ABSTRACT ING. EDI SNAIDERO
Presidente e amministratore delegato Gruppo Snaidero
Una Smart City è una città che combina e armonizza 6 caratteristiche in particolare, noti come: smart
economy, smart mobility, smart environment, smart people, smart living e smart governance. È sbagliato
analizzare solo l’aspetto tecnologico del progetto perché è anche una questione di visione e di governance
del territorio. Alle istituzioni pubbliche viene chiesto di dotarsi di strumenti adeguati per ascoltare, per
mettere in rete specialità e competenze. Se manca questa vision, succede che si verificano sul territorio
tante iniziative singole, individuali, che non consentono a una città di diventare “smart”. Non è la singola
infrastruttura o la singola applicazione che ci aiuta ma l’ecosistema complessivo: la dimensione “smart”
dell’abitare non è più solo pannelli isolanti, tripli vetri e tetti fotovoltaico; è la casa tutta, come involucrocontenitore, che va ripensata, anche dal punto di vista del processo costruttivo. È una concezione
dell’abitare in rapporto alle necessità del singolo e del contesto in cui vive. È estetica e tecnologia,
intelligenza distribuita e co-design al quale può e deve partecipare anche l’utente finale.
ABSTRACT PROF.SSA CRISTIANA COMPAGNO
Rettore dell’Università degli studi di Udine
C’è uno stretto legame che lega l’attività dell’Università degli Studi di Udine con il lavoro della Rino
Snaidero Scientific Foundation e riguarda il lavoro di ricerca e innovazione, per il territorio e per il futuro. Il
concetto sotteso a entrambi gli attori in gioco è che esiste un ben preciso progetto sul territorio che è
finalizzato alla coesione sociale, attuata attraverso lo sviluppo sostenibile. Questo garantisce una positiva
competitività fra sistemi, che possono essere nuclei di ricerca o città, in cui è promossa e realizzata la
residenzialità attiva attraverso una corretta politica di sviluppo. Nelle città, la certificazione energetica non
deve più essere solo un ben accolto comportamento ma deve essere la norma, una prassi consolidata.
L’Università degli studi Udine e le imprese, sinergicamente, devono garantire un futuro sostenibile,
attraverso l’efficiente impiego delle risorse e date queste premesse l’Università degli studi di Udine è un
partner sicuro e affidabile per la Rino Snaidero Scientific Foundation.
ABSTRACT ON. RENZO TONDO
Presidente Regione Friuli Venezia Giulia
Il convegno della Rino Snaidero Scientific Foundation è un appuntamento che annualmente si impegna a
stabilire un confronto fra le imprese e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che da fiducia. Gli obiettivi
dell’amministrazione regionale sono quelli di abbassare il debito della regione, di garantire ammortizzatori
sociali efficaci e infrastrutture affidabili e efficienti, attraverso l’abbattimento dell’Irap. L’obiettivo è
sostenere con un dato di fatto concreto chi produce ricchezza: ovvero le imprese.
La scommessa, invece, è di creare una comunità in grado di affrontare i cambiamenti perché, come ha
ripetuto recentemente il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “di fronte al cambiamento,
nessuno si chiami fuori”, e quindi, l’attività di ricerca della Rino Snaidero Scientific Foundation che
annualmente si rinnova proponendo nuovi orizzonti di ricerca, è una chiara testimonianza di come il
cambiamento prima di tutto si deve saper gestire.
ABSTRACT PROF. EZIO ANDRETA
Presidente Agenzia Promozione della Ricerca Europea
Smart city ha un significato dinamico che porta alla necessità di chiarire la terminologia quando si affronta il
tema dell’abitare sostenibile. Smart significa “intelligente” per cui si riferisce al modo di risolvere il
problema del cittadino in maniera intelligente e innovativa.
La comunità Europea, a partire dagli anni ’90, si è impegnata a ridurre le emissioni di co2, che ha raggiunto
livelli preoccupanti a causa della congestione edilizia nelle città. Due sono le attività pilastro di questa
progetto, la strategia Energia2020 e la strategia Europa2020. La prima si impegna a trasformare il sistema
energetico canonico in uno a basso consumo di energia, la seconda affronta la tematica della crescita
inclusiva, ovvero la coesione sociale. La città è vista come un laboratorio dove è possibile far interagire
competitività e sostenibilità attraverso una serie di iniziative, che devono partire dal basso, e che portino al
coinvolgimento delle comunità locali a livello decisionale e organizzativo, all’utilizzo di nuove tecnologie e a
una nuova pianificazione socio-economica. Tutto questo però è attuabile solo attraverso una nuova società
della conoscenza, nuovi modelli educativi e formativi, nuovi criteri di valutazione e una struttura politica
che possa, in maniera coordinata, aggregare tutti gli attori in gioco in una tipologia di Governance
decentralizzata e collettiva in cui è decisivo il passaggio delle responsabilità al cittadino.
L’Europa, dal canto suo, si impegna a costituire un Forum Europeo di città, a creare un partenariato per
l’innovazione e a costituire bandi per il finanziamento di progetti locali e internazionali.
ABSTRACT PROF. EDUARDO DE OLIVEIRA FERNANDES
Facoltà di Ingegneria Università di Porto
Presidente dell’Agenzia Energetica della Città di Porto
Il Prof. De Oliveira porta la testimonianza della propria l’esperienza personale nella città portoghese di
Porto, sottolineando come l’impatto ambientale dei combustibili fossili utilizzati dalla società umana non
sia altro che una piccola perturbazione nel corso della pluri-centenaria storia dell’uomo. Questo evidenzia il
senso di transizione che stiamo vivendo e che costringe a dotarsi di una forte capacità di cambiamento.
Per sostenibilità si intende la capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere le
possibilità delle generazioni future ma è anche necessario capire come il problema del cambiamento del
clima deve essere letto nell’ottica della giusta relazione fra sviluppo e produzione di CO2, perché l’energia
non solo è necessaria ma è inevitabile. Detto questo bisogna differenziare ciò che si intende efficienza
energetica e sufficienza energetica, sottolineando come nel secondo caso bisogna sviluppare la cultura del
“consumare solo quello di cui si ha bisogno”. Il paradigma energetico del futuro deve saper far coesistere la
decentralizzazione con la diversificazione e l’efficienza energetica, creando città che, per loro natura non
potranno essere sostenibile, ma dovranno lavorare ed essere organizzate per contribuire alla sostenibilità
mondiale: città come agenti attivi costituite da cittadini attori responsabili.
A Porto è stato attuato un Piano di Azione finalizzato a ridurre del 45% il livello di CO2 attraverso 3 aree di
intervento: Edilizia, Mobilità e infrastrutture e gestione dell’energia urbana consapevoli che anidride
carbonica è la risultante del mix energetico fra ciò che è prodotto e ciò che è consumato.
ABSTRACT PROF. ARCH. ROBERTO PAGANI
Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino
Coordinatore scientifico Progetto Torino Smart City
Bisogna innanzitutto chiedersi come impostare la strategia “Smart City”. Utilizzando un diagramma
cartesiano in cui i riferimenti sono i vantaggi individuali e i vantaggi collettivi, si ottengono quattro tipi
differenti di città: la città smart, con vantaggi individuali e collettivi, quella pirata, vantaggi individuali e
svantaggi collettivi, quella pioniera, svantaggi individuali e vantaggi collettivi, e infine quella dannosa
caratterizzata sia da svantaggi individuali che collettivi. Questo non deve essere un semplice schema ma
una matrice attraverso cui impostare la strategia sostenibile, individuando problemi e potenziali soluzioni.
Su questo modello si basa l’attuazione di politiche finalizzate alla certificazione energetica e ambientale
degli edifici, all’ideazione di regolamenti edilizi ecosostenibili, all’individuazione di molteplice stakeholders,
all’individuazione di soluzione olistiche e non solo tecnologiche fino ad arrivare al ruolo fondamentale della
comunità Europea.
“Smart” deve essere anche la ricerca tecnologica indirizzata verso intonaci ad accumulo di calore latente,
per esempio, o leghe a memoria di forma, isolamenti trasparenti e sistemi ibridi di ventilazione etc.
Alla luce di ciò, Torino si impegna ad attuare un flusso di interventi nebulizzato su tutto il territorio,
attuando una strategia complessiva che faccia del capoluogo piemontese il coordinatore complessivo delle
molte realtà differenti presenti sul territorio.
ABSTRACT PROF. MARIO ABIS
Ricerche psico-sociali I.U.L.M. e Direttore Generale Makno
L’approccio “Smart” non riguarda solo l’aspetto tecnologico ma anche tutto un insieme di fattori che
riguardano più da vicino gli atteggiamenti, i valori e il codice etico. C’è quindi una forte prospettiva sociale
in questo progetto che rientra nella sfera psicologica e sociologica.
Per un corretto approccio al problema, è necessario partire dal presupposto che nella società
contemporanea basata sull’informazione, se si vuole un coinvolgimento e una partecipazione attiva che
parta “dal basso” è necessaria una perfetta strategia di comunicazione. Bisogna chiarire i termini in gioco
per evitare malintesi, approssimazione e discordanze. Serve un controllo del significato di sostenibilità per
togliere le ambiguità in tutti i termini coinvolti.
Smart, non è quindi un termine che riguarda solo la tecnologia, ma anche la sfera sociale più direttamente
inerente alla qualità della vita. Smart, devono diventare anche i servizi sociali, gli organi adibiti alla
sicurezza, le istituzioni e il sistema sanitario, per esempio. Discorso più approfondito riguarda la mobilità,
soprattutto per il binomio casa-lavoro.
L’attenzione a tutti questi aspetti, porta alla creazione di una base di consenso solida e ampia e questo
velocizza gli interventi politici a riguardo.
ABSTRACT ING. GIANCARLO MICHELLONE
Sindaco di Cambiano (TO) e Presidente di GCM Consulting
Parola d’ordine: città proattiva. L’esperienza dell’Ing. Michellone nella cittadina piemontese di Cambiano
parte da pochi e semplici leit motiv: soldi sì, soldi no, persone, organizzazione. L’aspetto economico è
ovviamente il punto di partenza se si vuole attuare una campagna intelligente di investimenti, saper
accedere ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei è quindi una priorità strategica. Puntare sulle
qualità di persone abili e competenti è altresì una componente fondamentale per impostare un lavoro
basato sulla coordinazione e collaborazione fra enti di diversa natura.
Utilizzo di nuove tecnologie, inoltre, non deve essere fine a se stesso ma deve “far lavorare”, produrre posti
di lavoro e coinvolgere molti attori: dai lavoratori fino alle istituzioni come l’università per la ricerca. Allo
stesso modo nel caso dei trasporti, per esempio, l’utilizzo dell’auto elettrica non deve essere fine a se
stesso ma bisogna capire come questa innovazione tecnologica possa concretamente fare un servizio
pubblico e utile alla cittadinanza.
ABSTRACT DOTT. MAURIZIO MAGGIORE
Commissione Europea Direzione Generale Ricerca&Innovazione, Unità trasporti
L’attenzione è concentrata soprattutto sui trasporti, il settore che inevitabilmente, per il tipo di tecnologie
effettuate, è la sorgente più consistente CO2: questo tipo di inquinamento purtroppo è dato in continua
crescita.
La comunità Europea si interessa a questo tipo di inquinamento perché si sta verificando su scala sempre
più ampia il processo di urbanizzazione, come fenomeno di massa. Questo passaggio di molti individui dalle
campagne alle città, provoca congestione di traffico, inquinamento e un uso scorretto del territorio. Per
ovviare a questa serie di problemi il cambiamento non deve solo essere tecnologico (agendo sulle fonti di
energia) ma anche di comportamento andando, a far leva sulle dannose abitudini e atteggiamenti assodati
che, nel caso specifico del settore trasporti, il guidatore è portato ad attuare. Le soluzioni all’Urban mobility
non devono tuttavia essere standard, ma devono saper venire incontro con soluzioni adattabili a tutte le
esigenze, tenendo conto di molteplici fattori determinati dal territorio. Il cambiamento potrà essere
graduale e parziale, procedendo per piccoli passi e questo porterà ad adottare soluzioni come le auto
elettriche (oggi antieconomiche e di difficile uso su grandi distanze) con veicoli come doppio motore,
tradizionale e elettrico contemporaneamente.
ABSTRACT DOTT. RICCARDO RICCARDI
Assessore alle Infrastrutture, Mobilità Pianificazione territoriale e lavori pubblici – Regione Friuli Venezia
Giulia
Estetica, tecnologia e sviluppo sono i tre concetti chiave per poter attuare uno sforzo importante e
considerevole per migliorare lo status quo, perché solo con un approccio strutturale è possibile
concretizzare una vera visione strategica finalizzata a operare interventi mirati sul territorio regionale.
Tuttavia, la scala differente di riferimento (una regione come il Friuli e non più singole città) rende più
difficile l’intervento, tenendo anche in considerazione la particolare geografia della regione che, avendo
territori disorganici, ciascuno con le proprie differenti necessità, necessità di differenti modalità di azione.
La pianificazione, perciò, non può più guardare al singolo ma all’aspetto complessivo del problema e deve
affrontare tematiche differenti come, per esempio, la ripopolazione dei centri storici vuoti, la
riorganizzazione della mobilità, tenendo conto della minor mobilità possibile sul territorio, e un forte
sostegno all’edilizia, con incentivi all’acquisto della prima casa con livelli di certificazione energetica e
ambientale coretti.
ABSTRACT PROF. ADRIANO DE MAIO
Presidente comitato tecnico-scientifico Fondazione Snaidero
Chiude i lavori il Prof. De Maio che fa il punto della situazione sul lavoro condotto dai giovani ricercatori
universitari selezionati per l’attività di ricerca per i quali l’incontro è l’evento imprescindibile per
contestualizzare tutto ciò che viene svolto all’interno della Rino Snaidero Scientific Foundation durante
l’anno.
Il progetto presentato “LAK – Living for All Kitchen” si pone l’obiettivo di arricchire l’ambiente cucina con
nuove tecnologie per garantire gli standard di sicurezza e comfort per utenti anziani e con lieve disabilità
cognitiva, attraverso l’integrazione fra elementi fisici, layout della cucina, e tecnologia in modo da garantire
una qualità della vita dignitosa e operare in una cucina tranquillità.
Il progetto “Refreedom”, invece, si occupa di disabili ipovedenti e cerca di integrare le nuove tecnologie
domotiche e di Information Technology per migliorare i servizi al cittadino, partendo dal concetto di
personalizzazione, per cui attraverso una continua attenzione alle esigenze del singolo, tutto viene adattato
e adeguato con una serie di collegamenti per facilitare l’interazione sociale. Infatti, il comune di Udine ha
messo a disposizione due case per studiare e analizzare le diverse situazioni e difficoltà in cui un cittadino
ipovedente si trova a operare. Sono stati quindi resi possibili diversi collegamenti degli appartamenti pilota
con i servizi pubblici esterni, quali sanità e pubblica amministrazione sfruttando il valore aggiunto offerto
dalle nuove tecnologie informatiche per garantire una qualità di vita sostenibile.
Sul sito si possono trovare maggiori approfondimenti sui vari progetti:
http://www.snaiderofoundation.org/