sassatelli francesca

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101113_Sassatelli, Arte Micenea, Pagina 1 di 4
ARTE MICENEA
Sottotitolo
o DUBBI
IMMAGINE
Spiegazione del prof. scritta in nero,
suddivisa in paragrafi individuati dalle immagini
trattate,
da integrarsi con le informazioni tratte dal libro scritte in
blu.
Cronologia
La civiltà micenea viene studiata distinguendo tre periodi:
1600- 1500 a.C. Miceneo Antico
Sappiamo poco dei palazzi e delle abitazioni in questa prima fase,
mentre, al contrario, numerose sono le tombe scoperte, nelle quali
sono stati rinvenuti ricchi corredi funerari.
1500- 1400 a.C. Miceneo Medio
In questo periodo vengono realizzate un numero notevole di tombe
a Tholos, aventi tutte le medesime caratteristiche.
1400- 1100 a.C. Miceneo Tardo
In questo lasso di tempo avviene la distruzione dei grandi edifici a
causa dei Dori; si costruiscono immense mura che circondano il
palazzo reale e le altre fabbriche dell’acropoli, da ciò si usa definire
le città micenee città- fortezza.
I Micenei
La civiltà micenea si sviluppò nel Peloponneso; questa popolazione
deriva dagli achei indoeuropei che si erano stabiliti sul continente
greco ed erano rimasti in condizioni neolitiche per altri 400 anni,
fino allo sviluppo dei commerci con la ricca e avanzata civiltà
cretese. Nel 1200 a.C. scomparvero del tutto perché travolte
dall’invasione dei popoli del nord.
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Riproduzione di una città micenea
Le città micenee
Attraverso i resti di alcuni palazzi achei si sono trovate tracce di
affreschi e grandi rilievi in pietra, ma soprattutto tombe con oggetti
di ceramica, argento, oro e armi; esse si presentavano in una
fossa, poi nella roccia e infine a Tholos.
Il centro di potere e quindi politico si sviluppava, a differenza di
quello cretese, in regge arroccate sui colli, e difese da mura, le
quali erano massicce e poderose e la leggenda le racconta come
opera dei ciclopi; all’interno c’era l’abitazione del sovrano
caratterizzata da una grande sala (sala del focolare) sorretta da
piccole colonne; dentro queste abitazioni c’erano grandi magazzini.
Nonostante ciò il vero abitato stava fuori dalle mura, ma dopo
ripetuti assalti dai Dori che minacciavano di impadronirsi del
territorio, gli Achei ritennero opportuno trasferirsi dentro la reggia.
Questi resti si trovano nel Peloponneso a Micene, Tirino, Pilo,
anche se si sono trovati altri resti ad Atene e in Tessalia, questo è
importante perché ci fa capire che c’è una certa unità culturale del
mondo Acheo, inoltre questo popolo aveva un’attività commerciale
molto sviluppata con i paesi mediterranei e ne è testimone di ciò il
fatto che si sono trovati dei vasi micenei sulle coste mediterranee.
Gli Achei (cioè i Micenei) operarono una sintesi tra le divinità
femminili cretesi e mediterranee e quelle maschili di popoli
nordeuropei.
La porta dei leoni
Questo era l’accesso principale all’acropoli di Micene, che è
costituito da due piedritti e un architrave. Aprono questa porta nella
cinta muraria, caratterizzata da grandi massi squadrati e
sovrapposti che rimanevano in equilibrio fermo grazie a un gioco di
forze. Sopra all’architrave abbiamo il triangolo di pietra che
raffigura due leonesse, le quali rappresentavano simbolicamente
sia la potenza delle mura, sia quella della città posta sotto la loro
protezione (in alcuni casi potevano essere anche delle sfingi con
teste d’uomo o d’uccello); il più delle volte questo rilievo è alto circa
2 metri, le origini culturali si pensano fossero cretesi, però lo stile è
miceneo.
Porta dei leoni di Micene
La maschera di Agamennone
Nelle tombe reali di Micene furono rinvenute cinque maschere
funebri in lamina d’oro, che erano riprodotte per tramandare la
memoria del morto, le quali furono reperite da Heinrich
Schliemann.
Questa maschera d’oro rappresenta l’eroe Agamennone, re di
Micene, e appare estremamente più raffinata e stilisticamente
notevole se paragonata alle altre, che venivano fatte in modo molto
netto, con un’espressione dura, severa e imponente.
Maschera funebre di Agamennone
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Le Tholos
Appaiono come grandi tumuli di terra, ma in realtà sono sale
circolari sormontate da una pseudo cupola formata da un certo
numero di anelli disposti l’uno sull’altro e composti da grandi massi
squadrati, che vanno sempre più restringendosi finché la struttura
non si chiude. Attraverso un corridoio si accede a una cavità
interna tenuta insieme dalla pressione della terra.
In queste tombe erano tenuti molti tesori come oggetti d’oro, armi,
vasi, gioielli.
Pianta di una tholos micenea
Micene, la città di Menelao
Al centro c’era il palazzo, poi abbiamo il recinto, il quale è circolare
con le tombe, e poi all’interno di queste mura c’era anche un
paesaggio protetto per arrivare a un pozzo; sempre vicino alle
mura c’erano le officine artigianali e i magazzini e in caso di
pericolo tutta la popolazione si poteva rifugiare dentro le mura.
Quest’acropoli è stata rinvenuta grazie ad un certo Schliermann, lo
stesso che scoprì la famosissima città di Troia.
Acropoli di Micene
Il tesoro di Atreo
Una celebre tholos, il cosiddetto Tesoro di Atreo o Tomba di
Agamennone, è situata a Micene. L’edificio è composto da un
corridoio, le cui pareti di contenimento crescono man mano che si
avvicina la tholos; l’accesso avviene tramite un’ampia apertura
sormontata da un architrave monolitico. L’ornamento della facciata
era originariamente impreziosito da un complesso di elementi
composto da semicolonne decorate collocate di fianco all’apertura.
L’architrave è sormontato dal cosiddetto triangolo di scarico, un
accorgimento costruttivo che porta il peso sovrastante a gravare
sugli stipiti della porta. La tholos è una sala circolare
originariamente
Entrata della tomba di Agamennone
decorata con rosette di bronzo a imitazione di un cielo stellato; la
camera sepolcrale vera e propria è l’ambiente quadrangolare vicino
alla tholos destinata a contenere il ricco corredo funebre, il quale
era composto da armi, scudi, carri e altri strumenti impreziositi da
decorazioni.
Interno della tomba di Agamennone
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Tirinto
Tirinto
Molto interessante è l’acropoli di Tirinto, circondata da possenti
mura dotate di pochi accessi e di un camminamento coperto con
lastroni di pietra inclinati, che circondano totalmente l’acropoli. C’è
un grande ingresso monumentale che immette in un vasto cortile
esterno da cui si accede a un cortile porticato; su uno dei lati si
apre un megaron (dal greco mègas, grande), l’organismo più vasto
e più interno dei palazzi micenei, che in seguito si dimostrerà di
vitale importanza per la concezione del tempio greco. Il megaron si
compone di tre spazi: il primo costituisce il vestibolo, il secondo è
l’antisala e il terzo è costituito dalla sala del trono; in essa e attorno
al focolare, si riunivano il re e i cortigiani.
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