Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet: il progetto IRWEB della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia R. Poggiani Keller*, T. Pacchieni*, C. Liborio**, M.G. Ruggiero**, D. Vitali Il patrimonio d’arte rupestre, in quanto bene culturale archeologico, è sottoposto alla normativa statale di tutela (D.L.vo del 22 gennaio 2004, n. 42) che attribuisce al Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed ai relativi organi periferici (le Soprintendenze per i Beni Archeologici, coordinate dalle Direzioni regionali) le funzioni di tutela (art. 4, c. 1). Obiettivi primari della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia sono la conoscenza e la tutela del patrimonio d’arte rupestre, attestato in diverse province della regione ma che in Valle Camonica trova la sua massima espressione sia per l’estensione cronologica sia per la ricchezza iconografica, che rimanda al complesso mondo spirituale degli antichi abitanti della Valle. A partire dagli anni ’80 la Soprintendenza ha avviato interventi programmati pluriennali, mirati alla documentazione e alla conservazione delle incisioni, secondo un protocollo di metodi e procedure messi a punto dopo attenti studi e sulla base delle esperienze acquisite, anche con la collaborazione di Istituzioni nazionali altamente qualificate, quali l’Istituto Centrale del Restauro (ICR) ed il Centro Nazionale delle Ricerche (CNR). Queste esigenze di tutela del patrimonio delle incisioni rupestri hanno determinato nel tempo una serie di azioni che si possono riassumere in tre punti principali: 1) documentazione del bene; 2) monitoraggio dello stato di conservazione; 3) restauro Di seguito sono illustrati i metodi di documentazione e di monitoraggio ideati, sviluppati e messi in atto dalla Soprintendenza, intesi come tappe fondamentali per la documentazione preventiva dello stato di conservazione del bene: l’esito finale di questo processo è rappresentato dal restauro, che deve essere sempre effettuato da personale qualificato e cioè da restauratori diplomati, con specializzazione nel restauro della pietra. La documentazione ed il monitoraggio dell’arte rupestre: storia degli interventi dalla scheda IR a IRWEB Prima di analizzare IRWEB giova ripercorrere la storia degli interventi della Soprintendenza nell’ambito della catalogazione dell’arte rupestre. L’iniziativa scientifica denominata IRWEB conclude infatti un lungo periodo di studio e di sperimentazione per l’informatizzazione delle incisioni rupestri IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 1 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia condotta su incarico dell’ICCD-Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. I lavori prendono avvio nel 1984 con la scheda IR1 e passano attraverso il progetto di catalogazione Petra, realizzato nel 1989 nell’ambito del Progetto di valorizzazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte, finanziato dalla Legge 449/19872. Il programma di archiviazione Petra prevedeva l’organizzazione dei dati in sette archivi tra loro complementari: l’archivio rocce, l’archivio scene, l’archivio figure, l’archivio grafico, l’archivio fotografico, l’archivio bibliografico e l’archivio conservazione. Il data-base IR Il progetto per l’elaborazione di un sistema di catalogazione delle rocce incise fu ripreso nel 1996 quando fu ideato e realizzato, su base Access, il data-base IR (Incisioni Rupestri)3, adatto non solo al patrimonio della Valle Camonica ma in generale a tutte le manifestazioni di arte rupestre. Il data-base relazionale, che ha previsto fin dall’inizio l’utilizzo di moderne tecniche di rilievo, quali la fotogrammetria e la fotografia digitale, è in grado di gestire sia le informazioni tecnico-scientifiche ed amministrative sia le immagini ed i rilievi. Il Progetto IR è stato testato nell’ambito del progetto europeo Leader II-Azione 5, a seguito di Accordo di Programma stipulato nel 1999 tra la Soprintendenza 1 Nel 1984, su incarico dell’ICCD-Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, la Soprintendenza per Archeologica della Lombardia aveva elaborato due modelli di scheda IR: uno, per l’arte rupestre su roccia (scheda IR ideata da R. De Marinis), l’altro, per le stele (ideata da R. Poggiani Keller). 2 Nel 1989, nell’ambito di un articolato progetto per la valorizzazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e dell’area dei Massi di Cemmo, finanziato con fondi straordinari del Ministero sulla Legge 449/1987, fu affrontato il problema di creare una banca dati delle incisioni rupestri, fino allora mancante, sperimentando su una significativa campionatura la scheda IR, la sopracitata scheda cartacea ideata nel 1984. Partendo pertanto dalle schede IR, fu elaborato un programma di archiviazione, denominato “Petra”, che prevedeva l’organizzazione dei dati in sette archivi tra loro complementari: l’archivio rocce, l’archivio scene, l’archivio figure, l’archivio grafico, l’archivio fotografico, l’archivio bibliografico e l’archivio conservazione. Vi lavorò un gruppo, coordinato da R. Poggiani Keller della Soprintendenza e formato da vari specialisti (prof. Bertucci dell’Università di Genova, prof. R.C. De Marinis dell’Università degli Studi di Milano, A. Fossati della Cooperativa “Le Orme dell’uomo”, M.G. Ruggiero, la Ditta Ikonos con C. Modi e C. Baruffi). In quell’occasione fu stilato anche un dizionario terminologico che ha costituito la base per i successivi lessici. Questo programma di archiviazione fu poi interrotto nel 1990, così come fu interrotto il rilievo a contatto delle incisioni (il principale sistema usato fino agli anni Novanta per documentare le incisioni), per l’urgenza di trovare metodi di rilevamento più consoni, vale a dire più obiettivi e più adeguati e rapidi per fronteggiare un numero così cospicuo di testimonianze (POGGIANI KELLER 1989). 3 Il data-base è stato ideato da A.M. Ardovino (fino al gennaio 2005 Soprintendente Archeologico della Lombardia); la direzione scientifica è di R. Poggiani Keller (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia). F. Iozzi ha curato la realizzazione e la gestione del software. La sperimentazione, la compilazione, lo sviluppo e la promozione del database sono state realizzate da C. Liborio e da M.G. Ruggiero (SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano). La restauratrice L. Ghedin ha seguito gli aspetti legati alle problematiche conservative; i rilievi fotogrammetrici sono stati realizzati dalla ditta FOART di Parma; al progetto hanno collaborato i geometri della Soprintendenza M. Pacchieni e C. Vaira. IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 2 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia per i Beni Archeologici della Lombardia, il Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano della Valle Camonica ed il Gruppo di Azione Locale di Valle Camonica. Il data-base IR è stato strutturato in sette schede descrittive, cinque delle quali collegate ad immagini digitali, ed in una sottomaschera: Scheda di Roccia, Sottomaschera Altri Dati, Scheda di Zona, Scheda di Scena, Scheda di Raffigurazione, Quadro Storico della Roccia, Quadro Conservativo della Zona, Quadro Conservativo della Roccia. Gli aspetti conservativi all’interno del data-base IR sono stati analizzati a due diversi livelli di dettaglio: la zona e l’intera superficie rocciosa. Nel Progetto IR è infatti presa in esame tutta la superficie della roccia e non solamente le aree con incisioni o, addirittura, le singole incisioni: questo criterio è di assoluta importanza perché solo l’analisi dettagliata di tutta la roccia e del contesto nel quale è inserita consente un monitoraggio completo e, quindi, permette di evitare l’insorgere o l’aggravarsi di situazioni di degrado che potrebbero danneggiare il bene e pregiudicarne la conservazione. Le terminologie dei danni propri delle superfici rocciose incise (rischio intrinseco) e del contesto ambientale (rischio estrinseco) sono state tratte dalla Carta del Rischio del Patrimonio Culturale – Consorzio Metis – realizzata dall’Istituto Centrale del Restauro del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed adattate alle particolari caratteristiche dei beni in oggetto. L’acquisizione dei dati di “rischio intrinseco ed estrinseco” per tutto il patrimonio di arte rupestre della Lombardia risulta di notevole importanza per la programmazione a breve, medio e lungo termine delle attività di restauro delle rocce, secondo gradi di priorità, ottimizzando così i finanziamenti. Gli aspetti conservativi sono stati visualizzati in appositi file che contengono la vettorializzazione dello stato conservativo della zona di roccia in oggetto. Sulle foto digitali i limiti dei diversi tipi di danno sono stati evidenziati, utilizzando il software AutoCAD, attraverso simboli grafici e ciascuna tipologia di danno viene archiviata su un layer, contraddistinto da un colore specifico. L’uso delle fotografie digitali permette, nel corso dei monitoraggi successivi, di visualizzare e verificare l’eventuale progressione dei danni e quindi di stabilire se procedere o meno con l’azione di restauro. I file così ottenuti sono stati raccolti nel Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.), presso la sede della Soprintendenza. Del software di archiviazione IR sono state realizzate due versioni: una per la compilazione e l'altra per la sola consultazione. La prima è strutturata per l'immissione e l'eventuale modifica dei dati, con campi descrittivi a compilazione libera, campi del tipo "presenza/assenza" e campi con menù a tenda, nei quali si possono selezionare solo voci predefinite; l’altra versione consente solamente di accedere all’archivio dei dati. Per le ricerche incrociate all'interno degli archivi è stato realizzato un apposito software che permette di effettuare ricerche su un solo argomento (ad esempio, tipo di scena), o su parametri multipli (ad esempio, tipo di scena + cronologia + località). IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 3 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Il Progetto IRWEB.it (Le Incisioni Rupestri in Internet) A partire dal gennaio 2003 la Soprintendenza ha avviato un progetto di sviluppo del data-base IR, per renderlo fruibile anche in reti Intranet ed Internet, creando IRWEB.it. Il software è stato potenziato in modo tale da rendere possibile l’inserimento dei dati anche a distanza4: dal punto di vista formale quindi IRWEB è la naturale evoluzione di IR perché ne mantiene l’originaria struttura, con i medesimi campi e i medesimi lessici per la compilazione; anche la procedura di acquisizione dei dati sul campo è identica. Naturalmente, grazie alla flessibilità del sistema, sarà possibile implementare le voci da compilare sulla base delle esigenze che emergeranno in corso d’opera. La nuova applicazione è stata realizzata con i server-software Php, Mysql ed Apache e si basa su una struttura distribuita client/server in grado di funzionare efficientemente sia su una rete interna ad alta velocità (Intranet) che su un web server remoto (Internet). È caratterizzata da una particolare semplicità di utilizzo, grazie ad una interfaccia e ad una veste grafica molto intuitive. Inoltre nel software è previsto l’inserimento di un manuale on-line che ne rende agevole la compilazione e la consultazione. Un ulteriore punto di forza è rappresentato dal fatto che l’accesso ai dati dell’archivio è immediato: non è infatti necessaria l’installazione di alcun software sulle postazioni client poiché è sufficiente un qualsiasi browser web (ad esempio Internet Explorer), normalmente presente su tutti i personal computer. In vista dell’inserimento dei dati via Internet è stata prestata particolare attenzione alla sicurezza del sistema, attraverso l’introduzione di un accesso personalizzato che si basa sulla distinzione dei tipi di utenti in diverse categorie: Tipo di utente Livello di accesso Livello di gestione Admin Amministratore del sistema Superuser Superutente interno del sistema Cuser Common user o utente standard del sistema Ospite o utente semplice gestione degli utenti; modifiche al d-base; validazione delle schede compilate da altri utenti visualizzazione del d-base; implementazione del d-base; validazione delle schede compilate da altri utenti visualizzazione del d-base; implementazione del d-base; Guest visualizzazione del d-base 4 La consulenza informatica per la messa in rete dell’applicazione è stata curata da D. Vitali e F. Tumiatti. La consulenza scientifica, il test e l’implementazione dei dati è stata effettuata da C. Liborio e da M.G. Ruggiero, della SCA-Società Cooperativa Archeologica di Milano. Gli aspetti legati alla conservazione ed al restauro delle rocce sono stati curati dalla restauratrice A. Sechi. I rilievi fotogrammetrici sono stati realizzati dalla ditta FOART di Parma; al progetto hanno collaborato i geometri della Soprintendenza M. Pacchieni e C. Vaira (ARDOVINO et alii 2003 a, b). Il progetto IRWEB è stato presentato in occasione della mostra “Incisioni Rupestri della Valle Camonica. Nuove prospettive di ricerca”, tenutasi presso la sede della Soprintendenza a Milano dal 14 ottobre 2003 al 9 gennaio 2004. IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 4 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Un aspetto di fondamentale importanza di questa applicazione è rappresentato dal fatto che tutte le schede, comprese quelle compilate via Internet, sono temporaneamente archiviate in una apposita Lista di Validazione. In questo modo sarà possibile verificare l’omologazione dei dati e la procedura di inserimento e soltanto dopo il controllo da parte dei Superutenti interni del sistema di tutti i dati immessi queste schede saranno definitivamente inserite nell’archivio IRWEB. Questo sistema di validazione ha anche lo scopo di tutelare le schede relative a rocce inedite e in corso di studio, garantendo la riservatezza dei dati fino all’edizione del lavoro. Nel luglio 2003 l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha riconosciuto che l’applicazione IRWEB è compatibile con il proprio sistema catalografico, anche in ragione della “connessione tra dati identificativi dei beni ed il monitoraggio del loro stato conservativo” e per lo stretto rapporto tra l’apparato documentario e la struttura delle informazioni che il sistema garantisce. Attualmente è in corso di studio la grafica del sito per ottimizzare l’accessibilità e l’usabilità della navigazione in Internet, secondo i parametri stabiliti da MINERVA (Ministerial NetWork for Valorising Activities in digitation) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la qualità dei siti Web pubblici culturali. Inoltre per tutelare i diritti d’autore sulle immagini, le foto digitali saranno immesse su Web, seguendo gli standard indicati da MINERVA, con una risoluzione tale da garantirne una visualizzazione a video soddisfacente ma non la possibilità di utilizzarle per scopi editoriali. Particolare attenzione è stata inoltre posta alle procedure di sicurezza dei dati con back up giornalieri e salvataggi su server protetti. IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 5 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia METODOLOGIA E TECNICHE DI ACQUISIZIONE DEI DATI Acquisizione dei dati sul campo La compilazione del data-base è preceduta dall’acquisizione dei dati sul campo per la quale è fondamentale il rilievo della roccia, ed in particolare quello fotogrammetrico, che consente di ottenere rilievi, anche tridimensionali e quotati, utili per eventuali ricostruzioni anche in scala, con livelli di precisione molto elevata. I dati raccolti sono in seguito elaborati al computer in modo da ottenere una pianta vettorializzata del perimetro, sulla quale viene sovrapposta una griglia, basata su quadrati di 50 cm di lato (denominati “zone”), che permette di posizionare con precisione all’interno della superficie della roccia le singole raffigurazioni incise. A questo punto si procede con il rilievo fotografico sul campo, che consiste in una serie di diverse battute di riprese, attraverso le quali sono documentate le zone, le scene e le raffigurazioni. Contestualmente al rilievo fotografico vengono raccolti i dati necessari alla compilazione delle schede descrittive della roccia quali, ad esempio, le misure, la morfologia, l’orientamento, lo stato di conservazione della superficie rocciosa, la quantità, la tipologia e la leggibilità delle incisioni. Ricerca ed acquisizione dei dati archivistici e bibliografici Parallelamente alla raccolta dei dati sul campo si procede all’acquisizione delle informazioni presenti negli archivi della Soprintendenza ed alla ricerca bibliografica. Giova ricordare che presso la sede della Soprintendenza si trovano l’Archivio Topografico, che raccoglie tutti i documenti relativi ai siti di interesse archeologico della Lombardia, l’Archivio del Restauro, l’Archivio Grafico e quello Fotografico. Elaborazione delle immagini digitali Ad ogni immagine realizzata sul campo corrisponde un file, in formato JPEG, uno dei formati indicati dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione per l’archiviazione informatizzata di reperti archeologici. Tutti i file sono inseriti in un archivio informatizzato, attualmente localizzato a Milano, nella sede centrale della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. L’archivio è strutturato secondo precisi parametri: provincia, comune, località, tipologia della foto (Panoramica, per Zona, per Scena e per Raffigurazione), sigla della roccia, descrizione schematica del contenuto della foto. Elaborazione grafica informatizzata dei dati conservativi Gli aspetti conservativi, oltre ad essere descritti in modo dettagliato nelle relative schede (Quadro Conservativo della Roccia e Quadro Conservativo della Zona), sono stati anche visualizzati in appositi file che contengono la vettorializzazione dello stato conservativo della zona di roccia in oggetto. A partire dal 1996 (Progetto IR) è stato infatti messo a punto un metodo per documentare e visualizzare graficamente la localizzazione e la tipologia dei danni, utilizzando il software AutoCAD. Tale metodologia, testata fin dal 1996, è stata presentata nel IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 6 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia corso del III Convegno Regionale a Como nell’ottobre 19995. Sulle foto digitali i limiti dei diversi tipi di danno sono evidenziati attraverso simboli grafici e ciascuna tipologia di danno viene archiviata su un layer6, contraddistinto da un colore specifico. L’uso delle fotografie digitali permette, nel corso dei monitoraggi successivi, di visualizzare e verificare l’eventuale progressione dei danni e quindi di stabilire se procedere o meno con l’azione di restauro. I file così ottenuti sono stati raccolti nel C.I.M.A.R. Compilazione del database L’applicazione IRWEB.it è costituita da otto schede tra loro complementari: La Scheda di Roccia Costituisce il punto cardine dell’archivio poiché da essa dipendono tutte le altre schede. La roccia, che viene identificata attraverso una sigla che fa riferimento alla località ed alla numerazione progressiva, viene descritta nelle sue caratteristiche morfologiche. È corredata da una fotografia panoramica della roccia in oggetto e dal rilievo vettorializzato della superficie con la griglia della quadrettatura, i riferimenti metrici e di orientamento e il senso di lettura delle incisioni; i numeri rossi contraddistinguono le zone della roccia con incisioni, quelli bianchi le zone non incise. 5 POGGIANI KELLER, GRASSI, LIBORIO, RUGGIERO 2001; POGGIANI KELLER, LIBORIO, PACCHIENI, RUGGIERO 2001. 6 I layer di AutoCAD sono l’equivalente dei lucidi sovrapposti utilizzati nel disegno manuale: essi consentono di organizzare in maniera efficiente gli elementi del disegno, mantenendoli separati in gruppi logici distinti. Oltre a facilitare l’organizzazione dei disegni, i layer consentono di controllarne più agevolmente la visualizzazione. È possibile, ad esempio, disattivare uno o più layer per rimuovere temporaneamente dal disegno i dettagli in esso contenuti, e riattivarli al momento della stampa. IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 7 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia La Scheda Altri Dati Contiene i riferimenti topografici ed amministrativi specifici della roccia (ad esempio riferimenti IGM, Carta Tecnica Regionale, Catasto, Georeferenziazione, la condizione giuridica la tipologia della roccia, etc..) e i parametri della griglia della quadrettatura. La Scheda di Zona Questa scheda prevede una breve descrizione delle incisioni presenti, con le note relative alle condizioni di acquisizione del fotogramma e con indicazioni su eventuali sovrapposizioni tra le incisioni: anche qui è presente una foto digitale della zona in esame ed è possibile attivare la visualizzazione della quadrettatura della roccia. La Scheda di Scena 7 Accanto ai campi con i codici di identificazione, il tipo di scena, la datazione, la descrizione e l’immagine, si trovano l’elenco delle raffigurazioni che costituiscono la scena e l’elenco delle relative zone. La Scheda di Raffigurazione Attivabile dalla Scheda di Scena, la Scheda di Raffigurazione, comprende, oltre ai codici identificativi, anche i campi relativi alla datazione, alla tecnica ed alla tipologia dell’incisione, al tipo di raffigurazione ed alle note descrittive. Anche in questo caso la scheda è completata dall’immagine della raffigurazione. Il Quadro Conservativo della Zona Come detto, il progetto IR rappresenta una novità nell’ambito dello studio dell’arte rupestre perché ha previsto fin dal 1996 la creazione di un archivio, periodicamente aggiornabile ed implementabile, all’interno del quale è stata riservata particolare e specifica attenzione al monitoraggio dello stato conservativo delle rocce, considerato elemento strategico fondamentale ed imprescindibile per una politica di gestione sostenibile del bene su periodi di media e lunga durata. Le terminologie dei danni propri delle superfici rocciose incise (rischio intrinseco) e del contesto ambientale (rischio estrinseco) sono state tratte dalla Carta del Rischio del Patrimonio Culturale – Consorzio Metis – realizzata dall’Istituto Centrale del Restauro del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed adattate alle particolari caratteristiche dei beni in oggetto8. Il Quadro Conservativo della Zona è accessibile dalla Scheda di Zona e comprende una serie di campi relativi allo stato di conservazione, alle differenti tipologie di danno ed agli interventi di restauro già effettuati o in corso sulla specifica porzione della roccia. 7 Con il termine “scene” si intende un insieme di raffigurazioni che concorrono a definire un’azione (ad esempio: danza, duello, etc.) o un’entità qualificabile come un insieme unitario (ad esempio: campi coltivati e sentieri; villaggio). 8 Gli aspetti conservativi e l’adattamento delle terminologie dei danni alle rocce incise sono stati curati da A.M. Ardovino. IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 8 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Facendo riferimento alla Carta del Rischio del Patrimonio Culturale sono state individuate ed adattate le terminologie dei danni (rischio intrinseco) propri delle superfici rocciose incise. I danni riscontrati nelle singole zone permettono di compilare poi nel Quadro Conservativo della Roccia i campi relativi al livello di gravità di ciascun tipo di danno e, di conseguenza, il grado di urgenza dell’intervento conservativo da mettere in atto. L’acquisizione di questi dati risulta pertanto di straordinaria importanza per la programmazione a breve, medio e lungo termine delle attività di restauro delle rocce. È stata anche prevista la possibilità di inserire due immagini con le condizioni di questa porzione della roccia prima e dopo l’intervento di restauro, per facilitare una periodica verifica degli aspetti conservativi. Il Quadro Conservativo della Roccia Questa scheda offre informazioni relative all’utilizzazione, alle caratteristiche morfologiche dell’area nella quale è collocato il bene in oggetto e notizie sugli interventi di restauro. Particolare attenzione viene dedicata ai fattori di rischio estrinseco ed al contesto ambientale nel quale le rocce sono inserite, poiché si è accertato quanto i fattori ambientali (fattori di rischio estrinseco) incidano negativamente sullo stato di conservazione. Sono contenute, tra l’altro, indicazioni sulla manutenzione alla quale la roccia è soggetta, sui sistemi di protezione, di sicurezza, sulle attrezzature di fruizione (passerelle, pannelli didattici, etc.) e sulla morfologia del territorio circostante. La scheda è completata da indicazioni sui diversi interventi conservativi effettuati, da riferimenti alla gravità ed alla diffusione dei danni riscontrati, dalla segnalazione del grado di urgenza degli interventi da realizzare. Nella scheda vengono anche segnalate le modalità di acquisizione dei dati sugli interventi, che può essere visiva, bibliografica o archivistica. Anche in questo caso è possibile inserire due immagini per evidenziare lo stato di conservazione della roccia prima e dopo l’intervento di restauro. L’acquisizione dei dati di “rischio intrinseco ed estrinseco” per tutto il patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica risulta di notevole importanza per la programmazione a breve, medio e lungo termine delle attività di restauro delle rocce, secondo gradi di priorità, ottimizzando così i finanziamenti. Sarà così possibile attuare una efficace politica di tutela del bene e, quindi, di preservare il sito e la sua l’identità storica anche per le generazioni future. Il ricorrere di determinati fenomeni di degrado e di danno consentirà l’identificazione di parametri nei quali contenere i processi di gestione e di valorizzazione, nell’ottica di attuare uno sviluppo sostenibile della Valle. Sulla base delle diverse situazioni si potrà a titolo esemplificativo intervenire sulle capacità di carico di tipo fisico, regolando il numero massimo di visitatori o realizzando un sistema di gestione dei percorsi di visita che non comprometta l’integrità ed i valori universali del bene. Sarà inoltre possibile controllare il lasso di tempo che intercorre tra un intervento di restauro e l’altro per capire come la qualità dell’ambiente incida sullo stato di conservazione. IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 9 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Il Quadro Storico della Roccia Sono previsti campi per la definizione del supporto, per la data della scoperta e le misure della roccia, per la descrizione morfologica, per una sintesi dei contenuti e per la cronologia. Completa il quadro una serie di informazioni d’archivio: bibliografia (specifica o riferita alle incisioni più caratteristiche della roccia in oggetto), documentazione fotografica e grafica presente negli archivi della Soprintendenza. A questo proposito si ricorda che presso la sede della Soprintendenza si trovano l’Archivio Topografico, che raccoglie tutti i documenti relativi ai siti di interesse archeologico della Lombardia, l’Archivio del Restauro, l’Archivio Grafico e quello Fotografico. Per quanto concerne l’arte rupestre della Valle Camonica al momento sono disponibili circa 3700 rilievi grafici tra rilievi a contatto su polietilene, fogli di restituzione, frottage e fotocopie9. L’archivio fotografico consta di circa 2700 tra foto in bianco e nero e diapositive e di oltre 5000 foto digitali. * ** Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, Milano SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano 9 I rilievi disponibili per la Valle Camonica, ad eccezione di alcuni massi e stele, e della Roccia 50 del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte (BS), non risultano assemblati per settori di istoriazione e comunque in nessun caso sono ancorati al rilievo della superficie della roccia. IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 10 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia DATI E ASPETTI INFORMATICI La struttura del sistema La prima versione di IRWEB risale ormai al 2003. Nel 2005 e’ iniziato lo sviluppo della versione 2, migliorata sotto gli aspetti di usabilita', semplicita' d'uso e struttura. E' stata effettuata una analisi di utilizzo basata sui log (movimenti degli utenti all'interno del sistema), sul feedback di operatori, amministratori e utenti occasionali. L'obiettivo primario e' quello di creare un sisitema intuitivo e di facile utilizzo da parte di tutti gli utenti (sia operatori che altri utenti) mantenendo una linea guida di semplicita' ed essenzialita'. Nello schema e' descritta la strutura tecnica del sistema. Si vede chiaramente la completa divisione dei contenuti dalla presentazione di essi. I primi sono estratti tramite Webservice dal database, e sono manipolati dalle interfacce al fine di presentare all'utente o all'operatore la scheda della roccia. Gli standard Sono stati utilizzati tutti gli standard attualmente più diffusi, al fine di permettere il riutilizzo dei dati in versioni future: Database: Interfaccia al database SOAP, engine SQL compliant Interfacce: XHTML, XHTML 1.1 strict per versioni conformi WAI (Web Accessibility Initiative) Linguaggio applicativo: PHP 5.0 Database: MySQL 5.0 IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 11 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia I profili utente Gli utenti del sistema hanno esigenze molto eterogenee: • • • • • pubblico – curiosità studenti / appassionati - crescita formativa ricercatori - ricerca scientifica operatori – strumento di lavoro – condivisione delle buone pratiche, circolazione competenze, costruzione di una comunità, inserimento e modifica reperto amministratori - validazione schede, amministrazione utenti Ogni diverso profilo necessita di un pattern di navigazione differente I pattern di navigazione La scelta del profilo per la visualizzazione dei dati avviene al momento della registrazione del'utente o del gruppo di utenti. L'amministratore sceglie tra diverse interfacce: • Standard • Ragazzi • WAI • Museo • ... (sono esempi delle possibili interfacce) Al momento del login l'utente, in modo completamente trasparente, accederà tramite l'interfaccia che gli è stata assegnata in fase di configurazione. Un caso d’uso: Descrizione del caso: Due gruppi di utenti vengono associati ad un set di rocce. Il primo e' un gruppo formato da due tesisti, il secondo e' un gruppo formato da una classe di una scuola media. Entrambi vogliono accedere e trovare informazioni sullo stesso set di rocce. Soluzione: Le necessita' di navigazione sono ovviamente diverse, e vengono studiate due interfacce che differiscono solo nella modalita' di presentazione dei dati e nei colori ma non nei contenuti (che possono essere filtrati) Caso particolare: Un terzo utente diversamente abile puo' accedere allo stesso set di dati con una interfaccia certificata WAII, con una grafica assolutamente minimale ma orientata ad una corretta navigazione con strumenti non convenzionali ad esempio screen readers. Nota: La struttura è modulare, è presente una interfaccia di navigazione di default e in seguito potranno essere sviluppate e integrate in maniera veloce nuove interfacce (ad es. Dedicate ad un incontro o ad una mostra) IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 12 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Gestione dei permessi Un vasto numero di utenti richiede una gestione dei permessi molto efficiente. Nello schema vediamo come vengono gestiti i permessi di scrittura-lettura su un particolare gruppo di reperti in relazione alla gestione dei gruppi d’utente. Web Service IRWEB 2 si interfaccia al database tramite un WEB SERVICE. È possibile esportare dal database, previa autenticazione e autorizzazione, i dati in forma 'grezza‘ per riutilizzarli in altre applicazioni. IRWEB.it – La catalogazione ed il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre su Internet. Storia di un progetto. 13 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Bibliografia: POGGIANI KELLER 1989 = POGGIANI KELLER R., Capo di Ponte (BS): Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e Area dei Massi di Cemmo. Allestimento del Parco e dell’ “Antiquarium”, Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, 1988-89, Milano, 1989, pp. 326-328. POGGIANI KELLER, GRASSI, LIBORIO, RUGGIERO 2001 = POGGIANI KELLER R., GRASSI B., LIBORIO C., RUGGIERO M.G., Progetto della Soprintendenza Archeologica della Lombardia per un Archivio Informatizzato delle Incisioni Rupestri, in Atti 3° Convegno Archeologico Regionale La protostoria in Lombardia, Como 22-24 ottobre 1999, Como, 2001, pp. 453-463. POGGIANI KELLER, LIBORIO, PACCHIENI, RUGGIERO 2001 = POGGIANI KELLER R., LIBORIO C., PACCHIENI T., RUGGIERO M.G., Progetto della Soprintendenza Archeologica della lombardia per un archivio informatizzato delle incisioni rupestri, Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, 1998, Milano, 2001, pp. 33-34. POGGIANI KELLER, LIBORIO, PACCHIENI, RUGGIERO 2002 = POGGIANI KELLER R., LIBORIO C., PACCHIENI T., RUGGIERO M.G., Catalogazione informatizzata delle incisioni rupestri: il progetto Leader II, Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, 1999-2000, Milano, 2002, pp. 77-78. ARDOVINO et alii 2003 a = ARDOVINO A.M., POGGIANI KELLER R., LIBORIO C., PACCHIENI T., RUGGIERO M.G., VITALI D., The rock art database by the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (Italia), Congress Enter the Past. The E-way into the four Dimensions of Cultural Heritage, April 8-12 2003, Vienna, 2003. 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