ANATOMIA Dott.ssa Alessandra Pacini 055.4271807 [email protected] TESTI: - “Anatomia dell’uomo” – Edi Ermes – Autori vari - “Atlante di anatomia umana” – Masson – F.H. Netter LA CELLULA Le cellule sono le unità morfologiche funzionali più piccole. Membrana plasmatica: struttura che isola la cellula dall’ambiente esterno, è costituita da fosfolipidi che si dispongono in due strati (teste idrofiliche, code idrofobiche). E’ attraversata da proteine con funzioni varie: proteine con canale che fungono da controllori del passaggio di sostanze. Nella cellula l’interazione con l’ambiente è per lo più mediata. DENTRO LA CELLULA: Citoplasma: gel composto all’80% da acqua poi da Sali e da sostanze organiche. Il gel è attraversato da tutta una trama di filamenti (di vari tipi) che costituiscono il citoscheletro. Nucleo: è una cellula dentro la cellula. Ha una membrana che regola gli scambi col citoplasma. Dentro il nucleo si trova un ambiente gelatinoso (nucleoplasma) nel quale galleggia il nucleolo e tanti piccoli elementi, questi sono frammenti di DNA. Grazie al DNA la cellula produce le quattro sostanze fondamentali: carboidrati, proteine, lipidi, acidi nucleici. Riproduzione cellulare: il DNA si duplica subito prima della divisione della cellula. C’è un meccanismo che blocca la duplicazione detto inibizione da contatto: quando le cellule si toccano l’un l’altra smettono di dividersi. La cellula o si riproduce o produce sostanze, non può fare le due cose contemporaneamente. Quando si nasce l’inibizione da contatto è già avvenuta per quasi tutte le cellule; l’individuo, a questo punto, non si sviluppa ma si accresce. Ribosomi: organuli adibiti alla sintesi proteica. Reticolo endoplasmatico: struttura labirintica con canali che si anastomizzano. E’ adibito a due funzioni: - Reticolo endoplasmatico rugoso: con ribosomi attaccati. Quando si forma la proteina questa va nelle cisterne del reticolo endoplasmaticoe lì viene modificata. - Reticolo endoplasmatico liscio: è privo di ribosomi ed è adibito alla sintesi lipidica. Apparato di Golgi: serve per modificare le proteine e per indirizzarle nel giusto punto all’interno della cellula. 1 Mitocondri: sono circondati da membrana, producono ATP dalla cui scissione si ottiene energia. Lisosomi: organuli che fungono da cestino dei rifiuti. Inglobano e distruggono sostanze indesiderate. I TESSUTI Livelli di organizzazione della materia organica: dalla cellula ai tessuti. Come le sostanze fondamentali i tessuti sono 4: 1- Epiteliale 2- Connettivo 3- Muscolare 4- Nervoso TESSUTO EPITELIALE Epi=sopra, thele=capezzolo – Significa tessuto che sta fuori, che riveste la superficie corporea. Ma il tessuto epiteliale riveste anche le cavità (lumen) interne del corpo. Qualunque lume è rivestito da epitelio. Caratteristiche della cute: impermeabilità, una certa resistenza agli urti meccanici. Caratteristiche del lume: dipendono dall’organo, ad esempio lo stomaco ha la funzione di digerire il cibo e quindi le cellule dell’epitelio devono secernere enzimi, si tratta cioè di cellule secernenti. TESSUTO CONNETTIVO Serve a connettere gli altri tessuti tra di loro. Fornisce sostegno strutturale e metabolico ai vari organi e tessuti, media lo scambio dei nutrienti, dei metaboliti e di prodotti di rifiuto con il sangue. A seconda della durezza delle sue fibre il tessuto connettivo si suddivide in due categorie morfologicamente diverse: - forme dense: molte fibre robuste - forme lasse: poche fibre sottili Tra i tessuti connettivi lassi c’è il tessuto adiposo. Sollevando la cute troviamo il pannicolo adiposo. Tale tipo di tessuto si trova anche negli organi interni: vi sono masserelle di tessuto adiposo tra un organo e l’altro che servono a isolare gli organi e ad attutire gli urti. Le forme dense di tessuto connettivo sono le ossa e la cartilagine, tale tessuto connettivo viene anche detto di sostegno (fanno parte dell’apparato locomotore). Altro tessuto connettivo è il sangue: sostanza formata da una parte liquida (plasma) e una parte figurata (cellule): eritrociti, leucociti, piastrine (o trombociti, responsabili della formazione di coaguli). C’è un tipo di connettivo che sembra epitelio perché riveste organi del corpo, si tratta del mesotelio. Le cavità rivestite da mesotelio sono le grandi cavità corporee come ad esempio la cavità toracica. Membrane che si stratificano all’interno di zone del corpo, spazio all’interno delle coste (costole umane). Altro spazio: cavità pericardica, zona del torace dove si trova il cuore. Gli organi che si trovano in questa cavità sono rivestiti di mesotelio. Tre mesoteli: 2 1- Mesotelio del polmone: le pleure 2- Mesotelio del cuore: pericardio 3- Mesotelio degli organi della cavità addominale: peritoneo Le membrane mesoteliali sono fatte di 2 strati di cui uno aderisce all’organo (foglietto viscerale), l’altro si chiama foglietto parietale o foglietto di riflessione che sta adeso alla parete corporea ( es. cavità toracica). Tra i due foglietti si trova un liquido (pleurico – pericardico – peritoneale), serve per attutire i colpi e per la pressione endotoracica (lo spazio tra i foglietti e virtuale). Il mesotelio dà agli organi l’aspetto traslucido. TESSUTO MUSCOLARE Tessuto in cui le cellule svolgono la funzione di contrazione. Nel caso del tessuto muscolare si parla di “fibre” e non di cellule per via della loro morfologia. Il tessuto muscolare è strutturato in modo da potersi accorciare [I muscoli NON si allungano, terminato l’accorciamento il muscolo torna alla sua forma naturale]. I muscoli sono circondati da tessuto connettivale. TESSUTO NERVOSO Le cellule sono specializzate per il trasporto di cariche elettriche. All’interno di tali cellule girano elettroni. *-*-* ORGANIZZAZIONE I tessuti si uniscono gli uni agli altri a formare strutture dette organi. GLI ORGANI Gli organi possono essere cavi o pieni. ORGANI CAVI Analisi anatomica dall’interno dell’organo verso l’esterno. 1. Cavità (Lume) 2. Mucosa: uno strato costituito da tessuto epiteliale (ma non solo). E’ costituito da due strati: uno strato a contatto col lume è costituito da tessuto epiteliale e un altro strato costituito da tessuto epiteliele e connettivo è detto membrana basale. Si chiama così perché costituisce la base su cui poggia l’epitelio. La mucosa svolge la funzione tipica dell’organo. 3. Sottomucosa: sta sotto alla mucosa ed è formata da tessuto connettivo. Alcuni organi ne sono privi. Ha una funzione trofica. L’epitelio non è MAI vascolarizzato, cioè è privo di vasi. La sottomucosa è riccamente vascolarizzata e da qui l’epitelio trae nutrimento. 3 4. Tonaca muscolare: è uno strato di tessuto muscolare che serve per la contrazione dell’organo. Vi sono almeno 2 strati di tonaca muscolare. 5. Tonaca avventizia: strato esterno, non in tutti gli organi è presente. Fuori dalla tonaca muscolare c’è sempre del tessuto connettivo ma non sempre è abbastanza spesso da formare una tonaca. 6. Tonaca sierosa: è il mesotelio. Il liquido prodotto ha la consistenza del siero. Non tutti gli organi ce l’hanno. Questa è l’organizzazione generale degli organi cavi, tuttavia vi possono essere delle eccezioni: alcuni organi (es dell’apparato digerente) sono muniti di ghiandole che in genere stanno nella sottomucosa. Il secreto di queste ghiandole viene riversato nel lume dell’organo. Per aiutare le ghiandole nella secrezione c’è un ulteriore sottile strato muscolare che si trova sotto la membrana basale e prende il nome di muscolaris mucosae. Quindi questi organi avranno la seguente organizzazione: 1. Mucosa 2. Muscolaris mucosae 3. Sottomucosa 4. Tonaca muscolare 5. Tonaca avventizia 6. Tonaca sierosa Altre eccezioni: Manca la sottomucosa: chi dà trofismo all’epitelio? La membrana basale che in tali casi sarà più spessa, lì ci saranno i vasi che vanno all’epitelio (es. organi genitali e apparato urinario). Nella sottomucosa per lo più stanno ghiandole. Se non c’è bisogno di ghiandole in quell’organo non ci sarà la sottomucosa. Vasi: [anche i vasi sono organi!]. Anche i vasi sono organizzati con tonache sovrapposte. Nei vasi queste tonache sono 3: 1. Tonaca intima: formata a sua volta da due strati, cioè l’endotelio e la membrana basale. L’endotelio è l’analogo della tonaca mucosa, è un epitelio con la sola funzione di protezione. Si tratta di un epitelio sottile perché deve permettere scambi come ad esempio scambi di ossigeno tra sangue e tessuti. (L’endotelio non è vascolarizzato) 2. Tonaca media: tessuto connettivo inframezzato da fibre muscolari. La percentuale di tessuto connettivo e di tessuto muscolare dipendono dal tipo di vaso, ad esempio nelle arterie sarà maggiore la percentuale di tessuto muscolare, nelle vene il tessuto connettivo. 3. Tonaca avventizia ORGANI PIENI Non hanno una cavità al loro interno. Possono avere alcune cavità (polmoni) ma ciò che li distingue dagli organi cavi è che i cavi hanno un'unica grande cavità. [L’epitelio dà la funzione all’organo] L’organo pieno è per lo più pieno di epitelio che prende il nome di parenchima; tutto il resto è formato da tessuto connettivo che prende il nome di stroma. Lo stroma è l’impalcatura dell’organo. 4 I vasi destinati all’organo cavo entrano da tanti punti. L’organo pieno è aggredito dai vasi in un unico punto detto ilo dell’organo (punto d’ingresso e uscita dei vasi). SISTEMA Insieme di organi omologhi per struttura e derivazione embrionale. APPARATO Insieme di organi che cooperano alla stessa funzione. QUALI SONO GLI APPARATI? CIRCOLATORIO (suddiviso in sanguigno e linfatico) LOCOMOTORE RESPIRATORIO DIGERENTE TEGUMENTARIO (per tradizione comprende anche la ghiandola mammaria) APPARATO URO-GENITALE Gli ultimi due apparati sono anche sistemi (stesso tessuto): SISTEMA ENDOCRINO SISTEMA NERVOSO Esistono poi delle categorie di organi che non sono né sistemi né apparati: sono gli organi dellla sensibilità specifica. [i 5 sensi non comprendono il tatto ma l’equilibrio] 5 Posizione anatomica [Il pelvi fa parte dell’addome] PIANI DI SEZIONE PIANO TRASVERSALE è il piano delle X cioè il piano orizzontale PIANO FRONTALE è il piano delle Y cioè il piano verticale PIANO SAGITTALE è il piano delle Z cioè il piano della prfondità PIANO FRONTALE Parte anteriore o ventrale Parte posteriore o dorsale PIANO TRASVERSALE Parte superiore o craniale Parte inferiore o caudale 6 PIANO SAGITTALE-MEDIANO (OBLIQUO) Destra Sinistra PIANO SAGITTALE-PARAMEDIANO Si parla in termini di vicinanza o lontananza dal piano mediale Più vicino = parte mediale Più lontano = parte laterale MEDIALE LATERALE ARTI (si usa un’altra terminologia) Prossimale (punto più vicino al piano mediano) Distale (più lontano) 7 Secondo i vari piani di sezione si possono fare dei movimenti: Torsione: punto fisso sul piano mediale e giro. Prono-supinazione della mano: o Pronazione (palmo giù) o Supinazione (palmo su) o Intermedia (di taglio) Prono-supinazione del piede: o Intermedia (normale) o Pronazione o Supinazione Flesso-estensione (secondo il piano trasversale) o Estensione o Flessione Flesso-estensione del pollice Inclinazione laterale (secondo il piano sagittale) Inclinazione laterale degli arti o Adduzione: avvicinamento o Abduzione: allontanamento Adduzione e abduzione anche nella mano e nel piede Opposizione del pollice APPARATO LOCOMOTORE Costituito da tre elementi: 1. Scheletro: struttura portante dell’apparato, è costituito da vari segmenti: le ossa, tali segmenti stanno connessi tra loro da dei meccanismi detti… 2. Articolazione: dispositivo di giunzione 3. Muscolatura scheletrica: fisicamente attaccata all’osso, è di tipo volontario. A proposito di muscolatura, alla differenza funzionale volontaria/involontaria corrisponde una differenza morfologica: - M. volontaria: striata - M. involontaria: liscia [un’eccezione: muscolatura cardiaca è striata ma non è scheletrica cioè non è volontaria] OSSA Funzioni: 1. Statica 2. Consentono la locomozione 3. Proteggono gli organi 4. Deposito di sali minerali (Sali di calcio) 5. Contengono il midollo osseo 8 Le ossa depositano sali di calcio e li demoliscono per mandarli nel ciclo sanguigno. Più ci si muove e più si sollecita questo meccanismo di rimaneggiamento da parte delle ossa. Midollo osseo: Rosso: distribuito solo in alcune zone dello scheletro, è adibito alla produzione della parte figurata del sangue Giallo: dentro c’è il tessuto adiposo Classificazione in base alla forma: Lunghe Brevi Piatte Ci sono ossa che non vengono inquadrate in nessuna delle tre categorie. Ossa lunghe: uno dei 3 diametri prevale sugli altri due (es. femore). Si distinguono tre porzioni: Due periferiche: epifisi (una prossimale, l’altra distale) Una porzione centrale: diafisi Epi=sopra, dia=nel mezzo, physis=produrre. Ossa brevi: i 3 diametri si equivalgono tra loro. Ossa piatte: prevalgono due diametri (lunghezza e larghezza) e il terzo, la profondità, è molto ridotto (es. sterno). ARTICOLAZIONI Dispositivi giunzionali che servono per mettere in giunzione 2 o più ossa. A seconda di come si predispongono queste giunzioni le ossa potranno più o meno muoversi l’una rispetto all’altra. Calotta cranica, giunzione “ferma”. Femore e anca: giunzione “mobile”. Schema generale di tutte le articolazioni: due capi ossei tra cui è SEMPRE presente della cartilagine, la quale serva per l’accrescimento dell’osso. La cartilagine è tessuto connettivo: nella vita fetale nasce come tessuto connettivo poi si formerà la cartilagine e poi diventerà tessuto osseo. In alcune zone il tessuto interposto tra i due capi ossei dell’articolazione è ancora tessuto connettivo. Classificazione in base alla mobilità: Articolazioni immobili (SINARTROSI): articolazioni per continuità. Le due ossa sono unite tra loro, formano un tutt’uno. Filo sottile di cartilagine. Articolazioni mobili (DIARTROSI): articolazioni per contiguità, le due ossa sono vicine, accostate ma mantengono la propria individualità. Spessore più grosso di cartilagine e, tra i due capi ossei, rimane uno spazio. 9 Come stanno attaccati i due capi articolari? Cosa c’è nello spazio? L’articolazione è rivestita da un manicotto di tessuto connettivo fibroso molto robusto che prende il nome di capsula. Come si evita lo sfregamento? (con l’età viene a mancare il dispositivo che funge da cuscinetto) C’è la membrana sinoviale, formata da tessuto epiteliale, che ricopre l’interno della capsula formando un cuscinetto (tipo pellicola domopak). La membrana sinoviale produce un liquido: il liquido sinoviale o sinovia (syn=con, ovum= uovo). Questo liquido fa da ammortizzatore e lubrifica l’articolazione. Con le infiammazioni della capsula (es. strappi) la membrana produce molto liquido sinoviale che fuoriesce laddove trova un pertugio (borsite o versamento). Membrana sinoviale = epitelio + connettivo. SINARTROSI Tre tipi di sinartrosi in base al tessuto interposto tra i due capi ossei (cartilagineo o connettivo): Sinfisi Sincondrosi Suture Sinfisi Sono quelle sinartrosi in cui il tessuto interposto è cartilagine fibrosa (es. sinfisi pubica= articolazione fra le due ossa del pube che chiude anteriormente la pelvi). [ossa del bacino: 2 ossa dell’anca + osso sacro] Altre sinfisi: articolazione tra le vertebre. Il disco tra le vertebre è cartilagine fibrosa. Le vertebre hanno anche un’altra articolazione posteriore. Sincondrosi Cartilagine ialina (iàlina). Nel bacino entra in movimento durante il parto. I movimenti possibili sono detti di nutazione e contronutazione: sono movimenti di scivolamento in avanti o indietro. Suture Connettivo fibroso denso. Sono articolazioni tipiche delle ossa del cranio (sia della calotta che della base cranica). “Fontanella”=tessuto fibroso denso tra le ossa della calotta, si chiude entro il primo anno di vita. Esistono le: Gonfosi: le suture che esistono tra denti e alveoli dentari, tipo particolare di suture. Sinostosi: le suture possono andare incontro a ossificazione (es. nella parte bassa dello sterno). Es. osso dell’anca: nel feto è formato da ilio, ischio e pube: le tre ossa poi si fondono in un solo osso. I nomi di ora mantengono la dizione del periodo fetale (es. cresta iliaca, ecc.). DIARTROSI Dispositivi giunzionali tra due capi ossei non congiunti. Si suddividono in base alla forma dei due capi ossei, la quale forma rispecchia la funzione: Artrodie Enartrosi 10 Condilartrosi A sella Ginglimi o Laterale (Trocoide) o Angolare (Troclea) Artrodie Sono le diartrosi meno mobili. I capi articolari sono pianeggianti, possono scorrere l’uno sull’altro (es. porzione prossimale della scheletro della mano; le vertebre nella zona posteriore). Enartrosi Sono le diartrosi più mobili (En= dentro). I due capi articolari si incastrano uno dentro l’altro: un’ emisfera piena (testa) combacia con un’emisfera cava (cavità glenoidea). Queste articolazioni prevedono movimenti angolari su tutti i piani (es. femore e anca): rotazione, circumduzione, flessione, estensione, adduzione e abduzione. Condilartrosi Articolazioni abbastanza mobili. La superficie articolare è un’ellisse. C’è un’ellisse piena (condilo) che si incastra in un’ellisse cava (cavità glenoidea). I movimenti sono angolari più accentrati su un piano (es. la mandibola che si articola sulla base cranica). A sella I due capi articolari hanno la forma di una sella: un capo concavo e l’altro convesso (es. l’articolazione per l’opposizione del pollice, tra una delle ossa del tarso e un osso metatarsale). Ginglimi Le superfici articolari sono cilindriche: un cilindro cavo e uno pieno. A seconda di come si dispongono i cilindri ottengo diversi movimenti: diversi movimenti se gli assi maggiori sono paralleli o perpendicolari. Ginglimo laterale (Trocoide)=Assi paralleli: movimenti rotatori (es. pronosupinazione della mano: si muovono le due ossa dell’avambraccio cioè ulna [parte superiore]– cilindro cavo - e radio – cilindro pieno). Ginglimo angolare (Troclea)= Assi perpendicolari: movimenti angolari. (es. articolazione del gomito: omero e ulna) 11 MUSCOLI Il Tessuto muscolare è adibito alla contrazione. Le fibre possono contrarsi e ritornare alla dimensione originaria. Nell’apparato locomotore si parla di muscolatura scheletrica striata, volontaria. Costituzione: Parte centrale: fibre rosse (molto vascolarizzate) dette ventre muscolare. Parte biancastra: tendini, si attaccano sull’osso. Ne esistono tante forme. Non tutti i tendini hanno la stessa valenza ovvero la stessa funzione. Es. il bicipite ha un tendine sulla spalla e uno sull’avambraccio. Tendine di origine sulla spalla, funge da punto fisso. Tendine di inserzione. Quindi si dice che: il bicipite brachiale si origina dalla spalla e si inserisce sull’avambraccio. Classificazione in base alla forma: Muscoli lunghi Muscoli brevi (molte inserzioni e molte origini, es. la parete addominale) Muscoli orbicolari Classificazione in base al numero dei capi: Due capi di origine (bicipite) Tre capi di origine (tricipite) Quattro capi di origine (quadricipite) Pennato Semipennato Digastrico Poligastrico Classificazione in base al movimento: Flessori ed estensori Adduttori e abduttori Pronatori e supinatori Intrarotatori ed extrarotatori I movimenti vanno accoppiati. Agonisti: collaborano allo stesso movimento Antagonisti: fanno fare il movimento contrario ANALISI DELL’APPARATO LOCOMOTORE IN SENSO CRANIOCAUDALE CRANIO APPARATO SCHELETRICO Il primi segmento scheletrico che si incontra è il cranio, lo scheletro della testa. Può essere suddiviso in due parti: Neurocranio (contiene l’encefalo) 12 Splancocranio (o cranio viscerale o massiccio facciale) contiene i visceri della faccia: globo oculare, epitelio olfattivo, lingua) NEUROCRANIO Immaginiamo una Sezione trasversale che viene condotta in un punto particolare. Divide in due il neurocranio: Parte superiore: volta cranica o calotta Parte inferiore: base cranica Volta Si può guardare dall’esterno o dall’interno. La faccia esterna si dice esocranica quella interna endocranica. Faccia esocranica (analisi con orientamento antero-posteriore): o Osso frontale: costituisce la fronte, si va ad articolare tramite una sutura con due ossa: o Le ossa parietali: sono articolate anteriormente col frontale, sulla linea mediale tra loro. Si dice che l’osso parietale è pari (ce n’è almeno due), il frontale è impari. L’osso parietale è articolato sulla linea mediana con l’osso controlaterale (sutura sagittale). L’articolazione tra osso frontale e osso parietale è detta sutura coronale. o Osso occipitale: Posteriormente le ossa parietali si articolano con l’osso occipitale (si estrinseca tutto sulla base cranica). Faccia endocranica: cosparsa da delle impronte (impronte vascolari) e fossette (fossette granulari): Impronte vascolari: ci sono vasi compresi tra osso e encefalo, nel periodo fetale, quando le ossa sono solo tessuto connettivo, tali vasi vengono schiacciati contro il connettivo e vi lasciano un’impronta. Fossette granulari: rappresentano l’impronta di strutture che si chiamano granulazioni aracnoidali di Pacchioni, sono delle estroflessioni dell’aracnoide. Servono per riassorbire il liquor (tanto ne viene prodotto e tanto ne va riassorbito affinchè si mantenga lo stesso volume). ANALISI DALLA CUTE ALL’ENCEFALO: Scalpo: cute che riveste il cranio Galea captis: strato connettivo fibroso molto denso Periostio: strato di connettivo denso che riveste l’osso Cranio Meningi: rivestimenti dell’encefalo o Dura madre: connettivo fibroso denso aderente all’osso o Aracnoide: struttura che ricorda la tela di un ragno, è formato da Parte liscia che aderisce alla dura madre e che invia prolungamenti verso la parte interna Filamenti: spazio subaracnoideo, spazio in cui circola un liquido detto liquor (o liquido cerebro aracnoidale ?), qui ci passano anche i vasi, di tipo venoso. 13 o Pia madre: sempre connettivale ma sottilissima, completamente aderente alla struttura nervosa. Entra per un certo tratto nei solchi encefalici. Base Faccia endocranica: si possono individuare tre zone (fosse craniche) o Anteriore o Media o Posteriore C’è una corrispondenza tra queste tre zone craniche e le zone encefaliche che vi sono contenute. Fossa anteriore: Osso frontale: ha una porzione orizzontale che si ritrova nella fossa endocranica anteriore, forma il tetto delle cavità orbicolari e nella porzione mediana è interrotto, c’è uno spazio. C’è un canale che mette in comunicazione la cavità nasale (ciascuna) con la cavità orbitale, infatti quando si piange le lacrime fuoriescono solo in parte, un’altra parte va nel canale che getta nelle cavità nasali. Osso etmoide: si trova nello spazio (di cui sopra) tra gli spazi orbitali. E’ formato da: Lamina verticale: lamina perpendicolare dell’etmoide. Si estrinseca in senso anteroposteriore, sta a cavallo tra neurocranio e splancocranio. La cresta (zona superiore della lamina si chiama crista galli. Si può vedere dalla faccia endocranica della base. La lamina costituisce la parete mediale liscia dell’etmoide. Nella posizione inferiore forma parte del setto nasale (la lamina non è abbastanza lunga da andare a congiungersi col palato, ci vuole un altro piccolo osso: il vomere, ma non fa parte del neurocranio). Lamina orizzontale: nella sua parte mediale non è continua ma è bucherellata, è anche detta lamina cribrosa. Costituisce il tetto delle cavità nasali. (Le due lamine sono perpendicolari). Dai buchini della lamina cribrosa passano i fasci del nervo olfattivo. La parete più laterale della lamina cribrosa ha attaccate delle strutture che si chiamano masse laterali dell’etmoide. Hanno aspetto diverso se si guardano dal lato mediale o da quello laterale. Dal lato mediale: le masse hanno protuberanze e estroflessioni della massa laterale: sono i cornetti (o turbinati), sono due (cornetto superiore e cornetto medio; il cornetto inferiore è a sé stante e fa parte dello splancocranio). Sulla faccia mediale delle cavità orbitarie c’è la parte esterna della lamina cribrosa. 14 La porzione laterale delle masse laterali dell’etmoide costituisce la parete mediale delle cavità orbitali: la lamina papiracea (sottile come un papiro). Le masse laterali sono tutte scavate a formare delle cellette o cellule etmoidali, costituiscono una parte dei seni paranasali. [Le ossa dello splancocranio sono per lo più cave e fanno da cassa di risonanza, sono rivestite di mucosa]. Le cellule etmoidali gettano il muco nelle cavità nasali (sinusite: edema del muco paranasale). La lamina papiracea è sottile, nelle fratture della base cranica (non si vedono), nel trauma la lamina si rompe senz’altro. L’area inspirata esce dalla lamina papiracea e entra nelle cavità orbitali, l’occhio entra e esce. [Il vomere colma lo spazio libero della lamina] Etmoide: parete laterale cavità nasali (porzione sagittale). Tre meati nasali (camere): - Meato nasale superiore: tra cornetto superiore e mediale - Meato nasale medio: tra cornetto mediale e cornetto inferiore - Meato nasale inferiore: tra cornetto inferiore e palato. Osso sfenoide: a cavallo tra la fossa anteriore e la fossa media. Lo sfenoide ha una forma a farfalla. Lo sfenoide ha un corpo che si chiama sella turcica (infossatura dove alloggia l’ipofisi), le piccole ali, le grandi ali, i processi pterigoidei (le zampette della farfalla). I processi pterigoidei sono processi che cominciano come singoli e poi si biforcano in due lamine (una mediale e l’altra laterale). I processi si vedono nella faccia esocranica della base. Lo sfenoide ha, visto da davanti, una carenatura detta rostro. Anche il corpo dello sfenoide ha delle cavità: seni paranasali sfenoidei. Lo sfenoide nella parete laterale/posteriore (grande ala) va a costituire la parete orbitale. Il corpo dello sfenoide chiude posteriormente il setto nasale. Le ali formano la parete laterale della cavità orbitale e una parte laterale del cranio. Le piccole ali sono attraversate da nervi e vasi in due pertugi: il foro superiore e il foro ottico (sono in fondo alla cavità orbitale). Lo sfenoide ha anche due prolungamenti (le zampette della farfalla (i processi pterigoidei) che si vedono guardando dalla base cranica in su. Hanno due lamine: una mediale e una laterale. La grande ala è fatta da due lamine angolate tra loro. Del corpo si vede: che è scavato (seno sfenoidale), che è parte dei seni paranasali, che ha una carenatura (rostro). Cosa formano le parti dello sfenoide? La parete interna della cavità orbitaria e il foro ottico. L’ala piccola va a costituire la 15 porzione più posteriore della parete mediale della cavità orbitaria. La grande ala costituisce la porzione più posteriore della parete laterale della cavità orbitaria. La lamina laterale più esterna della grande ala va a costituire una parte della parete laterale del cranio. Sfenoide in proiezione sagittale: si vede il rostro che è attaccato alla lamina dell’etmoide e sotto al vomere. Il rostro chiude posteriormente il setto nasale. Osso temporale: unico osso pari della base cranica. Costituisce sia la fossa media che la posteriore. Ha origini embrionali diverse (nelle sue parti). Parte laterale: Parte a ventaglio: squama dell’osso temporale che forma la porzione più ampia della parete laterale della base cranica. Processo mastoideo (o mastoide): molto pronunciato. Processo zigomatico: orizzontale, verso la faccia, si dirige verso l’osso zigomatico (l’o.zigomatico avrà, viceversa, il processo temporale). I due processi insieme formano l’arcata zigomatica, può essere un punto di repere). Faccia endocranica: sporgenza, protuberanza=piramide con apice addossato allo sfenoide e ossa dirette in senso medio-laterale e dall’alto in basso. Nella piramide, scavata dentro c’è una struttura: organo dell’udito e dell’equilibrio= la coclea, canali semicircolari del labirinto. Fossa posteriore: Osso occipitale: costituisce quasi tutta la porzione cranica posteriore (nuca). Faccia esocranica: Grande foro occipitale (forame magno): segna il punto di confine tra il midollo spinale e l’encefalo. Articolazione atlo-occipitale: due condili lateralmente al foro. Articolazione con la prima vertebra cervicale (C1)=è una condilartrosi. Sulla C1 ci sono cavità glenoidee, i condili formano la parte piena. Struttura scabra che costituisce la nuca e dà attacco a tantissimi muscoli. Faccia endocranica: (ha un aspetto più liscio) contenendo l’encefalo le circonvoluzioni lasciano 16 un’impronta sull’osso. C’è una croce che divide l’osso in quattro concamerazioni: Fosse cerebrali: sono le due concamerazioni superiori Fosse cerebellari: sono le fosse sotto che accolgono il cervelletto. Una parte dell’osso va ad articolarsi col corpo dello sfenoide: sinartrosi che prende il nome di clivus. Guardando il clivus dalla faccia esocranica (da sotto in su) si nota un rilievo a forma di pallina: è il tubercolo faringeo. Punto in cui si aggancia la faringe (tubo che si aggancia sulla base cranica), è fatto a tonache sovrapposte, la tonaca più esterna è muscolare. MASSICCIO FACCIALE (SPLANCNOCRANIO) Cornetto inferiore Vomere Osso mascellare: è un osso pari, nel mezzo c’è una linea di sutura. o In proiezione laterale: 1. Processo zigomatico: si articola con l’osso zigomatico. 2. Gonfosi: processi alveolari nel margine inferiore per l’articolazione con i denti. 3. Porzione dell’osso mascellare che forma la porzione più anteriore della parete mediale. Parte mediale della cavità orbitale e forma parte del pavimento. 4. Cavità nasali, parete laterale delle cavità nasali. Sotto il cornetto inferiore l’osso mascellare piega orizzontalmente a formare il palato ovvero il pavimento delle cavità nasali e la volta della cavità orale. 5. Seno mascellare Cornetto inferiore: posto al di sotto del cornetto etmoidale medio è un osso pari localizzato all’interno delle cavità nasali in sede laterale e inferiore. Appare come una lamina a forma di “tegola” allungata in senso antero-posteriore e superiore. Osso palatino: il palato è formato dall’osso mascellare (più anteriore) e posteriormente dal palatino. E’ un osso pari (si sutura con l’osso controlaterale). Il palatino ha un processo verticale che si articola col processo pterigoideo. L’osso palatino sbuca nella cavità orbitaria. Osso zigomatico: si articola col temporalea formare l’arcata zigomatica; col frontale a formare la parete laterale della cavità orbitaria e col mascellare a formare il pavimento della cavità orbitaria. Osso lacrimale: stà nella cavità orbitaria. Le ghiandole lacrimali prendono il canale nasolacrimale che connette le cavità nasali e le cavità orbitali. Questo osso è in rapporto col canale nasolacrimale. E’ un osso bucato. Vomere Osso nasale: osso pariche si articola col mascellare e col controlaterale e chiude le cavità nasali. Da’ la forma al naso. 17 Mandibola: (unico osso mobile) osso impari, è formato da un corpo posto orizzontalmente e da un ramo verticale. Ha i processi alveolari (alveoli dentari). Nel ramo sono presenti due processi: processo coronoideo + altro processo conformato a condilo che si articola con la cavità glenoidea nell’osso temporale=ATM, articolazione temporo-mandibolare. Dietro il condilo mandibolare c’è un foro: meato acustico esterno (fa parte dell’osso temporale). Osso ioide (in realtà non fa parte della testa): sta nel collo, sotto la mandibola ma si annovera nello splancnocranio. E’ un aggancio per i muscoli sovraioidei (pavimento della cavità orale). MUSCOLI INTRINSECI DELLA TESTA Si dicono intrinseci quando originano e terminano nel segmento scheletrico preso in considerazione. Estrinseci quando originano nella testa e si attaccano in altri posti. 1. MIMICI: danno espressività al volto, ci fanno muovere la cute della faccia. Si agganciano all’osso e ai piani cutanei. Sono tantissimi, es. orbicolari, ecc. Si attaccano sui piani cutanei e sono i maggiori responsabili delle peculiarità del volto. 2. MASTICATORI: tengono la mandibola sollevata. a. Temporale (pari): aderisce alla squama dell’osso temporale. Solleva la mandibola e la porta leggermente indietro. b. Massetere: solleva la mandibola. c. 4 Pterigoidei: suddivisi i due pterigoidei interni e due esterni che hanno rapporti con i processi pterigoidei a cui si attaccano (si chiamano anche mediali e laterali). 3. OCULARI: muovono il globo oculare nel campo di sguardo. Sono attaccati da una parte allo scheletro delle cavità orbitarie e dall’altro sulla sclera del globo oculare. 4. BUCCINATORE: c’è il dotto parotideo, dotto della ghiandola salivare che porta la saliva nel cavo orale. Il buccinatore si contrae e riporta il bolo sotto l’arcata dentale quando finisce tra l’arcata dentale e la guancia. E’ anche un muscolo mimico. COLONNA VERTEBRALE O RACHIDE Funzioni: 1. Sostenere tutto il corpo 2. E’ il contenitore del midollo spinale Si divide la colonna in vari tratti: ciascun tratto è lo scheletro osseo di una parte del corpo. Se si vuol individuare la localizzazione di una struttura si può prendere come punto di riferimento la colonna. TRATTI: Cervicale Toracico: torace + coste Lombare: addome 18 Sacrococcigeo: costituito da 2 parti attaccate che costituiscono in realtà un unico tratto: o Tratto sacrale (prossimale) o Tratto coccigeo (distale) Sul piano sagittale si vedono le curvature del rachide, dipendono dalla forza di gravità. Sono sia concave che convesse: Due convessità posteriori: una in sede toracica e una in sede sacrococcigea che prendono il nome di cifosi. Due convessità anteriori (concavità): una in sede cervicale, una in sede lombare, sono le lordosi. Patologie: → Ipercifosi toracica: accentuazione della curvatura → Scoliosi: se ci sono curvature sul piano frontale VERTEBRE Normalmente le vertebre vengono indicate con una lettera corrispondente al tratto e un numero: C sono 7 T 12 L5 S5 C 4 o 5 --------------Tot. 33 o 34 vertebre Non sono tutte uguali, ciascun tipo vertebrale è destinato a una funzione specifica. Vertebra generica In generale il ritratto di una vertebra è il seguente: E’ un oggetto costituito da due parti distinte: CORPO: cilindro posto anteriormente ARCO: sono presenti altre strutture attaccate: Processi trasversi: processi pari diretti orizzontalmente, danno attacco alla muscolatura. Processo spinoso: processo impari diretto posteriormente, dà attacco a della muscolatura. E’ percepibile dalla cute. Processi articolari: lamine verticali, hanno una parte prossimale che va verso la vertebra che sta sopra, una distale che guarda la vertebra di sotto: si distinguono in processi articolari superiori e inferiori. La prima vertebra non ha i processi articolari superiori, lì c’è una condilartrosi. Le vertebre si articolano tra di loro anche tramite il corpo. C’è un pezzettino dell’arco che congiunge il corpo all’arco, è il peduncolo; non è pieno, ci sono le incisure del peduncolo. Tra un corpo e l’altro rimane un foro: il foro vertebrale, tutti i fori vertebrali formano il canale vertebrale che contiene il midollo spinale. Fuori dal midollo e prima dell’osso ci sono le meningi. Dal midollo spinale partono i nervi spinali che escono dalla colonna vertebrale. 19 Le incisure tra vertebre si giustappongono e si forma un foro intervertebrale da qui escono i nervi spinali. Articolazioni tra vertebre: Tra corpi vertebrali: si articolano con sinfisi. Tra un corpo e l’altro c’è un disco di cartilagine fibrosa. Disco conformato in modo che il suo nucleo centrale sia un po’ più lasso: nucleo polposo. Movimenti bruschi possono far sì che il nucleo estruda fuori e non ritorna nella posizione originale; queste estroflessioni del nucleo tendono ad essere posteriori: si comprimono i nervi: ernia del disco. Articolazioni dei processi articolari: sono artrodie Tipi vertebrali VERTEBRE CERVICALI: le prime due sono diverse dalle altre cervicali: Atlante (C1): è un anello a cui mancano sia il corpo vertebrale che l’arco: c’è un arco anteriore (corpo) e un arco posteriore. Cavità glenoidee per i condili occipitali. Processi trasversi dell’atlante: hanno un foro, questa è la caratteristica di tutte le vertebre cervicali, è il foro trasversario che dà passaggio a un’arteria (arteria vertebrale) che parte dalla spalla verso la testa e vascolarizza il cervello. I processi articolari inferiori si articolano con i processi superiori della C2. C’è una buchetta anteriore: fossetta del dente che si articola con il dente della C2 (ginglimo). Epistrofeo o asse (C2): ha il dente che forse è il corpo dell’atlante che si è fuso con l’epistrofeo. Tra atlante ed epistrofeo c’è l’articolazione atloassiale: ginglimo trocoide (laterale). Anche qui c’è il foro trasverario come in tutte le cervicali. Tutte le cervicali hanno il foro trasversario. VERTEBRE TORACICHE: Il passaggio da tipologia cervicale a tipologia toracica non è brusco: C7 non ha il foro e assomiglia a una toracica, ha il processo trasversale simile alle toraciche, su tutte le toraciche si articolano le coste quindi le toraciche hanno delle superfici articolari per le coste: le faccette (se non ci sono vuol dire che non siamo davanti a una T), sono artrodie quindi rivestite di cartilagine. Articolazione costo/vertebrale: tra T e coste. La costa si attacca sia sul corpo che sul processo trasverso. Una faccetta sul corpo e una sul processo trasverso. Sono superfici più lisce rispetto al resto delle vertebre. Articolazioni col processo trasverso con la vertebra corrispondente: T1 si articola con la costa 1. Invece l’articolazione col corpo è a cavallo tra corpi ! Quindi implica anche l’altra costa Costa 1 p.t. T1 c. T1 c. T2 Quindi l’articolazione comprende tre ossa. Questo non vale per la prima costa né per la 11, né per la 12. T1 ha una faccetta interna (non un emifaccetta) nella parte superiore. 11° vertebra: emifaccetta sopra (articolazione con la decima costa e faccetta intera sotto per l’undicesima costa. 20 12° vertebra: faccetta intera VERTEBRE LOMBARI (L): sono le più spesse di tutte, hanno un processo spinoso tozzo, hanno un residuo delle coste (processi costiformi). Sacro: formato dalla fusione di 5 vertebre. Fori sacrali anteriori: dalla fusione dei peduncoli (i fori sono sulla faccia anteriore). Articolazione con L5: sinfisi. Ali del sacro. Articolazione con CO1. Posteriormente: risultsato della fusione degli archi: fori sacrali posteriori, sul davanti escono dei nervi e sul posteriore escono altri nervi. I fori non sono 1 davanti all’altro. Dentro: canale sacrale. Faccetta articolare superiore per L5. Il canale sacrale può avere un difetto congenito: rimane aperto e il midollo sotto rimane aperto=spina bifida. Articolazione sacroiliaca: faccetta auricolare del sacro che si articola con l’ileo: artrodia, dà luogo a movimenti di nutazione e contronutazione che intervengono durante il parto. Coccige: risultato della fusione di 4 o 5 vertebre. Dà attacco a molti muscoli. MUSCOLI DEL RACHIDE - Strato profondo: sono intrinsechi, tengono la colonna in posizione eretta. Tutti insieme formano il muscolo erettore della colonna vertebrale. - Strato intermedio:sia intrinsechi che estrinsechi - Strato superficiale: possono essere palpati e danno forma al dorso. In tutti e tre gli strati troviamo sia muscoli intrinsechi che estrinsechi. TORACE Il torace non indica solo lo scheletro ma l’intera zona quindi per la parte scheletrica si parla di: GABBIA TORACICA o cassa toracica che racchiude la cavità toracica. Spazio in cui sono presenti tantissimi organi. Proiezione frontale: Sterno: osso impari e mediano. 12 paia di coste che costituiscono la parete anteriore e la parete laterale della cassa. Vertebre, in sede posteriore Ossa della spalla. La gabbia toracica è più stretta cranialmente e più larga caudalmente. Si estende dall’altro verso il basso dalla 2° alla 9° vertebra toracica. STERNO Consta di 3 porzioni. La superiore che è il manubrio dove stanno attaccate le clavicole. Il manubrio si articola con la 1° e con la 2° verterba toracica. Escavazione mediana: incisura giugulare (palpabile dalla cute). A fianco ci sono le 21 faccette articolari per le clavicole, subito sottole faccette per la prima costa (incisura costale, incisura per, la prima cartilagine costale). Poi il manubrio si articola col corpo dello sterno con una sinfisi, (superficie più o meno piatta e scabra) vi prendono attacco vari muscoli. Il corpo si articola in parte con la 2° vertebra toracica e poi fino alla 7. Lateralmente ci sono tutte le incisure per le cartilagini delle altre coste, dalla 1 alla 7 (solo sette coste entrano in contatto articolare con lo sterno). Emifaccetta per la 2° costa + 4 incisure per la 3, 4, 5, 6 costa + emifaccetta inferiore per la 7 costa. In basso lo sterno si articola col processo xifoideo (sinostosi), è incostante per forma e può mancare; il processo xifoideo, se c’è, si articola con la 7 costa. L’articolazione costo-sternale avviene con l’interposizione di cartilagine: c’è una certa elasticità della gabbia toracica (si pensi alla respirazione). Cartilagini costali: barre di cartilagine ialina che contribuiscono all’elasticità delle pareti toraciche. Articolazioni costosternali (artrodie doppie): cartilagini sternali. L’ottava costa si articola con la cartilagine costale della settima costa. Le due cartilagini (dell’ottava e della settima) si giungono. Lo stesso avvine per la 9 e la 10. L’11 e la 12 coste sono più corte e non arrivano ad articolarsi con lo sterno. COSTE Si dividono in tre categorie: 1-7: coste vere 8-10: coste false 11-12: coste fluttuanti Proiezione frontale: dalla 10 allo sterno le cartilagini formano un piano obliquo: l’arcata costale, è fondamentale perché è il punto di repere per il massaggio cardiaco. Le estremità vertebrali delle coste si articolano in 2 punti con la colonna vertebrale, con i processi trasversi delle vertebre corrispondenti. Sulla parte terminale della costa (testa) feccette articolari per il corpo vertebrale 1 faccetta con la vertebra superiore, 1 faccetta con la vertebra sottostante. MUSCOLI ESTRINSECI DEL TORACE DIAFRAMMA Non si può definire un muscolo intrinseco perché prende attacco con altri punti scheletrici. Posto trasversalmente. E’ uno dei muscoli respiratori più importanti, altra funzione è quella di aumentare, per mezzo della contrazione, la pressione endoaddominale (aiuta la defecazione). E’ fatto ad ombrello, si aggancia su tutto il perimetro inferiore della cassa toracica: faccia posteriore dello sterno, cartilagini costali, rachide, ha prolungamenti sulle vertebre lombari (pilastri del diaframma). Anteriormente è più alto che posteriormente perché ci sono i pilastri che tirano. Dove si inserisce? I fasci si portano in alto e formano una cupola, all’apice i fasci si intrecciano gli uni con gli altri non essendoci punti scheletrici. Formano un tendine (centro tendineo del diaframma, più spostato in avanti che posteriormente) su cui poggia il cuore. Il diaframma è forato: ci passano tutte le strutture di passaggio. Iati (o orifizi) del diaframma: 1. Passaggio per la vena cava inferiore 22 2. Esofago (iato esofageo) 3. Iato aortico (non è un vero buco, è più una scollatura tra i pilastri diaframmatici, una discontinuità). L’aorta ha una sede posteriore, addossata al rachide. STERNOCLEIDOMASTOIDEO E’ superficiale, palpabile dalla cute. Ha tre punti di attacco: Sterno Clavicola Processo mastoideo dell’osso temporale Punto di repere pe il polso carotideo. Muscolo respiratorio accessorio: importante nelle affezioni polmonari, aiuta il movimento respiratorio. PLATISMA TRAPEZIO E’anche un muscolo estrinseco della colonna. E’ anche un muscolo della spalla, del collo e del dorso. GRANDE DORSALE Si aggancia anche sull’omero. Adduce e ruota l’omero. GRANDE PETTORALE E’ molto importante tra i muscoli anteriori. Origina da clavicola e ultime coste. Adduce e intraruota l’arto superiore. Sul grande pettorale poggia la mammella (il seno è lo spazio tra le due mammelle. Ginecomastia: mammelle nell’uomo). Nei casi di neoplasia della mammella, nei casi di mastectomia completa viene asportato anche il grande pettorale. Solco sottomammario. MUSCOLI INTRISECI DEL TORACE MUSCOLI INTERCOSTALI: tesi tra una costa e l’altra. Sono suddivisi in due strati sovrapposti che chiudono gli spazi intercostali dall’esterno all’interno. Interni: Si agganciano anche allo sterno. Terminano prima di giungere alla colonna vertebrale (espiratori). Esterni: iniziano in corrispondenza delle cartilagini e posteriormente si agganciano al rachide. (respiratori) Sono sfalsati e orientati in maniera contraria: sono i muscoli respiratori per eccellenza. ARTO SUPERIORE Suddiviso in porzioni in senso prossimo distale: 1. SPALLA: dispositivo di attacco al tronco 2. PARTE LIBERA (non adesa al tronco): a. BRACCIO b. AVAMBRACCIO c. MANO 23 SPALLA La scatola ossea della spalla è la cintura toracica (due ossa che sono articolate tra loro in modo da formare una cintura) che è formata da: SCAPOLA: porzione posteriore, adagiata sulla cassa toracica. Appogiata sulle coste. Faccia anteriore: poggia sulle coste. Faccia posteriore: liscia, ha un processo orizzontale diretto in senso mediolaterale: spina della scapola. Arrivato in sede laterale il processo si slarga a ventaglio ad accogliere la clavicola: acromion (superficie articolare per la clavicola). Faccia anteriore: superficie solcata dalle coste, si vede un processo che viene ultriormente in avanti : il processo coracoideo, sul quale si attaccano dei muscoli. Lateralmente (margine laterale): contiene la cavità glenoidea per la testa dell’omero (è un’enartrosi) è molto mobile, movimenti angolari su tutti i piani (circomduzione). La cavità glenoidea è quasi piatta: l’articolazione non è congrua. Per renderla più congrua: rendere più scavata la cavità, si aggiunge un bordo (il cercine glenoideo, accanto alla cartilagine dell’articolazione). CLAVICOLA: porzione anteriore del cingolo toracico. Forma ad “S” con un’estremità che si articola col manubrio dello sterno: estremità sternale; e l’altra che si articola con l’acromion: estremità acromiale. Articolazione sternoclavicolare: a sella. Articolazione acromiale: artrodia. Movimenti della cintura toracica: elevazione e depressione, anteposizione e retroposizione della spalla. Le due (4) ossa danno la forma delle spalle. OMERO Costituisce lo scheletro del braccio. Osso pari, lungo. Ha due epifisi, una prossimale e una distale. L’epifisi prossimale è detta testa e si articola conla cavità glenoidea: articolazione gleno-omerale. Subito dietro la testa c’è una parte ristretta, il collo anatomico dell’omero. Subito dietro ci sono due rilievi per l’attacco dei vari muscoli: la grande e la piccola tuberosità. Poi al confine con la diafisi c’è il collo chirurgico dell’omero (punto che più frequentemente va incontro a frattura. Diafisi: è più o meno cilindrica. Epifisi distale: complessa perché si articola con le due ossa dell’avambraccio: il radio(laterale) e l’ulna (mediale) [nella posizione anatomica]. In sede mediale dell’epifisi distale: troclea tra ulna e omero. In sede laterale: condilo tra radio e omero. ULNA Epifisi prossimale a forma di chiave inglese. I due processi della chiave inglese si chiamano: olecrano e processo coronoideo. Le fosse sull’omero servono ad accogliere i processi dell’ulna: Fossa olecranica (posteriore) Fossa coronoidea (anteriore) RADIO L’epifisi prossimale è conformata a “capitello”: cavità glenoidea per il condilo omerale (sopra il capitello). Anche il capitello radiale nella flessione deve trovare, 24 nell’omero, il suo alloggio: nell’omero c’è la fossa per il capitello radiale (solo anteriormente). Ulna e radio sono tenuti attaccati dalla membrana interossea. Le epifisi distali di ulna e radio sono conformate per formare l’articolazione con la mano. Nell’articolazione del gomito prevale l’ulna; nell’articolazione della mano prevale il radio. Articolazione del gomito: 1. Articolazione omero-ulnare: troclea (ginglimo angolare). Consente la flessoestensione. 2. Articolazione omero-radiale: condilartrosi. Consente la flesso-estensione. 3. Articolazione radio-ulnare prossimale: ginglimo trocoide sull’epifisi dell’ulna c’è una fossetta (incisura radiale dell’ulna che accoglie il capitello del radio). Tale articolazione consente la prono supinazione dell’arto. MANO Le due cavità glenoidee presenti sul radio servono per l’articolazione con la parte più prossimale della mano. In senso prossimo distale la mano si suddivide in: 1. Carpo 2. Metacarpo (scheletro del palmo) 3. Falangi (scheletro delle dita) CARPO: è lo scheletro del polso. E’ formato da 8 ossa di cui una si chiama scafoide (facilmente va incontro a rottura), prende articolazione con il radio secondo una condilartrosi (flesso-estensione). Delle 8 ossa: una fila prossimale e una fila distale che si articola con il metacarpo. METACARPO: sono 5 ossa, una per ogni dito. Si chiamano con i numeri. FALANGI: sono tre per ogni dito tranne che per il primo (il pollice) che ne ha solo 2. Si dividono in falange prossimale, falange media, falange distale. Le falangi si articolano tra loro mediante troclea e con il metacarpo mediante condili. Il pollice ha un’articolazione a sella che ne permette l’opposizione. MUSCOLI DELL’ARTO SUPERIORE Sia intrinseci che estrinseci. 1. Muscoli della spalla: a. DELTOIDE: costituisce tutta la spalla 2. Muscoli del braccio: a. BICIPITE BRACHIALE: muscolo flessore per eccellenza (anche pronatore), ha due capi di origine (breve e lungo) e un unico tendine di inserzione 3. Muscoli dell’avambraccio: a. TRICIPITE BRACHIALE: unico muscolo estensore del braccio, ha tre capi d’origine. 25 ARTO INFERIORE Strutturato in maniera simile al superiore. Dispositivo di attacco al tronco: cintura pelvica (bacino). I. BACINO: visione superiore: è costituito da un osso pari: osso dell’anca che si articola posteriormente con l’osso sacro e anteriormente con l’osso contro laterale per mazzo di una sinfisi. Osso dell’anca: nasce dalla fusione di tre ossa separate ìleo + ischio (posteriore) + pube (anteriore). Pube+ischio= forma a “C”. Nell’adulto le tre ossa unite insieme hanno protuberanze: (faccia laterale) Cresta iliaca: era parte dell’ileo Cavità acetabolare: accoglie la testa del femore Foro otturatorio: unione delle due C, è chiuso da una membrana vascolarizzata (faccia anteriore) Fossa iliaca: ci sono vari organi Spina iliaca: terminazione in avanti della cresta iliaca, la parte anteriore superiore è palpabile . Tubercolo pubico: superficie articolare della sinfisi pubica. Palpabile (faccia mediale) Faccetta articolare per l’osso sacro: nel sacro c’è la faccetta auricolare. Anche qui si chiama faccia auricolare. Articolazione coxosacrale: ha un certo grado di motilità (movimenti al momento del parto): nutazione e contronutazione. Spina iliaca e tubercolo pubico: punti di attacco del legamento inguinale (corrisponde alla piega dell’inguine). Punto di repere: da qui comincia l’arteria femorale. Arteria principale dell’arto inferiore che prima di giungere in profondità è sottocutanea. Punò essere un punto per sentire il polso, in più può consentire l’ingresso in arteria. Ha un altro utilizzo nel caso di installazione di una protesi valvolare: si entra dall’arteria femorale. La cintura pelvica è diversa nei due sessi: L’angolo pubico (sotto l’asse del pube) è ottuso nelle donne e acuto negli uomini. Il foro tra le due ossa del bacino (lo stretto superiore) è ovale nelle donne e a cuore nel maschio Promontorio: art L5 – S1 lo stretto superiore parte dal promontorio e termina sul tubercolo pubico. Questa linea virtuale segna un confine. II. CAVITA’ PELVICA: ossa dell’anca + osso sacro. a. GRANDE PELVI: parte alta dell’ “imbuto”. Gli organi della grande pelvi sono gli organi della cavità addominale b. PICCOLA PELVI: organi pelvici. Sono divise dallo stretto superiore. Nella parte inferiore c’è lo stretto inferiore: perimetro della piccola pelvi. A chiudere tutto c’è una serie di piani muscolari (muscoli scheletrici) detti pavimento pelvico. Faccia interna del pavimento pelvico (diaframma pelvico): si vedono gli orifizi che conducono all’esterno. 26 Nell’uomo ci sono due orifizi: lo iato (o meato) uretrale esterno, posto più anteriormente verso la sinfisi pubica, da qui esce lo sperma al momento dell’eiaculazione.E l’orifizio anale. La donna ha tre orifizi: L’orifizio uretrale L’orifizio vaginale L’orifizio anale MUSCOLI ESTERNI DELL’ANCA Sono molti. A noi interessa solo questo: GRANDE GLUTEO: il più esterno. Muscolo pari. Lo spazio delimitato tra le due natiche è detto fessura interglutea. Superficie per le iniezioni intramuscolari nell’angolo superolaterale. III. COSCIA: Lo scheletro della coscia è composto da: a. FEMORE: osso lungo (epifisi e diafisi). L’epifisi prossimale è detta testa o acetabolo, ha una superficie sferica. Si articola con l’anca per mezzo di un’enartrosi. La testa fa un angolo con la diafisi di circa 125° (angolazione caratteristica), gli allontanamaneti da questa misura prendono il nome di: valgismo o varismo dell’arto inferiore. Dietro al collo ci sono due protuberanze: il grande e il piccolo trocantere. La diafisi è liscia. Sull’epifisi distale sono presenti le superfici articolari per la gamba: si articola solo con la tibia (nella parte posteriore), anteriormente si articola con la rotula (o patella). Quindi sulla faccia anteriore ha una superficie patellare, sulla faccia posteriore ha 2 condili per l’articolazione con la tibia. ARTICOLAZIONE COXOFEMORALE: anca + femore enartrosi. Qui l’articolazione è più congrua: l’acetabolo entra quasi del tutto nella cavità acetabolare. Anche qui c’è un cercine che aumenta la cavità. C’è un legamento robusto: legamento rotondo che unisce la testa alla cavità glenoidea. b. TIBIA: osso mediale della gamba, lungo e pari. Epifisi prossimale: cavità glenoidea per il femore (poco pronunciata) Lateralmente: faccetta articolare per la fibula o perone Distalmente: nella parte inferiore c’è la superficie articolare per il piede. Lateralmente la faccetta articolare per la fibula. Medialmente: malleolo mediale. c. FIBULA: è attaccata solo alla tibia. Epifisi prossimale: testa, artrodia Epifisi distale: artrodia con la tibia, malleolo laterale Le due ossa sono unite dalla membrana interossea. IV. GINOCCHIO: articolazione femorotibiale + articolazione femororotulea a. ROTULA: (da davanti) ricorda le patelle. Osso sesamoide (a forma di seme di sesamo), non è l’unico sesamoide, i sesamoidi nascono in seno a dei tendini ci sono nella mano e nel piede. La rotula è 27 l’unico sesamoide costante. Nasce in sede del tendine del quadricipite femorale. Articolazione tra rotula e femore: articolazione a sella. Articolazione femorotibiale: 2 condili (l’articolazione è invertita rispetto all’avambraccio). b. MENISCHI: cercine del ginocchio. Ci sono due menischi: uno a “C” e uno a “O”, uno è laterale e uno è mediale [OECI]. c. L’articolazione del ginocchio è tenuta ferma da un apparato legamentoso cospicuo: i. Tendine del quadricipite femorale: legamento patellare (passa davanti alla rotula). ii. Legamento collaterale: uno mediale (interno), uno laterale (esterno). iii. Legamenti crociati: in realtà è uno solo (anteriore e posteriore). Articolazione tibio-fibulo-tarsica: articolazione tra tibia, fibula e astragalo. L’articolazione tibio-astragalica è un ginglimo angolare. V. TARSO: 8 ossa brevi. Astragalo: sta sopra il calcagno. Fila prossimale Fila distale in articolazione col metatarso (5 ossa) falangi (3 o 2) [alluce / melluce / trillice / pondulo / mellino]. Muscoli anteromediali della coscia Quadricipite femorale: 4 capi d’origine e un unico tendine di inserzione legamento patellare. I 4 capi originano da: muscolo rettofemorale / 3 muscoli vasti (laterale, mediale, vasto intermedio – tutti in sinergia). Tutto il quadricipite. Muscoli adduttori: muscoli mediali della coscia. Vengono detti “protectores virginitatis”, fanno addurre la coscia. Muscoli posteriori della gamba Tricipite della sura: Muscolo del polpaccio, è il responsabile della deambulazione. Ha tre capi articolari: gastrocnemio (muscolo gemello laterale, muscolo gemello mediale), soleo. Un unico tendine d’inserzione sul calcagno: tendine d’Achille. 28 APPARATO CIRCOLATORIO SANGUIFERO: veicola il sangue (tessuto nutritivo) Cuore Arterie Capillari Vene LINFATICO: veicola la linfa Vasi linfatici Linfonodi Organi linfoidi E’ un insieme di organi cavi che veicolano la linfa più alcuni organi pieni. APPARATO SANGUIFERO Funzioni: Trasporto e apporto di O2 e nutrienti a tutti i tessuti. Allontanamento di CO2 e cataboliti dai tessuti. Il sangue regola vari equilibri o pH o temperatura o equilibrio idrosalino o quantità di fluidi Funzione di difesa I vasi si suddividono in due categorie:le arterie che portano sangue ricco di ossigeno e le vene, sangue povero di ossigeno…NON E’ VERO!! Si dicono ARTERIE i vasi che partono dal cuore. Si dicono VENE i vasi che arrivano al cuore. Indipendentemente dal tipo di sangue veicolato. Le sezioni vascolari destinate allo scambio devono essere più piccole: Arteriole: sezioni più piccole che nascono dalle arterie, Venule: sezioni più piccole che nascono dalle vene. Ambedue si diramano a formare i capillari all’interno degli organi. Il capillare può scambiare con l’ambiente circostante. Il capillare, nel momento i cui avviene lo scambio, è sia arterioso che venoso nei capillari il sangue cambia la sua composizione, si dice sangue misto. C’è del materiale che rimane fuori dai vasi: il fluido tissutale (dà consistenza alla matrice extracellulare). Tale fluido deve mantenere una percentuale standard. Deve avere un certo volume. Il volume in eccesso viene drenato dal sistema linfatico. Le arterie hanno una tonaca muscolare più spessa (es. aorta). 29 Le vene riportano il sangue al cuore, non hanno una parete spessa. Poiché veicolano il sangue contro le forze di gravità hanno un sistema di valvole semilunari. La parete di un vaso: Tonaca intima: endotelio + membrana basale Tonaca media Tonaca avventizia Le valvole sono formate da endotelio. La muscolatura scheletrica funge da pompa per le vene. Il sangue viene spinto verso l’alto. Il reflusso verso il basso consente la chiusura delle valvole. Sistemi portali Sistema portale di tipo arterioso nel rene Sistema portale di tipo venoso nel fegato Una delle principali funzioni del sangue è il trasporto di ossigeno ai tessuti in cui si scambia l’ossigeno con l’anidride carbonica. L’organo adibito allo scambio è il polmone. Il sangue che circola nelle vene non ha forza sufficiente per andare nei polmoni: il sangue refluo torna al cuore, da lì ai polmoni, da lì il sangue torna al cuore e ricomincia i ciclo. Due circolazioni: GRANDE CIRCOLAZIONE: dal cuore verso gli organi periferici (sangue con O2). Aorta: arteria che veicola questo sangue. Dagli organi in su: vene cave che riportano il sangue con CO2 al cuore. Piccola circolazione: un vaso che parte dal cuore e che va al polmone (arteria polmonare). Però trasporta sangue ricco di CO2. Dal polmone escono vasi diretti al cuore: vene polmonari (sangue ricco di O2). 4 vene polmonari 2 arterie polmonari 2 vene cave (superiore e inferiore) La vena cava superiore raccoglie il sangue refluo da tutta la porzione sopra diaframmatica. La porzione sottodiaframmatica ha la vena cava inferiore. 30 CUORE Organo cavo che va assimilato a un vaso (ha le tonache). Dove si trova ? Nel torace, occupa una posizione particolare. Logge pleuropolmonari: dove stanno i polmoni con le loro pleure. Tra i due polmoni, in posizione mediana rimane un “corridoio”: il mediastino. Lateralmente ci sono i polmoni, come pavimento il diaframma, posteriormente i corpi delle vertebre toraciche, anteriormente lo sterno: questo è il mediastino che si suddivide in anteriore e posteriore. La metà anteriore è occupata solo dal cuore, nella porzione posteriore ci sono: trachea + esofago + aorta. Il cuore si muove, poggia sul diaframma e segue i movimenti respiratori. Dall’esterno all’interno: Il cuore appare bianco perché ha la tonaca avventizia (connettivo fibroso denso) serve a proteggere il cuore = prende il nome di pericardio. Il cuore è rivestito anche dalla tonaca sierosa: al di sotto dell’avventizia si trova la sierosa: il pericardio sieroso (foglietto viscerale – epicardio - che aderisce al cuore, il foglietto parietale – pericardio sieroso - è appiccicato al pericardio fibroso, tra i due foglietti c’è il liquido pericardico) Tonaca media = tonaca muscolare Il cuore ha la forma a cono con la base in alto e l’apice in basso. L’asse maggiore è orientato da destra a sinistra: base verso destra e apice verso sinistra. E’ seduto sul diaframma quindi è un po’ obliquo dal davanti all’indietro. Margine destro: acuto. Margine sinistro: ottuso. Faccia sternocostale (quella che poggia) o faccia diaframmatica: da destra verso sinistra: ingresso di vena cava superiore, l’emergenza (nascita) dell’aorta, l’emergenza del vaso troncopolmonare che dopo l’emergenza si divide nella due arterie polmonari, lateralmente all’emergenza dei vasi ci sono le auricole (lobi carnosi): auricola destra e auricola sinistra. Le auricole corrispondono all’atrio del cuore. Dalla nascita il cuore tende a fare una torsione. Solco interventricolare anteriore: c’è il tessuto adiposo e i vasi, è l’espressione in superficie del setto interventricolare cioè del setto che separa i ventricoli. (L’apice del cuore è tutto del ventricolo sinistro). Faccia diaframmatica: aorta e le due arterie polmonari + le 4 vene polmonari + vena cava inferiore. Le strutture che accolgono i vasi sono le restanti parti degli atri. Tra la base del cuore e il corpo c’è un solco quasi orizzontale (si vede un pezzetto anche sull’altra faccia), è come un ellisse che gira intorno al cuore = solco coronario (tra atri e ventricoli), corrisponde al setto atrioventricolare. Solco verticale posteriore: solco interventricolare posteriore (prosecuzione del setto anteriore). 31 Il setto atrio-ventricolare è interrotto da 2 orifizi atrioventricolari: consentono il passaggio di sangue dall’atrio al ventricolo. Contrazione=sistole Rilasciamento=diastole Le sistole e le diastole devono avvenire in contemporanea per entrambi gli atri e i ventricoli. La contrazione degli atri non è fortissima. Invece i ventricoli devono pompare il sangue in periferia e in più contro la forza di gravità quindi la contrazione ventricolare sarà più potente. Per impedire il reflusso dal ventricolo all’altrio: valvole Costituite da dei lembi e che, orientativamente, sono conformate a paracadute. Lembi valvolari a cui sono attaccate corde tendinee (sono come i tendini, formate da connettivo), le corde si attaccano a un muscolo, il muscolo papillare. I muscoli papillari sono come stalagmiti che vengono su dal terreno. La valvola impedisce il ribaltamento in atrio dei lembi. A sinistra c’è la valvola mitrale (o bicuspide) A destra c’è la trucuspide. Questi sistemi valvolari ci sono anche per l’aorta e per la …… Aorta: valvola semilunare. Ci sono grandi differenze di spessore tra ventricolo sinistro e ventricolo destro: il sinistro è più spesso. Infarto: blocco dei vasi che vascolarizzano una parte del cuore. Tonaca intima: endocardio. Tonaca media del cuore: miocardio, muscolatura che assomiglia alla muscolatura scheletrica ma non è volontario. Questa muscolatura si organizza in vario modo. Il miocardio è anche detto miocardio comune. Dove si attaccano le fibre? Tendini che sono costituiti dal connettivo che circonda gli orifizi valvolari: tendini di origine e inserzione delle fibre muscolari. Il connettivo che circonda gli orifizi valvolari costituisce lo scheletro fibroso del cuore. 32 Il miocardio comune si distingue dallo specifico che è responsabile del battito cardiaco. Pacemaker: struttura che si chiama nodo atrioventricolare. SISTEMA ARTERIOSO Aorta: ---------------------------------------------------------------------------------------------------VIE AEREE INFERIORI TRACHEA (12 cm) Scheletro cartilagineo per mantenere la pervietà. E’ composta da 15-20 semi anelli cartilaginei. Dietro, laddove si trova la porzione mancante degli anelli c’è del tessuto connettivo fibroso. Là è appoggiato l’esofago che si dilata (da qui l’assenza di strutture cartilaginee a ridosso). La trachea funge da punto di riferimento per dividere il mediastino anteriore dal posteriore. All’altezza di T4 la trachea termina biforcandosi nei due bronchi principali (non sono uguali): il bronco destro (diametro maggiore) e il bronco sinistro (più sottile e più lungo). Il bronco destro gira a destra, il sinistro gira a sinistra ma ruota anche leggermente indietro. Il polmone destro è più grande (il sinistro entra in rapporto col cuore). Il bronco sinistro, per trovare l’ilo polmonare, deve percorrere più spazio. Il bronco sinistro ha un calibro minore perché il polmone sinistro è più piccolo. Il polmone è un organo pieno sui generis: comprende le ultime diramazioni dei bronchi che sono organi cavi: i bronchi si diramano (sempre nello stesso modo) e vanno a “coprire” una specifica zona del polmone. Nelle diramazioni i bronchi sono accompagnati da vasi che rappresentano la circolazione funzionale del polmone (non la nutritizia): Arteria polmonare arteriole capillari venule Vene polmonari (dal polmone all’atrio sinistro) Le arterie bronchiali sono una diramazione della aorta toracica: queste veicolano la nutrizione dei polmoni. La sezione più piccola del bronco prende il nome di bronchiolo il quale va via via assottigliandosi. Nel punto più sottile e più lontano dal bronco improvvisamente si slarga e va a formare una struttura a forma di mora: l’acino che è l’unità morfologica e funzionale del polmone (il polmone è formato da acini). Durante il corso del bronco la cartilagine va via via a sparire, prima riducendosi in placche e poi sparendo. Al suo posto rimane la parete del bronco che è sempre più sottile. Trachea e bronchi sono organi cavi le cui mucose sono tappezzate da epitelio respiratorio ovvero cellule colonnari con, intercalate, cellule caliciformi mucipare. L’epitelio forma muco ed è ciliato, le cilia servono per muovere il muco sulla superficie apicale dell’epitelio per portarlo all’esterno. Il battito delle cilia cambia in base alla posizione dove si trova. Questo assetto ha la funzione di pulizia. 33 A livello dell’acino dove deve avvenire l’ematosi tutto questo assetto deve sparire (non si pulisce più!). La sottomucosa degli organi dell’apparato respiratorio non è connettivo lasso ma denso (cioè cartilagine). Tutto l’assetto avvicinandosi all’acino cambia: le cellule colonnari si abbassano per diventare sottili e diventano pneumociti che tappezzano gli acini. La mucosa muscolare sparisce quasi e la sottomucosa sparisce. Tutto questo perché deve avvenire lo scambio gassoso con i vasi. Le due membrane basali del vaso (cellule endoteliali) e degli pneumociti sono fuse insieme. I pallini dell’acino sono gli alveoli polmonari. Rappresentano il parenchima del polmone oltre ad essere l’ultima diramazione del bronco. Le “poche” fibre muscolari effettuano una contrazione dall’alto al basso dando elasticità al polmone: si ha una dilatazione degli alveoli durante l’inspirazione e un restringimento nell’espirazione. A dare elasticità c’è anche il connettivo elastico della sottomucosa. Quando le cellule subiscono un rimaneggiamento fisiologico l’elastasi distrugge le cellule delle fibre elastiche. Quando questo non Lo stroma sta tra gli alveoli. Tra gli alveoli c’è la vascolarizzazione. Lo scambio avviene tra l’ossigeno contenuto nell’aria che sta nel lume dell’alveolo e la CO2 che si trova a livello dei capillari (la CO2 è solo in parte veicolata dagli eritrociti, è anche disciolta nel plasma sotto forma di HCO3- , lo ione carbonio). L’alveolo, per la differenza di pressione, tenderebbe a collassare: esiste una seconda categoria di pneumociti, gli pneumociti di II tipo che non sono devoluti all’ematosi ma producono surfactante, è una specie di “sapone” che si stratifica sulla superficie interna dell’alveolo e ne impedisce il collassamento. Macrofagi alveolari: si trovano o nello stroma o sulla superficie interna dell’alveolo. Non migrano (sono cellule residenti) rappresentano l’ultima spiaggia per eliminare il particolato. Tuttavia i macrofagi possono non farcela a distruggerlo e rimane inglobato nei macrofagi che si rigonfiano e restano in sede (il ricambio dei macrofagi polmonari è piuttosto lento). POLMONE Organo pari che si trova nel torace dove occupa le logge pleuropolmonari a tutto spessore. Ha una forma a cono con la base rivolta in basso che poggia sul diaframma. E’ adattato alla convessità diaframmatica. L’apice del polmone, durante l’inspirazione profonda, viene a sbucare nell’angolo formato dalla clavicola e dalla prima costa. I polmoni hanno una faccia costale che è tutta quella adesa alle coste. E’ percorsa da solchi profondi, le scissure. Il polmone destro ha 2 scissure che lo dividono in 3 lobi; il sinistro solo una scissure che lo divide in 2 lobi. [splancologia: studio degli organi] Il polmone sinistro ha una tacca: l’incisura cardiaca. La capacità polmonare è di 3-4 litri per polmone. FINIRE 34 SUGGERIMENTI PER ORGANIZZARE L’ESPOSIZIONE ALL’ESAME 1) Cominciare col collocare l’organo. Dove si trova? Che posizione occupa? 2) Individuare un criterio gerarchico nell’esposizione: es. cominciare dall’esterno verso l’interno di un organo, oppure in senso cranio-caudale. 35