Eugenio Lampacrescia – Laura Porfiri BES E INCLUSIVITÀ Metodi e strumenti per una didattica individualizzata e personalizzata ”Immaginiamo di trovarci in un posto con una lingua totalmente diversa o che non riusciamo a ben comprendere: sentiamo sorgere un senso di profondo disagio perché manca una comunicazione completa, reale, intima . Ma riusciamo a tranquillizzarci perché il nostro soggiorno avrà termine e, con il rientro a casa, potremo tornare ad esprimerci, a parlare in rapporto allo stesso quadro di riferimento, a trovare uno scambio vero, uno scambio pieno. Pensiamo invece al disagio di questi bambini che non possono tornare a casa, in un mondo dove devono rincorrere punti di riferimento…che rimangono stranieri, soprattutto se noi siamo per loro stranieri, chiudendoci nell’incomprensione”. In un recente passato, negli ambienti scolastici, gli alunni con difficoltà relative alle abilità di lettura, di scrittura o di calcolo venivano soventemente etichettati come soggetti con “mancanza di volontà e/o impegno”, “pigri”, senza interessi”, etc.. Perché c’è una normativa ben precisa che… ci fa capire che è ora di attuare una SCUOLA INCLUSIVA Cosa dice la normativa ? • Costituzione Italiana art. 34 “La scuola è aperta a tutti” • Direttiva MIUR del 27 Dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” • C.M. n.8 del 6 marzo 2013 Indicazioni operative Cosa dice la normativa ? Direttiva MIUR del 27 Dicembre 2012 “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante.” CHE COS’È IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE? Il Bisogno Educativo Speciale rappresenta qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o apprenditivo che necessita di educazione speciale individualizzata finalizzata all’inclusione. I Bisogni Educativi Speciali incidono tutte quelle condizioni fisiche, biologiche, fisiologiche, psicologiche e sociali che richiedono un’analisi del bisogno, un’individuazione delle problematiche, non disgiunta dell’identificazione delle risorse specifiche del soggetto, cioè i suoi punti di forza. LE MACRO AREE DEI BES 1.Patologie con diagnosi clinica certificata (Legge 104/92 e la Legge 170) 2.Patologie su diagnosi non certificata 3.Problematiche emerse a scuola LE MACRO AREE DEI BES 1. Patologie con diagnosi clinica certificata (Legge 104/92 e la Legge 170) - Disabilità: con attinenza alla legge 104/92: riferimento legislativo per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Il presupposto è che l’autonomia e l’integrazione sociale siano possibili da raggiungere solo garantendo un adeguato sostegno alle persone con handicap e alle loro famiglie. - DSA: riconosciuti dalla Legge 8 ottobre 2010 n. 170. I disturbi dell’Apprendimento comprendono: Dislessia Disortografia Discalculia Disgrafia LE MACRO AREE DEI BES 2. Patologie si diagnosi non certificata - Disturbi specifici del linguaggio - Disturbi della coordinazione motoria - Disturbo dell’attenzione e iperattività - Borderline cognitivi LE MACRO AREE DEI BES 3. Problematiche emerse a scuola Condizioni di difficoltà causate e derivate da: - Disagio - Assenze ripetute - Svantaggio socio culturale - Svantaggio linguistico - Svantaggio socio-economico ICF:INTERNATIONAL CLASSIFICATION OF FUNCTIONING, DISABILITY AND HEALTH • L' ICF è la classificazione del funzionamento, disabilità e della salute, in inglese International Classification of Functioning, Disability and Health, promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). • La classificazione ICF completa la classificazione ICD-10, che contiene informazioni sulla diagnosi e sull'eziologia della patologia. Al contrario l'ICF non contiene riferimenti alla malattia, ma si riferisce al solo funzionamento. L'ICD-10 e l'ICF usati in modo complementare forniscono un quadro globale della malattia e del funzionamento dell'individuo. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA “CONDIZIONI FISICHE ” DIFFICILI : • ospedalizzazioni • malattie acute/croniche (diabete, allergie, ecc..) • lesioni • fragilità • anomalie cromosomiche • ecc. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA OSTACOLI PRESENTI NEI “ FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI ” : • famiglia problematica • pregiudizi ed ostilità culturali • difficoltà socioeconomiche • ambienti deprivati/devianti • scarsità di servizi • scarsa preparazione/disponibilità degli insegnanti • materiali di apprendimento inadeguati. •ecc. ecc. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA OSTACOLI PRESENTI NEI “ FATTORI CONTESTUALI PERSONALI ” : • problemi emozionali • problemi comportamentali • scarsa autostima • scarsa autoefficacia • stili attributivi distorti • scarsa motivazione • difficoltà nell’identità e nel progetto di Sé • ecc. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA MENOMAZIONI NELLE “ STRUTTURE CORPOREE ” : • mancanza di arti • mancanza o anomalie in varie parti anatomiche • altre anomalie strutturali BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA DEFICIT NELLE “ FUNZIONI CORPOREE ” : • difficoltà cognitive (attenzione, memoria, ecc.) • difficoltà sensoriali • difficoltà motorie • ecc. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA DIFFICOLTÀ NELLE “ ATTIVITA’ PERSONALI ”, CIOÈ SCARSE CAPACITÀ DI: • apprendimento • applicazione delle conoscenze • pianificazione delle azioni • autoregolazione • comunicazione/linguaggi • interazione/relazione • autonomia personale/sociale • ecc. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA DIFFICOLTÀ O OSTACOLI NELLA “ PARTECIPAZIONE SOCIALE ” : • difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei contesti dell’istruzione (integrazione nelle attività scolastiche) • difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei contesti della vita extrascolastica e di comunità LA DIDATTICA INCLUSIVA • La diversità come risorsa e essenziale della condizione umana caratteristica • Didattica individualizzata e personalizzata • Le risorse per l’inclusione Cosa è richiesto alla scuola? • Per gli altri alunni con B.E.S. i Consigli di Classe hanno l’obbligo di personalizzare la didattica, anche adottando misure compensative e/o Dispensative. STRUMENTO PRIVILEGIATO E’ IL P.D.P., inteso come percorso individualizzato che consente di: definire, monitorare, documentare le strategie di intervento più idonee, sulla base di una elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata. INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Individualizzazione Assicura a tutti gli studenti la possibilità di raggiungere le competenze fondamentali del curricolo, mettendo in atto strategie di diversificazione dei processi di insegnamento. L’individualizzazione della didattica vuole far sì che certi obiettivi siano raggiunti da tutti. MASTERY LEARNING Modello operativo didattico per l’individualizzazione della didattica Quattro fasi di applicazione: 1. 2. 3. 4. Livello di tipo istruttivo: Valutazione intermedia Attività di recupero Valutazione finale MASTERY LEARNING 1. Livello di tipo istruttivo Il docente espone e spiega i contenuti dell’unità didattica, propone esercizi e assegna compiti di studio, anche diversificati negli accessi a seconda delle difficoltà degli alunni, deelle eventuali segnalazioni e certificazioni cliniche. In quest’ultimo caso la presenza dell’insegnante di sostegno è particolarmente utile in chiave mediativa. MASTERY LEARNING 2. Valutazione intermedia Valutazione successiva allo svolgimento dell’unità didattica che serve per verificare l’apprendimento, individuare le lacune più diffuse e gli alunni in difficoltà. MASTERY LEARNING 3. Attività di recupero Concede ulteriore tempo per l’apprendimento ed anche diversificando l’approccio, gli obiettivi che in taluni casi possono essere ridotti e i metodi didattici con lo scopo di colmare le lacune e aiutare gli studenti in maggiore difficoltà. MASTERY LEARNING 4. Valutazione finale Si verifica l’efficacia dell’attività di recupero e si realizza un bilancio generale del profitto individuale e di gruppo. INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Personalizzazione Calibra l’intervento e le strategie didattiche sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi. Favorisce l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, prestando attenzione alla tipologia di intelligenza, agli stili di apprendimento, alle preferenze, alle risorse e ai talenti. INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Personalizzazione Promuove le potenzialità e permetto un successo scolastico ad ogni alunno, anche nel caso di handicap e deficit o momentaneo bisogno educativo speciale. Fondamentale è individuare e rimandare allo studente i suoi punti di forza e prenderne consapevolezza: questo permetterà a tutti di sperimentare un dimensione di successo, accrescere l’autoefficacia e l’autostima. INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Personalizzazione 4 condizioni irrinunciabili: 1. Pluralismo dei processi formativi 2. Possibilità di scelta 3. Consapevolezza delle proprie abilità 4. Realizzazione di un adeguato setting didattico INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Personalizzazione 1. Pluralismo dei processi formativi Attraverso piste differenziate, NON alternative o compensative come accade per l’individualizzazione, si offre la possibilità allo studente di sviluppare il proprio profilo cognitivo. E’ fondamentale individuare le intelligenze e i rispettivi stili cognitivi di ogni alunno, così come individuati da Gardner nelle sue intelligenze multiple e costruire una didattica che permetta il loro potenziamento. INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Personalizzazione 2. Possibilità di scelta Possibilità di scelta da parte dell’alunno: il sistema scolastico è attrezzato ed organizzato per permettere una vera scelta? E’ possibile pensare ed offrire altre opportunità nella complessiva offerta formativa della scuola, extra orario o raccordandosi sul territorio con altre agenzie educative dedicate a specifiche abilità, nell’ottica della sussidiarietà INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Personalizzazione 3. Consapevolezza delle proprie abilità Spesso gli alunni confondono le loro preferenze con le loro attitudini: è necessario che l’alunno sia sostenuto nel fare una realistica autovalutazione. Concedere uno spazio sereno di esplorazione e di necessaria variabilità e instabilità. INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Personalizzazione 4. Realizzazione di un adeguato setting didattico Lo studente deve poter usufruire di spazi, tempi e supporti didattici adeguati. Il talento è condizione innata, non può essere trasmesso MA ha bisogno del contatto con il contesto, con l’ambiente per poter essere attivato, consapevolizzato, potenziato e sviluppato. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE È il principale rappresentante della teoria delle intelligenze multiple. Tramite lo studio di pazienti con danni celebrali e geni in qualche particolare area ha catalogato, inizialmente, 7 diversi tipi di intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello, di cui fa parte anche l’intelligenza logico-matematica (l’unica su cui era basato l’originale test di misurazione del QI). HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE Nella teoria di Gardner la parola intelligenza è usata in due sensi. 1) L’intelligenza può denotare una caratteristica specie-specifica; l’uomo sapiens fa parte delle specie che possono utilizzare queste otto intelligenze. 2) L’intelligenza può denotare anche una differenza individuale. Mentre tutti gli esseri umani posseggono tutte le otto intelligenze, ogni persona ha però la propria particolare miscela o amalgama delle intelligenze. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 1. Intelligenza Linguistica: è l’intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Possono averla poeti, scrittori, linguisti, filologi, oratori. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 2. Intelligenza Logico-Matematica: coinvolge sia l’emisfero cerebrale sinistro, che ricorda i simboli matematici, che quello di destra, nel quale sono elaborati i concetti. È l’intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche. La possiedono solitamente scienziati, ingegneri, tecnologi. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 3. Intelligenza Spaziale: concerne la capacità di percepire forme e oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali secondo schemi mentali piuttosto complessi. La possiedono scultori, pittori, architetti, ingegneri, chirurghi ed esploratori. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 4. Intelligenza Corporeo-Cinestesica: coinvolge il cervelletto, i gangli fondamentali, il talamo e vari altri punti del nostro cervello. Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti. Ce l’hanno in misura peculiare ballerini, coreografi, sportivi, artigiani. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 5. Intelligenza Musicale: normalmente è localizzata nell’emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musicale elaborano la melodia in quello sinistro. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l’uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce. La possiedono prevalentemente i compositori, i musicisti e i cantanti. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 6. Intelligenza Interpersonale: riguarda la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. È presente in maggior misura in politici, leader, imprenditori di successo, psicologi. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 7. Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in ruoli e sentimenti diversi dai propri. Non è prerogativa di qualcuno, benché la possiedano, in particolare, gli attori. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 8. Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. È l’intelligenza tipica di biologi, astronomi, antropologi, medici e altri. HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE 9. Intelligenza Esistenziale: rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi dell’esistenza, come la natura dell’uomo, e di ricavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente. È tipica dei filosofi e degli psicologi, e in parte anche dei fisici. Cosa è richiesto alla scuola? Collaborazione con le FAMIGLIE « È necessario che l’attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di classe - ovvero, nelle scuole primarie, da tutti i componenti del team docenti - dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia. Nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per finalità istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP apposita autorizzazione da parte della famiglia.» Cosa è richiesto alla scuola? Istituzione del GLI (gruppo di lavoro per l’inclusione) Gruppo allargato che non comprenderà solo i docenti di sostegno, ma anche funzioni strumentali, docenti disciplinari, assistenti educativi – culturali. Cosa è richiesto alla scuola? Il GLI dovrà • Trattare le questioni relative a tutti gli alunni con BES certificati e non. • Programmare un utilizzo funzionale delle risorse presenti nella scuola (laboratori, strumenti, risorse umane..) per la realizzazione di un progetto di inclusione condiviso con docenti, le famiglie e i servizi socio sanitari. Cosa è richiesto alla scuola? ...il GLI dovrà • Predisporre un piano di intervento per gli alunni con disabilità. • Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DSA. • Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DDAI (disturbi di attenzione e iperattività – inglese ADHD). • Coordinarsi con i vari Consigli di classe per stendere un piano di intervento per gli alunni con BES non certificati o certificabili. Cosa è richiesto alla scuola? Compiti dei Consigli di classe: • Individuare gli alunni con BES nell’area dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. Nella circ.8/13 si legge “tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (ad es. segnalazioni da parte dei servizi sociali, ma anche su ben fondate considerazioni pedagogiche e didattiche”. • Predisporre un piano didattico personalizzato. Cosa è richiesto alla scuola? Il Consiglio di classe verifica e valuta l’efficacia degli interventi programmati e di conseguenza prosegue o modifica e/o amplia la tipologia di interventi. Il GLI incontrerà, periodicamente, i coordinatori/docenti delle classi con alunni con BES per una verifica e valutazione su quanto fatto e sui risultati degli interventi relativi agli alunni con disabilità/ con DSA/ con altri bisogni speciali. Quali strategie adottare? Le metodologie e le strategie didattiche devono essere volte a: • ridurre al minimo i modi tradizionali “di fare scuola” (lezione frontale, completamento di schede che richiedono ripetizione di nozioni o applicazioni di regole memorizzate, successione di spiegazione-studio interrogazioni …). • sfruttare i punti di forza di ciascun alunno, adattando i compiti agli stili di apprendimento degli studenti e dando varietà e opzioni nei materiali e nelle strategie d’insegnamento. • Utilizzare mediatori didattici diversificati (mappe, schemi, immagini) collegare l’apprendimento alle esperienze e alle conoscenze pregresse degli studenti. • Favorire l’utilizzazione immediata e sistematica delle conoscenze e abilità, mediante attività di tipo laboratoriale. • Sollecitare la rappresentazione di idee sotto forma di mappe da utilizzare come facilitatori procedurali nella produzione di un compito • Far leva sulla motivazione ad apprendere. Cosa dice la normativa ? C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prefigura: Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare, secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata, le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. PDP: PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO «Gli studenti in difficoltà hanno il diritto alla personalizzazione degli apprendimenti» legge 53/2003 GLI ATTORI DEL PDP • Il PDP è il risultato di una progettualità condivisa a più livelli: 1. Scuola 2. Famiglia 3. Esperti • È importante elaborare in modo collegiale e corresponsabile il PD, puntando non sulla quantità di dispense e compensazioni, ma sulla loro effettiva pertinenza ed efficacia nel processo di apprendimento personale di ciascuno studente e si criteri di azione e valutazione fattivamente condivisi dai docenti. • Offrire maggiori opportunità formative non abbassare i livelli di apprendimento. La capacità di osservazione degli insegnanti svolge un ruolo fondamentale non solo a partire dalla scuola dell’infanzia e dalla scuola primaria, ma anche in tutto il percorso scolastico, per individuare le difficoltà e anche quelle caratteristiche e quegli stili cognitivi su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo. FASI DI COSTRUZIONE DEL PDP 1. Condivisione difficoltà alunno e valutazione del bisogno in seguito ad un’attenta e mirata osservazione del gruppo classe. 2. Definizione dei livelli di apprendimento nelle diverse discipline: individuazione punti di forza e difficoltà. 3. Definizione condivisa strategie di intervento. 4. Comunicazione e condivisione con la famiglia delle strategie di intervento e dei tempi di verifica. Come predisporre un PDP ? Il consiglio di classe, individuati gli alunni con BES, collegialmente : • individua le carenze/problemi/bisogni educativi dell’alunno. • programma gli interventi/attività/laboratori. Ogni docente si impegna per quanto riguarda la sua area disciplinare e per quanto riguarda gli obiettivi trasversali ad “attivare” quanto programmato e nei tempi previsti. CONTENUTI DEL PDP PER I BES Dati anagrafici degli alunni Risorse dell’allievo Indicazioni significative • Tipologia disturbo • Attività didattiche individualizzato e personalizzate • Strumenti compensativi utilizzati: solo se necessari • • • • • Stile di apprendimento Interessi ed hobby Attività in cui riesce Difficoltà percepite Riflessione metacognitiva sulle difficoltà • Come si organizza nello studio a casa • Chi lo aiuta e per quali materie 1. Realistiche 2. Concrete 3. Coerenti 4. Verificabili UN PDP PUÒ DIRSI EFFICACE SE: Riuscirà a rendere plasmabili e modellabili i procedimenti educativi ed applicativi degli insegnanti e, per ciò che concerne la loro sfera di competenza, la famiglia dell’alunno. P D P •Lo scopo è offrire maggiori opportunità formative attraverso la flessibilità dei percorsi, non certo abbassare i livelli di apprendimento. •Il PDP come strumento in più per curvare la metodologia alle esigenze dell’alunno, o meglio alla sua persona rimettendo all’esclusiva discrezionalità dei docenti la decisione in ordine alle scelte didattiche, ai percorsi da seguire e alle modalità di valutazione. • Questo alunno è BES, DUNQUE la scuola deve predisporre un PDP. • Questo alunno è BES PERCHÉ secondo la scuola o in seguito a diagnosi o certificazione ha bisogno di un PDP. La legge 170/2010, art.5, lettera «b» richiama le Istituzioni scolastiche all’obbligo di garantire : «l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere». GLI STRUMENTI COMPENSATIVI • La Direttiva e la Circolare sui BES precisano che: «le scuole, con determinazioni assunte dai consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, possono avvalersi per tutto gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensatore previste dalle disposizioni attuative della legge 170/2010 (D.M. 5669/2011)». STRUMENTI COMPENSATIVI Gli STRUMENTI COMPENSATIVI sono strumenti che permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo, facilitando l’esecuzione dei compiti automatici (“non intelligenti”) compromessi dal disturbo specifico, proprio come un paio di occhiali permette al miope di leggere ciò che è scritto sulla lavagna. STRUMENTI COMPENSATIVI Nell’ambito delle diverse discipline, l’alunno può usufruire dei seguenti strumenti compensativi: - libri digitali o audiolibri - tabelle, formulari, sintesi, schemi o mappe - lettura ad alta voce delle consegne durante le verifiche - calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante - computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante e scanner - registratore o “smart pen” - software didattici, computer con sintetizzatore vocale - vocabolari e dizionari digitali - altro …. MISURE DISPENSATIVE Le MISURE DISPENSATIVE riguardano la dispensa da alcune prestazioni (lettura ad alta voce, prendere appunti…), i tempi personalizzati di realizzazione delle attività, la valutazione (non viene valutata la forma ma solo il contenuto,…). MISURE DISPENSATIVE L’alunno può essere dispensato: - dalla lettura ad alta voce - dal copiare alla lavagna - dal prendere appunti - dal ricopiare - dalla dettatura di testi o appunti - da un eccessivo carico di compiti - dallo studio mnemonico di poesie, formule, definizioni - dall’eseguire più esercizi di verifica con lo stesso obiettivo - dal sostenere verifiche scritte per le materie orali - dalla valutazione nelle prove scritte di lingua straniera - dal disegno tecnico - dalla pratica strumentale (es. flauto…) - altro…. STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE ITALIANO • Schede per le forme verbali, per l’analisi grammaticale, logica del periodo, aiuti per i tempi verbali; • Uso sintetizzatore vocale per i testi; • Uso registrazioni; • Computer con correttore automatico e vari programmi internet; • Uso di materiali differenti per appuntare o per fissare graficamente informazioni specifiche; • Sintesi, schemi elaborati dai docenti, mappe concettuali; • Conoscenze, elaborati vari, documenti o fotografie preparati in ambiente domestico; • Tabella di analisi grammaticale dei verbi. STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE LINGUE STRANIERE • Privilegiare la comunicazione orale con valorizzazione di eventuali esperienze pregresse; • Negli elaborati scritti, limitare le correzioni ai soli errori replicabili e modificabili, nonché prevedere un aiuto esterno per le trascrizioni (compagni, docenti medesimi); • Lettura da parte del docente dei Compiti in classe scritti; • Computer con correttore automatico e vari programmi internet; • Uso di materiali differenti per appuntare o per fissare graficamente informazioni specifiche; • Sintesi, schemi elaborati dai docenti, mappe concettuali; • Conoscenze, elaborati vari, documenti o fotografie preparati in ambiente domestico. STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE MATEMATICA, SCIENZE • Tabelle pitagoriche, tavola della memoria, tavola delle formule, delle misure o dei linguaggi specifici; • Strutturazione dei problemi per fasi; • Uso della calcolatrice; • Computer con correttore automatico e vari programmi internet; • Uso di materiali differenti per appuntare o per fissare graficamente informazioni specifiche; • Sintesi, schemi elaborati dai docenti, mappe concettuali; • Conoscenze, elaborati vari, documenti o fotografie preparati in ambiente domestico. STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE STORIA, GEOGRAFIA • Cartine geografiche, storiche; • Computer con correttore automatico e vari programmi internet; • Uso di materiali differenti per appuntare o per fissare graficamente informazioni specifiche; • Sintesi, schemi elaborati dai docenti, mappe concettuali; • Conoscenze, elaborati vari, documenti o fotografie preparati in ambiente domestico; • Ruota dei mesi, Ruota del Tempo. IL PAI • Piano annuale per l’inclusività. • È parte integrante del POF. • Non è un ulteriore adempimento burocratico. • Accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educate sulla trasversalità e centralità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi. • Il fine è quello di creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola per tutti e per ciascuno. PAI Piano annuale per l’inclusività C.M n. 8 · “elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno); · un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non; · all’inizio di ogni anno scolastico il Gruppo propone al Collegio dei Docenti una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da porre in essere, che confluisce nel Piano annuale per l’inclusività. VERIFICA E VALUTAZIONE Alunni con disabilità • Verifiche uguali, semplificate o differenziate sulla base del PEI • Valutazione secondo criteri educativi e didattici stabiliti nel PEI, svolta da tutti i docenti del CdCteam • PEI semplificato/facilitato: titolo di studio • PEI differenziato: attestazione delle competenze VERIFICA E VALUTAZIONE Alunni con DSA • Verifiche coerenti con quanto stabilito nel PDP (tempi più lunghi, verifiche graduate, uso di strumenti compensativi, svolgimento di un numero minore di esercizi ) • Valutazione secondo quanto dichiarato nel PDP (prestando attenzione alla padronanza dei contenuti e prescindendo dagli errori connessi al disturbo) • Massima flessibilità didattica nell’apprendimento della lingua straniera VERIFICA E VALUTAZIONE Alunni con BES VERIFICA E VALUTAZIONE Alunni con BES La valutazione deve tener conto: • della situazione di partenza • dei risultati raggiunti nel personale percorso di apprendimento • dei risultati riconducibili ai livelli essenziali previsti • delle competenze acquisite È importante che il Collegio: • stabilisca i livelli essenziali di competenza disciplinare • concordi eventuali modalità di raccordo con i contenuti disciplinari previsti per l’interclasse VERIFICA E VALUTAZIONE Alunni con BES La valutazione deve tener conto: • Il CdC / team docenti deve: • definire chiaramente che cosa, come e perché si sta valutando • separare i contenuti della valutazione dalle capacità strumentali necessarie a condividerli ed esplicitarli • dedicare attenzione al processo più che al solo elaborato • predisporre lo svolgimento delle verifiche secondo le condizioni abituali individuate per lo studente IL CURRICOLO • Il Curricolo è il cuore didattico del POF, viene predisposto dalla comunità professionale, nel rispetto degli orientamenti e dei vincoli posti dalle Indicazioni. • La sua elaborazione è il terreno si ci si misura concretamente la capacità progettuale di ogni scuola. • È un progetto finalizzato a realizzare un rapporto di reciprocità culturale e didattico con l’ambiente, che consenta agli alunni di imparare ad essere ed imparare a vivere, imparare ad imparare ed imparare ad inventare. • Si articola attraverso i campi di esperienza nella Scuola dell’infanzia e attraverso le discipline nella scuola del Primo ciclo. UNA RETE CHE CATTURA IL DISAGIO •Scuola •Famiglia •Studenti •Specialisti Il lavoro integrato è la vera ed unica risorsa vincente all’interno del sistema scolastico che si occupi e preoccupi davvero dei suoi alunni, che investe forze, tempo e denaro nella centralità dell’educazione, che si adoperi per edificare una scuola per ciascuno, non semplicemente una scuola per tutti. Cara signora, lei di me non ricorderà neppure il nome. Ne ha bocciati tanti. Io invece ho ripensato spesso a lei, ai suoi colleghi, a quell’istituzione che chiamate scuola, ai ragazzi che «respingete». Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate. «Lettera ad una Professoressa» di Don Lorenzo Milani, ideatore ed animatore della scuola di Barbiana. Perché c’è una normativa ben Perché c’è una normativa ben precisa che… precisa che… UNA SCUOLA ci fa capire che ci fa capire che è ora di attuare NON una PER è ora di attuare una SCUOLA per TUTTI ma …… SCUOLA INCLUSIVA CIASCUNO Se vi è stata la necessità di scrivere una normativa sui BES questo sta a significare, da una parte, la volontà e la lungimiranza di costruire una scuola sempre più attenta ai diversificati bisogni dei ragazzi e che non escluda nessuno, ma indica anche che la strada per una scuola di tutti e per ciascuno è ancora un ideale da raggiungere e a cui guardar per orientarsi nel delicato e complesso compito didattico ed educativo. ……se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola….. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati. grazie