Protocollo di Kyoto. Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale che fissa le linee guida generali per la riduzione delle emissioni inquinanti responsabili del riscaldamento globale. E' stato sottoscritto a Kyoto (Giappone) l'11 dicembre 1997 da più di 160 paesi, durante la Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC. Convenzione quadro delle nazioni unite sui cambiamenti climatici). Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica da parte della Russia. Il 16 febbraio 2007 è stato celebrato l'anniversario del 2° anno di adesione al Protocollo di Kyoto, in concomitanza del decennale dalla sua stesura. Il trattato prevede l'obbligo per i paesi industrializzati di adottare una politica di riduzione delle emissioni inquinanti responsabili dell'effetto serra (biossido di carbonio CO2, ossido di azoto N2O, metano CH4, idrofluorocarburi HFC, perfluorocarburi PFC ed esafluoruro di zolfo SF6), per il periodo 2008 - 2012, in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni registrate nel 1990. Per entrare in vigore, si richiedeva che il trattato fosse ratificato da almeno 55 tra le nazioni firmatarie e che queste fossero responsabili di almeno il 55% delle emissioni inquinanti: condizione, questa, raggiunta solo nel novembre del 2004, con la ratifica del trattato da parte della Russia. L'atmosfera terrestre contiene 3 milioni di megatonnellate (Mt) di CO2: le attività umane ne immettono nel mondo 6.000 Mt, di cui 3.000 Mt sono prodotte dai paesi industrializzati e 3.000 Mt dai paesi in via di sviluppo; ne consegue che il protocollo di Kyoto porterebbe all'immissione di 5.850 anzichè 6.000 Mt, su un totale di 3 milioni. Un obiettivo certamente non ambizioso eppure, realisticamente, difficilmente raggiungibile da molte nazioni. I 174 Paesi che hanno ratificato il protocollo di Kyoto o che hanno avviato le procedure per la ratifica contribuiscono con quasi il 62% alle emissioni globali di gas serra. Gli Stati Uniti da soli producono più del 32% del totale delle emissioni globali. I paesi non aderenti al protocollo di Kyoto, invece, sono responsabili del 40% dell'emissione mondiale di gas serra. Il protocollo di Kyoto può essere riassunto in questi 3 punti: - i Paesi più industrializzati hanno l'obbligo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, nel periodo che va dal 2008 al 2012. - Gli stessi Paesi devono realizzare progetti di protezione di boschi, foreste e terreni agricoli che assorbono anidride carbonica, (aree definite "carbon sinks", cioè assorbitrici di CO2). Questi Paesi possono guadagnare "carbon credit" esportando tecnologie pulite ai Paesi in via di sviluppo allo scopo di aiutarli ad abbattere le emissioni inquinanti nei processi produttivi. - Sono previste sanzioni per i Paesi firmatari che mancheranno di raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo. Per i Paesi in via di sviluppo sono previste regole più flessibili. Il protocollo di Kyoto prevede quindi per i Paesi aderenti l'utilizzo di un sistema di meccanismi flessibili per l'acquisizione di crediti di emissioni. Vediamo di che cosa si tratta: - (CDM) Clean Development Mechanism : consente ai paesi industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti nei paesi in via di sviluppo, che producano benefici ambientali in termini di riduzione delle emissioni di gas-serra e di sviluppo economico e sociale dei Paesi ospiti e nello stesso tempo generino crediti di emissione per i Paesi che promuovono gli interventi. - (JI) Joint Implementation : consente ai paesi industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti per la riduzione delle emissioni di gas-serra in un altro paese dello stesso gruppo e di utilizzare i crediti derivanti assieme al paese ospite. - (ET) Emissions Trading : consente lo scambio di crediti di emissione tra paesi industrializzati e ad economia in transizione; per esempio, un paese che abbia ottenuto una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra superiore al proprio obiettivo può cedere i "crediti" ad un paese che non sia stato in grado di raggiungere gli obiettivi di abbassamento delle emissioni inquinanti.