4. La Chiesa è santa o peccatrice?
PREGHIERA
Signore Gesù, maestro e modello di ogni perfezione, a
tutti e a ciascuno dei tuoi discepoli hai predicato
quella santità di vita, di cui Tu stesso sei autore e
perfezionatore. Ci hai detto: «Siate dunque perfetti
come è perfetto il vostro Padre celeste». Per questo ci
hai mandato lo Spirito Santo, che ci muove
interiormente ad amare Dio con tutto il cuore, con
tutta l'anima, con tutta la mente, con tutte le forze e ad amarci a
vicenda come Cristo ci ha amati. Noi, tuoi seguaci, chiamati da Dio,
non a motivo delle nostre opere, ma in ragione del suo
disegno e della grazia. Giustificati in Gesù nostro Signore,
nel Battesimo siamo stati fatti veramente figli di Dio e
compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi.
Quindi siamo chiamati, con la tua grazia, a mantenere e
perfezionare con la nostra vita la santità che abbiamo
ricevuto nel Battesimo. Ci ammonisce l'Apostolo Paolo a
vivere «come si conviene a santi», a rivestirci «come si
conviene a eletti di Dio, santi e prediletti, di sentimenti di
misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza». E poiché
tutti commettiamo molti sbagli, o Dio di misericordia, donaci il
perdono e la pace. Ogni giorno Ti preghiamo: «Rimetti a noi i nostri
debiti». Amen
PER ENTRARE IN ARGOMENTO (FASE PROIETTIVA)
Nel Credo diciamo che la Chiesa è ‘santa’. Ma è proprio vero?
La Chiesa è santa o peccatrice? Cerca di motivare la tua risposta.
Se gli uomini di Chiesa sbagliano o peccano, possiamo ancora
credere?
Possiamo ancora parlare di una ‘Chiesa santa’?
E di fronte ai tuoi sbagli? Tutti i battezzati sono chiamati ad essere
santi o solo alcuni?
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FASE DI APPROFONDIMENTO
Dalla seconda Lettera di san Paolo apostolo ai
Corinzi (2 Cor 4,5ss)
Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo
Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori
a causa di Gesù. E Dio, che disse: "Rifulga la luce
dalle tenebre", rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la
conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo. Noi però abbiamo
questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria
potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo
tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando
sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la
vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che
siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché
anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché
in noi agisce la morte, in voi la vita.
Ognuno cerchi nel testo la frase che gli sembra più significativa per la
riflessione che si sta facendo e ne spieghi il motivo. Che cosa vuol
dire, secondo voi, l’espressione “Dio rifulge nei nostri cuori”? In che
senso “portiamo questo tesoro in vasi di creta”? Di che tesoro si
parla? Cosa rende la Chiesa ‘santa’?
Dalla Lettera pastorale del Vescovo Luciano: “Tutti siano
una cosa sola” (nn. 10-11)
L’amore di Dio non è mai inerte; chi lo riceve dentro di sé
diventa necessariamente attivo, impara a condividere i
sentimenti di Dio e si mette gioiosamente al suo servizio perché anche attraverso di lui Dio possa compiere i suoi disegni. Il
cristiano vive questa responsabilità come risposta all’amore concreto,
visibile, personale di Gesù e la vive all’interno di una rete di rapporti che
rendono concreto il suo legame attuale con Gesù stesso […]. Può sembrare
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paradossale e ingenuo collegare l’amore di Dio che è infinitamente puro e
infinitamente santo con una realtà ambigua come una comunità umana o
l’autorità religiosa o addirittura i beni ecclesiastici. Non ignoriamo gli
egoismi e gli orgogli e gli intrighi di potere che spesso, nella storia, si sono
giocati attorno a queste realtà; ed è motivo di vergogna dovere confessare
che l’ambizione, l’avarizia, il nepotismo, la lussuria hanno più volte
inquinato il modo concreto di vivere e di gestire la vita concreta della Chiesa.
[…] è un amore che inventa forme sempre nuove e originali di espressione,
assume tutto ciò che è umano – eccetto il peccato – e su tutto è in grado di
porre il sigillo di Gesù.
Proprio per questo il cristiano, la Chiesa, sono vulnerabili nel mondo. Se la
vita cristiana fosse pura esperienza mistica interiore, sarebbe inoppugnabile:
nessuno potrebbe negarla o criticarla. Ma siccome il cristiano, la Chiesa sono
fatti di carne, diventano possibili tutte le forme di critica e di giudizio. La
carne, per sua natura, conosce la goffaggine e si presta al ridicolo perché non
è mai del tutto all’altezza dello spirito che pure cerca di esprimere. Pensare
l’amore di Dio e guardare la nostra esistenza concreta, le nostre gelosie
infantili, le nostre meschinità troppo umane può provocare facilmente un
sorriso di compatimento. Il cristiano può sembrare un pazzo che pensa di
essere chissà chi o un pagliaccio che interpreta una farsa o (nella migliore
delle ipotesi) un adolescente che non sa ancora misurare la sua debolezza; la
Chiesa può apparire un’istituzione ipocrita che si pretende divina e finisce
per non essere nemmeno umana. Non c’è modo di uscire da questa strettoia;
l’unica via corretta è quella dell’umiltà, quella che Paolo indicava quando
diceva che portiamo un tesoro prezioso in vasi d’argilla. I vasi d’argilla
valgono poco e possono facilmente essere disprezzati, ma qualunque forma
di disprezzo non raggiunge il contenuto se questo è prezioso. E la Chiesa, pur
nella sua fragilità, porta il mistero di Cristo.
Dal Catechismo degli adulti (CEI) La verità vi farà liberi.
La Chiesa è santa (non “peccatrice”), ma al suo interno “include anche i
peccatori” (nn. 435-437)
Quanti con il battesimo vengono inseriti in Cristo, formano il popolo dei
“santi” […]. La Chiesa è il popolo santo, consacrato da Dio. Il suo capo,
Cristo, la unisce a sé e la vivifica con il dono dello Spirito; la rigenera
incessantemente con la sua parola e i sacramenti; le comunica la forza della
carità, partecipazione alla vita stessa di Dio, che abilita a praticare la nuova
giustizia, prospettata nel discorso della montagna. Tutti i cristiani sono
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chiamati alla santità, che consiste nella perfezione della carità. Non si tratta
semplicemente di un'esortazione o di un dovere, ma di “un'insopprimibile
esigenza del mistero della Chiesa” e di una possibilità reale offerta ai fedeli
di qualsiasi condizione. Di fatto molti cristiani, in ogni epoca, vivono
secondo la logica della carità. Non pochi giungono fino all'eroismo e tra essi
alcuni vengono riconosciuti ufficialmente come “santi”. Fioriscono molte
comunità fervorose e molte opere esemplari di promozione umana. Si
sviluppa un'azione assidua per la difesa della persona e dei suoi diritti
fondamentali, per la riconciliazione e la pace.
Tuttavia la Chiesa include anche i peccatori; “è santa e insieme bisognosa di
purificazione”. La zizzania cresce insieme al grano. Già nelle prime
comunità, fondate direttamente dagli apostoli, compare il peccato: a
Gerusalemme la menzogna di Anania e Saffira (Atti 5,1-11) e le tensioni per
gli ostacoli posti da alcuni all'ingresso dei pagani convertiti; a Corinto le
divisioni, il disordine e perfino un caso di incesto. I secoli successivi, fino ai
nostri giorni, hanno visto corruzione, violenza, sete di potere e di ricchezza,
discriminazioni, intolleranza, scismi, eresie. Dov'è dunque la santità del
popolo di Dio? Dov'è la pace messianica intravista dai profeti? Come è
possibile credere che il Messia sia venuto se nel mondo nulla è cambiato? È
questo l'interrogativo che gli ebrei pongono ai cristiani fin dai primi
tempi.
La risposta è che la Chiesa, pur essendo la forma autentica e definitiva
del popolo di Dio, è ancora in cammino nella storia. Sebbene per
l'assistenza dello Spirito Santo sia preservata da una defezione totale, è
ancora soggetta nei suoi membri alla tentazione di voltare le spalle a
Dio, come lo fu Israele in cammino nel deserto. La Chiesa non è il
Regno compiuto; è solo il segno, lo strumento e il germe di esso.
FASE DI RIAPPROPRIAZIONE
Come conciliare l’affermazione che la Chiesa è santa con gli errori e
i peccati commessi dagli “uomini di Chiesa”?
La santità della Chiesa dipende anche da me? Questa consapevolezza
che cosa può cambiare nella mia vita?
PREGHIERA.
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Ripetiamo: Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
Cristo Gesù Signore: Lui è il nostro tesoro.
Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
Se siamo tribolati da ogni parte, non siamo schiacciati.
Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
Se siamo sconvolti, non siamo disperati.
Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
Se siamo perseguitati, non siamo abbandonati.
Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
Se siamo colpiti, non siamo portati alla morte.
Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
Perché tutti viviamo la potenza senza fine di Dio.
Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli
Noi portiamo questo tesoro in vasi di creta.
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