Unione Provinciale Agricoltori di Savona Progetto

Regione Liguria
Unione Europea
Unione Provinciale Agricoltori di Savona
Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola (CeRSAA)
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Savona
Progetto dimostrativo SI 10000049/2004
“Tecniche per il risanamento, la ristrutturazione e la coltivazione dell’oliveto
biologico in aree marginali della provincia di Savona”
Piano di Sviluppo Rurale- Reg. CE 1257 / 99
Misura 3.3 “Progetti Dimostrativi”
1
Introduzione
L’olivo è coltivato nell’emisfero boreale tra il 45° ed il 28° par. nord in Europa, nord America e
Asia
Nell’emisfero australe la fascia di coltivazione è molto simile e compresa tra il 15° ed il 40° par.
sud in Cile, Argentina e Australia
L’olivo è diffuso in tutto il bacino del mediterraneo;
La sua presenza è limitata a nord e a sud dalla temperatura e dalla disponibilità di acqua
E’ coltivato:
• nel Portogallo centro-meridionale;
• nella Spagna continentale e mediterranea;
• nel sud della Francia ed in Corsica
• nelle zone costiere della Croazia e dell’Albania
• in Grecia
• nelle zone costiere della Turchia, in Libano, in Israele
• nelle zone costiere della dell’Egitto, della Libia, della Tunisia e del Marocco
•
In Italia la coltivazione è praticamente ubiquitaria, ad esclusione di alcune Regioni a ridosso
delle Alpi
L’olivo è una tipica coltura industriale.
1) Aree monitorate durante le varie
attività del progetto
AREE DEL MONITORAGGIO
Varazze e Cogoleto
Savona
Finalese e Varigotti
Albenga e entroterra
2
Dell’olivo si utilizza il frutto (oliva) tal quale, o trasformato:
• frutti in salamoia, o in altri tipi di conserva
• polpa macinata (paté, creme, …)
• olio (extra vergine, vergine, di oliva, di sansa)
• saponi e oli per la cura del corpo
• fertilizzanti, combustibili, …
Le maggior produzioni mediterranee di olive da olio sono localizzate in Spagna, Grecia e Tunisia.
L’Italia è un forte produttore di olive da olio, con produzioni localizzate in Puglia, Calabria, Sicilia
e Campania.
Elevate produzioni si incontrano anche in Lazio e in Abruzzo.
La Liguria è agli ultimi posti per quantità di prodotto trasformato in olio con una percentuale sul
prodotto nazionale dello 0.89%!
In Liguria, a causa delle particolari condizioni geografico-climatiche, la coltivazione dell’olivo può
essere assimilata a quella degli areali centro-meridionali della Penisola.
3
Temperature e precipitazioni
Distribuzione mensile della pioggia
La coltivazione dell’olivo in Liguria
4
IMPIANTO DEL NUOVO ULIVETO
•
•
•
•
•
•
•
Indagini sulla vocazionalità pedoclimatica
Preparazione del terreno
Definizione dei sesti di impianto
Preparazione della fossa di impianto
Messa a dimora della pianta
Predisposizione dell’impianto di irrigazione
Cure colturali nei primi anni di vita: Gestione della nutrizione, Gestione delle infestanti,
Protezione dell’apparato radicale
x
Indagini sulla vocazionalità pedoclimatica:
Natura fisico-chimica del terreno:
terreno profondo, fresco, ben drenante
terreno ricco in sostanza organica (> 3-4%)
pH 6,0 – 7,5
CE (µS/cm) 100 - 1000
L’ulivo è in grado di resistere anche a condizioni pedoclimatiche estreme, anche se la sua
produttività può diminuire molto (casi – studio: suoli salsi, acque si irrigazione saline, pH molto
bassi)
Fertilità di base del terreno
N
povero
mediamente dotato
ben dotato
ricco
eccessivamente ricco
P2O5
povero
mediocremente dotato
ben dotato
ricco
K2O ass
povero
mediamente dotato
ben dotato
ricco
%
<1
1-1.5
1.5 – 2.2
2.2 – 5
>5
totale (‰)
<1
1-1.5
1.5-2.2
>2.2
assim. (ppm)
<10
10-20
20-40
>40
ppm
< 80
80 – 150
150 - 250
>250
5
Temperatura dell’aria ideale (°C): 10 – 35
Zero termico (°C): 3 – 5
Resistenza al freddo: dipende dallo stato vegetativo della pianta e dalla ventosità. Valori indicativi
(°C): 0 – -5
6
Esigenze in luce
7
x
Preparazione del terreno
Spianamento, creazione del piano di campagna, programmazione dello scorrimento delle acque
superficiali, pianificazione del sesto di impianto
Discissura e aratura profonda
Aspetti positivi:
arieggiamento del terreno
attivazione della microflora
miglioramento della permeabilità del terreno
predisposizione all’accumulo delle risorse idriche
incorporazione di fertilizzanti
Aspetti critici:
rapida ossidazione della sostanza organica
rallentamento della strutturazione del terreno, costi di mano d’opera
8
Drenaggio
Può essere realizzato con strumenti discissori
(aratro con vomere ad ogiva)
Può essere costruito con tubi forati, o di materiale poroso.
Concimazione di fondo:
è in funzione delle esigenze nutrizionali della specie e della fertilità del terreno
Va curata sia la concimazione minerale, sia quella organica
In agricoltura biologica la fertilizzazione non prevede prodotti di sintesi
Concimazione di fondo (Kg/1000 m2)
Elemento
Azoto
Fosforo
(P2O5)
Potassio
(K2O)
Calcio
(CaCO3)
Letame
(media)
x
Suoli pesanti
3
30-40
Suoli franchi
4
20-30
Suoli sciolti
5
20
50-60
30-40
20-30
100-110
70-90
40-50
5000-6000
Definizione dei sesti di impianto
9
x
Preparazione della fossa di impianto
x
Messa a dimora della pianta:
Zollatura della piante pre-espianto
• 1-6 mesi di anticipo
• impiego di stimolanti radicali (citochinine naturali o sintetiche)
• controllo dell’irrigazione
Substrato per il riempimento della fossa
• torbe
• compost vegetali freschi
10
x
Predisposizione dell’impianto di irrigazione:
Quando farlo: al momento dell’impianto
Cosa utilizzare:
Sistemi di distribuzione a terra o sospeso in PE
Irrigazione per scorrimento (sconsigliata)
Quanto costa: 0,5-1,2 €/punto goccia
x Cure colturali nei primi anni di vita:
Gestione della nutrizione
Dosi di elementi minerali (Kg/1000 m2)
Elemento
Oliveto asciutto
Oliveto irriguo
Note
Azoto
3,5
4,5
In due apporti
separati
Fosforo (P2O5)
1,4
1,5
Potassio (K2O)
5
6
Letame (media)
2500-3000
Gestione delle infestanti, pacciamatura, diserbo, lavorazione del terreno, inerbimento programmato,
inerbimento naturale
Protezione dell’apparato radicale
Principali parassiti animali e vegetali del terreno:
• Insetti: larve di coleotteri, lepidotteri e ditteri
• Nematodi
• Funghi parassiti generici: Rhizoctonia spp., Pythium spp., …
• Funghi parassiti specifici: Agenti di tracheomicosi, …
La trattazione dei principali parassiti è riferita allòa situazione ligure, di seguito esaminata.
11
L’OLIVICOLTURA IN LIGURIA
MONITORAGGIO AZIENDALE E FITOPATOLOGICO
In Liguria la coltivazione dell’olivo ha origini molto lontane;
dopo un periodo di “oblio” negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, si osserva un importante ritorno
alla coltivazione.
Numerosi sono, tuttavia, i problemi legati a:
- ristrutturazione degli impianti,
- risanamento da fitopatie diverse
- alterazioni fisiologiche legate all’abbandono precedente
- rinvigorimento e riconversione in produzione da reddito.
TECNICHE PER IL RISANAMENTO, LA RISTRUTTURAZIONE E LA COLTIVAZIONE
DELL'OLIVETO IN AREE MARGINALI
Obiettivi principali:
-
individuare i problemi esistenti circa lo stato colturale, e fitosanitario;
-
definire gli interventi necessari in funzione sia delle condizioni effettive di salute, sia delle
possibilità operative reali degli operatori agricoli;
-
illustrare le possibilità di contenimento delle fitopatie e delle fisiopatie;
-
dimostrare l’applicabilità di soluzioni colturali per la ristrutturazione, la conservazione e la
gestione degli impianti;
-
formare gli agricoltori e i tecnici del settore per la difesa degli impianti.
12
Organizzazione aziendale media
Superficie ad oliveto
min
0,2
max
20
med
2,2
Forza lavoro (UL)
min
1
max
6
med
3,1
cond. familiare
prevalente
minoritario
Situazione
colturale
media:
aziende con
presenza
di dipendenti/avventizi
CULTIVAR
prevalente
taggiasca
Sesto di impianto
n. pte/ha
min
max
260
800
sesto di impianto prevalente 4x4 - casuale
Età dell'impianto
min
max
med
3--4
>100
50-60
13
Potature
periodo
perc. meccanizzazione
dicemb - marzo
28,6
Irrigazione
localizzata
scorrimento
occasionale
assente
20%
12%
12%
56%
Concimazione
periodo prevalente
N:P2O5:K2O
feb-mar
4.08.10
Tipo di distribuzione
fertirrigazione
superficiale
minoritaria
prevalente
Ra ccolta
periodo
perc. meccanizzazione
dicembre
14,3
Principali problemi lamentati:
Problemi fitopatologici
insetti
funghi
batteri
infestanti
10
30
30
100
Tipo di ge stione de lle infe sta nti
inerbimento
lavorazione
pacciamatura con materiale vario
30
60
10
14
Strategie di gestione e risanamento:
Interventi sul terreno di coltivazione, nutrizione e lavorazioni;
Interventi sull’impalcatura delle piante, rinnovi, potature e reimpianti;
Interventi di contenimento delle fitopatie, monitoraggio e strategie di lotta.
Nutrizione minerale e concimazioni
La fertilità è legata a diversi aspetti fisici, chimici e biologici del suolo e dell’ambiente (principali
componenti del clima).
E’ in questo contesto che deve essere inquadrata la nutrizione minerale.
L’uso controllato della nutrizione minerale è uno dei più efficaci sistemi per influenzare la crescita
e la produttività di una pianta perenne.
La coltivazione basata sull’uso esclusivo delle risorse di un ecosistema è capace di mantenere
produzioni elevate solo in particolari condizioni di elevata fertilità naturale. E’, tuttavia, poco
sostenibile in termine di “fertilità”, tenendo conto che i vegetali sono forti asportatori di elementi
chimici inorganici.
Ad esclusione di Ossigeno e Carbonio gli elementi costitutivi la pianta sono ricavati dal suolo,
attraverso l’assorbimento di soluzioni acquose.
L’apparato dell’olivo arriva a superare di alcune volte la proiezione della chioma e se esistono
buone condizioni di ossigenazione del suolo riesce ad approfondirsi molto. Inoltre la specie
compensa la tendenza centrifuga delle radici permanenti attraverso la formazione anche annuale di
numerose nuove radici dalla zona del colletto
Gli apici radicali sono molto esigenti in ossigeno. In presenza di falde superficiali la pianta sviluppa
un apparato radicale superficiale e situazioni di prolungata sommersione determinano rilevanti
alterazioni della crescita (sviluppo di germogli a roseta, caduta anticipata delle foglie, …) fenomeni
talora attribuiti a altre fitopatie.
Un notevole potenziale di assorbimento di soluti esiste anche nell’apparato aereo. Fusto, rami e
foglie possono essere utilizzati per somministrare alla pianta gli elementi dei quali si ravvisa la
necessità. L’apparato fogliare risulta essere un sistema complementare per l’assorbimento degli
elementi minerali.
L’efficacia del trattamento fogliare sull’induzione antogena può essere dovuta all’apporto diretto di
nutrienti permettendo l’evoluzione dei fenomeni che portano alla fioritura, come sembra accada nei
trattamenti a base di boro nella fase di pre-fioritura.
Le concimazioni fogliari permettono di intervenire in ambienti siccitosi, consentendo l’apporto di
elementi nella fasi critiche di richiesta. Possono essere suddivisi nella stagione, tra l’inizio della
crescita vegetativa, alla mignolatura, alla allegagione, all’indurimento del nocciolo, all’inizio della
maturazione, garantendo un apporto tempestivo e costante alla pianta.
Le condizioni utili per la crescita in termini di disponibilità idriche e temperatura sono concentrate
in due periodi dell’anno:
1. primavera – inizio estate
2. autunno
Per la crescita sono due le fonti principali di approvvigionamento:
1) Formazione ex novo di elaborati (assorbimento e fotosintesi)
2) Ridistribuzione da altri organi delle riserve
Questo stock di riserve si comporta inizialmente come volano per la ripresa vegetativa, divenendo
successivamente antagonista in termini di nutrizione
15
Nutrizione minerale e concimazioni
Quando le piante sono nell’annata di forte carica, la fruttificazione e la crescita, tendono ad esaurire
le riserve: questa manifestazione indica uno stato di squilibrio nutrizionale.
L’accumulo delle riserve può essere insufficiente per sostenere una buona ripresa vegetativa nella
primavera successiva
La sostanza organica
Rappresenta la principale sorgente continua di N ed è il volano della capacità di un suolo di
sostenere la crescita dei vegetali.
Controlla la struttura del suolo, presenta un forte potere tampone per il controllo di pH, salinità,
CSC; mantiene disponibili ioni altrimenti insolubili e la gran parte di microelementi, regola la
disponibilità di N e controlla la vita microbica nel suolo.
Principali carenze
La ridotta disponibilità di un elemento nutritivo porta ad una caduta della produttività e della
crescita, spesso anche in assenza di evidenti sintomi visibili.
Quando sulla vegetazione si determinano decolorazioni, disseccamenti, o alterazioni con comparsa
di sintomatologie evidenti si parla di carenza.
In realtà il danno sulla crescita si determina anche molto prima che qualche sintomatologia diventi
evidente.
N - carenza
Decolorazione della lamina, evidente nelle foglie più giovani e foglie adulte che abscindono
precocemente. Perdurando la situazione la crescita è ridotta, la produttività diminuisce, aumento
alla tendenza all’alternanza. Poiché l’N rientra tra gli elementi di riserva della pianta non sempre la
deficienza si manifesta in modo immediato.
Ca – carenza
Relativamente poco frequente. Si manifesta con clorosi delle giovani foglie accompagnata da
accorciamento degli internodi; segue una precoce abscissione delle foglie giovani, corti germogli
con internodi molto ridotti (rosettismo) e necrosi apicale.
B - carenza
Assomiglia alla Ca – carenza. Può essere preceduta da altri tipi di alterazione gravi e di difficile
stima, quali la riduzione dell’allegagione e della fioritura. Sul frutto la sintomatologia è specifica:
necrosi della parte terminale della polpa.
Nutrizione minerale e concimazioni
La concimazione è una pratica sostanzialmente empirica, indispensabile per la corretta gestione
dell’oliveto.
Le esigenze variano a seconda dell’età della pianta, dall’andamento climatico e dalla fertilità del
suolo.
Il massimo successo dell’intervento dipende anche dalla contemporanea esecuzione di altre pratiche
colturali.
Gli interventi fertilizzanti hanno lo scopo di equilibrare l’attività vegeto – produttiva dell’albero.
In questa fase bisogna gestire l’insieme dell’ecosistema, come nel caso dell’inerbimento.
In genere sono le piantagioni giovani che si avvantaggiano maggiormente delle concimazioni,
principalmente a base di N. Tanto più è frazionato tanto più risulta efficace l’intervento.
Le dosi delle somministrazioni sono aleatorie, poiché il puro calcolo del reintegro non sembra dare
risposte affidabili, essendo la fruttificazione più influenzata dallo stato pregresso della pianta che
dall’intervento dell’anno in corso.
Per l’N si può stimare sia sufficiente 1 UF per pianta e per anno, pari circa a 200 UF per ettaro.
Nelle nostre condizioni pari a circa 0.7 UF per pianta.
16
Fitopatie prevalenti e loro contenimento.
I patogeni che colpiscono l’ulivo ed i suoi frutti possono essere suddivisi in tre grandi
raggruppamenti:
¾ parassiti causa di malattie – chiave, o principali
¾ parassiti causa di malattie di secondaria importanza
¾ emi-parassiti, causa di alterazioni su piante indebolite da altre cause
Parassiti causa di malattie - chiave
Funghi
Spilocea oleagina – Occhio di pavone
Verticillium sp.
Batteri
Pseudomonas savastanoi - Rogna
17
Insetti
Euphyllura olivina – Cotonello
Prays oleae – Tignola
Saissetia oleae – Cocciniglia mezzo grano di pepe
18
Bactrocera (Dacus) olelae – Mosca delle olive
Parassiti causa di malattie di secondaria importanza
Funghi
Cercospora cladosporioides – Piombatura, o cercosporiosi
Gloeosporium olivarum – Lebbra
19
Insetti
Phloeotribus scarabeoides – Fleotribo
Clinodiplosis oleisuga – Moscerino suggiscorza
Liotrhips oleae – Liotripide
20
Oecophyllembius latifollielus – Ecofillembio
Otiorrynchus cribricollis – Oziorrinco
Filippa follicularis – Cocciniglia cotonosa carenata
21
Funghi
Armillaria mellea – Marciume lanoso delle radici
Phellinus friesianus, Stereum irsutum - Carie
Insetti
Cicada orni – Cicala del frassino
Omophlus lepturoides – Omofio dei fiori
22
Fitofarmaci utilizzati in olivicoltura (aggiornamento: giugno 2006)
x
Erbicidi
Principio attivo
Clorprofam
Diclobenil
Diquat
Diuron
Flazasulfuron
Fluazifop-p-butile
Glifosate Trimesio
Glufosinate ammonio
Oxadiazon
Oxifluorfen
Paraquat
Propanil
x
T.S.(gg)
30
60
30
60
30
30
7
30
-
Bio
T.S.(gg)
30
24
30
Bio
Bio
Acidi naftossiacetici
Acidi naftilacetici
Naftilacetammidi
Tipologia
Feromoni
Fitoregolatori
Fitoregolatori
Fitoregolatori
Gruppo chimico
Guanidine
Polisolfuri
Composti del rame
Dialchil ditiocarbammati
Zolfo
Tipologia
Fungicidi
Fungicidi
Fungicidi
Fungicidi
Fungicidi
T.S.(gg)
10
30
20
10
5
Bio
Gruppo chimico
Derivati vegetali
Fosforganici
A base di microrganismi
A base di microrganismi
Tiadiazinoni
Carbammati
Fosforganici
Piretroidi
Fosforganici
Fosforganici
Carbammati
Fosforganici
Fosforganici
Fosforganici
Fosforganici
Carbammati
Olii minerali
Derivati vegetali
Tipologia
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
Insetticidi
T.S.(gg)
3
20
3
28
7
90
3
35
20
60
28
30
20
100
10
20
2
30
10
10
Arilossifenossipropionati
fosfonati
Fosfiniti
Ossidiazolinoni
Nitrodifenileteri
Dipiridilici
Propionanilidi
Gruppo chimico
Fungicidi
Principio attivo
Dodina
Polisolfuro di calcio
Rame
Ziram
Zolfo
x
Tipologia
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Diserbanti
Feromoni e fitoregolatori
Principio attivo
1,7-dioxaspiro [5.5]undecano
Bnoa
Naa
Nad
x
Gruppo chimico
Carbammati
Benzonitrili
Dipiridilici
Feniluree
Bio
Bio
Bio
Insetticidi
Principio attivo
Azadiractina
Azinfos-metile
Bacillus t. Sub. Aizawai
Bacillus t. Sub. Kurstaki
Buprofezin
Carbaril
Clorpirifos
Deltametrina
Dimetoato
Fenitrotion
Fenoxicarb
Fention
Fosmet
Malation
Metidation
Metomil
Olio minerale
Piretrine
Polisolfuro di Calcio
Rotenone
Triclorfon
Derivati vegetali
Fosforganici
Bio
Bio
Bio
Bio
Bio
Bio
Bio
Bio
23
Tecniche colturali
LA POTATURA
La potatura consente di :
• controllare la produzione della pianta,
• impostare la forma prescelta per l'allevamento dell'olivo.
La scelta della forma è condizionata da fattori dominanti:
·
disponibilità di mano d’opera
·
costo della mano d'opera (1)
·
ambiente in cui si opera
·
sesto di impianto (2)
·
cultivar utilizzata
(1) Se si dispone di manodopera sufficiente e sicura per la raccolta manuale sarà possibile orientarsi
verso le forme più libere e meno vocate alla raccolta meccanica, al contrario prevedendo difficoltà
nel reperire la manodopera per la raccolta sarà conveniente, per oliveti di vasta superficie, preferire
forme meccanizzabili.
(2) Nelle nuove piantagioni, il sesto d’impianto deve essere predisposto di concerto con la forma di
allevamento che si intende adottare in futuro.
La presenza di numerose gemme avventizie sul tronco e sulle branche consente all'olivo di
sostenere i più disparati interventi di potatura e le diverse forme di allevamento.
Le forme più distanti dal portamento naturale della pianta potrebbero subire un ritardo dell'entrata
in produzione a causa dei ripetuti ed energici interventi cesori.
Tra tutte le forme di allevamento dell'olivo le più interessanti per tradizione o per idoneità ad una
moderna olivicoltura intensiva sono:
• forma libera o cespuglio
• globo
• vaso (policonico, cespugliato, libero)
• monocono
24
Forma libera o cespuglio
Questa forma si ottiene con interventi cesori
estremamente limitati e la pianta che si ottiene
é molto simile al portamento naturale dell'olivo.
Preparazione delle giovani piante
I tagli nei primi 5-6 anni si limitano ad alzare la vegetazione
fino a 40 cm circa per permettere il passaggio delle macchine
operatrici al di sotto della chioma, la pianta assume
così un portamento
basitono espandendosi in tutte le direzioni manifestando
numerose "cime".
Dal sesto anno in poi, secondo i casi, si può procedere con tagli di ritorno sulle cime e con pochi
tagli fatti con il segaccio a svuotare la parte interna della pianta che si era andata progressivamente
spogliando.
Al cespuglio é opportuno applicare un sostegno robusto dell'altezza di m 1,50 fuori terra
per sostenere la pianta nei primi anni.
Vantaggi:
· precoce entrata in produzione
·
buone attitudini produttive,
Svantaggi
· non si presta alla raccolta meccanica con bracci vibratori, sia per la scarsa parte di tronco libero
dove agganciare la pinza sia perché la vegetazione risulta estremamente flessibile e poco incline al
distacco dell'oliva per vibrazione
·
la chioma occupa molto spazio
Sesto di impianto necessario
Dato che il cespuglio tende ad occupare spazio anche nel senso della larghezza in ogni direzione,
i sesti di impianto non dovrebbero essere inferiori ai m 6X6.
25
Globo
La forma di allevamento a globo é tipica delle aree più calde e con elevata intensità luminosa, la
vegetazione assume una forma più o meno sferica che protegge le branche principali e secondarie
da eventuali danni dovuti alle alte temperature.
La produzione si concentra nella parte esterna della chioma la cui profondità dipende dal livello di
diradamento che si attua.
Preparazione delle giovani piante
La piantina messa a dimora viene capitozzata dopo due anni al di sopra dell'inserzione delle branche
primarie che possono essere in numero variabile da 3 a 5. A seguito di questo taglio la ramificazioni
più basse tendono a sviluppare di più e devono quindi essere controllate con opportune cimature.
L'altezza dell'impalcatura può variare dai 60 cm al metro in funzione del tipo di raccolta che si
adotterà; le branche dovranno essere distanziate tra loro di almeno 20 cm.
In seguito la pianta sarà lasciata libera di vegetare.
La pianta adulta dovrà mantenere un'altezza di circa 5 m
che si otterrà con periodici tagli di ritorno sulle cime.
Vantaggi:
· rapida entrata in produzione
· protezione della produzione da eccessi di calore e di luce
Svantaggi
· non si presta alla raccolta meccanica con bracci vibratori
·
la chioma occupa molto spazio
· non adatta in ambienti con scarsa illuminazione
Sesto di impianto necessario
Il sesto idoneo per questa forma
varia tra 6X6 ed 8X8
in funzione dello sviluppo diametrale
delle piante, cercando di evitare
l'ombreggiamento tra una pianta e l'altra.
26
Vaso
E' una delle forme più diffuse e presenti nell'ambito italiano, con le sue varianti in continua
evoluzione.
Col tempo si evidenzia come questa forma venga spesso modificata per motivazioni a carattere
economico e legate alla disponibilità di manodopera.
Attualmente sono in uso tre principali forme di allevamento a vaso:
vaso policonico
vaso cespugliato
vaso libero
VASO POLICONICO
E’ la forma di vaso più diffusa che evidenzia più degli altri la sostanziale caratteristica di avere la
vegetazione suddivisa in assi verticali (branche) distanti tra loro per meglio sfruttare lo spazio e
l'illuminazione solare.
Preparazione delle giovani piante
La pianta adulta allevata a vaso policonico dovrà mostrare 3-4 branche impalcate su di un unico
tronco a 100-120 cm di altezza, con la vegetazione disposta su ogni branca in maniera decrescente
dal basso verso l'alto a formare idealmente 3-4 coni per albero.
Si effettuerà la scelta delle branche principali su piante messe a dimora da due anni, sulle quali si
eliminano solo ramificazioni troppo basse e vigorose, le piante vanno capitozzate all'altezza voluta
ed in considerazione dell'inserzione delle future branche; quest'ultime saranno lasciate crescere in
verticale per assumere dominanza sui rami sottostanti.
Occorrerà poi inclinare la branche di circa 40° lasciandole sviluppare sino alla larghezza definitiva,
da allora la vegetazione proseguirà di nuovo in senso verticale fino ad un'altezza di 4-5 metri che
sarà mantenuta nel tempo con appropriati tagli di ritorno.
Durante questo periodo le cime dovranno essere mantenute leggere per consentire lo sviluppo della
vegetazione sottostante, la quale sarà più accorciata verso il centro della pianta per i consueti motivi
legati alla luce ed alla libera circolazione dell'aria.
Sulla parte interna delle branche si formeranno succhioni che dovranno essere eliminati.
27
Vantaggi:
· adattamento della pianta alla raccolta meccanizzata
Svantaggi
·
sesti di impianto molto ampi (6x8 – 8x8, o superiori)
·
la chioma occupa molto spazio in verticale
·
continuo controllo e riduzione della vegetazione pendula
Sesto di impianto necessario
Il sesto idoneo per questa forma
varia tra 6x8 e 8x8, o superiori (280 piante/ha).
VASO CESPUGLLIATO
E’ una variante del vaso policonico che si differenzia a sua volta se si impiegano una o tre piante
per ogni sito di piantagione.
Preparazione delle giovani piante
Vaso cespugliato con 1 pianta: l'olivo, impalcato ai consueti 100-120 cm, non differisce molto dalla
forma a globo, se non per un maggior numero di branche;
Vaso cespugliato con 3 piante: all'impianto si impiegano tre esemplari disposti a triangolo
equilatero con il lato di m 1, due dei quali secondo la linea del filare.
La potatura di allevamento e produzione in questo
caso non si discosta da quella del vaso policonico.
Vantaggi:
·
maggior investimento di piante per ettaro
·
raccolta manuale facilitata
Svantaggi
· forma che mal si presta alla raccolta meccanica a causa dell'impossibilità
ad applicare la pinza a tutte e tre le piante dallo stesso filare
·
difficoltà di lavorazione al terreno
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VASO LIBERO
Il vaso libero é in sostanza una semplificazione del vaso tradizionale,
Preparazione delle giovani piante
La pianta sarà lasciata vegetare libera per i primi 3-4 anni; i rami più bassi che dovranno essere
progressivamente tolti fino all'altezza di circa 1 m. Si procederà poi ad individuare il punto in cui si
vuol impalcare la pianta ed a togliere le branche centrali, partendo inizialmente da quelle più basse
e proseguendo negli anni successivi a salire sino a circa 2/3 dell'altezza della branca.
Si avranno così piante con branche in numero variabile
da 2 a 4 con portamento più eretto. Ugualmente a quanto
detto per le altre forme a vaso si cercherà di contenere
l'altezza della pianta entro i 5 m effettuando tagli di ritorno
e periodicamente si provvederà a rinnovare la vegetazione
della chioma con la potatura di produzione.
Vantaggi:
·
maggior investimento di piante per ettaro
·
raccolta meccanizzata semplice
Svantaggi
· piante imponenti
Monocono
Preparazione delle giovani piante
E’ necessario utilizzare piante di olivo predisposte in vivaio su di un unico asse ben sviluppato in
altezza e ramificato; la pianta deve essere stata fissata ad un idoneo tutore.
Il tutore deve permanere anche una volta messe le piante a dimora per mantenerne la dominanza
apicale. L’altezza del palo deve essere alto ameno m 2,50 m fuori terra.
Sin dalla prima stagione in campo, in estate, si dovranno eliminare i rametti fino a circa 20 cm da
terra, provvedere a sostituire la cima con un buon germoglio sottostante se questa si fosse per
qualsiasi motivo deteriorata;
inoltre si dovrà porre attenzione a quei rami inseriti sullo stesso nodo che dimostrano di prendere il
sopravvento sulla cima.
La cima dovrà essere costantemente seguita e fissata al tutore per avere sempre, come
precedentemente detto, la dominanza sulle altre ramificazioni.
Al secondo ed al terzo anno, sempre in potatura estiva, si proseguirà con le operazioni descritte per
il primo anno, alzando la progressivamente vegetazione sino a 60 cm da terra ed eliminando i
succhioni che si formano sulla "schiena" delle ramificazioni laterali.
Quest'ultime si ricorda che dovranno essere inserite quanto più possibile in modo perpendicolare
rispetto all'asse centrale.
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Dal 4° anno la potatura verrà effettuata di norma a fine inverno, salvo un eventuale ripasso in estate
per eliminare i succhioni dell'anno troppo vigorosi e vicini all'asse centrale, l'altezza del primo
palco giungerà a circa 80 cm.
Al 5° anno se la pianta avrà raggiunto una sufficiente robustezza e l'apparato radicale dimostrerà di
ancorare bene la pianta al terreno, potrà essere eliminato il tutore, l'altezza dell'olivo sarà a questo
punto superiore all'altezza del palo e si dovrà provvedere a curare le cime alleggerendole ed
evidenziandole ancora rispetto alle cacciate sottostanti.
I tagli alle branche laterali tenderanno a disporre armonicamente la vegetazione eliminando se
necessario rami in sovrannumero che tendono a sovrapporsi ed adombrarsi tra loro.
Dal 6° - 7° anno in poi la pianta dovrebbe raggiungere le dimensioni della pianta adulta con un
altezza superiori ai tre metri e mezzo ed il diametro del tronco attorno ai 18-20 cm, se le olive
verranno raccolte a macchina l'altezza potrà ancora salire seguendo gli accorgimenti per le cime
predetti, in caso contrario sarà opportuno lasciare le cime più piene per limitarne la crescità ed
ottenere subito maggiori produzioni.
Ai fini della meccanizzazione della raccolta sarà necessario mantenere più corte le connessioni tra
l'asse centrale ed i rami a frutto per ottenere i migliori risultati in termini percentuali di distacco
delle olive.
Vantaggi:
·
maggior investimento di piante per ettaro
· ottimo adattamento alla raccolta meccanizzata per vibrazione
Svantaggi
· piante molto alte
Sesto di impianto necessario
Con questa forma si possono impiegare sesti da m 6X6 a m 6X3.
Variazioni
Annotazione
Alla forma a monocono si affiancano alcune varianti dette a fuso ed a monocaule libero, in entrambi
i casi si parte da piantine impostate in vivaio su di un unico asse:
- sul fuso si opera come nel monocono; le branche laterali dovranno essere uniformi, per cui al
posto di un cono si avrà una forma a cilindro. Il fuso si presta per varietà assurgenti o pendule
- sul monocaule libero si tende a non effettuare alcun taglio se non per alzare la vegetazione da
terra. Il monocaule libero richiede pochi interventi limitati alla legatura della cima e di riordino
della vegetazione, ma non sempre assicura una fruttificazione omogenea e regolare.
Vantaggi
·
elevati sesti di impianto
Svantaggi
· piante molto alte
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