architettura La griglia climatica compilata, da Le Corbusier Le Grand, Phaidon, Londra 2008 Costruire con il clima A sessant’anni di distanza . Chandigarh, la città . d’argento in cui . Le Corbusier riuscì . a realizzare la sua utopia,. rimane un modello . di bio-architettura . di Carlo Pozzi Le Corbusier a Chandigarh 8 Art|App numero 6 N el 1951 Le Corbusier viene chiamato dal Pandhit Nehru, che sta ricostruendo la democrazia indiana dopo la forzata separazione dal nuovo Pakistan, a progettare la capitale del Punjab, Chandigarh. Questa straordinaria sperimentazione nasce dal confronto della sua consolidata esperienza con un clima dai caratteri estremi: molto caldo, molta umidità, l’irrompere improvviso e impetuoso del monsone. Proprio per questo il maestro svizzero-francese costruisce innanzitutto una griglia climatica, nella quale riportare i dati climatici del luogo durante tutto l’anno, sottolineando i mesi critici e le possibili soluzioni architettoniche per superare tali criticità. Le Corbusier considera le energie rinnovabili – sole, vento, acqua – come materiali da costruzione a tutti gli effetti e la loro azione come capace di influenzare il carattere insediativo della città, fino a trarne indicazioni relativamente alla posizione e alla forma di ogni edificio, caratterizzando di volta in volta l’organizzazione spaziale e volumetrica degli ambienti insieme alla configurazione finale. Gli edifici del complesso monumentale del Campidoglio vengono “posati” sul terreno dopo aver tracciato le direzioni dei punti cardinali: l’asse sud-nord attraversa diagonalmente il palazzo dell’Assemblea e su questo elemento di fondazione si costruiscono disposizioni e orientamenti degli altri edifici: il Segretariato, grande Le Corbusier considera sole, vento, acqua come materiali da costruzione a tutti gli effetti e la loro azione come capace di influenzare il carattere insediativo della città diga est-ovest, e l’Alta Corte, stesso orientamento ma più aperta ai venti dell’est. Scelti gli orientamenti, lo strumento principale di architettura e insieme di dosaggio climatico diventa il brise-soleil: gli elementi che proteggono dal calore solare non saranno dispositivi aggiunti, rimedi successivi (come sperimentato nella parigina Armée du Salut), ma strumenti espressivi che frastagliano, spezzano, scolpiscono le facciate con scelte plastiche legate alla geografia dei luoghi, con il fine di ricercare l’ombra, di indirizzare la luce, di moderare il calore. Solo dopo la scomparsa del principale creatore di Chandigarh verrà realizzata la Torre delle Ombre, che ancora campeggia come un frammento tra gli edifici del Campidoglio, spiegando didatticamente il senso climatico dell’intera operazione, come un catalogo al vero di brise-soleil differenti per orientamento. Il Palazzo dell’Assemblea L’edificio può essere analizzato smontandolo in varie parti giustapposte: - il porticato a setti profondi è coperto dal canale fuori scala che raccoglierà le piogge torrenziali del monsone facendole cadere gorgogliando nelle due vasche che Le Corbusier chiama “riviere”. Ma oltre a questo ruolo di smaltimento, questa parte così singolare, che ospita l’ingresso principale alla Sala delle assemblee attraverso la grande porta girevole maiolicata da Le Corbusier, è Il Palazzo dell’Assemblea Sopra, stato attuale, foto 2009 Sotto, visualizzazione 3D della proposta climatica di tetto verde soprattutto uno schermo che difende l’edificio dal calore proveniente da sud-est; - i pacchetti di uffici che guardano a ovest schierano invece una presenza compatta di brise-soleil che costruiscono la griglia espressiva delle due facciate, ruotando a contrastare il possente calore dei raggi del sole al tramonto; - il lato nord-est è disegnato da brise-soleil verticali, perpendicolari alla facciata: tra loro si schiude un vestibolo che dà accesso ai parlamentari e ai giornalisti; - il corpo dell’edificio è un grande parallelepipedo da cui emerge il paraboloide che sormonta la sala delle assemblee (il Parlamento, vero cuore dell’edificio) e che catalizza l’attenzione da ogni punto del Campidoglio. Volendo utilizzare il volume emergente della grande sala come camino di ventilazione, Le Corbusier si ispira alle torri di raffreddamento impiegate nell’industria, modificandone la terminazione con una sezione obliqua su cui alloggiare elementi sovrapposti in carpenteria metallica. Alla questione dell’acustica viene data una risposta artistico-artigianale con risvolti sociali: vengono tessute dagli artigiani lanieri del territorio le grandi tappezzerie che campeggiano sui fianchi curvilinei interni del grande paraboloide, sormontando la sala. Il Segretariato Sette ministeri sono riuniti in quello che per Le Corbusier è un “grattacielo sdraiato” dal grande ruolo paesaggistico, la cui forma e posizione sono determinati dall’orientamento favorevole di sole e venti dominanti. La rampa, fluido strumento distributivo già nel bagaglio dell’architetto, viene assunta ed estesa, dopo avere verificato il piacere che hanno gli indiani a camminare su rampe dolci ed esterne, dalle quali si possono ammirare paesaggi mutevoli. La costruzione del palazzo è caratterizzata da punti dedicati all’adattamento climatico, da doppie lastre antitermiche (nella sala dei numero 6 Art|App 9 Schizzi annessi alla griglia climatica relativamente alle residenze di Chandigarh Gli elementi che proteggono dal calore solare non saranno dispositivi aggiunti, ma strumenti espressivi che frastagliano, spezzano, scolpiscono le facciate con scelte plastiche orientate L’acqua e il verde avrebbero dovuto costituire un microclima esterno che rendesse gradevole l’attraversamento della grande piazza lastricata La “Main Ouverte”, realizzato dopo la scomparsa di Le Corbusier Sotto, l’Alta Corte, stato attuale foto 2009 Ministri) dalla previsione di condizionatori (nella sala del Governatore). Le due facciate lunghe contrapposte declinano sistemi molto articolati di brise-soleil, perpendicolari all’edificio nel lato sud- est, leggermente ruotati nel lato nord-ovest. L’areazione viene garantita da un sistema di areatori e dai vetri ondulatori. Lo stato attuale e alcune proposte con il contributo di Fabrizio Chella, Milena Ciamarra, Francesco Girasole, Chevy Sidhu rrivando oggi al Campidoglio ci si imbatte innanzitutto nelle barriere di protezione e controllo che separano in comparti blindati gli spazi pubblici dei tre edifici, che continuano a guardarsi ma la cui distanza è aumentata a dismisura. I bacini d’acqua a ridosso dell’Alta Corte sono spesso vuoti, a differenza di quelli dell’Assemblea. L’introduzione di impianti di condizionamento d’aria ha punteggiato di macchine estranee i brise-soleil, in maggior numero del Palazzo dell’Assemblea. Abbiamo sottoposto “in vitro” questo straordinario edificio a verifica bio-climatica grazie al programma digitale Ecotect. Ne è risultato che per l’orientamento sulla diagonale nord-sud, per i pacchetti protettivi con brisesoleil, per il ruolo di captazione e gestione aria-luce dell’iperboloide, l’edificio risulta essere tuttora un “manuale di bio-architettura”. L’unico strato debole, che evidentemente ha causato l’immissione di impianti di condizionamento dell’aria, risulta essere il grande solaio di copertura da cui emerge la “torre di raffreddamento” e su cui poggiano geometrici volumi corbusieriani. Un tetto verde, sorta di tributo al “tetto giardino” – uno dei 5 punti dell’architettura cari a Le Corbusier – con studi climatici che tengano conto delle nuove “tecnologie verdi”, opportunamente irrorato con parte dell’acqua raccolta durante il monsone dal grande canale, potrebbe rendere visitabile la copertura offrendo nuove vedute dell’Himalaia. Gli stessi criteri andrebbero applicati agli spazi pubblici, con la riproposizione dei movimenti del suolo e il controllo climatico dell’arborizzazione, oggi abbandonata a se stessa. Per quanto riguarda il refrigerio offerto dall’acqua, si dovrebbe lavorare a renderla meno stagnante con nuovi sistemi di vaporizzazione, basse nuvole galleggianti nell’aria, utilizzando questa tecnica anche sulla copertura dell’iperboloide per aumentare il rinfrescamento naturale già previsto da Le Corbusier. A 10 Art|App numero 6 Sopra, studi per la climatizzazione naturale del Segretariato Sotto, la Torre delle Ombre L’Alta Corte È una metafora del rapporto tra architettura e acqua attraverso lo strumento dell’ingegneria idraulica: Le Corbusier non poteva non guardare all’esperienza storica più consolidata in tal senso, quella dell’acquedotto romano. Un grande canale per l’acqua, a un tempo ombrello per il sole, poggia su un ordine gigante di pilastri, tra i quali si inseriscono volumi “parassiti” connotati da brise-soleil per lo più sfalsati, che arrivano a 1.40 m di spessore: dove tali volumi mancano si assiste alla monumentalizzazione dell’ingresso ma anche alla piacevole ventilazione della sala dei Passi Perduti che è aperta sulle due facciate opposte. All’interno vengono progettati condotti di ventilazione dal basso verso l’alto, forse con reminiscenze persiane. Anche qui, 650 mq di tappezzerie tessute a mano compensano i problemi acustici del cemento armato. Gli spazi pubblici I grandi spazi liberi che mettono in relazione gli edifici sono stati progettati da Le Corbusier con grande presenza d’acqua (le grandi “riviere”) e con innovativi movimenti del suolo, realizzati solo in piccola parte: la collina geometrica, le montagne artificiali, gli schermi alberati e le camere di verzura, eredità della tradizione del giardino all’italiana. L’acqua e il verde avrebbero dovuto costituire un microclima esterno che rendesse gradevole l’attraversamento della grande piazza aa lastricata. ● numero 6 Art|App 11