attività culturali
teatro
argentina
Le attività culturali del Teatro di Roma rispondono a un’idea di teatro pubblico che,
da una parte, sia fortemente collegato alla centralità del territorio nel quale opera e
dall’altra operi per costruire una rete dinamica di rapporti coi cittadini, senza trascurare la funzione di formazione del pubblico. Pertanto, insieme a una variegata proposta di eventi rivolti a ogni tipo di spettatore mettondolo in contatto, nella maniera più diretta e varia, con attori, registi, autori che passano e lavorano al Teatro di
Roma, il nostro programma prevede un rapporto perseguito ormai da anni con il
mondo della scuola superiore e con l’Università, nonché con l’Accademia d’Arte
Drammatica di Roma, grazie a una serie di attività mirate, spesso collaterali e di supporto al cartellone stagionale, così da costruire una solida relazione che attiri verso
il mondo teatrale un congruo numero di nuovi spettatori.
serate d’onore
tre attori e il loro testo preferito
novembre 2011 Pippo Delbono in Il tempo degli assassini di Pippo Delbono.
dicembre 2011 Glauco Mauri interpreta L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett
gennaio 2012 Gabriele Lavia ne Il sogno di un uomo ridicolo di Fedor M. Dostoevskij
primo camerino
tre protagonisti della stagione incontrano un ospite “a sorpresa”
Quattro incontri pomeridiani e serali con gli attori presenti all’Argentina:
dicembre 2011 Glauco Mauri
febbraio 2012 Toni Servillo
marzo 2012 Mariangela Melato
grandi interpreti
Una rassegna dedicata ai grandi attori del passato, presentati attraverso la proiezione integrale di commedie realizzate dalla RAI TV. Dopo la riproposta che avverrà nel
pomeriggio, la sera alcuni attori contemporanei che hanno conosciuto e lavorato
con loro (Gabriele Lavia, Mariangela Melato, Umberto Orsini, Giorgio Albertazzi e
altri), testimonieranno sull’esperienza professionale e umana che hanno vissuto
attraverso la conoscenza diretta.
Gli incontri sono realizzati con la collaborazione di Rai-Cinema e Rai Teche.
ottobre 2011 Lilla Brignone
dicembre 2011 Rina Morelli
aprile 2012 Sarah Ferrati
stagione
teatrale
2011.2012
platone a teatro
Tre incontri tra filosofia e teatro, ruotando intorno ai temi e ai testi del grande
filosofo: La Repubblica, Il Simposio e Fedone. Le serate si avvarranno della presenza di autorevoli filosofi contemporanei e saranno proposte teatralizzazione dei
dialoghi plutoniani da parte degli allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica di
Roma “Silvio D’Amico”.
teatro
argentina
novembre 2011 Il Simposio
gennaio 2012 Fedone
marzo 2012 La Repubblica
giganti di carta
Il progetto prevede otto incontri, uno ogni mese, con i grandi personaggi della letteratura mondiale del ‘900 interpretati da attori e scrittori contemporanei: Gregor
Samsa, José Arcadio Buendia, il Commissario Maigret, Lolita, Molly Bloom, il dottor
Zivago e altri potranno rivivere con la voce di Niccolò Ammaniti o Simona Vinci, di
Adrea Bajani o Erri De Luca, Gianrico Carofiglio o Isabella Santacroce…
da ottobre 2011 a maggio 2012
giornate di studi
schiller
In occasione della messa in scena de I masnadieri, un appuntamento dedicato al
grande poeta e drammaturgo tedesco con la partecipazione di cinque tra studiosi,
attori, scrittori.
pirandello
In occasione della messa in scena di Tutto per bene prevista in cartellone nel mese
di gennaio 2012, una giornata di studio e omaggio al teatro di uno dei nostri più
grandi drammaturghi.
salgari
Cento anni fa, Emilio Salgari metteva fine alla sua vita. Prima di internet e dei viaggi organizzati, con i suoi romanzi esotici, tra fantasia e scienza, aveva spalancato le
porte del mondo a milioni di lettori. In occasione della messa in voce de Il Corsaro
Nero un approfondimento dedicato allo scrittore torinese.
stagione
teatrale
2011.2012
per ricordare
giorgio prosperi
Un incontro di omaggio alla figura e all’opera di Prosperi, regista, autore e per oltre
40 anni critico teatrale. Per l’occasione verranno resi disponibili dal figlio Mario alcuni documenti inediti del padre.
teatro
argentina
ottobre 2011
orazio costa giovangigli
In occasione del centenario della nascita (1911) si terrà al Teatro Argentina una giornata di studi su Orazio Costa Giovangigli, uno dei massimi esponenti della pedagogia teatrale europea del Novecento.
novembre 2011
visite guidate all’argentina e all’india
Sulla scia degli scorsi anni, prosegue il programma di visite guidate ai nostri teatri:
all’Argentina Ve lo faccio vedere io ora il teatro!, tre “percorsi spettacolo” ideati da
Claudio Longhi, pensati rispettivamente per visitatori e turisti, per studenti di architettura e teatro, per studenti di scuole superiori.
All’India Bolle di sapone, curato da Luca Scarlini, un percorso tra il passato e il presente di un luogo particolare che da sito industriale si è trasformato in un centro polifunzionale al servizio della cultura e del teatro.
blitz nelle scuole
Anche in questo caso prosegue l’attività di questa particolare proposta che il TdR
ormai da alcuni anni offre con successo agli istituti scolastici: la parola blitz evoca
l’idea di incursione del linguaggio teatrale nel tessuto formativo/didattico scolastico. Gli studenti vengono posti nella condizione di spettatori di un percorso proposto,
ma anche di veri e propri coautori, costantemente chiamati nel corso della lezione
ad utilizzare operativamente le proprie competenze. Il tema dei diversi blitz fa riferimento agli spettacoli programmati nella stagione. Le attività sono in collaborazione con l’Accademia d’Arte Drammatica di Roma e sono rivolte agli studenti delle
scuole medie superiori di Roma e provincia.
stagione
teatrale
2011.2012
i nostri romanzi:
teatro “fantastico” a puntate
un progetto del teatro di roma
Il progetto triennale del Teatro di Roma che ha per titolo “I nostri romanzi”: Teatro
“fantastico” a puntate mira ad offrire, attraverso il meraviglioso strumento del teatro, una possibilità di esplorazione dei grandi romanzi della letteratura italiana del
Novecento, partendo dall’universo del “fantastico”. Con tutti i crismi dello spettacolo teatrale, attori e registi, in team, costruiranno delle vere e proprie “maratone” per
realizzare, in varie “puntate”, la versione teatrale di una prima terna di romanzi: Il
Corsaro Nero (1898) di Emilio Salgari, Il codice di Perelà (1911) di Aldo Palazzeschi, Il
deserto dei Tartari (1940) di Dino Buzzati. Tre capitoli della nostra narrativa che
hanno attraversato il nostro primo Novecento fino alla fatidica soglia della Seconda
Guerra Mondiale: dalla lussureggiante Belle époque, al famigerato Ventennio fino
alle macerie del nostro passato, verso un futuro di ricostruzione.
Con lo spirito di restituire al grande pubblico dei grandi classici nella dimensione del
“feuilleton” di tradizione secolare e, insieme, nel tentativo sperimentale di recuperare al romanzo anche contemporaneo l’antica natura di rito collettivo e performativo che ha ormai del tutto perduta, nella sala del Teatro Argentina verrà allestito un
palco in aggetto, unica “scenografia” degli allestimenti, sopra il quale gli attori agiranno in stretto rapporto con gli spettatori il laico e avventuroso “rito” del romanzo.
teatro
argentina
il corsaro nero
dal romanzo di Emilio Salgari
Primo appuntamento del progetto triennale dedicato alla messinscena di grandi
romanzi del nostro primo Novecento “fantastico”, per la stagione 2011-2012 il Teatro
di Roma propone l’allestimento in più puntate de Il Corsaro Nero di Emilio Salgari, a
cento anni dalla tragica morte (1911) e a centocinquanta dalla nascita (1862).
Capitolo d'apertura di una serie di cinque romanzi dedicati all'eroe oscuro Emilio di
Roccabruna, Il Corsaro Nero prende le mosse dal modello del romanzo storico caro
alla nostra narrativa per aprirsi a quella fascinazione per l'esotismo propria di una
nazione giovane che a breve avrebbe emulato i grandi stati europei e dato avvio alla
sua avventura coloniale. Ecco che le rocambolesche vicende aventi luogo nel Mar dei
Caraibi, negli anni delle scorribande piratesche, ambientate dunque nel già moderno e in parte “globale” XVII secolo, tramite lo spostamento proprio della finzione
rimandano ai desideri e ai miti della prima generazione dei figli dell’Italia unita, cresciuti nei “paludosi” anni del consolidamento del Regno e già distanti dalle tensioni
politiche dei padri risorgimentali. Riascoltare le avventure di Emilio di Roccabruna
può significare allora risalire alle origini della costruzione della nostra coscienza
identitaria, nata, manco a dirlo, nel momento in cui forte fu la spinta alla ricerca del
diverso e del lontano. A guidarci saranno gli occhi di un oscuro antieroe già tutto italiano, che incarna l'anima modernamente romantica alle prese con il classico dissidio tra dovere morale – vendicare la morte del fratello – e sentimento amoroso –
naturalmente per la figlia del nemico.
stagione
teatrale
2011.2012
teatro di roma
nuovi approdi. per un teatro vivo
teatro
argentina
La stagione del Teatro Argentina 2011-2012 punta a raccogliere i fermenti più vivi del classico, senza escludere alcuni tra i più coerenti
“nuovi approdi” della scena italiana, cui il primo teatro della Capitale
è giusto non neghi ospitalità.
Nel segno del rinnovamento dei grandi miti del moderno, la stagione
si apre con Marco Paolini che torna a Galileo (Itis Galileo, scritto con
Francesco Niccolini) attraverso uno spettacolo che interpella lo spettatore e pone a lui gli interrogativi più cruciali inerenti al rapporto tra
fede, ragione e superstizione. Ideale approdo d’una riflessione sulle
s-ragioni di massa, Dopo la battaglia di Pippo Delbono (produzione
Teatro di Roma, ERT, Théâtre du Rond Point - Parigi) fotografa in
un’allucinata istantanea lo stato di comatosa follia nel quale la contemporaneità può precipitare se non sostenuta dalla fiducia nel pensiero e dalla coerenza morale. Nel medesimo solco, seppure con altre
coordinate, si colloca Quello che prende gli schiaffi, la “farsa tragica”
tratta da Glauco Mauri dal testo di Leonid Nicolaevic Andreev: la parabola poetica e grottesca di un clown, la quale, grazie alla grande metafora del palcoscenico, si fa specchio dei “tempi duri” che ci affliggono.
Infine, ultimo capitolo del viaggio dedicato alla scoperta del contemporaneo, il progetto The coast of Utopia di Tom Stoppard, per la regia
di Marco Tullio Giordana, prodotto dal Teatro di Roma, dal Teatro
Stabile di Torino e dalla Zachar Produzioni: una trilogia sulle possibilità e i destini della rivoluzione, superpremiata al suo debutto a Londra
e Broadway, ora al suo primo allestimento italiano.
Accanto a questa prima quaterna introduttiva ad una rimeditazione
dello “strumento teatro” in chiave etico-civile, per proseguire il viaggio
nei “miti d’oggi”, la stagione del Teatro Argentina ospita grandi versioni di classici assoluti, fatti vivere grazie alla rilettura che ne offrono i
maggiori protagonisti della scena nazionale. In primis, un testo capitale del canone italiano: il Teatro di Roma produce Tutto per bene di Luigi
Pirandello, con la regia e l’interpretazione di Gabriele Lavia che esplora
la «stanza della tortura» del grande Agrigentino spalancandone le finestre sopra il mondo che viviamo. A seguire, primo capitolo del progetto
triennale del Teatro di Roma “I nostri romanzi”: Teatro a che prevede la
stagione
teatrale
2011.2012
mise en espace in capitoli de Il corsaro nero di Emilio Salgari. Ulteriore
incursione nell’universo letterario nazionale sarà poi offerta da Toni
Servillo che, con le sue Letture napoletane, darà voce alla “linea partenopea” di Di Giacomo, De Filippo, Russo, Viviani, Borrelli e Moscato.
Tra i classici non italiani, dopo il viatico metateatrale de Un flauto
magico, summa della poetica di Peter Brook, per il quale le vicende di
Tamino e Pamina sono avventure tutte interiori, sarà lo spazio del femminile ad ospitare tre grandi esempi di storie d’amore e di coscienza:
Un tram che si chiama desiderio, nella lettura di Antonio Latella e
l’interpretazione di Laura Marinoni per ERT, Nora alla prova, il rivoluzionario Ibsen di Luca Ronconi con Mariangela Melato e, infine, La
commedia di Orlando, versione del romanzo di Virginia Woolf per la
regia di Emanuela Giordano, con Isabella Ragonese.
teatro
argentina
stagione
teatrale
2011.2012
18 | 30 ottobre 2011
itis galileo
teatro
argentina
di Francesco Niccolini e Marco Paolini
1 | 13 novembre 2011
dopo la battaglia
ideazione, coreografia e regia Pippo Delbono
17 | 27 novembre 2011
un flauto magico
da Wolfgang Amadeus Mozart regia Peter Brook
29 novembre | 11 dicembre 2011
quello che prende gli schiaffi
da Leonid Nikolaevic Andreev regia Glauco Mauri
4 gennaio | 12 febbraio 2012
tutto per bene
di Luigi Pirandello regia Gabriele Lavia
14 | 26 febbraio 2012
toni servillo legge napoli
28 febbraio | 11 marzo 2012
un tram che si chiama desiderio
di Tennessee Williams regia Antonio Latella
13 marzo | 1 aprile 2012
nora alla prova da “casa di bambola”
di Henrik Ibsen adattamento e regia Luca Ronconi
10 | 29 aprile 2012
the coast of utopia
di Tom Stoppard regia Marco Tullio Giordana
4 | 20 maggio 2012
la commedia di orlando
liberamente tratto da Orlando di Virginia Woolf
regia e drammaturgia Emanuela Giordano
stagione
teatrale
2011.2012
itis galileo
18 | 30 ottobre 2011
teatro
argentina
di Francesco Niccolini e Marco Paolini
con Marco Paolini
consulenza scientifica Stefano Gattei
consulenza storica Giovanni De Martis
produzione michela signori, jolefilm
Essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema, per gli altri soprattutto.
Parte da questa considerazione il lavoro di approfondimento curioso che Marco
Paolini e Francesco Niccolini hanno dedicato alla figura di Galileo.
Il padre della scienza moderna, infatti, appare agli occhi dei contemporanei come un
grande divulgatore dei propri studi, ma soprattutto come una mente che rimane
aperta al dubbio fino alla fine, fino alla vecchiaia. Quando si parla di Galileo si pensa
sempre a un anziano venerando: sarà una questione di iconografia, ma forse è
anche perché si capisce che lo scienziato non si mette mai in pensione con la testa.
Anzi, le scoperte più importanti le raggiunge dopo i sessant’anni.
Galileo vive quattrocento anni prima di noi, in un’epoca governata da certezze e rigidità di pensiero, ma alcuni elementi tornano oggi a riaprire il confronto con quel
passato.
L’obbiettivo di Marco Paolini con questo spettacolo teatrale è quello di coinvolgere
nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situazione in cui il pubblico non
sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un
“minimo comune e multiplo”.
stagione
teatrale
2011.2012
dopo la battaglia
1 | 13 novembre 2011
teatro
argentina
uno spettacolo di Pippo Delbono
scene Claude Santerre
costumi Antonella Cannarozzi
musiche originali Alexander Balanescu
luci Robert John Resteghini
con Dolly Albertin, Gianluca Ballaré, Bobò, Pippo Delbono,
Lucia Della Ferrera, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio,
Nelson Lariccia, Marigia Maggipinto, Julia Morawietz, Gianni Parenti,
Pepe Robledo, Grazia Spinella
produzione emilia romagna teatro fondazione, teatro di roma,
théâtre du rond point - parigi, théâtre de la place - liegi
si ringrazia teatro pubblico pugliese e cinémathèque suisse
"Ogni mio spettacolo è una tappa che fa parte di un viaggio personale, e di un viaggio nel tempo che ci circonda. Un tempo turbolento, questo, di contrasti, di violenze,
di una libertà difficile da conquistare, ma anche di grandi rivolte, un tempo in fiamme. A volte mi piace pensare di essere già in un tempo nuovo, immaginando che
quel tempo oscuro sia rimasto indietro, ma altre volte mi trovo ancora chiuso in una
gabbia, asfissiato, dove sembra che non ci sia via d'uscita. Per questo spettacolo ho
pensato a un luogo vuoto,come quelle stanze vuote, memoriali di orrori passati, che
però portano ancora forti i segni, i colori, gli odori delle prigioni. Ma pensando anche
alle stanze della mente svuotate dopo le grida di passione, di amore, di rabbia, di
dolore. Un bisogno di lucidità dopo la follia."
Pippo Delbono
Suona forse come limite tra utopia e provocazione, o come una soglia da immaginare e trapassare, il titolo della nuova creazione di Pippo Delbono Dopo la battaglia.
Suona come stridente e tuttavia musicale soprattutto in tempi come quelli turbolenti che stiamo vivendo segnati da grandi stravolgimenti. Eppure nasce proprio da
questa presa di coscienza, urgente e necessaria, il rigenerarsi continuo di Pippo
Delbono, artista sensibile e capace di straordinaria visionarietà, il bisogno di cercare
una traccia nel segno della ricerca di un nuovo linguaggio.
stagione
teatrale
2011.2012
un flauto magico
17 | 27 novembre 2011
da Wolfgang Amadeus Mozart
liberamente adattatato da Peter Brook, Franck Krawczyk
e Marie-Hélène Estienne
regia di Peter Brook
26
romaeuropa
festival 2011
romaeuropa.net
teatro
argentina
coproduzione c.i.c.t./théatre des bouffes du nord – festival d’automne à
paris – attiki cultural society, athènes – musikfest bremen – théatre de caen
– mc2, grenoble – barbican, londres – les théatres de la ville de luxembourg – piccolo teatro di milano / teatro d’europa – lincoln center festival, new york
corealizzazione teatro di roma e romaeuropa festival 2011
Parola e musica si intrecciano nell’afflato magico e giocoso della regia lirica firmata
da un grande nome del teatro contemporaneo, Peter Brook, che porta sulla scena Un
flauto magico, ovvero la rilettura ludica, intima e leggera, del singspiel mozartiano.
Una rappresentazione “distillata” e ridotta all’essenzialità della forma e del contenuto per raggiungere il senso profondo che nell’opera di Mozart affiora con ineffabile
ricchezza tra la gioia di vivere e il mistero della morte. Interprete geniale di un teatro
musicale spogliato dei suoi effetti, dei suoi orpelli, privato dell’orchestra, ma con il
solo accompagnamento del pianoforte, Brook mira dritto al cuore del capolavoro del
compositore austriaco per restituire al pubblico un viaggio avvincente e incantato
che ripercorre i grandi sentimenti dell’animo umano, l’amore, il potere, la giovinezza,
la vita e infine la morte. Un flauto magico che è prima di tutto una fiaba, la storia di
un amore da conquistare e di un uomo che mette alla prova se stesso, il principe
Tamino che, con l’aiuto di un flauto magico e del buffo Papageno, affronterà una serie
di vicissitudini per liberare la sua amata dalla prigionia del mago Sarastro, e dalle
angherie della Regina della Notte e del perfido Monostatos. Sul palcoscenico, tutto
l’incanto della musica mozartiana per ascoltare e scoprire la fragilità della vita.
Recentemente insignito del prestigioso Honorific Molière, per la sua grande e
proficua carriera, Peter Brook ha ricevuto per l’opera Un flauto magico, uno dei
più importanti riconoscimenti del teatro francese: il Premio Molière come
miglior spettacolo teatrale in Francia.
Mozart, pronto a giocare con i suoi trucchi, ci accoglie con un sorriso malizioso, cercando di tirarci fuori dal nostro torpore. Ci muoviamo verso di lui a braccia aperte, con
l'impudenza che nasconde un profondo amore e rispetto per il mondo che si apre.
Questo "Flauto" sarà lontano da ciò ci si aspetterebbe. Il solito carico di effetti scenici,
il simbolismo non farà parte del viaggio. Al loro posto il pubblico potrà trovare un
Mozart eternamente giovane, circondato da interpreti freschi e di talento, pronti a
improvvisare, a plasmare, trasformare il testo musicale con forme e colori nuovi.
Un “Flauto” leggero ed effervescente, dove la vicinanza del gioco permettono allo
spettatore di entrare nella magia e nell’amore del lavoro.
Peter Brook, Franck Krawczyk et Marie-Hélène Estienne
stagione
teatrale
2011.2012
quello che prende gli schiaffi
29 novembre | 11 dicembre 2011
teatro
argentina
da Leonid Nikolaevic Andreev
regia Glauco Mauri
con Glauco Mauri e Roberto Sturno
produzione compagnia mauri sturno
I tempi sono difficili, ma sono proprio questi i momenti in cui l’impegno deve difendere e qualificare il nostro lavoro di uomini di Teatro. Ecco perché, proprio nel trentesimo anno della nostra Compagnia, sentiamo il dovere di portare sulla scena un
testo che, attraverso l’emozione e il divertimento, possa comunicare al pubblico la
civile utilità del Teatro.
La “favola” che raccontiamo si chiama Quello che prende gli schiaffi ed è una libera
versione tratta dall’omonimo testo teatrale di Leonid Nikolaevic Andreev, che fu
subito un grandissimo successo nella Russia del primo Novecento.
Andreev scrisse drammi e romanzi e alcuni di essi furono tradotti anche da Piero
Gobetti, suo grandissimo estimatore. Molti suoi lavori furono interpretati con successo dai nostri grandi attori, da Zacconi alla Pavlova, dalle sorelle Grammatica a
Ruggeri, e, più di recente, da Valeria Moriconi a Enrico Maria Salerno.
La libera versione di questo testo è motivata dal desiderio di mettere in maggiore
evidenza il comico e il tragico che sono presenti nella nostra attuale società.
Quello che prende gli schiaffi offre la possibilità di uno spettacolo con tutti i colori di
quel caleidoscopio che è la vita: dramma e farsa, risate e lacrime. Undici attori daranno vita allo spettacolo.
Un uomo vuole fuggire dalla società nella quale vive, dove tutto è dominato dall’egoismo, dall’indifferenza e dal denaro con cui tutto si compra, anche i sentimenti
più puri. E allora diventerà un clown! Salirà su un palcoscenico da dove comincerà la
sua nuova vita; potrà ridere del suo dolore e potrà gridare la sua ribellione. È Un
pazzo? No! È uno di quei rari uomini che sperano si possa costruire un mondo
migliore.
Un colpo di scena metterà fine al suo sogno, ma in noi resta la commossa gratitudine per tutti quelli che ancora credono in quelle cose alle quali non siamo più abituati a credere.
Clown, domatrici di leoni, ballerine mute, ignobili seduttori, uomini sconfitti dalla
vita, canzoni, dramma, farsa… ma dove siamo? È il luogo dove attraverso la finzione
si raccontano le verità della vita.
stagione
teatrale
2011.2012
tutto per bene
4 gennaio | 12 febbraio 2012
teatro
argentina
di Luigi Pirandello
regia Gabriele Lavia
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
produzione teatro di roma
Andato in scena per la prima volta il 2 maggio del 1920 al Teatro Quirino di Roma con
la compagnia di Ruggero Ruggeri, Tutto per bene è un punto di snodo cruciale dell’intera parabola drammaturgica pirandelliana. Con esso l’autore codifica una volta
per tutte la cifra del suo teatro maggiore, la «rappresentazione d’un dramma, quand’esso è già da gran tempo finito»: Pirandello procede post factum e ciò gli consente di scovare gli indizi della realtà nascosti en abîme nella rappresentazione di essa,
la «radice del vero» nel “giallo” paradossale che gli uomini, maschere, mettono in
scena, illudendosi di vivere.
Quanto illusoria sia stata la realtà, Martino Lori, il protagonista della pièce, lo scopre
con la drammatica leggerezza con cui le tragedie irrompono nel quotidiano: dopo
aver passato l’esistenza a coltivare con esasperante cocciutaggine la memoria – delicata e appassionata insieme – della moglie defunta, aggrappato all’amore per quello che egli crede il frutto della loro unione – la figlia Palma –, scopre proprio da quest’ultima, da molti anni depositaria della verità dei fatti, d’essere stato tradito con
quello che ha sempre ritenuto un amico e, per giunta, di non esserle padre. «Tutto
rovesciato; sottosopra. Sì. Il mondo che ti si ripresenta tutt’a un tratto nuovo, come
non ti eri mai neppure sognato di poterlo vedere. Apro gli occhi adesso!» Tra i tanti
personaggi “mascherati” di Pirandello, quello di Martino Lori è uno dei più violentati dalla propria maschera, costretto a rappresentare a sua insaputa tutte le parti
della commedia: «E le ho rappresentate male! Sfido! Non sapevo di rappresentarle!»
La feroce presa di coscienza lo tramuta in un personaggio ambiguo, anfibio, sbalestrato, incapace di riappropriarsi della propria vita così come delle proprie maschere, costretto a una esistenza ormai sospesa, di uomo senza passato, senza presente
né futuro.
Chiosa crudele il drammaturgo: «chi ha capito il giuoco, non riesce più a ingannarsi;
ma chi non riesce più a ingannarsi non può più prendere né gusto né piacere alla
vita. Così è».
stagione
teatrale
2011.2012
toni servillo legge napoli
14 | 26 febbraio 2012
teatro
argentina
testi Lassammo Fa’ Dio Salvatore di Giacomo
Vincenzo De Pretore Eduardo de Filippo
A Madonna d’e’ mandarine, Ferdinando Russo
E’ sfogliatelle Ferdinando Russo
Fravecature Raffaele Viviani
A sciaveca Mimmo Borrelli
Litoranea Enzo Moscato
con Toni Servillo
produzione teatri uniti
Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione, prende vita nella voce di Toni Servillo. Un viaggio nelle
parole di Napoli, da Salvatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani a
Eduardo De Filippo, fino alla voce contemporanea di Enzo Moscato e Mimmo
Borrelli. Ne emerge una fuga dalle icone più obsolete della napoletanità, ma insieme un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura.
stagione
teatrale
2011.2012
un tram che si chiama desiderio
28 febbraio | 11 marzo 2012
di Tennessee Williams
regia Antonio Latella
scene Annelisa Zaccheria
costumi Fabio Sonnino
con Laura Marinoni e Vinicio Marchioni
teatro
argentina
produzione emilia romagna teatro fondazione
”La debolezza è sublime, la forza spregevole.
Quando un uomo nasce, è debole ed elastico. Quando muore è forte e rigido.
Quando un albero cresce, è flessibile e tenero; quando diviene secco e duro, esso muore.
La durezza e la forza sono le compagne della morte.
La flessibilità e la debolezza esprimono la freschezza della vita.
Perciò chi è indurito, non vincerà.”
(LAO-TZE, epigrafe al Giullare Pamfalon di Leskov)
Quando leggo le parole di Tennessee Williams, accade qualcosa di raro che a me è
successo poche volte; oltre ad ascoltarle e farle diventare parte della mia mente e dei
miei pensieri, le parole si vedono, si materializzano, diventano cose, persone ma
soprattutto ferite. Sono lì davanti a te come in un film proiettato su di una grande
pagina, o su di uno schermo improvvisato con una tenda delle nostre madri; si muovono con un’apparente normalità, protette da abiti bianchi, da magliette troppo
strette o troppo sudate, dietro ad occhiali da bravo ragazzo. Eppure basta un nulla che
quelle ferite camuffate riprendono a sanguinare, a perdere inchiostro, lasciando macchie indelebili che con fatica ridanno senso alle parole, o meglio, un solo significato
riconoscibile. Non c’è un solo personaggio nei testi di Tennessee Williams che non sia
ferito, rotto, spezzato. A tutti manca un qualcosa, è come se nella loro incompiutezza
ci fosse il senso del vivere. Vacillano, in un mondo affollato da tante note di un piano
sempre suonato da dite nascoste, da tanto sudore, da tanto fumo, da tante urla, da
tante stanze troppo piccole e troppo piene, da tanto alcool, da tanto sud, da tanto
Mississipi e soprattutto da tante cose del vivere quotidiano: eppure nonostante la
miriade di oggetti che si prendono lo spazio, sembra sempre che il nulla sia il luogo
dell´anima. Quel vuoto pieno d´ombre Wim Wenders lo racconta in modo unico nel
suo film Lo stato delle cose dipingendo una natura morta di oggetti, che io oserei chiamare una natura morta del realismo. Ed è proprio il sovrabbondante realismo che
trovo in Williams, che mi fa subito pensare ad una dimensione dove il reale è natura
morta, dove il realismo, per la troppa realtà, perde la sua concretezza diventando
memoria di uno stato; è come un oggetto rotto che nonostante la riparazione non
sarà mai più quell’oggetto, ma solo la memoria di quella cosa. Ed è in questa memoria che i nostri personaggi si muovono, quasi come se le cose fossero un labirinto
necessario allo stare nel mondo e a ricordarsi ciò che si era. Immagino un luogo dove
le cose vivono di una propria luce, sono le cose che illuminano i corpi, fantasmi di una
memoria, mostruose nel loro esserci state e nel loro esserci anche dopo la morte. Le
cose sopravvivono al tutto. Le cose ci sopravvivono. (…)
Antonio Latella
stagione
teatrale
2011.2012
nora alla prova da “casa di bambola”
13 marzo | 1 aprile 2012
di Henrik Ibsen
adattamento e regia Luca Ronconi
scene e costumi Margherita Palli
con Mariangela Melato, Riccardo Bini, Giovanni Crippa, Barbara Moselli,
Orietta Notari, Luciano Roman, Irene Villa.
teatro
argentina
produzione teatro stabile di genova
Mariangela Melato torna a lavorare con Luca Ronconi e si cala nel personaggio della
protagonista del dramma di Ibsen Casa di bambola. Nello spettacolo che il regista
Luca Ronconi ha voluto intitolare Nora alla prova, Mariangela è Nora, ma è anche
un’attrice che porta questo personaggio sul palcoscenico. È la donna-personaggio
che rivendica la propria indipendenza fisica ed etica, ma è anche l’interprete di un
universo drammaturgico, quello di Ibsen, che conosce molto bene e i cui interrogativi, pertanto, può cercare di scandagliare in diverse strade. Nello spettacolo,
Mariangela è anche Kristine, l’amica d’infanzia che Nora elegge a sua confidente, trovando nell’insieme di questi due personaggi la completezza di un carattere femminile “moderno”. Con questo doppio personaggio, Nora e Kristine, Mariangela Melato e
Luca Ronconi mettono insieme il loro primo Ibsen e giocano da par loro in una forma
sfumata di “teatro nel teatro”, condivisa sotto il segno della contemporaneità.
Attenzione al titolo: Nora alla prova da “Casa di bambola” di Henrik Ibsen, per cancellare subito ogni ipotesi di voler relegare la storia di Nora nel passato, come se fosse
un momento arcaico della lotta per la liberazione della donna. Allora, quando nel
1879 Casa di bambola (Et dukkehjem) fu rappresentato per la prima volta, il dramma
suscitò scandalo e polemica ovunque proprio per la sua lettura come esempio di un
femminismo estremo; tanto che in Germania Ibsen fu addirittura costretto a trovargli un nuovo finale, perché la protagonista si rifiutava di impersonare una madre da
lei ritenuta snaturata. Ma se tutto questo ha fatto di Casa di bambola il dramma forse
più noto del norvegese Henrik Ibsen (1828-1906), che lo scrisse in Italia ispirandosi a
un caso reale, non lo relega affatto in un passato ottocentesco. Non solo, infatti, la sua
descrizione di una persona che, prima di essere femmina, moglie e madre, vuole essere donna, possiede ancora una forte carica di attualità; ma soprattutto, al di là di ogni
contenuto polemico, il dramma resta opera di una grande e complessa modernità,
abitata da personaggi capaci di parlare ancora ai nostri contemporanei. Madre di tre
figli piccoli, Nora è sposata da otto anni con l’avvocato Torvald Helmer, che la considera alla stregua di un grazioso e vivace animale domestico. E lei sembra felice in questa sua gabbia famigliare. La scoperta di se stessa da parte di Nora avviene però in
modo imprevisto. Ad aprirle gli occhi, è la reazione di Helmer davanti alla ipotesi di un
ricatto, che Nora si trova a subire per un prestito contratto alcuni anni prima, falsificando la firma del padre per salvare la vita del marito. L’uomo pensa solo a se stesso
e alla propria reputazione sociale. E, anche se alla fine, grazie anche all’intervento dell’amica Kristine, il ricatto non ci sarà, Nora non può più ormai tornare indietro e decide, quindi, di abbandonare la famiglia in cerca della sua vera identità e, come dice lei
stessa ad Helmer, per «scoprire chi ha ragione, io o la società»
stagione
teatrale
2011.2012
the coast of utopia (la sponda dell’utopia)
10 | 29 aprile 2012
teatro
argentina
di Tom Stoppard
regia MarcoTullio Giordana
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Sartori
con (cast in via di definizione)
Alessio Boni, Valentina Cervi, Michela Cescon, Luigi Diberti,
Jasmine Trinca e Luca Zingaretti
produzione teatro di roma, teatro stabile di torino, zachar produzioni
prodotto da michela cescon
The Coast of Utopia di Tom Stoppard è una trilogia (Viaggio-Naufragio-Salvataggio)
scritta nel 2005 e rappresentata solo a Londra, New York e Tokyo: negli Stati Uniti
ha vinto il maggior numero di Oscar teatrali mai assegnati. La trilogia ripercorre 33
anni di storia Russa (1833-1863), i protagonisti sono l’anarchico Michael Bakunin, il
rivoluzionario scrittore e filosofo Alexander Herzen, il critico letterario Vissarion
Belinsky e lo scrittore Ivan Turgenev. Stoppard racconta i loro sogni utopici e le loro
storie private, le loro passioni, gli innamoramenti, le delusioni, i dolori, con una levità e una profondità che ha fatto paragonare l’opera alle grandi commedie di
Cechov. La storia intreccia un grande fallimento ideologico con gli altrettanto grandi fallimenti personali. Un susseguirsi di emozioni, colpi di scena, battute fulminanti, dialoghi ironici e anche momenti struggenti, sempre con un ritmo vivacissimo nonostante la lunghezza (ciascuna parte dura due ore e mezzo). È una comunità in viaggio quella raccontata da Stoppard, l’azione comincia nella campagna
russa, continuando a Mosca, per poi seguire i protagonisti nel loro esilio europeo
tra Parigi, Londra e l’Italia.
stagione
teatrale
2011.2012
la commedia di orlando
4 | 20 maggio 2012
teatro
argentina
liberamente tratto da Orlando di Virginia Woolf
regia e drammaturgia Emanuela Giordano
scene e costumi Giovanni Licheri e Alida Cappellini
musiche originali eseguite dal vivo Bubbez Orchestra
con Isabella Ragonese, Erika Blanc
e con Claudia Gusmano, Laura Rovetti, Peppe Bisogno
produzione compagnia enfi teatro
Virginia Woolf è figlia diretta di Shakespeare. È unica nel miscelare invenzione,
gioco, umorismo e profondità.
Virginia, grazie a Orlando, compie un viaggio fantastico, in cui il protagonista, come
Ulisse, non si pone limiti al desiderio di sperimentare, di agire, di conoscere, alla
ricerca forse dell’impossibile, alla ricerca di una vita piena ed appagata.
La lettura della commedia è talmente stratificata che possiamo permetterci di godere del divertimento, del guizzo iridescente senza per questo rinunciare ai tanti sensi,
ai miti, alle suggestioni che ci vengono suggeriti: il mito dell’immortalità, del ciclo
stagionale della morte e della rinascita, del ricongiungimento nell’unità originaria
dei due generi, maschile e femminile, partecipi di uno stesso enigma esistenziale.
Orlando, infatti, intuizione geniale della Woolf, è l’unico eroe moderno che racchiude in se la parte maschile e quella femminile di noi tutti, perché la ricerca della felicità ci riguarda allo stesso modo e forse proprio una maggiore conoscenza dell’altro
può essere la chiave che ci aprirà di nuovo le porte del “paradiso”.
Orlando, attraversa quindi quattro secoli di passioni travolgenti e cupe delusioni,
tutte legate alla percezione della vita come un’opera, unica, preziosa e irripetibile.
Orlando assolve a questa “missione” come nessun altro.
È per questo forse che il romanzo della Woolf è tuttora un caposaldo della letteratura, un libro in cui tutti, grandi e piccoli, uomini e donne, possono ritrovare una
ragione di emozione, di corrispondenza, di grande divertimento.
Ci teniamo ad aggiungere che forse solo una donna, per secoli precario soggetto di
una vita frammentaria, dissipata nella quotidianità, eterna spettatrice, poteva
immaginare una così sulfurea e fiammeggiante eroina per la quale l’autrice rivendica, e noi con lei, il diritto ad un lieto fine (oh finalmente!)
stagione
teatrale
2011.2012
tipologie di abbonamento
teatro
argentina
abbonamento prime
8 spettacoli (stesso prezzo abbonamenti a posto fisso)
l’abbonamento comprende i seguenti spettacoli:
Itis Galileo, Dopo la battaglia, Quello che prende gli schiaffi, Tutto per bene,
Toni Servillo legge Napoli, Un tram che si chiama desiderio, Nora alla prova,
La commedia di Orlando
Platea
Palchi platea I e II ord.
Palchi III e IV ord.
intero
160,00 €
136,00 €
104,00 €
ridotto
136,00 €
120,00 €
96,00 €
abbonamento prime studenti
8 spettacoli (Università e Accademie)
l’abbonamento comprende i seguenti spettacoli:
Itis Galileo, Dopo la battaglia, Quello che prende gli schiaffi, Tutto per bene,
Toni Servillo legge Napoli, Un tram che si chiama desiderio, Nora alla prova,
La commedia di Orlando
Platea (posti laterali limitati) Palchi fino al II ord.
Palchi III e IV ord.
80,00 €
56,00 €
abbonamento a posto fisso
8 spettacoli
l’abbonamento comprende i seguenti spettacoli:
Itis Galileo, Dopo la battaglia, Quello che prende gli schiaffi, Tutto per bene,
Toni Servillo legge Napoli, Un tram che si chiama desiderio, Nora alla prova,
La commedia di Orlando
Platea
Palchi platea I e II ord.
Palchi III e IV ord.
intero
160,00 €
136,00 €
104,00 €
ridotto
136,00 €
120,00 €
96,00 €
promozioni speciali abbonamento a posto fisso
chi arriva prima risparmia
Riduzione per chi acquista l’abbonamento entro il 30 giugno 2011 e per chi
entro il 30 luglio 2011 presenta un neo abbonato
stagione
teatrale
2011.2012
Platea
Palchi platea I e II ord.
Palchi III e IV ord.
super ridotto
120,00 €
96,00 €
88,00 €
ridotto neo-abbonato
136,00 €
120,00 €
96,00 €
porta un amico a teatro
Per il solo spettacolo Tutto per bene, agli abbonati possono invitare
a teatro 2 amici (con prenotazione obbligatoria, nelle repliche fuori abbonamento)
abbonamento studenti
5 spettacoli (1 fisso + 4 a scelta)
l’abbonamento comprende 4 spettacoli a scelta sull’intero cartellone
(escluso Un flauto magico) più lo spettacolo Tutto per bene
intero
60,00 €
Platea e palchi fino al II ord.
abbonamento non-udenti
teatro
argentina
info
Teatro Argentina
l.go di torre Argentina, 52
06.6840001
botteghino
dalle 10 alle 14
e dalle 15 alle 19
dal lunedì al sabato
06.684000311/314
ufficio promozione
06.684000346
4 spettacoli
l’abbonamento comprende 4 spettacoli:
Quello che prende gli schiaffi, Tutto per bene, Nora alla prova,
La commedia di Orlando
In collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali di Roma Capitale
www.teatrodiroma.net
[email protected]
(saranno messi a disposizione 100 abbonamenti per posti di platea e palchi di platea)
Platea e palchi platea
intero
60,00 €
card speciale utopia
3 spettacoli a prenotazione
Consente di vedere tutte e tre le parti dello spettacolo The coast of utopia
Platea
Palchi platea I e II ord.
Palchi III e IV ord.
intero
54,00 €
48,00 €
39,00 €
card 2 sipari
Carta a scalare acquistabile per tutti gli spettacoli della stagione 2011.2012
del teatro argentina e del teatro india, può essere utilizzata anche interamente
per la stessa serata fino ad esaurimento dell’importo della carta
tagliandi
teatro argentina
teatro india
80,00 €
120,00 €
platea e palchi fino al II ord.
posto fisso
stagione
teatrale
2011.2012
i masnadieri
22 ottobre | 27 novembre 2011
teatro
argentina
di Friedrich Schiller
regia Gabriele Lavia
con la Giovane Compagnia del Teatro di Roma
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Franco Mussida
produzione teatro di roma, teatro stabile dell’umbria
in collaborazione con la versiliana festival
Die Rauber, cioè i fuorilegge, i banditi, i briganti, ma per noi, e probabilmente per
sempre, I masnadieri. Con questa tragedia Schiller entra violentemente nella storia
della letteratura tedesca come poeta della ribellione e come suddito ribelle, retore
della libertà politico-sociale e nella kantiana libertà etica.
Ma soprattutto egli entra nella storia della drammaturgia con un evento straordinario, che si tentò più volte di imitare e a cui certamente molto dobbiamo. Ciò che affascina maggiormente in Schiller è la capacitè di far scoppiare effetti scenici e fondare su questi la struttura della sua drammaturgia. Egli possiede un grandioso stile
drammatico e quella particolarissima abilità scenica che consiste nel saper sfruttare ogni risorsa dell’emozione e della sorpresa. I masnadieri si inseriscono idealmente nello Sturm und Drang, e in quella luce di furore visionario lopera attacca le istituzioni politiche, sociali e i pregiudizi morali nel proposito di impiegare il palcoscenico come “Istituto morale”. In questo senso le parole di Schiller risuonano nellorecchio del mondo contemporaneo e, quellopera “giovanile”, straordinaria, del poeta,
mi è sembrata loccasione giusta per poter far nascere la Giovane Compagnia del
Teatro di Roma, con uno spettacolo agile, appassionato e di grande presa.
lo spettacolo sarà in tournée nella stagione 2011/2012
stagione
teatrale
2011.2012
la resistibile ascesa di arturo ui
in
tournée
di Bertolt Brecht
regia Claudio Longhi
con Umberto Orsini, Nicola Bortolotti, Simone Francia,
Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani,
Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis
produzione teatro di roma – emilia romagna teatro fondazione
“Buffa” e mordace parabola satirica sulla corruzione del potere, La resistibile ascesa
di Arturo Ui racconta la cronaca nera della Berlino degli anni Trenta invasa dalle
squadracce naziste, trasferita per invenzione dell’autore in una coeva Chicago in
cui l’industria magnatizia del commercio dei cavolfiori prospera all’ombra sinistra
del gangster Arturo Ui, satirico “alias” di Adolf Hitler. Scritta tra il 1940 e il 41 dall’esilio finlandese, Brecht definirà in seguito l’opera una “farsa storica”, dato il piglio ironico, salace ed “epico” al contempo con cui essa ricostruisce la tragicomica epopea
di un trust scalcagnato in una città corrotta, ammiccante alla situazione economicopolitica in dissesto nella Germania dello stesso periodo.
Con Umberto Orsini assoluto protagonista nel ruolo del titolo, affiancato da una
troupe giovane e affiatata, lo spettacolo intende assecondare pienamente
l’ispirazione grottesca del copione, conferendo all’apologo una dimensione “circense”, dove l’incisiva brevità dei singoli “numeri”, l’equilibristica retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e messi alla berlina
attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica, traducono la parabola in una “rivista” briosa e nitida, caustica ed elegante sul tragico nonsenso del nostro passato
lo spettacolo sarà in tournée nella stagione 2011/2012
stagione
teatrale
2011.2012
radio3 è media partner
del teatro di roma
Da quest’anno il Teatro di Roma ha stretto un accordo con Rai Radio3, che diventa
media partner del Teatro per la Stagione 2011.2012, garantendo così un’approfondita
diffusione delle informazioni sugli spettacoli e le attività programmate.
Rai Radio3 affiancherà il Teatro di Roma con interviste, collegamenti e approfondimenti per raccontare il viaggio teatrale intrapreso dallo Stabile della capitale.
Questo rapporto di collaborazione col Teatro di Roma si inserisce nel già ampio spazio che Radio3 dedica al teatro attraverso le segnalazioni quotidiane delle novità, le
incursioni nella sfera “segreta” delle prove ma anche con la presentazione di spettacoli in diretta dalla Sala A di via Asiago, fino alla produzione di radiodrammi commissionati a giovani autori, in un costante dialogo col passato grazie alla ricchezza
degli archivi Rai.