS INTEGRITY FORUM Il 2016 ha visto la partenza effettiva del Business Integrity Forum (BIF) promosso da Transparency International Italia con la partecipazione di 12 tra le più importanti aziende italiane e il coordinamento di Transparency International, network leader mondiale nella lotta alla corruzione, attivo in oltre 100 nazioni. Aderiscono a questo progetto le aziende italiane che, già attive sui temi dell’integrità e della trasparenza, si impegnano a combattere la corruzione e a sostenere la lotta alla stessa nelle pratiche di business e collaborano con il network in progetti comuni di diffusione culturale, di comunicazione e adozione di strumenti di contrasto alla corruzione. Oltre allo scambio di esperienze e all’implementazione di progetti di formazione e sistemi di segnalazione (whistleblowing) tra i più completi e innovativi apparsi nel panorama nazionale, il BIF ha concentrato i propri sforzi in un progetto comune in grado di innalzare il livello di fattiva promozione dell’etica, della trasparenza e dell’integrità a livello di sistema Paese. Da questa collaborazione è nato il PMI Integrity Kit, ovvero Strumenti d’Integrità per piccole e medie aziende, grazie al generoso impegno delle aziende BIF che hanno finanziato e collaboratoallo sviluppo di strumenti capaci di rafforzare il grado di integrità e delle capacità comunicative su questo tema da diffondere all’interno della propria supply-chain, ovvero verso le aziende che hanno con esse rapporti commerciali o di collaborazione. La PMI ha “valori di fatto” che meritano miglior comunicazione e concretizzazione in strumenti d’integrità in grado di tradursi in reali fattori di competitività in un mondo sempre più attento alle istanze dell’etica e della trasparenza. L’intento è quello di generare uno spirito di emulazione e una partecipazione a questo processo in grado di migliorare la fiducia e la reputazione delle aziende all’interno del Paese stesso e proporre oltre confine modelli di eccellenza italiana anche su questi temi. Il progetto è stato presentato ad istituzioni, aziende, associazioni e protagonisti della società civile, lo scorso 13 ottobre, presso la sede de Il Sole 24 Ore a Milano durante il Business Integrity Forum National Event, con la partecipazione alla tavola rotonda del Ministro Alfredo Durante, Coordinatore Attività Internazionali Anticorruzione del Ministero Affari Esteri. La diffusione del PMI Integrity Kit è in atto tra le aziende che compongono la supply-chain delle aziende BIF e proseguirà fino al 31 gennaio 2017. A inizio marzo, raccolti numeri ed esperienze delle prime implementazioni, il BIF ne proporrà in seguito ampia diffusione nel Paese. “L’INTEGRITÀ DIVENTA FRONTIERA DI COMPETITIVITÀ IN GRADO DI ACCRESCERE FIDUCIA E REPUTAZIONE ALLE AZIENDE ITALIANE” BIF NATIONAL EVENT - MILANO ETIC A A L C E N TRO ONU SDG17 AGENDA 2030 PER TRASFORMARE IL MONDO È noto da tempo come il fenomeno della corruzione valichi l’ambito strettamente legale ed economico per espandere il proprio impatto su altre dimensioni. L’attenuazione della sua diffusione e il suo fattivo contrasto sono elementi ineludibili per favorire l’attrazione di capitali e investimenti e per rimuovere un diffuso senso di sfiducia riguardo alla gestione delle opere e dei denari pubblici. Oltre a ciò è necessario poter pensare che quanto è presente sul mercato abbia un concreto valore e non sia frutto di accordi truffaldini o di scorrette valutazioni perché in molti casi prodotti e realizzazione di opere interagiscono con l’attività dell’uomo e la sua sicurezza. Queste più ampie implicazioni portano l’anticorruzione ad essere parte determinante dall’esteso ventaglio del tema della Sostenibilità, che, nato in riferimento all’ambiente, ha velocemente allargato il proprio orizzonte per abbracciare le frontiere dei diritti umani e della giustizia sociale. Seguendo il solco tracciato dall’iniziativa UNGC United Nation Global Compact posta in essere con il proposito di incoraggiare le aziende di tutto il mondo ad adottare politiche sostenibili e inclini alle tematiche della responsabilità sociale d’impresa, le Nazioni Unite hanno proposto in questo tempo il progetto SDG17 Sustainable Development Goals. Si tratta di un grandioso progetto che propone a governi, settore privato e società civile, dei concreti obiettivi da raggiungere nei prossimi 15 anni (entro il 2030) sui fronti della lotta alla povertà, salvaguardia del pianeta, assicurare la prosperità a tutti. In agenda 17 macro obiettivi di sviluppo sostenibile nell’alveo del programma “obiettivi per trasformare il nostro mondo”, tra essi spicca il Goal 16: Peace Justice and Strong Institution che promuove la realizzazione di una società giusta, pacifica, inclusiva. Ognuno di questi obiettivi è strutturato e composto da specifici targets, all’interno del Goal 16 ben 4 di questi, ovvero 3. Giustizia equa, 4. Flussi di finanziamenti illeciti, 5. Sostanziale riduzione della corruzione e delle tangenti in tutte le sue forme e 10. Diritto alle informazioni, chiamano in causa direttamente tutti coloro che si occupano di trasparenza, integrità, anticorruzione, nel settore pubblico e privato, spostando il focus del contrasto del fenomeno corruttivo da salvaguardia della legalità ad azione in grado di ampliare il respiro dell’opera verso traguardi di più ampia trasformazione della società. N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6 ALAC - ALLERTA ANTICORRUZIONE Le aziende che aderiscono al Business Integrity Forum supportano economicamente il servizio ALAC - Allerta Anticorruzione di Transparency International Italia, che offre assistenza gratuita a tutti i cittadini vittime o testimoni di corruzione. Nei primi due anni di vita, ALAC ha raccolto oltre 290 segnalazioni provenienti da tutta Italia ed ha aiutato i segnalanti a sporgere denuncia e a tutelarsi contro eventuali ritorsioni lavorative. Lo staff di ALAC aiuta quotidianamente tutti quei cittadini in difficoltà che non sanno a chi rivolgersi per segnalare i reati di cui sono venuti a conoscenza, un po’ per sfiducia e molto per paura. Garantendo il più totale anonimato, raccogliamo le informazioni e aiutiamo a circostanziare e dettagliare le segnalazioni, così da poterci sostituire - se serve - al testimone liberandolo così dall’angoscia di subire vendette o ritorsioni per il suo operato. 298 PROTEGGIAMO LE #VOCIDIGIUSTIZIA Abbiamo lanciato una petizione importante che ha già raggiunto ottimi risultati, arrivando a superare le 43.000 firme. Aggiungi la tua voce per chiedere che il Parlamento Italiano tuteli i whistleblower, coloro che hanno il coraggio di denunciare gli illeciti di cui sono testimoni in azienda e che rischiano il proprio posto di lavoro e a volte anche la vita. LA TROVI SU CHANGE.ORG I 3 SETTORI MAGGIORMENTE COINVOLTI SEGNALAZIONI 21,5% PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 17,5% SANITÀ 6% EDILIZIA 32,4% UOMINI 13,6% DONNE 53,6% ANONIMI LE 3 PRATICHE PIÙ RICORRENTI 14,4% FAVORITISMI 13,4% FRODE 55% TESTIMONI 42% VITTIME 3% ALTRO 10,7%ABUSO DI FUNZIONI PUBBLICHE ETIC A A L C E N TRO GLOBAL CORRUPTION BAROMETER Il Barometro è un sondaggio che si rivolge direttamente ai cittadini, approfondendo la loro percezione della diffusione della corruzione in diversi settori come politica, magistratura, settore privato e istituzioni pubbliche. Ideato nel 2003 da Transparency International in collaborazione con Gallup International, il Global Corruption Barometer un sondaggio d’opinione sulla corruzione e solo quest’anno ha intervistato circa 60.000 persone, attraversando 42 Paesi in Europa e Centro Asia. Le risposte che emergono sono sempre molto interessanti e ne potete trovare alcune qui: N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6 PREMIO GIORGIO AMBROSOLI 2017 La V edizione del Premio Giorgio Ambrosoli avrà luogo a Milano il 16 gennaio 2017. Il Premio, divenuto ormai un appuntamento tradizionale del mondo dell’anticorruzione, assegna riconoscimenti a persone, o gruppi di persone - in particolare della pubblica amministrazione e delle imprese - che su tutto il territorio nazionale si siano contraddistinti per la difesa dello stato di diritto tramite la pratica dell’integrità, della responsabilità e della professionalità, pur in condizioni avverse a causa di “contesti ambientali”, o di situazioni specifiche, che generavano pressioni verso condotte illegali. Il Premio vuole essere un omaggio alla memoria di Giogio Ambrosoli, avvocato italiano assassinato l’11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, sulle cui attività Ambrosoli stava indagando, nell’ambito dell’incarico di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana dello stesso Sindona. Sulla figura di Giorgio Ambrosoli molto è stato detto e scritto, ma suggeriamo a chi volesse approfondirne la storia il libro Un eroe borghese di Corrado Staino, da cui nel 1995 Michele Placido ha tratto l’omonimo film. *le infografiche si riferiscono al contesto italiano ETIC A A L C E N TRO © wired.it EDWARD SNOWDEN: EROE O TRADITORE? È finalmente uscita anche nelle sale italiane l’ultima fatica cinematografica di Oliver Stone, “Snowden”, dedicato al tecnico informatico, Edward Snowden da cui il titolo, ex dipendente della Central Intelligence Agency (CIA) responsabile di aver rivelato pubblicamente informazioni segrete governative su alcuni programmi di intelligence che prevedono l’intercettazione generalizzata delle comunicazioni telefoniche, sms e mail, di praticamente tutti i cittadini del mondo. Ex tecnico della CIA e collaboratore della Booz Allen Hamilton (azienda di tecnologia informatica consulente della NSA, la National Security Agency), Edward Snowden decise infatti nell’estate del 2013 di non poter più tenere per sé tutto ciò di cui era venuto a conoscenza nel corso della sua attività lavorativa. Contattò quindi il giornalista del quotidiano britannico The Guardian Glenn Greenwald e gli confidò tutto ciò che sapeva sui programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino ad allora tenuti segreti. La scelta di Snowden, che lo fa riconoscere dal mondo ma non dal suo Governo come un whistleblower, nasce dall’esigenza di “informare il pubblico su ciò che viene fatto in loro nome e quello che è fatto contro di loro”. Le sue rivelazioni riguardano alcune fra le violazioni più significative della storia della NSA. Non solo tutti i cittadini europei ed americani sono intercettati e sorvegliati indiscriminatamente dal Governo USA, ma addirittura Capi di Stato e Primi Ministri sono finiti loro malgrado nella rete tesa dall’NSA. Come è facile immaginare, il Governo degli Stati Uniti non ha però apprezzato il gesto di Edward Snowden e il 14 giugno 2013 i procuratori federali degli Stati Uniti hanno presentato una denuncia contro di lui, resa pubblica il 21 giugno, con accuse di furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni della difesa nazionale e comunicazione volontaria di informazioni segrete con una persona non autorizzata. Le ultime due accuse sono sottoposte alla legislazione sullo spionaggio. Il 29 ottobre 2015 il Parlamento europeo con 285 voti a favore contro 281 contrari, ha chiesto agli Stati Membri di offrire protezione e di ritirare ogni impugnazione penale nei confronti di Edward Snowden ed evitare che venga concessa l’estradizione o consegna a Paesi terzi “riconoscendo il suo statuto di informatore e di difensore internazionale dei diritti umani”. Da qualche mese è stata anche lanciata una petizione intitolata “Pardon Snowden” (https:// pardonsnowden.org/) per chiedere a Obama di concedere la grazia a Snowden prima di cessare il suo mandato presidenziale. Segnaliamo infine che oltre al film di Oliver Stone appena uscito nei cinema italiani, esiste anche il documentario “Citizenfour” diretto da Laura Poitras che tratta del caso di Snowden e che ha vinto l’Oscar al miglior documentario all’edizione degli Oscar del 2015. N EWS LET T ER N. 2 – 2 0 1 6 CORTI NON CORROTTI La corruzione ha diversi volti, spesso poco conosciuti. Il contest “Corti non Corrotti” è stato realizzato per alzare l’allerta sui rischi e le conseguenze di questo fenomeno, in particolare per il mondo delle imprese. Il concorso che Transparency International Italia ha promosso con Unioncamere Lombardia e la collaborazione di Lombardia Film Commission, aveva come obiettivo la realizzazione di tre cortometraggi su altrettanti temi specifici, inerenti alla corruzione. Per ogni categoria ha vinto una sceneggiatura che poi ha avuto l’opportunità di esser realizzata. La prima, vinta dal gruppo capitanato da Vincenzo Massimo Maesano, aveva come focus la corruzione tra imprese private e pubblica amministrazione e ha visto la realizzazione del corto pulito ed essenziale La vera differenza è dire di no. La seconda, che ha premiato lo scritto di Alessandro Tavola, si incentra sui danni della corruzione e le sue vittime, realizzata nel video crudo e onirico Lacchè. Mentre la terza, per la quale è stato selezionato Marco Trussardi, riguarda le influenze illecite e pratiche di lobbying opaco, realizzata nel corto Lenti, nato dalla filosofia dell’etica. I tre splendidi Corti sono visibili sul canale Youtube di Transparency International Italia e meritano di essere visti. B USI N E SSI N TE GR I TY.TRA NSPA RENCY.IT Associazione contro la corruzione Transparency International Italia P.le Carlo Maciachini 11 -20159 Milano – Italy Tel. +39 02 40093560 - [email protected] - www.transparency.it