guida prog.condomini - OBI Elettrica, Impianti Elettrici

GUIDA PER L’ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI NEI CONDOMINI
GUIDA PROGETTUALE PER GLI
IMPIANTI ELETTRICI DI CATEGORIA
“O” E “I” SECONDO LA DEFINIZIONE
NORME CEI 64-8
LEGGI E NORME DI RIFERIMENTO.
Si riassumono le principali prescrizioni a cui attenersi nella realizzazione
dei lavori.
Gli impianti elettrici dovranno essere realizzati a regola d’arte in tutti i loro
componenti:
 modalità di installazione
 qualità e caratteristiche dei materiali.
• DPR n. 447 del 6/12/1991: regolamento di attuazione della legge n. 46 del
5/3/1990 in materia di sicurezza degli impianti;
• DPR n. 547 del 27/4/1955 ed aggiornamenti successivi: norme per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro;
• DPR n. 524 dell’8/6/1982: segnaletica di sicurezza;
• legge n. 186 dell’1/3/1968: disposizioni concernenti la produzione di
materiali, macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici;
• legge n. 791 del 18/10/1977: attuazione della Direttiva del Consiglio delle
Comunità Europee (n. 73/23/CEE), relativa alle garanzie di sicurezza che
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro
alcuni limiti di tensione;
legge n. 818 del 7/12/1984: nulla osta provvisorio per le attività soggette ai
controlli di prevenzione incendi, modifica agli artt. 2 e 3 legge 4/3/1982, n. 66
e norme integrative dell’ordinamento del Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco;
D.M. dell’8/3/1985: direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di
prevenzione incendi ai fini del rilascio del nulla osta provvisorio di cui alla
legge 7/12/1984, n. 818;
norme CEI 34-1 e successive: apparecchi di illuminazione;
norma UNI EN 12464-1: illuminazione dei luoghi di lavoro
norma CEI 64-8 (edizione 2003): impianti elettrici a tensione nominale non
superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua:
• /1 Oggetto, scopo, principi fondamentali
• /2 Definizioni
• /3 Caratteristiche generali
• /4 Prescrizioni per la sicurezza
• /5 Scelta ed installazione dei componenti elettrici
• /6 Verifiche
• /7 Ambienti ed applicazioni particolari;
norma CEI 20-20 (1990 - 3^ ediz.): cavi isolati con polivinilcloruro con
tensione nominale non superiore a 450/750V;
norma CEI 20-22 II (1987 - 2^ ediz.): prova dei cavi non propaganti
l’incendio;
norma CEI 23-8 (1973 - 2^ ediz.):tubi protettivi rigidi in PVC ed accessori;
norma CEI 81-1 (1990 - 2^ ediz.): protezione di strutture contro i fulmini;
norma CEI 11-1 (1990 - 3^ ediz.): ... - impianti di messa a terra;
norma CEI 12-15 Variante V1 (ediz. settembre 1990): impianti centralizzati
d’antenna (aggiunte e modifiche);
norma europea CEI EN 60439 (3^ ediz.- febbraio 1995): (classificazione
CEI 17-13):
• /1 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa
tensione (quadri b.t.) - Parte 1: apparecchiature di serie soggette a
prove di tipo (AS) ed apparecchiature non di serie parzialmente non
soggette a prove (ANS).
• /3 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa
tensione (quadri b.t.) - Parte 3: prescrizioni particolari per
apparecchiature assiemate di protezione e di manovra destinate ad
essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso
al loro uso - Quadri di distribuzione (ASD).
2
PRESCRIZIONE PER LA SICUREZZA.
Le norme CEI 64-8 ediz. 2003 contengono, nel capitolo IV, le prescrizioni
relative alla sicurezza; di seguito se ne riassumono le principali:
• 1 - Protezione combinata contro i contatti diretti e indiretti:
protezione mediante bassissima tensione: SELV e PELV.
• - SELV: bassissima tensione di sicurezza.
• - PELV: bassissima tensione di protezione.
• - FELV: bassissima tensione funzionale.
Quando i circuiti a bassissima tensione sono alimentati in c.a.,
la tensione di questi circuiti non deve essere superiore, a vuoto, a
50V quando la tensione del circuito primario della sorgente di alimentazione è al
suo valore nominale.
Nota: i trasformatori dei campanelli non devono essere necessariamente
trasformatori di sicurezza: le suonerie possono essere anche alimentate a
tensione di rete purche l’impianto sia adeguatamente protetto contro i contatti
diretti ed indiretti (interruttore magnetotermico differenziale).
• 2 - Protezione contro i contatti diretti ex art. 411.3.2. norme CEI 64-8.
• La protezione contro i contatti diretti può essere ottenuta tramite
isolamento delle parti attive con involucri o barriere. Le parti attive
3
devono essere poste entro involucri o dietro barriere tali da assicurare
almeno il grado di protezione IP XXB.
• Protezione addizionale mediante interruttori differenziali. L’uso di
interruttori differenziali, con corrente differenziale nominale
d’intervento non superiore a 30mA è riconosciuto come protezione
addizionale contro i contatti diretti in caso di insuccesso delle altre
misure di protezione o di incuria da parte degli utilizzatori.
• 3 - Protezione contro i contatti indiretti.
• Interruzione dell’alimentazione. Un dispositivo di protezione deve
interrompere automaticamente l’alimentazione al circuito od al
componente elettrico, che lo stesso dispositivo protegge contro i
contatti indiretti, in modo che, in caso di guasto, nel circuito o nel
componente elettrico, tra una parte attiva ed una massa o un
conduttore di protezione non possa persistere, per una durata
sufficiente a causare un rischio di effetti fisiologici dannosi in una
persona in contatto con parti simultaneamente accessibili, una
tensione di contatto presunta superiore a 50V in c.a. o a 120V in c.c.
non ondulata. Per i sistemi di 1^ categoria, senza propria cabina di
trasformazione sistema TT, la protezione contro i contatti indiretti deve
essere attuata mediante impianto di terra locale. Le masse
dell’impianto utilizzatore devono essere collegate all’impianto di terra
locale con apposito conduttore di protezione. Le masse estranee
devono anch’esse essere collegate all’impianto di terra mediante
conduttori equipotenziali principali. Il conduttore di protezione deve
essere separato dal neutro. Tale condizione si ritiene soddisfatta con
l’applicazione della seguente formula:
Vg
50
Rt </= ----- = ---Ig
Idn
dove:
Vg
= massima tensione di guasto ammissibile
Ig
= corrente di guasto verso terra
Idn = corrente nominale differenziale della protezione
differenziale (sensibilità).
N.B.: tutti i dispositivi di protezione differenziale devono essere protetti contro le
sovracorrenti.
• 4 - Messa a terra.
4
Le masse devono essere collegate ad un conduttore di protezione nelle
condizioni specifiche di ciascun nodo di collegamento a terra.
Le masse simultaneamente accessibili devono essere collegate allo
stesso impianto di terra.
L’impianto di terra deve essere eseguito in modo da soddisfare:
 il valore della resistenza di terra, che sia in accordo con le disposizioni di
legge e con le esigenze dell’impianto di protezione e di funzionamento;
 l’efficienza dell’impianto nel tempo (sia relativo al valore di resistenza che ai
materiali);
 le correnti di guasto che devono essere sopportate senza danno.
In ogni impianto utilizzatore deve essere realizzato un impianto di terra
unico
A detto impianto devono essere collegate tutte le masse, anche quelle
estranee esistenti nell’area dell’impianto utilizzatore, la terra di protezione e di
funzionamento dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori.
L’impianto di terra deve essere costituito dalle seguenti parti:





dispersore,
conduttore di terra,
collettore o nodo principale di terra,
conduttori di protezione,
conduttori equipotenziali.
Dispersore.
E’ la parte che serve per disperdere le correnti verso terra ed è
generalmente costituito da tondi, profilati, tubi, nastri, corde aventi dimensioni e
caratteristiche indicate nelle norme CEI 64-8 ediz. 1998.
Non è più consentito l’uso delle tubature dell’impianto idrico, in quanto
l’Ente Erogatore ne vieta l’uso.
Per non variare il valore della resistenza di terra nel tempo, si deve porre
la massima cura all’installazione e profondità di installazione del dispersore
(soggetto a corrosione, essiccamento, congelamento del terreno, ecc.).
5
I materiali da preferire devono essere, nell’ordine:
• rame,
• acciaio ramato,
• ferro zincato,
• ferro non zincato,
• altri materiali metallici.
Le giunzioni fra i diversi elementi dei dispersori e fra il dispersore e il
conduttore di terra, devono essere effettuate con saldatura forte o autogena o
con robusti morsetti o manicotti purché assicurino un contatto equivalente.
Le giunzioni devono essere protette contro la corrosione.
Dimensioni trasversali minime degli elementi del dispersore:
POSA NEL TERRENO
TIPO DI ELETTRODO
DIMENSIONI
PIASTRA
NASTRO
Spessore (mm)
Spessore (mm)
Sezione (mmq)
TONDINO O
CONDUTTORE
MASSICCIO
CONDUTTORE
CORDATO
ACCIAIO
ZINCATO RAME
a caldo
Norma CEI
7-6
3
3
3
3
100
50
50
35
Sezione (mmq)
Diametro fili (mm)
Sezione corda
(mmq)
1.8
50
1.8
35
INFISSIONE NEL TERRENO
6
ACCIAIO
ACCIAIO
TIPO DI
DIMENSIONI
ZINCATO
RAME RIVESTITO
ELETTRODO
a caldo
RAME
Norma CEI 7-6
PICCHETTO Diam. Ext. (mm)
40
30
-A TUBO
Spessore (mmq)
-2
3
PICCHETTO Diametro (mm)
20
15
15
MASSICCIO
PICCHETTO Spessore (mm)
5
5
-IN
Diam. Trasvers.
50
50
-PROFILATO
(mm)
Collettore principale di terra.
In ogni impianto deve essere previsto in posizione accessibile almeno un
collettore principale di terra.
Per i grossi impianti deve essere costituito da una o più sbarre di metallo
robusto, mentre per i piccoli impianti può essere sufficiente un morsetto.
A tale collettore devono essere collegati:




il conduttore di terra,
i conduttori di protezione,
i conduttori equipotenziali principali,
le masse dell’impianto MT.
La sezione dei conduttori di terra deve essere dimensionata come per i
conduttori di protezione e comunque non inferiore a quanto di seguito indicato:
 protetti contro la corrosione (es. guaina) ma non meccanicamente: 16 mmq
di rame o ferro zincato (CEI 7-6),
 senza protezione contro la corrosione: 25 mmq in rame; 50 mmq in ferro
zincato (CEI 7-6),
 protetti sia meccanicamente sia contro la corrosione: come i conduttori di
protezione.
Conduttore di protezione.
E’ il conduttore che collega il/i collettore/i principale/i di terra alle masse.
7
Deve essere posta la massima cura alla sezione ed ai collegamenti di
questi conduttori che, per la loro funzione ed estensione, costituiscono in
genere la parte più importante dell’impianto di terra.
Per i conduttori di protezione possono essere usati i seguenti materiali
(CEI 64-8):







anime di cavi multipolari,
conduttori nudi,
cavi unipolari,
armature di cavi elettrici,
tubi protettivi metallici,
canalette metalliche,
masse estranee con caratteristiche adeguate.
I conduttori di protezione devono essere affidabili e protetti contro
qualsiasi danneggiamento meccanico, corrosione, ecc., che ne alteri le
caratteristiche; non devono avere inseriti dispositivi di interruzione.
Le connessioni dei conduttori di protezione devono essere accessibili per
ispezioni e per prove.
Conduttori equipotenziali.
I conduttori equipotenziali devono collegare le masse interne
ed esterne per assicurare l’equipotenzialità.
Essi si dividono in:
 principali per il collegamento al collettore principale di terra,
 supplementari per il collegamento al conduttore di protezione (ad esempio
quello realizzato in una cassetta di derivazione).
Le tubazioni metalliche dell’acqua possono essere utilizzate come
conduttori di protezione solo previo consenso dell’esercente dell’acquedotto (in
pratica quasi mai).
CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI PRINCIPALI
I conduttori utilizzati per i collegamenti equipotenziali principali EQP e
supplementari EQS devono presentare la sezione minima riportata nella
seguente tabella.
8
CONDUTTORI
SEZ. DEL
EQUIPOTENZIA
CONDUTTORE DI
LI
PROT. PRINCIPALE PE
(mmq)
Principale EQP
</=10
=16
=25
>35
SEZIONE DEL
CONDUTTORE
EQUIPOTENZIALE
(mmq)
6
10
16
25
Le guide dell’ascensore
dovranno avere un
collegamento di messa
a terra con conduttore
(EQP) isolato di sezione
>/= 16 (mmq) in rame.
CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI SUPPLEMENTARI
Supplementare EQS:
• collegamento massa - massa EQS >/= PE di sezione minore
• collegamento massa - massa EQS>/=½ della sezione del
estranea
corrispondente PE.
In ogni caso la sezione del
conduttore EQS deve essere >/=
2,5 mmq se è prevista una
protezione meccanica; altrimenti
>/= 4 mmq.
• 5 - Protezione contro il sovraccarico.
I conduttori attivi devono essere protetti da uno o più dispositivi che
interrompono automaticamente l’alimentazione quando si produce un
sovraccarico.
Questi dispositivi di protezione devono essere in grado di interrompere
qualsiasi sovracorrente, sino alla corrente di corto circuito presunta nel punto in
cui i dispositivi sono installati.
9
Tali dispositivi di protezione possono essere:
 interruttori automatici provvisti di sganciatori di sovracorrente,
 interruttori combinati con fusibili,
 fusibili.
Il coordinamento tra le caratteristiche del circuito da proteggere e quelle
del dispositivo di protezione è rappresentato dalla seguente figura:
CARATTERISTICHE
DEL CIRCUITO
Corrente
di impiego /B
Portata
/Z
1,45 /Z
__________________________
CARATTERISTICHE
DEL DISPOSITIVO
DI PROTEZIONE
Corrente
nominale
/n
Corrente
convenzionale
di funzionamento /f
• 6 - Protezione contro i corto circuiti.
La determinazione delle correnti di c.to - c.to è determinata secondo
quanto richiamato dalla Norma CEI 64-8.
Le protezioni magnetiche devono avere potere di interruzione (Icn) non
inferiore alla corrente di c.to - c.to massima del circuito, ovvero:
Icn>/= Icc max
E’ ammesso anche che i dispositivi di protezione abbiano un potere di
interruzione inferiore alla Icc max purchè a monte sia presente un dispositivo in
grado di soddisfare la suddetta formula (protezione di back - up) purchè il
dispositivo di protezione a valle e le condutture stesse sopportino il colpo di
calore lasciato transitare dal dispositivo di protezione posto a monte.
10
Per la tipologia degli impianti elettrici di cui si tratta, salvo diversa
indicazione, si ritengono validi i saguenti valori per le correnti di c.to - c.to
massime:
Per guasto trifase
Per guasto monofase
Icc max </= 10 (KA)
Icc max </= 6 (KA)
Per le condutture in cavo deve inoltre essere verificata la relazione:
K x S >/= Icc t
dove: K
= coefficiente del cavo (115 per cavi in rame isolati in PVC,
143 per quelli in EPR)
S
= sezione conduttore in mmq
Icc
= corrente minima e massima di c.to-c.to in (A)
t = tempo di intervento della protezione a fronte della corrente di c.toc.to.
QUADRI ELETTRICI.
• 1 - Quadri AS.
Sono conformi ad un tipo o ad un sistema costruttivo prestabilito, e
comunque senza scostamenti tali da modificarne in modo determinante le
prestazioni rispetto alla configurazione provata.
In altre parole, utilizzando componenti standard a catalogo (carpenteria,
interruttori, ausiliari, supporti ed accessori di cablaggio) in modo da non
comprometterne le prestazioni (e quindi rispettando le indicazioni, i criteri di
scelta e le istruzioni di montaggio indicate sul catalogo e sui fogli di istruzioni) si
realizzano facilmente quadri AS.
• 2 - Quadri ANS.
Per ragioni di progetto, di adattamento allo spazio disponibile per il Q.E.
od altro, il Costruttore del Q.E. ha introdotto alcune modifiche nella disposizione
o nel montaggio dei componenti utilizzati, rispetto a quanto indicato nel catalogo
e nei fogli istruzione del costruttore di componenti.
In questo caso occorre determinare (tramite prova o calcolo) le nuove
caratteristiche e prestazioni del Q.E. e verificarne la conformità alle specifiche
della Norma.
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Va inoltre tenuto presente che ogni Q.E. assiemato, montato e cablato da
un installatore/quadrista, anche se AS, è un prodotto che possiede una propria
specificità, che deriva proprio dall’opera dell’installatore/quadrista stesso
(assemblaggio, cablaggio, ecc.) al quale vengono quindi sempre richieste le
prove individuali che costituiscono la verifica della parte di sua competenza.
• 3 - Quadri ADS.
Apparecchiature di tipo AS destinate ad essere installate in luoghi dove
personale non addestrato ha accesso al loro uso.
T e n s i o n e </= 300V verso terra
nominale
C o r r e n t e </= 250A in entrata e </= 125A su ciascuno dei
nominale
circuiti in uscita
A l t r e prevalente distribuzione, per interni, con involucro,
caratteristiche per installazione fissa
Le ASD sono una tipologia particolare di AS e possono quindi essere
facilmente assiemate utilizzando i dati delle prove di tipo realizzate dai
costruttori dei componenti e rispettando le indicazioni di impiego e di
montaggio.
Non è comunque sempre indispensabile realizzare quadri ASD anche nel
caso di installazione in luogo accessibile a personale non addestrato, in quanto
il problema può essere affrontato istruendo opportunamente una persona.
Una persona si definisce, infatti, “addestrata” (Norma CEI 64-8) se è istruita
od avvertita:
 istruita: se ha le conoscenze necessarie per prevenire i pericoli derivanti da
un impianto elettrico;
 avvertita: se ha ricevuto le necessarie informazioni da persona istruita, allo
scopo di prevenire i pericoli.
• 4 - Indicazioni progettuali per i quadri da installarsi.
I quadri, salvo diverse indicazioni, saranno in metallo o PVC con portello
trasparente.
Per tutti i quadri dovranno essere previsti:
 almeno il 30% di moduli liberi per futuri ampliamenti;
 numerazione dei conduttori e dei morsetti;
 sbarra collettrice di terra in rame elettrolitico.
12
SEZIONI MINIME DEI CONDUTTORI.
• 1 - Dimensionamento.
Il dimensionamento dei conduttori attivi deve essere effettuato in modo
da soddisfare soprattutto le esigenze di portata e resistenza ai corto circuiti ed i
limiti ammessi per caduta di tensione; in ogni caso, le sezioni minime non
devono essere inferiori a quelle di seguito specificate:
 conduttori attivi (escluso il neutro) 1,5 mmq (rame) per impianti di energia
 per impianti di segnalazione a correnti deboli 0,5 mmq (rame).
Le Norme CEI 64-8 prevedono nel Capitolo IX le sezioni relative ai
conduttori dell’impianto di terra che brevemente vengono indicate di seguito:
• conduttore di neutro:
• stessa sezione del conduttore del conduttore di fase (linee unipolari
più neutro);
• stessa sezione del conduttore attivo fino alla sezione di 16 mmq rame,
(linee tripolari più neutro). E’ ammesso il neutro di sezione ridotta ma
comunque non inferiore a 16 mmq (rame) purchè siano soddisfatte le
seguenti condizioni:
• a) il carico sia essenzialmente equilibrato e comunque il neutro di
sezione ridotta assicuri la necessaria portata in servizio ordinario;
• b) sia assicurata la protezione contro le sovracorrenti;
13
• conduttore di protezione: il dimensionamento del conduttore di protezione
deve essere:
• o calcolato come indicato nella seguente formula A;
• o scelto come indicato nella seguente tabella B;
• in ogni caso non deve essere inferiore a quanto indicato nella
prescrizione C.
Formula A:
Sp = Rad.q. (I*I*t*) / K*
dove: Sp = sezione in mmq del conduttore di protezione;
I = valore efficace in ampère della corrente di guasto franco a massa;
t = tempo in secondi d’interruzione del dispositivo di protezione;
K = coefficiente che varia col variare del tipo di cavo.
Tabella B:
Sezione dei conduttori di fase
dell’impianto S (mmq rame)
S fino a 16
oltre 16 e fino a 35
oltre 35
Sezione minima del
corrispondente conduttore di
protezione Sp (mmq rame)
Sp = S
Sp = 16
Sp = S/2
Prescrizione C:
se il conduttore di protezione non fa parte della stessa conduttura dei
conduttori attivi, la sezione minima deve essere:
 2,5 mmq (rame) se protetto meccanicamente;
 4 mmq (rame) se non protetto meccanicamente.
14
Conduttore di terra.
 Protetto contro la corrosione ma non meccanicamente, 16 mmq (rame)
oppure 16 mmq (ferro);
 non protetto contro la corrosione, 25 mmq (rame) oppure 50 mmq (ferro).
Conduttori equipotenziali principali.
10
mmq
(rame).

Conduttori equipotenziali supplementari.
 Fra massa e massa uguale alla sezione del conduttore di protezione minore;
fra massa e massa estranea sezione uguale alla metà dei conduttori di
protezione;
 fra due masse estranee o massa estranea e impianto di terra, non inferiore a
2,5 mmq (rame) se protetto meccanicamente e 4 mmq (rame) se non
protetto meccanicamente.
• 2 - Livelli di isolamento.
I cavi elettrici utilizzati nei sistemi di 1^ cat. devono avere tensione:
U/Uo >/= 450/750V.
I cavi utilizzati nei circuiti di comando, segnalazione ed ausiliari in genere
(Cat. 0) avranno tensione:
U/Uo >/= 350/500V
se posati in propria conduttura separata;
U/Uo >/= 450/750V
se posati nella medesima conduttura dei cavi appartenenti ai sistemi di 1^ cat..
I cavi per posa nelle eventuali tubazioni interrate saranno del tipo con
guaina, con isolante G e tensione nominale 0,6/1 (KV).
Tutti i cavi utilizzati saranno del tipo non propagante l’incendio ovvero
conformi alle prescrizioni della Norma CEI 20-22.
15
Solo per ambienti particolari ad alta intensità di pubblico e di difficile
evacuazione devono essere impiegati cavi a ridotta emissione di fumi e gas
tossici ovvero conformi alle Norme CEI 20-37 e 20-38.
ILLUMINAZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO
1) Generalità
La norma UNI EN 12464-1 definisce i requisiti dell’illuminazione nei luoghi di
lavoro all’interno; è in vigore dal 01/07/03 e sostituisce la norma UNI 10380
abrogata da 20/11/03.
Il riepetto delle prescrizioni della norma in questione garantisce, ad
eccezione di casi particolari, un’illuminazione dei luoghi di lavoro”adeguata per
salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori”, così come
richiesto dal DLgs 626/94, art. 33, comma 8.
2) Zona del compito visivo e zona immediatamente circostante
La norma UNI EN 12464-1 introduce due tipi di zone:
• Zona del compito visivo: parte del luogo di lavoro dove il compito
visivo viene espletato, per compito visivo si intende l’insieme degli
elementi visivi (dimensioni degli oggetti, dettagli, luminanze,
contrasto rispetto allo sfondo) che caratterizzano il lavoro da
svolgere.
• Zona immediatamente circostante: fascia di 0,5 mt. di larghezza
circostante la zona del compito visivo.
Per comodità, la zona del compito visivo viene nel seguito chiamata zona di
lavoro.
Se in un ambiente non sono definite le aree in cui si svolge il lavoro, si
assume che la zona di lavoro si estenda ovviamente a tutto l’ambiente.
3) Livello di illuminamento e uniformità
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Nelle zone di lavoro devono essere garantiti i valori di illuminamento richiesti
dalla norma.
I limiti di illuminamento mantenuto (Em) si riferiscono alla zona di lavoro, che
può essere orizzontale, verticale o inclinata.
In ogni caso, nelle aree occupate continuamente, l’illuminamento mantenuto
non può essere inferiore a 200 Lux.
4) Resa dei colori
L’illuminazione artificiale dovrebbe rendere in modo naturale e corretto il
colore degli oggetti e della pelle umana.
L’indice dei colori Ra fornisce un’indicazione obiettiva delle proprietà di resa
dei colori di una sorgente luminosa; esso varia da 0 a 100 (maggiore è l’indice
Ra, migliore è la resa dei colori).
Nei luoghi dove è prevista la presenza di persone per lunghi periodi, la norma
UNI EN 12464-1 raccomanda di non utilizzare lampade con indice di resa del
colore inferiore a 80
5) Temperatura di colore
Un’altra caratteristica delle lampade, oltre alla resa dei colori, è il colore della
luce emessa.
Le lampade emettono una luce con tonalità che vanno dal rosso al blu.
La luce tendente al rosso è detta “calda” e rende l’ambiente confortevole ed
accogliente, ma il corrispondente livello di illuminamento è modesto.
Per alti livelli di illuminamento occorre una luce “fredda” (tendente al blu)
Per individuare il colore della luce si ricorre alla “temperatura di colore”.
6) Posti di lavoro con videoterminali
In presenza di videoterminali, è necessario scegliere e posizionare gli
apparecchi di illuminazione in modo da evitare riflessioni fastidiose sullo
schermo dei computer e similari.
È compito del progettista valutare la luminanza dell’apparecchio di
illuminazione scelto e gli altri parametri legati alle postazioni di lavoro.
Segue tabella
17
Stralcio delle tabelle indicative del valore di illuminamento, indice di
abbagliamento e resa dei colori
Luoghi o attività
Em
ugrL
(lux)
Zone di circolazione e spazi comuni all’interno di edifici
Ra
Zone di circolazione e corridoi
100
28
40
Mense, locali di riposo
200
22
80
Guardaroba, bagni
200
25
80
Attività industriali ed artigianali
Forni, panifici
300
22
80
Glassatura decorazione
500
22
80
Soffiatura vetro
300
22
80
Decorazioni, pittura a mano
1000
16
90
Laboratori alimentari
500
19
80
Lavanderia, lavaggio e stiratura
300
25
80
Saldatura metalli
300
25
60
Incisione lavori su pietra
500
19
80
Fascicolazione fogli e stampa a mano
500
19
80
Controllo colori in stampe policrome
1500
16
90
Zone di lavoro, lavaggi
200
25
60
Finitura, tintura
500
22
80
Manifattura cappelli
500
22
80
Carrozzeria
500
22
80
Verniciatura
1000
19
80
Rivestimenti interni
1000
19
80
Stamperie
Lavorazione e manifattura tessile
Costruzione veicoli
Lavorazione e manifattura legno
18
Segherie
300
25
60
Lavori al banco, incollaggio
300
25
80
Intarsio
750
22
90
Archiviazione, copiatura
300
19
80
Disegno tecnico
750
16
80
Reception
300
22
80
Archivi
200
25
80
Ingressi saloni
100
22
80
Biglietterie
300
22
80
Sale da pranzo, self service
200
22
80
Zone di lettura
500
19
80
Zone di parcheggio
75
-
20
Lavagna
500
19
80
Aule per disegno tecnico
750
16
80
Biblioteca: scaffali
200
19
80
Biblioteca: zone di lettura
500
19
80
Uffici
Luoghi pubblici
Edifici scolastici
TUBAZIONI.
• 1 - Norme di riferimento.
•
• CEI 23-14 (1971): tubi protettivi flessibili in PVC e loro accessori. V1
(1989): variante n. 1;
• CEI 23-17 (1978): tubi protettivi pieghevoli autoestinguente di
materiale termoplastico non autoestinguente. V1 (1982): variante n. 1.
V2 (1989): variante n. 2. EC V2 (1989): errata corrige alla variante n.
2;
• CEI 23-25 (1989): tubi per le installazioni elettriche. Parte 1:
prescrizioni generali;
• CEI 23-28 (1989): tubi per le installazioni elettriche. Parte 2: norme
particolari per tubi. Sez. 1: tubi metallici.
• 2 - Prescrizioni.
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Per condutture in tubazioni, sia per posa esterna a parete che sotto
traccia, dovranno esser utilizzate tubazioni con diametro interno tale da
consentire un agevole sfilaggio e reinfilaggio dei cavi senza danneggiamento
degli stessi.
Per le tubazioni in posa sottotraccia saranno utilizzati tubi protettivi in
materiale termoplastico, serie leggera per pareti e soffitti, serie pesante per
pavimenti.
Le tubazioni dovranno essere posate ad una profondità > 5 mm nei
percorsi a parete ed a pavimento.
Le curve non dovranno essere mai ad angolo acuto e mai superiori a due
per ogni tratto tra due scatole di derivazione o rompitratta.
Tutte le cassette di derivazione dovranno avere un grado di protezione >/
= IP20 a coperchio aperto e quest’ultimo rimovibile solo tramite l’utilizzo di
attrezzi idonei.
I percorsi dovranno sempre essere eseguiti per linee verticali od
orizzontali e la lunghezza massima tra due scatole di derivazione o rompitratta
sarà </= 10 m.
Le cassette di derivazione installate a parete saranno di resina del tipo
non infiammabile e con grado di protezione minimo IP44.
Le tubazioni porta cavo installate a parete saranno del tipo in resina non
infiammabile dotate di adatti raccordi a pressione.
Quando nelle condutture sia presente anche una sola linea di cavi per
energia (anche unitamente a cavi di segnale) il fattore di riempimento sarà </=
60%.
Per le tubazioni interrate, la profondità di posa con tubazioni rigide in
PVC di tipo leggero dovrà essere >/= 0,5 m ed in caso di profondità inferiori
dovrà essere utilizzato apposito tubo giallo - nero IMQ, avente la resistenza
minima allo schiacciamento di 750N; è sempre comunque consigliabile
utilizzare quest’ultimo tipo di tubazione opportunamente ricoperta da tegoli in
cemento.
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SELETTIVITA’
Anche se normalmente la selettività non è richiesta dalle Norme CEI,
l’impianto elettrico deve essere realizzato per assicurare la massima selettività
possibile onde evitare che, in caso di guasto, su un circuito a valle intervengano
le protezioni generali a monte.
In particolare, per attuare la predetta selettività, si deve operare nel modo
seguente:
 Sistema TT:
 interruttore generale differenziale con diversi valori di corrente
d’intervento (es.: Id da 0,03A a 2,5A) e ritardato nel tempo (es.: da 0 a
2 secondi);
 interruttori derivati dal quadro generale o gli interruttori generali dai
quadri derivati, differenziale con diversi valori di corrente d’intervento
(es.: Id da 0,03A a 1A), di tipo fisso.
VERIFICHE INIZIALI.
Per verifica si intende l’insieme delle operazioni mediante le quali si
accerta la rispondenza alle prescrizioni della seguente guida.
La verifica comprende un esame a vista delle prove.
• 1 - Esame a vista.
Per esame a vista si intende l’esame dell’impianto elettrico per accertare
che le sue condizioni di realizzazione siano corrette, senza l’effettuazione di
prove.
• 2 - Prove.
Per prova si intende l’effettuazione di misure o altre operazioni
sull’impianto elettrico mediante le quali si accerti l’efficienza dell’impianto
elettrico.
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La misura comporta l’accertamento di valori mediante appropriati
strumenti.
• 3 - Specifiche tecniche esame a vista.
Norma CEI 64-8/6.
- L’esame a vista deve accertare che i componenti elettrici siano:
 conformi alle prescrizioni di sicurezza delle relative Norme; (Nota questo può essere accertato dall’esame di marchiature o di
certificazioni);
 scelti correttamente e messi in opera in accordo con le prescrizioni
della presente Norma;
 non danneggiati visibilmente in modo tale da compromettere la
sicurezza.
- L’esame a vista deve riguardare le seguenti condizioni, per quanto applicabili:
 metodi di protezione contro i contatti diretti ed indiretti, ivi compresa la
misura delle distanze; tale esame riguarda, per esempio, la protezione
mediante barriere od involucri, per mezzo di ostacoli o mediante
distanziamento;
 presenza di barriere tagliafiamma o altre precauzioni contro la
propagazione del fuoco e metodi di protezione contro gli effetti termici;
 scelta dei conduttori, per quanto concerne la loro portata e la caduta di
tensione;
 scelta e taratura dei dispositivi di protezione e di segnalazione;
 presenza e corretta messa in opera dei dispositivi di sezionamento o
di comando;
 scelta dei componenti elettrici e delle misure di protezione idonei, con
riferimento alle influenze esterne;
 identificazione dei conduttori di neutro e di protezione;
 presenza di schemi, di cartelli monitori e di informazioni alanoghe;
 identificazione dei circuiti, dei fusibili, degli interruttori, dei morsetti
ecc.;
 idoneità delle connessioni dei conduttori;
 agevole accessibilità dell’impianto per interventi operativi e di
manutenzione.
• 4 - Specifiche tecniche sulle prove.
- Generalità.
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Devono essere eseguite, per quanto applicabili, e preferibilmente
nell’ordine indicato, le seguenti prove:
 continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali
principali e supplementari,
 resistenza di isolamento dell’impianto elettrico,
 protezione per separazione dei circuiti nel caso di sistemi SELV e PELV e nel
caso di separazione elettrica,
 misura della resistenza dell’anello di guasto,
 prova di tensione applicata,
 prove di funzionamento dei dispositivi differenziali,
 caduta di tensione.
- Prova della continuità dei conduttori di protezione, compresi i conduttori
equipotenziali principali e supplementari.
Deve essere eseguita una prova di continuità. E’ raccomandato che
questa prova venga effettuata con una corrente di almeno 0,2A, utilizzando una
sorgente di tensione alternata o continua compresa fra 4 e 24V a vuoto.
- Misura della resistenza di isolamento dell’impianto elettrico.
La resistenza di isolamento deve essere misurata tra ogni conduttore
attivo e la terra.
Note - Durante questa misura, i conduttori di fase e di neutro possono
essere collegati assieme.
Nei sistemi TN-C, il conduttore PEN è considerato come parte della terra.
La resistenza di isolamento, misurata con i valori della tensione di prova
indicati nella Tabella 61A (Norme CEI 64-8/6), è considerata come
soddisfacente se ogni circuito, con gli apparecchi utilizzatori disinseriti, ha una
resistenza di isolamento non inferiore a quanto indicato nella Tabella
medesima.
Tabella 61A - Valore minimo della resistenza di isolamento
Tensione nominale
del circuito (V)
Tensione di Resistenza
di
prova
isolamento
c.c. (V)
(Mohm)
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SELV e PELV
Fino a 500V compresi, con l’eccezione dei
casi di cui sopra
Oltre 500V
250
>/= 0,25
500
1000
>/= 0,5
>/= 1,0
Le misure devono essere effettuate in c.c.; l’apparecchio di prova deve
essere in grado di fornire la tensione di prova indicata nella Tabella 61A quando
eroga la corrente di 1mA.
Quando il circuito comprende circuiti elettronici, durante le misure i
conduttori di fase e di neutro devono essere collegati insieme.
- Verifica della separazione dei circuiti.
La separazione dei circuiti deve essere verificata in accordo con 612.4.1
in caso di protezione mediante SELV; con 612.4.2 in caso di protezione
mediante separazione elettrica.
- Protezione mediante SELV.
La separazione delle parti attive del sistema SELV da quelle di altri
circuiti e dalla terra, in accordo con la Sezione 411, deve essere verificata
mediante una misura della resistenza di isolamento.
I valori di resistenza ottenuti devono essere in accordo con la Tabella
61A.
- Protezione mediante PELV.
La separazione delle parti attive del sistema PELV da quelle di altri
circuiti, in accordo con la Sezione 411, deve essere verificata mediante una
misura della resistenza di isolamento.
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I valori di resistenza ottenuti devono essere in accordo con la Tabella
61A.
- Protezione mediante separazione elettrica.
La separazione delle parti attive da quelle di altri circuiti e dalla terra, in
accordo con 413.5, deve essere verificata mediante una misura della resistenza
di isolamento.
I valori di resistenza ottenuti devono essere in accordo don la Tabella
61A.
- Misura della resistenza globale dell’anello di guasto a terra.
Il controllo è valido per le utenze di tipo TT ordinarie, ossia alimentate
direttamente dall’ENEL/AEM in bassa tensione 380/220V.
Sono gli artt. 271, 272 e 326 del DPR n. 547 del 27/4/1955 che
prescrivono il collegamento diretto a terra quale misura principale di difesa
contro le tensioni di contatto.
Dal punto di vista tecnico, ciò era prescritto dalle precedenti Norme CEI
11-1 art. 7.1.05/ter (alle quali bisogna riferirsi - legge n. 186 del 1/3/1968) ed
ora, in particolare, alle vigenti Norme CEI 64-8 fascicolo 1919 (in vigore dal 1°
marzo 1993), art. 612.1 che così recita: “Deve essere soddisfatta la seguente
condizione:
RA x Ia < 50V
dove:
RA è la somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione
delle masse, in ohm;
Ia è la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di
protezione, in ampere.
Quando il dispositivo di protezione è a corrente differenziale, Ia è la
corrente nominale differenziale Idn.
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Per ragioni di selettività, si possono utilizzare dispositivi a corrente
differenziale del tipo S (selettivi) in serie con i dispositivi di protezione a corrente
differenziale di tipo generale.
Per ottenere selettività con i dispositivi a corrente differenziale nei circuiti
di distribuzione, è ammesso un tempo di interruzione non superiore a 1 sec..
Quando il dispositivo di protezione è contro le sovracorrenti, esso deve
essere:
• un dispositivo avente una caratteristica di funzionamento a tempo
inverso, ed in questo caso Ia deve essere la corrente che ne provoca il
funzionamento automatico entro 5 sec.; oppure
• un dispositivo con una caratteristica di funzionamento a scatto
istantaneo, ed in questo caso Ia deve essere la corrente minima che
ne provoca lo scatto istantaneo”.
Lo strumento utilizzato dovrà far circolare una corrente abbastanza
elevata (< 20A) in modo da sollecitare realisticamente i conduttori e le giunture.
Per.Ind. Oberti Francesco
Per.Ind. Oberti Lorenzo
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