PER RICORDARE LE CONIUGAZIONI DEI VERBI LATINI
1) E’ fondamentale questa relazione fra i tempi verbali.
INCOMPIUTI (INFECTUM)
COMPIUTI (PERFECTUM)
presente indicativo →
→
→
perfetto indicativo
imperfetto indicativo →
→
→
piuccheperfetto indicativo
futuro semplice indicativo →
→
futuro anteriore indicativo
presente congiuntivo →
→
→
perfetto congiuntivo
imperfetto congiuntivo
→
→
piuccheperfetto congiuntivo
I tempi compiuti sono in un rapporto di anteriorità rispetto ai rispettivi incompiuti.
2) Ecco come si esprimono i rapporti fra il tempo della reggente e quello di una subordinata in valore relativo
all’indicativo o al congiuntivo.
a) I tempi incompiuti indicano nella subordinata una contemporaneità rispetto alla reggente.
REGGENTE
DIPENDENTE IN CONTEMPORANEITÀ
presente (tempo principale)
presente indicativo o congiuntivo
passato (tempo storico)
imperfetto indicativo o congiuntivo
futuro (tempo principale)
futuro indicativo o presente congiuntivo
Non esistendo un “futuro congiuntivo”, si utilizza il presente congiuntivo anche in dipendenza da un futuro,
considerato “tempo principale” come il presente.
b) I tempi compiuti indicano nella subordinata una anteriorità rispetto alla reggente
REGGENTE
DIPENDENTE IN ANTERIORITÀ
presente (tempo principale)
perfetto indicativo o congiuntivo
passato (tempo storico)
piuccheperfetto indicativo o congiuntivo
futuro (tempo principale)
futuro anteriore indicativo o perfetto congiuntivo
Non esistendo un “futuro anteriore congiuntivo”, si utilizza il perfetto congiuntivo anche in dipendenza da un
futuro, considerato “tempo principale” come il presente.
c) Il participio futuro del verbo + i tempi incompiuti di sum indicano nella subordinata la posteriorità.
REGGENTE
presente (tempo principale)
DIPENDENTE IN POSTERIORITÀ
-urus + presente indicativo o congiuntivo di sum
(sum, es, est… o sim, sis, sit…)
passato (tempo storico)
-urus + imperfetto indicativo o congiuntivo di sum
(eram, eras… o essem, esses…)
futuro (tempo principale)
-urus + futuro indicativo o presente congiuntivo di sum
(ero, eris, erit… o sim, sis, sit…)
Non esistendo un futuro congiuntivo di sum, si utilizza il participio futuro con il presente congiuntivo di sum
anche in dipendenza da un futuro, considerato “tempo principale” come il presente.
3) In tutte le coniugazioni i tempi incompiuti utilizzano il tema del presente.
Nelle coniugazioni attive non deponenti i tempi compiuti utilizzano il tema del perfetto (indicativo: laudavi,
laudaveram, laudavero; congiuntivo: laudaverim, laudavissem).
Nelle coniugazioni passive e deponenti i tempi compiuti si costruiscono con il participio perfetto
(concordato con il soggetto) + la corrispondente forma incompiuta (vedi punto 1) del verbo sum.
Ad esempio il piuccheperfetto indicativo passivo di laudo = laudatus + eram (imperfetto indicativo di sum); il
perfetto congiuntivo passivo = laudatus + sim (presente congiuntivo di sum).
4) INDICATIVO PRESENTE. La I e la II coniugazione, a parte la prima persona (amo e moneo) differiscono solo
per la vocale tematica: a nelle I coniugazione, e nella seconda (amas… amant; mones…monent).
Nella prima persona singolare e nella terza plurale dell’indicativo la IV coniugazione ha le stesse terminazioni
della III, ma precedute da i (dico, dicunt e audio, audiunt); nelle altre persone del presente le terminazioni
sono uguali, ma la prima e seconda persona plurale differiscono nell’accento, perché nella III coniugazione
la i è breve, nella IV coniugazione è lunga (dìcĭmus, dìcĭtis, ma audìmus, audìtis).
5) INDICATIVO IMPERFETTO. Le quattro coniugazioni presentano terminazioni identiche (bam…bant), precedute
dalle vocali a (I coniugazione: amabam), e (II e III coniugazione: monebam, dicebam), ie (IV coniugazione:
audiebam).
6) INDICATIVO FUTURO. Bisogna distinguere le coniugazioni in due gruppi: I e II / III e IV.
La I e la II coniugazione presentano un futuro molto simile all’imperfetto, sempre con il suffisso in –ab- (I
coniugazione: amabo) ed -eb- (II coniugazione: monebo), seguito però dalle stesse terminazioni dell’indicativo
presente della III coniugazione (amabo, amabis…amabunt, come dico, dicis… dicunt).
La III e la IV coniugazione presentano un futuro privo di suffisso: la prima persona singolare è identica a
quella del congiuntivo presente, con terminazione nella III coniugazione in -am (dicam) e nella IV in -iam
(audiam). Nelle altre persone del futuro la vocale a si muta in e (dices…dicent, audies… audient), mentre nel
congiuntivo non muta mai (dicas…dicant; audias…audiant).
7) INDICATIVO PIUCCHEPERFETTO. In tutti i verbi attivi non deponenti le terminazioni corrispondono
all’imperfetto indicativo di sum: laudaveram… laudaverant, come eram… erant.
8) INDICATIVO FUTURO ANTERIORE. In tutti i verbi attivi non deponenti le terminazioni corrispondono al futuro
semplice di sum (laudavero, laudaveris, come ero, eris), a parte la terza persona plurale (laudaverint diverso da
erunt).
Il futuro anteriore è inoltre identico al congiuntivo perfetto in tutte le persone (dixeris…dixerint) tranne la
prima, che esce in -ero nel futuro anteriore (dixero), in -erim nel congiuntivo perfetto (dixerim).
9) CONGIUNTIVO. In tutte le coniugazioni ogni tempo del congiuntivo mantiene fisse le vocali prima della
desinenza (amem… ament; amarem… amarent; amaverim… amaverint; amavissem… amavissent, ecc.).
Il congiuntivo presente nelle quattro coniugazioni ha desinenze uguali, precedute da e nella I coniugazione
(amem…ament), ea nella II (moneam… moneant), a nella III (legam…legant), ia nella IV (audiam… audiant).
Il congiuntivo imperfetto è uguale all’infinito presente più desinenze (laudare laudarem), quello
piuccheperfetto (nei verbi attivi non deponenti) all’infinito perfetto più desinenze (habuisse habuissem).
Come già detto (punti 6 e 8) il congiuntivo presente della III e IV coniugazione ha la prima persona
singolare uguale al futuro semplice (questo vale anche per il passivo), mentre tutti i congiuntivi perfetti sono
uguali al futuro anteriore tranne che nella prima persona singolare.
10) I cosiddetti “VERBI IN -IO DELLA III CONIUGAZIONE” (capio, patior) seguono per lo più le desinenze della
IV coniugazione, ma hanno quelle della III nell’indicativo presente (tranne la prima persona singolare e la
terza plurale), nell’infinito presente, nel congiuntivo imperfetto e nell’imperativo.
11) VERBI IN FORMA PASSIVA. Nei tempi incompiuti essi differiscono dalle forme corrispondenti attive solo
nella desinenza vera e propria: laudamus e laudamur; dicet e dicetur; audiant e audiantur, traderetis e
traderemini. Da notare solo il passaggio da -i ad –ĕ nelle seconde persone singolari dell’indicativo presente della
III coniugazione e del futuro semplice della I e II coniugazione: dicis (dici) e dìcĕris (sei detto); amabis e
amàbĕris, monebis e monèbĕris. Ricorda che nella terza coniugazione la seconda persona del presente passivo
differisce solo nell’accento da quella del futuro (che ha la e lunga): dìcĕris (sei detto) ≠ dicèris (sarai detto).
Gli infiniti presenti sono uguali a quelli attivi della corrispondente coniugazione non deponente
sostituendo una i al posto della e finale (laudare e laudari). Fa eccezione la III coniugazione che sostituisce la
i alla terminazione ere (legĕre e legi).
12) VERBI DEPONENTI. Seguono in genere le forme della corrispondente coniugazione passiva, ma con
significato attivo. Questo vale anche per il participio perfetto: hortatus (da hortor)= “che ha esortato” (non
“che è stato esortato”). Significato passivo hanno solo il gerundivo: hortandus= “da esortare, che deve essere
esortato” e il supino (hortatu=a essere esortato).
I verbi deponenti hanno inoltre alcuni tempi verbali identici alle forme attive dei verbi non deponenti: il
participio presente e futuro, il gerundio, l’infinito futuro, il supino attivo.
Gli imperativi dei verbi deponenti presentano nella seconda persona singolare la stessa terminazione
dell’infinito presente attivo della coniugazione corrispondente non deponente: hortare (esorta!, da hortor) come
laudare; sèquere (segui! da sequor) come mittere. La seconda persona plurale è identica a quella dell’indicativo
presente (sequimini= “voi seguite” e “seguite!”).
13) ALCUNI CASI DI OMOGRAFIA. L’indicativo presente della I coniugazione e il congiuntivo presente della III
presentano le stesse terminazioni, a parte la prima persona (cioè amo e mittam): amas…amant come mittas…
mittant. Quindi, ad esempio, dicat può essere indicativo presente di dicare o congiuntivo presente di dicere.
Il congiuntivo presente della I coniugazione, l’indicativo presente della II, il futuro della III, presentano le stesse
terminazioni, a parte la prima persona singolare (cioè amem, moneo e mittam): ames…ament come
mones…monent.. e mittes…mittent. Quindi leget, ad esempio, può essere congiuntivo presente da legare o
indicativo futuro di legere. Ciò vale anche per le forme passive.
Nei verbi della III coniugazione in o e in io che nel passaggio dal presente al perfetto allungano solo la vocale
del tema, senza mutare grafia (lĕgo  lēgi; ĕmo  ēmi; ĕdo  ēdi; fŏdio  fōdi; fŭgio  fūgi), la terza
persona singolare e la prima plurale del presente e del perfetto indicativo si scrivono nella stessa maniera: legit=
“legge” e “ha letto, lesse”; legimus=“leggiamo” e “abbiamo letto, leggemmo”. La prima persona del perfetto
indicativo è simile, inoltre, all’infinito passivo (legi=“ho letto” e “essere letto”).
Anche il verbo della IV coniugazione vĕnio (perfetto vēni) presenta la terza persona singolare dell’indicativo
presente uguale a quella del perfetto: vēnit= “viene” e “è venuto, venne”. Nella prima plurale, invece, muta
l’accento, perché nel presente la i è lunga: venìmus= “veniamo” e vènĭmus=“siamo venuti, venimmo”.