Grazie al ricercatore di fisica nucleare Lee, vent’anni fa è nato il web (ovvero la grande ragnatela del mondo), introducendo il meccanismo di una potenziale economia del dono, perché è democratico dato che tutti lo possono utilizzare (anche se richiede una connessione solida, un computer, oltre a saperlo installare ed utilizzare). Nel 1996 il web era in formato read only, ossia di sola lettura, con “solo” 250000 siti, mentre dieci anni dopo, con l’evoluzione del web a 2.0 i siti sono più di 80 milioni. I diffusissimi social network sono un canale veloce per fare promozione pubblicitaria, entrare in contatto con i clienti (anche solo potenziali), e chi possiede una struttura ricettiva può seguire i commenti degli utenti su siti come Trip Advisor, può rispondere alle loro opinioni ed utilizzare le critiche per cercare di migliorare l’offerta…perché l’esperienza di viaggio non è solo il tempo dedicato, ma si dilata a prima e dopo il viaggio fisico; quindi un bravo imprenditore cerca di sfruttare questo business per il maggior tempo possibile. La social media strategy, è una strategia che sfrutta il buzz, ovvero il potente ed efficace brusio del passaparola generato dai social media. L’intento di un’azienda è essere al centro di una rete, quanto più ampia possibile, è un buon modo per essere visibili è essere presenti in rete. La sempre più diffusa e-commerce ha notevoli vantaggi, in primis non si ha il problema del magazzino, quindi si può puntare sulla vendita dei prodotti di nicchia (tanti articoli acquistati da pochi) e non solo sulla massa, perché il mercato di nicchia è un asintoto (cioè infinito). L’unico aspetto negativo dello shopping on-line è la mancanza dell’esperienza d’acquisto, ma grazie ai social network si è cercato di sopperire anche a questo problema, infatti per quanto riguarda il settore viaggi (il più visitato in siti di deal come Groupon), prima di acquistare possiamo leggere le recensioni di chi ha già vissuto l’esperienza, che siamo intenzionati ad acquistare. Su 100 persone che cercano un hotel utilizzando Google, ben il 75% clicca sul sito di recensioni, e solo in un secondo momento visita il sito ufficiale della struttura (o della catena alberghiera). Assistiamo alla crisi del modello di comunicazione unidirezionale e di quello deterministico, perché i flussi di informazione vanno e vengono (modello di comunicazione bi-direzionale), c’è il condizionamento reciproco di un fenomeno sull’altro. La scienza contemporanea si basa su leggi probabilistiche(e non deterministiche), i fenomeni non sono frutto di processi lineari perché ci sono elementi di disturbo (il rumore, che interferisce nei processi di trasmissione informativa); posso oppormi all’interferenza anche se essa interferirà comunque, ma il nostro compito è quello di saper valutare le opportunità che si aprono nel nostro percorso (guardarsi sempre intorno, pur con la razionalità limitata di cui siamo dotati). Per una comunicazione davvero efficace non basta l’utilizzo di Facebook, ma servono altri social network, come Twitter, molto più testuale, immediato sia nell’utilizzo che nella produzione di contenuti. I social network sono fondamentali anche in campo turistico, e grazie all’ampia diffusione degli smartphone (oltre 500 milioni nel mondo; e 57 milioni di sim attive in Italia) , possono essere consultati dovunque. Forsquare è uno dei social network più adatti per la descrizione del territorio, questa è una produzione di dati davvero smart, perché sono generati direttamente dai city users, che vivono in prima persona la citta ( e chi meglio di loro conosce i problemi quotidiani?). Per avere un open service, l’obiettivo è avere pochi, o meglio nessun passaggio da quando i dati vengono creati, a quando vengono resi disponibili, in modo che nessuno li modifichi o li faccia sparire per tutelare i propri interessi economici (es: tutti erano a conoscenza del disastro ambientale che ha provocato la ditta Ilva di Taranto, ma a causa dell’omertà nessuno ne parlava). Traspare una sorta di esigenza di cambiamento di “stile di vita” e di “bonifica culturale” in cui le smart city avrebbero un ruolo di primo piano, per esempio attuando una politica di mobilità sostenibile. La connessione (connettività) è una delle basi delle attuali smart city (come actuating=attuare comportamenti e sensing=rilevare parametri), smart non significa necessariamente semplice, significa saper gestire i fenomeni nel migliore dei modi, che sono sottoposti ad alta variabilità (imprevedibilità) perché viviamo in una società complessa. In caso di bassa complessità, si danno delle regole standard e solo se emerge qualche problema non previsto si danno altre indicazioni, per alta complessità (che deriva dall’alta variabilità) bisogna mettere in campo tutte le energie, ritrovarsi e discutere (mutuo adattamento). Bisogna essere coerenti alla complessità, dare risposte congruenti al tipo di complessità che abbiamo di fronte (bassa, media o alta). Le comunità intelligenti operano in presenza e in rete , si attivano perché accada (o non accada) qualcosa nelle città. I caratteri costituitivi del paradigma smart sono la connettività e l’adattività, la loro azione si sviluppa in due contesti attuativi interpolati: il layer ( livello, meccanismo basato sulla stratificazione) infrastrutturale, e il layer social. Una città, quindi, è smart se è connettiva a livello di interazione tra sistemi e dispostivi, tra le persone (layer sociale) e tra sistemi e persone; se è adattiva, in grado di mettere in campo processi di sensing e actuating interagenti tra dispositivi e persone. I cittadini fanno sensing perché generano dati, ed informazioni riguardanti la vita in città, usando dispositivi, i cittadini riescono a modificare i propri comportamenti individuali e sociali (actuating). Lo zainetto, quindi, non può essere considerato del tutto smart in quanto mancante della componente sociale. Gli open data sono dati aperti e consultabili da tutti per elaborazioni proprie, senza limiti di riproduzione (però è importante avere cura di citare la fonte). La smart community è una comunità intelligente, composta da persone innovative che mettono in pratica una politica, in grado di innalzare il livello qualitativo di vita dei suoi cittadini.