Una rete di servizi contro i disturbi alimentari

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Salute
Una rete di servizi contro
i disturbi alimentari
Bulimia, anoressia, alimentazione incontrollata sono patologie molto
diffuse. Le donne sono le più colpite, ma aumentano anche i casi maschili
DI VINCENZO PIRILLO
Non tutti sono capaci di «digerirsi da soli la vita». Con questo
slogan Anna Maria Gibin, psicologa e psicoterapeuta presso
l’Ausl, ha provato a sintetizzare
i disturbi del comportamento
alimentare ed in particolare le
cause scatenanti di queste patologie. La Gibin è responsabile del programma di studio
del comportamento alimentare
dell’Azienda Usl di Parma.
«A livello provinciale si è creata
una rete di servizi in collaborazione con le associazioni di volontariato, la Casa di Cura Maria
Luigia e l’Azienda UniversitariaOspedaliera», spiega la Gibin.
«Per contrastare queste malattie
è fondamentale lavorare in rete,
e per la diagnosi e il trattamento
è necessario un approccio multidisciplinare».
Sono tre i disturbi del comportamento alimentare: l’anoressia,
la bulimia e l’alimentazione incontrollata. Ci sono delle caratteristiche comuni fra queste
patologie ma ogni individuo sviluppa comunque la malattia in
modo personale. Gli anoressici
La cura psicologica
non basta, serve
anche quella
nutrizionale
hanno ossessione per il cibo e
fanno una vita intensa e piena di
movimento; tendono inoltre ad
[32] settembre 2009 IL MESE MAGAZINE
associare il peso all’autostima
e sono contenti solo se hanno
controllo di quello che entra nel
loro corpo. Esistono due tipi di
anoressia, quella restrittiva, che
prevede solo la limitazione delle calorie ingerite, e quella che
contempla anche l’utilizzo dei
condotti di eliminazione (vomito). La bulimia si caratterizza
invece per le grosse quantità di
alimenti ingerite in poco tempo.
Anche i bulimici hanno ossessione del cibo e fanno uso dei
condotti di eliminazione oppure compensano il fatto di aver
mangiato limitandosi a saltare il
pasto successivo. L’alimentazione incontrollata prevede infine
l’abuso di cibo, che viene consumato senza farsi vedere perché sono molto forti il senso di
colpa e di vergogna, sentimenti
comunque presenti anche nelle
altre due malattie.
«I disturbi del comportamento
alimentare rappresentano oggi
una vera epidemia tra gli adolescenti ed i numeri crescono in
maniera esponenziale perché è
molto forte l’influenza dei coetanei», continua la Gibin. «I giovani
hanno paura della solitudine e
del vuoto e sfogano i propri disagi concentrandosi in maniera
distorta sul cibo».
Sono le donne a manifestare maggiormente problemi di
questo tipo (95%), ma sono
in aumento i casi tra la popolazione maschile. L’anoressia e la
bulimia colpiscono in Italia quasi
200mila donne e rappresentano
la prima causa di morte per malattia tra le giovani italiane di età
compresa tra 12 e i 25 anni. Se
infatti i disturbi si riscontrano in
tutte le fasce d’età, ad essere più
a rischio è quella che va dai 12
ai 25 anni. Molte forte è anche
il rischio di cronicizzazione, che
con l’insorgenza di complicanze
mediche e psichiatriche spesso
può portare a programmare il
suicidio: a dieci anni dall’esordio della malattia la mortalità
è al 10%, mentre sale al 20%
dopo vent’anni dalla comparsa
dei primi sintomi. Nel 2007,
a livello provinciale, sono stati
trattati 158 pazienti nella sezione adulta (8 maschi e 150
femmine). Per quanto riguarda
invece i dati su adolescenti e
infanzia, nel corso degli ultimi
anni sono stati visitati 91 pazienti: 32 di età compresa tra i
15 e i 19 anni e 45 che avevano superato i 20 anni.
«Già quando vengono trattati
ambulatorialmente i pazienti
trovano beneficio - spiega la
Gibin - ma la cura psicologica
da sola non basta, occorrono spesso anche quella
psichiatrica, nutrizionale ed intensiva. Nei casi
più gravi di sottopeso è
necessario molte volte
il ricovero». Per questo
a livello provinciale è
stata creata una rete di
servizi per i trattamenti
integrati e multidisciplinari tra l’Ospedale (per il
trattamento fisiologico e
nutrizionale), l’Ausl (per
la parte di clinica psicologica e psichiatrica) e la
Casa di cura “Maria Luigia” (per la riabilitazione
intensiva). «Sono inoltre
molto importanti altre figure di
specialisti che possono riconoscere la malattia. Il ginecologo
può essere allarmato dalla presenza della gonorrea, il dentista dallo smalto logorato, il
dietologo da un’ossessione del
cibo esagerata». Ma quali sono
le cause principali? «La tipologia di società in cui si vive e
il modo in cui si impostano relazioni e stili di vita» aggiunge
la Gibin. Poi ancora cattive abitudini, messaggi distorti inviati
dai media, lo svuotamento dei
legami e del sostegno sociale
che porta le persone, ed in particolare gli adolescenti, a “digerirsi la vita da soli”. Non tutti
sono capaci di farlo.
I NUMERI
200
mila donne
italiane
sono colpite
da anoressia e
bulimia, prima
causa di morte
tra le giovani
tra i 12 e i 25
anni
158
i pazienti
visitati
nel 2007, di
cui 8 maschi
e 150 femmine
“Sulle ALI delle
MENTI” per
95% aiutare a guarire
le donne
italiane
che presentano disturbi
alimentari,
molto alto il
rischio
che la
malattia si
cronicizzi
Da sinistra, poletti e Gibin
il volume raccoglie dati, studi e terapie
Pubblicato un libro dedicato
ai problemi di alimentazione
Dall’esperienza della dottoressa Anna Maria Gibin e
della sua équipe è nato un volume pubblicato lo scorso
maggio da Franco Angeli editore e curato dalla stessa psicologa, dal titolo “I gruppi nei disturbi alimentari. Terapie,
formazione, ricerca”. Il libro è una sintesi degli studi e
del lavoro clinico e di rete che l’équipe ha
portato avanti in questi anni in collaborazione con altri soggetti. Nel volume vengono illustrate le terapie che devono essere
implementate, la formazione dei professionisti che operano in questo campo e le
ricerche effettuate. Sono anche descritte le
opere di comunicazione svolte nelle scuole
medie e superiori per educare i ragazzi e
renderli più consapevoli dei modelli distorti presentati dai
media. Nell’ultimo capitolo del libro si parla poi dell’iniziativa dei gruppi di “mutuo aiuto aiuto” e del “Filo diretto”
gestiti dall’associazione “Sulle ALI delle MENTI. Quello
che emerge dall’opera è l’importanza del lavoro di gruppo terapeutico nella cura di queste patologie, perché in
questo modo diventa più facile superare la vergogna e il
senso di colpa.
Società
malata
Fra le cause
delle
patologie
alimentari
anche la
solitudine e
stili di vita
non salutari
FILO
DIRETTO A.B.
Il numero di
Sulle Ali delle
Menti aiuta
chi vuole parlare dei propri
problemi:
0521
231149
Dopo la linea telefonica di
assistenza, ora i gruppi di
mutuo aiuto per le famiglie
Da dieci anni è al fianco delle persone con disturbi del comportamento alimentare. Stiamo parlando
dell’associazione “Sulle ALI delle MENTI”, nata a
Borgotaro nel giugno del 1999 dalla volontà di un
gruppo di persone che aveva vissuto sulla propria
pelle le sofferenze di queste malattie.
«Il nostro obiettivo era quello di far capire che da
queste patologie si può guarire» afferma Giuseppina
Poletti, presidente dell’associazione. «In questi anni
siamo stati vicini a chi soffriva di disturbi alimentari,
aiutandoli a prendere coscienza e a trovare il percorso più adatto per la guarigione».
La prima iniziativa messa in atto fu il “Filo diretto”,
partito nel novembre del 1999. Si tratta di una linea
telefonica (0521231149) di assistenza alla quale
rispondono solo persone che hanno vissuto in prima persona problemi alimentari e che hanno seguito
un corso apposito per questo tipo di assistenza. «Si
tratta di disturbi complicati, che non sempre vengono accettati da parte del paziente», continua la
Poletti. «Da questo punto di vista la linea telefonica,
che permette anonimato, rappresenta la modalità
ideale per superare la vergogna e la solitudine. Inoltre chi risponde al telefono, avendo avuto la stessa
esperienza, ha una sensibilità maggiore e questo ha
portato un valore aggiunto all’iniziativa». Le chiamate
arrivano da tutta Italia e non chiamano solo malati,
ma anche insegnanti, familiari e assistenti sociali. Nel
corso degli anni più del 50% di chi ha chiamato la
prima volta ha poi continuato a farsi aiutare dall’associazione.
Dall’esperienza di alcuni malati sono iniziati anche
i gruppi di “auto mutuo aiuto”, aperti a persone dai
18 a 65 anni. «Il gruppo è importante - conclude la
Poletti - perché si ascoltano i problemi degli altri e
si prende coscienza di sé usando l’altro come specchio». Attualmente sono tre i gruppi attivi. In autunno
partiranno anche i gruppi di auto mutuo aiuto per
famiglie.
IL MESE MAGAZINE settembre 2009
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