Variabilità somaclonale e selezione di somacloni Le piante possono essere moltiplicate dall’uomo mediante: • RIPRODUZIONE SESSUALE • RIPRODUZIONE ASESSUALE (propagazione vegetativa) Semi • Metodi tradizionali (talea) • Moltiplicazione in vitro Piante figlie geneticamente diverse tra loro e rispetto alla pianta madre Clone: piante figlie geneticamente identiche tra loro e alla pianta mare Le piante di interesse commerciale vengono spesso moltiplicate mediante riproduzione asessuale … … per far si che le piante figlie conservino i caratteri della pianta madre e che non emergano nuovi caratteri indesiderati La propagazione in vitro delle piante viene effettuata principalmente attraverso: •ORGANOGENESI DIRETTA Moltiplicazione di germogli e loro radicazione (micropropagazione) Protoplasto Callo buio Callo luce Germogli multipli Germogli radicati •ORGANOGENESI INDIRETTA Rigenerazione da cellule indifferenziate ORGANOGENESI INDIRETTA Rigenerazione da callo o da protoplasti Callo Protoplasti Caulogenesi (Citochinine) Germogli multipli Rizogenesi (Auxine) Plantula La plantula rigenerata può essere messa a dimora se il sistema vascolare delle radici è connesso con quello del germoglio ORGANOGENESI DIRETTA Moltiplicazione di germogli Citochinine inibizione dominanza apicale Germoglio Germogli multipli • Separazione dei germogli • Radicazione Messa a dimora Previa acclimatazione Pianta Plantula Spesso le piante propagate in vitro presentano eterogeneità fenotipica (seppure originate da espianti della medesima pianta madre!) M.K. Biswas, M. Dutt, U.K. Roy, R. Islam, M. Hossain - Development and evaluation of in vitro somaclonal variation in strawberry for improved horticultural traits - Scientia Horticulturae 122 (2009) 409–416 Tale fenomeno è molto più frequente (ma non esclusivo) in piante rigenerate da cellule indifferenziate Somacloni e variabilità somaclonale definizione The term ‘somaclone’ was coined to refer to plants derived from any form of cell culture, and the term ‘somaclonal variation’ was coined to refer to the genetic variation among such plants. Variabilità somaclonale Alterazioni geniche Mutazioni puntiformi Sostituzioni nucleotidiche Mutazioni cromosomiche Delezioni Inversioni Duplicazioni Traslocazioni Modificazioni genomiche Poliploia Aneuploidia Modificazioni epigenetiche Metilazione del DNA Variabilità somaclonale Alterazioni geniche ereditabili/non ereditabili Mutazioni puntiformi Mutazioni cromosomiche Stabili Ereditabili Modificazioni genomiche Modificazioni epigenetiche Instabili Non ereditabili Variabilità somaclonale Alterazioni geniche ereditabili/non ereditabili EPIGENETIC VARIATION is often unstable and can disappear either after plants are removed from culture or within a few clonal or sexual generations (Kaeppler et al., 2000), while GENETIC VARIATION is stable and then heritable (Skirvin et al., 1994). The success in applying somaclonal variation in plant breeding is therefore dependent on the genetic stability of the selected somaclones. Variabilità somaclonale Fattori determinanti Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra variabilità somaclonale e: 1) tipo e concentrazione di auxine nel mezzo colturale 2) numero di subcolture Variabilità somaclonale Fattori determinanti Oltre agli 1) ormoni e al 2) numero di subcolture, altri fattori possono influenzare la variabilità somaclonale: 3) Genotipo: Le diverse varietà di una specie, sulla base del diverso genotipo, possono essere più o meno suscettibili ai fattori determinanti la variabilità somaclonale Ad es., alcune varietà possono avere sistemi di prevenzione delle mutazioni e riparazione del DNA più efficaci rispetto ad altri individui della stessa specie Variabilità somaclonale Fattori determinanti Oltre agli 1) ormoni e al 2) numero di subcolture, altri fattori possono influenzare la variabilità somaclonale: 4) Tipo di espianto: Diversi tipi di espianto, seppure ottenuti dal medesimo individuo, possono originare diversi gradi di variabilità somaclonale In genere, più giovani sono gli espianti e minore è l’incidenza della variabilità somaclonale (i tessuti più maturi sono mosaici di mutanti mitotici) Variabilità somaclonale Fattori determinanti Oltre agli 1) ormoni e al 2) numero di subcolture, altri fattori possono influenzare la variabilità somaclonale: 5) Substrato Per motivi ad oggi ignoti, la frequenza della variabilità somaclonale può essere diversa in colture mantenute su mezzi colturali di diversa composizione Le principali differenze tra mezzi colturali sono: micro- e macro-nutrienti, vitamine, chelanti del Fe e tamponi Variabilità somaclonale Fattori determinanti Oltre agli 1) ormoni e al 2) numero di subcolture, altri fattori possono influenzare la variabilità somaclonale: 6) Condizioni colturali Anche le condizioni colturali, principalmente illuminazione, temperatura e umidità, possono incidere sul grado di variabilità somaclonale In generale, più sono stressanti le condizioni di crescita, maggiore è la probabilità di insorgenza di variazioni somaclonali Variabilità somaclonale Potenzialità La variabilità somaclonale può rappresentare un problema per la propagazione di genotipi di elezione … … tuttavia, può anche rappresentare un vantaggio per alcune applicazioni: Selezione di somacloni iperproducenti composti di interesse industriale Selezione di somacloni resistenti a composti chimici (alluminio, NaCl) Selezione di somacloni resistenti a stress biotici o abiotici (funghi, siccità, insetti) Variabilità somaclonale Valutazione Il grado di variazione somaclonale viene valutato sulla base di diversi parametri: fenotipici (altezza pianta, resistenza a stress) SELEZIONE VISIVA (visual screening) biochimici (analisi delle proteine, formazione di metaboliti secondari) ANALISI CHIMICHE genetici (analisi del cariotipo, analisi con marcatori molecolari, grado di metilazione DNA) ANALISI CITOGENETICHE E BIOMOLECOLARI Variabilità somaclonale In vitro ed ex vitro IN VITRO: sulle masse cellulari indifferenziate (ad es. produzione di pigmenti) EX VITRO: sulle piante rigenerate (caratteri morfologici o fisiologici) Variabilità somaclonale Valutazione con markers molecolari Una delle tecniche più diffuse è: RAPD Randomly Amplified Polymorphic DNA Variabilità somaclonale RAPD test Principale vantaggio: può essere effettuato su piante con genoma parzialmente o totalmente ignoto È una PCR in cui, invece di primers disegnati appositamente sulle sequenze target, si usano primers casuali (random primers) di piccole dimensioni (8-12 bp) Variabilità somaclonale RAPD test 1. Estrazione del DNA 2. Amplificazione del DNA mediante PCR con random primers 3. Separazione elettoforetica su gel di agarosio 4. Confronto tra gli ampliconi ottenuti da diversi somacloni 5. Analisi statistica dei dati ottenuti Variabilità somaclonale Problemi Non sempre la selezione dei somacloni è un metodo adeguato all’ottenimento di nuove varietà vegetali: Dipendenza dal genotipo Variazioni instabili e non ereditabili I caratteri di interesse possono non essere modificati Molti cambiamenti sono indesiderati Incontrollabile e non prevedibile Estrazione di metaboliti vegetali e loro identificazione/quantificazione mediante HPLC Estrazione Solubilizzazione dei metaboliti La gran parte delle metodiche per l’analisi dei metaboliti vegetali richiedono che essi siano: • in fase liquida (es. HPLC e NMR) • in fase gassosa (es. GC) Il materiale vegetale non può essere analizzato tal quale Estrazione in fase liquida Matice fresca e secca L’estrazione dei metaboliti può essere effettuata su: -Biomassa vegetale fresca (idratata) -Biomassa vegetale secca (disidratata) Essiccazione Estrazione Essiccazione L’essiccazione viene generalmente effettuata in stufa ad alte temperature e per tempi lunghi (per es. foglie 70°C per 72 h) Inadatta per metaboliti termolabili, che devono essere estratti da biomassa fresca o essiccata in liofilizzatore Stufa da laboratorio Liofilizzatore da bancone Estrazione Triturazione L’efficienza dell’estrazione è tanto maggiore quanto più è ampia la superficie di contatto tra matrice vegetale e solvente Triturazione del materiale vegetale Triturazione di foglie secche con pestello e mortaio Estrazione Polverizzazione Esistono metodiche che permettono di ottenere polveri finissime, con enormi incrementi della superficie di contatto matrice/solvente Polverizzazione in N2 liquido (-196 °C) A B C D Polverizzazione in N2 liquido di radici coltivate in vitro Estrazione Omogeneizzazione Esistono strumenti che permettono di ridurre la matrice vegetale in piccolissimi frammenti direttamente nel solvente di estrazione Omogeneizzatori a immersione Ultraturrax Estrazione Sonicazione È possibile incrementare la permeabilità delle membrane biologiche, aumentando di molto l’efficienza dell’estrazione Sonicazione Bagno a ultrasuoni Estrazione Estratti totali Spesso gli estratti totali vengono ottenuti con solventi a polarità media Estratti etanolici e metanolici Matrice vegetale Estrazione con MeOH o EtOH Estratto totale L’estratto così ottenuto è molto complesso, cioè composto da un numero elevatissimo di metaboliti Estrazione Estratti totali È possibile ottenere estratti totali più semplici (minor numero di metaboliti) e quindi più facili da analizzare Estrazioni seriali con solventi a polarità crescente Matrice vegetale Estatto 3 Estrazione con cloroformio (CHCl3) Estrazione con metanolo (MeOH) Estratto 1 Estrazione con acetato di etile (EtOAc) Estratto 2 Frazionamento Colonne cromatografiche Diversi metodi permettono di ottenere dagli estratti totali delle frazioni, ciascuna contenente un numero limitato di metaboliti Separazione cromatografica Evaporazione Evaporazione del solvente Spesso i metaboliti contenuti negli estratti e nelle frazioni sono troppo diluiti per essere analizzati L’estratto deve essere portato a secco e poi risolubilizzato in un piccolo volume di solvente Evaporatore rotante (rotavapor) Analisi HPLC Separazione, identificazione e quantificazione L’HPLC è una delle metodiche più usate per l’analisi dei metaboliti contenuti in estratti e frazioni High Performance Liquid Chromatography High Pressure Liquid Chromatography Analisi HPLC Principi generali Un piccolissimo volume di estratto viene iniettato nel sistema HPLC attraverso l’iniettore Hamilton Iniettore Analisi HPLC Principi generali L’estratto raggiunge la colonna cromatografica attraverso un piccolo tubo, sospinto da una soluzione sotto pressione (eluente) Eluente L’eluente costituisce la FASE MOBILE del sistema Analisi HPLC Principi generali All’interno della colonna si trova un materiale granulare nei cui interstizi (pori) la fase mobile può fluire colonne Il materiale interno alla colonna costituisce la FASE STAZIONARIA Analisi HPLC Principi generali Le diverse molecole presenti nell’estratto procederanno a diversa velocità nella colonna … Separazione … sulla base della loro affinità con la fase fissa e con la fase mobile: SEPARAZIONE CROMATOGRAFICA Analisi HPLC Principi generali Ciascuna sostanza raggiungerà il detector dopo un certo tempo dall’iniezione (tempo di ritenzione) Detector Nel detector viene misurata l’assorbanza della sostanza ad una o più lunghezze d’onda Analisi HPLC Principi generali Il detector restituisce un profilo cromatografico in cui a ciascun picco corrisponde una determinata sostanza Tempo di ritenzione L’area sottesa al picco è proporzionale alla concentrazione della sostanza Analisi HPLC Analisi di metaboliti noti Per l’identificazione e per la quantificazione degli analiti sono necessari gli standard, ossia campioni puri dell’analita L’HPLC non è adatta alla caratterizzazione strutturale di composti ignoti, poiché richiede la disponibilità di standard Per la gran parte dei metaboliti noti sono disponibili in commercio gli standard, cioè campioni puri degli analiti Uso degli standard Determinazione del tempo di ritenzione L’attribuzione di un è effettuata sulla base dell’identità con il tempo di ritenzione dello standard Standard Sorbate Caffeine Benzoate Energy Drink Uso degli standard Determinazione del tempo di ritenzione Con soluzioni a diversa concentrazione di standard viene costruita una retta di taratura e viene determinata l’equazione della retta Mediante l’equazione della retta è possibile calcolare la concentrazione dell’analita nell’estratto