Collegare Ricerca Formazione Casi di studio tra ricerca e formazione Asse 8 - Sistemi educativi/formativi Intervista a Iolanda Pensa Ci descriva brevemente il progetto partendo dal problema che è stato affrontato. “Casi di studio tra ricerca e formazione” è un progetto pilota che vuole sperimentare l’uso di materiale prodotto dalla ricerca all’interno di corsi di formazione di base. L’idea nasce dalla necessità di fare in modo che i risultati della ricerca possano arricchire la formazione, permettendo agli studenti di essere continuamente aggiornati su contenuti e metodi recenti, e potenziando la capacità di una scuola professionale di trarre beneficio dalla sinergia tra i suoi diversi mandati. Quali sono i primi risultati ottenuti? Il progetto parte dall’idea che la documentazione di ricerca per poter essere utile alla formazione deve essere tradotta in materiale didattico. Ispirandosi al metodo dell’insegnamento basato sui casi di studio ampiamente sviluppato dalla Harvard Business School, ma usato anche altrove, il progetto vuole produrre una serie di casi di studio tratti dalla documentazione di ricerche SUPSI. Questi casi saranno poi usati in classe e il loro impatto didattico sarà valutato. Attualmente sono stati prodotti con metodi 1 ◆ ClickIn, Progetto del mese, Febbraio 2016 diversi tre casi studio, usati poi in classe. È prevista la realizzazione di altri due casi studio nei prossimi mesi. Quali sono i punti di forza del progetto? Quali le criticità? Il progetto ha il vantaggio di rispondere all’esigenza precisa di collegare ricerca e formazione con uno strumento già noto: i casi di studio sono approfondimenti o esempi ampiamente usati nelle classi per dare concretezza all’apprendimento teorico e per permettere agli studenti di confrontarsi con situazioni reali. La complessità del nostro progetto è che non costruiamo appositamente esempi in funzione dei corsi ma cerchiamo tra le ricerche già realizzate casi di studio che possono essere collegati ai corsi. Questo permette di introdurre contenuti della ricerca nella formazione ma rende più complessa la creazione dei casi in funzione delle esigenze di docenti e studenti. Ricorda episodi curiosi, divertenti o particolari che hanno caratterizzato lo sviluppo del progetto? Ho partecipato alla prima discussione sul caso studio all’interno del corso di Laura Massa che era organizzato in gruppi. Per cercare di capire se il nostro testo era scritto in modo chiaro abbiamo domandato di raccontarci di cosa parlava il caso ed è stato abbastanza sorprendente osservare come ciascuna delle sette persone enfatizzasse aspetti diversi. I casi di studio possono permettere di immedesimarsi in una situazione ma ancora di più quello che insegnano è decodificare una storia, imparando a selezionare le informazioni e dare loro una rilevanza diversa in funzione di uno scopo. Uno dei gruppi è stato efficace e molto preciso: ha lavorato insieme leggendo il caso, guardando le immagini, chiarendo i dubbi e quando ho domandato loro se c’era un motivo per il quale avevano lavorato con così impegno e cura, mi hanno semplicemente risposto “già che ci siamo messi”. Da questo progetto potrebbero nascerne altri? L’obiettivo di questo progetto pilota è proprio verificare se questo metodo dei casi studio è rilevante per eventualmente replicarlo. In particolare sarebbe interessante – nel caso si decidesse di proseguire il lavoro – estendere il lavoro a diversi ambiti disciplinari, integrando poi diverse modalità di uso dei casi in classe. Oltre a Lei, da chi è composto il team di progetto? Il progetto si focalizza su ricerca e formazione del Dipartimento ambiente costruzioni e design e della FFHS, che sono anche i finanziatori della ricerca. Il gruppo di lavoro è composto da Luca Botturi, Lucio Negrini, Nicla Borioli e io in qualità di principal investigator; il lavoro di ricerca coinvolge i corsi di Laura Massa, Andrea Sablone, Maurizio Pozzoni, Cristian Scapozza e Massimo Mobiglia e i loro studenti; per il momento la documentazione dei casi studio proviene anche dai ricercatori Serena Cangiano e Davide Fornari.