L.C
I cinque punti
o … gli elementi dell’architettura
Rossana Battistacci
Gli elementi dell’architettura
•Il muro o struttura continua e la
colonna o struttura puntiforme
sono gli opposti del binomio
strutturale e morfologico
attraverso il quale si sostiene
e/o si perimetra l’opera
architettonica.
•Il muro / parete, è l’elemento
che delimita lo spazio che
diventa interno e esterno al
perimetro definito da quel muro
•La pianta, il piano orizzontale, è
ciò che organizza le attività, la
vita all’interno dell’edificio
La Cattedrale di Reims
A. Palladio, la Malcontenta
•Porte e finestre sono le aperture
attraverso le quali lo spazio interno e
lo spazio esterno all’opera entrano in
relazione.
•Il basamento o attacco a terra indica
il modo in cui l’edificio si rapporta al
suolo.
•La copertura costituisce la chiusura
in alto del sistema spaziale che
definisce l’opera architettonica.
Basamento e copertura indicano il
modo in cui l’opera nasce dalla terra
e si innalza nel cielo, sono questi gli
elementi attraverso i quali
un’architettura determina e dà
significato al suo rapporto con il
luogo, con il paesaggio intorno e
preesistente.
Cordova, la Grande Moschea
Parete, pilastri, pianta, porte,
finestre, basamento e copertura
sono elementi primari perché
con la loro forma e la loro
relazione concorrono a
determinare da sempre la forma
dell’opera architettonica,
specificandone il segno e il
significato, tanto che non si ha
architettura senza la loro
presenza.
Si definiscono elementi
perché da soli non hanno la
capacità di dare vita ad un
organismo architettonico e,
pur avendo forma e qualità di
per sé identificabili,
acquistano valore solo se
posti in relazione tra loro.
Il sistema delle relazioni, semplici o complesse, tra questi elementi
architettonici, costituisce la base della struttura spaziale e
morfologica dell’opera architettonica.
Questi elementi possono essere considerati le invarianti dell’architettura,
anche con il modificarsi delle tecniche costruttive, con la diversità dei
luoghi in cui si costruisce o si è costruito nel passato, nella diversità degli
ambiti culturali in cui si opera.
Le Corbusier, Casa della Cultura, Firminy
G.Michelucci, Chiesa dell’Autostrada, Firenze
T.Ando, Fabrica, Treviso
R. Koolhaas, Kunsthaal, Rotterdam
T.Ito, Mediateca, Sendai
L. Alsop, Peakam library, Londra
Nel 1914, Le Corbusier applica a partire dalla maison Domino, un’ idea costituita da
un sistema ‘struttura-ossatura’ completamente indipendente dalle funzioni della
pianta. Questo scheletro che supporta semplicemente scale e solai, è costituito da
elementi standard che offrono tutte le possibilità di disposizioni interne future.
Se nella maison Domino L.C. mette a punto un’idea strutturale, nella maison
Citrohan, studiata a partire dal 1920, propone la continuità dello spazio, anche in
verticale, attraverso un arretramento del solaio del secondo livello con l’affaccio di
questo sull’altro e nello studio del 22, oltre alla standardizzazione di tutti gli elementi,
struttura, finestre, scale ecc. compaiono per la prima volta i ‘pilotis’
A metà degli anni venti, ha già realizzato un numero consistente di edifici, per lo più
residenziali, ville e case private, nei quali man mano scopre la portata rivoluzionaria
dell’introduzione di nuovi materiali e di nuove tecnologie
Le questioni sono poste, si tratta ora, proprio nel confronto con la casa tradizionale e
attraverso gli elementi della costruzione di rendere esplicito il suo programma
architettonico.
Nel 1926 Le Corbusier pone in chiave
teorica
i
temi
sulla
modernità
dell’architettura.
L’evento è la separazione delle due
funzioni del muro:
struttura e involucro.
Il muro perde l’unicità, finora avuta, di
‘portare’ e contemporaneamente di
‘chiudere’ e ‘dividere’.
La struttura (muro) da elemento
continuo e che separa le parti, diventa
puntiforme ed è lo spazio che diventa
continuo, libero di fluire in orizzontale e
in verticale, senza limiti se non quelli
dettati dalla volontà dell’architetto che
interpreta le ragioni del committente e
quelle legate all’uso dell’edificio e Le
Corbusier, immagina le conseguenze
che ne deriveranno.
Sollevando l’edificio da terra e portando
un giardino sul tetto, l’edificio moderno
stabilisce un nuovo rapporto con la
natura e l’uomo nuovo, quello proteso
verso la civiltà della macchina, recupera
il valore della terra e del cielo .
non più basamenti e locali umidi e
bui dentro la terra,
non più piante paralizzate e piani
tutti uguali,
non più volumi automaticamente
determinati dalla struttura,
non più finestre e porte una sopra
l’altra rigorosamente,
non più limiti alle aperture imposti
dalla statica della costruzione
muraria, ne limiti alla loro forma e
dimensione,
non più, in alto, una conclusione
con una copertura che esclude il
cielo. Sollevando l’edificio da terra e
portando un giardino sul tetto,
l’edificio moderno stabilisce un
nuovo rapporto con la natura.
E’ da questa divisione che scaturiscono, la pianta libera, la facciata libera e la finestra
libera: libere dai vincoli strutturali ma in una relazione, tra loro, ogni volta inventata e
significativa rispetto all’ordine scelto dall’architetto che progetta l’opera pensandola
adatta allo scopo, al luogo, al clima, ecc.
Pilotis - plan libre - facade libre - fenetre en longeur - toit jardin
Questi, noti come i 5 punti della Nuova Architettura costituiscono
le parole del nuovo linguaggio con le quali, Le Corbusier, definirà
concretamente l’estetica architettonica dei tempi nuovi, che da quel
decennio svilupperà anche grazie ad una attività
professionale
pervicacemente perseguita.
A gran voce sosterrà la rivoluzione alla quale assisterà la cultura
architettonica (e non solo ).
Struttura, forma e funzione si libereranno dai vincoli reciproci e, in
particolare la pianta = funzione = vita non subirà più le costrizioni imposte
dalla forma e dalla struttura .
E’ il concetto di edificio quello che cambierà sostanzialmente e, da
monolitico
diventerà
scomponibile.
Di conseguenza il modo di pensare il progetto cambierà.
Nell’edificio tradizionale, il muro è insieme struttura e involucro e di
conseguenza i sottosistemi forma- struttura- funzione, non sono
isolabili concettualmente.
Nell’edificio moderno lo sono, e possono essere ‘progettati’
separatamente. Il che significa che ciascuno potrebbe essere
progettato ‘al meglio’ per rispondere alle proprie
specifiche
esigenze.
Alla fine di quel felice decennio, Le Corbusier raccoglierà in una pagina , il suo ragionamento sulla
composizione
Il teorema assume una coppia di opposti come estremi del ragionamento compositivo,
sono la funzione o la forma a determinare a priori l’impianto
Nella prima composizione l’edificio nel suo esito finale
è dato dalla aggregazione di volumi che esplicitano la
funzione a cui sono destinati, ne deriva quindi che la
forma è un risultato e il suo assetto definitivo
piramidale e gerarchico, è determinato da altro, da
qualche motivazione esterna come la forma del lotto
la forma segue la funzione,
Nella 1 composizione
la forma è un risultato
Nel secondo gruppo la scelta della forma è dichiarata,
il raggruppamento è indicato da quel prisma puro.
L’architetto sceglie una forma e all’interno di quella
opera,se pure con diverse modalità. Quella forma è il
limite della sua composizione
Il rapporto forma/ funzione si inverte
La funzione segue la forma
Nella 2 (3,4)composizione
la forma è un “a priori”
composizione 1 - si privilegia la concretezza,
si da forma ai bisogni, i volumi evidenziano e rendono riconoscibili le funzioni, le
attività a cui sono destinati e saranno assemblati secondo necessità ‘altre’
‘Genere piuttosto facile,
pittoresco, movimentato, si può
raccontare la disciplina attraverso
la classificazione e la gerarchia’
composizione 2 - si privilegia l’astrazione,
si prefigura ‘una forma’, il prisma puro, un desiderio, una aspirazione,
nessuna concessione ad un ‘facile’ percorso che possa cogliere da altro, al di
fuori di se, le ragioni del suo essere.
‘Molto diffcile (soddisfazione dello spirito)’
Il teorema si completa con le composizione 3 e 4 in cui gli opposti convivono
composizione 3 – l’intelaiatura strutturale
segna il riferimento al prisma, lo rappresenta e tra quella, le parti dell’edificio si
manifestano nella loro autonomia formale
‘Molto facile, pratico, combinabile’
composizione 4 – la sintesi e la complementarietà, il pieno è anche il limite fisico
La prima per il piano terra, la seconda per il livello intermedio e la terza per il tettogiardino tutto l’impianto è contenuto dalla fascia piena, anche il vuoto, che informa tutta
la composizione e lega i tre livelli
‘Molto generoso, si afferma all’esterno una volontà architettonica e si soddisfano all’interno tutti i bisogni funzionali
(insolazione, contiguità, circolazione)’
Fred and Ginger
- F.Gehry
Fred&Ginger
- F. Gehry
- Praga
Museo a Bilbao - F. Gehry
Suntory Museum - T.Ando - Osaka
Edificio per uffici a Tokyo - T.Ito
Police Box - K.Sejima - Tokyo
NAI - Sede dell’Ordine degli architetti Rotterdam
R.Piano, KPN Tower
Bolles-Wilson, Quaylandscape, Quartioere Kop Van Zuid, Rotterdam
Abitazioni a Fukuoka R.Koolhaas
Villa Savoye - Le Corbusier
Sumida Culture Centre - H. Hasegawa - Tokyo