FAMIGLIA COMPOSITE E’ la famiglia più grande delle spermatofite, comprendendo circa 1000 generi e 14000 specie diffuse ovunque. Fiori raccolti in capolini. Corolla attinomorfa o zigomorfa pentamera. Calice ridottissimo e trasformato in pappo. Stami in numero uguale ai petali con le antere saldate in un tubo. Ovario infero uniloculare con un solo ovulo. Il frutto è un achenio. Le foglie hanno di solito il lembo diviso o finemente laciniato, mentre sono eccezionali qielle di tipo composto, pennato o palmato. Le stipole sono sempre assenti. Molte sono le specie fortemente spinescenti, con spine terminali, ma più spesso distribuite su tutto il margine fogliare in corrispondenza delle dentature (es. genere cinara). STRUTTURA FIORALE Possiamo trovare tre tipi di fiore che compongono l’infiorescenza: 1° fiore tubuloso, con corolla regolare pentamera con i cinque petali concresciuti in tubo ed uguali tra loro; 2° fiore ligulato, simile al precedente ma con la corolla sviluppata irregolarmente a forma di linguetta ed asimmetrica. La linguetta può terminare con tre o cinque denti ; 3° fiore bilabiato, dove la corolla assume la forma bilabiata dove il tubo corollino si divide in due distinte labbra 2/3, con due petali riferibili al labbro inferiore e tre al labbro superiore. CALICE E’ molto ridotto o manca del tutto. Si ritiene anche che vada a costituire il pappo struttura formata da una serie di peli più o meno lunghi. Serve alla disseminazione degli acheni che si attaccano al vello degli animali grazie alla presenza di piccoli uncini sulle setole o vengono dispersi tramite vento nel caso di pappo con peli piumosi. ANDROCEO Consta di cinque stami concresciuti per le antere, formanti un tubo che avvolge lo stilo. Essi sono inseriti con i filamenti sul tubo corollino; i filamenti restano liberi nella maggior parte dei casi. GINECEO Consta di due carpelli con crescenti, con disposizione anteroposteriore, uniloculari, formanti un ovario infero provvisto di un solo ovulo. Lo stilo unico si apre superiormente in uno stimma bifido. FAMIGLIA GRAMINACEE E’ la maggior famiglia di spermatofite esistente sulla Terra, soprattutto per il numero di individui formanti grandi associazioni. FUSTO: Comunemente chiamato culmo è cilindrico con pareti sottili ma molto resistenti, senza midollo, quindi cavo, separato da nodi. Al nodo segue una parte meristematica che forma un punto di notevole delicatezza del culmo, dove può aver luogo la produzione di nuove cellule che permettono al culmo stesso di raddrizzarsi qualora venga piegato. La porzione basale del culmo porta un rizoma. Il rizoma può essere strisciante sul terreno per la produzione di stoloni. Dal rizoma si formano nuovi culmi, anche nella stessa annata, formando quel fenomeno che prende nome di accestimento. Il culmo sezionato mostra esternamente un’epidermide persistente e nell’interno un anello continuo di sclerenchima, ed i fasci vascolari disposti in due o più cerchi. I culmi di Bambusa sono legnosi e possono anche ramificarsi, e così pure quelli di Saccharum, ecc. Le foglie, opposte, formano un angolo di 180° e constano di una guaina e di un lembo. Il picciolo manca. La guaina si allunga abbracciando il culmo per un tratto abbastanza lungo, ed ha la funzione di proteggere la porzione sopranodale del culmo. La guaina è aperta dal lato opposto della lamina. Al punto di congiunzione tra guaina e lembo, la guaina si prolunga in una espansione membranosa detta ligula. APPARATO FIORALE: I fiori sono raccolti in infiorescenze a spighetta, la cui organizzazione è caratteristica della famiglia. Si possono pertanto avere spighe di spighette (es. Triticum, Hordeum, ecc.) oppure grappoli o pannocchie di spighette (Avena, Briza, ecc.). L’asse r della spighetta porta lateralmente due scaglie opposte che si dicono glume e precisamente la più bassa, cioè quella inferiore, è detta gluma esterna, mentre l’altra, la più alta o superiore, è detta gluma interna. Sopra stanno i fiori. Ognuno di essi nasce all’ascella di una brattea che si chiama glumetta inferiore o lemma. Essa si presenta appuntita o arrotondata all’apice con una nervatura mediana munita di un’appendice detta resta od arista. Opposta alla lemma trovasi la glumetta superiore (interna) o palea. Il fiore consta di due pagliette o lodicule raramente in numero maggiore, di consistenza membranoso – carnosa, che si possono considerare come i resti del perianzio. Segue l’androceo di tre stami ed 1 carpello terminato da due stimmi piumosi. Al momento della fioritura le due logge dell’antera si scostano fra di loro in alto e in basso in modo che l’antera prende la forma di una X allungata. Il frutto è una cariosside, cioè un achenio particolare dove il seme è intimamente saldato con il pericarpo in seguito alla digestione, da parte degli strati esterni dell’albume, tanto della nocella, quanto dei tegumenti seminali, per cui l’albume va direttamente a contatto con il frutto con il quale diventa un tutto unico ed inseparabile. Il seme consta essenzialmente del cotiledone, dell’embrione e dell’albume che occupa la parte maggiore del seme.