Regione Liguria Unione Europea Unione Provinciale Agricoltori di Savona Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola (CeRSAA) Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Savona Progetto dimostrativo SI 10000049/2004 “Tecniche per il risanamento, la ristrutturazione e la coltivazione dell’oliveto biologico in aree marginali della provincia di Savona” Piano di Sviluppo Rurale- Reg. CE 1257 / 99 Misura 3.3 “Progetti Dimostrativi” 1 Introduzione L’olivo è coltivato nell’emisfero boreale tra il 45° ed il 28° par. nord in Europa, nord America e Asia Nell’emisfero australe la fascia di coltivazione è molto simile e compresa tra il 15° ed il 40° par. sud in Cile, Argentina e Australia L’olivo è diffuso in tutto il bacino del mediterraneo; La sua presenza è limitata a nord e a sud dalla temperatura e dalla disponibilità di acqua E’ coltivato: • nel Portogallo centro-meridionale; • nella Spagna continentale e mediterranea; • nel sud della Francia ed in Corsica • nelle zone costiere della Croazia e dell’Albania • in Grecia • nelle zone costiere della Turchia, in Libano, in Israele • nelle zone costiere della dell’Egitto, della Libia, della Tunisia e del Marocco • In Italia la coltivazione è praticamente ubiquitaria, ad esclusione di alcune Regioni a ridosso delle Alpi L’olivo è una tipica coltura industriale. 1) Aree monitorate durante le varie attività del progetto AREE DEL MONITORAGGIO Varazze e Cogoleto Savona Finalese e Varigotti Albenga e entroterra 2 Dell’olivo si utilizza il frutto (oliva) tal quale, o trasformato: • frutti in salamoia, o in altri tipi di conserva • polpa macinata (paté, creme, …) • olio (extra vergine, vergine, di oliva, di sansa) • saponi e oli per la cura del corpo • fertilizzanti, combustibili, … Le maggior produzioni mediterranee di olive da olio sono localizzate in Spagna, Grecia e Tunisia. L’Italia è un forte produttore di olive da olio, con produzioni localizzate in Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Elevate produzioni si incontrano anche in Lazio e in Abruzzo. La Liguria è agli ultimi posti per quantità di prodotto trasformato in olio con una percentuale sul prodotto nazionale dello 0.89%! In Liguria, a causa delle particolari condizioni geografico-climatiche, la coltivazione dell’olivo può essere assimilata a quella degli areali centro-meridionali della Penisola. 3 Temperature e precipitazioni Distribuzione mensile della pioggia La coltivazione dell’olivo in Liguria 4 IMPIANTO DEL NUOVO ULIVETO • • • • • • • Indagini sulla vocazionalità pedoclimatica Preparazione del terreno Definizione dei sesti di impianto Preparazione della fossa di impianto Messa a dimora della pianta Predisposizione dell’impianto di irrigazione Cure colturali nei primi anni di vita: Gestione della nutrizione, Gestione delle infestanti, Protezione dell’apparato radicale x Indagini sulla vocazionalità pedoclimatica: Natura fisico-chimica del terreno: terreno profondo, fresco, ben drenante terreno ricco in sostanza organica (> 3-4%) pH 6,0 – 7,5 CE (µS/cm) 100 - 1000 L’ulivo è in grado di resistere anche a condizioni pedoclimatiche estreme, anche se la sua produttività può diminuire molto (casi – studio: suoli salsi, acque si irrigazione saline, pH molto bassi) Fertilità di base del terreno N povero mediamente dotato ben dotato ricco eccessivamente ricco P2O5 povero mediocremente dotato ben dotato ricco K2O ass povero mediamente dotato ben dotato ricco % <1 1-1.5 1.5 – 2.2 2.2 – 5 >5 totale (‰) <1 1-1.5 1.5-2.2 >2.2 assim. (ppm) <10 10-20 20-40 >40 ppm < 80 80 – 150 150 - 250 >250 5 Temperatura dell’aria ideale (°C): 10 – 35 Zero termico (°C): 3 – 5 Resistenza al freddo: dipende dallo stato vegetativo della pianta e dalla ventosità. Valori indicativi (°C): 0 – -5 6 Esigenze in luce 7 x Preparazione del terreno Spianamento, creazione del piano di campagna, programmazione dello scorrimento delle acque superficiali, pianificazione del sesto di impianto Discissura e aratura profonda Aspetti positivi: arieggiamento del terreno attivazione della microflora miglioramento della permeabilità del terreno predisposizione all’accumulo delle risorse idriche incorporazione di fertilizzanti Aspetti critici: rapida ossidazione della sostanza organica rallentamento della strutturazione del terreno, costi di mano d’opera 8 Drenaggio Può essere realizzato con strumenti discissori (aratro con vomere ad ogiva) Può essere costruito con tubi forati, o di materiale poroso. Concimazione di fondo: è in funzione delle esigenze nutrizionali della specie e della fertilità del terreno Va curata sia la concimazione minerale, sia quella organica In agricoltura biologica la fertilizzazione non prevede prodotti di sintesi Concimazione di fondo (Kg/1000 m2) Elemento Azoto Fosforo (P2O5) Potassio (K2O) Calcio (CaCO3) Letame (media) x Suoli pesanti 3 30-40 Suoli franchi 4 20-30 Suoli sciolti 5 20 50-60 30-40 20-30 100-110 70-90 40-50 5000-6000 Definizione dei sesti di impianto 9 x Preparazione della fossa di impianto x Messa a dimora della pianta: Zollatura della piante pre-espianto • 1-6 mesi di anticipo • impiego di stimolanti radicali (citochinine naturali o sintetiche) • controllo dell’irrigazione Substrato per il riempimento della fossa • torbe • compost vegetali freschi 10 x Predisposizione dell’impianto di irrigazione: Quando farlo: al momento dell’impianto Cosa utilizzare: Sistemi di distribuzione a terra o sospeso in PE Irrigazione per scorrimento (sconsigliata) Quanto costa: 0,5-1,2 €/punto goccia x Cure colturali nei primi anni di vita: Gestione della nutrizione Dosi di elementi minerali (Kg/1000 m2) Elemento Oliveto asciutto Oliveto irriguo Note Azoto 3,5 4,5 In due apporti separati Fosforo (P2O5) 1,4 1,5 Potassio (K2O) 5 6 Letame (media) 2500-3000 Gestione delle infestanti, pacciamatura, diserbo, lavorazione del terreno, inerbimento programmato, inerbimento naturale Protezione dell’apparato radicale Principali parassiti animali e vegetali del terreno: • Insetti: larve di coleotteri, lepidotteri e ditteri • Nematodi • Funghi parassiti generici: Rhizoctonia spp., Pythium spp., … • Funghi parassiti specifici: Agenti di tracheomicosi, … La trattazione dei principali parassiti è riferita allòa situazione ligure, di seguito esaminata. 11 L’OLIVICOLTURA IN LIGURIA MONITORAGGIO AZIENDALE E FITOPATOLOGICO In Liguria la coltivazione dell’olivo ha origini molto lontane; dopo un periodo di “oblio” negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, si osserva un importante ritorno alla coltivazione. Numerosi sono, tuttavia, i problemi legati a: - ristrutturazione degli impianti, - risanamento da fitopatie diverse - alterazioni fisiologiche legate all’abbandono precedente - rinvigorimento e riconversione in produzione da reddito. TECNICHE PER IL RISANAMENTO, LA RISTRUTTURAZIONE E LA COLTIVAZIONE DELL'OLIVETO IN AREE MARGINALI Obiettivi principali: - individuare i problemi esistenti circa lo stato colturale, e fitosanitario; - definire gli interventi necessari in funzione sia delle condizioni effettive di salute, sia delle possibilità operative reali degli operatori agricoli; - illustrare le possibilità di contenimento delle fitopatie e delle fisiopatie; - dimostrare l’applicabilità di soluzioni colturali per la ristrutturazione, la conservazione e la gestione degli impianti; - formare gli agricoltori e i tecnici del settore per la difesa degli impianti. 12 Organizzazione aziendale media Superficie ad oliveto min 0,2 max 20 med 2,2 Forza lavoro (UL) min 1 max 6 med 3,1 cond. familiare prevalente minoritario Situazione colturale media: aziende con presenza di dipendenti/avventizi CULTIVAR prevalente taggiasca Sesto di impianto n. pte/ha min max 260 800 sesto di impianto prevalente 4x4 - casuale Età dell'impianto min max med 3--4 >100 50-60 13 Potature periodo perc. meccanizzazione dicemb - marzo 28,6 Irrigazione localizzata scorrimento occasionale assente 20% 12% 12% 56% Concimazione periodo prevalente N:P2O5:K2O feb-mar 4.08.10 Tipo di distribuzione fertirrigazione superficiale minoritaria prevalente Ra ccolta periodo perc. meccanizzazione dicembre 14,3 Principali problemi lamentati: Problemi fitopatologici insetti funghi batteri infestanti 10 30 30 100 Tipo di ge stione de lle infe sta nti inerbimento lavorazione pacciamatura con materiale vario 30 60 10 14 Strategie di gestione e risanamento: Interventi sul terreno di coltivazione, nutrizione e lavorazioni; Interventi sull’impalcatura delle piante, rinnovi, potature e reimpianti; Interventi di contenimento delle fitopatie, monitoraggio e strategie di lotta. Nutrizione minerale e concimazioni La fertilità è legata a diversi aspetti fisici, chimici e biologici del suolo e dell’ambiente (principali componenti del clima). E’ in questo contesto che deve essere inquadrata la nutrizione minerale. L’uso controllato della nutrizione minerale è uno dei più efficaci sistemi per influenzare la crescita e la produttività di una pianta perenne. La coltivazione basata sull’uso esclusivo delle risorse di un ecosistema è capace di mantenere produzioni elevate solo in particolari condizioni di elevata fertilità naturale. E’, tuttavia, poco sostenibile in termine di “fertilità”, tenendo conto che i vegetali sono forti asportatori di elementi chimici inorganici. Ad esclusione di Ossigeno e Carbonio gli elementi costitutivi la pianta sono ricavati dal suolo, attraverso l’assorbimento di soluzioni acquose. L’apparato dell’olivo arriva a superare di alcune volte la proiezione della chioma e se esistono buone condizioni di ossigenazione del suolo riesce ad approfondirsi molto. Inoltre la specie compensa la tendenza centrifuga delle radici permanenti attraverso la formazione anche annuale di numerose nuove radici dalla zona del colletto Gli apici radicali sono molto esigenti in ossigeno. In presenza di falde superficiali la pianta sviluppa un apparato radicale superficiale e situazioni di prolungata sommersione determinano rilevanti alterazioni della crescita (sviluppo di germogli a roseta, caduta anticipata delle foglie, …) fenomeni talora attribuiti a altre fitopatie. Un notevole potenziale di assorbimento di soluti esiste anche nell’apparato aereo. Fusto, rami e foglie possono essere utilizzati per somministrare alla pianta gli elementi dei quali si ravvisa la necessità. L’apparato fogliare risulta essere un sistema complementare per l’assorbimento degli elementi minerali. L’efficacia del trattamento fogliare sull’induzione antogena può essere dovuta all’apporto diretto di nutrienti permettendo l’evoluzione dei fenomeni che portano alla fioritura, come sembra accada nei trattamenti a base di boro nella fase di pre-fioritura. Le concimazioni fogliari permettono di intervenire in ambienti siccitosi, consentendo l’apporto di elementi nella fasi critiche di richiesta. Possono essere suddivisi nella stagione, tra l’inizio della crescita vegetativa, alla mignolatura, alla allegagione, all’indurimento del nocciolo, all’inizio della maturazione, garantendo un apporto tempestivo e costante alla pianta. Le condizioni utili per la crescita in termini di disponibilità idriche e temperatura sono concentrate in due periodi dell’anno: 1. primavera – inizio estate 2. autunno Per la crescita sono due le fonti principali di approvvigionamento: 1) Formazione ex novo di elaborati (assorbimento e fotosintesi) 2) Ridistribuzione da altri organi delle riserve Questo stock di riserve si comporta inizialmente come volano per la ripresa vegetativa, divenendo successivamente antagonista in termini di nutrizione 15 Nutrizione minerale e concimazioni Quando le piante sono nell’annata di forte carica, la fruttificazione e la crescita, tendono ad esaurire le riserve: questa manifestazione indica uno stato di squilibrio nutrizionale. L’accumulo delle riserve può essere insufficiente per sostenere una buona ripresa vegetativa nella primavera successiva La sostanza organica Rappresenta la principale sorgente continua di N ed è il volano della capacità di un suolo di sostenere la crescita dei vegetali. Controlla la struttura del suolo, presenta un forte potere tampone per il controllo di pH, salinità, CSC; mantiene disponibili ioni altrimenti insolubili e la gran parte di microelementi, regola la disponibilità di N e controlla la vita microbica nel suolo. Principali carenze La ridotta disponibilità di un elemento nutritivo porta ad una caduta della produttività e della crescita, spesso anche in assenza di evidenti sintomi visibili. Quando sulla vegetazione si determinano decolorazioni, disseccamenti, o alterazioni con comparsa di sintomatologie evidenti si parla di carenza. In realtà il danno sulla crescita si determina anche molto prima che qualche sintomatologia diventi evidente. N - carenza Decolorazione della lamina, evidente nelle foglie più giovani e foglie adulte che abscindono precocemente. Perdurando la situazione la crescita è ridotta, la produttività diminuisce, aumento alla tendenza all’alternanza. Poiché l’N rientra tra gli elementi di riserva della pianta non sempre la deficienza si manifesta in modo immediato. Ca – carenza Relativamente poco frequente. Si manifesta con clorosi delle giovani foglie accompagnata da accorciamento degli internodi; segue una precoce abscissione delle foglie giovani, corti germogli con internodi molto ridotti (rosettismo) e necrosi apicale. B - carenza Assomiglia alla Ca – carenza. Può essere preceduta da altri tipi di alterazione gravi e di difficile stima, quali la riduzione dell’allegagione e della fioritura. Sul frutto la sintomatologia è specifica: necrosi della parte terminale della polpa. Nutrizione minerale e concimazioni La concimazione è una pratica sostanzialmente empirica, indispensabile per la corretta gestione dell’oliveto. Le esigenze variano a seconda dell’età della pianta, dall’andamento climatico e dalla fertilità del suolo. Il massimo successo dell’intervento dipende anche dalla contemporanea esecuzione di altre pratiche colturali. Gli interventi fertilizzanti hanno lo scopo di equilibrare l’attività vegeto – produttiva dell’albero. In questa fase bisogna gestire l’insieme dell’ecosistema, come nel caso dell’inerbimento. In genere sono le piantagioni giovani che si avvantaggiano maggiormente delle concimazioni, principalmente a base di N. Tanto più è frazionato tanto più risulta efficace l’intervento. Le dosi delle somministrazioni sono aleatorie, poiché il puro calcolo del reintegro non sembra dare risposte affidabili, essendo la fruttificazione più influenzata dallo stato pregresso della pianta che dall’intervento dell’anno in corso. Per l’N si può stimare sia sufficiente 1 UF per pianta e per anno, pari circa a 200 UF per ettaro. Nelle nostre condizioni pari a circa 0.7 UF per pianta. 16 Fitopatie prevalenti e loro contenimento. I patogeni che colpiscono l’ulivo ed i suoi frutti possono essere suddivisi in tre grandi raggruppamenti: ¾ parassiti causa di malattie – chiave, o principali ¾ parassiti causa di malattie di secondaria importanza ¾ emi-parassiti, causa di alterazioni su piante indebolite da altre cause Parassiti causa di malattie - chiave Funghi Spilocea oleagina – Occhio di pavone Verticillium sp. Batteri Pseudomonas savastanoi - Rogna 17 Insetti Euphyllura olivina – Cotonello Prays oleae – Tignola Saissetia oleae – Cocciniglia mezzo grano di pepe 18 Bactrocera (Dacus) olelae – Mosca delle olive Parassiti causa di malattie di secondaria importanza Funghi Cercospora cladosporioides – Piombatura, o cercosporiosi Gloeosporium olivarum – Lebbra 19 Insetti Phloeotribus scarabeoides – Fleotribo Clinodiplosis oleisuga – Moscerino suggiscorza Liotrhips oleae – Liotripide 20 Oecophyllembius latifollielus – Ecofillembio Otiorrynchus cribricollis – Oziorrinco Filippa follicularis – Cocciniglia cotonosa carenata 21 Funghi Armillaria mellea – Marciume lanoso delle radici Phellinus friesianus, Stereum irsutum - Carie Insetti Cicada orni – Cicala del frassino Omophlus lepturoides – Omofio dei fiori 22 Fitofarmaci utilizzati in olivicoltura (aggiornamento: giugno 2006) x Erbicidi Principio attivo Clorprofam Diclobenil Diquat Diuron Flazasulfuron Fluazifop-p-butile Glifosate Trimesio Glufosinate ammonio Oxadiazon Oxifluorfen Paraquat Propanil x T.S.(gg) 30 60 30 60 30 30 7 30 - Bio T.S.(gg) 30 24 30 Bio Bio Acidi naftossiacetici Acidi naftilacetici Naftilacetammidi Tipologia Feromoni Fitoregolatori Fitoregolatori Fitoregolatori Gruppo chimico Guanidine Polisolfuri Composti del rame Dialchil ditiocarbammati Zolfo Tipologia Fungicidi Fungicidi Fungicidi Fungicidi Fungicidi T.S.(gg) 10 30 20 10 5 Bio Gruppo chimico Derivati vegetali Fosforganici A base di microrganismi A base di microrganismi Tiadiazinoni Carbammati Fosforganici Piretroidi Fosforganici Fosforganici Carbammati Fosforganici Fosforganici Fosforganici Fosforganici Carbammati Olii minerali Derivati vegetali Tipologia Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi Insetticidi T.S.(gg) 3 20 3 28 7 90 3 35 20 60 28 30 20 100 10 20 2 30 10 10 Arilossifenossipropionati fosfonati Fosfiniti Ossidiazolinoni Nitrodifenileteri Dipiridilici Propionanilidi Gruppo chimico Fungicidi Principio attivo Dodina Polisolfuro di calcio Rame Ziram Zolfo x Tipologia Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Diserbanti Feromoni e fitoregolatori Principio attivo 1,7-dioxaspiro [5.5]undecano Bnoa Naa Nad x Gruppo chimico Carbammati Benzonitrili Dipiridilici Feniluree Bio Bio Bio Insetticidi Principio attivo Azadiractina Azinfos-metile Bacillus t. Sub. Aizawai Bacillus t. Sub. Kurstaki Buprofezin Carbaril Clorpirifos Deltametrina Dimetoato Fenitrotion Fenoxicarb Fention Fosmet Malation Metidation Metomil Olio minerale Piretrine Polisolfuro di Calcio Rotenone Triclorfon Derivati vegetali Fosforganici Bio Bio Bio Bio Bio Bio Bio Bio 23 Tecniche colturali LA POTATURA La potatura consente di : • controllare la produzione della pianta, • impostare la forma prescelta per l'allevamento dell'olivo. La scelta della forma è condizionata da fattori dominanti: · disponibilità di mano d’opera · costo della mano d'opera (1) · ambiente in cui si opera · sesto di impianto (2) · cultivar utilizzata (1) Se si dispone di manodopera sufficiente e sicura per la raccolta manuale sarà possibile orientarsi verso le forme più libere e meno vocate alla raccolta meccanica, al contrario prevedendo difficoltà nel reperire la manodopera per la raccolta sarà conveniente, per oliveti di vasta superficie, preferire forme meccanizzabili. (2) Nelle nuove piantagioni, il sesto d’impianto deve essere predisposto di concerto con la forma di allevamento che si intende adottare in futuro. La presenza di numerose gemme avventizie sul tronco e sulle branche consente all'olivo di sostenere i più disparati interventi di potatura e le diverse forme di allevamento. Le forme più distanti dal portamento naturale della pianta potrebbero subire un ritardo dell'entrata in produzione a causa dei ripetuti ed energici interventi cesori. Tra tutte le forme di allevamento dell'olivo le più interessanti per tradizione o per idoneità ad una moderna olivicoltura intensiva sono: • forma libera o cespuglio • globo • vaso (policonico, cespugliato, libero) • monocono 24 Forma libera o cespuglio Questa forma si ottiene con interventi cesori estremamente limitati e la pianta che si ottiene é molto simile al portamento naturale dell'olivo. Preparazione delle giovani piante I tagli nei primi 5-6 anni si limitano ad alzare la vegetazione fino a 40 cm circa per permettere il passaggio delle macchine operatrici al di sotto della chioma, la pianta assume così un portamento basitono espandendosi in tutte le direzioni manifestando numerose "cime". Dal sesto anno in poi, secondo i casi, si può procedere con tagli di ritorno sulle cime e con pochi tagli fatti con il segaccio a svuotare la parte interna della pianta che si era andata progressivamente spogliando. Al cespuglio é opportuno applicare un sostegno robusto dell'altezza di m 1,50 fuori terra per sostenere la pianta nei primi anni. Vantaggi: · precoce entrata in produzione · buone attitudini produttive, Svantaggi · non si presta alla raccolta meccanica con bracci vibratori, sia per la scarsa parte di tronco libero dove agganciare la pinza sia perché la vegetazione risulta estremamente flessibile e poco incline al distacco dell'oliva per vibrazione · la chioma occupa molto spazio Sesto di impianto necessario Dato che il cespuglio tende ad occupare spazio anche nel senso della larghezza in ogni direzione, i sesti di impianto non dovrebbero essere inferiori ai m 6X6. 25 Globo La forma di allevamento a globo é tipica delle aree più calde e con elevata intensità luminosa, la vegetazione assume una forma più o meno sferica che protegge le branche principali e secondarie da eventuali danni dovuti alle alte temperature. La produzione si concentra nella parte esterna della chioma la cui profondità dipende dal livello di diradamento che si attua. Preparazione delle giovani piante La piantina messa a dimora viene capitozzata dopo due anni al di sopra dell'inserzione delle branche primarie che possono essere in numero variabile da 3 a 5. A seguito di questo taglio la ramificazioni più basse tendono a sviluppare di più e devono quindi essere controllate con opportune cimature. L'altezza dell'impalcatura può variare dai 60 cm al metro in funzione del tipo di raccolta che si adotterà; le branche dovranno essere distanziate tra loro di almeno 20 cm. In seguito la pianta sarà lasciata libera di vegetare. La pianta adulta dovrà mantenere un'altezza di circa 5 m che si otterrà con periodici tagli di ritorno sulle cime. Vantaggi: · rapida entrata in produzione · protezione della produzione da eccessi di calore e di luce Svantaggi · non si presta alla raccolta meccanica con bracci vibratori · la chioma occupa molto spazio · non adatta in ambienti con scarsa illuminazione Sesto di impianto necessario Il sesto idoneo per questa forma varia tra 6X6 ed 8X8 in funzione dello sviluppo diametrale delle piante, cercando di evitare l'ombreggiamento tra una pianta e l'altra. 26 Vaso E' una delle forme più diffuse e presenti nell'ambito italiano, con le sue varianti in continua evoluzione. Col tempo si evidenzia come questa forma venga spesso modificata per motivazioni a carattere economico e legate alla disponibilità di manodopera. Attualmente sono in uso tre principali forme di allevamento a vaso: vaso policonico vaso cespugliato vaso libero VASO POLICONICO E’ la forma di vaso più diffusa che evidenzia più degli altri la sostanziale caratteristica di avere la vegetazione suddivisa in assi verticali (branche) distanti tra loro per meglio sfruttare lo spazio e l'illuminazione solare. Preparazione delle giovani piante La pianta adulta allevata a vaso policonico dovrà mostrare 3-4 branche impalcate su di un unico tronco a 100-120 cm di altezza, con la vegetazione disposta su ogni branca in maniera decrescente dal basso verso l'alto a formare idealmente 3-4 coni per albero. Si effettuerà la scelta delle branche principali su piante messe a dimora da due anni, sulle quali si eliminano solo ramificazioni troppo basse e vigorose, le piante vanno capitozzate all'altezza voluta ed in considerazione dell'inserzione delle future branche; quest'ultime saranno lasciate crescere in verticale per assumere dominanza sui rami sottostanti. Occorrerà poi inclinare la branche di circa 40° lasciandole sviluppare sino alla larghezza definitiva, da allora la vegetazione proseguirà di nuovo in senso verticale fino ad un'altezza di 4-5 metri che sarà mantenuta nel tempo con appropriati tagli di ritorno. Durante questo periodo le cime dovranno essere mantenute leggere per consentire lo sviluppo della vegetazione sottostante, la quale sarà più accorciata verso il centro della pianta per i consueti motivi legati alla luce ed alla libera circolazione dell'aria. Sulla parte interna delle branche si formeranno succhioni che dovranno essere eliminati. 27 Vantaggi: · adattamento della pianta alla raccolta meccanizzata Svantaggi · sesti di impianto molto ampi (6x8 – 8x8, o superiori) · la chioma occupa molto spazio in verticale · continuo controllo e riduzione della vegetazione pendula Sesto di impianto necessario Il sesto idoneo per questa forma varia tra 6x8 e 8x8, o superiori (280 piante/ha). VASO CESPUGLLIATO E’ una variante del vaso policonico che si differenzia a sua volta se si impiegano una o tre piante per ogni sito di piantagione. Preparazione delle giovani piante Vaso cespugliato con 1 pianta: l'olivo, impalcato ai consueti 100-120 cm, non differisce molto dalla forma a globo, se non per un maggior numero di branche; Vaso cespugliato con 3 piante: all'impianto si impiegano tre esemplari disposti a triangolo equilatero con il lato di m 1, due dei quali secondo la linea del filare. La potatura di allevamento e produzione in questo caso non si discosta da quella del vaso policonico. Vantaggi: · maggior investimento di piante per ettaro · raccolta manuale facilitata Svantaggi · forma che mal si presta alla raccolta meccanica a causa dell'impossibilità ad applicare la pinza a tutte e tre le piante dallo stesso filare · difficoltà di lavorazione al terreno 28 VASO LIBERO Il vaso libero é in sostanza una semplificazione del vaso tradizionale, Preparazione delle giovani piante La pianta sarà lasciata vegetare libera per i primi 3-4 anni; i rami più bassi che dovranno essere progressivamente tolti fino all'altezza di circa 1 m. Si procederà poi ad individuare il punto in cui si vuol impalcare la pianta ed a togliere le branche centrali, partendo inizialmente da quelle più basse e proseguendo negli anni successivi a salire sino a circa 2/3 dell'altezza della branca. Si avranno così piante con branche in numero variabile da 2 a 4 con portamento più eretto. Ugualmente a quanto detto per le altre forme a vaso si cercherà di contenere l'altezza della pianta entro i 5 m effettuando tagli di ritorno e periodicamente si provvederà a rinnovare la vegetazione della chioma con la potatura di produzione. Vantaggi: · maggior investimento di piante per ettaro · raccolta meccanizzata semplice Svantaggi · piante imponenti Monocono Preparazione delle giovani piante E’ necessario utilizzare piante di olivo predisposte in vivaio su di un unico asse ben sviluppato in altezza e ramificato; la pianta deve essere stata fissata ad un idoneo tutore. Il tutore deve permanere anche una volta messe le piante a dimora per mantenerne la dominanza apicale. L’altezza del palo deve essere alto ameno m 2,50 m fuori terra. Sin dalla prima stagione in campo, in estate, si dovranno eliminare i rametti fino a circa 20 cm da terra, provvedere a sostituire la cima con un buon germoglio sottostante se questa si fosse per qualsiasi motivo deteriorata; inoltre si dovrà porre attenzione a quei rami inseriti sullo stesso nodo che dimostrano di prendere il sopravvento sulla cima. La cima dovrà essere costantemente seguita e fissata al tutore per avere sempre, come precedentemente detto, la dominanza sulle altre ramificazioni. Al secondo ed al terzo anno, sempre in potatura estiva, si proseguirà con le operazioni descritte per il primo anno, alzando la progressivamente vegetazione sino a 60 cm da terra ed eliminando i succhioni che si formano sulla "schiena" delle ramificazioni laterali. Quest'ultime si ricorda che dovranno essere inserite quanto più possibile in modo perpendicolare rispetto all'asse centrale. 29 Dal 4° anno la potatura verrà effettuata di norma a fine inverno, salvo un eventuale ripasso in estate per eliminare i succhioni dell'anno troppo vigorosi e vicini all'asse centrale, l'altezza del primo palco giungerà a circa 80 cm. Al 5° anno se la pianta avrà raggiunto una sufficiente robustezza e l'apparato radicale dimostrerà di ancorare bene la pianta al terreno, potrà essere eliminato il tutore, l'altezza dell'olivo sarà a questo punto superiore all'altezza del palo e si dovrà provvedere a curare le cime alleggerendole ed evidenziandole ancora rispetto alle cacciate sottostanti. I tagli alle branche laterali tenderanno a disporre armonicamente la vegetazione eliminando se necessario rami in sovrannumero che tendono a sovrapporsi ed adombrarsi tra loro. Dal 6° - 7° anno in poi la pianta dovrebbe raggiungere le dimensioni della pianta adulta con un altezza superiori ai tre metri e mezzo ed il diametro del tronco attorno ai 18-20 cm, se le olive verranno raccolte a macchina l'altezza potrà ancora salire seguendo gli accorgimenti per le cime predetti, in caso contrario sarà opportuno lasciare le cime più piene per limitarne la crescità ed ottenere subito maggiori produzioni. Ai fini della meccanizzazione della raccolta sarà necessario mantenere più corte le connessioni tra l'asse centrale ed i rami a frutto per ottenere i migliori risultati in termini percentuali di distacco delle olive. Vantaggi: · maggior investimento di piante per ettaro · ottimo adattamento alla raccolta meccanizzata per vibrazione Svantaggi · piante molto alte Sesto di impianto necessario Con questa forma si possono impiegare sesti da m 6X6 a m 6X3. Variazioni Annotazione Alla forma a monocono si affiancano alcune varianti dette a fuso ed a monocaule libero, in entrambi i casi si parte da piantine impostate in vivaio su di un unico asse: - sul fuso si opera come nel monocono; le branche laterali dovranno essere uniformi, per cui al posto di un cono si avrà una forma a cilindro. Il fuso si presta per varietà assurgenti o pendule - sul monocaule libero si tende a non effettuare alcun taglio se non per alzare la vegetazione da terra. Il monocaule libero richiede pochi interventi limitati alla legatura della cima e di riordino della vegetazione, ma non sempre assicura una fruttificazione omogenea e regolare. Vantaggi · elevati sesti di impianto Svantaggi · piante molto alte 30