Eugenio Lampacrescia – Laura Porfiri
BES E INCLUSIVITÀ
Metodi e strumenti per una didattica individualizzata e personalizzata
”Immaginiamo di trovarci in un posto con una lingua
totalmente diversa o che non riusciamo a ben
comprendere: sentiamo sorgere un senso di profondo
disagio perché manca una comunicazione completa, reale,
intima . Ma riusciamo a tranquillizzarci perché il nostro
soggiorno avrà termine e, con il rientro a casa, potremo
tornare ad esprimerci, a parlare in rapporto allo stesso
quadro di riferimento, a trovare uno scambio vero, uno
scambio pieno. Pensiamo invece al disagio di questi
bambini che non possono tornare a casa, in un mondo
dove devono rincorrere punti di riferimento…che
rimangono stranieri, soprattutto se noi siamo per loro
stranieri, chiudendoci nell’incomprensione”.
In un recente passato,
negli ambienti scolastici,
gli alunni con difficoltà
relative alle abilità di
lettura, di scrittura o di
calcolo venivano
soventemente etichettati
come soggetti con
“mancanza di volontà e/o
impegno”, “pigri”, senza
interessi”, etc..
Perché c’è una normativa ben
precisa che…
ci fa capire che
è ora di attuare una
SCUOLA INCLUSIVA
Cosa dice la normativa ?
• Costituzione Italiana
art. 34 “La scuola è aperta a tutti”
• Direttiva MIUR del 27 Dicembre 2012
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi
Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione
scolastica”
• C.M. n.8 del 6 marzo 2013
Indicazioni operative
Cosa dice la normativa ?
Direttiva MIUR del 27 Dicembre 2012
“Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può
manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici,
biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali,
rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata
e personalizzata risposta.
Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche
mediante un approfondimento delle relative competenze
degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta
interazione tra tutte le componenti della comunità
educante.”
CHE COS’È IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE?
Il Bisogno Educativo Speciale
rappresenta qualsiasi
difficoltà evolutiva di funzionamento
in ambito educativo e/o apprenditivo
che necessita di
educazione speciale individualizzata
finalizzata
all’inclusione.
I Bisogni Educativi Speciali incidono tutte quelle
condizioni fisiche, biologiche, fisiologiche,
psicologiche e sociali che richiedono un’analisi del
bisogno, un’individuazione delle problematiche,
non disgiunta dell’identificazione delle risorse
specifiche del soggetto,
cioè i suoi punti di forza.
LE MACRO AREE DEI BES
1.Patologie con diagnosi clinica certificata
(Legge 104/92 e la Legge 170)
2.Patologie su diagnosi non certificata
3.Problematiche emerse a scuola
LE MACRO AREE DEI BES
1. Patologie con diagnosi clinica certificata
(Legge 104/92 e la Legge 170)
- Disabilità: con attinenza alla legge 104/92: riferimento legislativo per
l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.
Il presupposto è che l’autonomia e l’integrazione sociale siano possibili da
raggiungere solo garantendo un adeguato sostegno alle persone con handicap
e alle loro famiglie.
- DSA: riconosciuti dalla Legge 8 ottobre 2010 n. 170. I disturbi
dell’Apprendimento comprendono:
Dislessia
Disortografia
Discalculia
Disgrafia
LE MACRO AREE DEI BES
2. Patologie si diagnosi non certificata
- Disturbi specifici del linguaggio
- Disturbi della coordinazione motoria
- Disturbo dell’attenzione e iperattività
- Borderline cognitivi
LE MACRO AREE DEI BES
3. Problematiche emerse a scuola
Condizioni di difficoltà causate e derivate da:
- Disagio
- Assenze ripetute
- Svantaggio socio culturale
- Svantaggio linguistico
- Svantaggio socio-economico
ICF:INTERNATIONAL CLASSIFICATION OF FUNCTIONING, DISABILITY AND HEALTH
• L' ICF è la classificazione del funzionamento, disabilità e della
salute, in inglese International Classification of Functioning,
Disability and Health, promossa dall'Organizzazione mondiale
della sanità (OMS).
• La classificazione ICF completa la classificazione ICD-10, che
contiene informazioni sulla diagnosi e sull'eziologia della
patologia. Al contrario l'ICF non contiene riferimenti alla
malattia, ma si riferisce al solo funzionamento. L'ICD-10 e l'ICF
usati in modo complementare forniscono un quadro globale
della malattia e del funzionamento dell'individuo.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA
“CONDIZIONI FISICHE ” DIFFICILI :
• ospedalizzazioni
• malattie acute/croniche (diabete, allergie, ecc..)
• lesioni
• fragilità
• anomalie cromosomiche
• ecc.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA OSTACOLI PRESENTI
NEI “ FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI ” :
• famiglia problematica
• pregiudizi ed ostilità culturali
• difficoltà socioeconomiche
• ambienti deprivati/devianti
• scarsità di servizi
• scarsa preparazione/disponibilità degli insegnanti
• materiali di apprendimento inadeguati.
•ecc. ecc.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA OSTACOLI PRESENTI
NEI “ FATTORI CONTESTUALI PERSONALI ” :
• problemi emozionali
• problemi comportamentali
• scarsa autostima
• scarsa autoefficacia
• stili attributivi distorti
• scarsa motivazione
• difficoltà nell’identità e nel progetto di Sé
• ecc.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA MENOMAZIONI
NELLE “ STRUTTURE CORPOREE ” :
• mancanza di arti
• mancanza o anomalie in varie parti
anatomiche
• altre anomalie strutturali
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA DEFICIT NELLE
“ FUNZIONI CORPOREE ” :
• difficoltà cognitive
(attenzione, memoria, ecc.)
• difficoltà sensoriali
• difficoltà motorie
• ecc.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA DIFFICOLTÀ NELLE
“ ATTIVITA’ PERSONALI ”,
CIOÈ SCARSE CAPACITÀ DI:
• apprendimento
• applicazione delle conoscenze
• pianificazione delle azioni
• autoregolazione
• comunicazione/linguaggi
• interazione/relazione
• autonomia personale/sociale
• ecc.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI DA DIFFICOLTÀ O
OSTACOLI NELLA “ PARTECIPAZIONE SOCIALE ” :
• difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei
contesti dell’istruzione (integrazione nelle
attività scolastiche)
• difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei
contesti della vita extrascolastica e di
comunità
LA DIDATTICA INCLUSIVA
• La diversità come risorsa e
essenziale della condizione umana
caratteristica
• Didattica individualizzata e personalizzata
• Le risorse per l’inclusione
Cosa è richiesto alla scuola?
• Per gli altri alunni con B.E.S. i Consigli di Classe hanno
l’obbligo di personalizzare la didattica, anche adottando
misure compensative e/o Dispensative.
STRUMENTO PRIVILEGIATO E’ IL P.D.P., inteso come percorso
individualizzato che consente di:
definire, monitorare, documentare le strategie di intervento
più idonee, sulla base di una elaborazione collegiale,
corresponsabile e partecipata.
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Individualizzazione
Assicura a tutti gli studenti la possibilità di
raggiungere le competenze fondamentali del
curricolo, mettendo in atto strategie di
diversificazione dei processi di
insegnamento.
L’individualizzazione della didattica vuole far
sì che certi obiettivi siano raggiunti da tutti.
MASTERY LEARNING
Modello operativo didattico per l’individualizzazione della didattica
Quattro fasi di applicazione:
1.
2.
3.
4.
Livello di tipo istruttivo:
Valutazione intermedia
Attività di recupero
Valutazione finale
MASTERY LEARNING
1. Livello di tipo istruttivo
Il docente espone e spiega i contenuti dell’unità
didattica, propone esercizi e assegna compiti di
studio, anche diversificati negli accessi a seconda delle
difficoltà degli alunni, deelle eventuali segnalazioni e
certificazioni cliniche. In quest’ultimo caso la presenza
dell’insegnante di sostegno è particolarmente utile in
chiave mediativa.
MASTERY LEARNING
2. Valutazione intermedia
Valutazione successiva allo svolgimento dell’unità didattica
che serve per verificare l’apprendimento, individuare le
lacune più diffuse e gli alunni in difficoltà.
MASTERY LEARNING
3. Attività di recupero
Concede ulteriore tempo per l’apprendimento ed anche
diversificando l’approccio, gli obiettivi che in taluni casi
possono essere ridotti e i metodi didattici con lo scopo di
colmare le lacune e aiutare gli studenti in maggiore
difficoltà.
MASTERY LEARNING
4. Valutazione finale
Si verifica l’efficacia dell’attività di recupero e si realizza un
bilancio generale del profitto individuale e di gruppo.
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Personalizzazione
Calibra l’intervento e le strategie didattiche sulla
specificità ed unicità a livello personale dei bisogni
educativi.
Favorisce l’accrescimento dei punti di forza di ciascun
alunno, prestando attenzione alla tipologia di intelligenza,
agli stili di apprendimento, alle preferenze, alle risorse e ai
talenti.
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Personalizzazione
Promuove le potenzialità e permetto un successo scolastico ad
ogni alunno, anche nel caso di handicap e deficit o
momentaneo bisogno educativo speciale.
Fondamentale è individuare e rimandare allo studente i suoi
punti di forza e prenderne consapevolezza: questo permetterà
a tutti di sperimentare un dimensione di successo, accrescere
l’autoefficacia e l’autostima.
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Personalizzazione
4 condizioni irrinunciabili:
1. Pluralismo dei processi formativi
2. Possibilità di scelta
3. Consapevolezza delle proprie abilità
4. Realizzazione di un adeguato setting didattico
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Personalizzazione
1. Pluralismo dei processi formativi
Attraverso piste differenziate, NON alternative o compensative
come accade per l’individualizzazione, si offre la possibilità allo
studente di sviluppare il proprio profilo cognitivo.
E’ fondamentale individuare le intelligenze e i rispettivi stili
cognitivi di ogni alunno, così come individuati da Gardner nelle
sue intelligenze multiple e costruire una didattica che permetta
il loro potenziamento.
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Personalizzazione
2. Possibilità di scelta
Possibilità di scelta da parte dell’alunno:
il sistema scolastico è attrezzato ed organizzato per permettere
una vera scelta?
E’ possibile pensare ed offrire altre opportunità nella
complessiva offerta formativa della scuola, extra orario o
raccordandosi sul territorio con altre agenzie educative
dedicate a specifiche abilità, nell’ottica della sussidiarietà
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Personalizzazione
3. Consapevolezza delle proprie abilità
Spesso gli alunni confondono le loro preferenze con le loro
attitudini: è necessario che l’alunno sia sostenuto nel fare una
realistica autovalutazione.
Concedere uno spazio sereno di esplorazione e di necessaria
variabilità e instabilità.
INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Personalizzazione
4. Realizzazione di un adeguato setting didattico
Lo studente deve poter usufruire di spazi, tempi e supporti
didattici adeguati.
Il talento è condizione innata, non può essere trasmesso MA ha
bisogno del contatto con il contesto, con l’ambiente per poter
essere attivato, consapevolizzato, potenziato e sviluppato.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
È il principale rappresentante della teoria delle
intelligenze multiple.
Tramite lo studio di pazienti con danni
celebrali e geni in qualche particolare area
ha catalogato, inizialmente, 7 diversi tipi di
intelligenza, localizzati in parti differenti
del cervello, di cui fa parte anche
l’intelligenza logico-matematica (l’unica su
cui era basato l’originale test di
misurazione del QI).
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
Nella teoria di Gardner la parola intelligenza è usata in due sensi.
1) L’intelligenza può denotare una caratteristica specie-specifica;
l’uomo sapiens fa parte delle specie che possono utilizzare queste
otto intelligenze.
2) L’intelligenza può denotare anche una differenza individuale.
Mentre tutti gli esseri umani posseggono tutte le otto intelligenze,
ogni persona ha però la propria particolare miscela o amalgama delle
intelligenze.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
1. Intelligenza Linguistica:
è l’intelligenza legata alla capacità di utilizzare un
vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede
solitamente sa variare il suo registro linguistico in base
alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul
linguaggio. Possono averla poeti, scrittori, linguisti,
filologi, oratori.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
2. Intelligenza Logico-Matematica:
coinvolge sia l’emisfero cerebrale sinistro, che
ricorda i simboli matematici, che quello di destra,
nel quale sono elaborati i concetti. È l’intelligenza
che riguarda il ragionamento deduttivo, la
schematizzazione e le catene logiche. La
possiedono solitamente scienziati, ingegneri,
tecnologi.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
3. Intelligenza Spaziale:
concerne la capacità di percepire forme e oggetti
nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una
sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le
caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in
luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali
secondo schemi mentali piuttosto complessi. La
possiedono scultori, pittori, architetti, ingegneri,
chirurghi ed esploratori.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
4. Intelligenza Corporeo-Cinestesica:
coinvolge il cervelletto, i gangli fondamentali, il
talamo e vari altri punti del nostro cervello. Chi la
possiede ha una padronanza del corpo che gli
permette di coordinare bene i movimenti. Ce
l’hanno in misura peculiare ballerini, coreografi,
sportivi, artigiani.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
5. Intelligenza Musicale:
normalmente è localizzata nell’emisfero destro del
cervello, ma le persone con cultura musicale
elaborano la melodia in quello sinistro. Chi ne è dotato
solitamente ha uno spiccato talento per l’uso di uno o
più strumenti musicali, o per la modulazione canora
della propria voce. La possiedono prevalentemente i
compositori, i musicisti e i cantanti.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
6. Intelligenza Interpersonale:
riguarda la capacità di comprendere gli altri, le
loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare
situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli
sociali e personali vantaggiosi. È presente in
maggior misura in politici, leader, imprenditori di
successo, psicologi.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
7. Intelligenza Intrapersonale:
riguarda la capacità di comprendere la propria
individualità, di saperla inserire nel contesto sociale
per ottenere risultati migliori nella vita personale, e
anche di sapersi immedesimare in ruoli e sentimenti
diversi dai propri. Non è prerogativa di qualcuno,
benché la possiedano, in particolare, gli attori.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
8. Intelligenza Naturalistica:
consiste nel saper individuare determinati oggetti
naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere
le relazioni tra di essi. È l’intelligenza tipica di
biologi, astronomi, antropologi, medici e altri.
HOWARD GARDNER E LE INTELLIGENZE MULTIPLE
9. Intelligenza Esistenziale:
rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente
sui grandi temi dell’esistenza, come la natura
dell’uomo, e di ricavare da sofisticati processi di
astrazione delle categorie concettuali che possano
essere valide universalmente. È tipica dei filosofi e
degli psicologi, e in parte anche dei fisici.
Cosa è richiesto alla scuola?
Collaborazione con le FAMIGLIE
« È necessario che l’attivazione di un percorso
individualizzato e personalizzato per un alunno con
Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di
classe - ovvero, nelle scuole primarie, da tutti i componenti
del team docenti - dando luogo al PDP, firmato dal
Dirigente scolastico (o da un docente da questi
specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia. Nel
caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per finalità
istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP apposita
autorizzazione da parte della famiglia.»
Cosa è richiesto alla scuola?
Istituzione del GLI (gruppo di lavoro per
l’inclusione) Gruppo allargato che non
comprenderà solo i docenti di sostegno, ma
anche funzioni strumentali, docenti disciplinari,
assistenti educativi – culturali.
Cosa è richiesto alla scuola?
Il GLI dovrà
• Trattare le questioni relative a tutti gli alunni con BES
certificati e non.
• Programmare un utilizzo funzionale delle risorse
presenti nella scuola (laboratori, strumenti, risorse
umane..) per la realizzazione di un progetto di inclusione
condiviso con docenti, le famiglie e i servizi socio
sanitari.
Cosa è richiesto alla scuola?
...il GLI dovrà
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con
disabilità.
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DSA.
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DDAI
(disturbi di attenzione e iperattività – inglese ADHD).
• Coordinarsi con i vari Consigli di classe per stendere un
piano di intervento per gli alunni con BES non certificati o
certificabili.
Cosa è richiesto alla scuola?
Compiti dei Consigli di classe:
• Individuare gli alunni con BES nell’area dello
svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.
Nella circ.8/13 si legge “tali tipologie di BES dovranno
essere individuate sulla base di elementi oggettivi (ad
es. segnalazioni da parte dei servizi sociali, ma anche
su ben fondate considerazioni pedagogiche e
didattiche”.
• Predisporre un piano didattico personalizzato.
Cosa è richiesto alla scuola?
Il Consiglio di classe verifica e valuta l’efficacia degli
interventi programmati e di conseguenza prosegue o
modifica e/o amplia la tipologia di interventi.
Il GLI incontrerà, periodicamente, i coordinatori/docenti
delle classi con alunni con BES per una verifica e
valutazione su quanto fatto e sui risultati degli interventi
relativi agli alunni con disabilità/ con DSA/ con altri
bisogni speciali.
Quali strategie adottare?
Le metodologie e le strategie didattiche devono essere volte a:
• ridurre al minimo i modi tradizionali “di fare scuola” (lezione frontale,
completamento di schede che richiedono ripetizione di nozioni o applicazioni di
regole memorizzate, successione di spiegazione-studio interrogazioni …).
• sfruttare i punti di forza di ciascun alunno, adattando i compiti agli stili di
apprendimento degli studenti e dando varietà e opzioni nei materiali e nelle
strategie d’insegnamento.
• Utilizzare mediatori didattici diversificati (mappe, schemi, immagini)
collegare l’apprendimento alle esperienze e alle conoscenze pregresse degli studenti.
• Favorire l’utilizzazione immediata e sistematica delle conoscenze e abilità,
mediante attività di tipo laboratoriale.
• Sollecitare la rappresentazione di idee sotto forma di mappe da utilizzare come
facilitatori procedurali nella produzione di un compito
• Far leva sulla motivazione ad apprendere.
Cosa dice la normativa ?
C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prefigura:
Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e
personalizzato, redatto in un Piano Didattico
Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire,
monitorare e documentare, secondo un’elaborazione
collegiale, corresponsabile e partecipata,
le strategie di intervento più idonee
e i criteri di valutazione
degli apprendimenti.
PDP: PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
«Gli studenti in difficoltà hanno il diritto
alla personalizzazione degli apprendimenti»
legge 53/2003
GLI ATTORI DEL PDP
• Il PDP è il risultato di una progettualità condivisa a più livelli:
1. Scuola
2. Famiglia
3. Esperti
• È importante elaborare in modo collegiale e corresponsabile il PD,
puntando non sulla quantità di dispense e compensazioni, ma sulla
loro effettiva pertinenza ed efficacia nel processo di apprendimento
personale di ciascuno studente e si criteri di azione e valutazione
fattivamente condivisi dai docenti.
• Offrire maggiori opportunità formative non abbassare i livelli di
apprendimento.
La capacità di osservazione degli insegnanti
svolge un ruolo fondamentale non solo a
partire dalla scuola dell’infanzia e dalla scuola
primaria, ma anche in tutto il percorso
scolastico, per individuare le difficoltà e anche
quelle caratteristiche e quegli stili cognitivi su
cui puntare per il raggiungimento del successo
formativo.
FASI DI COSTRUZIONE DEL PDP
1. Condivisione difficoltà alunno e valutazione del
bisogno in seguito ad un’attenta e mirata
osservazione del gruppo classe.
2. Definizione dei livelli di apprendimento nelle diverse
discipline: individuazione punti di forza e difficoltà.
3. Definizione condivisa strategie di intervento.
4. Comunicazione e condivisione con la famiglia
delle strategie di intervento e dei tempi di verifica.
Come predisporre un PDP ?
Il consiglio di classe, individuati gli alunni con BES, collegialmente :
• individua le carenze/problemi/bisogni educativi
dell’alunno.
• programma gli interventi/attività/laboratori.
Ogni docente si impegna per quanto riguarda la sua area
disciplinare e per quanto riguarda gli obiettivi trasversali
ad “attivare” quanto programmato e nei tempi previsti.
CONTENUTI DEL PDP PER I BES
Dati
anagrafici degli alunni
Risorse dell’allievo
Indicazioni significative
• Tipologia disturbo
• Attività didattiche
individualizzato e
personalizzate
• Strumenti
compensativi utilizzati:
solo se necessari
•
•
•
•
•
Stile di apprendimento
Interessi ed hobby
Attività in cui riesce
Difficoltà percepite
Riflessione metacognitiva sulle
difficoltà
• Come si organizza nello studio
a casa
• Chi lo aiuta e per quali
materie
1. Realistiche
2. Concrete
3. Coerenti
4. Verificabili
UN PDP PUÒ DIRSI EFFICACE SE:
Riuscirà a rendere plasmabili e
modellabili i procedimenti educativi
ed applicativi degli insegnanti e, per
ciò che concerne la loro sfera di
competenza, la famiglia dell’alunno.
P
D
P
•Lo scopo è offrire maggiori opportunità
formative attraverso la flessibilità dei percorsi,
non certo abbassare i livelli di apprendimento.
•Il PDP come strumento in più per curvare la
metodologia alle esigenze dell’alunno, o
meglio alla sua persona rimettendo
all’esclusiva discrezionalità dei docenti la
decisione in ordine alle scelte didattiche, ai
percorsi da seguire e alle modalità di
valutazione.
• Questo alunno è BES, DUNQUE la scuola deve predisporre un PDP.
• Questo alunno è BES PERCHÉ secondo la scuola o in seguito a
diagnosi o certificazione ha bisogno di un PDP.
La legge 170/2010, art.5, lettera «b» richiama
le Istituzioni scolastiche
all’obbligo di garantire :
«l’introduzione di strumenti compensativi,
compresi i mezzi di apprendimento alternativi e
le tecnologie informatiche, nonché misure
dispensative da alcune prestazioni non
essenziali ai fini della qualità dei concetti da
apprendere».
GLI STRUMENTI COMPENSATIVI
• La Direttiva e la Circolare sui BES precisano che:
«le scuole, con determinazioni assunte dai consigli di classe,
risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata
dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, possono avvalersi per tutto gli alunni
con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e
delle misure dispensatore previste dalle disposizioni attuative
della legge 170/2010 (D.M. 5669/2011)».
STRUMENTI COMPENSATIVI
Gli STRUMENTI COMPENSATIVI sono strumenti che
permettono di compensare la debolezza
funzionale derivante dal disturbo, facilitando
l’esecuzione dei compiti automatici (“non
intelligenti”) compromessi dal disturbo specifico,
proprio come un paio di occhiali permette al miope di
leggere ciò che è scritto sulla lavagna.
STRUMENTI COMPENSATIVI
Nell’ambito delle diverse discipline, l’alunno può usufruire dei seguenti
strumenti compensativi:
- libri digitali o audiolibri
- tabelle, formulari, sintesi, schemi o mappe
- lettura ad alta voce delle consegne durante le verifiche
- calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante
- computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante e
scanner
- registratore o “smart pen”
- software didattici, computer con sintetizzatore vocale
- vocabolari e dizionari digitali
- altro ….
MISURE DISPENSATIVE
Le MISURE DISPENSATIVE riguardano la
dispensa da alcune prestazioni (lettura ad alta
voce, prendere appunti…), i tempi
personalizzati di realizzazione delle attività, la
valutazione (non viene valutata la forma ma
solo il contenuto,…).
MISURE DISPENSATIVE
L’alunno può essere dispensato:
- dalla lettura ad alta voce
- dal copiare alla lavagna
- dal prendere appunti
- dal ricopiare
- dalla dettatura di testi o appunti
- da un eccessivo carico di compiti
- dallo studio mnemonico di poesie, formule, definizioni
- dall’eseguire più esercizi di verifica con lo stesso obiettivo
- dal sostenere verifiche scritte per le materie orali
- dalla valutazione nelle prove scritte di lingua straniera
- dal disegno tecnico
- dalla pratica strumentale (es. flauto…)
- altro….
STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE
ITALIANO
• Schede per le forme verbali, per l’analisi grammaticale, logica del
periodo, aiuti per i tempi verbali;
• Uso sintetizzatore vocale per i testi;
• Uso registrazioni;
• Computer con correttore automatico e vari programmi internet;
• Uso di materiali differenti per appuntare o per fissare graficamente
informazioni specifiche;
• Sintesi, schemi elaborati dai docenti, mappe concettuali;
• Conoscenze, elaborati vari, documenti o fotografie preparati in
ambiente domestico;
• Tabella di analisi grammaticale dei verbi.
STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE
LINGUE STRANIERE
• Privilegiare la comunicazione orale con valorizzazione di eventuali
esperienze pregresse;
• Negli elaborati scritti, limitare le correzioni ai soli errori replicabili e
modificabili, nonché prevedere un aiuto esterno per le trascrizioni
(compagni, docenti medesimi);
• Lettura da parte del docente dei Compiti in classe scritti;
• Computer con correttore automatico e vari programmi internet;
• Uso di materiali differenti per appuntare o per fissare graficamente
informazioni specifiche;
• Sintesi, schemi elaborati dai docenti, mappe concettuali;
• Conoscenze, elaborati vari, documenti o fotografie preparati in
ambiente domestico.
STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE
MATEMATICA, SCIENZE
• Tabelle pitagoriche, tavola della memoria, tavola delle formule, delle
misure o dei linguaggi specifici;
• Strutturazione dei problemi per fasi;
• Uso della calcolatrice;
• Computer con correttore automatico e vari programmi internet;
• Uso di materiali differenti per appuntare o per fissare graficamente
informazioni specifiche;
• Sintesi, schemi elaborati dai docenti, mappe concettuali;
• Conoscenze, elaborati vari, documenti o fotografie preparati in
ambiente domestico.
STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE
STORIA, GEOGRAFIA
• Cartine geografiche, storiche;
• Computer con correttore automatico e vari programmi internet;
• Uso di materiali differenti per appuntare o per fissare graficamente
informazioni specifiche;
• Sintesi, schemi elaborati dai docenti, mappe concettuali;
• Conoscenze, elaborati vari, documenti o fotografie preparati in
ambiente domestico;
• Ruota dei mesi, Ruota del Tempo.
IL PAI
• Piano annuale per l’inclusività.
• È parte integrante del POF.
• Non è un ulteriore adempimento burocratico.
• Accrescere la consapevolezza dell’intera comunità
educate sulla trasversalità e centralità dei processi
inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi.
• Il fine è quello di creare un contesto educante dove
realizzare concretamente la scuola per tutti e per
ciascuno.
PAI
Piano annuale per l’inclusività C.M n. 8
· “elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività
riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno
scolastico (entro il mese di Giugno);
· un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche,
istituzionali e non;
· all’inizio di ogni anno scolastico il Gruppo propone al Collegio dei
Docenti una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle
attività da porre in essere, che confluisce nel Piano annuale per
l’inclusività.
VERIFICA E VALUTAZIONE
Alunni con disabilità
• Verifiche uguali, semplificate o differenziate sulla
base del PEI
• Valutazione secondo criteri educativi e didattici
stabiliti nel PEI, svolta da tutti i docenti del CdCteam
• PEI semplificato/facilitato: titolo di studio
• PEI differenziato: attestazione delle competenze
VERIFICA E VALUTAZIONE
Alunni con DSA
• Verifiche coerenti con quanto stabilito nel PDP (tempi più
lunghi, verifiche graduate, uso di strumenti compensativi,
svolgimento di un numero minore di esercizi )
• Valutazione secondo quanto dichiarato nel PDP
(prestando
attenzione alla padronanza dei contenuti e prescindendo
dagli errori connessi al disturbo)
• Massima flessibilità didattica nell’apprendimento della
lingua straniera
VERIFICA E VALUTAZIONE
Alunni con BES
VERIFICA E VALUTAZIONE
Alunni con BES
La valutazione deve tener conto:
• della situazione di partenza
• dei risultati raggiunti nel personale percorso di apprendimento
• dei risultati riconducibili ai livelli essenziali previsti
• delle competenze acquisite
È importante che il Collegio:
• stabilisca i livelli essenziali di competenza disciplinare
• concordi eventuali modalità di raccordo con i contenuti
disciplinari previsti per l’interclasse
VERIFICA E VALUTAZIONE
Alunni con BES
La valutazione deve tener conto:
• Il CdC / team docenti deve:
• definire chiaramente che cosa, come e perché si sta valutando
• separare i contenuti della valutazione dalle capacità
strumentali necessarie a condividerli ed esplicitarli
• dedicare attenzione al processo più che al solo elaborato
• predisporre lo svolgimento delle verifiche secondo le
condizioni abituali individuate per lo studente
IL CURRICOLO
• Il Curricolo è il cuore didattico del POF, viene predisposto dalla
comunità professionale, nel rispetto degli orientamenti e dei vincoli
posti dalle Indicazioni.
• La sua elaborazione è il terreno si ci si misura concretamente la capacità
progettuale di ogni scuola.
• È un progetto finalizzato a realizzare un rapporto di reciprocità culturale
e didattico con l’ambiente, che consenta agli alunni di imparare ad
essere ed imparare a vivere, imparare ad imparare ed imparare ad
inventare.
• Si articola attraverso i campi di esperienza nella Scuola dell’infanzia e
attraverso le discipline nella scuola del Primo ciclo.
UNA RETE CHE CATTURA IL DISAGIO
•Scuola
•Famiglia
•Studenti
•Specialisti
Il lavoro integrato è la vera ed unica risorsa
vincente all’interno del sistema scolastico che
si occupi e preoccupi davvero dei suoi alunni,
che investe forze, tempo e denaro nella
centralità dell’educazione, che si adoperi per
edificare una scuola per ciascuno, non
semplicemente una scuola per tutti.
Cara signora,
lei di me non ricorderà
neppure il nome.
Ne ha bocciati tanti.
Io invece ho ripensato spesso a lei,
ai suoi colleghi, a quell’istituzione che chiamate
scuola, ai ragazzi che «respingete».
Ci respingete nei campi e nelle fabbriche
e ci dimenticate.
«Lettera ad una Professoressa»
di Don Lorenzo Milani, ideatore ed animatore della scuola di Barbiana.
Perché c’è una normativa ben
Perché c’è una normativa ben precisa che…
precisa
che…
UNA
SCUOLA
ci fa capire che
ci fa capire che
è ora di attuare
NON una
PER
è ora di attuare una
SCUOLA per TUTTI ma ……
SCUOLA
INCLUSIVA
CIASCUNO
Se vi è stata la necessità di scrivere una normativa
sui BES questo sta a significare, da una parte, la
volontà e la lungimiranza di costruire una scuola
sempre più attenta ai diversificati bisogni dei
ragazzi e che non escluda nessuno, ma indica anche
che la strada per una scuola di tutti e per ciascuno è
ancora un ideale da raggiungere e a cui guardar per
orientarsi nel delicato e complesso compito didattico
ed educativo.
……se si perde loro
(i ragazzi più difficili)
la scuola non è più scuola…..
È un ospedale che cura i sani
e respinge i malati.
grazie