GUIDA PER L’ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI NEI CONDOMINI GUIDA PROGETTUALE PER GLI IMPIANTI ELETTRICI DI CATEGORIA “O” E “I” SECONDO LA DEFINIZIONE NORME CEI 64-8 LEGGI E NORME DI RIFERIMENTO. Si riassumono le principali prescrizioni a cui attenersi nella realizzazione dei lavori. Gli impianti elettrici dovranno essere realizzati a regola d’arte in tutti i loro componenti: modalità di installazione qualità e caratteristiche dei materiali. • DPR n. 447 del 6/12/1991: regolamento di attuazione della legge n. 46 del 5/3/1990 in materia di sicurezza degli impianti; • DPR n. 547 del 27/4/1955 ed aggiornamenti successivi: norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro; • DPR n. 524 dell’8/6/1982: segnaletica di sicurezza; • legge n. 186 dell’1/3/1968: disposizioni concernenti la produzione di materiali, macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici; • legge n. 791 del 18/10/1977: attuazione della Direttiva del Consiglio delle Comunità Europee (n. 73/23/CEE), relativa alle garanzie di sicurezza che • • • • • • • • • • • • deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione; legge n. 818 del 7/12/1984: nulla osta provvisorio per le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, modifica agli artt. 2 e 3 legge 4/3/1982, n. 66 e norme integrative dell’ordinamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; D.M. dell’8/3/1985: direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendi ai fini del rilascio del nulla osta provvisorio di cui alla legge 7/12/1984, n. 818; norme CEI 34-1 e successive: apparecchi di illuminazione; norma UNI EN 12464-1: illuminazione dei luoghi di lavoro norma CEI 64-8 (edizione 2003): impianti elettrici a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua: • /1 Oggetto, scopo, principi fondamentali • /2 Definizioni • /3 Caratteristiche generali • /4 Prescrizioni per la sicurezza • /5 Scelta ed installazione dei componenti elettrici • /6 Verifiche • /7 Ambienti ed applicazioni particolari; norma CEI 20-20 (1990 - 3^ ediz.): cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750V; norma CEI 20-22 II (1987 - 2^ ediz.): prova dei cavi non propaganti l’incendio; norma CEI 23-8 (1973 - 2^ ediz.):tubi protettivi rigidi in PVC ed accessori; norma CEI 81-1 (1990 - 2^ ediz.): protezione di strutture contro i fulmini; norma CEI 11-1 (1990 - 3^ ediz.): ... - impianti di messa a terra; norma CEI 12-15 Variante V1 (ediz. settembre 1990): impianti centralizzati d’antenna (aggiunte e modifiche); norma europea CEI EN 60439 (3^ ediz.- febbraio 1995): (classificazione CEI 17-13): • /1 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri b.t.) - Parte 1: apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) ed apparecchiature non di serie parzialmente non soggette a prove (ANS). • /3 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri b.t.) - Parte 3: prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso - Quadri di distribuzione (ASD). 2 PRESCRIZIONE PER LA SICUREZZA. Le norme CEI 64-8 ediz. 2003 contengono, nel capitolo IV, le prescrizioni relative alla sicurezza; di seguito se ne riassumono le principali: • 1 - Protezione combinata contro i contatti diretti e indiretti: protezione mediante bassissima tensione: SELV e PELV. • - SELV: bassissima tensione di sicurezza. • - PELV: bassissima tensione di protezione. • - FELV: bassissima tensione funzionale. Quando i circuiti a bassissima tensione sono alimentati in c.a., la tensione di questi circuiti non deve essere superiore, a vuoto, a 50V quando la tensione del circuito primario della sorgente di alimentazione è al suo valore nominale. Nota: i trasformatori dei campanelli non devono essere necessariamente trasformatori di sicurezza: le suonerie possono essere anche alimentate a tensione di rete purche l’impianto sia adeguatamente protetto contro i contatti diretti ed indiretti (interruttore magnetotermico differenziale). • 2 - Protezione contro i contatti diretti ex art. 411.3.2. norme CEI 64-8. • La protezione contro i contatti diretti può essere ottenuta tramite isolamento delle parti attive con involucri o barriere. Le parti attive 3 devono essere poste entro involucri o dietro barriere tali da assicurare almeno il grado di protezione IP XXB. • Protezione addizionale mediante interruttori differenziali. L’uso di interruttori differenziali, con corrente differenziale nominale d’intervento non superiore a 30mA è riconosciuto come protezione addizionale contro i contatti diretti in caso di insuccesso delle altre misure di protezione o di incuria da parte degli utilizzatori. • 3 - Protezione contro i contatti indiretti. • Interruzione dell’alimentazione. Un dispositivo di protezione deve interrompere automaticamente l’alimentazione al circuito od al componente elettrico, che lo stesso dispositivo protegge contro i contatti indiretti, in modo che, in caso di guasto, nel circuito o nel componente elettrico, tra una parte attiva ed una massa o un conduttore di protezione non possa persistere, per una durata sufficiente a causare un rischio di effetti fisiologici dannosi in una persona in contatto con parti simultaneamente accessibili, una tensione di contatto presunta superiore a 50V in c.a. o a 120V in c.c. non ondulata. Per i sistemi di 1^ categoria, senza propria cabina di trasformazione sistema TT, la protezione contro i contatti indiretti deve essere attuata mediante impianto di terra locale. Le masse dell’impianto utilizzatore devono essere collegate all’impianto di terra locale con apposito conduttore di protezione. Le masse estranee devono anch’esse essere collegate all’impianto di terra mediante conduttori equipotenziali principali. Il conduttore di protezione deve essere separato dal neutro. Tale condizione si ritiene soddisfatta con l’applicazione della seguente formula: Vg 50 Rt </= ----- = ---Ig Idn dove: Vg = massima tensione di guasto ammissibile Ig = corrente di guasto verso terra Idn = corrente nominale differenziale della protezione differenziale (sensibilità). N.B.: tutti i dispositivi di protezione differenziale devono essere protetti contro le sovracorrenti. • 4 - Messa a terra. 4 Le masse devono essere collegate ad un conduttore di protezione nelle condizioni specifiche di ciascun nodo di collegamento a terra. Le masse simultaneamente accessibili devono essere collegate allo stesso impianto di terra. L’impianto di terra deve essere eseguito in modo da soddisfare: il valore della resistenza di terra, che sia in accordo con le disposizioni di legge e con le esigenze dell’impianto di protezione e di funzionamento; l’efficienza dell’impianto nel tempo (sia relativo al valore di resistenza che ai materiali); le correnti di guasto che devono essere sopportate senza danno. In ogni impianto utilizzatore deve essere realizzato un impianto di terra unico A detto impianto devono essere collegate tutte le masse, anche quelle estranee esistenti nell’area dell’impianto utilizzatore, la terra di protezione e di funzionamento dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori. L’impianto di terra deve essere costituito dalle seguenti parti: dispersore, conduttore di terra, collettore o nodo principale di terra, conduttori di protezione, conduttori equipotenziali. Dispersore. E’ la parte che serve per disperdere le correnti verso terra ed è generalmente costituito da tondi, profilati, tubi, nastri, corde aventi dimensioni e caratteristiche indicate nelle norme CEI 64-8 ediz. 1998. Non è più consentito l’uso delle tubature dell’impianto idrico, in quanto l’Ente Erogatore ne vieta l’uso. Per non variare il valore della resistenza di terra nel tempo, si deve porre la massima cura all’installazione e profondità di installazione del dispersore (soggetto a corrosione, essiccamento, congelamento del terreno, ecc.). 5 I materiali da preferire devono essere, nell’ordine: • rame, • acciaio ramato, • ferro zincato, • ferro non zincato, • altri materiali metallici. Le giunzioni fra i diversi elementi dei dispersori e fra il dispersore e il conduttore di terra, devono essere effettuate con saldatura forte o autogena o con robusti morsetti o manicotti purché assicurino un contatto equivalente. Le giunzioni devono essere protette contro la corrosione. Dimensioni trasversali minime degli elementi del dispersore: POSA NEL TERRENO TIPO DI ELETTRODO DIMENSIONI PIASTRA NASTRO Spessore (mm) Spessore (mm) Sezione (mmq) TONDINO O CONDUTTORE MASSICCIO CONDUTTORE CORDATO ACCIAIO ZINCATO RAME a caldo Norma CEI 7-6 3 3 3 3 100 50 50 35 Sezione (mmq) Diametro fili (mm) Sezione corda (mmq) 1.8 50 1.8 35 INFISSIONE NEL TERRENO 6 ACCIAIO ACCIAIO TIPO DI DIMENSIONI ZINCATO RAME RIVESTITO ELETTRODO a caldo RAME Norma CEI 7-6 PICCHETTO Diam. Ext. (mm) 40 30 -A TUBO Spessore (mmq) -2 3 PICCHETTO Diametro (mm) 20 15 15 MASSICCIO PICCHETTO Spessore (mm) 5 5 -IN Diam. Trasvers. 50 50 -PROFILATO (mm) Collettore principale di terra. In ogni impianto deve essere previsto in posizione accessibile almeno un collettore principale di terra. Per i grossi impianti deve essere costituito da una o più sbarre di metallo robusto, mentre per i piccoli impianti può essere sufficiente un morsetto. A tale collettore devono essere collegati: il conduttore di terra, i conduttori di protezione, i conduttori equipotenziali principali, le masse dell’impianto MT. La sezione dei conduttori di terra deve essere dimensionata come per i conduttori di protezione e comunque non inferiore a quanto di seguito indicato: protetti contro la corrosione (es. guaina) ma non meccanicamente: 16 mmq di rame o ferro zincato (CEI 7-6), senza protezione contro la corrosione: 25 mmq in rame; 50 mmq in ferro zincato (CEI 7-6), protetti sia meccanicamente sia contro la corrosione: come i conduttori di protezione. Conduttore di protezione. E’ il conduttore che collega il/i collettore/i principale/i di terra alle masse. 7 Deve essere posta la massima cura alla sezione ed ai collegamenti di questi conduttori che, per la loro funzione ed estensione, costituiscono in genere la parte più importante dell’impianto di terra. Per i conduttori di protezione possono essere usati i seguenti materiali (CEI 64-8): anime di cavi multipolari, conduttori nudi, cavi unipolari, armature di cavi elettrici, tubi protettivi metallici, canalette metalliche, masse estranee con caratteristiche adeguate. I conduttori di protezione devono essere affidabili e protetti contro qualsiasi danneggiamento meccanico, corrosione, ecc., che ne alteri le caratteristiche; non devono avere inseriti dispositivi di interruzione. Le connessioni dei conduttori di protezione devono essere accessibili per ispezioni e per prove. Conduttori equipotenziali. I conduttori equipotenziali devono collegare le masse interne ed esterne per assicurare l’equipotenzialità. Essi si dividono in: principali per il collegamento al collettore principale di terra, supplementari per il collegamento al conduttore di protezione (ad esempio quello realizzato in una cassetta di derivazione). Le tubazioni metalliche dell’acqua possono essere utilizzate come conduttori di protezione solo previo consenso dell’esercente dell’acquedotto (in pratica quasi mai). CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI PRINCIPALI I conduttori utilizzati per i collegamenti equipotenziali principali EQP e supplementari EQS devono presentare la sezione minima riportata nella seguente tabella. 8 CONDUTTORI SEZ. DEL EQUIPOTENZIA CONDUTTORE DI LI PROT. PRINCIPALE PE (mmq) Principale EQP </=10 =16 =25 >35 SEZIONE DEL CONDUTTORE EQUIPOTENZIALE (mmq) 6 10 16 25 Le guide dell’ascensore dovranno avere un collegamento di messa a terra con conduttore (EQP) isolato di sezione >/= 16 (mmq) in rame. CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI SUPPLEMENTARI Supplementare EQS: • collegamento massa - massa EQS >/= PE di sezione minore • collegamento massa - massa EQS>/=½ della sezione del estranea corrispondente PE. In ogni caso la sezione del conduttore EQS deve essere >/= 2,5 mmq se è prevista una protezione meccanica; altrimenti >/= 4 mmq. • 5 - Protezione contro il sovraccarico. I conduttori attivi devono essere protetti da uno o più dispositivi che interrompono automaticamente l’alimentazione quando si produce un sovraccarico. Questi dispositivi di protezione devono essere in grado di interrompere qualsiasi sovracorrente, sino alla corrente di corto circuito presunta nel punto in cui i dispositivi sono installati. 9 Tali dispositivi di protezione possono essere: interruttori automatici provvisti di sganciatori di sovracorrente, interruttori combinati con fusibili, fusibili. Il coordinamento tra le caratteristiche del circuito da proteggere e quelle del dispositivo di protezione è rappresentato dalla seguente figura: CARATTERISTICHE DEL CIRCUITO Corrente di impiego /B Portata /Z 1,45 /Z __________________________ CARATTERISTICHE DEL DISPOSITIVO DI PROTEZIONE Corrente nominale /n Corrente convenzionale di funzionamento /f • 6 - Protezione contro i corto circuiti. La determinazione delle correnti di c.to - c.to è determinata secondo quanto richiamato dalla Norma CEI 64-8. Le protezioni magnetiche devono avere potere di interruzione (Icn) non inferiore alla corrente di c.to - c.to massima del circuito, ovvero: Icn>/= Icc max E’ ammesso anche che i dispositivi di protezione abbiano un potere di interruzione inferiore alla Icc max purchè a monte sia presente un dispositivo in grado di soddisfare la suddetta formula (protezione di back - up) purchè il dispositivo di protezione a valle e le condutture stesse sopportino il colpo di calore lasciato transitare dal dispositivo di protezione posto a monte. 10 Per la tipologia degli impianti elettrici di cui si tratta, salvo diversa indicazione, si ritengono validi i saguenti valori per le correnti di c.to - c.to massime: Per guasto trifase Per guasto monofase Icc max </= 10 (KA) Icc max </= 6 (KA) Per le condutture in cavo deve inoltre essere verificata la relazione: K x S >/= Icc t dove: K = coefficiente del cavo (115 per cavi in rame isolati in PVC, 143 per quelli in EPR) S = sezione conduttore in mmq Icc = corrente minima e massima di c.to-c.to in (A) t = tempo di intervento della protezione a fronte della corrente di c.toc.to. QUADRI ELETTRICI. • 1 - Quadri AS. Sono conformi ad un tipo o ad un sistema costruttivo prestabilito, e comunque senza scostamenti tali da modificarne in modo determinante le prestazioni rispetto alla configurazione provata. In altre parole, utilizzando componenti standard a catalogo (carpenteria, interruttori, ausiliari, supporti ed accessori di cablaggio) in modo da non comprometterne le prestazioni (e quindi rispettando le indicazioni, i criteri di scelta e le istruzioni di montaggio indicate sul catalogo e sui fogli di istruzioni) si realizzano facilmente quadri AS. • 2 - Quadri ANS. Per ragioni di progetto, di adattamento allo spazio disponibile per il Q.E. od altro, il Costruttore del Q.E. ha introdotto alcune modifiche nella disposizione o nel montaggio dei componenti utilizzati, rispetto a quanto indicato nel catalogo e nei fogli istruzione del costruttore di componenti. In questo caso occorre determinare (tramite prova o calcolo) le nuove caratteristiche e prestazioni del Q.E. e verificarne la conformità alle specifiche della Norma. 11 Va inoltre tenuto presente che ogni Q.E. assiemato, montato e cablato da un installatore/quadrista, anche se AS, è un prodotto che possiede una propria specificità, che deriva proprio dall’opera dell’installatore/quadrista stesso (assemblaggio, cablaggio, ecc.) al quale vengono quindi sempre richieste le prove individuali che costituiscono la verifica della parte di sua competenza. • 3 - Quadri ADS. Apparecchiature di tipo AS destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso. T e n s i o n e </= 300V verso terra nominale C o r r e n t e </= 250A in entrata e </= 125A su ciascuno dei nominale circuiti in uscita A l t r e prevalente distribuzione, per interni, con involucro, caratteristiche per installazione fissa Le ASD sono una tipologia particolare di AS e possono quindi essere facilmente assiemate utilizzando i dati delle prove di tipo realizzate dai costruttori dei componenti e rispettando le indicazioni di impiego e di montaggio. Non è comunque sempre indispensabile realizzare quadri ASD anche nel caso di installazione in luogo accessibile a personale non addestrato, in quanto il problema può essere affrontato istruendo opportunamente una persona. Una persona si definisce, infatti, “addestrata” (Norma CEI 64-8) se è istruita od avvertita: istruita: se ha le conoscenze necessarie per prevenire i pericoli derivanti da un impianto elettrico; avvertita: se ha ricevuto le necessarie informazioni da persona istruita, allo scopo di prevenire i pericoli. • 4 - Indicazioni progettuali per i quadri da installarsi. I quadri, salvo diverse indicazioni, saranno in metallo o PVC con portello trasparente. Per tutti i quadri dovranno essere previsti: almeno il 30% di moduli liberi per futuri ampliamenti; numerazione dei conduttori e dei morsetti; sbarra collettrice di terra in rame elettrolitico. 12 SEZIONI MINIME DEI CONDUTTORI. • 1 - Dimensionamento. Il dimensionamento dei conduttori attivi deve essere effettuato in modo da soddisfare soprattutto le esigenze di portata e resistenza ai corto circuiti ed i limiti ammessi per caduta di tensione; in ogni caso, le sezioni minime non devono essere inferiori a quelle di seguito specificate: conduttori attivi (escluso il neutro) 1,5 mmq (rame) per impianti di energia per impianti di segnalazione a correnti deboli 0,5 mmq (rame). Le Norme CEI 64-8 prevedono nel Capitolo IX le sezioni relative ai conduttori dell’impianto di terra che brevemente vengono indicate di seguito: • conduttore di neutro: • stessa sezione del conduttore del conduttore di fase (linee unipolari più neutro); • stessa sezione del conduttore attivo fino alla sezione di 16 mmq rame, (linee tripolari più neutro). E’ ammesso il neutro di sezione ridotta ma comunque non inferiore a 16 mmq (rame) purchè siano soddisfatte le seguenti condizioni: • a) il carico sia essenzialmente equilibrato e comunque il neutro di sezione ridotta assicuri la necessaria portata in servizio ordinario; • b) sia assicurata la protezione contro le sovracorrenti; 13 • conduttore di protezione: il dimensionamento del conduttore di protezione deve essere: • o calcolato come indicato nella seguente formula A; • o scelto come indicato nella seguente tabella B; • in ogni caso non deve essere inferiore a quanto indicato nella prescrizione C. Formula A: Sp = Rad.q. (I*I*t*) / K* dove: Sp = sezione in mmq del conduttore di protezione; I = valore efficace in ampère della corrente di guasto franco a massa; t = tempo in secondi d’interruzione del dispositivo di protezione; K = coefficiente che varia col variare del tipo di cavo. Tabella B: Sezione dei conduttori di fase dell’impianto S (mmq rame) S fino a 16 oltre 16 e fino a 35 oltre 35 Sezione minima del corrispondente conduttore di protezione Sp (mmq rame) Sp = S Sp = 16 Sp = S/2 Prescrizione C: se il conduttore di protezione non fa parte della stessa conduttura dei conduttori attivi, la sezione minima deve essere: 2,5 mmq (rame) se protetto meccanicamente; 4 mmq (rame) se non protetto meccanicamente. 14 Conduttore di terra. Protetto contro la corrosione ma non meccanicamente, 16 mmq (rame) oppure 16 mmq (ferro); non protetto contro la corrosione, 25 mmq (rame) oppure 50 mmq (ferro). Conduttori equipotenziali principali. 10 mmq (rame). Conduttori equipotenziali supplementari. Fra massa e massa uguale alla sezione del conduttore di protezione minore; fra massa e massa estranea sezione uguale alla metà dei conduttori di protezione; fra due masse estranee o massa estranea e impianto di terra, non inferiore a 2,5 mmq (rame) se protetto meccanicamente e 4 mmq (rame) se non protetto meccanicamente. • 2 - Livelli di isolamento. I cavi elettrici utilizzati nei sistemi di 1^ cat. devono avere tensione: U/Uo >/= 450/750V. I cavi utilizzati nei circuiti di comando, segnalazione ed ausiliari in genere (Cat. 0) avranno tensione: U/Uo >/= 350/500V se posati in propria conduttura separata; U/Uo >/= 450/750V se posati nella medesima conduttura dei cavi appartenenti ai sistemi di 1^ cat.. I cavi per posa nelle eventuali tubazioni interrate saranno del tipo con guaina, con isolante G e tensione nominale 0,6/1 (KV). Tutti i cavi utilizzati saranno del tipo non propagante l’incendio ovvero conformi alle prescrizioni della Norma CEI 20-22. 15 Solo per ambienti particolari ad alta intensità di pubblico e di difficile evacuazione devono essere impiegati cavi a ridotta emissione di fumi e gas tossici ovvero conformi alle Norme CEI 20-37 e 20-38. ILLUMINAZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO 1) Generalità La norma UNI EN 12464-1 definisce i requisiti dell’illuminazione nei luoghi di lavoro all’interno; è in vigore dal 01/07/03 e sostituisce la norma UNI 10380 abrogata da 20/11/03. Il riepetto delle prescrizioni della norma in questione garantisce, ad eccezione di casi particolari, un’illuminazione dei luoghi di lavoro”adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori”, così come richiesto dal DLgs 626/94, art. 33, comma 8. 2) Zona del compito visivo e zona immediatamente circostante La norma UNI EN 12464-1 introduce due tipi di zone: • Zona del compito visivo: parte del luogo di lavoro dove il compito visivo viene espletato, per compito visivo si intende l’insieme degli elementi visivi (dimensioni degli oggetti, dettagli, luminanze, contrasto rispetto allo sfondo) che caratterizzano il lavoro da svolgere. • Zona immediatamente circostante: fascia di 0,5 mt. di larghezza circostante la zona del compito visivo. Per comodità, la zona del compito visivo viene nel seguito chiamata zona di lavoro. Se in un ambiente non sono definite le aree in cui si svolge il lavoro, si assume che la zona di lavoro si estenda ovviamente a tutto l’ambiente. 3) Livello di illuminamento e uniformità 16 Nelle zone di lavoro devono essere garantiti i valori di illuminamento richiesti dalla norma. I limiti di illuminamento mantenuto (Em) si riferiscono alla zona di lavoro, che può essere orizzontale, verticale o inclinata. In ogni caso, nelle aree occupate continuamente, l’illuminamento mantenuto non può essere inferiore a 200 Lux. 4) Resa dei colori L’illuminazione artificiale dovrebbe rendere in modo naturale e corretto il colore degli oggetti e della pelle umana. L’indice dei colori Ra fornisce un’indicazione obiettiva delle proprietà di resa dei colori di una sorgente luminosa; esso varia da 0 a 100 (maggiore è l’indice Ra, migliore è la resa dei colori). Nei luoghi dove è prevista la presenza di persone per lunghi periodi, la norma UNI EN 12464-1 raccomanda di non utilizzare lampade con indice di resa del colore inferiore a 80 5) Temperatura di colore Un’altra caratteristica delle lampade, oltre alla resa dei colori, è il colore della luce emessa. Le lampade emettono una luce con tonalità che vanno dal rosso al blu. La luce tendente al rosso è detta “calda” e rende l’ambiente confortevole ed accogliente, ma il corrispondente livello di illuminamento è modesto. Per alti livelli di illuminamento occorre una luce “fredda” (tendente al blu) Per individuare il colore della luce si ricorre alla “temperatura di colore”. 6) Posti di lavoro con videoterminali In presenza di videoterminali, è necessario scegliere e posizionare gli apparecchi di illuminazione in modo da evitare riflessioni fastidiose sullo schermo dei computer e similari. È compito del progettista valutare la luminanza dell’apparecchio di illuminazione scelto e gli altri parametri legati alle postazioni di lavoro. Segue tabella 17 Stralcio delle tabelle indicative del valore di illuminamento, indice di abbagliamento e resa dei colori Luoghi o attività Em ugrL (lux) Zone di circolazione e spazi comuni all’interno di edifici Ra Zone di circolazione e corridoi 100 28 40 Mense, locali di riposo 200 22 80 Guardaroba, bagni 200 25 80 Attività industriali ed artigianali Forni, panifici 300 22 80 Glassatura decorazione 500 22 80 Soffiatura vetro 300 22 80 Decorazioni, pittura a mano 1000 16 90 Laboratori alimentari 500 19 80 Lavanderia, lavaggio e stiratura 300 25 80 Saldatura metalli 300 25 60 Incisione lavori su pietra 500 19 80 Fascicolazione fogli e stampa a mano 500 19 80 Controllo colori in stampe policrome 1500 16 90 Zone di lavoro, lavaggi 200 25 60 Finitura, tintura 500 22 80 Manifattura cappelli 500 22 80 Carrozzeria 500 22 80 Verniciatura 1000 19 80 Rivestimenti interni 1000 19 80 Stamperie Lavorazione e manifattura tessile Costruzione veicoli Lavorazione e manifattura legno 18 Segherie 300 25 60 Lavori al banco, incollaggio 300 25 80 Intarsio 750 22 90 Archiviazione, copiatura 300 19 80 Disegno tecnico 750 16 80 Reception 300 22 80 Archivi 200 25 80 Ingressi saloni 100 22 80 Biglietterie 300 22 80 Sale da pranzo, self service 200 22 80 Zone di lettura 500 19 80 Zone di parcheggio 75 - 20 Lavagna 500 19 80 Aule per disegno tecnico 750 16 80 Biblioteca: scaffali 200 19 80 Biblioteca: zone di lettura 500 19 80 Uffici Luoghi pubblici Edifici scolastici TUBAZIONI. • 1 - Norme di riferimento. • • CEI 23-14 (1971): tubi protettivi flessibili in PVC e loro accessori. V1 (1989): variante n. 1; • CEI 23-17 (1978): tubi protettivi pieghevoli autoestinguente di materiale termoplastico non autoestinguente. V1 (1982): variante n. 1. V2 (1989): variante n. 2. EC V2 (1989): errata corrige alla variante n. 2; • CEI 23-25 (1989): tubi per le installazioni elettriche. Parte 1: prescrizioni generali; • CEI 23-28 (1989): tubi per le installazioni elettriche. Parte 2: norme particolari per tubi. Sez. 1: tubi metallici. • 2 - Prescrizioni. 19 Per condutture in tubazioni, sia per posa esterna a parete che sotto traccia, dovranno esser utilizzate tubazioni con diametro interno tale da consentire un agevole sfilaggio e reinfilaggio dei cavi senza danneggiamento degli stessi. Per le tubazioni in posa sottotraccia saranno utilizzati tubi protettivi in materiale termoplastico, serie leggera per pareti e soffitti, serie pesante per pavimenti. Le tubazioni dovranno essere posate ad una profondità > 5 mm nei percorsi a parete ed a pavimento. Le curve non dovranno essere mai ad angolo acuto e mai superiori a due per ogni tratto tra due scatole di derivazione o rompitratta. Tutte le cassette di derivazione dovranno avere un grado di protezione >/ = IP20 a coperchio aperto e quest’ultimo rimovibile solo tramite l’utilizzo di attrezzi idonei. I percorsi dovranno sempre essere eseguiti per linee verticali od orizzontali e la lunghezza massima tra due scatole di derivazione o rompitratta sarà </= 10 m. Le cassette di derivazione installate a parete saranno di resina del tipo non infiammabile e con grado di protezione minimo IP44. Le tubazioni porta cavo installate a parete saranno del tipo in resina non infiammabile dotate di adatti raccordi a pressione. Quando nelle condutture sia presente anche una sola linea di cavi per energia (anche unitamente a cavi di segnale) il fattore di riempimento sarà </= 60%. Per le tubazioni interrate, la profondità di posa con tubazioni rigide in PVC di tipo leggero dovrà essere >/= 0,5 m ed in caso di profondità inferiori dovrà essere utilizzato apposito tubo giallo - nero IMQ, avente la resistenza minima allo schiacciamento di 750N; è sempre comunque consigliabile utilizzare quest’ultimo tipo di tubazione opportunamente ricoperta da tegoli in cemento. 20 SELETTIVITA’ Anche se normalmente la selettività non è richiesta dalle Norme CEI, l’impianto elettrico deve essere realizzato per assicurare la massima selettività possibile onde evitare che, in caso di guasto, su un circuito a valle intervengano le protezioni generali a monte. In particolare, per attuare la predetta selettività, si deve operare nel modo seguente: Sistema TT: interruttore generale differenziale con diversi valori di corrente d’intervento (es.: Id da 0,03A a 2,5A) e ritardato nel tempo (es.: da 0 a 2 secondi); interruttori derivati dal quadro generale o gli interruttori generali dai quadri derivati, differenziale con diversi valori di corrente d’intervento (es.: Id da 0,03A a 1A), di tipo fisso. VERIFICHE INIZIALI. Per verifica si intende l’insieme delle operazioni mediante le quali si accerta la rispondenza alle prescrizioni della seguente guida. La verifica comprende un esame a vista delle prove. • 1 - Esame a vista. Per esame a vista si intende l’esame dell’impianto elettrico per accertare che le sue condizioni di realizzazione siano corrette, senza l’effettuazione di prove. • 2 - Prove. Per prova si intende l’effettuazione di misure o altre operazioni sull’impianto elettrico mediante le quali si accerti l’efficienza dell’impianto elettrico. 21 La misura comporta l’accertamento di valori mediante appropriati strumenti. • 3 - Specifiche tecniche esame a vista. Norma CEI 64-8/6. - L’esame a vista deve accertare che i componenti elettrici siano: conformi alle prescrizioni di sicurezza delle relative Norme; (Nota questo può essere accertato dall’esame di marchiature o di certificazioni); scelti correttamente e messi in opera in accordo con le prescrizioni della presente Norma; non danneggiati visibilmente in modo tale da compromettere la sicurezza. - L’esame a vista deve riguardare le seguenti condizioni, per quanto applicabili: metodi di protezione contro i contatti diretti ed indiretti, ivi compresa la misura delle distanze; tale esame riguarda, per esempio, la protezione mediante barriere od involucri, per mezzo di ostacoli o mediante distanziamento; presenza di barriere tagliafiamma o altre precauzioni contro la propagazione del fuoco e metodi di protezione contro gli effetti termici; scelta dei conduttori, per quanto concerne la loro portata e la caduta di tensione; scelta e taratura dei dispositivi di protezione e di segnalazione; presenza e corretta messa in opera dei dispositivi di sezionamento o di comando; scelta dei componenti elettrici e delle misure di protezione idonei, con riferimento alle influenze esterne; identificazione dei conduttori di neutro e di protezione; presenza di schemi, di cartelli monitori e di informazioni alanoghe; identificazione dei circuiti, dei fusibili, degli interruttori, dei morsetti ecc.; idoneità delle connessioni dei conduttori; agevole accessibilità dell’impianto per interventi operativi e di manutenzione. • 4 - Specifiche tecniche sulle prove. - Generalità. 22 Devono essere eseguite, per quanto applicabili, e preferibilmente nell’ordine indicato, le seguenti prove: continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari, resistenza di isolamento dell’impianto elettrico, protezione per separazione dei circuiti nel caso di sistemi SELV e PELV e nel caso di separazione elettrica, misura della resistenza dell’anello di guasto, prova di tensione applicata, prove di funzionamento dei dispositivi differenziali, caduta di tensione. - Prova della continuità dei conduttori di protezione, compresi i conduttori equipotenziali principali e supplementari. Deve essere eseguita una prova di continuità. E’ raccomandato che questa prova venga effettuata con una corrente di almeno 0,2A, utilizzando una sorgente di tensione alternata o continua compresa fra 4 e 24V a vuoto. - Misura della resistenza di isolamento dell’impianto elettrico. La resistenza di isolamento deve essere misurata tra ogni conduttore attivo e la terra. Note - Durante questa misura, i conduttori di fase e di neutro possono essere collegati assieme. Nei sistemi TN-C, il conduttore PEN è considerato come parte della terra. La resistenza di isolamento, misurata con i valori della tensione di prova indicati nella Tabella 61A (Norme CEI 64-8/6), è considerata come soddisfacente se ogni circuito, con gli apparecchi utilizzatori disinseriti, ha una resistenza di isolamento non inferiore a quanto indicato nella Tabella medesima. Tabella 61A - Valore minimo della resistenza di isolamento Tensione nominale del circuito (V) Tensione di Resistenza di prova isolamento c.c. (V) (Mohm) 23 SELV e PELV Fino a 500V compresi, con l’eccezione dei casi di cui sopra Oltre 500V 250 >/= 0,25 500 1000 >/= 0,5 >/= 1,0 Le misure devono essere effettuate in c.c.; l’apparecchio di prova deve essere in grado di fornire la tensione di prova indicata nella Tabella 61A quando eroga la corrente di 1mA. Quando il circuito comprende circuiti elettronici, durante le misure i conduttori di fase e di neutro devono essere collegati insieme. - Verifica della separazione dei circuiti. La separazione dei circuiti deve essere verificata in accordo con 612.4.1 in caso di protezione mediante SELV; con 612.4.2 in caso di protezione mediante separazione elettrica. - Protezione mediante SELV. La separazione delle parti attive del sistema SELV da quelle di altri circuiti e dalla terra, in accordo con la Sezione 411, deve essere verificata mediante una misura della resistenza di isolamento. I valori di resistenza ottenuti devono essere in accordo con la Tabella 61A. - Protezione mediante PELV. La separazione delle parti attive del sistema PELV da quelle di altri circuiti, in accordo con la Sezione 411, deve essere verificata mediante una misura della resistenza di isolamento. 24 I valori di resistenza ottenuti devono essere in accordo con la Tabella 61A. - Protezione mediante separazione elettrica. La separazione delle parti attive da quelle di altri circuiti e dalla terra, in accordo con 413.5, deve essere verificata mediante una misura della resistenza di isolamento. I valori di resistenza ottenuti devono essere in accordo don la Tabella 61A. - Misura della resistenza globale dell’anello di guasto a terra. Il controllo è valido per le utenze di tipo TT ordinarie, ossia alimentate direttamente dall’ENEL/AEM in bassa tensione 380/220V. Sono gli artt. 271, 272 e 326 del DPR n. 547 del 27/4/1955 che prescrivono il collegamento diretto a terra quale misura principale di difesa contro le tensioni di contatto. Dal punto di vista tecnico, ciò era prescritto dalle precedenti Norme CEI 11-1 art. 7.1.05/ter (alle quali bisogna riferirsi - legge n. 186 del 1/3/1968) ed ora, in particolare, alle vigenti Norme CEI 64-8 fascicolo 1919 (in vigore dal 1° marzo 1993), art. 612.1 che così recita: “Deve essere soddisfatta la seguente condizione: RA x Ia < 50V dove: RA è la somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, in ohm; Ia è la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in ampere. Quando il dispositivo di protezione è a corrente differenziale, Ia è la corrente nominale differenziale Idn. 25 Per ragioni di selettività, si possono utilizzare dispositivi a corrente differenziale del tipo S (selettivi) in serie con i dispositivi di protezione a corrente differenziale di tipo generale. Per ottenere selettività con i dispositivi a corrente differenziale nei circuiti di distribuzione, è ammesso un tempo di interruzione non superiore a 1 sec.. Quando il dispositivo di protezione è contro le sovracorrenti, esso deve essere: • un dispositivo avente una caratteristica di funzionamento a tempo inverso, ed in questo caso Ia deve essere la corrente che ne provoca il funzionamento automatico entro 5 sec.; oppure • un dispositivo con una caratteristica di funzionamento a scatto istantaneo, ed in questo caso Ia deve essere la corrente minima che ne provoca lo scatto istantaneo”. Lo strumento utilizzato dovrà far circolare una corrente abbastanza elevata (< 20A) in modo da sollecitare realisticamente i conduttori e le giunture. Per.Ind. Oberti Francesco Per.Ind. Oberti Lorenzo 26