Casa del Fascio,
Como, 1932-36
Giuseppe Terragni
Grandi Maestri
Testo e Foto Maria De Santis
Elaborazioni grafiche Maria De Santis
La Casa del Fascio probabilmente
L’edificio, costruito ai margini del centro
rispondevano a perplessità espresse dalla
rappresenta l’esito più emblematico del
storico della città, nella piazza retrostante il
committenza sulla insufficiente
razionalismo italiano, un movimento di
duomo, è un blocco compatto rivestito di
monumentalità dell’edificio. Le riserve sulla
ascendenza modernista fondato nel 1926 da
lastre di calcare di Botticino, di quattro piani,
nudità e sull’anonimia dell’edificio sono
un gruppo di giovani architetti, il Gruppo 7.
compreso il piano terreno e l’attico, con una
riemerse ripetutamente durante e dopo la
Un gruppo che tentò di fondere il linguaggio
corte centrale coperta.
costruzione e, forse, la questione fu risolta
astratto della modernità con gli ideali
La facciata sulla piazza è composta di un
rinviandola semplicemente alla decorazione
classici, pervenendo ad una sintesi,
esile loggiato e di una lastra muraria; sugli
prevista sulla facciata principale, che di fatto
approvata dal regime, che, nel capolavoro
altri prospetti, muri pieni, pannelli di
non fu mai realizzata.
della Casa del Fascio di Terragni, sembrò
vetrocemento, ampie finestre compongono
Gli elementi nuovi che caratterizzano
dare forma concreta a quella “casa di vetro”
variati partiti architettonici, in dinamica
l’assetto definitivo del progetto (approvato
che Mussolini aveva indicato come
sequenza. Attraverso diciotto ante di vetro,
nel 1933), e cioè l’accentuata compattezza
rappresentazione dell’ideologia fascista.
simultaneamente ruotanti, si passa nell’atrio
del blocco e la copertura luminosa della
La modernità in questo progetto si
e quindi nella grande, centrale sala delle
corte centrale con affaccio interno dei
estrinseca interamente nelle innovative
adunate. Il progetto crea una sequenza
disimpegni dei due piani inferiori, sono quindi
configurazioni delle facciate: articolazioni
longitudinale d’accesso, piazza-atrio-corte
nati come atto conclusivo di sintesi della
plastiche in sostituzione del repertorio di
centrale, e un’asse trasversale, con a sinistra
definizione dell’organismo nel suo
paraste, nicchie, cornici che tradizionalmente
il sacrario e a destra la scala principale.
complesso.
movimentavano la parete muraria. Tuttavia,
La ricostruzione dell’iter progettuale, che
L’atrio centrale con lucernario, che nella
queste, comprese sporgenze e rientranze,
dalle prime versioni ha portato alla
particolare conformazione e nell’impiego del
rientrano in limiti tali da non intaccare
definizione finale del progetto di massima,
vetrocemento assumerà un carattere
l’unitarietà del volume, producendo di
non comprende studi di piante ma
assolutamente inedito, è un elemento
conseguenza una sorta di sdoppiamento in
esclusivamente le soluzioni dei prospetti.
caratterizzante ricorrente negli edifici pubblici
più strati della parete.
I numerosi studi, probabilmente,
ottocenteschi e peraltro già utilizzato in altre
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CIL 117
Assonometria.
Spaccato assonometrico
con vista dell’atrio interno.
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GRANDI MAESTRI
Case del Fascio (quella di Mezzanotte a
costituita da una maglia di pilastri e travi e da
Un contributo sostanziale all’idea di
Milano, quella rionale di Vietti).
solai laterocementizi, nonostante l’apparente
trasparenza era costituito dall’utilizzo di
Dai vari documenti inerenti le fasi esecutive,
regolarità, non costituisce la base modulare
pannelli di vetrocemento che, in questa fase,
emerge un forte e contrastato intento
generatrice del progetto ma, al contrario, si
vengono inseriti oltre che per la copertura
sperimentale. Terragni era stato impegnato
adatta alla configurazione già definita
della corte interna anche per alcune parti
in continue dispute con le imprese, da una
dall’impianto tipologico e distributivo e dalle
delle pareti interne ed esterne. L’adozione di
parte, e con la committenza, dall’altra, e
dimensioni del lotto. Questa irregolarità, più
questo materiale, ancora sperimentale
trasformò il cantiere in un vero e proprio
volte indicata dalla critica come sintomo di
all’epoca della sua messa in opera, nella
laboratorio operante nel vivo del processo di
un razionalismo imperfetto e approssimativo,
definizione esecutiva presenta diverse
modernizzazione della tecnologia edilizia in
segnala in realtà come l’ossatura in cemento
incertezze e difficoltà tecniche che si
corso in quegli anni in Italia. Nella Casa del
armato fosse configurata in modo
tradurranno nella necessità di dover
Fascio è infatti evidente la volontà di
sostanzialmente analogo alla maglia muraria.
procedere con ripetuti interventi di ripristino
differenziarsi dalle altre architetture, non solo
La struttura, contrariamente alle tendenze
per le continue infiltrazioni d’acqua dalla
nelle scelte tipologiche, ma anche attraverso
del razionalismo, non costituisce, dal punto
copertura e per i problemi di stabilità dovuti
l’utilizzazione di nuovi materiali o la
di vista compositivo, un sistema indipendente
al ridotto spessore delle pareti. La decisione,
riproduzione di materiali tradizionali adeguati
ma si integra con le pareti interne ed
in corso d’opera, di rivestire di marmo le
al nuovo spirito dell’epoca. Alcuni di questi,
esterne, ad eccezione del loggiato della
facciate, se da un lato rispondeva
risultando ancora sperimentali all’epoca della
facciata principale e dell’atrio centrale, in cui
all’esigenza di elevare il grado di
loro messa in opera, furono in seguito
l’ossatura della struttura è percepibile
monumentalità dell’edificio, dall’altro si
abbandonati, o quantomeno dovettero
direttamente. Tuttavia, anche in questi casi il
adeguava perfettamente alla ricerca della
essere perfezionati, sollevando in questo
telaio è impiegato alla stregua di un sistema
purezza e dell’essenzialità del linguaggio
caso, come in altre opere di architettura
architravato per piani: l’ossatura del loggiato
moderno. Terragni scelse il calcare di
moderna, il problema della complessità degli
appare infatti come una pilastrata
Botticino che, per la tonalità uniforme del
interventi di restauro .
rigorosamente allineata sul piano e, nella
colore, si prestava più del marmo a
L’immagine divenuta familiare, che riporta il
corte centrale, i pannelli in vetrocemento e le
realizzare una sottile e omogenea
rivestimento di Botticino, le superfici di
passerelle longitudinali sono appoggiati
placcatura, rendendo così invisibile la trama
vetrocemento e le finestre di legno, è, in
come un classico sistema trilitico. Nei
delle lastre, adattata a posteriori agli
gran parte, risultato di varianti in corso
disegni della struttura, all’irregolarità delle
elementi delle pareti già realizzate.
d’opera. Il progetto iniziale, vigente ancora
campate si sovrappone anche una
Terragni, con questo progetto, è riuscito
sei mesi dopo l’inizio dei lavori, prevedeva
differenziazione nella sezione dei pilastri
senza dubbio ad offrire una sintesi di
infatti un edificio completamente intonacato
destinati a rimanere in vista, con l’impiego di
tradizione e modernità di ineguagliabile forza
e con infissi in ferro, ripetendo grosso modo
cementi ad elevata resistenza, per
espressiva che porta a valutare la sua opera
il “razionalismo italiano” del progetto per
preservare la fisionomia di “scatola di vetro”
come uno dei monumenti più significativi
l’edificio del Novocomum. La struttura,
ricercata da Terragni per questo progetto.
dell’architettura moderna italiana.
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CIL 117
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Veduta della facciata principale.
Nella pagina a fianco:
particolare del loggiato della facciata.
10
9
Vista dell’atrio interno.
Particolare dell’infisso in legno.
8
7
Bibliografia
• S. Poretti, La casa del fascio di Como, Carocci,
Roma,1998.
• Artioli, Giuseppe Terragni. La casa del fascio.
Guida critica all’edificio: descrizione, vicende storiche, polemiche, recenti restauri, BetaGamma,
Roma, 1989.
• AA.VV., L’immagine della ragione: la Casa del
Fascio di Giuseppe Terragni 1932-1936, Nodo Libri, Como, 1989.
• E. R. Ford, The details of Modern Architecture,
Volume 1, The MIT Press Cambridge, Massachusetts, London, England, 2003.
6
5
4
3
2
1
0
1
2
Sezione assonometria di un particolare della facciata a sud.
Legenda:
1. lastre di calcare di Botticino (2 cm)
2. trave ricalata in c.a.
3. mattoni di tamponamento
4. parapetto in c.a. gettato in opera
5. rivestimento (5 cm)
6. controsoffito con finitura ad intonaco
7. solaio in latero-cemento con doppia armatura
8. anta a luce intera
9. travetto in c.a. rivestito da lastre in calcare di
Botticino
10. serramento di rovere
11. soprafinestra con ante scorrevoli e saliscendi
con contrappeso
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GRANDI MAESTRI
Opere dal 1932 al 1936
• Sala O alla Mostra della rivoluzione fascista a
Roma, con A. Arrigotti per la parte storica
• Casa del Fascio di Como
• Casa sul lago per artista alla V Triennale di Milano, con P. Lingeri, M. Cereghini, G. Giussani,
G. Mantero, O. Ortelli, A. Dell’Acqua, C. Ponci
• Casa Ghiringhelli a Milano e arredo per sala da
pranzo, con P. Lingeri
• Casa Toninello a Milano, con P. Lingeri
• Casa Rustici a Milano, con P. Lingeri
• Monumento a Roberto Sarfatti, con d’Echele
• Asilo infantile Sant’Elia a Como
• Casa Lavezzari a Milano, con P. Lingeri
• Casa Rustici-Comolli a Milano, con P. Lingeri
• Sala della motonautica e sala del canottaggio alla
Mostra dello sport a Milano, con P. Lingeri
• Casa Pedraglio a Como
• Villa per Amedeo Bianchi a Rebbio, detta del floricultore
• Villa Bianca a Seveso