bolla d`aria - MaBas

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BOLLA D’ARIA
«Professore, lei crede che ci sia vita nell'Universo ?»
Me l'aspettavo questa domanda. Seduti a contemplare le stelle
nel
solarium
della
mia
residenza
mi
chiedevo
"quando"
sarebbe
arrivata la domanda fatale... ed eccola qui.
Con un sospiro mi voltai verso il più vicino distributore di
acqua ed estratta la bolla sferica piena di liquido ne aspirai
lentamente il contenuto, quindi dissi allo studente che mi aveva
posto la domanda :
«Analizza l'azione che io ho compiuto, poi ti risponderò.»
Lo studente guardò i suoi colleghi come a cercare aiuto ma
tutti
sapevano
che
il
mio
metodo
di
insegnamento
è
basato
sull'esperienza scientifica e sull'analisi rigorosa e metodica dei
fatti
per
cui
la
mia
richiesta
rientrava
nella
logica
della
risposta che si aspettavano.
«Ecco
dell'acqua...
»,
cominciò
probabilmente
lo
studente,
per
«lei
ripristinare
ha
la
appena
bevuto
perdita
dovuta
alla traspirazione pellicolare superficiale... poi... poi...»
Decisi di interrompere il suo evidente stato di tensione ed
intervenni :
«Quasi esatto, studente, ma hai trascurato un particolare:
prima di bere ho sospirato. Capite cosa vuol dire ciò ? » chiesi
rivolgendomi ora a tutti gli altri studenti. Rimasero per un po’ a
riflettere poi uno di essi, facendosi coraggio, disse :
«Professore con le sue azioni lei vuol farci intendere che il
respirare e il bere sono essenziali alla vita, non è così ?»
Per essere studenti del primo anno di Astronomia non potevo
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pretendere che arrivassero alla soluzione più presto di quanto mi
aspettassi perciò, in fondo, potevo essere soddisfatto del loro
intuito.
Imbottiti
di
Matematica
e
Fisica
era
difficile
che
avessero già acquisito la capacità di sintesi propria della mia
materia, l'Astronomia appunto.
Chimica,
discipline
Biologia,
sia
armonicamente
e
di
cui
Matematica
scientifiche
nella
insegna come è
Fisica,
che
Astronomia
che,
e
tutte
speculative
unica
!,
le
altre
confluiscono
ci
spiega
e
ci
stato possibile che dall'Universo che ci circonda,
noi
facciamo
parte,
in
un
tempo
lontanissimo
sia
scaturita la vita.
Sottraendomi con rammarico ai miei pensieri decisi comunque
di soddisfare la loro curiosità e di levare dalle loro teste le
idee balzane che sapevo circolare da tempo tra gli studenti.
«Voi già sapete», esordii, «che il mondo in cui viviamo è
costituto
essenzialmente
da
una
enorme
nube
di
gas
in
cui
predominano ossigeno, idrogeno ed azoto nelle varie percentuali
che sono note a tutti. Sono presenti in questa nube aggregati di
materiali più
pesanti, diffusi quasi omogeneamente anche se a
diverse concentrazioni e la chimica ci insegna che i costituenti
elementari si riducono a soli 92 elementi pur se la fisica non
esclude che ce ne possano essere ulteriori... ma questo è un altro
campo.
La
nube,
come
sapete,
ha
una
simmetria
sferica
e
per
attraversarla tutta non basterebbe un milione di cicli di vita ! »
Attesi che i mormorii di commento cessassero poi ripresi:
«In
un
momento
imprecisato
del
tempo,
per
una
serie
di
circostanze fortuite, casuali e irripetibili ebbe origine la vita
e questo fu un evento straordinario, unico... un miracolo !»
Una voce dal fondo chiese :
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«E questo miracolo non potrebbe essere accaduto anche in un
altro punto dell'Universo ?»
Non
volli
replicare
subito
negativamente...
volevo
che
si
convincessero da soli, la cosa sarebbe stata più didattica , e
perciò chiesi a mia volta, provocatoriamente :
«E dove, di grazia ? »
Lo
studente,
imbarazzato
e
ormai
tirato
direttamente
in
gioco, replicò la cosa più ovvia :
«Mah... per esempio in un'altra nube...»
Poiché mi aspettavo questa risposta ribattei subito con il
tono
annoiato
di
chi
parla
non
a
studenti
ma
ad
apprendisti
studenti:
«Nell'ambito dell'Universo conosciuto, cioè quello che ricade
sotto
l'osservazione
dei
nostri strumenti,
sono
state
scoperte
altre nubi simili alla nostra, è vero, ma la maggior parte di esse
sono composte prevalentemente di idrogeno e la vita vi sarebbe
virtualmente impossibile. Alcune addirittura sono composte di gas
ad
altissima
temperatura,
altre
ancora
di
gas
a
bassissima
densità... tutte condizioni in cui la vita non potrebbe in alcun
modo svilupparsi.»
Dopo
una
breve
pausa
per
far
radicare
questi
concetti
continuai:
«Ma proviamo anche ad estrapolare: se nel nostro Universo
Conosciuto esiste solo questa nube adatta alla vita, è presumibile
che, se la densità
di popolazione di nubi nel resto dell'Universo
è uguale a quella che conosciamo, ci possano essere sicuramente
almeno un migliaio di nubi uguali alla nostra... Giusto ? »
Un
mormorio
di
assenso
percorse
l'uditorio
che
ormai
aspettava con ansia le conclusioni cui sarei arrivato.
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«Ma
quante
di
queste
nubi
»,
ripresi
a
dire
con
foga
,
«avranno al loro centro una protostella che irradi calore come la
nostra
?
E
quante
di
queste
nubi
possiedono
aggregati
di
"polveri" di materiali ad alto peso atomico come quelli sui quali
noi
viviamo
e
sui
nell’acqua così
queste
nubi
quali
il
vapor
d’acqua
necessaria alla vita ? E
si
è
potuto
innescare
il
si
è
condensato
infine in quante di
complesso
di
fenomeni
biochimici che ha condotto alla vita, e in quante questo evento ha
avuto successo ? »
Feci ancora una pausa ad effetto poi conclusi con enfasi :
«Il metodo statistico ci dice che la probabilità che tutti
questi
eventi
si
siano
potuti
nella giusta sequenza è
verificare
contemporaneamente
e
infinitesima, pertanto, senza tema di
smentita, posso affermare che la nostra nube ha già soddisfatto
tale probabilità e che essa è unica e la vita nell'Universo è
unica e noi siamo l’espressione di questa unicità !.»
Tutti rimasero silenziosi a riflettere: erano convinti, li
avevo convinti, perché
questa è
la verità e
la verità convince
di per se stessa. Ma, all'improvviso, una voce disse :
«Non potrebbe, però, esserci vita sui pianeti ? »
Questo mi fece innervosire sul serio :
«I pianeti ? », tuonai,
«i pianeti ...! Tu, studente, tu! li
hai visti mai i pianeti ? Nessuno ha mai visto nel suo strumento
un pianeta ! Si suppone, bada bene..., si suppone che attorno a
qualche
stella
ruotino
dei
pianeti,
ipotesi
introdotta
per
spiegare alcune perturbazioni e anomalie riscontrate nello spettro
delle
stelle
Supponiamo
che
in
questione.
esistano
i
E
allora
pianeti.
divertiamoci
Perché
ci
un
sia
po’
la
!
vita
dovrebbero avere una nube come la nostra che li circondi... e
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ammettiamo
che
ce ne siano in
queste condizioni. Ma il vapor
d'acqua ? Immaginiamo che ci sia anche questo ? Visto che a certa
gente piace giocare con l'immaginazione, immaginiamo pure che ci
siano pianeti che possiedano una sufficiente quantità di vapor
acqueo... però se sono troppo vicini alla loro stella il vapore
sarebbe troppo rarefatto, se sono troppo lontani sarebbe presente
in forma solida... quindi per ogni stella, tenendo conto che non
ci sono due stelle uguali, ci sarebbe una e una sola distanza
possibile.
Ma
supponiamo
che
anche
questa
condizione
sia
verificata: a questo punto dovrebbe scattare l'evento miracoloso
della
vita.
E
il
miracolo,
perché
no
?,
potrebbe
ancora
avvenire... Ma sarebbe davvero un miracolo ! Riflettete su questo
semplice punto: può un sistema vivente sopravvivere ed evolversi
in un ambiente
in cui la forza
di gravità è
di gran lunga
maggiore di quella che noi sappiamo essere l'espressione ottimale
? Una vita schiacciata da tale enorme forza di gravità dovrebbe
essere
sostenuta
complessità
da
biologica:
strutture
un
portanti
semplice
di
spostamento
inimmaginabile
che
per
noi
equivale ad una leggera fluttuazione, sarebbe per questo tipo di
vita un tormento. Nessun essere vivente potrebbe mai sopportare
tali
condizioni...e
ragioni che ci
potrei
ancora
citarvi
centinaia
di
altre
portano a stabilire senza ombra di dubbio che
nessuna forma di vita potrà mai nascere sui pianeti. I pianeti, se
ci sono, sono solo sassi rocciosi aridi e invivibili o palle di
ghiaccio
che
rotolano
intorno
alla
loro
stella
senza
scopo...
proprio come certe idee che rotolano nella testa di certa gente !
» conclusi visibilmente adirato, congedandoli nel frattempo con un
gesto secco.
Quando anche l'ultimo studente con lievi ondulazioni delle
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membrane direttrici abbandonò il solarium ritrovai finalmente la
calma e ritornando a contemplare le stelle mi resi conto che ci
sarebbe voluto ancora parecchio tempo per cavare qualcosa di buono
da questi studenti del primo corso !
FINE
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