Autorizzazione Integrata Ambientale Regione Friuli Venezia Giulia Provincia di Udine Comune di Pozzuolo del Friuli SINTESI NON TECNICA Relazione tecnica alla domanda per l’ottenimento dell’ AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE ai sensi del D.Lgs. N.59/2005 Natco S.p.A. Stabilimento di via Ferraria, 4 Pozzuolo del Friuli, Udine Allegato 1 – Relazione Tecnica 1 Autorizzazione Integrata Ambientale ALLEGATO 1 RELAZIONE TECNICA INDICE Premessa ............................................................................................................................... 3 1. Inquadramento urbanistico e territoriale dell'impianto IPPC .................................................... 4 2. Cicli produttivi .................................................................................................................. 15 2.1. Attività produttive ....................................................................................................... 16 3. Energia ............................................................................................................................ 33 3.1 Produzione di energia................................................................................................... 34 3.2. Consumo di energia .................................................................................................... 34 4. Emissioni.......................................................................................................................... 37 4.1 4.2 4.3 4.4 Emissioni in atmosfera ................................................................................................. 38 Scarichi idrici ............................................................................................................... 40 Emissioni sonore.......................................................................................................... 43 Rifiuti e deiezioni animali .............................................................................................. 44 5. Sistemi di abbattimento/contenimento................................................................................ 49 6. Bonifiche ambientali.......................................................................................................... 79 7. Stabilimenti a rischio di incidente rilevante .......................................................................... 80 8. Valutazione integrata dell'inquinamento .............................................................................. 81 8.1 Valutazione integrata dell'inquinamento, dei consumi energetici e degli interventi di riduzione integrata .......................................................................................................................... 82 9. Codici di riferimento per sistemi di abbattimento, combustibili e coefficienti di emissione di CO2 da utilizzarsi nelle schede riassuntive ................................................................................... 94 9.1. Nomenclatura e codifica dei sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera ............. 95 SCHEDE RIASSUNTIVE.......................................................................................................... 96 Allegato 1 – Relazione Tecnica 2 Autorizzazione Integrata Ambientale PREMESSA La presente relazione costituisce l’allegato 1 alla domanda ai fini del rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale ai sensi del D.Lgs. 59/2005. Crescere e migliorarsi senza mai perdere di vista il rispetto dell’ambiente e l’integrazione con il territorio. E’ la filosofia che caratterizza la Natco S.p.A. di Pozzuolo del Friuli (UD), tra le poche concerie per arredamento al mondo – si contano sulle dita di una mano - ad aver conseguito la certificazione ambientale ISO 14001. L’azienda friulana – 16 mila metri quadrati di superficie coperta, 258 dipendenti, (246 a Pozzuolo e 12 a Montebello Vicentino), riconcia e rifinisce le pelli per la “casa madre”, ovvero il Gruppo Natuzzi di Santeramo in Colle (Ba), che la acquistò nel 1990. Dal 1990 ad oggi il Gruppo Natuzzi ha creduto nel Friuli, una delle zone storiche in Italia per le concerie, investendo oltre 30 milioni di euro. L’azienda rientra nella definizione di cui al punto: …..omissis….. 6.7. Impianti per il trattamento di superficie di materie, oggetti o prodotti utilizzando solventi organici, in particolare per apprettare, stampare, spalmare, sgrassare, impermeabilizzare, incollare, verniciare, pulire o impregnare, con una capacità di consumo di solvente superiore a 150 kg all'ora o a 200 tonnellate all'anno. per i quali la scadenza per la presentazione della domanda è fissata per il 31 marzo 2007 in virtù della CAPACITA’ di consumo di solvente superiore a 150 kg all’ora. In realtà l’azienda oggi grazie alla scelta di lavorare prevalentemente con composti a base acquosa non raggiunge tale l’effettivo consumo. Allegato 1 – Relazione Tecnica 3 Autorizzazione Integrata Ambientale 1. INQUADRAMENTO URBANISTICO DELL'IMPIANTO IPPC Allegato 1 – Relazione Tecnica E TERRITORIALE 4 Autorizzazione Integrata Ambientale 1.1. Inquadraramento urbanistico. 1.1.1. Inquadramento geologico del Comune di Pozzuolo del Friuli. Pozzuolo del Friuli è un comune di 6.558 abitanti in provincia di Udine, a 10 km a sud-sud-ovest di Udine. Confina a nord-ovest con il comune di Basiliano, a nord con i comuni di Campoformido e Udine, ad est con il comune di Pavia di Udine, a sud con il comune di Mortegliano e ad ovest con il comune di Lestizza. Attraversato dal Torrente Cormòr, si estende su un'area centrale dell'Alta Pianura Friulana e, oltre al capoluogo, comprende le frazioni di Cargnacco, Carpeneto, Sammardenchia, Terenzano e Zugliano. La Società Natco S.p.A. è una società che effettua la lavorazione e tintura di pelli già conciate provenienti da tutto il mondo e prevalentemente dal sud America. Lo stabilimento della Natco S.p.A. sorge all'interno di un lotto della zona industriale-artigianale del territorio comunale di Pozzuolo del Friuli in via Ferraria, 4. Allegato 1 – Relazione Tecnica 5 Autorizzazione Integrata Ambientale 1.1.2 Dati catastali del complesso Sede direzionale ed operativa. Nella tabella sottostante si riporta il dettaglio delle dimensioni e destinazioni d’uso delle diverse aree. Raffronto Superfici DESCRIZIONE N.O. Superfici stato di fatto 1 SUPERFICI COPERTE 17.955,37 2 TETTOIE 2.094,33 A TOTALE SUPERFICI COPERTE 20.049,70 3 IMPIANTI 3.062,31 4 DEPOSITI SU PIAZZALI PAVIMENTATI 2.347,68 5 VIABILITA' 28.723,72 6 PARCHEGGI 6.000,01 7 VERDE 12.062,71 8 AREE RESIDUALI INTERNE 0 TOT SUP. SCOPERTE INTERNE AL LOTTO SUPERFICIE COMPLESSIVA C RECINTATA B 52.196,38 72.246,08 9 AREE RESIDUALI ESTERNE 3.443,92 C 75.690 D TOTALE SUPERFICIE CATASTALE DI PROPRIETA' 75.690 Il PURG ha destinato l’area ad uso industriale-artigianale esistente ZONA D3 prevedendo nella variante in corso di approvazione l’estensione a zona D2/2 anche le aree poste al confine sud del sito in esame. Allegato 1 – Relazione Tecnica 6 Autorizzazione Integrata Ambientale L’area destinata alle lavorazioni, si sviluppa in due corpi principali denominati: • Nucleo storico (vecchio stabilimento) • Lavorazioni a secco. Il nucleo storico, a partire dal gennaio 2004 sino alla primavera 2005, è stato oggetto di: • ristrutturazione • ampliamento • ammodernamento-rinnovamento tecnologico. Il nucleo storico si sviluppa in: • alcuni capannoni tra loro affiancati e direttamente comunicanti destinati alla produzione in senso stretto; • una ristretta area in testa al capannone centrale disposta su due piani adibiti ad uffici, spogliatoi, infermeria, laboratorio e altri servizi collegati alla produzione; • una zona in coda allo stabilimento coperta con tettoie destinate ad uso deposito di parti di ricambio di impianti ed impianti ausiliari veri e propri (locali per filtropresse). Le lavorazioni a secco presentano viceversa le seguenti caratteristiche: • un capannone destinato alla produzione in senso stretto, alcuni locali tecnici e di servizio a supporto dello stesso e dell’intero complesso produttivo. 1.1.2 Zonizzazione territoriale e classificazione acustica del sito. Il PURG ha destinato l’area ad uso industriale-artigianale esistente ZONA D3 prevedendo nella variante in corso di approvazione l’estensione a zona D2/2 anche le aree poste al confine sud del sito in esame. 1.1.3 Descrizione di massima dello stato del sito di ubicazione dell'impianto; Lo stabilimento dista oltre 600 mt. dal centro abitato più vicino e viene a trovarsi in un ambito di campagna in presenza di case isolate a partire dalla distanza di 100m e di un centro commerciale in prossimità del confine sud. Allegato 1 – Relazione Tecnica 7 Autorizzazione Integrata Ambientale 1.1.4 Presenza, nel raggio di ricaduta delle principali emissioni inquinanti, entro 1km dal perimetro dell'impianto, di: TIPOLOGIA BREVE DESCRIZIONE Attività produttive Molinaro Autosalone Rivendita per edilizia Centro commerciale Case di civile abitazione Si Scuole, ospedali, etc. No Impianti sportivi e/o ricreativi No Infrastrutture di grande comunicazione Strada statale 353 Opere di presa idrica destinate al consumo umano No Corsi d'acqua, laghi, mare, etc. No Riserve naturali, parchi, zone agricole Zone agricole a sud sud-est Pubblica fognatura Assente Metanodotti, gasdotti, acquedotti, oleodotti No Elettrodotti di potenza maggiore o uguale a 15 kW Tralicci a confine Altro (specificare) 1.1.5 Relativamente al Comune/i di ubicazione dell'impianto IPPC, indicare l'eventuale inserimento in specifici piani regionali, provinciali o di bacino o di risanamento ambientale. Non ci risulta l’inserimento di Pozzuolo in tali piani. Allegato 1 – Relazione Tecnica 8 Autorizzazione Integrata Ambientale 2. CICLI PRODUTTIVI Allegato 1 – Relazione Tecnica 9 Autorizzazione Integrata Ambientale 2.1. Attività produttive. 2.1.1 Evoluzione nel tempo del complesso produttivo. L’attività di lavorazione delle pelli inizia nel 1968 ad opera della SACCAVINI ANDREA, in uno stabile preesistente destinato alla produzione di manufatti in cemento. Nel 1969 la proprietà passa alla FINANZIARIA IMMOBILIARE UDINESE S.p.A. La gestione è affidata alla CONCERIA ZULIANI GERMANO. Nello stabilimento si eseguono lavorazioni meccaniche e ad umido delle pelli conto proprio e conto terzi. La CONCERIA ZULIANI GERMANO in data 10/10/1975 acquistava dalla FINANZIARIA IMMOBILIARE UDINESE S.p.A. lo stabilimento da gerente ne diveniva proprietario. Il 13/03/76 la CONCERIA ZULIANI GERMANO assume la denominazione CONCERIA ZULIANI S.p.A. La CONCERIA ZULIANI S.p.A. in data 30/11/1987 varia la propria denominazione in CORIF S.p.A. Conceria Rifinizione Friulana. Il 03/08/1990 la CORIF S.p.A. cede lo stabilimento al gruppo INDUSTRIE NATUZZI S.p.A., e varia la ragione sociale in NATUZZI COGOLO S.p.A. La NATUZZI COGOLO S.p.A. varia la ragione sociale in NATCO S.p.A. il 01/07/1996. Sviluppo del sito industriale In origine lo stabilimento consisteva in un capannone originario e da una serie di costruzioni a vario uso. Nel capannone si effettuava le lavorazioni meccaniche sulle pelli bovine e le operazioni di concia al cromo e vegetale di pellame fresco o salato, e di tintura. Le lavorazioni riguardavano pellame bovino destinato al settore della calzatura. Nell’attuale zona “sperimentale tintura” sorgevano gli uffici amministrativi. Le costruzioni lato SS 353 (detta Via IV° Genova) erano adibite a mensa, spogliatoio, deposito prodotti chimici e officina. L’accesso allo stabilimento avveniva attraverso un portone posto in Via IV° Genova, ossia dalla già citata strada statale. Le pelli erano stoccate nei pressi dell’attuale zona depurazione. L’impianto di depurazione acque era situato all’incirca nella zona occupata attualmente, ed era costituita da un impianto di lagunaggio. L’acqua per i servizi tecnologici era ed è derivata da un pozzo autonomo. L’acqua calda era fornita grazie ad una caldaia ad olio combustibile. Nel 1980 viene adeguato l’impianto di depurazione. Viene costruito un reattore con impianto d’abbattimento fumi, ed individuata una zona di cisterne di stoccaggio per acido solforico, Allegato 1 – Relazione Tecnica 10 Autorizzazione Integrata Ambientale bicromato di potassio e glucosio. Una zona di filtropresse per i fanghi di depurazione completano il ciclo di trattamento interno delle acque reflue. Viene inoltre attrezzata la zona per lo stoccaggio dei rifiuti. Nel 1982 viene ampliato lo stabilimento con la costruzione di un nuovo capannone destinato ad ospitare le fasi meccaniche di scarnatura, spaccatura, retorsatura, asciugaggio sottovuoto, pressatura e rasatura. Il capannone viene completamente occupato dall’impianto di concia e tintura con relativi bottali, nelle strutture adiacenti viene eseguita la pesatura dei prodotti chimici. Viene potenziata la caldaia per la fornitura d’acqua calda. Alcun anni dopo nell’attuale zona scelta pelli W.B. vengono messe in opera le prime macchine a tingere tipo “Coretan”, con azionamento pilotato da scheda perforata, e con riduzione dei consumi d’acqua e prodotti chimici rispetto ai bottali di legno. Nel 1986 si affianca alla produzione di pellame per calzatura il settore interni per automobili. L’ingresso e le altre strutture non subiscono mutazioni fino al 1989. Nel 1989 viene realizzato un nuovo capannone dove viene trasferito lo stabilimento Corif di Campeglio di Faedis. Il capannone è destinato agli impianti di rifinizione del pellame e magazzino spedizioni. Vengono trasferiti gli uffici amministrativi e l’ingresso viene spostato in una via laterale, Via Ferraria, di conseguenza l’ingresso sulla statale viene chiuso. Con l’arrivo delle linee di verniciatura viene costruita un apposita cabina compressori per l’aria, e vengono installati degli abbattitori a ciclone ad acqua per i fumi delle cabine di verniciatura. Nella stessa zona viene costruita una nuova pesa a ponte che sostituisce quella adiacente all’ingresso di Via IV° Genova. L’impianto di depurazione ha subito ulteriori adeguamenti all’aumento di produzione. Con l’ingresso del gruppo Natuzzi nel ‘90, si cessa la produzione di pellame per calzatura e interni automobili e si passa integralmente alla produzione di pellame per arredamento. Nel 1992 cessano le lavorazioni di riviera ossia la concia delle pelli. Viene cosi a mancare una buona parte del carico inquinante, vengono eliminati i bagni di fine calcinaio (C.O.D. 80.000), lo stoccaggio di carniccio (odore di putrefazione) e tutte le conseguenti emissioni in atmosfera. Non vengono più movimentate le pelli fresche, ma solo conciate al cromo detto “wet blu”. Viene costruita la nuova cabina elettrica. L’anno seguente nel 1994 viene costruita una vasca d’omogeneizzazione per l’impianto di depurazione. Allegato 1 – Relazione Tecnica 11 Autorizzazione Integrata Ambientale Viene inoltre sostituita la caldaia ad olio combustibile con due a metano, per una potenza complessiva superiore. Questo in quanto viene rinnovato l’impianto di riconcia e tintura con macchine a tingere automatiche tipo Unimatic e Tipo Coretan, che ottimizzano i consumi d’acqua e di materiali di consumo (in buona parte si tratta di prodotti chimici). I nuovi macchinari vengono montati nel capannone n° 2 mentre nel n° 1 tornano le fasi meccaniche con rasatura e spaccatura. Per il rinverdimento delle pelli in wet blu viene attivata un impianto detto rotomix che riduce il consumo d’acqua per l’operazione di 1/3, rispetto al vecchio aspo di legno. Vengono aggiornati gli impianti d’abbattimento fumi delle cabine di verniciatura e viene aggiunto un nuovo impianto singolo di verniciatura. Vengono inoltre, sostituite le pistole e le pompe d’alimentazione delle cabine di spruzzatura, con un tipo Kremlin che diminuisce la dispersione di vernice ottimizzando i consumi e riducendo le emissioni. Nello stesso periodo ’96-’99 viene aumentata la produzione di pelli tinte, con l’attivazione d’ulteriori macchine a tingere automatiche del tipo già menzionato. Nel ’98 viene attivato un impianto di pesatura automatica dei prodotti di rifinizione con gestione informatica, che oltre alla riduzione di tempi e sprechi, permette un minore contatto tra gli operatori e le sostanze chimiche. Negli ultimi anni numerosi sono stati gli interventi per il miglioramento dell’aerazione degli ambienti di lavoro. Nell’anno 2001 sono completati i lavori per la costruzione di una nuova area coperta di 5.400 m2. E' stata trasferita e ampliata l’area per lo stoccaggio dei rifiuti, ed è in corso un aggiornamento dell’impianto di depurazione acque. Durante l’anno 2004 la parte meno recente dello stabilimento viene sottoposto ad un consistente ammodernamento tecnologico e strutturale così come descritto di seguito: 1.a – Rifinizione. L’impianto soggetto a variazione è quello di verniciatura pelli. Attualmente esso è organizzato su tre linee e gli è affiancato l’impianto di pesatura e dosaggio automatico dei reagenti. I camini interessati vanno dal n° 1 al n° 22 per le linee di verniciatura e 23 per la cabina sperimentale di rifinizione. La verniciatura viene effettuata con miscele coloranti a base di pigmenti inorganici, resine acriliche, poliuretaniche e cere. Questa operazione viene effettuata all’interno di appositi treni di Allegato 1 – Relazione Tecnica 12 Autorizzazione Integrata Ambientale spruzzatura, costituiti da giostre dotate di pistole di verniciatura e forni di asciugatura disposti alternativamente. Le pelli avanzano su un apposito tappeto trasportatore lungo il treno di verniciatura. Lo stampaggio e la stiratura avvengono in macchine dotate di cilindri per la stampa e la stiratura a caldo (rotopress), mentre il follonaggio avviene entro apposite botti. L’impianto di pesatura viene spostato e dislocato in una struttura REI 120 costruita appositamente per contenerlo senza subire variazioni di carattere tecnologico. Le tre linee di verniciatura esistenti sono state completamente smantellate e sostituite da nuove linee di tecnologia più avanzata. E’ stato di conseguenza rivisto anche l’impianto di abbattimento ad esse associato. Ai camini esistenti si sono aggiunti 3 nuovi punti di emissione associati ai forni di asciugaggio. 1.b – Fasi meccaniche. Le macchine spaccatrici sono state spostate insieme alle presse W.B. ed ad un’impilatore automatico a 4 scelte nel nuovoreparto fasi meccaniche. 1.c - Pesatura prodotti tintura. La cabina di pesatura polveri a velo d’acqua è stata dislocata in un area appositamente dedicata in un nuovo deposito, denominato magazzino chimici. 1.d - Asciugatura pelli in fasi meccaniche (inchiodaggio). Il precedente sistema di asciugatura tramite inchiodaggio a telai delle pelli e quindi passaggio in forno è stato eliminato e sostituito da un sistema di asciugatura in continuo prodotto dalla ditta Cartigliano. Le pelli bagnate arrivano, dalla tintura, all’asciugatura tramite cassoni. Le pelli verranno pre-asciugate tramite delle apposite presse a rulli con nastro o feltro in lana; qui si ha una prima disidratazione e una distensione della pelle, segue una macchina allargatrice (simile a una palissonatrice) successivamente la pelle entra in un forno di essiccaggio in continuo a 5 piani rientra in un'altra allargatrice e in un altro forno. La pelle ora è asciugata e pronta per le lavorazioni successive. L’intervento comporta l’eliminazione di due punti di emissione all’interno del capannone lavorazioni a secco. Allegato 1 – Relazione Tecnica 13 Autorizzazione Integrata Ambientale 2.1.2. 2.1.2.1. Descrizione del ciclo produttivo. Diagramma di flusso. ACCETTAZIONE MATERIALE ARRIVO E SCARICO MATERIA PRIMA WET BLUE STOCCAGGIO WET BLUE IN PIAZZALE CONTROLLO QUALITA'/QUANTITA' AL REPARTO FASI MECCANICHE FASI MECCANICHE TRASPORTO SU PALLET DI WET BLUE PRESSO AREA RINVERDIMENTO CARICAMENTO CHALLENGER E ROTOMIX PER RINVERDIMENTO PRESSATURA E SCELTA SPACCATURA IN FIORE E CROSTA RASATURA RIFILATURA AL REPARTO TINTURA Allegato 1 – Relazione Tecnica 14 Autorizzazione Integrata Ambientale TINTURA PREPARAZIONE PRODOTTI CHIMICI (RICETTE) CARICAMENTO PELLI NEI BOTTALI INTRODUZIONE PREAPARATI CHIMICI NEI BOTTALI SCARICO BOTTALI AL REPARTO LAVORAZIONI A SECCO Allegato 1 – Relazione Tecnica 15 Autorizzazione Integrata Ambientale LAVORAZIONI A SECCO ARRIVO DELLE PELLI IN CESTE DAL REPARTO TINTURA NEW CARTIGLIANO SOTTOVUOTO SVUOTAMENTO CESTE NELLA VASCA DI CARICO DELLA PRESSA SVUOTAMENTO CESTE NELLA VASCA DI CARICO DELLA PRESSA PRESSATURA PRESSATURA PALISSONATURA WET STRETCHING PALISSONATURA WET STRETCHING CONDIZIONATURA ASCIUGATURA CON SOTTOVUOTO PALISSONATURA WET STRETCHING PALISSONATURA CONDIZIONATURA CONDIZIONATURA PALISSONATURA PREBOTTALATURA CONDIZIONATURA PALISSONATURA STUCCATURA MANUALE/AUTOMATICA SMERIGLIATURA BOTTALATURA AL REPARTO RIFINIZIONE Allegato 1 – Relazione Tecnica 16 Autorizzazione Integrata Ambientale RIFINIZIONE SPRUZZATURA ROTOSTAMPA SPRUZZATURA BOTTALATURA PALISSONATURA SATINATURA SCELTA FINITO MISURAZIONE/IMPACCAGGIO SPEDIZIONE PRODOTTO FINITO Allegato 1 – Relazione Tecnica 17 Autorizzazione Integrata Ambientale 2.1.2.2. Bilancio di materia mw 1.534.184 (e. elettrica) 1305 metano 43.319 m3 1.670.000 pelli 3.950.674 m2 360.000 m3 Allegato 1 – Relazione Tecnica COD 14,71 t TKN 3 t BOD 5,43 t SS 4,02 t NH4 1,99 t Cr tot 0,04 t SO4 106 t Cl 94 t 18 748,614 t Autorizzazione Integrata Ambientale 2.1.2.3. Ciclo produttivo La fabbricazione della pelle è articolata in una insieme di operazioni elementari, ognuna delle quali ha una specifica influenza sul prodotto finito. Infatti la pelle è un composto eterogeneo costituito da elementi aventi una struttura differente, perché provenienti da differenti parti del corpo dell’animale e la necessità di ottenere un prodotto omogeneo comporta la risoluzione di problemi tecnici a volte complessi. Il pellame è costituito per il 35% in peso da proteine, essenzialmente collagene e cheratina, da lipidi e sali, e il rimanente da acqua. Il componente che conferisce tenacità e rigidità al tessuto è costituito dal collagene, che rappresenta la componente cuoiosa del pellame. La produzione conciaria della ditta Natco S.p.A. si è concentrata dal 1996 nella produzioni di prodotti per arredamento. Con il termine concia si indica il trattamento che trasforma il pellame, idoneamente preparato, in cuoio insolubile e imputrescibile senza distruggere la struttura originaria. La riconcia consente di differenziare la pelle in funzione della sua utilizzazione finale. Le pelli trattate dalla ditta Natco S.p.A. sono di tipo Wet blue, ovvero che hanno già subito la fase della concia al cromo. Le fasi svolte all’interno dello stabilimento di Pozzuolo sono le seguenti: Arrivo delle pelli wet blue imballate in pallets, ricoperte di nylon e reggetta. Pesatura in entrata e scarico nell'area stoccaggio dedicata. In attesa della lavorazione, la pelle appena arrivata viene stoccata nel piazzale ed etichettata con i riferimenti identificativi della consegna. CONTROLLO QUALITA’ Entro otto giorni dall’arrivo, si esegue il controllo di qualità sul 10% della fornitura, prelevando dal piazzale i bancali da controllare a campione. Ogni pelle e ogni crosta del campione sono controllate secondo le specifiche tecniche del controllo qualità che sono diramate dal direttore della produzione. I risultati del controllo sono annotati sul “modulo registrazioni non conformità” CONTROLLO QUANTITA’ Per le pelli WB pieno spessore e spaccato, il controllo quantitativo si esegue nel reparto “Fasi meccaniche” alla “macchina pressa” a seguito del rinverdimento della pelle (avvio della produzione). Il controllo è fatto integralmente su tutto il lotto (intera fornitura) al momento dell’ingresso in produzione, mediante l’operazione di misurazione elettronica delle pelli (numero pezzi e MQ della superficie); Allegato 1 – Relazione Tecnica 19 Autorizzazione Integrata Ambientale Per le pelli WB spaccate, qualora non fosse necessario il rinverdimento e quindi il passaggio alla macchina pressa viene evitato, il controllo è fatto con le stesse modalità del WB rasato. 1^ fase: fasi meccaniche. 1^ lavorazione: rinverdimento. Dopo la perizia qualitativa, la pelle viene rinverdita, ossia bagnata e lavata in un apposito bottale allo scopo di restituire al materiale umidità ed eliminare eventuali pieghe o tracce di sporco. Il rinverdimento è svolto per riportare a naturale contenuto di umidità le pelli e per pulirle dalle impurità presenti ed altro materiale estraneo (dovute ai diversi trattamenti subiti durante la concia, soprattutto il sale). L’operazione di rinverdimento viene svolta in un impianto, dove sono dosati quantitativi di acqua che variano tra una volta e mezzo e tre volte circa il peso delle pelli e alcuni tensioattivi. Il carico e lo scarico delle pelli avviene attraverso l’utilizzo di un caricatore a braccio. Per lo spostamento delle pelli dal rinverdimento alla pressatura si utilizzano dei nastri trasportatori. 2^ fase: operazioni meccaniche. Le operazioni meccaniche svolte in questa fase della lavorazione hanno lo scopo principale di preparare perfettamente le pelli alla riconcia. 1^ lavorazione: pressatura. Le pelli vengono poi pressate con una pressa idraulica in continuo a rulli dotata di feltro in lana, per la lavorazione di stiratura di asciugatura di pelli semilavorate allo stato Wet-Blu, portando l’umidità ad un livello ottimale per le lavorazioni successive; scopo della pressatura è anche quello di distendere il materiale per consentire una corretta esecuzione delle lavorazioni successive. 2^ lavorazione: scelta La pelle all’uscita dalla pressatura viene sottoposto ad una selezione di tipo visivo e viene suddiviso in varie categorie a seconda della tipologia di prodotto finito che si intende ottenere. 3^ lavorazione: spaccatura. Segue la spaccatura, operazione compiuta con una macchina denominata spaccatrice, che consente di separare la parte nobile della pelle detta fiore, dalla crosta, costituita dallo strato reticolare del derma, meno pregiato. Le croste dopo questa operazione vengono imbancalate e possono poi essere lavorate all’interno o vendute. 4^ lavorazione: rasatura. Successivamente, la pelle subisce la fase di rasatura e rifilatura; la prima effettuata da apposite macchine rasatrici, trattamento meccanico con cilindro a coltelli, che portano lo spessore del materiale al valore definito tramite l’asportazione di parte dello strato reticolare rimasto attaccato Allegato 1 – Relazione Tecnica 20 Autorizzazione Integrata Ambientale al fiore. La seconda con l’utilizzo di rifilatrici pneumatiche ad aria che tagliano la parte di pelle sfilacciata. 3^ fase: operazioni di tintura. E’ composta da operazioni chimiche che consentono di migliorare le qualità estetiche delle pelli e di prepararle alle operazioni successive. La cabina di pesatura a velo d’acqua dei prodotti chimici di tintura, è dislocata nel deposito costruito appositamente per questo reparto con struttura REI 120. 1^ lavorazione: riconcia. Le pelli conciate al cromo, dopo aver subito tutte le operazioni successive alla concia, vengono riconciate per acquisire alcune proprietà merceologiche desiderate: in particolare la riconcia agisce su pienezza, consistenza, tatto e mano. La riconcia viene fatta in macchinari detti Unimatik, con ricette molto diverse a seconda delle caratteristiche da conferire alla pelle; per lo più sono utilizzati prodotti contenenti sali di cromo, tannini naturali e sintentici o resine acriliche in soluzioni acquose. 2^ lavorazione: tintura. La tintura conferisce alla pelle la colorazione desiderata: si effettua con rotazione a velocità elevata delle pelli immerse in soluzioni acquose normalmente a temperatura elevata (50-60 °C) per un intervallo di tempo dalle 6 alle 12 ore. All’acqua sono aggiunte soluzioni concentrate di coloranti (azoici e premetallizzati), e successivamente, soluzioni acide che contribuiscono all’esaurimento del bagno ed al fissare il colorante alla pelle. 3^ lavorazione: ingrasso. L’ingrasso è un’operazione svolta contemporaneamente alla tintura allo scopo di lubrificare le fibre e riempire gli spazi interfibrillari della pelle, rendendo le pelli più morbide e permeabili all’aria. I prodotti ingrassanti sono generalmente grassi ed oli di origine sia naturale che di sintesi; normalmente vengono resi solubili in acqua prima dell’aggiunta in bottale mescolandoli con prodotti ad azione emulsionate; in genere sono utilizzati tensioattivi. 4^ fase: lavorazioni a secco. Le pelli che escono dalla tintura devono essere portate alle condizione ottimali per subire i trattamenti finali di nobilitazione. Vengono portate al giusto grado di umidità con le operazione di pressatura (simile a quella effettuate sul wet blue) ed essiccazione (con diverse metodologie, a seconda degli articoli). La palissonatura effettua una trazione delle fibre della pelle donando morbidezza e la smerigliatura produce una superficie vellutata tramite abrasione con appositi rulli. 1^ lavorazione: operazioni di pressatura ed essiccazione. Le pelli bagnate arrivano, dalla tintura, all’asciugatura tramite cassoni. Allegato 1 – Relazione Tecnica 21 Autorizzazione Integrata Ambientale Le pelli sono pre-asciugate tramite delle apposite presse a rulli con nastro di feltro, qui si ha una prima disidratazione e una distensione della pelle per facilitare le fasi successive. L’asciugatura delle pelli può avvenire con l’ausilio di un sottovuoto o con dei moduli di condizionamento. Il primo metodo viene effettuato da una macchina composta da piastre, riscaldate e sovrapposte, dette piani. La pelle dopo la pressatura viene distesa sul piano riscaldato con l’ausilio d’apposite spatole, si cala il piano superiore che va a chiudersi su quello sottostante. Una pompa a vuoto crea una depressione all’interno dell’intercapedine delle due piastre, permettendo l’evaporazione dell’umidità ad una temperatura più bassa di quella d’ebollizione dell’acqua, così da non danneggiare le pelli. Il secondo metodo viene effettuato da due macchine denominate “Taic”. La pelle dopo essere stata pressata, mediante dei tappeti di collegamento viene introdotta nei due moduli di condizionamento. 2^ lavorazione: palissonatura Dopo l'asciugaggio, segue l’operazione di palissonatura, effettuata con una macchina dotata di due tappeti elastici mossi da appositi magli, attraverso i quali vengono fatte passare le pelli. L’operazione serve a distendere ed ammorbidire il pellame tramite un’ azione meccanica. A questo punto secondo l’articolo che si vuole ottenere si seguono due percorsi diversi. 3^ lavorazione: follonatura, palissonatura, stuccatura e smerigliatura. 1° percorso: follonatura e palissonatura. Il pieno fiore subisce l’operazione di follonatura. Le pelli vengono fatte girare in un cilindro metallico dotato al suo interno di pioli, detto botte. Con quest’operazione si ottiene la “grana della pelle”. Segue una nuova palissonatura. 2° percorso: stuccatura, smerigliatura e follonatura. La stuccatura consiste nella stesura sulla pelle di un apposito prodotto in modo tale da coprirne i difetti più profondi. Può essere effettuata in due modi: nel primo gli addetti prelevano una pelle dal bancale posto alle loro spalle e la depositano sul tappeto rotante posto davanti alla loro postazione; mentre il tappeto avanza, le operatrici utilizzando una spatola prelevano lo stucco da un contenitore posto a lato e lo stendono sulla parte di pelle danneggiata. Nel secondo gli addetti prelevano una pelle dal bancale posto alle loro spalle e la depositano su un tappeto rotante posto davanti alla loro postazione che fa avanzare la pelle all’interno del macchinario; automaticamente viene depositato uno strato di stucco su di essa ed asciugate attraverso un tunnel composto da celle con speciale sistema di ricircolo dell’aria. Allegato 1 – Relazione Tecnica 22 Autorizzazione Integrata Ambientale La smerigliatura consiste nell’abradere la superficie della pelle in modo da correggerne i difetti ed eliminare lo stucco in eccesso, ciò avviene con una macchina detta smerigliatrice. Macchina dotata di rulli, sui quali è montata della carta abrasiva di grana che varia secondo l’effetto voluto. Le pelli sono inserite all’interno di questa macchina, il rullo abrasivo corregge la superficie della pelle, le polveri risultanti sono aspirate e filtrate tramite un apposito filtro a maniche. Segue la follonatura per poi proseguire verso i capannoni del reparto rifinizione. 5^ fase: rifinizione. Le pelli arrivano dal reparto lavorazioni a secco per completare il ciclo produttivo. L’impianto di pesatura automatica dei prodotti di rifinizione, è dislocato in una struttura REI 120 costruita appositamente per contenerlo. 1^ lavorazione: verniciatura. Mediante questa lavorazione si applica un film superficiale che determina l’aspetto estetico finale della pelle e le conferisce definitivamente le proprietà desiderate. La tecnologia di applicazione di più frequente utilizzo è il sistema a spruzzo con aria compressa. Le pelli ricevono i prodotti per mezzo di pistole montate su una giostra rotante e successivamente entrano in un tunnel di essiccazione dove i prodotti sono definitivamente fissati. I prodotti spruzzati in rifinizione utilizzano come veicolante solventi e soluzioni acquose. 2^ lavorazione: operazioni meccaniche: stiratura, lucidatura, stampa, follonatura e seclta. Dopo essere state rifinite, in funzione dell’articolo di destinazione, le pelli sono sottoposte ad alcune lavorazioni ulteriori. Con la pressatura si svolge la molteplice funzione di migliorare l’adesione dei prodotti della rifinizione, stirare (a caldo utilizzando delle macchine chiamate rotopress) e stampare ( utilizzando apposite macchine dotate di cilindri) le pelli. Poi vengono passate alla fase della follonatura con la quale la pelle acquista grana e morbidezza. La follonatura si svolge nelle botti di follonaggio: contenitori cilindrici che ruotano sul loro asse, dotati al loro interno di palette e pioli dove le pelli vengono “sbattute” in modo controllato (temperatura ed umidità). Al fine di aumentare la morbidezza della pelle vengono in alcuni casi aggiunti in questa fase degli oli emulsionati. Segue la fase della palissonatura: operazione che serve a distendere la pelle eliminandone le pieghe. Segue un controllo qualità e dopo essere state rifilate per eliminare le parti con difetti, le pelli sono pronte ad essere misurate, impacchettate e spedite. Allegato 1 – Relazione Tecnica 23 Autorizzazione Integrata Ambientale 2.1.2.4. Logistica di approvvigionamento delle materie prime e di spedizione dei prodotti finiti con riferimento alla tipologia dei mezzi di trasporto ed alla frequenza. Le materie prime vengono acquistate da fornitori con cui vengono stipulati contratti a scadenza annuale o pluriennale, che fissano delle condizioni di base e pervengono allo stabilimento secondo le modalità riportate in tabella. PRODOTTO Pelli in wet blue Prodotti chimici Prodotti chimici Adittivi Imballaggi Materiale per laboratorio ACCESSO IN STABILIMENTO Container su autotreni Autocisterna Cisterne da 1 cubo su autocarro o autotreno N° ACCESSI 2006 Autotreno o autocarro cassonato Settimanalmente, giornalmente e comunque ogni qual volta si ritenga necessario, l’ufficio programmazione predispone un programma di lavorazione dal quale è possibile desumere, sulla base delle formulazioni, il quantitativo di chemicals necessari alla realizzazione dell’articolistica ordinata. Il responsabile magazzino prodotti chimici verifica la disponibilità delle sostanze e, quotidianamente, predispone gli ordini per l’acquisto di quanto necessario alla lavorazione in stretto contatto con il responsabile di reparto. L’ordine viene effettuato attraverso il modulo d’ordine in uso allo stabilimento di Pozzuolo. Su questo modulo viene apposta per approvazione la firma del capo reparto e, solo nel caso di un nuovo prodotto, del responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. All’atto della richiesta di fornitura di nuovi prodotti su scala industriale si provvede nuovamente a richiedere scheda tecnica e MSDS del prodotto. In seguito sarà cura del fornitore inviare le eventuali modifiche alla stessa. Il materiale viene scaricato con carrello elevatore e depositato nell’area esterna prospiciente il magazzino. In seguito l’addetto ai servizi generali verifica la corrispondenza fra la quantità consegnata e quella indicata sul DDT. Egli inoltre preleva un campione statistico per verificare la rispondenza fra peso dichiarato e consegnato.Alcuni prodotti vengono consegnati con autocisterna e scaricati direttamente nei sili dedicati ed evidenziati sul Lay-out tematico. Per quanto concerne invece la spedizione del prodotto finito la logistica programma le spedizioni su base giornaliera. Il prodotto viene spedito in pallets caricati poi su autotreno. Gli automezzi vengono pesati in entrata al carico e in uscita. PRODOTTO PELLI LAVORATE USCITA DALLO STABILIMENTO SU STRADA VIA FERROVIA pallet su autotreno Allegato 1 – Relazione Tecnica N° SPEDIZIONI 2006 24 Autorizzazione Integrata Ambientale 3. ENERGIA Allegato 1 – Relazione Tecnica 25 Autorizzazione Integrata Ambientale 3.1 Produzione di energia. Non applicabile al sito 3.2. Consumo di energia. I dati attualmente a nostra disposizione si riferiscono esclusivamente ai consumi complessivi per singolo reparto. Si rimanda all’elenco macchinari per la potenza assorbita da ogni apparecchiatura significativa. Quantità di pelle lavorata 2006 u.m. pelle energia metano 3.950.674,00 8.334,953 m2 MWh mc Consumo unitario g/m2 di cuoio rivestito energia elettrica 0,002 MWh /m2 metano 0,388 mc/m2 1.534.184,00 Allegato 1 – Relazione Tecnica 26 Autorizzazione Integrata Ambientale 4. EMISSIONI Allegato 1 – Relazione Tecnica 27 Autorizzazione Integrata Ambientale 4.1 Emissioni in atmosfera. 4.1.1 Descrizione delle emissioni associandole a ciascuna apparecchiatura. NOTA TUTTI I CAMINI SONO STATI AUTORIZZATI CON ATTO D.A. n° ALP.10-2436 – UD/INAT/741/2 del 26/10/2005 Sigla N° camino R R R R R R R R R R R R R R R R R R R 1 2 3 4 7 8 9 10 11 12 13 14 16 17 18 19 20 21 22 T FM FM FM 26 30 25 27 LS LS LS LS 1 6 33 34 Durata Portata Concentrazioni fumi polveri ore giorni (Nm3/h) (mg/Nm3) giorno anno 18.000 2 22 220 3.100 1,7 22 220 18.000 2,8 22 220 4.500 0,2 22 220 18.000 0,2 22 220 4.500 0,2 22 220 18.000 1,3 22 220 4.500 0,2 22 220 18.000 1,3 22 220 4.500 1 22 220 4.500 0,6 7 220 18.000 2,5 7 220 4.000 0,2 22 220 18.000 1,4 22 220 4.000 0,1 22 220 18.000 0,4 22 220 4.000 0,9 22 220 18.000 2,8 22 220 30.000 0,2 24 220 TOTALI RIFINIZIONE 3.800 0,2 16 220 2.100 0,6 16 220 2.100 0,9 16 220 2.100 0,4 16 220 TOTALI FASI MECCANICHE E TINTURA 13.000 0,2 16 220 2,2 2,8 16 220 10.000 0,6 16 220 10.000 0,1 16 220 TOTALI LAVORAZIONI A SECCO ore anno 4.840 4.840 4..840 4.840 4.840 4.840 4.840 4.840 4.840 4.840 1.540 1.540 4.840 4.840 4.840 4.840 4.840 4.840 5.280 Sostanze organiche Kg/anno Polveri Kg/anno 174 26 244 4 17 4 113 4 113 22 4 69 4 122 2 35 17 244 32 1.252 3 4 7 3 17 9 0 21 5 36 Emissione totale Vedi punto 5 3.520 3.520 3.520 3.520 Emissione totale Vedi punto 5 3.520 3.520 3.520 5.280 Emissione totale Vedi punto 5 TOTALI STABILIMENTO Allegato 1 – Relazione Tecnica 1.305 28 Autorizzazione Integrata Ambientale 4.1.2 Sistema di monitoraggio delle emissioni. Le emissioni vengono monitorate annualmente come previsto dalle delibere autorizzative in nostro possesso, esclusivamente attraverso l’affidamento a terzi qualificati del controllo analitico dell’effluente al camino. 4.1.3 Emissioni fuggitive. Non si riscontra la presenza di emissioni fuggitive. 4.1.4 Certificati di analisi. Si unisce all’interno degli allegati gli ultimi rapporti di prova eseguiti presso lo stabilimento Gesteco S.p.A. e Leochimica S.p.A. 4.1.5 Accessibilità ai punti di campionamento. I punti di campionamento sono posizionati secondo norma UNI e indicata l’ubicazione degli stessi rispetto ai camini di scarico. Gli stessi sono accessibili in condizioni di sicurezza e, in caso contrario, viene noleggiato un ponte sviluppabile per garantire l’accesso ed il campionamento degli effluenti. Allegato 1 – Relazione Tecnica 29 Autorizzazione Integrata Ambientale 4.2 Scarichi idrici. 4.2.1 Descrizione. PROVENIENZA E TIPOLOGIA DELLE ACQUE SCARICATE L’acqua utilizzata in stabilimento viene prelevata da due pozzi artesiani, regolarmente autorizzati dalla Regione, della profondità di 70 m, che può emungere fino a 16 litri/secondo, per un prelievo annuo di max 390.000 mc. L’acqua derivata viene utilizzata per la lavorazione delle pelli, precisamente per alimentare e raffreddare gli impianti produttivi, per il reintegro dei circuiti di raffreddamento, per uso antincendio. La rete fognaria interna può essere così sinteticamente descritta: TIPOLOGIA acque reflue industriali (provenienti dal processo stesso o dal lavaggio) acque nere di stabilimento provenienti dai servizi igienici acque bianche meteoriche da strade piazzali e tetti del fabbricati uffici, magazzino e servizi MANUFATTI RETE rete interrata dedicata rete interrata dedicata DESTINAZIONE FINALE all’impianto biologico di trattamento effluenti e quindi in corso d’acqua (Torrente Cormor o Roggia di Udine) pozzetti e collettori di scarico; vasche di prima subirrigazione pioggia All’interno dello stabilimento sono collocati, così come indicato nell’allegata planimetria, i pozzetti di collettamento delle diverse tipologie di acque circolanti all’interno della rete fognaria dello stabilimento. Tutte le acque provenienti dalla produzione e servizi vengono inviate all’impianto di depurazione tramite la rete fognaria interna. Le acque di dilavamento provenienti dalle aree “sporche”, ove si verificano lavorazioni o vi è la possibilità di contatto con sostanze di varia natura, vengono inviate direttamente o previa raccolta in vasche a tenuta al depuratore tramite una condotta coperta e sottoposte, sempre, ad un processo di grigliatura. Le acque di dilavamento provenienti dalle aree sottoposte a trattamento di prima pioggia vengono inviate all’impianto di depurazione mentre quelle derivanti dalla seconda pioggia alla linea di sub irrigazione. Le acque di dilavamento del parcheggio vengono disperse al suolo ove non vi è pavimentazione o scaricate nel fossato attraverso le bocche di lupo esistenti. L’impianto di trattamento è costituito da una sezione di trattamento primario seguita da una chimico fisica ed una biologica a cui si aggiungerà in futuro quella di finissaggio. Le Acque una volta trattate vengono scaricate tramite tubazione dedicata nella Roggia Di Udine o, qualora questa sia in secca, nel torrente Cormor. Allegato 1 – Relazione Tecnica 30 Autorizzazione Integrata Ambientale 4.2.2 Apparecchiatura o linea generanti gli scarichi. Di seguito riepiloghiamo le attrezzature che generano la maggior parte degli scarichi in stabilimento. Per i dettagli si veda al punto 5.2.1 FASE RINVERDIMENTO TINTURA FASI MECCANICHE LAVORAZIONI A SECCO RIFINIZIONE MACCHINA FASI CORRELATE Lavaggio delle pelli ROTOMIX CODYPLAST secche dopo trasporto in container. Lavaggio delle pelli CHALLENGE secche dopo trasporto in container. Riconcia tintura ed UNIMATIC ingrasso. Riconcia tintura ed CORETAN ingrasso. n°2 PRESSE ESCOMAR Controllo pelli e WET BLU pressatura. n°1 ABBATTITORTE Abbattitore polveri POLVERI RASATRICI rasatura. Abbattitore polveri di n°2 ABBATTITORTI affilatura lama POLVERI spaccatrice. GEMATA – Lavaggio macchina per STUCCATURA IN stuccatura in AUTOMATICO automatico. Pressatura ed n°2 PRESSE BAUCE asciugaggio pelli. n° 9 CABINE DI SPRUZZATURA POLETTO SISTEMA DI Spruzzatura pelli. ABBATTIMENTO INTERNO A VELO D’ACQUA n° 9 ABBATTITORI Abbattitori relativi alle SCRUBBER POLETTO cabine di spruzzatura. Al depuratore vengono convogliati anche la frazione meteorica di prima pioggia e gli scarichi assimilati ai domestici. Allegato 1 – Relazione Tecnica 31 Autorizzazione Integrata Ambientale Provenienza dello scarico. da processi mc/anno 450.000 circa con punta Max 620.000 portata l/min 1_ da raffreddamento mc./anno 5.000 portata l/min 0,01 temper. °C da lavaggi mc./anno 5.000 portata l/min. da servizi igienici mc./anno 2.000 per mense cucine e sim. mc/anno altro mc/anno 500__ portata l/min. 4.2.3 Sistema di monitoraggio degli scarichi. Stazione di controllo Endress Hauser che esegue monitoraggio quantitativo e qualitativo dello scarico delle acque provenienti dall’impianto di depurazione attraverso un sistema costituito da: 1. misuratore elettromagnetico di portata 2. campionatore automatico programmabile 3. sensori di misura della conduttività 4. sensori di misura della temperatura 5. sensori di misura del potenziale ossido-riduttivo 6. sensori di misura dell’ossigeno disciolto. 4.2.4 Certificazioni analitiche. Si allegano i controlli effettuati nell’arco del 2006. Allegato 1 – Relazione Tecnica 32 Autorizzazione Integrata Ambientale 4.3 Emissioni sonore. Si allega copia della valutazione di impatto acustico (allegato 8), redatta da un tecnico competente abilitato. Allegato 1 – Relazione Tecnica 33 Autorizzazione Integrata Ambientale 4.4 Rifiuti. 4.4.1 Gestione dei rifiuti all’interno dell’impianto produttivo. Raccolta differenziata. Per tutte le tipologie di rifiuti è attiva la raccolta differenziata. Nell’area predisposta per lo stoccaggio sono identificate le aree dove i rifiuti sostano temporaneamente prima di essere inviati al recupero o allo smaltimento. E’ responsabilità di RMAN (responsabile della manutenzione) provvedere alla modalità di attivazione e gestione della raccolta differenziata all’interno di ogni reparto. All’interno (o all’esterno) di ogni reparto vi è un punto di raccolta per i rifiuti, in particolare per i rifiuti da imballaggio e pedane di legno; sono predisposti appositi contenitori identificati che a fine giornata l’addetto preleva dal punto di raccolta e deposita nell’apposita area di stoccaggio. RMAN provvede all’emissione di apposite Istruzioni Operative per particolari attività relative alla gestione dei rifiuti. Deposito temporaneo. RMAN definisce le aree, i tempi e le modalità di deposito temporaneo dei rifiuti pericolosi e non pericolosi; pianificando il quantitativo massimo di rifiuti del deposito e la frequenza minima di asportazione in base alla tipologia di rifiuto. Le richieste a fornitori specializzati nel trasporto, smaltimento e recupero dei rifiuti sono gestite attraverso l’uso del modulo PA064 A2 “ritiro rifiuti Natco”, il quale viene settimanalmente inviato tramite fax. E’ compito di RMAN verificare le caratteristiche delle nuove aree di stoccaggio, lo stato e le eventuali modifiche da apportare alle aree preesistenti (impermeabilizzazione, copertura dove necessaria, canalette di drenaggio) e la presenza in tali aree dell’opportuna segnaletica. Modalità di smaltimento. RMAN provvede alla caratterizzazione del rifiuto in base al Codice C.E.R. (Catalogo Europeo dei Rifiuti) e alla conseguente modalità di smaltimento e trasporto del rifiuto. Settimanalmente RDEP (responsabile di depurazione) verifica le giacenze di tutti i rifiuti registrandole sul modello “Giacenza Settimanale Rifiuti”. Per i seguenti rifiuti la registrazione avviene una volta alla settimana: • rasatura • fang. chimico fisico • fango biologico • rsau contaminati (imb. compositi) • rsau puliti (imballaggi in piu' materiali) Allegato 1 – Relazione Tecnica 34 Autorizzazione Integrata Ambientale • imballaggi in legno(pallets rotti). RDEP segnala a RMAN per quali tipologie di rifiuti organizzare il trasporto. RDEP sulla base dei contratti stipulati da AD (amministratore delegato) provvede ad organizzare il trasporto solo dei seguenti rifiuti: • fang. chimico fisico • fango biologico • rsau contaminati (imb. compositi) • rsau puliti (imballaggi in piu' materiali). RMAN sulla base dei contratti stipulati da AD provvede a contattare il trasportatore idoneo per tutti gli altri rifiuti. E’ compito di RMAN verificare il possesso da parte di tali ditte delle necessarie autorizzazioni (autorizzazione al trasporto del rifiuto, autorizzazione allo smaltimento) e l’archiviazione di copia delle stesse, accertando della corrispondenza di queste con la codifica del tipo di rifiuto. È compito di RMAN verificare la validità delle analisi per la classificazione dei rifiuti ed informare RMAN all’approssimarsi della scadenza. RMAN provvede a far effettuare le analisi per la classificazione dei rifiuti. RMAN deve assicurarsi che ogni trasporto per lo smaltimento dei rifiuti sia accompagnato dal formulario ed entro una settimana dallo smaltimento deve provvedere ad aggiornare il registro di carico e scarico. Il 30 Aprile di ogni anno RMAN deve provvedere ad emettere il MUD. 4.4.2 Sistemi di stoccaggio All’ interno di ogni reparto del sito produttivo sono collocati appositi contenitori di colori diversi per la raccolta differenziata dei rifiuti. Ad ogni colore del contenitore corrisponde un gruppo specifico di rifiuti da collocare all’interno dello stesso, nel dettaglio abbiamo: • verde chiaro: cisternette bianche bonificate senza intelaiatura in ferro, fustini bianchi bonificati. • blu: fusti e fustini colorati (non in ferro), bidoni dello stucco bonificati con o senza coperchio escluse le guarnizioni in PVC e l’anello di chiusura in metallo. • giallo: nylon pulito, imballi degli imballaggi delle pelli e dei prodotti chimici (vanno escluse le reggette degli imballaggi delle pelli). • rosso: pulizia dei pavimenti, carta e cartone bagnati (non contaminati), pulizia piazzali. • verde: rifiuti cartacei, sacchi e cartoni dei prodotti chimici di tintura e depurazione, reggette degli imballi delle pelli, guarnizioni in pvc, sacchi di plastica risciacquati dai prodotti chimici, nastri plastici della misurazione finito. • grigio: fango chimico fisico proveniente dall’impianto di depurazione. Allegato 1 – Relazione Tecnica 35 Autorizzazione Integrata Ambientale • arancione: fango biologico proveniente dall’impianto di depurazione • marrone: morchie di verniciatura, residui dalla pulizia delle cabine di verniciatura. • bianco: legno. Allo scopo di rendere chiare le modalità di raccolta dei diversi tipi di rifiuti all’interno reparti e stato predisposto e distribuito un apposito schema di riepilogo. Lo stesso è stato affisso all’interno di ogni reparto per offrire una facile fruizione delle informazioni di raccolta differenziata verso gli operatori dei reparti produttivi. Il carrellista di ogni reparto produttivo, o la persona appositamente incaricata dal proprio responsabile di reparto, deve controllare il livello dei contenitori e la corretta separazione dei rifiuti come da allegato n°1. Quando e’ pieno posizionarlo davanti le apposite aree di stoccaggio rifiuti, platee in calcestruzzo, stalli di stoccaggio o cassoni compattatori presenti nel piazzale dello stabilimento. 4.2.3 MUD Si allega copia del MUD riferito AL 2005. 4.2.4 Planimetria. Si allega planimetria dello stabilimento con indicazione dei luoghi di raccolta differenziata e deposito temporaneo. Allegato 1 – Relazione Tecnica 36 Autorizzazione Integrata Ambientale 5. SISTEMI DI ABBATTIMENTO/CONTENIMENTO Allegato 1 – Relazione Tecnica 37 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.1. Emissioni in atmosfera. 5.1.1. Rifinizione. 5.1.1.1.1. Linea di verniciatura pelli. La verniciatura viene effettuata con miscele coloranti a base di pigmenti inorganici, resine acriliche, poliuretaniche e cere. Questa operazione viene effettuata all’interno di appositi treni di spruzzatura, costituiti da giostre dotate di pistole di verniciatura e forni di asciugatura disposti alternativamente. Le pelli avanzano su un apposito tappeto trasportatore lungo il treno di verniciatura. Lo stampaggio e la stiratura avvengono in macchine dotate di cilindri per la stampa e la stiratura a caldo (rotopress), mentre il follonaggio avviene entro apposite botti. Emissione e lavorazione di riferimento tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato LINEA DI VERNICIATURA IN RIFINIZIONE Sistema di depolverazione ad umido. breve descrizione del principio di funzionamento del sistema scelto schema e descrizione dei principali componenti del sistema frequenza e tipo di manutenzione prevista dal costruttore L’aria aspirata che sale dal basso produce un letto fluidizzato di sfere e rimescolamento che vengono lavate da una pioggia d’acqua proveniente dall’alto e dal basso. Questo produce un notevole contatto fra l’aria inquinata e l’acqua rendendo particolarmente efficace l’abbattimento del particolato sospeso. Il contatto fisico fra le sfere impedisce l’incrostazione delle stesse. Si possono individuare le seguenti fasi: • Aspirazione • Miscelazione • Contatto • Captazione • Raccolta in vasca L’acqua raccolta nella vasca di fondo viene in parte ricircolata e quindi avviata all’impianto di depurazione. • Silos in acciaio di 4m di altezza e 1,5 m di larghezza e 1,5 m di profondità. • Separatore di gocce in materiale plastico. • Elettroventilatore posto a valle dell’impianto di abbattimento in posizione orizzontale per evitare eventuali sbilanciamenti. • Gabbia metallica contenente sfere in PVC. • Circuito idraulico per la circolazione dell’acqua dalla vasca di raccolta agli ugelli. Pulizia filtri ed ugelli. Pulizia vasca di raccolta e cassoncino. Pulizia palline e/o sostituzione. Pulizia ventola d'aspirazione. Controllo guarnizioni. Allegato 1 – Relazione Tecnica 38 Autorizzazione Integrata Ambientale utilities necessarie per il funzionamento del sistema di contenimento rendimento dell'impianto garantito dal costruttore descrizione degli eventuali sistemi di monitoraggio emissioni Rispetto limiti ex 203. Controllo annuale al camino. LINEA DI VERNICIATURA IN RIFINIZIONE FORNI R 2, 4, 8, 10, 12, 13, 16, 18, 20. RIF 35, 37, 39, 44, 48, 50, 55, 57, 59. Emissione e lavorazione di riferimento RIF. MACCHINA tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato 5.1.1.1.2. Acqua. Energia elettrica. Nessuno. Linea botti di follonaggio. Le pelli vengono fatte girare in un cilindro metallico dotato al suo interno di pioli, detto botte. Con quest’operazione si ottiene la “grana della pelle”. Emissione e lavorazione di riferimento RIF. MACCHINA tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato 5.1.1.1.3. LINEA BOTTI DI FOLLONAGGIO RIFINIZIONE R22 DA RIF 1 A RIF 16. Nessuna. Rifinizione sperimentale. Si effettuano delle prove su piccoli pezzi di pelli dei nuovi prodotti chimici e delle nuove tonalità di colore. Emissione e lavorazione di riferimento RIF. MACCHINA tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato RIFINIZIONE SPERIMENTALE CAPPA ASPIRATRICE R23 / Sistemi filtranti a tessuto. Allegato 1 – Relazione Tecnica 39 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.1.2. Reparto tintura. 5.1.2.1. Pesatura tintura. Le formulazioni relative al reparto tintura vengono preparate all’interno dell’area pesatura. Grassi pigmenti ed altri prodotti liquidi vengono prelevati e pesati mentre per quanto riguarda i prodotti polverulenti si preleva un intero pallet, si pesa e dosa quanto necessario e si ripone il pallet nella zona deposito o in un’area intermedia. I singoli componenti vengono prelevati e dosati. Si precisa che i prodotti polverulenti vengono manipolati sotto aspirazione in cabina a velo d’acqua che origina l’emissione che di seguito si descrive. Emissione e lavorazione di riferimento PESATURA TINTURA /CABINA A VELO D’ACQUA T26 RIF. MACCHINA TNT 18 tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato Sistema di depolverazione ad umido. breve descrizione del principio di funzionamento del sistema scelto schema e descrizione dei principali componenti del sistema Frequenza e tipo di manutenzione prevista dal costruttore utilities necessarie per il funzionamento del sistema di contenimento rendimento dell'impianto garantito dal costruttore descrizione degli eventuali sistemi di monitoraggio emissioni Cabina di verniciatura a velo d’acqua serie VR3 in cui si assiste ad un primo lavaggio dell’aria grazie alla caduta d’acqua a velo frontale alla vasca primaria. In seguito l’aria passa attraverso un sistema di pannelli longitudinali,posti all’interno della camera di aspirazione, depositandovi i residui di prodotto. • Struttura autoportante in lamiera d’acciaio zincato e sagomato. • Elettroaspiratore di tipo centrifugo azionato da un motore elettrico a presa diretta. • Sistema di filtraggio costituito da velo d’acqua, pannelli labirinto, e filtri longitudinali. Indicata in scheda manutenzione. Energia elettrica. Acqua. Rispetto limiti ex 203. Controllo annuale al camino. Allegato 1 – Relazione Tecnica 40 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.1.3. Reparto fasi meccaniche. 5.1.3.1. Spaccatura. Operazione compiuta con una macchina denominata spaccatrice, che consente di separare la parte nobile della pelle detta fiore, dalla crosta, costituita dallo strato reticolare del derma, meno pregiato. Emissione e lavorazione di riferimento SPACCATURA FM25 FM27 RIF. MACCHINA FMN8 e FMN13 tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato Sistemi meccanici centrifughi. breve descrizione del principio di funzionamento del sistema scelto schema e descrizione dei principali componenti del sistema Frequenza e tipo di manutenzione prevista dal costruttore utilities necessarie per il funzionamento del sistema di contenimento rendimento dell'impianto garantito dal costruttore descrizione degli eventuali sistemi di monitoraggio emissioni L’abbattitore polveri è composto da un elettroventilatore, da un ciclone e da un sistema di sfiato aria in vasca d’acqua che lo rende idoneo ad abbattere polveri di spaccatrici. Le polveri abbattute vengono raccolte in una capiente vasca estraibile posta nel vano apribile sottostante il ciclone. • Struttura autoportante in lamiera d’acciaio inox e sagomato. • Elettroventilatore. • Sistema di sfiato ad aria in vasca d’acqua. Indicata in scheda manutenzione. Energia elettrica. Acqua. Rispetto limiti ex 203. Controllo annuale al camino. Allegato 1 – Relazione Tecnica 41 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.1.3.2. Rasatura. Apposite macchine rasatrici, trattamento meccanico con cilindro a coltelli, che portano lo spessore del materiale al valore definito tramite l’asportazione di parte dello strato reticolare rimasto attaccato al fiore. Emissione e lavorazione di riferimento RASATURA FM30 RIF. MACCHINA FMN 15, 17, 19, 21, 22. tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato Sistemi meccanici centrifughi. breve descrizione del principio di funzionamento del sistema scelto schema e descrizione dei principali componenti del sistema Frequenza e tipo di manutenzione prevista dal costruttore utilities necessarie per il funzionamento del sistema di contenimento rendimento dell'impianto garantito dal costruttore descrizione degli eventuali sistemi di monitoraggio emissioni Filtro a ciclone: all’interno del filtro a ciclone avviene la separazione per forza centrifuga della maggior parte del materiale. Il filtro inferiormente è dotato di un cono che convoglia tutto il materiale al sistema di estrazione del prodotto, il quale deve consentire uno scarico continuo del materiale onde evitare la possibilità di formazione di pericolosi “ponti”. L’aria polverosa separata dal materiale grossolano, passa poi al sistema di sfiato in vasca d’acqua. • Struttura autoportante in lamiera d’acciaio inox e sagomato. • Elettroventilatore. Indicata in scheda manutenzione. Energia elettrica. Acqua. Rispetto limiti ex 203. Controllo annuale al camino. Allegato 1 – Relazione Tecnica 42 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.1.4. Reparto lavorazioni a secco. 5.1.4.1. Smerigliatura. La smerigliatura consiste nell’abradere la superficie della pelle in modo da correggerne i difetti ed eliminare lo stucco in eccesso, ciò avviene con una macchina detta smerigliatrice. Macchina dotata di rulli, sui quali è montata della carta abrasiva di grana che varia secondo l’effetto voluto. Le pelli sono inserite all’interno di questa macchina, il rullo abrasivo corregge la superficie della pelle, le polveri risultanti sono aspirate e filtrate tramite un apposito filtro a maniche. Emissione e lavorazione di riferimento SMERIGLIATRICI LS1 RIF. MACCHINA LAS16, 17, 19, 20. tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato Sistemi filtranti a tessuto. breve descrizione del principio di funzionamento del sistema scelto schema e descrizione dei principali componenti del sistema frequenza e tipo di manutenzione prevista dal costruttore utilities necessarie per il funzionamento del sistema di contenimento rendimento dell'impianto garantito dal costruttore descrizione degli eventuali sistemi di monitoraggio emissioni La polvere di pelle prodotta dalla lavorazione di smerigliatura e spazzolatura viene aspirata da un elettroventilatore , collegato alla macchina per mezzo di una condotta in tubo di lamiera zincata d’adeguata sezione e poi inviata al convogliatore superiore del gruppo filtrante. Da questa zona la miscela aria polvere passa attraverso delle maniche filtranti costruite con tessuto in cotone ad alta permeabilità. Le particelle filtrate, cadono nella tramoggia posta sulla parte inferiore del gruppo filtrante e vengono caricate in coclea rotante per essere inviate alla compattatrice polvere per l’ottenimento di piccoli cilindretti solidi che vengono poi indirizzati al recupero. • Struttura autoportante in lamiera d’acciaio zincato e sagomato. • Elettroventilatore. • 96 maniche filtranti: diametro di 180 mm superficie filtrante di cotone diagonale con grammatura di pari a 120 mq di superficie totale. • Tramoggia. • Coclea. • Compattatrice. Indicata in scheda manutenzione. Energia elettrica. Acqua. 0,9 mg/Nmc Controllo annuale al camino. Allegato 1 – Relazione Tecnica 43 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.1.4.2. Cartigliano sottovuoto. L’asciugatura della pelle avviene in una macchina composta da piastre, riscaldate e sovrapposte, dette piani. La pelle dopo la pressatura viene distesa sul piano riscaldato con l’ausilio d’apposite spatole, si cala il piano superiore che va a chiudersi su quello sottostante. Una pompa a vuoto crea una depressione all’interno dell’intercapedine delle due piastre, permettendo l’evaporazione dell’umidità ad una temperatura più bassa di quella d’ebollizione dell’acqua, così da non danneggiare le pelli. Emissione e lavorazione di riferimento RIF. MACCHINA tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato breve descrizione del principio di funzionamento del sistema scelto schema e descrizione dei principali componenti del sistema frequenza e tipo di manutenzione prevista dal costruttore utilities necessarie per il funzionamento del sistema di contenimento rendimento dell'impianto garantito dal costruttore descrizione degli eventuali sistemi di monitoraggio emissioni 5.1.4.3. ASCIUGAGGIO PELLI LS6 LS7 LAS 33, 39. Nessuna. / Caratteristiche del motore. Indicata in scheda manutenzione. Energia elettrica. Rispetto limiti ex 203. Controllo annuale al camino. New Cartigliano. La pelle dopo essere stata pressata, mediante dei tappeti di collegamento viene introdotta nei due moduli di condizionamento. Emissione e lavorazione di riferimento RIF. MACCHINA tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato breve descrizione del principio di funzionamento del sistema scelto schema e descrizione dei principali componenti del sistema frequenza e tipo di manutenzione prevista dal costruttore utilities necessarie per il funzionamento del sistema di contenimento rendimento dell'impianto garantito dal costruttore descrizione degli eventuali sistemi di monitoraggio emissioni ASCIUGAGGIO PELLI LS33 LS34 LAS 52 LAS 47 Nessuna / Caratteristiche del motore Indicata in scheda manutenzione Energia elettrica Rispetto limiti ex 203 Controllo annuale al camino- Allegato 1 – Relazione Tecnica 44 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.2. Emissioni d’acqua. 5.2.1. Attività sottoposta a contenimento delle emissioni. Tutte le acque dello stabilimento vengono convogliate all’impianto di depurazione aziendale. 5.2.2. Tipologia del sistema di riduzione/abbattimento adottato. Tutte le acque provenienti dalla produzione e servizi vengono inviate all’impianto di depurazione tramite la rete fognaria interna. Le acque di dilavamento provenienti dalle aree “sporche”, ove si verificano lavorazioni o vi è la possibilità di contatto con sostanze di varia natura, vengono inviate direttamente o previa raccolta in vasche a tenuta al depuratore tramite una condotta coperta e sottoposte, sempre, ad un processo di grigliatura. Le acque di dilavamento provenienti dalle aree sottoposte a trattamento di prima pioggia vengono inviate all’impianto di depurazione mentre quelle derivanti dalla seconda pioggia alla linea di sub irrigazione. Le acque di dilavamento del parcheggio vengono disperse al suolo ove non vi è pavimentazione o scaricate nel fossato attraverso le bocche di lupo esistenti. L’impianto di trattamento è costituito da una sezione di trattamento primario seguita da una chimico fisica ed una biologica a cui si aggiungerà in futuro quella di finissaggio. Le acque una volta trattate vengono scaricate tramite tubazione dedicata nella Roggia Di Udine o, qualora questa sia in secca, nel torrente Cormor. Allegato 1 – Relazione Tecnica 45 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.2.3. Descrizione del principio di funzionamento del sistema scelto. Tutte le acque provenienti dai vari cicli di lavorazione delle pelli subiscono prima del loro scarico un trattamento di depurazione di tipo chimico fisico e biologico. Le acque, vengono convogliate in canalette di raccolta dove subiscono una grigliatura effettuata con griglia a nastro, quindi affluiscono in una vasca di omogeneizzazione questa vasca è dotata di sistemi di agitazione ed aereazione per evitare che si instaurino fenomeni di anaerobiosi. Lo scopo di questa sezione di impianto è quello di laminare i picchi di carico e rendere omogeneo il refluo tenendolo in agitazione grazie a due mixer sommergibili e un flow-jet. Da questa sezione, tramite pompa sommergibile, il liquame viene sollevato ed inviato alla vasca di condizionamento di tipo chimico fisico, dove con il dosaggio di latte di calce, preparata con un apposito impianto, e regolata con una catena di pH viene portata la miscela ad un valore tale da permettere la coagulazione anche con l’aggiunta di policloruro d’alluminio. Questo tipo di trattamento chimico fisico permette l’abbattimento di tutti i metalli presenti sotto forma di idrati metallici insolubili, ed anche di una parte delle proteine idrosolubili. Per caduta viene alimentato il sedimentatore per la separazione dei fanghi prodotti dal processo chimico-fisico, addizionati anche da polielettroliti, per migliorare la separazione dei fanghi dalle acque che poi subiranno trattamento di ossidazione. In uscita dal sedimentatore le acque chiarificate affluiscono attraverso una canaletta ad una vasca di denitrificazione di 600 mc, il tipo di denitrificazione è a pistone, per assicurare il flusso e la completa miscelazione della vasca sono installati sistemi di miscelazione del tipo mixer sommerso. Per assicurare il quantitativo di biomassa necessaria per la denitrificazione viene ricircolata una parte della miscela aerata della vasca di ossidazione ed anche i fanghi di ricircolo provenienti dai sedimentatori finali. La miscela liquami fanghi in uscita dalla denitrificazione affluiscono per caduta al successivo trattamento biologico di ossidazione–nitrificazione, per l’abbattimento di tutte le sostanze organiche ed azotate, tale abbattimento è ottenuto tramite una cultura batterica aerata in idonea vasca della capacita di 1.800 mc. L'ossigeno necessario alla cultura batterica (fanghi attivi) viene fornito per mezzo di diffusori a microbolle, alimentati da un gruppo di turbo soffianti centrifughe e ad aspi rotanti. Per il bilanciamento del nutrienti nella sezione biologica viene aggiunto acido fosforico. Due sedimentatori finali operanti in parallelo separano i fanghi biologici dall'acqua depurata che tramite condotta fognaria raggiunge il corpo recettore, mentre i fanghi biologici vengono riciclati in testa alla vasca di denitrificazione. I fanghi di supero vengono stoccati in ispessitore e quindi filtrati tramite filtropressa ed inviati allo smaltimento finale. Anche il fango chimico fisico, dopo l'estrazione dal sedimentatore, viene pompato nei serbatoi che alimentano altre due filtropresse e poi smaltito in maniera opportuna. Allegato 1 – Relazione Tecnica 46 Autorizzazione Integrata Ambientale Le acque di filtrazione, come quelle meteoriche raccolte dalla rete di fognatura interna , vengono riciclate in testa all'impianto di depurazione. In data 31 luglio 2006 è stata presentata domanda per la modifica sostanziale della parte finale dell’impianto per l’aggiunta di un ulteriore trattamento di finissaggio dell’acqua di scarico. Si riporta in corsivo la situazione che dovrebbe essere autorizzata. L’acqua viene quindi avviata ad un primo sedimentatore/denitrificatore in cui è installato un mixer sommerso per subire un’ulteriore fase di denitrificazione e quindi al secondo sedimentatore ove si separa i fanghi biologici dall'acqua depurata che tramite condotta fognaria raggiunge il corpo recettore, mentre i fanghi biologici vengono riciclati in testa alla vasca di denitrificazione. I fanghi di supero vengono stoccati in un serbatoio quindi filtrati tramite filtropressa ed inviati allo smaltimento finale. Il refluo, infine, subisce un ulteriore affinamento del trattamento attraverso il passaggio in un filtro rotante automatico. Anche il fango chimico fisico, dopo l'estrazione dai sedimentatori, viene pompato in due serbatoi che alimentano altre due filtropresse e poi smaltito in maniera opportuna. Le acque di filtrazione, raccolte dalla rete di fognatura interna , vengono riciclate in testa all'impianto di depurazione. Grigliatura. Tutti i liquami in uscita vengono grigliati con l’ausilio griglie a nastro con spaziatura 3 mm prima di affluire al bacino di omogeneizzazione. Omogeneizzazione. L’omogenizzazione viene effettuata in una vasca della capacità complessiva utile di 1.260 metri cubi dotata di sistema di agitazione e preossidazione costituita da mixer e soffiatore. L’omogenizzazione può essere effettuata oltre che nella vasca già esistente anche nelle due vasche utilizzate in precedenza quali trattamento di coagulazione con latte di calce e cloruro ferrico. Sollevamento al trattamento chimico fisico. Le acque vengono sollevate a portata costante al trattamento chimico fisico per mezzo di pompa sommergibile. Trattamento chimico fisico. Il trattamento viene effettuato in due vasche in cui viene dosato policloruro di alluminio (in funzione della portata) e latte di calce (con controllo del pH fino a valori di 7,5-8). Il dosaggio é in automatico tramite silos di stoccaggio e preparatore latte di calce. Allegato 1 – Relazione Tecnica 47 Autorizzazione Integrata Ambientale Coagulazione (trattamento primario). In questa fase il liquame viene in contatto con la soluzione di un sale inorganico che provoca la coagulazione delle sostanze colloidali contenute. Queste ad un opportuno valore di pH, ottenuto mediante dosaggio di latte di calce grazie ad un pHmetro fanno precipitare l’anione metallico. La miscelazione avviene mediante elettro agitatore verticale ridotto con motore da 3 KW. Il bacino di coagulazione ha una capacità utile di 29 m3 cui corrisponde un tempo di ritenzione di ~ 20 minuti, sufficiente per la completa reazione della calce idrata. Per il dosaggio è stata posizionata una pompa dosatrice con portata massima non inferiore a 40 l/h. Flocculazione. Dopo la coagulazione, il liquame passa per gravità al bacino di flocculazione nel quale entra in intimo contatto con soluzione di polielettrolita organico di tipo anionico che produce un ingrossamento dei fiocchi di fango favorendone la decantazione nella successiva fase di sedimentazione. La miscelazione avviene mediante elettroagitatore verticale ridotto, a basso numero di giri. Il bacino di flocculazione ha una capacità utile di 29 m3 cui corrisponde un tempo di ritenzione di ~ 20 minuti, sufficiente per un completo contatto con il polielettrolita. E’ stata posizionata una pompa dosatrice con portata Q =160 l/h di soluzione. Sedimentazione. Per la separazione delle sostanze solide sospese dall’acqua si impiega un sedimentatore circolare (costruito con moduli prefabbricati di cemento) a flusso radiale. Il diametro interno è di 10,9 m. a cui corrisponde una superficie di 93 m2 ed un volume utile di ca. 250 m3. Con queste dimensioni di sedimentatore la velocità ascensionale è pari a 0,9 m/h ed il tempo di permanenza idraulico dei reflui è pari a 3 ore, valori che sono ottimali per una buona sedimentazione. La raccolta del fango decantato avviene nella tramoggia centrale nella quale viene convogliato per mezzo di un ponte raschiatore a trazione periferica, interamente realizzato in acciaio inox AISI 304. L’estrazione dei fanghi avviene mediante due pompe volumetriche di tipo monolite regolate da PLC, che li invia all’ispessimento prima di essere disidratati tramite filtropressa. Il refluo in uscita dal trattamento e raccolto nella canaletta periferica, per gravità, viene inviato al successivo trattamento biologico esaminato in precedenza. Allegato 1 – Relazione Tecnica 48 Autorizzazione Integrata Ambientale Decantazione primaria. I fanghi originati dal trattamento chimico fisico vengono inviati in due decantatori a flusso radiale del tipo: • n°1 sezione circolare diametro 7.2m * 7m di profondità • n°2 sezione circolare diametro 8.8m * 6.7m di profondità entrambi completi di ponte raschiante. I fanghi raccolti sul fondo vengono inviati al serbatoio per poi essere trattati. Denitrificazione. Le acque vengono quindi convogliate nella vasca di denitrificazione, del volume utile 600 mc. La miscelazione si realizza tramite un flusso a pistone grazie a macchine di agitazione tipo mixer sommerso la completa miscelazione è assicurata anche dalla struttura della vasca a chicanes. Il ricircolo della miscela aerata è realizzato tramite elettropompe sommergibili nella vasca di ossidazione, che preleveranno dal fondo ed invieranno in testa alla vasca di denitrificazione, mentre per il ricircolo del fango dal fondo del decantatore si utilizzeranno le pompe già esistenti nell’impianto. Vasca di nitrificazione/ossidazione. Dopo la denitrificazione le acque affluiscono al bacino di nitrificazione/ossidazione della capacità utile di 1.800 mc. Il trasferimento di ossigeno necessario al processo è assicurato da soffianti installate a servizio della vasca. La quantità di ossigeno è controllata tramite un misuratore di ossigeno disciolto Danfoss MAG 6000 in grado di pilotare le soffianti. Sedimentazione/denitrificazione. L’acqua viene quindi avviata ad un primo sedimentatore/denitrificatore in cui è installato un mixer sommerso per subire un’ulteriore fase di denitrificazione. Sedimentazione finale. Da qui viene avviata al secondo sedimentatore ove si separa i fanghi biologici dall'acqua depurata che tramite condotta fognaria raggiunge il corpo recettore. Filtrazione. Il refluo, infine, subisce un ulteriore affinamento del trattamento attraverso il passaggio in un filtro rotante automatico. Disidratazione fanghi. I fanghi biologici vengono riciclati in testa alla vasca di denitrificazione. I fanghi di supero vengono stoccati in un ispessitore in vetroresina da 40 m3 e diametro 3 m, quindi filtrati tramite filtropressa ed inviati allo smaltimento finale. Anche il fango chimico fisico, dopo l'estrazione dai sedimentatori, Allegato 1 – Relazione Tecnica 49 Autorizzazione Integrata Ambientale viene pompato in due serbatoi che alimentano altre due filtropresse e poi smaltito in maniera opportuna. Le acque di filtrazione, raccolte dalla rete di fognatura interna , vengono riciclate in testa all'impianto di depurazione. Allegato 1 – Relazione Tecnica 50 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.2.4. Manutenzione impianto di depurazione. Parametri Macchina Parametri Frequenza dei controlli Fase Modalità Grigliatore Solidi totali Cambio turno o giornaliero Regime Visivo Mixer vasche primario Solidi totali Cambio turno o giornaliero Regime Visivo Portata Cambio turno o giornaliero Regime Lettura e regolazione pH Cambio turno o giornaliero Regime pHmetro, Visivo Pompa di sollevamento principale Preparatore e silos per la calce idrata Vasche di reazione Sedimentatore chimico fisco con relative pompe di estrazione Mixer e pompe di ricircolo ossidazione biologicapredenitrificatore Soffianti ed impianto distribuzione aria Mixer pompa dosaggio nutriente per dosaggio nutriente pH, coagulazione pH, COD solidi sospesi Cambio turno o giornaliero Cambio turno o giornaliero Nitriti Nitrati Cambio turno o giornaliero Ammoniaca, nitriti, COD; BOD; Tensioattivi fenoli Ossigeno disciolto Ammoniaca almeno una volta al giorno, COD almeno una volta a settimana, secco e sedimentazione una volta al giorno Nitriti Nitrati Cambio turno o giornaliero Perdite Modalità Sostanza registrazione dei controlli Registro d’impianto Solidi totali in caso di malfunzionamento Solidi totali Registro d’impianto in caso di malfunzionamento Registro d’impianto solidi sospesi, COD Registro d’impianto in caso di malfunzionamento solidi sospesi, COD Registro d’impianto solidi sospesi, COD Registro d’impianto note in caso di malfunzionamento altrimenti riportate le regolazioni. Regime Visivo e con cartine indicatrici Nitriti Nitrati Registro d’impianto note in caso di malfunzionamento altrimenti riportate le regolazioni. Regime Analisi di laboratorio e kit a striscia reattive, misuratore di ossigeno in linea Ammoniaca, nitriti, COD; BOD; Tensioattivi fenoli Ossigeno disciolto Registro d’impianto Analisi settimanale Regime kit a striscia reattive, analisi di laboratorio Nitriti Nitrati Registro d’impianto Regime Regime pHmetri, Visivo, Calibrazione periodica sonde Visivo, PLC, scandaglio a pertica, analitico settimanale o a richiesta, cartina pH Allegato 1 – Relazione Tecnica 51 Autorizzazione Integrata Ambientale Parametri Macchina Parametri Frequenza dei controlli Fase Modalità Pompe ricircolo e ponte raschiatore Livello fanghi Cambio turno o giornaliero Regime Scandaglio a pertica Microgrigliatore Solidi sospesi, Cod, BOd Settimanale o secondo necessità Regime Analisi sulle acque di scarico Scarico finale Parametri prescritti Cadenza mensille Regime Analisi sulle acque di scarico Perdite Modalità Sostanza registrazione dei controlli Registro d’impianto fanghi in caso di malfunzionamento Analisi settimanale Solidi registro d’impianto sospesi, COD, in caso di BOD malfunzionamento Da determina Analisi Laboratori esterni 5.2.5. Utilities necessarie per il funzionamento. • Energia elettrica. • Aria compressa. 5.2.6. Rendimento dell’impianto. Rispetto della tabella 3 e 4 allegato 5 D.Lgs. 152/06 allegati alla parte terza. 5.2.7. Sistemi di monitoraggio. Stazione di controllo Endress Hauser (vedi allegati) Allegato 1 – Relazione Tecnica 52 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.3. Emissioni sonore Vedi relazione tecnica Gesteco S.p.A. Allegato 1 – Relazione Tecnica 53 Autorizzazione Integrata Ambientale 5.4. Emissioni al suolo rifiuti L’azienda da anni opera per una riduzione costante della produzione dei rifiuti e nell’invio preferenziale degli stessi al recupero piuttosto che ad uno smaltimento in discarica. Si allegano i dati riferiti al 2005 per la produzione di rifiuti. Codice CER[1] Descrizi one del rifiuto Impianti/f asi di provenienz a[2] Stato fisico 040106 Fango chimico- Depurazione : fisico contenent filtropresse. e cromo. Solido 2005 P1 Rifiuto sfuso. D1 040106 Fango Depurazione biologico : contenent filtropresse. e cromo. Solido 2005 P2 Cassoni. D1 040108 Cuoio conciato, Fasi scarti, meccaniche: cascami, rasatura e ritagli, rifilatura. polveri di Lavorazioni lucidatura a secco: , smerigliatura contenent e rifilatura. i cromo. Solido 2005 P3 Rifiuto sfuso. R13 150105 Imballagg i compositi. Tutti i reparti. Solido 2005 P4 Cassoni. 150106 Imballagg i in materiali misti. Tutti i reparti. Solido 2005 P5 Compattatori. 150104 Imbalaggi metallici. Tutti i reparti. Solido 2005 P6 anno di riferimento Allegato 1 – Relazione Tecnica Area/Modalità di stoccaggio[4] Destina zione R5 R5 R13 54 Autorizzazione Integrata Ambientale Area/Mod Des Impianti/fas i di alità di tina Stato fisico anno di stoccaggio zion provenienza riferimento [4] [2] e Codice CER[1] Descrizion e del rifiuto 170405 Rottami Tutti i reparti. ferro acciaio. Solido 2005 P6 R13 150102 Imballaggi in Tutti i reparti. plastica. Solido 2005 P7 R13 150103 Imballaggi in Tutti i reparti. legno. Solido 2005 P8 140603* Code di distillazione di solventi organici non alogenati, altri solventi e miscele di solventi. Rifinizione. Liquido 2005 P10 D9 130205* Altri oli da motori, trasmissioni e ingranaggi. Tutti i reparti. Liquido 2005 P9 R13 Fanghi prodotti da pitture e vernici Rifinizione: 080114 Solido 2005 P11 diversi da cabine di quelli di verniciatura. quelli alla voce 080113. Come già descritto al punto 4 in stabilimento si attua una raccolta differenziata spinta. Allegato 1 – Relazione Tecnica R3 D15 55 Autorizzazione Integrata Ambientale Per quanto concerne la riduzione nella produzione dei rifiuti inseriamo i dati relativi ad uno dei programmi ambientali del 2005 che hanno consentito una notevole riduzione nella produzione degli stessi. Visto il consistente quantitativo di fanghi prodotti dall’impianto di depurazione lo sforzo aziendale si è concentrato sulla possibilità di ridurre gli stessi in particolare riducendo la quantità di flocculante e calce utilizzata per la precipitazione dei fanghi in vasca. Confronto consumo prodotti chimici depuratore. PERIODO PRIMO SEMESTRE 2005 / PERIODO PRIMO SEMESTRE 2006 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno kg di prodotti per m3 di acqua trattata 2005 4,80 5,19 5,57 5,04 5,43 5,09 kg di prodotti per m3 di acqua trattata 2006 3,57 4,41 4,89 4,15 4,71 4,05 Luglio Agosto settembre ottobre kg di prodotti per m3 di acqua trattata 2005 6,07 4,81 4,94 4,26 4,07 5,02 kg di prodotti per m3 di acqua trattata 2006 3,35 3,01 2,86 3,18 2,58 3,71 novembre dicembre Produzione fanghi da impianto di depurazione media mensile 2005 media mensile 2006 ∆% kg fango Chimico-Fisico 248.578 194.044 -22% kg fango Biologico 70.195 50.596 -28% I risultati come si vede sono stati notevoli. Allegato 1 – Relazione Tecnica 56 Autorizzazione Integrata Ambientale 6. BONIFICHE AMBIENTALI ALLO STATO ATTUALE NON APPLICABILE. Allegato 1 – Relazione Tecnica 57 Autorizzazione Integrata Ambientale 7. STABILIMENTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE ALLO STATO ATTUALE NON APPLICABILE. Allegato 1 – Relazione Tecnica 58 Autorizzazione Integrata Ambientale 8. VALUTAZIONE INTEGRATA DELL'INQUINAMENTO Allegato 1 – Relazione Tecnica 59 Autorizzazione Integrata Ambientale 8.1. Valutazione integrata dell'inquinamento dei consumi energetici e degli interventi di riduzione integrata. 8.1.1. Emissioni carbonio organico. L’impatto ambientale generato dall’azienda può essere riassunto riportando i dati relativi al piano gestione solventi. I dati fanno riferimento al 2006. Autorizzazione Data di rilascio Camini autorizzati n° Attività Soglia di consumo del solvente Valori limite di emissione totale Fasi di lavorazione a cui si applica il decreto Aspirazione cabine di verniciatura Forno di essicazione Forno di essicazione Forno di essicazione ALP. 10 - 2436 - UD/INAT/741/2 26-ott-05 27 rivestimento del cuoio valore desunto dall'allegato 2 >10 ton anno al D.M. 26 febbraio 2004 75g/m2 di cuoio rivestito Riferimenti corrispondenti Presenza di portata emissioni m3/H diffuse R1, R3, R7 R9, R11, R14, R17, R19, R21 R2 R4, R8, R10, R12, R13 R16, R18, R20 Nuova linea Cartigliano Aspirazione botti Emissione sottovuoto si 18.000 si si si 3.100 4.500 4.000 LS33, LS34 si 10.000 R22 LS6 si si 30.000 2,2 Consumo valore autorizzato consumo totale annuo 130 ton Valori u.m. 130,00 Tonn/anno 71,85 Tonn/anno Quantità di pelle lavorata 2006 u.m. Pelle 3.950.674,00 m2 Consumo totale annuo massimo (ALP. 10 - 2436) Consumo effettivo 2006 Emissione totale g/m2 di cuoio rivestito Emissione totale limite 75,00 Emissione totale 2006 18,19 Allegato 1 – Relazione Tecnica valore desunto (ALP. 10 - 2436) valore desunto (ALP. 10 - 2436) 60 Autorizzazione Integrata Ambientale 8.1.2. Emissioni di polveri in atmosfera. Di seguito si riporta i valori ottenuti considerando le sole emissioni di polvere al camino per ogni singolo reparto e per lo stabilimento. Il dato è stato calcolato considerando i controlli alle emissioni effettuati nell’arco del 2006. Rapportandola al metro quadro di polvere lavorata nell’arco del 2006 Quantità di pelle lavorata Pelle Emissione totale polveri 2006 u.m. 3.950.674,00 m2 1.305.000 gr Emissione totale g/m2 di cuoio rivestito polvere 0,33 Allegato 1 – Relazione Tecnica 61 Autorizzazione Integrata Ambientale 8.1.3. Emissioni in acqua Per il bilancio delle emissioni in acqua ci si riferisce ai dati del 2006 arrotondando ad uno scarico complessivo di 360.000 mc. Scarico 1 in corpo idrico. Parametri U.M. lim. Tab 3 lim. Tab 4 media in gr/m3 kg/ anno t/ anno m2 pelle lavorata gr/m2 pelle lavorata pH unità di pH 5,5 - 9,5 6,0 - 8,0 7,49 Materiali in sospensione mg/l 80 25 11,18 4.024,8 4,02 3.950.674 1,02 B.O.D.5 mg/l O2 40 20 15,09 5.432,7 5,43 3.950.674 1,38 C.O.D. mg/l O2 160 100 40,86 14.711 14,71 3.950.674 3,72 Cadmio mg/l Cd 0,02 < < < 3.950.674 < Cromo Totale mg/l Cr 1,8* 0,11 40,8 0,04 3.950.674 0,01 Cromo VI mg/l Cr 0,18* < < < 3.950.674 < Ferro mg/l Fe 2 0,90 324 0,32 3.950.674 0,08 Piombo mg/l Pb 0,2 < < < 3.950.674 < Solfiti mg/l SO3 1 0,5 < < < 3.950.674 < Solfati mg/l SO4 1.000 1.000* 296,60 106.777 106,78 3.950.674 27,03 1.200* 261,37 94.094 94,09 3.950.674 23,82 1 2 Cloruri mg/l Cl 1.200 Azoto Ammoniacale (met. diretto) mg/l NH4 15 5,54 1.993,5 1,99 3.950.674 0,50 Azoto Nitroso mg/l N 0,6 0,03 10,8 0,01 3.950.674 0,00 Azoto Nitrico mg/l N 20 3,37 1.212,3 1,21 3.950.674 0,31 Sostanze Oleose mg/l 20 < < < 3.950.674 < Idrocarburi totali mg/l 4,5* < < < 3.950.674 < Fenoli mg/l C6H5OH 0,45* 0,1 0,13 48,24 0,05 3.950.674 0,01 Aldeidi mg/l H-CHO 1 0,5 0,20 72 0,07 3.950.674 0,02 mg/l 0,2 0,01 < < < 3.950.674 < mg/l 0,1 0,01 < < < 3.950.674 < mg/l 1 0,02 7,08 0,01 3.950.674 0,00 Solventi Organici Aromatici Solventi Organici Azotati Solventi Organici Clorurati Tensioattivi Bias mg/l 0,54 193,5 0,19 3.950.674 0,05 Tensioattivi Mbas mg/l 0,31 110,4 0,11 3.950.674 0,03 Tensioattivi Totali mg/l 0,54 194,8 0,19 3.950.674 0,05 2 0,5 Allegato 1 – Relazione Tecnica 62 Autorizzazione Integrata Ambientale Si riporta altresì il dato relativo alle caratteristiche delle acque di seconda pioggia. U.M. lim. acque meteoriche di seconda pioggia TAB. 4 22/11/06 ZONA VERDE 1 26/10/06 ZONA ROSSA 2 unità di pH 6,0 - 8,0 7,4 7,0 Temperatura °C - Materiali in sospensione mg/l 25 6,0 16,0 11,0 B.O.D.5 mg/l O2 20 15 20 17,5 C.O.D. mg/l O2 100 35,3 66,7 51,0 Cadmio mg/l Cd <0,01 <0,01 < Cromo Totale mg/l Cr 0,10 <0,05 0,1 Cromo VI mg/l Cr <0,1 <0,1 < Ferro mg/l Fe 1,1 0,5 0,8 Piombo mg/l Pb <0,05 <0,05 < Solfiti mg/l SO3 1 <0,1 <0,1 < Solfati mg/l SO4 500 35,770 <0,053 35,8 Cloruri mg/l Cl 200 7,260 24,830 16,0 Parametro pH 1 2 media mg litro 15 Azoto Ammoniacale (met. diretto) mg/l NH4 0,7 5,9 3,3 Azoto Nitroso mg/l N <0,02 0,04 0,0 Azoto Nitrico mg/l N 0,56 0,23 0,4 mg/l <4 <4 < Idrocarburi totali Fenoli mg/l C6H5OH 0,1 0,090 0,030 0,1 Aldeidi mg/l H-CHO 0,5 0,1 0,1 0,1 mg/l 0,01 <0,005 <0,005 < mg/l 0,01 <0,05 <0,01 < <0,002 <0,002 < Solventi Organici Aromatici Solventi Organici Azotati Solventi Organici Clorurati mg/l Allegato 1 – Relazione Tecnica 63 Autorizzazione Integrata Ambientale 8.1.4 Rifiuti Per il bilancio relativo alla produzione dei rifiuti in acqua ci si riferisce ai dati del 2005. CODICE CER DENOMINAZIONE AREA DI PROVENIENZA M2 pelle KG PER M2 filtropresse. Depurazione: 3.950.674 0,78 3.950.674 0,22 3.950.674 0,80 Depurazione: 40106 Fango chimico-fisico contenente cromo. 40106 Fango biologico contenente cromo. 40108 Cuoio conciato, scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura, contenenti cromo. filtropresse. Fasi meccaniche: rasatura e rifilatura. Lavorazioni a secco: smerigliatura e rifilatura. 150105 Imballaggi compositi. Tutti i reparti. 3.950.674 0,04 150106 Imballaggi in materiali misti. Tutti i reparti. 3.950.674 0,01 150104 Imbalaggi metallici. Tutti i reparti. 3.950.674 0,02 170405 Rottami ferro acciaio. Tutti i reparti. 3.950.674 0,00 150102 Imballaggi in plastica. Tutti i reparti. 3.950.674 0,02 Tutti i reparti. 3.950.674 0,09 Rifinizione. 3.950.674 0,001 Tutti i reparti. 3950674 0,0002 3.950.674 0,01 150103 140603* Imballaggi in legno. Code di distillazione di solventi organici non alogenati, altri solventi e miscele di solventi. 130205* Altri oli da motori, trasmissioni e ingranaggi. 80114 Fanghi prodotti da pitture e vernici diversi da quelli di quelli alla voce 080113. Rifinizione: cabine di verniciatura. totale in kg kg/m2 Allegato 1 – Relazione Tecnica 1,99 64 Autorizzazione Integrata Ambientale 8.1.5 Tecniche già adottate per prevenire l’inquinamento Allegato 1 – Relazione Tecnica 65 Autorizzazione Integrata Ambientale 9 CODICI DI RIFERIMENTO PER SISTEMI DI ABBATTIMENTO, COMBUSTIBILI E COEFFICIENTI DI EMISSIONE DI CO2 DA UTILIZZARSI NELLE SCHEDE RIASSUNTIVE Allegato 1 – Relazione Tecnica 66 Autorizzazione Integrata Ambientale Attività introdotte in Natco S.p.A. al fine di ottenere una performance più efficiente per gli aspetti ambientali collegati al ciclo produttivo realizzato nel sito. Depurazione delle acque reflue. 1. Nell’ambito della conduzione dell’impianto di depurazione delle acque reflue durante l’anno 2006 sono state introdotte delle modifiche nell’uso dei reagenti utilizzati al fine di depurare le acque reflue dagli inquinanti presenti: 2. riduzione del consumo di calce con conseguente riduzione dei costi di gestione dell’impianto di depurazione, riduzione del quantitativo di fanghi di depurazione da smaltire. 3. ridurre i consumi mensili di acqua prelevata dal pozzo (m3/q tintura) del 5% rispetto ai rispettivi consumi mensili riscontrati nell’anno 2003 si allegata tabella di verifica dell’andamento. Allegato 1 – Relazione Tecnica 67