101113_Sassatelli, Arte Micenea, Pagina 1 di 4 ARTE MICENEA Sottotitolo o DUBBI IMMAGINE Spiegazione del prof. scritta in nero, suddivisa in paragrafi individuati dalle immagini trattate, da integrarsi con le informazioni tratte dal libro scritte in blu. Cronologia La civiltà micenea viene studiata distinguendo tre periodi: 1600- 1500 a.C. Miceneo Antico Sappiamo poco dei palazzi e delle abitazioni in questa prima fase, mentre, al contrario, numerose sono le tombe scoperte, nelle quali sono stati rinvenuti ricchi corredi funerari. 1500- 1400 a.C. Miceneo Medio In questo periodo vengono realizzate un numero notevole di tombe a Tholos, aventi tutte le medesime caratteristiche. 1400- 1100 a.C. Miceneo Tardo In questo lasso di tempo avviene la distruzione dei grandi edifici a causa dei Dori; si costruiscono immense mura che circondano il palazzo reale e le altre fabbriche dell’acropoli, da ciò si usa definire le città micenee città- fortezza. I Micenei La civiltà micenea si sviluppò nel Peloponneso; questa popolazione deriva dagli achei indoeuropei che si erano stabiliti sul continente greco ed erano rimasti in condizioni neolitiche per altri 400 anni, fino allo sviluppo dei commerci con la ricca e avanzata civiltà cretese. Nel 1200 a.C. scomparvero del tutto perché travolte dall’invasione dei popoli del nord. 101113_Sassatelli, Arte Micenea, Pagina 2 di 4 Riproduzione di una città micenea Le città micenee Attraverso i resti di alcuni palazzi achei si sono trovate tracce di affreschi e grandi rilievi in pietra, ma soprattutto tombe con oggetti di ceramica, argento, oro e armi; esse si presentavano in una fossa, poi nella roccia e infine a Tholos. Il centro di potere e quindi politico si sviluppava, a differenza di quello cretese, in regge arroccate sui colli, e difese da mura, le quali erano massicce e poderose e la leggenda le racconta come opera dei ciclopi; all’interno c’era l’abitazione del sovrano caratterizzata da una grande sala (sala del focolare) sorretta da piccole colonne; dentro queste abitazioni c’erano grandi magazzini. Nonostante ciò il vero abitato stava fuori dalle mura, ma dopo ripetuti assalti dai Dori che minacciavano di impadronirsi del territorio, gli Achei ritennero opportuno trasferirsi dentro la reggia. Questi resti si trovano nel Peloponneso a Micene, Tirino, Pilo, anche se si sono trovati altri resti ad Atene e in Tessalia, questo è importante perché ci fa capire che c’è una certa unità culturale del mondo Acheo, inoltre questo popolo aveva un’attività commerciale molto sviluppata con i paesi mediterranei e ne è testimone di ciò il fatto che si sono trovati dei vasi micenei sulle coste mediterranee. Gli Achei (cioè i Micenei) operarono una sintesi tra le divinità femminili cretesi e mediterranee e quelle maschili di popoli nordeuropei. La porta dei leoni Questo era l’accesso principale all’acropoli di Micene, che è costituito da due piedritti e un architrave. Aprono questa porta nella cinta muraria, caratterizzata da grandi massi squadrati e sovrapposti che rimanevano in equilibrio fermo grazie a un gioco di forze. Sopra all’architrave abbiamo il triangolo di pietra che raffigura due leonesse, le quali rappresentavano simbolicamente sia la potenza delle mura, sia quella della città posta sotto la loro protezione (in alcuni casi potevano essere anche delle sfingi con teste d’uomo o d’uccello); il più delle volte questo rilievo è alto circa 2 metri, le origini culturali si pensano fossero cretesi, però lo stile è miceneo. Porta dei leoni di Micene La maschera di Agamennone Nelle tombe reali di Micene furono rinvenute cinque maschere funebri in lamina d’oro, che erano riprodotte per tramandare la memoria del morto, le quali furono reperite da Heinrich Schliemann. Questa maschera d’oro rappresenta l’eroe Agamennone, re di Micene, e appare estremamente più raffinata e stilisticamente notevole se paragonata alle altre, che venivano fatte in modo molto netto, con un’espressione dura, severa e imponente. Maschera funebre di Agamennone 101113_Sassatelli, Arte Micenea, Pagina 3 di 4 Le Tholos Appaiono come grandi tumuli di terra, ma in realtà sono sale circolari sormontate da una pseudo cupola formata da un certo numero di anelli disposti l’uno sull’altro e composti da grandi massi squadrati, che vanno sempre più restringendosi finché la struttura non si chiude. Attraverso un corridoio si accede a una cavità interna tenuta insieme dalla pressione della terra. In queste tombe erano tenuti molti tesori come oggetti d’oro, armi, vasi, gioielli. Pianta di una tholos micenea Micene, la città di Menelao Al centro c’era il palazzo, poi abbiamo il recinto, il quale è circolare con le tombe, e poi all’interno di queste mura c’era anche un paesaggio protetto per arrivare a un pozzo; sempre vicino alle mura c’erano le officine artigianali e i magazzini e in caso di pericolo tutta la popolazione si poteva rifugiare dentro le mura. Quest’acropoli è stata rinvenuta grazie ad un certo Schliermann, lo stesso che scoprì la famosissima città di Troia. Acropoli di Micene Il tesoro di Atreo Una celebre tholos, il cosiddetto Tesoro di Atreo o Tomba di Agamennone, è situata a Micene. L’edificio è composto da un corridoio, le cui pareti di contenimento crescono man mano che si avvicina la tholos; l’accesso avviene tramite un’ampia apertura sormontata da un architrave monolitico. L’ornamento della facciata era originariamente impreziosito da un complesso di elementi composto da semicolonne decorate collocate di fianco all’apertura. L’architrave è sormontato dal cosiddetto triangolo di scarico, un accorgimento costruttivo che porta il peso sovrastante a gravare sugli stipiti della porta. La tholos è una sala circolare originariamente Entrata della tomba di Agamennone decorata con rosette di bronzo a imitazione di un cielo stellato; la camera sepolcrale vera e propria è l’ambiente quadrangolare vicino alla tholos destinata a contenere il ricco corredo funebre, il quale era composto da armi, scudi, carri e altri strumenti impreziositi da decorazioni. Interno della tomba di Agamennone 101113_Sassatelli, Arte Micenea, Pagina 4 di 4 Tirinto Tirinto Molto interessante è l’acropoli di Tirinto, circondata da possenti mura dotate di pochi accessi e di un camminamento coperto con lastroni di pietra inclinati, che circondano totalmente l’acropoli. C’è un grande ingresso monumentale che immette in un vasto cortile esterno da cui si accede a un cortile porticato; su uno dei lati si apre un megaron (dal greco mègas, grande), l’organismo più vasto e più interno dei palazzi micenei, che in seguito si dimostrerà di vitale importanza per la concezione del tempio greco. Il megaron si compone di tre spazi: il primo costituisce il vestibolo, il secondo è l’antisala e il terzo è costituito dalla sala del trono; in essa e attorno al focolare, si riunivano il re e i cortigiani.